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Riassunti Farmaco Rossi Cuomo Rilegato
Riassunti Farmaco Rossi Cuomo Rilegato
FARMACOLOGIA
ROSSI-CUOMO
SOMMARIO
Farmacologia generale
1. Introduzione alla farmacologia…………………………………………… 1
2. Farmacocinetica………………………………………………………….. 4
3. Recettori dei farmaci……………………………………………………… 10
4. Trasmissione catecolaminergica……………………………………………15
5. Trasmissione colinergica……………………………………………………18
6. Trasmissione serotoninergica…………………………………………….....22
7. Trasmissione istamimergica…………………………………………………24
Farmacologia speciale
1. Anestetici locali………………………………………………………………27
2. Farmaci antiacidi……………………………………………………………..29
3. Farmaci emetici e antiemetici………………………………………………...31
4. Farmaci per il controllo della motilità gastrointestinale……………………..33
5. FANS e COXIB……………………………………………………………...37
6. Farmaci antinfiammatori steroidei…………………………………………...41
7. Farmaci del sistema immunitario…………………………………………….47
8. Farmaci dell’apparato respiratorio…………………………………………...52
9. Ormoni e farmaci del sistema endocrino……………………………………..60
10. Farmaci per il trattamento dell’artrite reumatoide…………………………...70
Farmacologia CV
1. Farmaci anti-ipertensivi………………………………………………………72
2. Farmaci dell’emostasi………………………………………………………. 82
3. Farmaci per la cardiomiopatia ischemica……………………………………. 88
4. Farmaci inotropi………………………………………………………………91
5. Farmaci antiaritmici…………………………………………………………..93
6. Farmaci per il trattamento della disfunzione erettile………………………… 94
Interazioni farmacocinetiche……………………………………………. 95
INTRODUZIONE ALLA FARMACOLOGIA
Farmacologia: scienza che studia i farmaci e le interazioni reciproche fra questi e gli organismi viventi.
Farmaco: sostanza capace di provocare in un organismo modificazioni funzionali mediante un’azione
chimica o fisica. Può essere curativo o sintomatico, profilattico o diagnostico. Ognuno ha un effetto
medicamentoso (indicazioni terapeutiche) e uno tossico (reazioni avverse).
Veleno: sostanza chimica che non presenta una dose per la quale si abbia un effetto positivo medicamentoso,
senza averne uno lesivo.
o Farmacocinetica
Sviluppo preclinico o Tossicologia a breve termine 1,5 anni 12 composti
o Formulazione
o Sintesi di quantità semindustriale
1
o Farmacocinetica
Fase I o Tollerabilità 5 composti
o Effetti collaterali in volontari sani
Sviluppo 5-7 anni
clinico o Studi clinici su piccoli gruppi di pazienti
Fase II per definire efficacia e dose 3 composti
o Studi di tossicologia a breve termine
In media, tra 2000 e 2010 sono entrati circa 20 farmaci nuovi all’anno nella pratica clinica; attualmente solo
3.
Clinical trials
Importanti perché l’azione di un farmaco dipende da:
- Proprietà farmacodinamiche;
- Proprietà farmacocinetiche (ricerca dose);
- Interazioni con altri farmaci;
- Sensibilità del paziente;
- Accettazione del farmaco da parte del medico;
- Esperienze precedenti ed ambiente sociale;
2
- Situazione clinica.
1. Fase I (farmacologia clinica): compiuta su 20-80 volontari sani (in Italia: Verona e Sardegna), ed
eventualmente su malati terminali su cui siano già state provate tutte le terapie. Obiettivi:
- Vie di biodegradazione ed escrezione;
- Variabilità interindividuale, effetti legati alla via di somministrazione, biodisponibilità;
- Range terapeutico;
- Segnalazione degli effetti terapeutici;
- Segnalazione degli effetti collaterali.
2. Fase II: su 100-300 pazienti selezionati con criteri molto restrittivi; si verifica l’efficacia del farmaco
contro il placebo o contro la terapia attualmente più efficace. Viene fatta solo in America, non in Europa, e
non prevede la partecipazione delle classi più deboli (anziani e bambini). Disegno con tre gruppi di pazienti
randomizzati e a doppio cieco (né il medico né il paziente sono a conoscenza del trattamento somministrato).
Obiettivi:
- Indicazioni per l’uso; - Piano terapeutico;
- Tipo di pazienti; - Studi di farmacocinetica nei soggetti malati;
- Gravità della patologia; - Natura e gravità degli effetti collaterali;
- Range terapeutico; - Effetti in gruppi particolari.
3. Fase III: più numerosa (200-3000 pazienti) e più costosa, multicentrica, possibile solo per le
multinazionali. Disegno con tre gruppi di pazienti randomizzati e a doppio cieco. Terminata la fase, è
richiesta l’autorizzazione per l’utilizzo del nuovo farmaco.
4. Fase IV (farmacovigilanza): comprende gli studi post-registrazione, distinti in sperimentali e
osservazionali. Serve a scoprire effetti indesiderati a bassa frequenza.
Brevetti
1. Brevetto di prodotto (lo può usare solo chi l’ha creato);
2. Brevetto di processo (uso limitato);
3. Brevetto d’uso (quando un farmaco viene brevettato anche per un utilizzo diverso dall’originale).
3
FARMACOCINETICA
Assorbimento: processo attraverso il quale un farmaco arriva nel circolo sistemico. Istantaneo se la
somministrazione è per via endovenosa.
Biodisponibilità (F): la frazione della dose di farmaco che raggiunge la circolazione sistemica. F = 1 se il
farmaco è somministrato per via endovenosa.
Distribuzione: processo di diffusione del farmaco dal sangue ai tessuti.
Eliminazione: rimozione del farmaco dall’organismo attraverso il metabolismo e/o l’escrezione (tramite
urine, feci, sudorazione, respirazione..).
Metabolismo: processo di trasformazione del farmaco, comprende un metabolismo di fase 1 (ossidativo) e
uno di fase 2 (coniugativo).
Volume di distribuzione: volume teorico necessario a contenere la quantità totale di farmaco
nell’organismo alla stessa concentrazione di quella presente nel plasma.
Clearance: volume di plasma contenente la quantità di farmaco rimosso dai reni dell’unità di tempo.
Emivita: tempo necessario per eliminare il 50% del farmaco presente nell’organismo.
1. Enterale
-> Somministrazione orale (per os o P.O.)
Pro Contro
- Assorbimento relativamente veloce; - Assorbimento non molto veloce;
- Non dolorosa (solitamente); - Alcuni farmaci vengono distrutti nel tratto GI;
- Facile; - Assorbimento del farmaco variabile;
- Sicura, - Può causare dolore GI;
- Non necessita di attrezzature o aiuti; - Non adatta a pazienti non cooperativi, con vomito o incoscienti;
- Utilizzabile per molti farmaci. - Primo passaggio attraverso il fegato.
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2. Parenterale
-> Intravenosa (I.V.) e intrarteriosa
Direttamente nel torrente circolatorio attraverso le vene o le arterie; può essere effettuata solo dal medico.
Pro Contro
- Gli effetti compaiono molto velocemente; - Attenzione a reazioni allergiche o pirogeni;
- Dose precisa; - Un sovradosaggio può essere corretto solo da antidoto;
- Iniezione rapida o lenta del farmaco; - L’iniezione ripetuta può danneggiare le vene;
- Possibilità di somministrare grandi volumi con - Il farmaco deve essere completamente solubile in
basse concentrazioni di farmaco. acqua.
La durata della somministrazione varia da pochi secondi (push), a 1-2 minuti (bolo), a qualche ora, giorno o
settimana (infusioni).
Attenzione al riflesso di Bèzold-Jarish: scatenato da iniezioni rapide, causa caduta di pressione, difficoltà
respiratorie, aritmie; si può evitare somministrando atropina.
Pro Contro
- Assorbimento abbastanza veloce; - Dolorosa;
- Possibilità di sospensioni a lento rilascio; - Attenzione a evitare arterie o vene;
- Somministrazione di farmaci che non possono - Possibilità di infezioni o distruzione di tessuto
essere dati per iv; (ascessi);
- Es: inoculazioni, antibiotici, insulina. - Farmaco solubile in acqua.
3. Altre vie
-> Via nasale
Spray nasali per farmaci ad azione locale o sistemica; assorbimento irregolare.
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Assorbimento
Alcuni farmaci funzionano al di fuori del corpo (creme, pomate…), ma la maggior parte deve:
- Entrare in circolo: per via enterale (orale, sublinguale, rettale) o parenterale (sc, im, iv, it);
- Attraversare barriere lipidiche: parete intestinale, parete dei capillari, membrane cellulari, barriera
emato-encefalica.
Per arrivare all’interno del corpo e raggiungere target cellulari i farmaci devono attraversare membrane
biologiche, generalmente per diffusione, con l’energia fornita dalla differente concentrazione delle molecole
ai due lati della membrana.
Biodisponibilità di un farmaco
Rappresenta la percentuale di farmaco che è reso disponibile
all’organismo.
L’iniezione per iv determina una biodisponibilità del 100%,
mentre per le altre preparazioni viene calcolata confrontando
l’area sotto la curva (AUC) relativa alla concentrazione
plasmatica del farmaco somministrato per iv o attraverso
altre vie.
Nel caso di assunzione per via orale, una quota del farmaco
sarà distrutta nell’intestino, una non assorbita, una distrutta
dalla parete intestinale e un'altra dal fegato.
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Distribuzione
Processo che porta il farmaco a differenti organi e tessuti, determinandone effetto terapeutico e velocità di
eliminazione.
𝑫
Volume di distribuzione (V) = ( 𝐷𝑜𝑠𝑒 𝑎𝑠𝑠𝑢𝑛𝑡𝑎 )
𝑪𝒐 𝐶𝑜𝑛𝑐𝑒𝑛𝑡𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑝𝑙𝑎𝑠𝑚𝑎𝑡𝑖𝑐𝑎
Se V è alto significa che ci vuole molto tempo per smaltire il farmaco, che quindi può ricomparire anche
dopo mesi per mobilizzazione dai depositi lipidici.
Metabolismo
I farmaci sono metabolizzati nel fegato per diventare più idrosolubili, perché la via preferenziale di
eliminazione è quella urinaria; alcune molecole inattive (profarmaci) necessitano di biotrasformazione
enzimatica per diventare metaboliti farmacologicamente attivi. Il fegato riceve sangue venoso portale e
sangue arterioso sistemico, che si mescolano a livello dei sinusoidi: il farmaco viene assunto dagli epatociti,
metabolizzato e rilasciato nel sangue venoso refluo, per giungere ai reni ed essere escreto. Ci sono due fasi
del metabolismo:
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Citocromo P450 (CYP)
Famiglia di isoenzimi epatici che fanno parte del sistema di ossidasi a funzione mista
insieme all'enzima ossido-reduttasi NADPH-dipendente e al NADPH. Si chiamano
così perché quando legano il CO, con il gruppo eme ridotto, assorbono la luce nello
spettro visibile e diventano di colore blu-violetto, con un picco a 450 nm (il gruppo
eme dell'Hb ridotto legato a CO o O2 diventa rosso).
L'enzima idrossila il farmaco trasferendo elettroni sull'ossigeno: si formano acqua e
farmaco ossidato; il CYP viene recuperato, e il ciclo riprende.
Nomenclatura dei CYP: si conoscono circa 1000 CYP, di cui almeno 50 sono funzionanti nell'uomo.
L'uomo ha 17 famiglie di CYP e 39 sottofamiglie; tre famiglie sono dedicate al metabolismo dei farmaci:
CYP3, CYP2 e CYP1 (totale: 8-10 isoenzimi), mentre le altre 14 sono coinvolte nelle normali funzioni
fisiologiche/omeostatiche. Per la caratterizzazione sono necessari un sottotipo (lettera) e un prodotto del
gene (numero).
Esempio: CYP3A4 (3 = famiglia, A = sottotipo, 4 = prodotto del gene), responsabile dell'eliminazione
intestinale presistemica di molti farmaci (CYP3A principale forma costitutiva nel fegato umano).
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Escrezione
L'urina è la via principale di escrezione di un farmaco, ma non l'unica:
Filtrazione glomerulare: passaggio dei farmaci con PM ≤ a 25 kD.
Secrezione tubulare: meccanismi di trasporto attivo per cationi ed anioni.
Riassorbimento passivo: di farmaci liposolubili, attraverso le cellule tubulari; processo influenzato dal pH
urinario e dalla pKa della molecola: in presenza di pH alcalino, gli acidi deboli sono ionizzati, quindi sono
meno riassorbiti e più velocemente escreti; viceversa per le basi deboli.
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RECETTORI DEI FARMACI
Generalità
Def: proteine cellulari in grado di riconoscere sostanze chimiche endogene e/o farmaci; a seguito del legame
specifico con un mediatore, attraverso una modificazione conformazionale, sono in grado di determinare un
effetto biologico.
L'interazione di una molecola di farmaco con una molecola di recettore è quasi sempre reversibile e
stechiometrica, e coinvolge vari tipi di legami chimici: legami ionici, legami idrogeno, interazioni di Van der
Waals e idrofobiche. In alcuni casi l'interazione è irreversibile, per la formazione di legami covalenti.
-> Terminologia
Agonista pieno: un farmaco che, interagendo con un recettore, è in grado di generare una risposta biologica
massimale.
Agonista parziale: un farmaco che, pur legandosi al recettore, è in grado di determinare una risposta
inferiore rispetto all'agonista pieno.
Agonista inverso: un farmaco che, interagendo con un recettore, determina un effetto che è opposto a quello
mediato dall'agonista.
Antagonista: un farmaco che, pur legandosi ad un recettore, è incapace di produrre un effetto. Può essere di
due tipi, competitivo allosterico (si lega allo stesso sito dell'agonista) o non allosterico (riduce l'effetto
massimo ottenibile dall'agonista).
R + F ↔ RF → Effetto biologico
Affinità (di un farmaco per un recettore): concentrazione di farmaco
necessaria per saturare il 50% dei siti recettoriali presenti. Misurabile con
tecniche di "binding recettoriale" ed espressa matematicamente come KD
(costante di associazione).
Potenza, ED50 o EC50 (E = effective, D = dose, C = concentrazione): indica
la dose (o la concentrazione) che produce il 50% dell'effetto massimo.
Efficacia: effetto massimo raggiungibile con un farmaco.
Attività intrinseca: varia da 0 (antagonisti) ad 1 (agonisti).
𝐷𝐿
Indice Terapeutico: IT = 50⁄𝐷𝐸
50
Nel caso di recettori canale, l'effetto del farmaco compare nel giro di nsec, mentre per i recettori associati a
proteine G può necessitare di alcuni minuti.
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Classificazione dei recettori
1. Recettori canale
2. Associati a proteine G
3. Con attività tirosino-chinasica 1. Per gli ormoni steroidei
Recettori 4. Associati a tirosino-chinasi Recettori 2. Per i retinoidi
di membrana 5. Con attività guanilato ciclasica intracellulari 3. Per gli ormoni tiroidei
6. Con attività tirosino-fosfatasica 4. Altri
7. Con attività serino/treonino chinasica
8. Per le citochine
9. Per le integrine
A) Recettori canale;
B) Recettori accoppiati a proteine G;
C) Recettori per la matrice extracellulare;
D) Recettori per le citochine;
E) Recettori con attività tirosino chinasica;
F) Recettori con attività guanilato ciclasica.
RECETTORI DI MEMBRANA
1) Recettori canale
Def. Complessi macromolecolari formati da subunità proteiche che si assemblano a delimitare un canale
idrofilico.
Le subunità sono costituite da singole catene polipeptidiche che attraversano la membrana da due a sei volte,
in regioni ricche di AA idrofobici (M1-M6). L’apertura del canale produce un rapido e selettivo flusso ionico
in entrata o in uscita, che induce la modificazione del PM e/o l’attivazione di cascate enzimatiche.
• Recettore nicotinico
Storia: scoperto nel 1984 con metodologie di biologia molecolare, per
due motivi:
- facilità di ottenere grandi quantità di proteina dall'organo elettrico
della Torpedo californica;
- finanziamenti ottenuti per un'epidemia di morti da morso di cobra
nell'isola di Taiwan: viene studiata l'α-bungarotossina, che si lega
selettivamente al recettore paralizzando il soggetto e causandone la
morte.
Struttura: molto grande, circa 0,403 nm2. Formato da 5 subunità (2α, γ, δ,
β) ognuna costituita da una proteina con 4 passaggi transmembrana: M2
forma un canale con molte cariche negative, e permeabile a cationi (Na+,
Ca2+, K+) preferenzialmente a seconda della localizzazione. Le anse che
collegano i segmenti M3 e M4 possiedono siti di consenso per la
fosforilazione da parte di PKA e PKC (desensitizzazione).
Funzionamento: le due subunità α riconoscono l'ACh: il legame induce
l'apertura del canale per pochi msec. Curari non competitivi determinano
la desensibilizzazione del canale.
Localizzazione: recettori ionotropi per ACh a livello della membrana
post-sinaptica delle placche neuromuscolari, e per il Glu, molto
abbondanti nel cervello.
Patologie correlate: sindrome miastenica congenita (muscolare), epilessia
notturna del lobo frontale (neuronale).
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• Recettore GABAA
Storia: caratterizzato nel 1987, dopo essere stato isolato da cervello di mammifero.
Struttura: 5 subunità, di vario tipo (α1-α6, β1-β4, γ1-γ3, δ, ε), ognuna con quattro domini transmembrana.
La maggior parte dei GABAA contiene 2 subunità α, 2 β, più una tra γ (più frequente), δ o ε. All'interno
del canale ci sono cariche positive.
Funzionamento: il legame provoca l'entrata di Cl- nella cellula, con stabilizzazione del PM a -80.
A questa famiglia appartiene anche Gly-R, su cui agisce la stricnina.
Patologie correlate
- Tossina colerica: si lega a GS delle cellule intestinali, impedendo l'idrolisi di
GTP e quindi stimolando la secrezione continua di H2O e muco con diarrea
persistente e perdita ingente di liquidi.
- Tossina pertussica: ADP-ribosilasi che inattiva Gi, provocando uno
squilibrio con GS, che porta a vasodilatazione e rilascio della muscolatura
bronchiale -> tosse intensa.
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Principali proteine G ed effettori accoppiati
- GS: attivazione AC;
- Gi/o: inibizione AC, attivazione canali K+, inibizione canali Ca2+;
- Gq: attivazione PLC.
RECETTORI INTRACELLULARI
Bersaglio molecolare degli ormoni steroidei e tiroidei, dei retinoidi e delle vitamine D e A; proteine
citoplasmatiche o nucleari, in grado di controllare l'espressione genica.
Gli ormoni steroidei legano i propri recettori intracitoplasmatici, poi il complesso trasloca nel nucleo dove
si lega alle HRE (Hormone Responsive Element) a monte di un promotore genico, regolando in positivo o in
negativo la trascrizione di geni specifici. I recettori per i glucocorticoidi, in particolare, allo stato inattivo si
trovano legati alle Hsp, e solo dopo il legame con il ligando possono migrare nel nucleo legandosi a
specifiche GRE (Glucocorticoid Response Element). Il dominio che lega il DNA è molto conservato ed è
denominato zinc-binding finger, ricco in Cys organizzate attorno ad un atomo di zinco.
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Modulazione delle risposte recettoriali
Riduzione (desensitizzazione) o aumento (ipersensitizzazione) della sensibilità di un recettore in risposta a
un mediatore endogeno, ma anche a un farmaco; può essere omologa o eterologa.
Tolleranza: perdita di effetto farmacologico in seguito a trattamento con farmaci agonisti recettoriali. Si
distingue in bradifilassi (dopo trattamenti prolungati) e tachifilassi (dopo minuti o ore).
Meccanismi biochimici:
- variazioni struttura dei recettori; - diminuzione numero dei recettori;
- esaurimento del trasmettitore; - aumentato metabolismo del farmaco;
- adattamenti fisiologici riflessi; - aumentata eliminazione cellulare (MDR).
Recettore β-adrenergico: la PKA fosforila una serina della terza ansa citoplasmatica del recettore; β-ARK
(β-Adrenergic Receptor Kinase) fosforila il recettore quando è legato al ligando, inducendo lo stesso effetto.
Il recettore fosforilato interagisce con la β-arrestina, che ne riduce l' affinità e ne media l'internalizzazione
traslocandolo nelle coated pits (invaginazioni del doppio strato fosfolipidico ricche di clatrina).
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TRASMISSIONE CATECOLAMINERGICA
Introduzione
Sistema (orto)simpatico: stimolazione attività cardiaca (effetto cronotropo, inotropo, dromotropo e
batmotropo positivo); aumento Pa (costrizione vene e capillari, attivazione sistema renina-angiotensina);
broncodilatazione; rilascio muscolatura GI; contrazione sfinteri; aumento rilascio di glucosio.
Catecolamine (CA): gruppo di sostanze a basso PM che contengono nella loro molecola un catecolo (anello
aromatico con due -OH in posizione 3 e 4) e una amina su una catena laterale.
Le CA endogene sono dopamina, noradrenalina (neurotrasmettitori in SNC e SNP) e adrenalina (ormone
rilasciato dalle ghiandole surrenali).
• 1900-1905: si scopre che, iniettando estratti di midollare del surrene, si ottiene un effetto simile alla
stimolazione dei nervi simpatici (salva-vita) - Epinephrine.
• 1906: H. Dale descrive l'esperimento Epinephrine reversal: la somministrazione di epinefrina dopo un
antagonista (segale cornuta) provoca la risposta opposta rispetto all'iniezione della sola epinefrina.
Recettori catecolaminergici
Isoprenalina: composto di sintesi simile all'adrenalina.
Ordine di potenza sui recettori:
α: Noradrenalina > Adrenalina > > Isoprenalina.
β: Isoprenalina > Adrenalina > Noradrenalina.
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Recettori adrenergici - classificazione
-> Tradizionale -> Moderna D1 e D5 sono accoppiati a proteine GS (pathway dell'AC), mentre
D1 D2 a proteine Gi (inibizione AC, aumento correnti di K+ e
D1 D1-like diminuzione di quelle del Ca2+).
D5 La loro stimolazione induce vasodilatazione dei distretti
D2 D2 mesenterici e renali (impiego nello shock cardiogeno) e riduzione
D2-like D3 della motilità gastrica.
D4
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• Agonisti dei recettori α2: come la clonidina, sono usati nell'ipertensione arteriosa, per probabile effetto
sul SNC: riducono l'attività simpatica stimolando i recettori pre-sinaptici.
• Agonisti dei recettori β: l'isoprenalina è il più potente aspecifico, ha effetti cardiostimolanti e
broncodilatatori superiori ad A e NA (ma non attiva i recettori α) e viene impiegata nell'arresto cardiaco;
per l'asma si preferiscono i β2-agonisti selettivi (salbutamolo, terbutalina), che non stimolano i recettori
α e β1, e hanno durata d'azione più prolungata.
2. Simpaticomimetici indiretti
Aumentano la disponibilità sinaptica delle catecolamine e quindi la loro capacità di stimolare i recettori:
- aumento del rilascio di NA dalle varicosità dei neuroni del sistema simpatico (amfetamina);
- blocco della ricaptazione della NA dallo spazio sinaptico (cocaina, antidepressivi);
- inibizione delle MAO o delle COMT.
Gli inibitori delle MAO oggi sono stati abbandonati. L'isoniazide e l'iproniazide erano usate per la TBC e
come antidepressivi (incrementavano l'attività sessuale del paziente), ma sono fortemente epatotossici. Il
deprenyl (inibitore specifico della MAO-B) viene usato nella terapia iniziale del morbo di Parkinson.
3. Simpaticomimetici misti
Efedrina: agonista dei recettori α e β, stimola anche la liberazione di NA dai neuroni simpatici. Provoca
aumento di frequenza e gittata cardiaca, aumento Pa, ritenzione vescicale, broncodilatazione, stimolazione
del SNC.
-> Simpaticolitici
1. Ipertensione 4. Aritmie cardiache 7. Glaucoma
2. Angina pectoris 5. Scompenso cardiaco 8. Stati d'ansia
3. Infarto miocardico 6. Tireotossicosi 9. Emicrania
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TRASMISSIONE COLINERGICA
-> Accumulo
L'ACh sintetizzata nel citoplasma viene immagazzinata nelle vescicole sinaptiche da un trasportatore
vescicolare (VAChT), con concentrazioni 100 volte superiori a quelle citoplasmatiche.
-> Liberazione
Di tipo quantale (indotta dalla depolarizzazione -> entrata di Ca2+ -> fusione delle vescicole con la
membrana neuronale), o lenta e responsabile dei MEPP (miniature endplate-potentials), potenziali di placca
in miniatura, con probabile funzione trofica.
Tossina botulinica: prodotta dal Clostridium botulinum, fortemente tossica (DL ~ ng), impedisce la fusione
delle vescicole contenenti ACh, riducendone la liberazione. L'intossicazione comporta una progressiva
paralisi del sistema parasimpatico e motorio, che inizia con alterazioni della vista, difficoltà di
deglutizione e mancanza di salivazione, e porta a paralisi respiratoria. Una tempestiva terapia con
antitossina può prevenire l'insorgenza dei sintomi e/o la morte.
Tossina botulinica A: complesso emoagglutinico disponibile in forma liofilizzata per iniezioni i.m. per:
- deformazione dinamica del piede equino in pazienti con paralisi cerebrale infantile;
- blefarospasmo; - torcicollo spasmodico;
- emispasmo facciale; - iperidrosi.
-> Metabolismo
L'ACh liberata per esocitosi si lega a recettori pre e post sinaptici, poi viene inattivata dalle colinesterasi o
allontanata per diffusione. Due tipi di colinesterasi: acetilcolinesterasi (AChE) e butirilcolinesterasi
(BuChE), due serino idrolasi contenenti un sito anionico (Glu a cui si lega la colina) e un sito esterasico (con
Ser e His). L'AChE si trova in tessuti nervosi centrali e periferici, e inattiva rapidamente l'ACh permettendo
la ripolarizzazione della membrana; la BuChE è presente nel plasma, in tessuti nervosi e non nervosi, ma
idrolizza l'ACh con minor efficienza dell'AChE.
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Inibitori delle colinesterasi
Chiamati anche colinomimetici indiretti, si distinguono in reversibili/irreversibili e selettivi/non selettivi.
Nome Tipo di inibizione Impieghi
1. Fisostigmina Reversibile, non selettivo Intossicazione da anticolinergici, miotico
(eserina) (collirio)
2. Neostigmina Reversibile, non selettivo Miastenia, ileo paralitico postoperatorio, atonia
vescicale
3. Edrofonio Reversibile Diagnosi miastenia grave
4. Rivastigmina Reversibile, non selettivo
5. Donepezil Reversibile (affinità: AChE > BuChE) Malattia di Alzheimer
6. Galantamina Reversibile (affinità: AChE > BuChE)
7. Malathion Irreversibile, non selettivo Insetticida
8. Sarin Irreversibile, non selettivo Gas nervino molto tossico
9. Soman Irreversibile, non selettivo Gas nervino molto tossico
Recettori dell'ACh
Organo Azioni mediate da recettori nicotinici
Muscoli scheletrici Contrazione.
Ghiandole surrenali Liberazione di A e NA.
Gangli simpatici periferici Attivazione del sistema simpatico con liberazione di NA.
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-> Recettori nicotinici (nAChR)
Tre tipi: muscolari, gangliari e neuronali, con diversa associazione delle subunità, assemblate a formare un
canale ionico aperto dal legame di due molecole di ACh sulla subunità α.
• Agonisti nicotinici: non hanno interesse terapeutico.
• Antagonisti nicotinici: comprendono i bloccanti neuromuscolari (miorilassanti, o curari) e i bloccanti
gangliari (ganglioplegici).
1. Bloccanti neuromuscolari
A loro volta distinti in:
- Bloccanti non depolarizzanti: miorilassanti, si legano reversibilmente al recettore nicotinico del
muscolo, inattivandolo; comprendono
tubocurarina (usata raramente), pancuronio,
atracurio (emivita molto breve ~ 20% in 20-
30 min) e vecuronio. I curari venivano usati
per uccidere gli animali, ungendo la punta delle frecce: l'animale avvelenato
può essere mangiato senza rischi, in quanto la molecola contiene un N
quaternario, quindi non può essere assorbita. Attualmente sono usati in
anestesia per evitare la contrazione muscolare durante un'operazione
chirurgica (il ripristino del tono muscolare a fine operazione è dato dalla
neostigmina), e contro la tossina tetanica, prodotta da Clostridium tetani e
che provoca contrazione di tutti i muscoli, compresi quelli respiratori ->
morte.
2. Bloccanti gangliari
Bloccano i recettori nicotinici gangliari e riducono l'attività dei sistemi autonomi simpatico e
parasimpatico -> vasodilatazione e ipotensione, tachicardia, riduzione del tono e della motilità intestinale,
ritenzione urinaria, blocco delle secrezioni, midriasi e cicloplegia (incapacità di mettere a fuoco). L'unico
ancora usato è il trimetofano camsilato, per indurre ipotensione controllata e ridurre le emorragie.
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- Pilocarpina (estratta dal Pilocarpus jaborandi): utilizzata per trattare xeroftalmia e xerostomia nella
sindrome di Sjögren, e come miotico per il glaucoma (collirio);
- Carbacolo e betanecolo: di sintesi, non sono idrolizzati dalle AChE; utilizzati nella terapia del
glaucoma (collirio) e per il trattamento della ritenzione urinaria postoperatoria.
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TRASMISSIONE SEROTONINERGICA
Introduzione
Localizzata per il 95% nel tratto GI (90% ECs, 5% neuroni), e per il 5% nel SNC.
Serotonina e cellule EC
Meccanismo di interazione tra sistema serotoninergico e propulsione intestinale:
- stimolazione della mucosa -> rilascio di 5-HT dalle
cellule enterocromaffini (8);
- 5-HT eccita i neuroni intrinseci afferenti, che attivano
interneuroni ascendenti (2) o discendenti (3);
- contrazione a monte via motoneuroni eccitatori (6) e
distensione a valle via motoneuroni inibitori (5);
- generazione e propagazione dei complessi mioelettrici
migranti (MMC) dagli interneuroni afferenti primari (4);
- neuroni afferenti primari intrinseci (7) nello strato
sottomucoso.
(LM: muscolatura longitudinale; MP: plesso mienterico;
CM: muscolatura circolare; SM: sottomucosa)
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5-HT1D Trigemino, muscolatura Emicrania, depressione, Vasocostrizione
vasale, vasi sanguigni cranici vasculopatia
5-HT1E Gi (- cAMP) Caudato, putamen, amigdala, — —
corteccia cerebrale
5-HT1F Cervello e periferia Emicrania —
5-HT2A Gq/11 M. vasale e GI, piastrine, Ipertensione, alterazione Aggregazione,
(PLC, Ca2+) corteccia motilità GI contrazione
5-HT2B M. ileale, stomaco, utero, Contrazione
vasi, endotelio
5-HT2C Plessi corioidei, ipotalamo, Emicrania, Sazietà
endotelio bulimia/anoressia
5-HT3 Canale Striato, corteccia, sostanza Vomito —
ionico nigra, gangli simpatici,
neuroni sens.
5-HT4 GS (+ cAMP) Tratto GI, plesso mesenterico Disordini GI Propulsione
intestinale
5-HT5A GS (+ cAMP) Ippocampo, corteccia, — —
5-HT5B — cervelletto, MS — —
5-HT6 GS (+ cAMP) Ippocampo, n. accumbens Psicosi (?) —
5-HT7 GS (+ cAMP) Ippocampo, m. vasale Ipertensione —
Farmaci serotoninergici
Recettore Azione Sostanza attiva/Farmaco Impieghi clinici
5-HT1A Agonista parziale Buspirone, Ipsapirone Ansia, depressione
5-HT1D Agonista Sumatriptan (triptani) Emicrania
5-HT2A/2C Antagonista Metisergide, Tradozone, Emicrania, depressione,
Risperidone, Ketanserina schizofrenia
5-HT2C Agonista Lorcaserina (fase III) Controllo appetito e peso
5-HT4 Agonista Prucalopride Stimolazione peristalsi
5-HT3 Antagonista Ondansetron Emesi indotta da chemioterapia
SERT Inibitore Fluoxetina, Sertralina, Paroxetina, Depressione, disturbo ossessivo
Citalopram, Escitalopram compulsivo, panico...
Dato che la serotonina partecipa all'aggregazione piastrinica, questi farmaci possono causare trombi
(recettori 5-HT2A).
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TRASMISSIONE ISTAMINERGICA
Recettori istaminergici
Ci sono quattro recettori per l'istamina: H1, H2, H3 e H4, a 7 domini transmembrana e accoppiati a proteine
G, con attività costitutiva.
Recettore Effettore Distribuzione Antagonista
H1 Gq (IP3, Ca2+) Endotelio, miocellule lisce, corteccia surrenale, Mepiramina
cuore, SNC
H2 GS (+ cAMP) Cellule parietali gastriche, miocellule lisce vasali, Ranitidina
neutrofili, SNC
H3 Gi/o (- cAMP, Ca2+) SNC, nervi periferici (cuore, polmoni, GI), cellule EC Tiprolisant
2+
H4 Gi/o (- cAMP, Ca ) MO, cellule dendritiche, milza, bronchi, eosinofili, JNJ 7777120
neutrofili, monociti, mastociti, CD4+
H1: è stato studiato per primo, importante per i meccanismi dei farmaci antistaminici usati per la rinite
allergica. La sua stimolazione a livello endoteliale comporta vasodilatazione (per aumentata produzione di
NO, da stimolazione della eNOS, e di PGI2) e aumento di permeabilità, esemplificati dalla triplice reazione
di Lewis (edema, rossore, calore): questa è data da risposta primaria + reazione ritardata, a seguito di una
iniezione intradermica di questa molecola. A livello della muscolatura liscia (bronchi, GI), media
contrattilità. Sembra che regoli anche l'assunzione di cibo (possibilità di farmaci anti-obesità) e il rilascio di
ormoni (aree ipotalamiche).
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H2: a livello delle cellule parietali gastriche interviene nel meccanismo di secrezione, determinando la
fusione degli organuli intracellulari con formazione di canalicoli secretori -> attivazione della H+/K+-ATPasi
-> secrezione peptica (acida). Nel SNC è importante per il consolidamento della memoria. Sui linfociti B
porta a induzione dell'immunità umorale e inibizione di quella cellulo-mediata. I linfociti TH2 hanno molti H2
e pochi H1, quindi mediano reazioni allergiche, mentre i TH1 hanno molti H1 e pochi H2, e il legame comporta
aumento di sintesi dell'IFN-γ (autoimmunità).
H3: importante per numerose funzioni cognitive (emozioni, apprendimento, memoria), coinvolto nella
neuroinfiammazione, nel dolore e nell'assunzione di cibo; è l'unico ad essere sia pre che post sinaptico: si
comporta da autorecettore modulando il rilascio della stessa istamina neuronale, ma anche di altri
neurotrasmettitori (A e ACh).
H4: ultimo ad essere stato scoperto (nel 2000), si trova su cellule dendritiche e monociti, partecipando alla
presentazione dell'antigene.
Farmaci antistaminici
1. Antistaminici anti-H1
Si dividono in farmaci di:
- Prima generazione: primi ad essere stati sintetizzati (dopo la mepiramina), come etanolamine,
etilendiamine, fenotiazine (es. prometazina), alchilamine, piperazine, piperidine e dibenzossepine
tricicliche. Come svantaggi danno aumento di appetito e peso, e sedazione, in quanto attraversano la
barriera EE, ma sono utili nel trattamento del vomito da cinetosi. Sono farmaci spuri, perché alcuni
bloccano anche altri recettori, come la ciproeptadina quelli serotoninergici, la prometazina gli α1-
adrenergici (mediando vasodilatazione) e i muscarinici insieme alla clemastina.
- Seconda generazione: meno lipofili, comprendono piperazine e piperidine, ma alcuni non devono essere
usati con anticorpi macrolidi e antimicotici, altrimenti causano aritmie gravi per blocco dei canali del K+.
Causano ancora aumento di appetito e peso, ma non provocano sonnolenza.
-> Sindrome del QT lungo (LQTS): ritardo tra complesso QRS e onda T, che comporta
rischio di aritmie. Un effetto simile è dato anche da alcuni antidepressivi triciclici: è
necessario controllare gli effetti cardiologici.
Farmacocinetica: si somministrano per os, per via parenterale (in caso di emergenza), come spray (riniti
allergiche), come colliri, per via rettale o i.m. La durata dell'azione varia da breve (6 ore) a lunga (24 ore). Il
metabolismo è epatico, ad opera di isoenzimi del CYP; l'escrezione è renale.
La loratadina non ha azione sul SNC, ma è metabolizzata dal CYP e si lega ai canali del K+.
Usi terapeutici:
- Rinite stagionale e congiuntivite allergica;
- Orticaria; - Prurito;
- Dermatite da contatto e atopica; - Stimolazione appetito;
- Dermatite solare; - Cinetosi;
- Dermatite da farmaci; - Shock anafilattico.
2. Antistaminici anti-H2
Vengono usati per la terapia delle ulcere gastriche (prima curate con resezione gastrica o del nervo vago). Il
controllo della secrezione gastrica è affidato a istamina, prostaglandine (pathway del cAMP), ACh e gastrina
(che saltano il cAMP). Tuttavia l'acloridria totale è una condizione patologica: devo bloccare solo l'eccesso
di secrezione.
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- Cimetidina: capostipite, ha come effetti collaterali l'inibizione del CYP epatico e quindi l'aumento dei
livelli plasmatici di alcuni farmaci come warfarin, diazepam, caffeina e teofillina;
- Ranitidina: più affine, meno effetti collaterali;
- Nizatidina: ultimo sintetizzato, maggiore biodisponibilità.
Danno tutti metaboliti di natura azotata, e hanno escrezione renale (attenzione in caso di IR).
Effetti collaterali: diarrea, cefalea, ginecomastia per gli effetti antiandrogeni, iperprolattinemia.
3. Antistaminici anti-H3
Agonisti: gastroprotettori e antiulcera, antiinfiammatori, trattamento dello shock settico, prevenzione aritmie,
anticonvulsivanti.
Antagonisti: obesità, deficit cognitivi, disordini dell'attenzione, iperattività del bambino.
4. Antistaminici anti-H4
Trovandosi su APC e mastociti, lo sviluppo attuale è per le reazioni allergiche (rinite, asma, prurito, artrite
reumatoide) e per deficit di ordine immunologico (proliferazione neoplastica).
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ANESTETICI LOCALI
Introduzione
Def. farmaci che bloccano in maniera reversibile la conduzione dell'impulso nervoso a livello del sistema
nervoso periferico.
Il blocco può essere sensitivo o sensitivo-motorio, ma non c'è interferenza con lo stato di coscienza.
Blocco dose-dipendente:
registrazione in voltage clamp di
correnti di Na+ a dosi crescenti di anestetico locale -> diminuzione della
corrente, correlata alla riduzione dei canali attivati (un numero minimo resta
sempre, ma non è sufficiente a propagare l'impulso).
1. Gruppo lipofilo: la solubilità nei lipidi determina potenza, durata d'azione e tossicità di un AL: quelli
altamente lipofili penetrano più facilmente attraverso la membrana, quindi è necessario un numero minore di
molecole, e la loro potenza è maggiore.
Potenza: etidocaina > lidocaina > procaina
Extracellulare 75% R-NH+ (75 U) 25% R-NH (25 U) Normale (pH: 7,4)
Intracellulare 90% R-NH+ (22,5 U) 10% R-NH (2,5 U)
Extracellulare 96% R-NH+ (96 U) 4% R-NH (4 U) Infiammato (pH: 6,5)
Intracellulare 90% R-NH+ (3,6 U) 10% R-NH (0,4 U)
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Meccanismo d'azione
Gli AL si legano ai VGSC (Canali del sodio voltaggio-dipendenti) nello stato aperto e in quello a riposo,
NON in quello inattivo: il polo lipofilo penetra profondamente nello strato lipidico della membrana, e il polo
idrofilo sporge nel lume del canale e si lega alle strutture elicoidali impedendone i cambiamenti
conformazionali. Gli ioni Na+ non entrano nel citoplasma, gli ioni K+ non escono -> la cellula rimane
polarizzata.
Sensibilità delle fibre nervose al blocco: quelle di piccolo diametro, amieliniche e a bassa velocità di
conduzione sono più sensibili. Il numero minimo di nodi di Ranvier che deve essere esposto al farmaco è
pari a tre. È possibile differenziare il blocco sensitivo da quello motorio usando gli anestetici a
concentrazioni progressivamente crescenti.
Associazione dell'AL con un vasocostrittore: riduzione della velocità di assorbimento e della tossicità
sistemica, aumento del tempo di contatto con le strutture nervose e della durata d'azione. Alcuni AL (es.
cocaina) sono già vasocostrittori. L'adrenalina può però attivare i recettori α2 muscolari inducendo
vasodilatazione -> assorbimento e tossicità aumentati.
Farmacocinetica
• Assorbimento: dipendente da dose, caratteristiche chimico-fisiche, azione vasodilatatrice o
vasocostrittrice diretta, vascolarizzazione distrettuale, associazione con un vasocostrittore, area a contatto
con l'anestetico;
• Legame farmaco-proteico: all'α1-glicoproteina acida e all'albumina; influenzato dal pH (se diminuisce ->
aumento frazione libera del farmaco);
• Volume di distribuzione: dipende da liposolubilità, grado di ionizzazione e legame con le proteine
tissutali.
Reazioni avverse
La tossicità sistemica per applicazione locale degli anestetici attualmente utilizzati è nulla, perché le
concentrazioni abituali sono molto inferiori rispetto a quelle tossiche; queste reazioni si riferiscono
soprattutto all'iniezione sistemica di queste sostanze (generalmente accidentale).
• Neurotossicità: sonnolenza, senso di ebbrezza, torpore alla lingua, tinniti, disturbi visivi, agitazione; grave
intossicazione: mioclonie, convulsioni, coma, depressione cardiorespiratoria;
• Cardiotossicità: ipotensione da riduzione delle R periferiche e della gittata cardiaca; turbe del ritmo
(extrasistoli ventricolari), rallentamento conduzione interventricolare; reazioni avverse indotte dal
vasocostrittore associato;
• Reazioni allergiche (AL esterei): dermatiti, crisi asmatiche, shock anafilattico.
• Metemoglobinemia: indotta dalla prilocaina, dose-dipendente;
• Tossicità fetale, di due tipi:
- indiretta: ipotensione e riduzione gittata cardiaca nella madre -> ipoperfusione placentare;
- diretta (passaggio dell'AL attraverso la barriera): convulsioni intermittenti, bradicardia e apnea.
• Altre reazioni avverse: depressione della trasmissione neuromuscolare e gangliare, riduzione del tono
della muscolatura GI.
Interazioni farmacologiche
• Anestetici amidici: clearance epatica flusso-dipendente, aumentata da barbiturici, diminuita da cimetidina
e propranololo;
• Anestetici esterei: tossicità aumentata da farmaci anticolinesterasici.
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FARMACI ANTIACIDI
Fonti: Rossi-Cuomo cap. 6 ("Farmaci inibitori della secrezione acida, protettivi della mucosa gastrica e anti-
ulcera")
Secrezione acida
La secrezione di HCl è data da attivazione della cellula parietale gastrica tramite i recettori: M3
(muscarinico, ACh), H2 (per l'istamina, a sua volta rilasciata dalle cellule EC dopo stimolazione dei recettori
M1-ACh e CCK2-gastrina) e CCK2 (gastrina). L'aumento di concentrazione di cAMP e di Ca2+ fa sì che la
pompa H+/K+-ATPasi venga traslocata sulla membrana dei canalicoli secretori, e possa espellere un H+ in
scambio con un K+, mentre un meccanismo di simporto secerne Cl- con K+.
Il recettore per le PGE2, EP3, diminuisce l'attivazione del pathway del cAMP riducendo l'attività della
pompa, inoltre stimola le cellule epiteliali mucipare a produrre muco, che contribuisce alla protezione dello
stomaco dall'autodigestione.
Il processo di formazione di un'ulcera è dato da uno sbilanciamento tra fattori aggressivi (HCl e pepsina) e
protettivi (bicarbonato e muco).
Pompa protonica (H+/K+-ATPasi): appartiene alla grande famiglia delle ATPasi di tipo P che formano un
intermedio fosforilato. Consiste di due subunità: la α (catalitica) è formata da 10 segmenti transmembrana,
contiene il sito legante l'ATP e quelli leganti i cationi (H+, K+); la β è una glicoproteina che attraversa una
sola volta la membrana e ha funzioni stabilizzanti e di orientamento. È elettroneutra: scambia uno ione K+
per un H+.
1. Antiacidi
Composti basici (sali o basi deboli) che neutralizzano l'acido presente nel lume gastrico senza interferire
direttamente con il processo di secrezione acida a livello della cellula parietale -> riduzione dell'attività
proteolitica della pepsina. I più usati sono idrossido di magnesio e idrossido di alluminio, che sono poco
assorbiti e quindi esercitano un effetto prevalentemente locale.
Indicazioni terapeutiche: farmaci sintomatici per lenire il dolore e la pirosi causate da ipersecrezione acida;
se somministrazione a digiuno, effetto a insorgenza rapida e di breve durata; consigliata somministrazione a
1-3 ore dal pasto.
Reazioni avverse: a basse dosi sono sicuri; a dosi elevate per periodi prolungati possono causare alcalosi
metabolica, nefrolitiasi e ritenzione idrica; CaCO3 (poco usato) causa ipersecrezione acida da rimbalzo per
l'azione stimolante del Ca2+ sulle cellule parietali e quelle secernenti gastrina; ritardo nello svuotamento
gastrico, stipsi, diarrea osmotica.
Interazioni: interferenza con l'assorbimento di alcuni farmaci.
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4. Inibitori della Pompa Protonica (PPI)
Lansoprazolo, Omeprazolo, Pantoprazolo, Rabeprazolo; tutti contenenti un gruppo solforico.
Sono assunti in compresse gastroresistenti, perché devono essere assorbiti a livello intestinale per poi essere
distribuiti nell'organismo e nelle cellule parietali. All'attivazione delle pompe, il pH nei canalicoli inizia a
diminuire -> gli H+ si legano al farmaco, che diventa una sulfenamide ciclica, poi subisce una disidratazione
e una coniugazione con lo zolfo: si forma una molecola attiva che si lega covalentemente a residui cisteinici
della pompa, bloccandola irreversibilmente: l'inattivazione dura fino alla degradazione della proteina.
-> Somministrazione giornaliera di 20 mg di omeprazolo per 7 giorni riduce di circa il 95% la produzione
acida (inoltre inibisce selettivamente anche l'anidrasi carbonica della mucosa gastrica).
Farmacocinetica: assorbimento rapido, t1/2 60-90' dopo somministrazione p.o. o e.v.; legame farmacoproteico
elevato (> 95%); 80% eliminato per via renale mediante escrezione di metaboliti coniugati con gruppi -SH.
Interazioni: metabolizzazione ad opera dei CYP2C19 e 3A4: l'omeprazolo inibisce il primo e attiva il
secondo; il lansoprazolo è quello che determina meno interazioni.
Effetti collaterali:
- Dolore addominale, nausea, costipazione, meteorismo, diarrea (per alterazioni del pH del bolo);
- Miopatia subacuta, artralgie, cefalea, rash cutaneo;
- Inibizione di alcune forme del CYP (riduzione clearance di BDZ, Warfarin, Fenitoina);
- Atrofia della mucosa gastrica -> riduzione assorbimento vit. B12 (uso prolungato);
- Ipergastrinemia reversivile all'interruzione della terapia (5-10% dei pz);
- Fenomeno specie-specifico: nel ratto ha dato iperplasia delle cellule EC -> tumori.
- Da due/tre anni si osservano aumenti di fratture dell'osso dell'anca in soggetti a rischio (donne in
menopausa); pare sia dovuto a ridotto assorbimento di Ca2+, che dipende dal pH: se alto, si formano
complessi insolubili, e lo ione non è assorbito. È preferibile usare inibitori di H2, anche più economici.
Indicazioni terapeutiche:
- Ulcera gastrica e duodenale;
- Esofagite da reflusso;
- Eradicazione di H. pylori;
- Prevenzione e cicatrizzazione di ulcere ed erosioni da FANS, trattamento di pazienti in terapia con FANS
con ulcera peptica;
- Sindrome di Zollinger-Ellison;
- Prevenzione di ulcere da stress in pazienti in terapia intensiva.
5. Altri:
- Antagonisti dei recettori della gastrina: polipeptide ormonale secreto dalle cellule G della mucosa antrale in
risposta a stimoli chimici e meccanici, e dall'aumento del pH intragastrico: causa la liberazione di istamina
dalle cellule ECL legandosi al recettore CCK2. Sono disponibili antagonisti per questo recettore, ma sono
altamente specifici, e dunque poco usati.
- Somatostatina: fattore fisiologico di inibizione della secrezione acida: se il pH gastrico è < 3, blocca la
liberazione di gastrina e istamina, e inibisce l'attività della cellula parietale. Alcuni inibitori della secrezione
acida ne stimolano la liberazione, ma la sua azione è limitata dalla scarsa selettività.
- Analoghi delle PG: le PG svolgono un ruolo protettivo sulla mucosa gastrica, e inibiscono la secrezione
acida attivando i recettori EP3. Sono utilizzate per la prevenzione della gastropatia indotta da FANS (che
hanno azione gastrolesiva appunto per l'inibizione della produzione di PG gastriche).
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FARMACI EMETICI E ANTIEMETICI
Il riflesso emetico
Il vomito, o emesi, è un evento riflesso tramite il quale sostanze presenti nel lume gastrico possono essere
espulse forzatamente attraverso il cavo orale. È spesso preceduto dalla nausea, una sensazione sgradevole
associata alla necessità di vomitare o alla sensazione che il vomito stia per manifestarsi.
Organizzazione anatomo-funzionale
• Rilevamento degli stimoli emetogeni: fibre vagali afferenti, sistema labirintico-vestibolare, CTZ
(Chemoreceptor Trigger Zone) nell'area postrema;
• Integrazione: CTZ e CV (centro del vomito) nella formazione reticolare parvicellulare del T.E.;
• Sistemi effettori (SNA):
- La CTZ rileva la presenza di sostanza emetogene circolanti, e trasmette l'informazione al centro del
vomito; integra gli impulsi nervosi afferenti e modula l'attività del centro del vomito;
- Il CV coordina gli impulsi afferenti con le risposte neurovegetative efferenti, connettendo
funzionalmente gli stimoli emetogeni con la complessa sequenza di eventi somatici e viscerali che
compongono il rifletto emetico.
Atto del vomito: composto da due fasi consecutive:
• Prodromica: insorgenza di nausea, associata a sudorazione fredda, pallore, midriasi e tachicardia (da
attivazione del simpatico);
• Eiezione: comparsa di conati e vomito vero e proprio: espulsione forzata del contenuto gastrico attraverso
il cavo orale.
Farmaci antiemetici
I recettori più coinvolti nel riflesso emetico sono gli H1, i muscarinici (afferenza vagale dallo stomaco), 5-
HT3, D2, NK1 e ENK.
1. Antagonisti antimuscarinici (scopolamina): attraversano la barriera EE, usati per il vomito da cinetosi,
somministrati per via transdermica (cerotto da posizionare dietro l'orecchio);
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2. Antagonisti istaminici H1 (prometazina, ciclizina): trattamento del vomito da cinetosi, latenza di
insorgenza dell'effetto più lunga ma durata d'azione protratta; non efficaci nel vomito indotto da radio o
chemioterapia;
3. Antagonisti dopaminergici D2 (metoclopramide, domperidone, prometazina, proclorperazina): il
primo è uno dei più usati, soprattutto per il vomito gravidico o da tossici; azione a livello centrale (recettori
nella CTZ) + blocco della trasmissione degli impulsi vagali afferenti dai sistemi periferici;
4. Antagonisti serotonina 5-HT3 (ondansetron, granisetron, tropisentron): sono usati in tipi di vomito per i
quali si assiste ad aumenti dei livelli di 5-HT circolante, per esempio da radioterapia (che prima era
intrattabile e comportava la sospensione della terapia);
5. Cannabinoidi (nabilone, dronabinol): agiscono sul recettore cannabinoide endogeno, ma sono poco usati;
6. Antagonisti della sostanza P NK1 (aprepitant): nuovo farmaco proposto per il trattamento del vomito da
chemio e radioterapia; interazioni con farmaci metabolizzati da CYP3A4;
7. Glucocorticoidi (desametasone, metilprednisolone): per contrastare il vomito da farmaci citotossici;
8. Benzodiazepine (alprazolam, lorazepam): riducono l'incidenza di nausea e vomito durante
chemioterapia, importanti in nausea e vomito anticipati (indotti dalla vista o dagli odori tipici degli ambienti
nei quali il paziente è stato precedentemente sottoposto a trattamenti chemioterapici);
9. Vit B6 (piridossina): non è un antiemetico, ma in caso di vomito gravidico la sua assunzione è consigliata,
perché il ridotto assorbimento può causarne carenze -> ritardo nello sviluppo embrionale.
Farmaci emetici
In caso di intossicazione acuta con sostanze ingerite per via orale, il vomito può allontanare l'agente tossico
dallo stomaco e prevenirne l'assorbimento a livello intestinale.
• Ipecacuana: preparazione galenica per uso orale, che evoca il vomito tramite un'azione irritante diretta
sulla mucosa gastrica, e un effetto stimolante sulla CTZ (5-HT3 e 5-HT4).
• Apomorfina: agonista recettore D2 della CTZ, azione ematogena molto rapida.
L'induzione del vomito a scopo terapeutico è controindicata in caso di ingestione di agenti corrosivi o di
idrocarburi aromatici policiclici, e in pazienti incoscienti o con depressione respiratoria o del SNC.
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FARMACI PER IL CONTROLLO DELLA MOTILITÀ GI
Fonti: Rossi-Cuomo cap. 6 ("Farmaci procinetici gastrointestinali", "Farmaci lassativi e purganti", "Farmaci
antidiarroici e antispastici")
1. Procinetici antidopaminergici
Metoclopramide (minori effetti collaterali), domperidone, sulpiride e levosulpiride.
Agiscono bloccando i recettori D2 della dopamina a livello centrale e periferico, la cui attivazione causa:
- riduzione del tono dello sfintere esofageo inferiore;
- riduzione del tono gastrico e della pressione endogastrica;
- inibizione della coordinazione antro-duodenale.
Sono anche usati come antiemetici (vomito gravidico, post-operatorio e da emicrania) perché bloccano i
recettori D2 nel CV.
Reazioni avverse: iperprolattinemia (per blocco dei recettori D2 dell'ipofisi anteriore) con ginecomastia,
galattorrea, mastalgia, amenorrea.
2. Procinetici serotoninergici
Agonisti dei recettori 5-HT4 (iniziazione della peristalsi), senza affinità per i D2:
- Tegaserod: usato in caso di prevalenza di stipsi, effetti collaterali a carico dell'apparato CV come
aritmie, angina, ictus (ritirato dal commercio);
- Cisapride: anche antagonista parziale di 5-HT3, attivo solo nella parte superiore del GI; dannoso se
associato a farmaci che provocano inibizione del CYP, provoca reazioni cardiotossiche (ritirato dal
commercio);
- Alosetron: 5-HT3 antagonista, usato in caso di prevalenza di diarrea; effetto collaterale: ischemia del GI
(ritirato dal commercio);
- Prucalopride: senza effetti collaterali dell'apparato CV.
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3. Inibitori dell'AChE
Neostigmina metisolfato: per ileo paralitico e ostruzione acuta del colon.
1. Lassativi osmotici
Ioni o molecole scarsamente assorbite dall'intestino, che provocano ritenzione di acqua nel lume intestinale e
conseguente dilatazione meccanica -> riflesso peristaltico con contrazioni a monte e rilassamenti a valle
della distensione.
• Purganti salini: magnesio > solfato > fosfato, da assumere con acqua, lassativi o purganti a seconda della
dose; controindicati in IR o disfunzioni cardiache;
• Zuccheri e polialcoli: glicerina, lattulosio, sorbitolo, mannitolo, polietilenglicoli (PEG 3350), sodio
picosolfato.
3. Emollienti e lubrificanti
Oli di origine minerale o vegetale, che facilitano il transito intestinale emulsionando e lubrificando le feci:
glicerina, docusato di sodio (anche per uso rettale).
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- Dolore addominale; - Ipokaliemia;
- Atonia del colon; - Iperaldosteronismo secondario;
- Neuropatia del colon; - Nefropatia.
2. Terapia infusionale
Lo scopo è di ripristinare velocemente uno stato di normovolemia nel paziente. Si utilizzano soluzioni
intravenose, contenenti NaCl, KCl e Glc. La più usata è la fisiologica salina 0,9%, ma ce ne sono anche
altre.
3. Farmaci antidiarroici
• Adsorbenti intestinali (carbone attivo): aumentano la consistenza della massa fecale, senza riduzione
della perdita complessiva di acqua ed elettroliti.
• Oppioidi di sintesi (codeina, loperamide, difenossilato): legano i recettori intestinali MOP, DOP e KOP,
che regolano il tono della muscolatura liscia e aumentano l'assorbimento degli elettroliti.
Loperamide (2-16 mg/die in 3-4 somministrazioni p.o.): attivo sui recettori μ e δ, non penetra
attraverso la barriera EE; ha anche azioni antimuscariniche; è attiva anche sulla diarrea del viaggiatore
(causata da una tossina che incrementa la produzione di cGMP -> aumento motilità intestinale).
Effetti collaterali: dolore addominale, nausea, costipazione, secchezza delle fauci, vertigini, astenia.
Controindicati nei bambini < 2 anni a causa della depressione respiratoria.
• Agonisti α2-adrenergici: stimolano l'assorbimento di NaCl, riducono la secrezione di Cl- e HCO3-, e
inibiscono la motilità intestinale; impiego limitato da effetti centrali (ipotensione arteriosa).
• Somatostatina e analoghi (octreotide): effetto antisecretorio per inibizione dell'AC enterocitaria,
inibitorio sulla motilità intestinale e sulla liberazione di peptidi (VIP e gastrina) e mediatori GI
(serotonina) con effetto secretagogo; usati anche per il trattamento del sanguinamento di varici gastro-
esofagee (complicanza dell'ipertensione portale); impiego limitato da breve emivita (1-3 minuti).
• Inibitori dell'encefalinasi: rallentano il catabolismo degli oppioidi endogeni a livello dei tessuti periferici:
azione inibitoria sui processi secretivi, con minimi effetti motori
• Antagonisti selettivi dei recettori 5-HT3: ondansetron per la diarrea da carcinoide, alosetron per le
pazienti affette da sindrome dell'intestino irritabile non rispondenti ad altre terapie.
• Probiotici: microrganismi viventi la cui somministrazione determina effetti benefici per miglioramento
dell'equilibrio batterico e nutrizionale dell'intestino, e stimolazione dell'immunità mucosale e sistemica.
Lactobacillus casei GG (LGG) ha azione dose-dipendente, con dose soglia di 10 miliardi di CFU.
35
• Chemioterapici: solo in caso di diarree infettive (da Shigella, Vibrio cholerae, diarrea del viaggiatore);
accertamento dell'eziologia, spettro mirato verso gli agenti infettivi responsabili, tempo di terapia ottimale
per combattere con successo l'infezione, dosaggi più brevi e semplici possibile.
4. Farmaci antispastici
Trattamento delle coliche addominali (riduzione dello spasmo e dell'ipermotilità della muscolatura
intestinale) e riduzione della motilità digestiva durante indagini radiologiche o endoscopiche.
• Farmaci antimuscarinici (atropina): antagonismo competitivo con i recettori muscarinici eccitatori M2 ed
M3 intestinali, ma inducono reazioni avverse (inibizione del parasimpatico) per mancanza di selettività;
• Farmaci miolitici: interferiscono direttamente con la contrattilità della fibrocellula muscolare liscia:
- papaverina, mebeverina, tiropramide: inibizione delle PDE -> aumento di cAMP -> diminuzione
del Ca2+ citoplasmatico -> rapido e completo rilassamento del muscolo;
- fluoroglucinolo: inibizione della COMT tissutale -> diminuzione catabolismo NA -> aumento del
tono simpatico;
• Calcioantagonisti: modulano l'ingresso di Ca2+ nella fibrocellula muscolare liscia, bloccando i VOC
(canali del Ca2+ voltaggio-dipendenti); impiego limitato per reazioni CV (mancanza di selettività);
• Antispastici misti: possiedono sia un'azione neurotropa (antimuscarinica) sia miotropa.
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FANS E COXIB
Introduzione all'infiammazione
• Fase acuta: liberazione di autacoidi (istamina, serotonina, bradichinina, PAF, eicosanoidi, frammenti del
complemento) e modulazione dell'espressione di molecole di adesione e dei loro ligandi -> richiamo
cellulare e di fattori umorali dell'immunità;
• Fase ritardata o subacuta: accumulo di granulociti neutrofili ed eosinofili, che fagocitano i microbi e
rilasciano citochine e chemochine, di monociti che si differenziano in macrofagi, che producono molte
sostanze pro-infiammatorie e presentano l'antigene ai linfociti T, che possono differenziarsi in Th1 o Th2;
• L'evoluzione verso la risoluzione o la cronicizzazione dipende dalla persistenza dello stimolo antigenico e
dal tipo di citochine. Se non viene eliminata la causa della malattia, l'intensificazione del processo
infiammatorio provoca degranulazione e rilascio di enzimi lisosomiali -> danno tissutale.
• L'AA liberato dalla PLA2 può essere metabolizzato dalla PGH2-sintasi, o ciclo-ossigenasi, o COX (PG e
TX), o dalla lipossigenasi o LOX (LT).
• Le PG inducono vasodilatazione, innalzano il set point ipotalamico e determinano iperalgesia.
A livello uterino è prodotta la PGF2α, che stimola la contrazione miometrica durante il parto.
I mastociti producono PGD2, che induce broncocostrizione agendo sulle cellule epiteliali bronchiali.
La PGE2 ha numerosissimi effetti, tra cui riassorbimento osseo, azione pirogenica, maturazione
dell'ovulo, dolore, produzione di muco (gastroprotezione).
• Farmaci antinfiammatori: composti che riducono o eliminano le manifestazioni locali (dolore, edema,
calore, alterazione funzionale) o generali (febbre) del processo infiammatorio; I FANS inibiscono la
produzione di prostanoidi e quindi la trasmissione dolorifica ai centri superiori, ma non agiscono
sull'eziologia dell'infiammazione; i glucocorticoidi hanno azione immunosoppressiva e possono
modificare il processo infiammatorio.
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COX-3: scoperta recentemente, codificata dal gene della COX-1, ma con ritenzione dell'introne 1
nell'mRNA. Costitutiva, ma può aumentare per induzione; elevata affinità per il paracetamolo; presente
soprattutto nella corteccia cerebrale (azione antipiretica del paracetamolo), a livello cardiaco ed aortico.
Farmacodinamica
-> Prima generazione di FANS
- Acido acetilsalicilico (aspirina): modifica irreversibilmente entrambe le COX, mediante acetilazione
della ser-529 (necessaria una sintesi ex-novo dell'enzima); attività antinfiammatoria (~ g), analgesica (↓
PG), antipiretica e antipiastrinica (a bassi dosaggi) perché inibisce la formazione di TXA2 -> ↓
aggregazione e attivazione piastrinica.
- Dipirone: si trova nella novalgina;
- Paracetamolo: vecchio, ma molto usato.
I salicilati non sono solo farmaci sintomatici, hanno anche un'azione simile a quella dei corticosteroidi:
inibiscono l'attività di IKK (IkB Kinase), che fosforila IkB, che facilita la sintesi di citochine infiammatorie
a livello nucleare (NF-kB).
Farmacocinetica
FANS: acidi organici bene assorbiti p.o., con elevato legame farmaco-proteico ed escrezione renale
(filtrazione o secrezione tubulare).
- Aspirina: rapidamente assorbita nello stomaco e nell'intestino superiore; picco in 20-30 minuti
dall'assunzione, massima attività in meno di un'ora; biodisponibilità per o.s.: 40-50%; emivita di 20-30
minuti (deacetilazione rapida), ma effetto antiaggregante duraturo (7 giorni). Dose: 325-650 mg ogni 4-6
ore.
- Paracetamolo: assorbito rapidamente, biodisponibilità alta (90%), basso legame farmaco-proteico (20%),
emivita 2 h, metabolismo epatico per coniugazione ed escrezione urinaria. Dose: 325-1000 mg.
Coxib: tutti bene assorbiti, con elevato legame farmaco-proteico e metabolismo epatico; inoltre raggiungono
il SNC -> azione analgesica centrale. Etoricoxib ha l'emivita più lunga (22 ore), parecoxib è
somministrabile per via parenterale.
Indicazioni terapeutiche
- Stati infiammatori delle articolazioni, dei tessuti molli, etc;
- Artriti, osteoartriti, artrosi (trattamento sintomatico);
- Dolore da estrazione dentaria; i FANS sono blandi analgesici
- Dolore postoperatorio e terminale (associazione con oppioidi);
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- Cefalea;
- Dismenorrea;
- Antipiretici negli stati febbrili (citochine come IL-6 e TNF-α aumentano la sintesi di PGE2 -> cAMP -> ↑
set point ipotalamico);
- Chiusura del dotto arterioso di Botallo (indometacina, ibuprofene);
- Attacco gottoso acuto;
- Antiaggreganti e prevenzione primaria e secondaria di TIA, stroke ischemico e IMA (ASA).
Gravidanza: nel III trimestre può prolungare la gestazione (per inibizione della formazione della PGF2α),
aumentare il rischio di emorragie pre- e postparto, o causare la chiusura prematura del dotto arterioso.
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-> Interazioni dell'ASA
Corticosteroidi ↑ rischio di ulcere GI e di tossicità renale
Eparina ↑ rischio di sanguinamento GI
Aminoglicosidi ↑ rischio di tossicità renale
Diuretici ↓ del loro effetto
ACE-inibitori ↓ del loro effetto
β-bloccanti ↓ del loro effetto
Digossina ↑ del rischio di tossicità
Cisplatino ↑ del rischio di tossicità
Metotrexato ↑ del rischio di tossicità
Anticoagulanti orali ↑ effetto anticoagulante
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FARMACI ANTINFIAMMATORI STEROIDEI
Corticosteroidi naturali
Sono prodotti dalla parte corticale della ghiandola surrenale:
• Glucocorticoidi (zona fascicolata): cortisolo (idrocortisone), cortisone e corticosterone;
• Mineralcorticoidi (zona glomerulare): aldosterone e desossicorticosterone;
• Androgeni (zona reticolare): testosterone, androstenedione e deidroepiandrosterone.
I corticosteroidi vengono continuamente prodotti e rilasciati, con ritmo circadiano (di più la mattina). Una
loro ipersecrezione produce la sindrome di Cushing, una loro carenza il morbo di Addison.
-> Biosintesi
Avviene a partire dal colesterolo, ed è regolata dall'adrenocorticotropina (ACTH), la cui sintesi è a sua volta
stimolata dall'ormone ipotalamico CRH (Corticotropin Releasing Hormone). L'ACTH induce:
- attivazione di un recettore a 7 domini transmembrana (GS) -> pathway dell'AC -> cAMP -> PKA ->
fosforilazione di un'esterasi che libera il colesterolo -> trasporto all'interno del mitocondrio -> ossidazione
a pregnenolone da parte del CYP;
- aumento traslocazione del colesterolo nella membrana interna dei mitocondri, dove sono localizzati gli
enzimi biosintetici; meccanismo mediato da StAR (Steroidogenic Acute Regulatory) protein;
- aumento trascrizione genica degli enzimi biosintetici (CYP11B2).
Stimoli stressogeni (infezioni, traumi, risposte infiammatorie, stress psichici) stimolano la produzione di
CRH. L'aumento dei glucocorticoidi circolanti inibisce la sintesi e gli effetti di CRH e ACTH, con feedback
negativo. Alcuni neurotrasmettitori a livello centrale, come ACh, 5-HT e NA, modulano a loro volta il
rilascio di CRH.
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Meccanismo: traslocazione GLUT dalla membrana plasmatica a sedi intracellulari.
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• Promozione gluconeogenesi (fegato).
Meccanismo: nel fegato induzione della trascrizione di enzimi coinvolti nel metabolismo degli AA e nella
gluconeogenesi (fosfoenolpiruvato carbossichinasi, glucosio-6-fosfatasi, fruttosio-2,6-bifosfatasi)
Effetti catabolici: atrofia tessuto linfoide, diminuzione masse muscolari, assottigliamento cute, bilancio
azotato negativo.
• Facilitazione permissiva effetto lipolitico (di altre molecole: GH e agonisti β-adrenergici)
-> redistribuzione del grasso nell'organismo (ipercorticismo, sindrome di Cushing, "buffalo hump",
"moon facies", area sopraclavicolare e perdita di grasso alle estremità), ↑ FFA.
4. Altri effetti
Controllo della glicemia e dell'equilibrio idroelettrolitico, azione sulla funzionalità cerebrale, riduzione della
massa muscolare.
Farmacodinamica
Si tratta per lo più di analoghi di sintesi del cortisolo:
- Fludrocortisone: ha un F in posizione 9 -> maggiore attività glucocorticoide (x10) e mineralcorticoide
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(x125) del cortisolo;
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- Prednisolone e metilprednisolone: hanno un doppio legame in più, che aumenta gli effetti
antinfiammatori (x4-5), con riduzione di effetti collaterali come ipertensione e ipokaliemia;
- Triamcinolone: ha un F in posizione 9 e un -OH in posizione 16 -> simile al fludrocortisone, ma minore
attività mineralcorticoide;
- Betametasone e desametasone (isomeri): hanno un F in posizione 9 e un -CH3 in posizione 16 ->
maggiore attività antinfiammatoria (x25) ed emivita più lunga (x3-4)
La esterificazione in C17 aumenta la lipofilicità della molecola -> somministrazione locale di alte dosi con
trascurabile assorbimento sistemico.
Farmacocinetica
- Assorbimento per via orale buono;
- Alcune molecole sono somministrate anche per via e.v. o i.m.;
- Dopo l'assorbimento, si legano per il 90% circa a proteine plasmatiche (α-globuline specifiche come
CBG, o transcortina, e albumina);
- Sono metabolizzati nel fegato per inserzione di atomi di ossigeno o di idrogeno e quindi coniugazione a
formare derivati idrosolubili;
- Escrezione prevalentemente renale.
Indicazioni terapeutiche
1. Patologie endocrine
- TOS nell'insufficienza surrenalica acuta e cronica, primaria e secondaria;
- Morbo di Addison;
2. Patologie non endocrine, su base flogistica/autoimmunitaria
- Patologie reumatiche (LES, poliarterite nodosa, artrite a cellule giganti, osteoartrite, artrite reumatoide,
sindromi vasculitiche, miocardite reumatica);
- Patologie renali (sindrome nefrosica, glomerulonefrite membranosa e membranoproliferativa);
- Patologie allergiche;
- Asma bronchiale (vedi schema Farmacologia Speciale 8);
- Malattie infettive (polmonite da Pneumocystis carinii, meningite da H. influenzae tipo B);
- Patologie cutanee (dermatosi su base allergica);
- Patologie GI (colite ulcerosa cronica, malattia di Crohn);
- Patologie epatiche (epatite cronica su base autoimmune attiva);
- Patologie oculari (uveiti, congiuntiviti virali e batteriche con antibiotici);
- Neoplasie (leucemia linfatica acuta, linfoma);
- Edema cerebrale (neoplasie, parassiti, traumi e ictus);
- Altre patologie (sarcoidosi, trombocitopenia, anemia emolitica su base autoimmune, stroke e lesioni del
MS, trapianti d'organo, shock).
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Effetti collaterali della terapia cronica
- Obesità e redistribuzione del grasso nell'organismo ("buffalo hump", "moon facies", area
sopraclavicolare, strie addominali) per facilitazione dell'effetto β2-adrenergico;
- Riduzione dello spessore ed atrofia della cute, con difficoltà nella cicatrizzazione delle ferite;
- Riduzione delle masse muscolari e miopatie;
- Osteoporosi (repressione sintesi osteocalcina negli osteoblasti, diminuito assorbimento del Ca2+ e
aumento PTH, attivazione indiretta osteoclasti), difetti nella mineralizzazione, osteonecrosi;
- Modificazioni dell'umore (euforia e psicosi);
- Cataratta, glaucoma;
- Immunosoppressione con diminuzione delle difese naturali contro le infezioni;
- Ritenzione idrosalina ed ipertensione (per effetto mineralcorticoide di alcune molecole, aumento epatico
della sintesi di angiotensinogeno e aumento delle risposte pressorie catecolaminergiche);
- Ritardo della crescita nei bambini;
- Dopo trattamento prolungato, inibizione e soppressione dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene ed atrofia
surrenalica; l'interruzione della somministrazione deve avvenire gradualmente;
- Ulcere peptiche (meno dei FANS);
- Iperglicemia e DM iatrogeno.
Resistenza ai corticosteroidi
- Tipo 1: indotta o acquisita, per aumento nella produzione di citochine. Solo per le cellule coinvolte
nell'immunoflogosi resistenti agli effetti terapeutici antinfiammatori dei GC, mentre tutte le altre sono
sensibili ai GC e clinicamente questi pazienti presentano tutti gli effetti collaterali tipici. In vitro, la
somministrazione di IL-2 e IL-4 a T-cell mima questa condizione clinica. Comprende circa il 95% delle
resistenze osservate nell'asma.
- Tipo 2: probabilmente legato ad una mutazione genetica del GR o di un coattivatore, con insensibilità a tutti
gli effetti dei GR (terapeutici e collaterali).
- Meccanismi non genomici: riguardano soprattutto la lipocortina-1.
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FARMACI DEL SISTEMA IMMUNITARIO
-> Interleuchine
- IL-1 Stimolazione cell. Staminali e precursori in - IL-7 stimolazione B e T-cell, sinergia con IL-2;
MO e timo;
- IL-2 proliferazione T-cell e generazione di NK - IL-8 chemotattile per neutrofili, B e T-cell;
citolitiche;
- IL-3 proliferazione T e B-cell; - IL-9 proliferazione mastcellule;
- IL-4 attivazione T e B-cell; - IL-10 inibizione T-cell;
- IL-5 generazione eosinofili nel MO; - IL-11 sinergica con IL-3;
- IL-6 proliferazione del MO; - IL-12 sinergica con IL-2.
-> Citochine
- IFN-α attivazione di macrofaci, linfociti T e NK cell;
- IFN-γ attivazione di macrofagi e T-cell, aumento dell'espressione di MHC;
- GM-CSF proliferazione MO e attivazione delle APC;
- TNF-α,β effetto citotossico su cellule tumorali, stimolazione infiammazione.
Farmaci immunostimolanti
Sono impiegati essenzialmente nelle malattie da immunodeficienza e nelle infezioni virali e batteriche;
possibile campo di espansione è il trattamento di malattie neoplastiche.
Classe di farmaci molto eterogenea chimicamente e come bersaglio d'azione, con limitata efficacia
terapeutica ed elevati effetti collaterali. Spesso usati in associazione con altri farmaci (chemioterapici,
vaccini); meccanismi di stimolazione del SI aspecifici (stimolazione della produzione di citochine).
• Preparati di derivazione microbica
- Glicani: prodotti di origine fungina che stimolano la produzione di IL-1, TNFα e CSFs;
- LPS e polimeri di origine batterica: stimolano i linfociti B e i macrofagi;
- Bacillo di Calmette-Guèrin (BCG): stimola cellule NK e linfociti T; profilassi e trattamento in situ del k
della vescica e del papilloma vescicale dopo resecazione transuretrale.
• Estratti timici
Non purificati, stimolano le funzioni dei linfociti T e aumentano la resistenza alle infezioni e alla crescita
tumorale.
• Immunostimolanti con struttura chimica definita
- Levamisolo: attivazione linfociti T in associazione con 5-fluorouracile (chemioterapico
antimetabolita) nel trattamento del k del colon;
- Talidomide: con meccanismo sconosciuto aumenta il TNFα circolante in pazienti HIV-positivi; usata
anche nel trattamento di alcuni tumori (mielomi e leucemie mieloidi).
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• Citochine ricombinanti
- IL-2: il suo recettore è espresso sui linfociti T e sulle cellule linfoidi; stimola la proliferazione e la
sopravvivenza dei linfociti T, B e NK e la loro attivazione, provocando un aumento nella produzione di
IFN-γ. Ha breve emivita e provoca gravi effetti collaterali (edema polmonare, ipotensione, febbre).
- Interferoni
- IFα2β: effetti antivirali ed antitumorali, origine leucocitaria. Usato nella terapia antitumorale, alcune
forme di leucemia, k colon e vescica, sarcoma di Kaposi, AIDS associato, epatite cronica da HBV e
HCV;
- IFβ1α: prodotto da fibroblasti e cellule endoteliali, usato nella terapia della sclerosi multipla;
- IFγ1β: causa attivazione delle cellule fagocitiche e produzione di ROS. Usato nella prevenzione e
nel trattamento di infezioni in pazienti immuno-compromessi.
Effetti collaterali: sindrome di tipo influenzale (febbre, mialgie, senso di affaticamento).
Farmaci immunosoppressori
Usati principalmente per:
- Rigetto di organi trapiantati: proteine "non-self" sono riconosciute dal SI;
- Reazioni di autoimmunità: caduta della tolleranza per proteine "self" dal SI.
Non producono lo stesso effetto su tutte le risposte immuni. L'inibizione della risposta immunitaria si
verifica più facilmente se la terapia immunosoppressiva è iniziata prima piuttosto che dopo l'esposizione
all'antigene; le risposte immuni primarie possono essere soppresse più facilmente di quelle secondarie.
Classi di immunosoppressori
- Inibitori della calcineurina (ciclosporina, tacrolimus);
- Antiproliferativi, antimetaboliti e citotossici (azatioprina, sirolimus, micofenolato mofenile,
ciclofosfamide, MTX);
- Inibitori della trascrizione di alcune citochine (corticosteroidi);
- Anticorpi:
- anti recettori IL-2 o anti-CD25: basiliximab, daclizumab;
- anti-CD3: muronomab;
- anti TNFα e recettori solubili TNFα: infliximab, adalimumab, etanercept;
- anti-CD11a: efalizumab;
- anti-CD52 espresso nei linfociti: alemtuzumab;
- Rh(D)immunoglobuline;
- Globuline (ATG, globulina antitimocita).
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- Sindrome acuta oculare di Behcet; - Uveite;
- Gravi dermatiti atopiche; - Psoriasi.
Reazioni avverse: per la ciclosporina sono:
- Nefrotossicità: 25-40% per vasocostrizione intrarenale ed ipertensione;
- Epatotossicità: 4-7%;
- Irsutismo;
- Neurotossicità: con allucinazioni visive, parestesie, tremori, convulsioni per ipomagnesemia;
- Malattia linfoproliferativa.
Per il tacrolimus sono simili; ipertensione meno frequente, ma può causare diabete e cardiomiopatia nei
bambini, per legame con FKBP -> non regola più il recettore canale per la rianodina, che rimane aperto più a
lungo -> entra più Ca2+ -> eccesso di Ca2+.
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- Artrite reumatoide; - MICI (RCU e morbo di Crohn);
- LES; - Riacutizzazione della sclerosi multipla.
4. Anticorpi
Anticorpi specifici diretti contro citochine, recettori per le citochine o molecole di superficie espresse dalle
cellule del SI. Si tratta di farmaci "biologici": hanno grande selettività d'azione, notevole efficacia
terapeutica in tempi brevi, con riduzione degli effetti collaterali rispetto alle terapie tradizionali di tipo
"chimico".
...ximab: anticorpi chimerici uomo-topo.
...umab: anticorpi umanizzati (i meno immunogenici).
• Muromonab-CD3 (OKT3): Ab monoclonale che lega il CD3 sulle T-cell. Il legame con il farmaco
induce internalizzazione del recettore (coinvolto nel riconoscimento dell'Ag e nella proliferazione delle
T-cell), e deplezione ed extravaso delle cellule dagli organi linfatici e dal torrente circolatorio.
Indicazioni: in bolo e.v. nel trattamento acuto del rigetto d'organo dopo trapianto in pazienti pretrattati
con corticosteroidi.
Effetti collaterali: febbre, nausea-vomito, diarrea (sindrome citochinica).
• Infliximab: Ab chimerico monoclonale che lega il TNFα.
Indicazioni: terapia dell'artrite reumatoide e del morbo di Crohn.
Effetti collaterali: reazioni cutanee in sede di iniezione, febbre, orticaria, ipotensione,
immunodepressione con aumentato rischio di infezioni alle vie aeree (TBC) e del tratto GU (sepsi),
aumento del rischio di infezione da Herpes zoster, sepsi.
• Adalimumab: Ab monoclonale che lega il TNFα, meno immunogenico.
• Etanercept: frammento del recettore del TNFα solubile, blocca l'azione del TNFα e β.
Indicazioni: artrite reumatoide.
Effetti collaterali: reazioni cutanee in sede di iniezione (35%), cefalea (20%) e immuno-soppressione
con un aumento delle infezioni alle vie aeree superiori, sindromi influenzali, aumento del rischio di
infezione (e riacutizzazione) della TBC.
• Basiliximab e daclizumab: Ab monoclonali (chimerico e umanizzato) per il IL-2R, prevengono la
proliferazione delle T-cell.
Indicazioni: in associazione a corticosteroidi e ciclosporina nella profilassi del rigetto d'organo nei
trapianti. Basiliximab somministrabile per e.v. prima e 4 giorni dopo il trapianto, emivita 7-11 giorni.
Daclizumab: emivita 20 gg, in associazione ad altri immunosoppressori.
• Rinolacept: proteina di fusione del recettore IL-1 e immunoglobuline del Fc. Ancora poche esperienze
cliniche. Somministrazione settimanale.
• Anakinra: farmaco ricombinante umano che mima l'antagonista per il recettore IL-1, blocca il recettore
IL-1; somministrazione giornaliera.
Indicazioni: artrite reumatoide, uso approvato anche nei bambini.
Effetti collaterali: reazioni cutanee in sede di iniezione, immunodepressione con aumento del rischio di
malattie infettive
• Tocilizumab: Ab monoclonale ricombinante umanizzato, anti IL-6.
Indicazioni: usato in associazione con MTX, rallenta il danno alla cartilagine e all'artrite reumatoide.
Somministrato per i.v. 4-8 mg/settimana.
Effetti collaterali: oltre ai soliti, si aggiungono perforazioni GI in pazienti con ulcere, inoltre IL-6 blocca
l'espressione dei CYP -> se inibita, può aumentare il metabolismo di alcuni farmaci (soprattutto i
contraccettivi orali).
5. Altri
• FTY 720 (Fingolimod): profarmaco, agonista del recettore della sfingosina-1-fosfato, agisce
"sequestrando" reversibilmente i linfociti dell'ospite nei linfonodi e nelle placche del Peyer, proteggendo
l'organo trapiantato.
Indicazioni: al dosaggio giornaliero di 0,5 mg, recentemente approvato nella terapia "disease-modifying"
nei pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente ad alta attività di malattia nonostante il
trattamento con IFN-β, o in pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente grave a rapida
evoluzione.
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Effetti collaterali: infezioni virali (influenza), cefalea, tosse, diarrea, aumento transaminasi. Tossicità da
prima dose (30% dei pazienti): cronotropismo negativo, revertito funzionalmente da agonisti β1-
adrenergici e atropina.
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FARMACI DELL'APPARATO RESPIRATORIO
Fonti: Rossi-Cuomo cap. 5 ("Regolazione del tono broncomotore", "Farmaci per il trattamento dell'asma
bronchiale", "Farmaci della secrezione e dell'essudazione tracheobronchiale", "Farmaci per il trattamento
della tosse").
52
La grandezza ottimale delle particelle da somministrare è di 2-5 μm: particelle > 10 μm precipitano nelle
vie aeree respiratorie superiori e saranno deglutite, mentre quelle < 1 μm non si depositeranno nel tratto
inferiore delle vie respiratorie e saranno assorbite nel sangue degli alveoli, oppure espirate.
Metodi per la somministrazione dei farmaci per via inalatoria:
- pMDI: inalatori pressurizzati a dosaggio predeterminato;
- pMDI con distanziatori a grosse dimensioni;
- BAI: inalatori attivati dall'inspirazione;
- Nebulizzatori.
Del farmaco inalato, solo il 10-20% sarà effettivamente inalato, mentre l'80-90% viene espirato o deglutito,
e quindi assorbito nel GI e metabolizzato dal fegato, dando effetti collaterali sistemici.
La FDA consiglia ai medici di spiegare correttamente l'uso di farmaci per via inalatoria: se non hanno alcun
effetto terapeutico, prima di pensare ad una eventuale resistenza è bene verificare la correttezza della loro
assunzione.
Broncodilatatori
1. β2-agonisti
Farmacodinamica: stimolano direttamente i β2-AR a livello della muscolatura liscia delle vie aeree. Il
recettore β2-adrenergico è a 7 domini transmembrana e legato a proteine GS -> pathway dell'AC e del cAMP
-> attivazione PKA -> iperpolarizzazione della cellula per attivazione dei canali del K+-Ca2+ dipendenti ->
riduzione della formazione di IP3 e aumento dell'attività della Na+,Ca2+-ATPasi -> estrusione del Ca2+ dalla
cellula. Inoltre viene fosforilata MLCK, che a sua volta riduce la fosforilazione della catena leggera della
miosina -> minore interazione con l'actina. In questo modo, si ottiene il rilasciamento delle cellule muscolari
lisce tracheali e bronchiali. Inoltre, aumentano la secrezione di muco e inibiscono il rilascio di ACh.
Il salbutamolo ha un effetto minore dell'isoprenalina, ma anche a livello dei recettori β1 (cuore): l'EC50 per
ottenere il rilascio della trachea è rispettivamente 3 e 0,3; però, il secondo è 1000 volte meno efficace sul
cuore -> minor rischio di aritmie cardiache.
- "Short acting" o SABA (salbutamolo, terbutalina, fenoterolo, orciprenalina): onset 5 min, durata fino
a 6 h; farmaci d'emergenza da usare nei pazienti che soffrono di broncospasmo;
- "Long acting" o LABA (salmeterolo, formoterolo): onset 20-30 min, durata fino a 12 h; associati a
corticosteroidi per prevenire attacchi di asma notturna.
Farmacocinetica
• Short-acting
- Salbutamolo: 200 μg/puff (1-2 puff); 2mg/os; 8 μg/kg i.m. ogni 4 h; 4 μg/kg e.v. da somministrare
lentamente. Escrezione renale (solfato) (FDA categoria B teratogenesi, può essere somministrato in
gravidanza);
- Fenoterolo: 100 μg/puff (1-2 puff); 2-5 mg/os.
• Long acting
- Salmeterolo: 25-50 μg/puff (x2 die); metabolismo epatico (FDA categoria C teratogenesi);
- Formoterolo: 9-10 μg/puff (x2 die).
Sembra che l'indacaterolo non provochi tachifilassi (desensibilizzazione del recettore per stimolazione
ripetuta): questa è stata descritta con l'uso dei LABA, ma non dei SABA.
Effetti collaterali
- Tremori muscolari fini (effetto diretto mediato dalla stimolazione dei β2-AR sui muscoli scheletrici);
- Tachicardia diretta (stimolazione dei β2-AR atriali) e riflessa (vasodilatazione mediata dai β2-AR
vascolari);
- Cefalea;
- Ipokaliemia (effetto diretto mediato da stimolazione dei β2-AR sulla Na+/K+-ATPasi dei muscoli
scheletrici) e raramente ipomagnesemia e iperglicemia (effetti transitori);
- Tolleranza per desensibilizzazione e/o una ridotta sintesi o disponibilità dei β2-AR ("down-regulation")
con l'uso prolungato di agonisti β2-adrenergici (tolleranza recettoriale più rapida sui mastociti che su
muscolatura bronchiale, ridotta dall'uso contemporaneo di corticosteroidi per aumento della trascrizione dei
β2-AR e amplificazione dell'associazione alla AC);
- Agitazione e irrequietezza;
- Ipossiemia e broncospasmo paradosso.
53
L'uso cronico di alte dosi di SABA e LABA è stato associato a morte nei pazienti asmatici, probabilmente
per gravi aritmie cardiache.
Gli agonisti β2-adrenergici potrebbero indurre tolleranza a maggiori quantità di allergeni e irritanti nelle fasi
iniziali, ma una aumentata risposta nella fase tardiva.
Gli eventi fatali sono molto rari.
Polimorfismi genetici dei β2-AR possono modificare la risposta ai farmaci ("down-regulation" e potenziali
effetti collaterali).
2. Teofillinici
La teofillina (1,3-dimetilxantina), la caffeina (1,3,7-trimetilxantina) e la teobromina (3,7-dimetilxantina)
sono metilxantine, alcaloidi presenti in numerose specie vegetali, con effetti broncodilatatori. Nel trattamento
dell'asma si usa l'aminofillina (miscela di teofillina e etilendiamina).
Farmacodinamica: la teofillina ha molti meccanismi d'azione:
• Broncodilatanti:
- Inibizione PDE: aumento della [cAMP], con effetto simile a quello degli agonisti β2-adrenergici;
tuttavia, occorrono concentrazioni dell'ordine dei mMol, difficili da raggiungere;
- Antagonismo del recettore per l'adenosina (tipo A2B dei mastociti): blocco della broncocostrizione e
della liberazione di mediatori infiammatori;
- Secrezione di adrenalina: a livello della midollare surrenale;
- Effetti sul trasporto intracellulare del Ca2+: interferenza con il suo ingresso e rilascio.
• Non broncodilatanti:
- Aumentata secrezione di IL-10: potente inibitore dell'infiammazione di natura allergica;
- Immunomodulazione: inibizione del rilascio di PG e TNF-α, aumento dell'attività istone-deacetilasica
con diminuzione della trascrizione dei geni proinfiammatori, inibizione della traslocazione di NF-kB,
induzione all'apoptosi.
Farmacocinetica: somministrazione per via orale (150 mg x 4 /die), parenterale (e.v. 5 mg/kg per infusione
lenta fino a 25 mg/min; i.m.) e rettale; legame alle proteine plasmatiche 60%; metabolismo epatico (CYP1A2
e CYP2E1 con variazioni individuali); emivita da 3,5 a 9 h.
Indicazioni:
- Apnea nel neonato pretermine;
- In associazione con terapia ICS, asma lieve-moderata;
- Asma notturna;
- Trattamento dell'attacco acuto nei bambini (endovenoso) con risposta sub-ottimale alla terapia
broncodilatante con β2-agonisti.
Effetti collaterali: da superamento della concentrazione terapeutica plasmatica di 20 mg/L;
- Disturbi GI (nausea, vomito e diarrea);
- Stimolazione del SNC (insonnia, irritabilità, convulsioni e cefalea, per antagonismo sul recettore
adenosinico A1);
- Ipotensione e vasodilatazione periferica;
- Stimolazione cardiaca e aritmie;
- Aumento della diuresi;
- Ipokaliemia dopo somministazione acuta per i.v. e aritmie cardiache.
Roflumilast: inibitore della PDE4, proposto per il trattamento delle broncopneumopatie ostruttive. Purtroppo
come effetti collaterali dà nausea, diarrea e crampi intestinali, per aumento della motilità intestinale.
54
dell'attacco acuto d'asma e nella BPCO (equi o più efficaci dei β2-agonisti).
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Effetti collaterali: scarsi, si può avere secchezza delle fauci, ritenzione urinaria, dilatazione delle pupille,
visione offuscata. Nei soggetti anziani possono dare un'amnesia o si può potenziare l'effetto di una patologia
degenerativa.
Antinfiammatori
1. ICS (Inhaled CorticoSteroids)
Sono analoghi dei corticosteroidi, come il beclomethasone dipropionato o il fluticasone propionato, che
somministrati per via inalatoria rimangono intrappolati in sede, dando minori effetti collaterali rispetto a
quelli somministrati per via sistemica. "Basse" dosi giornaliere di 100 μg, dosi alte di 1 mg massimo.
Effetti collaterali:
- Riduzione della massa ossea negli adulti, ma non nei bambini;
- Rischio di cataratta e glaucoma dose-dipendente;
- Riduzione della crescita nei bambini, ma di entità minore rispetto ai corticosteroidi assunti per via
sistemica: al massimo si può avere un ritardo, che sparisce al raggiungimento dell'età adulta;
- Rischio di assottigliamento della pelle;
- Candidiasi (stomatomicosi da Candida albicans) dovuta all'effetto immunosoppressore locale dei ICS,
facilmente prevenibile con il regolare uso di un colluttorio dopo assunzione della molecola per via
inalatoria;
- Tosse;
- Modesta disfonia.
3. Antileucotrienici
Gli effetti fisiopatologici dei LT sono:
- Broncocostrizione;
- Iperreattività bronchiale;
- Iperproliferazione cellule muscolari bronchiali;
- Aumento permeabilità vascolare;
- Ipersecrezione mucosa;
- Diminuzione clearance del muco;
- Chemiotassi, chemiocinesi e attivazione cellule infiammatorie.
Farmacodinamica: i farmaci antileucotrienici (zafirlukast e montelukast) interferiscono in maniera
competitiva con i recettori cys-LT1, bloccando il loro effetto proasmatico (broncocostrizione duratura,
secrezione di muco e edema delle vie aeree).
Farmacocinetica: composti attivi per via orale, buona biodisponibilità ed elevato legame farmaco-proteico;
sono metabolizzati dal CYP epatico.
Indicazioni: forme asmatiche lievi e moderate, da esercizio fisico e provocate dall'uso di FANS in
associazione a ICS con riduzione della dose necessaria dei corticosteroidi, meno efficaci dei LABA. Usati
anche nelle riniti allergiche.
Effetti collaterali:
- Sindrome di Churg-Strauss (vasculite sistemica, eosinofila, sinusite e rinite), rara, probabilmente
precipitata dalla riduzione della dose di glucocorticoidi;
- Zafirlukast: epatopatie con alterazione dei parametri ematici; inibizione CYP2C9 -> interazioni con
warfarin; se con ASA, ne aumenta il livello plasmatico, se con teofillinici, ne riduce il livello plasmatico.
- Montelukast: ansia e depressione.
4. Cromoni
Come sodio cromoglicato e nedocromil sodico, stabilizzano la membrana di mastociti e macrofagi,
inibendo il rilascio di mediatori infiammatori come l'istamina: fosforilano un substrato della PKC, inibiscono
le fibre nervose C per antagonismo diretto con le tachichinine (sostanza P e neurochinina B); inibiscono gli
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eosinofili, e riducono la produzione di IgE. Sono usati nella profilassi e come farmaci "controller"
nell'attività bronchiale. Somministrazione per via inalatoria.
5. Anti-immunoglobuline E
Omalizumab: blocca direttamente le IgE e quindi i loro effetti -> mancata attivazione delle mast-cell, dei
macrofagi, dei linfociti e degli eosinofili.
Indicazioni: forme d'asma che non rispondono ai trattamenti più comuni.
Effetti collaterali: reazioni allergiche (orticaria, prurito) come accade per tutti i farmaci biologici, fino a
possibile shock anafilattico con edema della glottide.
Antinfiammatori e antiallergici
- Corticosteroidi somministrabili per via inalatoria (beclometasone, triamcinolone, flunisolide, budesonide,
fluticasone propionato, ICS) o sistemica (prednisone, metilprednisolone);
- Antileucotrienici (zafirlukast, montelukast, zileuton);
- Antiallergici attivi sui mastociti (disodio cromoglicato, nedocromil sodico);
- Anti-immunoglobuline E (Omalizumab);
- Antistaminici anti-H1 (fexofenadina);
- Immunosoppressori (anti-TNFα, metotressato).
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• Ossigenoterapia: durante le esacerbazioni acute per il trattamento della ipossiemia;
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• Supporto respiratorio meccanico: ventilazione meccanica assistita non invasiva;
• Riabilitazione polmonare: può migliorare la capacità di esercizio, ridurre la sensazione di asfissia e
migliorare l'umore del paziente.
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ORMONI E FARMACI DEL SISTEMA ENDOCRINO
Fonti: Rossi-Cuomo cap. 12 ("Farmaci della tiroide", "Ormoni e farmaci dell'apparato riproduttivo",
"Ormoni e farmaci del metabolismo del calcio").
T4 T3
Volume di distribuzione 10 L 40 L
Emivita 7 gg 1 gg
Quantità legata 99,96% 99,6%
Potenza biologica 1 4
Assorbimento orale 75-90% 95%
Produzione quotidiana 80 μg 30 μg
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- Ridotto metabolismo di tutte le ghiandole endocrine (menorragia e polimenorrea);
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- Ipoglicemia reattiva (calo della glicemia dopo un pasto ricco di carboidrati).
Trattamento
TOS con preparazione di ormoni tiroidei di sintesi (levotiroxina, liotironina, liotrix) o di origine animale
(tiroide essiccata). Deve essere iniziata con maggior cautela nei pazienti cardiopatici per non indurre aritmie
e crisi anginose.
2. Liotironina (T3)
Farmaco composto esclusivamente da T3. Risulta essere 4 volte più attivo rispetto alla levotiroxina, ma è
sconsigliata per la terapia routinaria per:
- Breve emivita (24h): necessarie più somministrazioni giornaliere;
- Maggior costo;
- Difficoltà di monitoraggio, l'unico parametro è il TSH.
3. Liotrix (T3-T4)
Farmaco composto dalla combinazione di T3 e T4 sintetiche in rapporto 4:1. Si tratta di un preparato stabile,
costoso, di facile monitorabilità.
4. Tiroide sicca
Preparazione di ormoni tiroidei derivata da tiroide animale (porcina). Il suo impiego non è più giustificato in
quanto i suoi svantaggi (antigenicità, instabilità del prodotto, difficoltà nel controllo di laboratorio) sono
superiori all'unico vantaggio (basso costo).
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-> Manifestazioni neuromuscolari -> Manifestazioni metaboliche
- Astenia, facile stancabilità; - ↑ metabolismo basale;
- Retrazione palpebra superiore. - ↑ della produzione di calore;
- Calo ponderale;
-> Manifestazioni gastrointestinali - Ipocolesterolemia;
- Diarrea e/o ↑ frequenza alvo; - ↑ catabolismo proteico.
- Iperemesi.
Trattamento
- Terapia con tireostatici (tioamidi, inibitori anionici, ioduri);
- Tiroidectomia (gozzo voluminoso, dubbi citologici,...);
- Iodio radioattivo: distruzione parziale o totale della ghiandola tiroidea.
-> Tireostatici
Farmaci che interferiscono con la sintesi di ormoni tiroidei e/o modificano la loro azione a livello periferico.
I farmaci che riducono la secrezione di T3 e T4 determinano un rialzo di TSH, che produce gozzo, pertanto
sono chiamati gozzigeni.
Classificazione:
- Tioamidi: metimazolo, propiltiouracile, carbimazolo (profarmaco del metimazolo);
- Inibitori anionici;
- Ioduri.
1. Tioamidi
Principali farmaci di impiego clinico nel trattamento della tireotossicosi, contengono il gruppo tiourea,
responsabile dell'attività biologica.
Farmacodinamica: inibiscono i processi di iodazione della tireoglobulina mediata dalla perossidasi tiroidea, e
di accoppiamento dei residui di MIT e DIT.
Il propiltiouracile ha una azione reversibile, in quanto al calare della sua concentrazione il complesso
perossidasi-I torna disponibile per iodare la tireoglobulina, riattivando la sintesi degli ormoni tiroidei. Inoltre
esercita un'azione inibitoria sulla conversione di T4 a T3 a livello periferico.
Il metimazolo si lega in modo covalente al gruppo eme della perossidasi ottenendo un'azione irreversibile. Il
processo di iodazione riprende solo per sintesi di nuovo enzima (-> 10 volte più attivo del precedente).
Vanno usati con cautela in gravidanza; il primo è preferibile per l'elevato legame farmaco-proteico che ne
limita il passaggio della placenta, ed è l'unico utilizzabile durante l'allattamento, perché non è secreto nel
latte materno.
Effetti collaterali:
- Tossicità cutanea (rush, orticaria);
- Epatici (controllare indici di citolisi e colestasi);
- Ematologici (controllare crasi ematica, rischio raro di agranulocitosi);
- Febbre;
- Poliartriti.
2. Inibitori anionici
Tiocianati (SCN-), perclorati (ClO4-), pertecnetati (TcO 4-) inibiscono la captazione dello iodio da parte della
tiroide mediante inibizione competitiva dei meccanismi di trasporto. Tra i più usati: perclorato di potassio.
3. Ioduri
Ormai poco utilizzati, inibiscono l'organificazione dello iodio e la liberazione di T3 e T4.
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Farmacocinetica: emivita di 8 giorni, ma il 99% delle sue emissioni radioattive, sia γ che particelle β,
scompaiono in due mesi: esiste quindi un importante problema di radioprotezione (gravidanza e
allattamento).
Svantaggio: ipotiroidismo ritardato (80% dei casi).
Estrogeni
Ormoni sessuali femminili sintetizzati dalle cellule della granulosa follicolare e del corpo luteo, oppure
dall'unità feto-placentare (in gravidanza); trasformazione periferica di steroidi surrenalici in menopausa.
Picco prima della metà del ciclo.
Naturali Di sintesi Di sintesi non steroidi
Estradiolo Etinilestradiolo Dietilstilbestrolo
Estrone Mestranolo Clorotrianisene
Estriolo Quinestrolo Metallenestril
I loro recettori sono di tre tipi: α, β e s. Gli α si trovano nell'endometrio, i β anche in altre zone, tra cui
l'encefalo (possibile causa della depressione in menopausa), gli s hanno un meccanismo d'azione complesso
simile a quello del testosterone, coinvolgente le hsp.
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Progestinici
Ormoni sessuali femminili sintetizzati e secreti dalla granulosa follicolare, ma soprattutto del corpo luteo, dal
surrene e dai testicoli. Livelli elevati nella fase luteinica. Il progesterone è il principale progestinico
naturale.
Assunzione per 21 giorni al mese. Oggi contengono una dose di estrogeno < 20-30 μg, ed è lo stesso in tutte
le pillole (etinilestradiolo); differenti preparazioni e dosaggio del progestinico (≤ 1 μg).
-> Controindicazioni
- Malattie CV; - Neoplasie estrogeno-dipendenti;
- Malattie tromboemboliche; - Malattie epatiche.
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- Emicrania.
Altri metodi contraccettivi e frequenze di insuccesso (relative alla pillola)
- Sterilizzazione 0,002 ♀; 0,13 ♂ - Coito interrotto 6,7
- Dispositivo intrauterino (IUD) 1,4 - Spermicida 11,9
- Diaframma 1,9 - Controllo del ritmo ovulatorio 15,5
- Profilattico 3,6
Menopausa
- Cessazione delle mestruazioni spontanee che coincide con la fine della vita riproduttiva;
- Amenorrea di almeno 6 mesi in una donna che ha già raggiunto l'età media di insorgenza;
- Cessazione dell'attività dell'ovaio;
- Intorno ai 51 anni (donne occidentali);
- Può portare (ma non necessariamente) ad una serie di disturbi più o meno importanti;
- Preceduta da un periodo premenopausale, caratterizzato da irregolarità mestruale.
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Androgeni
Ormoni sessuali maschili, sintetizzati dalle cellule di Leydig testicolari e dal corticosurrene, con effetti
anabolizzanti. In pelle, prostata, vescicole seminali e epididimo il testosterone è trasformato in 5-
diidrotestosterone, principale androgeno in questi organi.
Farmacologia dell'osso
Il trattamento ideale per contrastare la perdita di massa ossea è la combinazione ciclica o sequenziale di
sostanze ad azione anticatabolica con sostanze ad azione anabolizzante ossea.
1. Calcio e vitamina D
Usati in combinazione per il trattamento dell'OP. La vitamina D può essere:
- Ergosterolo (vegetale) -> ergocalciferolo (cute);
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- 7-chetosterolo -> colecalciferolo (rene).
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Favorisce il riassorbimento di Ca2+ a livello renale, l'assorbimento intestinale di fosforo e di Ca2+, i processi
di mineralizzazione dell'osso e di differenziazione di alcune linee cellulari e di alcune funzioni
neuromuscolari.
2. Calcitonina
Viene usata quella di salmone.
Indicazioni: OP, morbo di Paget; effetto analgesico osseo diretto.
Somministrazione: parenterale (i.m., sc, spray nasale) o enterale; giornaliera o tri-settimanale.
Reazioni avverse:
- Nausea con o senza vomito;
- Rash cutanei (sito d'iniezione, sistemici);
- Epistassi.
3. TOS
Vedi sopra.
4. Bifosfonati (BP)
Caratterizzati da un legame bifosfonato, analoghi del pirofosfato inorganico (P-C-P al posto di P-O-P) non
idrolizzabili e resistenti alle pirofosfatasi. Si distinguono:
- N-Bifosfonati: inibiscono la prenilazione, e quindi la funzione, di proteine leganti il GTP, inducendo
apoptosi nell'osteoclasto.
- nonN-Bifosfonati: incorporati in analoghi intracellulari dell'ATP, inducono esaurimento energetico e
conseguente apoptosi nell'osteoclasto.
Indicazioni: morbo di Paget, tumori, OP; mantenimento degli effetti a lungo termine.
Somministrazione: parenterale (i.m., e.v.) o enterale; giornaliera, settimanale, mensile o annuale.
Reazioni avverse:
- Esofagiti, erosioni ed ulcerazioni esofagee;
- Sindrome simil-influenzale;
- Tossicità renale;
- Osteonecrosi mandibola.
7. Ranelato di stronzio
Fa parte dei DABA (dual acting bone agents): disaccoppiamento tra riassorbimento osseo (ridotto) e
formazione dell'osso (stimolata).
Indicazioni: OP.
Somministrazione: enterale.
Reazioni avverse: diarree, aumento transitorio CPK.
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FARMACI PER IL TRATTAMENTO DELL'ARTRITE REUMATOIDE
Introduzione
L'artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica, con prevalenza dell'1%. Interessa prevalentemente
le articolazioni sinoviali, con infiammazione e distruzione della cartilagine e dell'osso. L'articolazione colpita
è caratterizzata da sinovie infiammate e tumefatte con un'aumentata presenza di fibroblasti, osteoclasti,
cellule del plasma, mastociti, linfociti B e angiogenesi. Il liquido sinoviale contiene un numero aumentato di
PMN. La cascata di eventi infiammatori auto-amplificanti coinvolge molti fattori, incluso una "upregulation"
(sovraregolazione) della super-famiglia dei NF-kB, che può indurre la trascrizione genica di molti fattori
infiammatori, proliferativi e rimodellanti, e rappresenta anche un bersaglio della loro azione. Molti dei
farmaci indicati agiscono a più livelli.
Farmaci di fondo
Agenti citotossici
- Ciclosporina;
- Azatioprina; Farmaci modificanti la malattia
- Metotrexato. (DMARDs)
Penicillamina, Sali d'oro
Idrossiclorochina
Anticorpi anti IL-2 e anti-TNFα
1. FANS e COXIB
Vedi schema Farmacologia Speciale 5.
2. Steroidi antiinfiammatori
Vedi schema Farmacologia Speciale 6.
3. Agenti citotossici
Vedi schema Farmacologia Speciale 7.
4. Penicillamina
Dimetilcisteina prodotta dall'idrolisi della penicillina. Scarsamente utilizzata a causa delle reazioni avverse.
5. Sali d'oro
Terapia sospesa spesso per l'alta incidenza di reazioni tossiche.
6. Idrossiclorochina
Antimalarico in grado di diminuire l'infiammazione articolare e il titolo del fattore reumatoide. Utilizzo
ridotto per la lenta insorgenza d'azione.
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7. Sulfasalazina
Convertita in acido salicilico, viene usata poco per il trattamento dell'artrite reumatoide, ma soprattutto per il
morbo di Crohn.
8. Leflunomide
Profarmaco inibitore della biosintesi de novo delle pirimidine, con proprietà antinfiammatorie e
immunosoppressive.
Farmacodinamica: inibisce l'enzima mitocondriale diidro-orato-deidrogenasi, implicato nella sintesi de novo
di UMP. Un apporto inadeguato di UMP aumenta l'espressione di p53, che trasloca nel nucleo e arresta il
ciclo cellulare -> diminuzione dell'espansione dei linfociti T e B autoimmuni attivati -> soppressione della
produzione di immunoglobuline e dei processi immuni cellulo-mediati.
Farmacocinetica: ben assorbito a livello intestinale, convertito non enzimaticamente nel metabolita attivo
nella mucosa intestinale e nel plasma. Emivita del metabolita 15 giorni, escrezione renale e biliare; un
circolo entero-epatico contribuisce alla sua lunga emivita. Stessa dose del metotressato.
Effetti collaterali: disturbi GI (diarrea), aumento PA, cefalea, vertigini, letargia, leucopenia, rash cutanei,
alopecia, alterazioni reversibili della funzionalità epatica; teratogeno.
9. Farmaci biologici
• Anticorpi anti-TNFα (infiliximab, adalimumab, etanercept);
• Anakinra (antagonista IL-1), tocilizumab (anti IL-6);
• Anticorpi anti IL-2 (basiliximab, daclizumab);
• Anticorpi anti-CD3 (muronomab-CD3).
Nessuna molecola utilizzata in terapia sembra essere più attiva del MTX. Il trattamento con anti-TNF e IL-1
sembra aver compiuto progressi. Attualmente si cercano nuovi bersagli molecolari.
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FARMACI ANTIPERTENSIVI
Scopi della terapia e scelta dei farmaci antipertensivi
Lo scopo è di ottenere la massima riduzioni di morbilità e mortalità legate al rischio della patologia
ipertensiva. Dopo aver attuato le misure non farmacologiche, la terapia va iniziata gradualmente, con basse
dosi di un singolo farmaco. In seguito si può scegliere di cambiare farmaco, aumentare le dosi del primo, o
passare ad una terapia combinata.
1) DIURETICI
Classificazione dei diuretici
1. Inibitori dell'Anidrasi Carbonica;
2. Diuretici dell'ansa (inibitori del cotrasporto Na+/K+/2Cl-);
3. Diuretici tiazidici (inibitori del cotrasporto Na+/Cl-);
4. Risparmiatori del K+ (inibitori dei canali del Na+ e antagonisti dell'aldosterone).
5. Diuretici osmotici;
Interferiscono con i meccanismi di riassorbimento del Na+ e dell'H2O, provocando diuresi (aumento del
volume delle urine) e natriuresi (aumento dell'escrezione renale di Na+).
Meccanismi di trasporto ionico a livello del tubulo contorto prossimale: deputati al riassorbimento di
BICARBONATO DI SODIO, CLORURO DI SODIO, AA, GLUCOSIO (H2O è sempre riassorbita passivamente).
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Meccanismi di trasporto ionico a livello dell’ansa di Henle: preposti al riassorbimento di cloruro di sodio
dal filtrato, per mezzo del cotrasportatore Na+/K+/2CL-, che, insieme alla pompa Na+/K+ ATPasi, genera un
eccesso di potassio intracellulare. La retrodiffusione di K+ nel lume sviluppa un potenziale elettrico +,
responsabile del riassorbimento di Ca2+e Mg2+ per via paracellulare.
Meccanismi di trasporto ionico a livello del tubulo contorto distale: consiste nel riassorbimento di
cloruro di sodio dal lume mediante il cotrasportatore Na+/K+. È presente anche il recettore per il
paratormone che è implicato nel riassorbimento di Ca2+ dal lume. È presente anche un canale che
porta calcio all’interno della cellula ed uno scambiatore Na+/Ca2+, che trasferisce calcio
nell’interstizio.
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Meccanismi di trasporto ionico a livello del tubulo collettore: consistono nella regolazione della
concentrazione finale di Na+ nelle urine. È presente nella membrana basolaterale una pompa Na+/K+ che
favorisce il riassorbimento di Na+. Inoltre all’interno della cellula si trova il recettore per l’aldosterone,
che favorisce il riassorbimento di Na+ e l’escrezione di K+. Nella membrana basolaterale vi sono anche
recettori per l’ADH, per il riassorbimento di H2O, altrimenti le urine sarebbero troppo diluite.
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Farmacocinetica: assorbiti nel GI, secreti nel lume tubulare, fortemente legati alle proteine plasmatiche.
Picco dopo 4h dalla assunzione. Emivita 12h (idroclorotiazide).
Indicazioni: trattamento di ipertensione, sindromi edemigene, associate alla insufficienza cardiaca
congestizia,a patologie epatiche e renali, ipercalciuria idiopatica, diabete insipido (non rispondente ad ADH).
Effetti collaterali: alterazioni idroelettrolitiche (ipokaliemia, iponatriemia, alcalosi ipocloremica,
ipercalcemia), iperuricemia, iperglicemia in pazienti diabetici. Ipomagnesemia che, se associata ad
ipokaliemia, porta ad aritmie cardiache.
4. Risparmiatori del K+
• Spironolattone
Il riassorbimento di sodio e la secrezione di K+ nel tubulo collettore vengono modulati
dall’aldosterone.
Farmacodinamica: antagonista competitivo dell'aldosterone (↓ escrezione Na+, ↑ escrezione K+).
Farmacocinetica: assorbito nel GI, trasformato a canrenone (emivita più lunga). Spironolattone agisce
dopo alcuni giorni. Durata d’azione di 48h
Indicazioni:in seguito ad esaltata sintesi di aldosterone, sia primaria che secondaria ad insufficienza
cardiaca congestizia, sindrome nefrosica; può essere associato a diuretici tiazidici o dell'ansa, riducendo
la perdita di K+; ipertensione, edema, diuresi nell'iperaldosteronismo.
Effetti collaterali: iperkaliemia, acidosi metabolica ipercloremica, ginecomastia; controindicato nell'IR.
• Amiloride e triamterene
Farmacodinamica: interferiscono con il riassorbimento di Na+ attraverso i canali della membrana
luminale, riducendo la secrezione di K+ ad esso accoppiata nel tubulo distale.
Farmacocinetica: assorbiti nel GI, buona biodisponibilità; emivita di 6-21h; buon legame farmaco
proteico.
Indicazioni: cirrosi, edema, ipertensione (con tiazidici).
Effetti collaterali: iperkaliemia, controindicati nell'IR.
Resistenza ai diuretici
- Elevata assunzione di Na+; - Riduzione del volume;
- Pazienti non complianti; - Riduzione funzionalità renale;
- FANS (↓ produzione di PG, che antagonizzano AT e CA a livello renale).
75
2) FARMACI DEL SISTEMA RENINA-ANGIOTENSINA-ALDOSTERONE
Sistema renina-angiotensina
La renina è una gp prodotta dalle cellule mioepiteliali dell'apparato iuxta-glomerulare del nefrone, che
converte l'angiotensinogeno (gp di origine epatica) in angiotensina I. Viene rilasciata insieme al suo
precursore, la prorenina, con effetti biologici mediati da recettori diversi. Liberazione di renina indotta da:
- barocettori delle pareti vasali (↓ PA);
- chemocettori nel tubulo distale del nefrone, sensibili alla [Na+] nella preurina;
- β-AR leganti NA;
- α2-AR (↓ la liberazione).
L'angiotensina I è trasformata in angiotensina II dall'ACE (Angiotensin-Converting Enzyme), una gp
particolarmente abbondante nel tessuto polmonare, che degrada anche la bradichinina; questo enzima si
trova per il 10% circolante nel plasma (effetti immediati) e per il 90% a livello tissutale (effetti a lungo
termine, attivazione rene-indipendente).
I recettori dell'angiotensina II sono AT1, AT2, non AT1 non AT2, AT4.
L'angiotensina III, derivata dalla degradazione della II, conserva il 30% della sua azione vasocostrittrice.
ACE-inibitori
I livelli di ACE aumentano in varie patologie, tra cui l'ipertensione, l'ipertrofia ventricolare sinistra e l'infarto
del miocardio, in maniera tessuto-specifica. Gli ACE-i si distinguono a seconda che abbiano un:
- gruppo sulfidrilico (captopril);
- gruppo carbossilico (enalapril, lisinopril, quinapril, ramipril, moexipril - profarmaci);
- gruppo fosfinico (fosinopril - profarmaco).
-> Farmacodinamica
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Si legano allo Zn2+ nella tasca dell'ACE, inibendolo e bloccando la trasformazione dell'AT I in AT II; inoltre,
è ridotta la concentrazione dell'aldosterone plasmatico ed urinario -> diuresi e natriuresi.
=> Riduzione delle resistenze vascolari sistemiche e polmonari, riduzione della PA, venodilatazione.
Nessuna alterazione del metabolismo glucidico e lipidico.
-> Farmacocinetica
T picco Risposta Durata
ACE-i Biodisp. Legame f-p plasmatico t1/2 (h) ipotensiva risposta Dose orale
(%) (%) (h) (h) ipotensiva (mg/die)
Captopril 65-75 30 1 2 1-2 6-12 25-50 x2
Enalapril 40 < 50 3-4 11 4-8 12-24 5-20
Lisinopril 25 0 6-8 12 6-8 24 10-40
Quinapril 25 97 2 2,5 2-6 24 10-40
Ramipril 44 56 2-4 13-17 3-6 24 2,5-10
-> Indicazioni
Farmaci di prima scelta nel trattamento dell'ipertensione arteriosa (buona sicurezza, qualità della vita
superiore rispetto ai β-bloccanti) e dello scompenso cardiaco, utilizzati anche in: post-infarto, insufficienza
cardiaca, cardiopatia ischemica, nefropatia diabetica, stroke, malattie cerebrovascolari...
Riducono la massa ventricolare sinistra in maniera importante, come altri farmaci (ARBs, Ca2+-antagonisti -
> effetto maggiore, diuretici e β-bloccanti -> effetto maggiore).
Hanno una curva dose-risposta piatta, quindi non ha senso dare dosaggi bassi perché provocano solamente
una durata dell'effetto molto ridotta.
Terapia combinata: ACE-i e diuretici per ottenere un potenziamento degli effetti farmacologici delle due
classi di farmaci nella terapia dello scompenso, e una riduzione degli effetti collaterali di entrambi.
-> Controindicazioni
- Stenosi dell'arteria renale; - Ipotensione arteriosa;
- IR; - Intolleranza (da effetti collaterali);
- Iperkaliemia.
Sartani (ARBs)
Bloccano i recettori AT dell'angiotensina II, sia 1 che 2 (ruolo non chiarito).
-> Farmacocinetica
Affinità R Biodisp (%) t1/2 (h) Eliminazione Dose orale (mg/die)
Losartan + 33 6-9 Renale, biliare 50-100
Valsartan 23 9 70% epatica 80-160
Irbesartan ++ 82 13-17 80% epatica 75-150-300
Eprosartan 13 5-9 Renale, biliare 600-800
Candesartan +++ 14 9 Renale, biliare 8-16
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Indicazioni analoghe ai precedenti, incidenza della tosse più bassa rispetto agli ACE-i.
Equivalenza terapeutica tra ACE-i e sartani, ma gli ACE-i sono più economici.
5) β-BLOCCANTI
-> Effetti fisiologici delle CA sui recettori β-adrenergici
β1 β2 β3
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Cuore ↑ Automatismo Utero Rilasciamento mm
↑ Contrazione Arterie mm Vasodilatazione
↑ Conduzione A-V Bronchi Broncodilatazione T. adiposo ↑ Lipolisi
Rene ↑ Liberazione di renina Fegato ↑ Rilascio di Glc
Muscolo ↑ Glicogenolisi
Occhio ↑ Secrezione di umor acqueo Pancreas ↑ Secrezione insulina
-> Farmacocinetica
- Lipofilici (propranololo > alprenololo > oxprenololo > metoprololo): metabolismo epatico (~100%),
intenso metabolismo di primo passaggio, variazioni inter-individuali, emivita breve, bassa biodisponibilità
(10-50%), elevato legame farmaco-proteico, passaggio nel SNC;
- Idrofilici (atenololo > sotalolo > celiprololo > nadololo): eliminazione prevalentemente renale (60-100%),
minore assorbimento GI, emivita più prolungata, minori variazioni inter-individuali, basso legame farmaco-
proteico.
-> Indicazioni
Indicazioni CV Indicazioni extracardiache
- Angina pectoris; - Tireotossicosi;
- Prevenzione secondaria IMA; - Manifestazioni somatiche dell'ansia;
- Insufficienza cardiaca; - Glaucoma;
- Ipertensione; - Profilassi dell'emicrania;
- Aritmie cardiache; - Emangioma;
- Cardiomiopatia ipertrofica. - Attività antitumorale (?).
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Tutti possono essere utilizzati per il trattamento dell'ipertensione, e non sono più protetti da brevetto; classe
di farmaci eterogenea, quindi non si può sostituire un farmaco con un altro. Studi recenti hanno dimostrato
che il trattamento con β-bloccanti ha ridotto la mortalità per k mammario.
6) CALCIOANTAGONISTI (CCB)
• Fenilalchilamine: verapamil, gallopamil;
• Benzotiazepine (struttura simile alle BDZ, ma con un atomo di zolfo): diltiazem;
• Diidropiridine (1° generazione): nifedipina, nicardipina, nitrendipina, isradipina, nimodipina;
• Diidropiridine (2° generazione): amlodipina, felodipina, nisoldipina, lacidipina.
-> Farmacodinamica
Hanno come bersaglio la subunità α-1c del canale del Ca2+ di tipo L (long-lasting). A -80 mV il canale è in
stato chiuso "di riposo": la depolarizzazione ne causa l'apertura per 100-200 ms -> ingresso di Ca2+ nella
cellula, poi inattivazione e chiusura.
Tutti i CCB hanno maggiore affinità per lo stato inattivato: una volta legati, il canale deve prima dissociarsi
dal farmaco, e poi tornare allo stato di riposo; le fenilalchilamine legano anche lo stato aperto (azione uso- e
frequenza-dipendente). Maggiore selettività per i distretti muscolari con PM meno negativo (miocardiociti
specializzati, miocellule lisce).
Il blocco dei canali di tipo L causa ridotto ingresso di Ca2+ nella cellula -> minor rilascio di Ca2+ dal SR ->
ridotta attivazione del complesso actomiosinico:
- Muscolatura liscia arteriosa (periferica, coronarica, cerebrale): vasodilatazione (↓ postcarico);
- Cuore (miocardiociti e cellule pacemaker): azioni inotropa e cronotropa negative.
-> Farmacocinetica
Il metabolismo di primo passaggio (CYP3A) è importante sia in nifedipina che verapamile, mentre
l'emivita varia molto: rispettivamente 3-5 h e 5-10 h (le diidropiridine di seconda generazione hanno emivita
più lunga).
-> Indicazioni
• Ipertensione: meglio utilizzare diidropiridine di seconda generazione, per l'emivita più lunga;
• Emergenze ipertensive: nicardipina i.v.;
• Angina pectoris: riduzione delle resistenze periferiche e coronariche, riduzione del consumo di O2,
diminuzione della FC (fenilalchilamine e BTP, non diidropiridine);
• Aritmie sopraventricolari: verapamile e diltiazem.
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-> Interazioni
Verapamile e diltiazem rallentano la clearance di altri substrati del CYP3A, inibiscono il trasporto mediato
dalla glicoproteina-P intestinale e aumentano le concentrazioni plasmatiche di digossina -> blocco AV.
Il metabolismo delle diidropiridine è modificato da inibitori del CYP3A.
7) VASODILATATORI DIRETTI
1. Minoxidil
Farmacodinamica: attiva i canali KATP, che mantengono il PM di riposo tramite fuoriuscita di K+ verso
l'esterno della cellula -> iperpolarizzazione dei miociti vascolari > rapida e ingente vasodilatazione
arteriolare.
Farmacocinetica: assorbimento rapido, profarmaco (metabolita attivo: minoxidil solfato) emivita 3-4 h ma
lunga durata d'azione.
Indicazioni: gravi forme ipertensive che non rispondono ad altri farmaci + diuretico e simpaticolitico (in
genere β-bloccante), per evitare reazioni avverse.
Reazioni avverse: ritenzione idrosalina (per ↑ riassorbimento nel TP, ↓ P di perfusione renale e attivazione
SRA), attivazione simpatica riflessa, ipertricosi e irsutismo (peli su viso, schiena, braccia e gambe).
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FARMACI DELL'EMOSTASI
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• Antagonisti del TXA2 (in studio)
- Dazoxiben: inibitore TXA2 sintetasi;
- GR32191: antagonista recettoriale del TXA2;
- Ridogrel: inibitore di TXA2 sintasi + antagonista del recettore, aumenta sintesi di PGI2;
- Epoprostenolo: analogo di PGI2, ma vita breve.
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Farmaci anticoagulanti
Classe di farmaci in grado di inibire o comunque ritardare le reazioni coagulative che portano alla
formazione di trombina.
3. Fondaparinux
Farmacodinamica: pentasaccaride che interagisce con l’AT III -> inibizione selettiva del fattore Xa.
Farmacocinetica: 100% biodisponibilità per via sc, picco in 1-3 h, legame farmaco-proteico non
significativo, emivita 17 h, escrezione urinaria.
Indicazioni: approvato nel 2003 per la profilassi di TVP (Trombosi Venosa Profonda) in chirurgia
ortopedica maggiore.
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- Assorbimento;
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- Spiazzamento dalle proteine plasmatiche;
- Metabolismo.
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Necessario monitoraggio INR (tempo di protrombina normalizzato in standard internazionale).
2. Dabigatran etexilato
Farmacodinamica: inibitore diretto della trombina (DTI) reversibile.
Farmacocinetica: profarmaco orale, biodisponibilità 6,5%, emivita 12-17 h, escrezione renale, rapido onset,
effetti anticoagulanti consistenti e prevedibili, poche interazioni con farmaci, nessuna coi cibi, non richiede
monitoraggio di routine.
110 mg BID vs warfarin: non inferiore; 150 mg BID vs warfarin: superiore.
Sanguinamenti più bassi per dosaggi inferiori; emorragie intracraniche ridotte significativamente per
entrambi i dosaggi.
Dabigatran e rivaroxaban (inibitore diretto di Xa) approvati per:
- Prevenzione primaria di episodi tromboembolici in pazienti adulti sottoposti a chirurgia dell'anca o del
ginocchio;
- Prevenzione di ictus e tromboembolismo sistemico in pazienti con AF non valvolare.
L'unico svantaggio è dato dalla mancanza di un antidoto.
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FARMACI PER LA CARDIOMIOPATIA ISCHEMICA
La cardiopatia ischemica
Angina stabile: coronarie parzialmente occluse dalla placca ateromatosa: perfusione sufficiente a riposo
(richiesta bassa di O2), che non soddisfa una condizione di aumentato lavoro; attacco scatenato da esercizio
fisico, stress emotivo, sbalzi termici, pasti pesanti, fumo.
Angina instabile: formazione intermittente di trombi per rottura della placca ateromatosa -> ampia
occlusione. I trombi possono in parte dissolversi e riformarsi successivamente. Se il trombo è di notevole
entità e stabile può determinare un attacco cardiaco (infarto).
Angina variante o di Prinzmetal: causata da spasmo delle arterie coronariche che rallenta o blocca il flusso
sanguigno. Può avvenire con o in assenza di placche ateromatose
Apporto di O2 Richiesta di O2
- Flusso coronarico; - Frequenza cardiaca;
- Calibro dei vasi cardiaci; - Contrattilità cardiaca;
- Frequenza cardiaca (t riempimento); - Tensione parete ventricolare;
- Pressione di perfusione. - Pressione di riempimento (pre-carico);
- Resistenza all’eiezione (post-carico).
Nel cuore normale sono bilanciati, in quello anginoso sbilanciati a favore della richiesta.
Trattamento dell’angina
Obiettivi: Intervento:
- Ridurre la frequenza e la severità degli attacchi; - Stile di vita;
- Prevenire o abbassare il rischio di infarto; - Terapia farmacologica;
- Trattare la malattia aterosclerotica. - Chirurgia;
- Riabilitazione.
Intervento sullo stile di vita
Dieta mediterranea, lieve stress ( 30 minuti/die), più attività fisica: risultati impressionanti, ma complesso
da attuare.
Terapia farmacologica
Il trattamento di prima scelta è con β-bloccanti e Ca2+-antagonisti; in caso di intolleranza, monoterapia con
nitroderivati long-acting, ivabradina o ranolazina.
1. Nitroderivati
Usati nel trattamento dell’angina da fine ‘800.
-> Farmacodinamica
Polialcoli esterificati con acidi nitrico o nitroso, rilasciano NO, gas instabile (emivita di 2-3 secondi) liberato
continuamente nel torrente circolatorio in quantità picomolari, il più importante vasodilatatore fisiologico ->
↑ cGMP -> PKG -> defosforilazione della catena leggera della miosina e ↓ Ca2+ -> rilasciamento muscolare.
I vasi venosi a capacitanza sono più sensibili rispetto a coronarie e vasi di resistenza, che sono dilatati da
dosi maggiori.
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Effetti positivi dei nitrovasodilatatori: Effetti negativi dei nitrovasodilatatori
- Rilasciamento vene -> ↓ ritorno venoso; - Tachicardia e ↑ contrattilità riflessa -> ↑ richiesta O2;
- Rilasciamento coronarie -> ↓ spasmo; - ↓ tempo di perfusione diastolica -> ↓ perfusione
- Rilasciamento arteriole -> ↓ R periferiche. miocardica.
=> Diminuzione del lavoro miocardico e del consumo di O2, aumento della perfusione.
Inoltre, agiscono riducendo la produzione di citochine infiammatorie e la proliferazione dei fibroblasti.
-> Farmacocinetica
Somministrati per via sublinguale, cerotti transdermici o compresse a lento rilascio, sono sottoposti a idrolisi
riduttiva dalla glutatione-nitrato-organico-riduttasi epatica. Durata d’azione influenzata dalla velocità di
metabolismo:
- Azione breve (nitroglicerina): vasorilasciamento rapido, intenso, breve (emivita 10 min);
- Azione protratta (ISDN, 15-5-MN, GTN TTS): vasorilasciamento prolungato (emivita 1-5 h).
Isosorbide dinitrato: biodisponibilità 20-50%.
Isosorbide-5-mononitrato: ottima biodisponibilità, metabolismo più lento.
Sodio nitroprussiato (SNP): estremamente instabile, somministrazione i.v., durata d'azione contenuta
perché rapidamente metabolizzato in CN e NO (terapia intensiva). Tossicità da CN rara per rapido
metabolismo epatico in tiocianato.
-> Controindicazioni
Stati di shock con collasso cardiocircolatorio; pazienti con disfunzione erettile che assumono inibitori della
PDE-5.
2. β-bloccanti
Vedi schema Farmacologia CV 1.
Recettori β1: ↓ frequenza cardiaca, ↓ velocità di conduzione A-V, effetto inotropo negativo: consumo di
ossigeno miocardico diminuito, PA ridotta.
Indicazioni: pazienti con angina da sforzo, con ipertensione, aritmie, previo IMA.
Controindicazioni: asma o BPCO, disfunzione ventricolare, depressione, arteriopatia periferica, bradicardia
grave o blocchi di branca, prediabete.
Di recente è comparso uno studio con β-bloccanti con o senza malattia coronarica -> restano lo standard in
pazienti con IMA, ma non è chiaro se ci sia o meno beneficio in pazienti con CAD.
3. Ca2+-antagonisti
Vedi schema Farmacologia CV 1.
-> Meccanismo d’azione nell’angina
- Dilatazione arteriole -> ↓ post-carico riduzione lavoro del cuore e spesa energetica
- ↓ Contrazione e conduzione AV cardiache
- Dilatazione coronarie -> ↑ perfusione miocardio ischemico.
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Evitare i diidropiridinici a breve durata d’azione perché possono aumentare il rischio di eventi avversi.
Quelli a lunga durata d’azione sono efficaci nel migliorare la sintomatologia.
La loro contemporanea somministrazione con i β-bloccanti può consentire un lieve, ulteriore incremento
dell’effetto antianginoso.
4. Ivabradina
Farmacodinamica: primo inibitore selettivo e specifico della corrente If, di Na+ e K+ attraverso f-channels ->
riduzione del 30% della FC. La NA, attraverso il pathway dell’AC, apre questi canali determinando un
aumento della FC, mentre l’attivazione dei recettori M2 da parte dell’ACh inibisce il pathway, con riduzione
della FC. L’inibizione di questi canali (corrente Ih) nella retina determina fastidiosi fenomeni luminosi
(fosfeni).
Farmacocinetica: metabolizzata dal CYP3A4, inibitore debole.
Indicazioni: approvata efficacia anti-anginosa pari agli altri farmaci, agente alternativo in pazienti che non
tollerano i β-bloccanti.
5. Ranolazina
Farmacodinamica: primo inibitore selettivo della late INa, che in condizioni normali non influenza molto il
PA, mentre è aumentata in quelle patologiche -> ↑ Na+ -> sovvertimento dello scambiatore Na+/Ca2+ -> ↑
Ca2+ nel citosol, con instabilità elettrica (fenomeni aritmogeni - early after depolarization), aumento della
tensione diastolica (diminuzione perfusione) e riduzione della sistolica, aumento del consumo di O2. Nessun
effetto sulla corrente di picco -> non modifica FC, contrattilità, pre- e post-carico.
Farmacocinetica: buona.
Indicazioni: terapia da aggiungere in pazienti con angina pectoris stabile intolleranti al trattamento di prima
scelta.
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FARMACI INOTROPI
Digitalici
Attualmente si utilizza solo la digossina: steroide con anello lattonico (legame farmaco-recettore) e residui
zuccherini (responsabili di idro e liposolubilità).
-> Farmacodinamica
• Effetto inotropo positivo: inibizione della Na+/K+-ATPasi, tramite legame a un sito esterno alla membrana
plasmatica -> ↑ Na+ intracellulare -> ↑ Ca2+ (per inversione dello scambiatore Na+/Ca2+)-> attivazione
diretta delle proteine contrattili -> ↑ dose-dipendente della contrattilità cardiaca -> ↓ della durata della
sistole e ↑ della tensione massima del muscolo -> ↑ GC e ↓ volume telesistolico.
• Effetto cronotropo e dromotropo negativo: aumento degli impulsi afferenti vagali, per sensibilizzazione
dei barocettori carotidei, dei chemocettori e dei nuclei vagali centrali, e dei nodi all’azione dell’ACh;
diminuzione riflessa del tono simpatico.
• Azioni sui vasi: nel soggetto sano vasocostrizione, in quello scompensato vasodilatazione per l’aumento
della GC e la riduzione del tono simpatico riflesso.
• Azione sul rene: ↑ portata plasmatica renale e inibizione della Na+/K+-ATPasi -> ↑ diuresi.
-> Farmacocinetica
75% della dose orale rapidamente assorbita, il resto inattivato per riduzione dai batteri. Concentrazione
terapeutica 1-2 ng/ml, emivita 36 h, si lega a recettori tissutali in cuore e muscolo scheletrico, liposolubile
(oltrepassa la barriera EE), escreta immodificata nelle urine (per filtrazione e secrezione tubulare).
-> Indicazioni
Riduzione delle ospedalizzazioni in pazienti con insufficienza cardiaca trattati con digossina rispetto al
placebo; l’azione indiretta vago-mediata la rende utile nel trattamento della fibrillazione atriale.
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-> Interazioni farmacocinetiche:
Farmaco Meccanismo Cambiamento livello digossina
Colestiramina, antiacidi ↓ Assorbimento - 25%
Macrolidi ↑ Assorbimento + 40-100%
Chinidina, verapamil ↓ Escrezione tubulare + 70-100%
Ciclosporine ↓ GFR e escrezione tubulare + variabile
FANS ↓ GFR + variabile
->Interazioni farmacodinamiche:
Farmaco Meccanismo Effetto
β-bloccanti, verapamil, diltiazem ↓ Automatismo SAN e cond AV ↑ Rischio di blocco AV
Diuretici kaliurici ↓ K+ sierico e tissutale ↑ effetti tossici
1. Dopamina
Amina biogena usata soprattutto negli stati di shock, può causare numerose reazioni avverse (ipertensione,
tachicardia, aritmie, angina, nausea e vomito) e perdita di efficacia in terapia cronica.
2. Dobutamina
Simpaticomimetico di sintesi, agisce sui recettori β1, β2 e α1: potente attività inotropa positiva, lieve
cronotropa positiva e vasodilatante. Somministrata per e.v ha azione rapida e di breve durata.
3. Amrinone e milrinone
Inibitori delle PDE, attività inotropa positiva e vasodilatante. Il secondo è 10-20 volte più potente, e può
essere somministrato anche p.o.; mortalità maggiore della digossina, usati solo in casi particolari.
4. Levosimendan
Unico esempio di Ca2+-sensibilizzante: ↑ sensibilità della troponina C al Ca2+, senza cambiare la [Ca2+] e
senza compromettere il rilascio diastolico; l’uso della forma i.v. (nel trattamento acuto) riduce la mortalità.
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FARMACI ANTIARITMICI
Meccanismi aritmogenici
Le aritmie cardiache sono la conseguenza di:
• Anomalie della genesi dell'impulso elettrico
- Aumentato automatismo (-> utilizzo di β-bloccanti);
- Triggered activity, come post-depolarizzazioni tardive o precoci (es. sindrome del QT lungo);
• Anomalie nella conduzione dell'impulso
Fenomeno del rientro: un ramo conduce più lentamente il PA -> tessuto più eccitabile -> rischio di
fibrillazione.
2. Mexiletina e tocainide
Analoghi della lidocaina utilizzabili per via orale, effetti elettrofisiologici simili.
3.Verapamile e diltiazem
Vedi schema Farmacologia CV 1. Usati nelle aritmie da rientro, in quanto legandosi al canale inattivato
prolungano il PRA riducendo la sensibilità alle nuove depolarizzazioni.
4. Sotalolo
Vedi schema Farmacologia CV 1. β-bloccante non selettivo che blocca la corrente ripolarizzante IK.
5. Amiodarone
Analogo strutturale degli ormoni tiroidei, è il farmaco più aspecifico, dunque il migliore.
Farmacodinamica: blocca i canali di Na+, Ca2+ e K+, ha effetto antiadrenergico, prolunga il PRA.
Effetti collaterali: rischio aritmie, interferenza con la funzione tiroidea.
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FARMACI PER IL TRATTAMENTO DELLA DISFUNZIONE
ERETTILE
Farmaci sintomatici
• Per uso intracavernoso: PGE1, papaverina, fentolamina;
• Per uso orale: inibitori selettivi delle PDE-5 (sildenafil, tadalafil e vardenafil).
-> Controindicazioni
Pazienti che assumono nitrati, o con problemi cardiaci per i quali è sconsigliata l'attività sessuale.
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INTERAZIONI FARMACOCINETICHE
2. CYP3A4
Inibitori ->Alterazioni
- Omeprazolo (PPI); - FANS e COXib;
- Amiodarone (anti-aritmico); - Ciclosporina, tacrolimus, sirolimus, everolimus;
- Aprepitant (antiemetico). - Ca2+-antagonisti;
Induttori - Ticlopidina, clopidogrel (antiaggreganti);
- Barbiturici; - Amiodarone (metabolita desetil-amiodarone ha attività simile);
- Rifampicina; - Lovastatina, simvastatina, atorvastatina, cerivastatina;
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- Iperico; - Contraccettivi orali;
- Carbamazepina. - Ivabradina.
3. CYP2C9
Inibitori -> Alterazioni
- Amiodarone (anti-aritmico) - Warfarin (anticoagulante);
Induttori - Losartan (ARB);
- Aprepitant (antiemetico) - Ibuprofene, diclofenac (FANS);
- Zafirlukast, montelukast (antiLT);
- Torasemide (diuretico ansa);
- Tolbutamide (SU);
- Fluvastatina.
4. CYP2C19
Induttori -> Alterazioni
- Omeprazolo (PPI). - Warfarin (anticoagulante);
- Clopidogrel (antiaggregante)
- Lansoprazolo (PPI).
Inoltre tocilizumab (Ab anti-IL-6) riduce l'inibizione dei CYP mediata da IL-6, aumentando il
metabolismo di alcuni farmaci (contraccettivi).
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