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Storia dei primi 40 anni dello skateboard (1999)

Secondo l'autore questi 40 anni di skate si possono dividere in quattro onde, intervallate da
periodi di eclisse dovuti a diversi motivi socioeconomici e l'onda attuale dovrebbe essere
definitiva per la diffusione globale che questo sport ha raggiunto.

Preistoria
I. 1959-65
II. 1973-80
III. 1983-91
IV. 1993-fino ad oggi

Preistoria
I ragazzini hanno sempre avuto un'affinità per il proprio set di ruote. La bicicletta è il
primo esempio, ma per molto tempo le bici furono fuori della portata finanziaria per molte
famiglie.
Le alternative erano i carretti, i monopattini e i pattini a rotelle. Quando questi veicoli
comprati al magazzino non facevano la magia, i giovani sceglievano di creare da sé i loro mezzi
di trasporto. Alcuni costruivano go-kart o soapbox cart (carretti costruiti con le scatole di
imballaggio del sapone, tipo Bart Simpson, Ndt); altri fecero quello che sarebbe finito con
l'essere la forma primitiva dello skateboard.
Il primo tipo di skateboard, che si riporta ai primi del 1900 era in effetti più simile a un
monopattino. Era rappresentato da ruote di pattini attaccate a un due per quattro (asse di
legno, due pollici per quattro). Spesso la tavola aveva una cassetta di imballaggio del latte
inchiodata addosso con il manubrio che sporgeva ai lati per il controllo.(Vi ricordate "Ritorno
al futuro"?,Ndt) Nel corso delle successive cinque decadi i cittini cambiarono l'aspetto di
questi aggeggi, levando la cassetta e viaggiando solo sul due per quattro con rotelle d'acciaio.
Decine di migliaia di pattini furono smantellati e joiosamente martellati sulle travi di legno.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il nord America fece l'esperienza di un'economia da
bomba e di una popolazione che si espandeva. I figli di quel periodo (i baby boomer) fecero
rapidamente sentire la loro presenza nel mercato. Gli anni '50 avrebbero visto produttori di
giocattoli inciampare uno addosso all'altro per uscirsene con l'ultima trovata per catturare
l'immaginazione e il porcellino-salvadanaio dei bimbetti dovunque. La comparsa della
televisione li avrebbe aiutati nel compito. Gli yoyo, hula-hoop e simili sarebbero cresciuti e
ricaduti in favore giochi all'aria aperta. Era solo una questione di tempo prima che qualcuno
raccogliesse il potenziale riposto in quelle rotelle da pattini inchiodate su assi di legno. I primi
skateboard commerciali colpirono il mercato nel 1959.
L'alba dell'industria dello skateboard commerciale portò nuovi ed eccitanti progressi
tecnologici, come le ruote d'argilla, che fecero la corsa più liscia e resero possibili nuovi trick.
Ma segnalò anche la fine di un tempo in cui i bambini ideavano i propri giochi con allegria e
caciara.

© 1999 Michel Brooke – The Concrete wave


Estratto da "Concrete Wave", pubblicazione autorizzata dall'autore per Skate Coffee
La Prima Onda 1959-65
La fine degli anni '50 vide crescere l'interesse commerciale verso il concetto di una
tavola da pattinaggio e nel 1959 il primo skateboard Roller Derby era comparso negli scaffali
dei negozi. L'introduzione di skateboard prodotti per il commercio coincideva con l'era del
surfer, e la gente cominciò a collegare le cavalcate delle onde in mare e le corse su una tavola a
terra. Per quando gli anni '60 iniziavano a girare, lo skateboard si era guadagnato numerosi
seguaci tra la folla del surf.

Ma fu quando Larry Stevenson, editore di "Surf Guide", iniziò a promuovere lo


skateboard, che le cose iniziarono a decollare, Makaha,la compagnia di Larry, progettò il primo
skateboard professionale nel 1963 e fu preparata una squadra per promuovere il prodotto.

Le squadre di skate, finanziate dai produttori sarebbero diventate un punto fermo per il
commercio e avrebbero giocato un grande ruolo nel portarlo al mondo. Makaha ha anche
patrocinato la prima gara di skate, che si tenne a Hermosa, California, nel 1963. Le
competizioni con un regolamento alzarono gli standard dello skate e gli diedero il suo status di
sport.

Altri fabbricanti apparvero sulla scena. Per il 1965 c'erano competizioni internazionali,
film (Skater Dater), una rivista (The Quarterly Skateboarder) e i giri attraverso il paese delle
squadre di skateboard, che avevano alzato lo sport verso enormi picchi di popolarità. Oltre 50
milioni di tavole furono vendute in quei tre anni. Poi, d'improvviso, lo skate morì nell'autunno
del 1965.

Il primo Crollo era dovuto a prodotti scarsi, troppe giacenze di magazzino e al pubblico
sconvolgimento per le corse spericolate. Oltre a rimpiazzare le cigolanti rotelle d'acciaio dei
pattini con ruote d'argilla (sic. Ndt ) che davano una corsa più liscia e a rifinire i truck (gli
attacchi delle ruote), ci furono pochi progressi tecnologici.

Alcune compagnie svilupparono ruote di migliore qualità, ma le ruote d'argilla erano le


più economiche da costruire. Comunque, le ruote d'argilla non davano buona presa sulla
strada e dappertutto gli skater facevano delle cadute davvero brutte. I comuni iniziarono a
bandire gli skate in risposta alle preoccupazioni per la salute e la sicurezza, e dopo alcuni
incidenti fatali lo skate fu ufficialmente sbattuto fuori dall'esistenza. I fabbricanti persero
enormi cifre di denaro dovute alla cancellazione degli ordini di natale, e lo skate quasi
scomparve dalla vista del pubblico. Ma alcuni skater sinceramente dedicati avrebbero
mantenuto vivo lo sport, con un sostegno vitale.

© 1999 Michel Brooke – The Concrete wave


Estratto da "Concrete Wave", pubblicazione autorizzata dall'autore per Skate Coffee
La Seconda Onda 1973-80
La fine dei sessanta sembra essere stato un un periodo meno innocente rispetto all'inizi
di quella decade. Problemi legali e una mancanza di innovazione nel progetto dello skateboard
furono i fattori principali nella frenata nella popolarità dello skate che si riscontrò in quel
periodo, ma fu anche un periodo di grandi conflitti politici e sociali a livello mondiale, e le
attività spensierate come il surf sul marciapiede vennero eclissate nell'immaginazione
collettiva da proteste, assassinii e una guerra sempre più controversa. 1
Lo skate non scomparve del tutto, ma di sicuro entrò in una fase dormiente, finché una
conquista tecnologica non l'avrebbe riportato in prima linea. Nel 1970, un surfer dal nome di
Frank Nasworthy iniziò a sviluppare una ruota fatta di uretano. Usandole la sensazione era
magnifica paragonata alle ruote d'argilla, e per il 1973 le Cadillac Wheels di Nasworthy
avevano lanciato la seconda onda dello skate. I fabbricanti di truck come Independent, Bennett
e Tracker cominciarono a fare truck progettati apposta per lo skate. Produttori di tavole
spuntarono nel tempo di una notte e improvvisamente l'industria fu inondata di nuovi
prodotti e nuove idee. Nel 1975, Road Rider aprì con la prima ruota con cuscinetti di
precisione, facendola finita con anni di cuscinetti a sfere libere che avevano il vizio di schizzare
fuori dal cuscinetto. Lo slalom, la discesa (downhill) e il freestyle erano praticati da milioni di
entusiasti. La rivista SkateBoarder fu fatta risorgere e presto vi si unirono altre pubblicazioni
speranzose di guadagnare dal ritorno dello skate. Bruce Logan, Russ Howell, StacyPeralta, Tom
Sims e Gregg Weaver figuravano pesantemente in queste riviste. Lo sport stava girando di
nuovo.
Il primo moderno skatepark all'aperto venne costruito in Florida nel 1976 e fu presto
seguito da centinaia di altri park su tutto il Nord America. Con le nuove possibilità offerte dagli
skatepark lo skate si mosse dall'orizzontale al verticale, freestyle e slalom divennero
gradualmente meno popolari. Anche l'ampiezza delle tavole cambiò dai sei - sette pollici (15-
18 cm) fino a oltre nove pollici (23 cm). Questo incremento nella misura assicurava migliore
stabilità sulle superfici verticali. Le punte della Seconda Onda includevano Tony Alva, Jay
Adams e Tom "Wally" Inouye. Wes Humpston mise in vendita la prima linea di tavole con
grafica che fece successo, sotto l'etichetta di DogTown. Subito, dozzine di produttori di tavole
misero la grafica sotto le loro tavole.
Skateare nelle pool (piscine con pareti curve) era enormemente popolare e come
risultato di una migliore tecnologia gli skater furono in grado di eseguire manovre aeree e
andare ben oltre il bordo. Alla fine dei '70 Alan Gelfand inventò l'ollie, ovvero l'aerial senza
mani, e portò lo skate al livello successivo. Le radici dello streetstyle si svilupparono quando
gli skater iniziarono a portare manovre verticali sul terreno piano. La cultura skate cominciò a
mischiarsi col punk e la musica new wave. C'erano immagini di teschi sugli skate grazie al
genio creativo di Vernon Courtland Johnson alla Società Powell.
La vecchia nemesi dello skate, la preoccupazione per la sicurezza, si rialzò ancora
una volta. le assicurazioni divennero tanto costose che molti proprietari degli skatepark
chiusero la porta, ed entrarono i bulldozer per finire l'opera.
Per la fine del 1980 lo skate morì un'altra morte e di nuovo molti fabbricanti dovettero
affrontare perdite tremende. Come la BMX divenne popolare e la rivista SkateBoarder si
cambiò in ActionNow, tanti skater disertarono lo sport. Lo skate diventò underground ancora
una volta. Ma anche se gli skatepark sparirono, un contingente di duri e puri si costruì le
proprie rampe e le halfpipe nel giardino di casa e continuò a sviluppare lo sport.

1
n.d.t.: J. F. Kennedy, M. L. King , Robert Kennedy, Vietnam

© 1999 Michel Brooke – The Concrete wave


Estratto da "Concrete Wave", pubblicazione autorizzata dall'autore per Skate Coffee
La Terza Onda 1983-1991
Altre zuffe legali e la competizione di altre attività giovanili come la BMX portarono a
un secondo periodo di riposo per lo skateboarding nei primi anni '80. Sebbene si tenessero
gare di skate l'affluenza era poca e il montepremi ancora minore. Ma come in passato un
nucleo di skater dedicati mantenne in vita lo sport. Nel 1981 la rivista Trasher cominciò la
pubblicazione nello sforzo di fornire agli skater imperterriti delle informazioni sulla scena
skate.
Per il 1983 i produttori di skate iniziarono a vedere lo sport in risalita e la rivista
Transworld Skateboarding entrò nella scena skate. Le corse sul vert decollarono nel 1984,
seguite a ruota dallo streetstyle. Divennero popolari le rampe di lancio (le jump, N.d.T.).
Powell-Peralta creò il primo video skate della Bones Brigade, che aiutò la propulsione dello
skate verso nuovi livelli di popolarità. Emersero numerosi campioni del verticale tra cui: Tony
hawk, Christian Hosoi, Lance Mountain e Neil Blender. Nello street Mark Gonzales, Natas
Kaupas e Tommy Guerrero crearono nuove variazioni sull'ollie.
Anche il freestyle era parte della scena e Rodney Mullen dominava tutte le contese.
I diritti sulla vendita delle tavole e le vincite delle gare crescevano di scala e qualche
skater pro metteva su guadagni di diecimila dollari (circa 13 milioni all'epoca più o meno) al
mese. L' Associazione Nazionale di Skateboard, capeggiata da Frank Hawk (il papà di Tony),
tenne numerose gare per tutto il nord America, a volte anche nel resto del globo.
Dozzine di nuovi produttori saltarono sullo skate, ma nella metà degli '80 solo tre
maneggiavano la maggior parte del mercato - Powell-Peralta, Vision/Sims e Santa Cruz. Le
scarpe da skate di Airwalk, Vans e Vision divennero enormemente popolari, insieme alla moda
skate, anche tra i non-skater.
Verso la fine della decade il centro del fuoco si spostò verso lo street skate e le corse sul
vert divennero meno popolari. Un numero di skater professionisti decisero di lasciare i grandi
produttori e di avviare le proprie compagnie di skate. Uno dei primi a far questo fu Steve
Rocco, che avviò le World Industries. Nasceva così la 'nuova scuola' di skateboarding. Si
focalizzava sugli ollie e sulle manovre 'tecniche' e incominciò con un modo di pensare del tutto
nuovo.
Per il 1991 una recessione mondiale colpì e l'industria dello skate ne fu profondamente
influenzata. Come in passato una cifra di produttori affrontarono grosse perdite finanziarie.
L'industria la prese estremamente in negativo e cominciò il processo per reinventarsi.

© 1999 Michel Brooke – The Concrete wave


Estratto da "Concrete Wave", pubblicazione autorizzata dall'autore per Skate Coffee
La Quarta Onda 1993 - 1999
La recessione economica fu una doccia fredda per tutte le industrie nei primi anni '90.
Lo skateboard doveva anche vedersela con una nuova nemesi - i rollerblade. Come le altre
volte un contingente di appassionati rimasero con lo sport, ma stavolta l'attrito non era così
forte come in passato. La crescita della tivù via cavo, satellite e di internet avrebbe portato a
una maggiore coscienza dello skateboard nel mondo. I figlioletti del boom (baby boomlet) - la
figliolanza dei figli del dopoguerra - stavano entrando nell'età ingrata, la loro adolescenza
ribelle. Questo fatto combinato con la loro notevole capacità di spesa portò alla quarta onda
dello skateboard- magari fosse la volta buona! E insieme a loro molte giovani madri e padri
ripescano le loro vecchie tavole per ricominciare.

Per la metà dei '90 lo skate riemerse ancora e la quarta onda era cominciata. Nel 1995
lo skateboard ricevette un bel po’ di illuminazione ai giochi estremi di ESPN2 (Tv via cavo
USA). I calzaturifici per gli skater come Etnies e Vans cominciarono a vendere grosse quantità
del prodotto e altri produttori di abbigliamento di nuovo impazienti di battere cassa sulla
popolarità dello sport.

Alla fine dei '90 lo skateboard rimane focalizzato sullo streetstyle e l'industria è
strapiena di numerosi produttori e rivenditori. In molti casi gli stessi skater professionisti
sviluppano il loro prodotto e dirigono la loro compagnia. Il longboard, l'arte un tempo
dimenticata di portare grandi tavole ha cominciato a fare un ritorno e il downhill (le discese) è
entrato in una dimensione completamente nuova grazie allo street luge (arriva fino a 80 kmh!)
In California si ricominciano a costruire skatepark pubblici grazie a un cambiamento della
legislazione. Il duro lavoro di Jim Fitzpatrick e dell'Associazione Internazionale delle
Compagnie di Skateboard (IASC) ci assicura che altri stati seguiranno e la costruzione di altri
park è programmata nei prossimi anni.

Nell'arco dei 40 anni passati lo skate ha avuto i suoi picchi e vallate di popolarità.
Comunque la tecnologia dello skateboard è grandemente migliorata da quando si usavano le
rotelle di argilla. In termini di incidenti lo sport rimane molto più sicuro di football, rollerblade
o hockey (in partecipanti incidentati percento). A dispetto della preoccupazione per la
sicurezza o delle recessioni economiche, lo skateboard persiste, semplicemente perché è
troppo eccitante per lasciarlo!

© 1999 Michel Brooke – The Concrete wave


Estratto da "Concrete Wave", pubblicazione autorizzata dall'autore per Skate Coffee

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