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Spett. Provincia di Udine Servizio Gestione Rifiuti Piazza Patriarcato, 2 33100 Udine provincia.udine@cert.provincia.udine.it p.c. Spett.

Presidente della Provincia di Udine On. Pietro Fontanini pietro.fontanini@provincia.udine.it p.c. Spett. Assessore allAmbiente della Provincia di Udine Dott. Enio Decorte enio.decorte@provincia.udine.it Spett. Direzione centrale ambiente e lavori pubblici Servizio Disciplina Gestione Rifiuti Via Giulia, 75/1 Triestte paolo.cartagine@regione.fvg.it Spett. Direzione centrale ambiente e lavori pubblici Servizio tutela da inquinamento atmosferico, elettromagnetico Via Giulia, 75/1 Trieste pierpaolo.gubertini@regione.fvg.it p.c. Spett. Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Dott. Renzo Tondo presidente@regione.fvg.it p.c. Spett. Assessore allambiente e lavori pubblici Dott. Elio De Anna elio.deanna@regione.fvg.it Spett. Azienda per i Servizi Sanitari n. 4 Medio Friuli Via Pozzuolo, 330 33100 Udine urp@ass4.sanita.fvg.it Spett. Agenzia Regionale Protezione Ambientale di Udine Via Colugna, 42 33100 Udine dipud@arpa.fvg.it

acustico

ed

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Spett. Comune di Udine U. Op. Energia ed Ambiente Via Gorghi, 16 33100 Udine p.c. Spett. Sindaco del Comune di Udine Dott. Furio Honsell sindaco@comune.udine.it p.c. Spett. Assessore alla Qualit della citt Dott. Lorenzo Croattini lorenzo.croattini@comune.udine.it

E per conoscenza agli esponenti di comitati ed associazioni: Alessandro Fornasier: aleforna@yahoo.it Mauro Zuppel: zuppel-@libero.it Carla Tam: mario.genero@tin.it CORDICOM: cordicom@libero.it Legambiente: udine@legambiente.fvg.it

Oggetto : procedimento Autorizzazione Ambientale Integrata per realizzazione di una discarica di rifiuti non pericolosi nel Comune di Udine, proponente Danelutto S.r.l. , protocollo UD/AIA/85 Il presente documento, materialmente assemblato da Pietro-Felice Petrucco , residente in via Bariglaria a Udine, consiste di una raccolta di osservazioni espresse da diversi residenti nella zona, ciascuno dei quali ha fornito varie indicazioni tecniche, pratiche e legali. Desidera offrirsi come contributo ai pubblici decisori coinvolti in scelte difficili come questa, per evitare valutazioni affrettate e per evitare alcune possibili sviste ed omissioni che, nella limitatezza dei tempi dedicabili alle istruttorie, risulterebbero inevitabili. Questo documento, non viene, nel suo complesso, firmato come perizia di tecnico abilitato alla professione di ingegnere, in quanto, per la sua ampiezza ed articolazione, la sua asseverazione richiederebbe uno sforzo multidisciplinare non trascurabile: si ritiene tuttavia che i tecnici delle amministrazioni preposte dispongano delle competenze per verificarne in via definitiva la correttezza tecnica e legale. Udine, li 26 luglio 2009 : questa versione del documento corregge errori ortografici presenti nella stesura del 2 luglio, rivedendo i margini per le immagini e reintroducendo la didascalia per la foto patata di Godia . Altres aggiorna la lista dei destinatari.

Pietro-Felice Petrucco petruk@mail.nauta.it http://parcodeltorre.blogspot.com

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Premesso che: - Sul B.U.R. del 15/10/2008 stata pubblicata la deliberazione della giunta Regionale 25/09/2008 n. 1930 con oggetto DLgs.152/2006,LR 43/1990 Pronuncia di compatibilit ambientale in relazione al progetto riguardante la realizzazione di una discarica per rifiuti non pericolosi in localit Campi del torre, in comune di Udine (VIA 305). Proponente Danelutto Srl. ; - Tale pronuncia di compatibilit ambientale delega a soggetti diversi le valutazione definitiva di molti aspetti del progetto (in primis le pesanti deroghe alla distanza dai cospicui abitati, di competenza della Provincia); - Che la zona interessata dal progetto, a memoria storica (fino alla realizzazione degli argini del Torre) risultava esondata dalle acque del torrente Torre che invadevano anche gli abitati di Beivars e di S.Gottardo; - Che la popolazione della zona chiede trasparenza sulle decisioni che verranno prese, non solo riguardo alla discarica, ma anche sullo stato di manutenzione spondale del torrente Torre e sul regime giuridico del demanio idrico e delle zone previste per lespansione delle acque; - Che la popolazione, oltre che per i disagi, altres preoccupata per la svalutazione che gli immobili di residenza potrebbero subire se la zona venisse ancora una volta marchiata come quartiere delle discariche per sempre; - Che in data 18 marzo 2009 si svolta una ulteriore manifestazione per chiedere che la zona non venga pi gravata da ulteriori discariche (tra le quali quella in oggetto) e che vengano rispettati gli argini del torrente; - Che una petizione per chiedere di non realizzare ulteriori discariche nella zona ha gi raccolto circa 3000 firme; - Che tra gli obiettivi strategici di piano (Agenda 21)del Comune di Udine erano stati individuati gli Interventi progettati e realizzati allinterno del Parco comunale del Torre volti alla tutela e valorizzazione degli aspetti naturalistici, paesaggistici e storico-culturali della zona, al ripristino della biodiversit sul territorio considerato; Interventi di ripristino ambientale di aree degradate, e la promozione di una corretta fruizione del territorio mediante lindividuazione di sentieri di interpretazione ambientale (Delibera Consiglio Comunale n. 46 dord., in data 15.01.1999 e Delibera n. 138 dord in data 13.09.1999), con attuazione a partire dalla Delibera Consiglio Comunale n. 593 dord. del 28.08.01;

Premesso anche che, - Il Comune di Udine ha espresso forti perplessit sulle carenze della pronuncia V.I.A., valutando la possibilit di ricorrrere al T.A.R. contro di essa ; - in occasione della manifestazione citata del 18 marzo 2009, la seduta del Consiglio Provinciale di Udine stata sospesa per dare modo al Presidente di ascoltare le ragioni dei manifestanti e dei comitati uniti nella denuncia della situazione; - il Comitato Spontaneo del Torre e` stato invitato per una audizione presso la commissione Ambiente del consiglio Provinciale di Udine il 14 aprile 2009, con oggetto un procedimento diverso (VIA progetto discarica rifiuti non pericolosi proposto da IFIM) ma gravante sullo stesso abito territoriale; - i rappresentati del Comitato Spontaneo del Torre sono stati ricevuti dallassessore regionale allambiente e lavori pubblici Vanni Lenna in data 20 aprile 2009; - la direzione scolastica a cui afferisce la scola elementare di via Bariglaria, ha scritto al Sindaco della citt di Udine per esprimere le preoccupazioni derivanti dalla grande di tale sito alla scuola (tra laltro prospiciente anche ad un asilo, al parco giochi ed agli impianti sportivi); sembra doveroso produrre un documento a memoria di quanto detto, anche se ci avviene a termini ampiamente scaduti, data la scarsit di pubblica informazione preliminare relativa al procedimento ed alle sue scadenze (nel 2008);

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Visti il Decreto Legislativo 13 gennaio 2003, n. 36; il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n.152 come modificato dal Decreto Legislativo 16 gennaio 2008, n. 4; il Decreto Legislativo 18 febbraio 2005, n. 59; la Legge regionale n. 42 del 30/09/1996; la Legge regionale n. 30 del 07/09/1987; il Decreto del Presidente della giunta regionale 2 gennaio 1998, n.001/Pres ; il Decreto Legislativo 11 maggio 1999, n. 152: la Legge regionale 3 luglio 2002, n. 16; il Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42; la Legge Regionale 3 luglio 2002, n. 16 la Legge Regionale 29 aprile 2005, n. 9; la Legge Regionale 18 luglio 2005, n. 15 modificata dalla Legge Regionale 23 dicembre 2005, n. 32; la Deliberazione Provinciale n.310 del 14 novembre 2002 che ha escluso un'altra discarica non lontano dal sito in oggetto; le richieste di integrazioni vs. prot. ALP.11-14522-VIA/359 dd 25 maggio 2009, relativo al processo autorizzativo per un nuovo progetto impianto nel sito scartato nel 2002;

Atteso che, dalla lettura fatta appare che -.lart. 4 comma 4 del Decreto Legislativo 18 febbraio 2005, n. 59 stabilisce che i requisiti tecnici IPPC sono soddisfatti se sono soddisfatti i requisiti tecnici di cui al decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36 ; -.lannesso A del D.Lgs. 36/2003, relativamente allubicazione delle discariche per rifiuti non pericolosi prevede tra laltro che devono essere esaminate le condizioni locali di accettabilit dell'impianto in relazione a collocazione in zone di produzione di prodotti agricoli ed alimentari definiti ad indicazione geografica o a denominazione di origine protetta ai sensi del regolamento (CEE) n. 2081/92 e in aree agricole in cui si ottengono prodotti con tecniche dell'agricoltura biologica ai sensi del regolamento (CEE) n. 2092/91; -.la discarica progettata ricade entro i 150 m dallargine maestro del torrente Torre e pertanto ricade nella fascia di esplicito divieto prevista allart.50 della L.R.16/2002 in applicazione dellart. 41 del D.Lgs.152/1999; A questo proposito e ad integrazione della nota del Servizio Idraulica del 17 luglio 2008 si forniscono nel seguito alcune precisazioni tecniche; -.nel parere sulla VIA , non appaiono sufficientemente motivate le ragioni fornite dall'ARPA per derogare ampiamente alla distanza minima dei 1000m dall'abitato prevista al paragrafo 5.5.3 del Piano regionale di gestione dei rifiuti; -.eventuali modifiche sostanziali agli strumenti urbanistici, a parere di chi scrive, dovrebbero essere sottoposte a procedura V.A.S. in quanto modifica di piano che incide sull'ambiente , come verr esposto e discusso nel seguito; -.ai sensi dellart. della LR.42 la modifica della destinazione d'uso in ambito di Parco richiederebbe il parere del Comitato tecnico-scientifico per i parchi e le riserve,; -.la viabilit prevista per laccesso alla discarica ricade interamente nellArea di Rilevante Interesse Ambientale (A.R.I.A.) n.16 del torrente Torre, cosi` come delimitata con D.P.G.R. n. 0143/Pres. del 17.05.2002 ai sensi dellart.5 della L.R.42/1996 come modificato dallart.10 della L.R. n.13/1998 (il perimetro della ARIA confina direttamente larea della discarica); -.la viabilit prevista per laccesso alla discarica attraversa i prati stabili ex L.R. 29 aprile 2005, n.9, la cui delimitazione si interrompe solo per la presenza di tale strada; -.la discarica progettata, essendo compresa entro la fascia di 150 m dalla roggia di Palma, corso dacqua vincolato come bene paesaggistico ed iscritto nellapposito elenco approvato con regio decreto 11 dicembre 1933 n.1775, sarebbe pertanto inclusa tra le aree tutelate secondo quanto disposto dagli art.142 e 157 del D.Lgs.42/2004, ex Legge Galasso -.larticolo 1 comma 4 della L.R. 30/87 recita Le operazioni di smaltimento dei rifiuti devono comunque essere effettuate in modo da non arrecare danni alla collettivit ed all'ambiente, alle acque, al suolo, all'aria, alla flora ed alla fauna, evitando, in particolare, rischi per la salute e la Note Comitati per Procedimento AIA Danelutto 2-27 luglio 2009 Pagina 4 di 28

sicurezza dell'uomo, mentre si evidenziano alcuni rischi che non sono stati presi in considerazione in sede di V.I.A.; -.chi scrive non solo abita in prossimit della discarica (subendone la svalutazione dellabitazione di residenza), ma ne sarebbe direttamente toccato anche in altri propri interessi, in quanto fruitore sportivo del percorso pubblico dellargine del Torre e del Parco del Torre in generale, oltre che consumatore dei prodotti orticoli di qualit prodotti in zona, e pertanto avente diritto a presentare eventuali ricorsi ed osservazioni. Ritenuto che, a parere di chi scrive, non siano completamente soddisfatti i criteri di migliore tecnica disponibile per la discarica in questione e che ci sia aggravato dalla grande prossimit allabitato urbano e dalla posizione sopravvento rispetto ad esso; la presenza della discarica incompatibile con il tipo di attivit agricole circostanti; la realizzazione della discarica, di fatto, bloccherebbe per non meno di 15 anni, lo sviluppo del parco del Torre e la sua fruizione, con un degrado complessivo della qualit della vita; alla luce della definizione internazionale del Rischio (R = Probabilit che si verifichi un evento x Vulnerabilit dove la vulnerabilit si intende il danno atteso per rischio unitario), i rischi di questo sito sono elevati in quanto, come verr esposto, si presentano molteplici fattori di vulnerabilit, trai i quali la vicinanza ad grandi nuclei abitati ed alle scuole ; la discarica proposta sia ubicata in posizione tale da escludere in via definitiva tale sito da qualsiasi futuro progetto, per effetto del numero di norme vincolati larea, della presenza di altre infrastrutture, delle complicazioni alle procedure di sicurezza e per le deroghe che sarebbero necessarie, oltre che per il numero di ulteriori pareri che andrebbero acquisiti e dei procedimenti da espletare ; Ritenuto inoltre che ,a parere di chi scrive, i costi ambientali, urbani e sociali (quantificabili anche in termini monetari ) indotti da tale impianto (a danno non solo dei residenti della zona ma dalla collettivit provinciale e regionale nel suo complesso), sarebbero grandemente superiori ai benefici attesi dalla comunit provinciale in caso di realizzazione; chi scrive, a nome del Comitato Per lAmbiente e la Salute di Cittadini di S.Gottardo e del Comitato spontaneo del Torre, presenta questa memoria.

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Inquadramento territoriale
Un idea sintetica del contesto rispetto allabitato e` fornita dalla foto panoramica scattata da un condominio che si trova a circa 600 m dal sito interessato dal progetto di discarica :

Limpianto proposto dal progetto Danelutto si trova in comune di Udine, nellambito delimitato da via Genova e sue laterali a nord, via Bariglaria e sue laterali ad ovest, via Emilia e sue laterali a sud , nonch dalla strada comunale Argine del Torre ad est: questultima, per effetto delle norme del Parco Comunale stata prescritta dal traffico veicolare ed adibita a pista ciclabile panoramica. Nella fascia dei 1000m dal sito sul quale viene proposto limpianto (prevista dal secondo comma dellart.19 del PRGR come distanza minima dagli abitati), sono presenti oltre 480 esempio interni di v. Emilia a 340 m caratteristiche grafiche areali sulla sottoclasse cartografica dal sito (sopra) e (sotto) ultima casa edificio civile della carta tecnica regionale : si pu stimare dellabitato di v.Emilia a 230 m dal che in numero di residenti entro tale fascia sia certamente sito che visibile sullo sfondo superiore a 2500 (da verificare anche usando i dati delle (un rilevato lo delimita a sud, nella foto circoscrizioni elettorali o dellanagrafe). dietro la recinzione) Tra le 480 caratteristiche grafiche di edificio civile, almeno 70 sono cortine a facciate accostate, caseggiati a corte o condominii, mentre i 410 restanti sono in prevalenza case mono o bi-familiari.

Gran parte della superficie coltivabile tra la discarica e labitato e` adibita a colture orticole intensive. A 500m dal sito sul quale viene proposto limpianto e` presente unazienda ortofrutticola Biologica (non rilevata in tutti i censimenti del settore in quanto non aderente ai sindacati di categoria). Nella foto, la discarica vista da un campo di radicchio foto da nord a circa 80 m di distanza.

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La vocazione orticola e` confermata dalla notoriet della patata di Godia, a cui e` dedicata la annuale sagra locale. Ancorch non ancora riconosciuta come DOP, la rinomanza della patata di Godia e` confermata dalla sua presenza nel menu per il forum dei ministri degli esteri del G8 di Trieste a giugno 2009, mentre la discarica verrebbe ad inserirsi nel cuore del suo areale di produzione. Come per il ristorante Agli Amici (v. sotto), la rinomanza e` tale che e` facile trovarla citata in internet, p.es.
www.alfemminile.com/w/ricette-cucina-ingrediente-61/patata.html

oltre che nella documentazione per i turisti prodotta dalla Regione cfr. p.es.
http://www.turismofriuliveneziagiulia.it/areadownload/pdf_ita/Sapori_2009_ita_OK.pdf

a Godia, in comune di Udine - potete acquistare ottime patate a


pasta bianca ideali per gnocchi e minestre.

Nella foto del 4 giugno 2009, campo di patate in fiore : scatto a 140 m dalla discarica , da ovest verso la discarica (e` visibile a destra anche la centralina metano prossima alla roggia di Palma a circa 80 m dal sito) Sulla piazza di Godia, a circa 730m dal sito in oggetto, ubicato il ristorante agli Amici, recensito sulle principali guide gastronomiche italiane ed internazionali, che costituisce un richiamo per il turismo qualificato tra il comprensorio vallivo (terra dei nove castelli) e la citt. Il percorso cicloturistico dellargine del Torre e` riportato su varie guide stampate e sul web: tale percorso costeggia il perimetro dellarea sulla quale insiste il progetto di discarica, sul lato dei prati stabili di rilevante interesse naturalistico e ricreativo. Il sito della discarica dista meno di 300m dal previsto tracciato della pista ciclabile di interesse regionale Udine-Cividale (si vedano gli allegati alla PTR ex. L.R.5/2007).

In foto : didascalia turistica posta dalla Provincia di Udine a 250 m dalla discarica Danelutto, allintersezione dei percosi ciclabili dellargine del Torre e del guado per Cividale, e la pista che costeggia la discarica a est.

La discarica progettata si colloca circa 600 m ad est della scuola di quartiere ed a 450 m dal giardino pubblico di v.Bariglaria con annesso campo sportivo. Il Comune di Udine sta (ancora in via informale) considerando la possibilit di realizzare un percorso ciclopedonale diretto che colleghi direttamente tale area ricreativa al torrente Torre, passando a lato della discarica e connettendosi al percorso ciclabile dellargine del Torre La discarica Danelutto si frappone tra labitato ed il contesto del Torre, nonch tra la pista ciclabile e la cortina alberata della Roggia di Palma. campo sportivo e scuola visti dal sito ove si propone la discarica (foto gennaio 2009)

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Foto scattata nel gennaio 2009 dalla pista ciclabile dellargine del Torre guardando verso ovest: evidenzia la prossimit dellabitato e la presenza dellelettrodotto 132 kV che corre al di sopra dellarea. Buona parte dei punti 4, 5, 6 e 7 della Deliberazione Provinciale N. 310 del 14 novembre 2002 sarebbero applicabili anche alla discarica Danelutto quanto riguarda la situazione territoriale e condizionando il progetto al punto da renderne impossibile la realizzazione. In particolare, si consideri che la distanza dallabitato della discarica proposta dalla ditta Danelutto e` sensibilmente inferiore a quella del sito di lade Tor e che non vengono esaminati i possibili effetti sinergici con le emissioni della discarica Danelutto chiusa --contigua a quella di nuovo progetto ed in fase di post-esercizio e della discarica di S.Gottardo che dista meno di 800m dallarea interessata dal progetto Danelutto. A proposito si chiede di visionare il parere della A.S.S. n.4 prot.n.57461/DD4 dd.22.08.02.

Considerazioni urbanistiche
Diverse Amministrazioni del Comune di Udine e vari aggiornamenti degli strumenti urbanistici comunali, hanno confermato la volont di riqualificazione di questo territorio attraverso il piano particolareggiato del Parco del Torre , nel perimetro del quale ricade interamente il progetto di discarica. Secondo il P.U.R. degli anni 70, questo ambito avrebbe dovuto rientrare tra i parchi regionali, ma ne stato stralciato insieme alla maggior parte degli ambiti fluviali per comprensibili ragioni di bilancio (v. a lato immagine PUR originale) Considerata la valenza ambientale (v. oltre parte sugli aspetti naturalistici : prati stabili, corridoio ecologico capriolo, osservatorio internaz. Zone umide.. ) e le esigenze di fruizione sportiva e naturalistica in prossimit del centro citt, lAmministrazione Comunale, ha dunque ritenuto pi volte di mantenere continuit con la scelta originaria della Regione.

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Sembra inutile riportare in questa sede gli estratti aggiornati degli strumenti urbanistici, in quanto possono essere presentati molto meglio dal Comune Stesso che si oppone a questo progetto di discarica. Largomento del proponente la discarica, secondo il quale il Parco non avrebbe ancora trovato piena attuazione, si scontra con levidenza del fatto che , anche per effetto delle precedenti attivit dello stesso proponente, lambito del Parco in fase di riqualificazione. Il progetto di discarica non rispetta le previsioni di piano che riguardano questo territorio e che sono state a pi riprese confermate con processi di VAS. Una eventuale autorizzazione di questo progetto richiederebbe la modifica della pianificazione. In particolare , a chi scrive sembra che, essendo stata abrogata la l.52/1991, il DPGR 02/01/1998 n.1 pubblicato sul B.U.R. 25/02/1998, n. 8, risulta non pi applicabile nella parte in cui dis-applica le norme urbanistiche per accelerare i procedimenti amministrativi in materia di smaltimento di rifiuti. Eventuali varianti al Piano Regolatore Comunale di Udine ed al piano Particolareggiato del Parco del Torre andrebbero pertanto adottate seguendo le procedure ordinarie previste dalla L.5/2007 e successive modifiche ed integrazioni. Le modifiche agli strumenti urbanistici devono anche essere assoggettate a Valutazione Ambientale Strategia ai sensi del DPGR 20 marzo 2008, n. 086/Pres. ex L.R.5/2007 artt.15, 17 e 21. La L.R.42 contempla anche i Parchi Comunali ed Intercomunali, dunque il Parere del Comitato tecnico-scientifico per i parchi e le riserve sembra dovuto per modifiche di tale portata, come risulta anche prescritto per un progetto simile in sponda opposta del torrente Torre dallordinanza 800 VIA 359, prot. ALP.11-14522-VIA 359 dd.25 maggio 2009. Sembrerebbe logico che se un parere di VIA dovesse cancellare anni di pianificazione, ci avrebbe per lo meno prevedere le misure previste dalla LR 43 Art. 16 comma 2 (convocazione di audizioni pubbliche), oltre alla minimale ( e purtroppo invisibile a chi non dispone di un ufficio stampa dedicato) pubblicazione dell'inizio di decorrenza dei termini per le osservazioni. Si fa notare infatti che per questo progetto non basterebbe una 'modesta' variante ad un piano operativo, ma sarebbe richiesta una consistente variazione al piano struttura comunale, stravolgendone gli indirizzi di fondo. Nel caso in cui si volesse asserire che la scelta di realizzare la discarica non sia un atto di pianificazione con effetti sull'ambiente, ma un progetto puntuale per il quale la AIA potrebbe sostituirsi a tutte le prescrizioni urbanistiche, allora in sede di conferenza dei servizi per la AIA si dovrebbe motivare una risposta a tutte le istanze espresse in sede VAS ed Agenda 21 che andavano nella direzione prescritta dagli strumenti urbanistici e non in quella di una ulteriore discarica. Si fa presente che nella zona circostante la discarica si sono registrati molti nuovi residenti : la rivitalizzazione di questa zona periferica di Udine avvenuta proprio per lattrattivit del Parco.

Aspetti normativi relativi a questo procedimento


La procedura si inserisce in un contesto normativo alquanto complesso, in quanto il (Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152 , dora in poi indicato come DL152 riferendosi al suo testo coordinato) stato recentemente modificato dal Decreto Legislativo 16 gennaio 2008, n. 4 : le procedure regionali (e forse anche statali) risultano ancora non completamente riallineate alla nuova normativa. La lettura della normativa aggiornata ed alcuni riferimenti giurisprudenziali evidenziano anche lanomalia del caso friulano, che delega ai privati la proposta dei siti per discarica, mentre in altre regioni le discariche sono considerate opere pubbliche, soggette alla legge Merloni (cfr. DL 152 art.5 sub. g e h) ed in genere oggetto di una pianificazione che in base ai regolamenti europei ed al loro recepimento italiano andrebbe sottoposta a VAS. Note Comitati per Procedimento AIA Danelutto 2-27 luglio 2009 Pagina 9 di 28

Dalla tale lettura sembra che il legislatore abbia trascurato, in quanto semplicemente inconcepibile, il caso nel quale una iniziativa privata intenda sostituirsi alla pianificazione degli enti pubblici, ignorando gli strumenti di pianificazione ed ottenendo a mezzo di una autorizzazione integrata una loro modifica sostanziale. Nello specifico, mentre sembra che i legali del proponente evidenzino come lautorizzazione integrata, alla luce della nuova normativa, abbia la valenza di sostituirsi a tutte le autorizzazioni e deroghe previste in precedenza, daltra parte, stato rilasciato un parere VIA secondo una procedura obsoleta che non copre completamente i requisiti del DL 4/2008 : il SIA non considera tutti gli aspetti richiesti ed in particolare ignora linquadramento del progetto rispetto agli strumenti pianificatori gi approvati anche con procedimenti di VAS , laddove il DL 152 art.10 sub 5 recita Nel corso della redazione dei progetti e nella fase della loro valutazione, sono tenute in considerazione la documentazione e le conclusioni della VAS; inoltre il parere di VIA demanda lautorizzazione finale ad una serie di altri processi autorizzatori che, alla luce del DL 152 aggiornato, avrebbero dovuto essere ricondotti allinterno dello stesso procedimento e che pertanto devono trovare comunque una risposta in sede di rilascio di una autorizzazione definitiva: si vedano p.es. i passaggi qui di seguito riportati:

e poi riguardo il parere negativo dato dal Servizio Geologico della Direzione centrale ambiente a lavori pubblici:

Relativamente a tale parere negativo, che riguardava anche la viabilit di accesso, il parere di VIA non si esprime , ammettendo solo in fase di considerazioni sulle osservazioni del Comune, che tale strada ricade in zona di pericolosit idraulica ed autorizzata a scopi di cava (ci si potrebbe anche chiedere quale cava) anzich di discarica. In risposta al parere negativo del comune di Udine:

(tale punto viene sviluppato anche a proposito del parere non favorevole della Provincia) ed inoltre

e poi

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A proposito di questi ultime affermazioni, si fa notare anche che il citato art.3 del DPCM 27.12.1998 prosegue con 2. Il quadro di riferimento programmatico in particolare comprende: a) la descrizione del progetto in relazione agli stati di attuazione degli strumenti pianificatori, di settore e territoriali, nei quali inquadrabile il progetto stesso; [omissis]; b) la descrizione dei rapporti di coerenza del progetto con gli obiettivi perseguiti dagli strumenti pianificatori, evidenziando, con riguardo all'area interessata: 1) le eventuali modificazioni intervenute con riguardo alle ipotesi di sviluppo assunte a base delle pianificazioni; [omissis] 3. Il quadro di riferimento descrive inoltre: [omissis] b) le eventuali disarmonie di previsioni contenute in distinti strumenti programmatori. Pertanto, a parere di chi scrive, la pronuncia di impatto ambientale avrebbe comunque dovuto esprimersi (ed in sua lacuna, lautorizzazione integrata dovra` esprimersi) anche sulla coerenza del progetto con gli obiettivi pianificatori, considerato anche come tali obiettivi (corrispondenti con la opzione zero del progetto) abbiano gi innescato dinamiche sociali ben diverse da quelle che sarebbero state innescate dal raddoppio della discarica Danelutto (p.es. nuovi residenti che hanno acquistato casa qui per trovarsi in prossimit del Parco). Si verrebbe dunque a generare uno strano e preoccupante precedente se, per il solo rispetto formale di una procedura VIA espletata secondo il vecchio ordinamento, una iniziativa privata potesse, come richiesto dal proponente lopera, modificare sostanzialmente e senza motivazione gli strumenti pianificatori adottati con la VAS : infatti il Piano Territoriale Regionale del 2007 ed il PRG del Comune di Udine prevedevano per lo stesso territorio una destinazione ben diversa. Lo stesso dicasi per il Piano Regionale per i Rifiuti Urbani e per il suo piano attuativo provinciale, che prevedono un ben definito limite di distanza dagli abitati e per il quale il parere VIA si limita a conferire alla Provincia la propria facolt di deroga, senza indicare in modo esauriente le motivazioni in base alle quali tale larghissima deroga possa venir concessa. A causa di alcune omissioni (come i vincoli paesaggistici Galasso e l'assenza dei parametri di estimo del patrimonio immobiliare circostante nell'analisi costi/benefici), il parere VIA sarebbe dunque facilmente impugnabile anche se regolato solo dal disposto dalle norme precedenti al DL 4/2008. Se ora, in fase di rilascio dellautorizzazione integrata, si assumesse che, secondo il disposto del DL 4/2008, il parere VIA abbia risolto tutte le non-conformit del progetto, ci renderebbe doppiamente impugnabile il parere VIA gi espresso, in quanto tale parere, come dimostrato dai punti sopra riportati, non ha ricondotto al proprio interno (come avrebbe dovuto ai sensi dellart. 26 sub 4 del DL 152 modificato dal DL 4/2008) tutti i fattori , deroghe ed autorizzazioni previsti . Altri aspetti, come quelli relativi alla vicinanza dagli argini sarebbero derogabili per gravi ragioni di utilit pubblica, salute e sicurezza pubblica, ma non ci sembra che la emergenza rifiuti in Provincia di Udine abbia raggiunto un tal livello di gravit da riempire di rifiuti il primo buco di cava che venga proposto, ancorch in posizione sfavorevole: anche su questo la VIA sembrata carente in quanto a motivazioni per eventuali deroghe: si chiede pertanto, anche ai sensi dellart. 3-sexies del DL 152, che qualunque autorizzazione venisse rilasciata, essa venga adeguatamente motivata e che la documentazione giustificante le deroghe risultino accessibili alla pubblica consultazione. Si chiede inoltre che, alla luce dell'art.3-ter del LD 152 ( precauzione, azione preventiva, correzione ) vengano indicate le misure da adottare nel caso di errore tecnico nelle valutazioni istruttorie del procedimento. Considerato che, a chi scrive interessa il risultato concreto di evitare la realizzazione della discarica localizzata in un sito non idoneo, e non interessa invece rimarcare eventuali vizi di procedimento, verranno esposti anche svariati altri aspetti del progetto che sembrano non rispettare i criteri di migliore tecnica disponibile previsti dagli IPPC (DL 36/2003 ai sensi DL 59): ci pu essere sufficiente per non conferire lautorizzazione integrata , senza bisogno di ricorsi sulle parti di procedimento gi concluse. Note Comitati per Procedimento AIA Danelutto 2-27 luglio 2009 Pagina 11 di 28

Vincoli paesaggistici
La roggia di Palma, dista circa 80 m dal sito dellimpianto : si tratta di un corso dacqua vincolato come bene paesaggistico ed iscritto nellapposito elenco approvato con regio decreto 11 dicembre 1933 n.1775 e pertanto incluso tra le aree tutelate secondo quanto disposto dagli art.142 e 157 del D.Lgs.42/2004, ex Legge Galasso, con una fascia di rispetto di 150 m. La fascia di rispetto comprende circa un quarto della superficie dellimpianto interessato dal progetto di discarica
La Roggia di Palma un canale costruito nel secolo XVII dai Veneziani, per portare acqua alle campagne aride e a Palmanova. Lungo il suo corso, si insediarono attivit produttive che sfruttavano, come energia, la forza dell'acqua della roggia stessa. La roggia vincolata ai sensi del decreto Urbani 42/2004 ex Legge 1492/39. Tra gli insediamenti di interesse lungo la roggia, il mulino di Godia costituisce attrattiva turistica in quanto ancora in funzione, notevole anche il prospiciente battiferro (distanti circa 730 m dal sito proposto per la discarica). Un secondo mulino di Godia, il molino Coiutti, a circa 450m dal sito in questione ( a lato, foto del gennaio 2009 con in primo piano la scarpata della ex-cava che il progetto prevede di riempire con discarica), stato oggetto di recente ristrutturazione sotto la supervisione della sovraintendenza, ottenendone un complesso edilizio condominiale di pregio, a corte, denominato la residenza del Mulino nel Parco.

nella foto (gennaio 2009) il mulino Cojutti visto dalla discarica

La roggia interessata da percorsi ciclo-pedonali di interesse turistico, tra i quali lanello dei mulini realizzato dalla provincia di Udine, che pu venir raggiunto sia dalla frazione di Molin Nuovo, che dalla pista ciclabile dellargine del Torre. La discarica della ditta Danelutto si frappone tra la pista ciclabile dellargine e la Roggia di Palma, alterando la continuit percettiva delle cortine di vegetazione ripariale che corrono lungo la roggia schermando limmediata presenza dellabitato. Una ulteriore discarica, con relativa baulatura, costituirebbe un ulteriore ostacolo visivo, alterando sensibilmente la linea dorizzonte in questo tratto panoramico. Limpatto visivo di un , se pur modesto, rialzo del terreno , sarebbe ben maggiore dellattuale presenza della cava dismessa: questultima ,almeno, non altera la linea dorizzonte. Nella foto a destra : il percorso tra la discarica (recinzione a sinistra) ed i prati stabili (oltre gli alberi a destra) : nelle domeniche di aprile e maggio i primi escursionisti passano alle sette di mattino (foto), ma le famiglie arrivano pi tardi. La roggia, oltre ad essere di interesse paesaggistico, costituisce anche un potenziale percorso di diffusione verso la citt di sostanze inquinanti provenienti dalla discarica, ma questo aspetto verra` trattato nel seguito.

Aspetti naturalistici
Il lato est della discarica progettata e` prospiciente circa 15 ettari di prati stabili continui ex. L.R. 29 aprile 2005, n.9, censiti dal competente Servizio della Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna. Un prato stabile censito di minori dimensioni si trova circa 150 m ad ovest. Nella foto scattata dal perimetro della discarica, guardando verso sud, visibili prati stabili a sinistra e la pista ciclabile dellargine in primo piano.

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Nella richiesta di integrazioni dell dallordinanza 800 VIA 359, prot. ALP.11-14522-VIA 359 dd.25 maggio 2009, relativa al processo autorizzativo per un impianto simile, non distante da quello in oggetto, viene esplicitamente richiesto di valutare la interferenze con tali ambiti e di ricorrere anche alla Carta Natura, al Manuale habitat ec.) Il perimetro dei prati stabili presenta un varco in corrispondenza della strada di accesso alla discarica, la quale risulta interamente ricompresa nella Area di Rilevante Interesse Ambientale (A.R.I.A.) n.16 del torrente Torre, cosi` come delimitata con D.P.G.R. n. 0143/Pres. del 17.05.2002 ai sensi dellart.5 della L.R.42/1996 come modificato dallart.10 della L.R. n.13/1998 (il perimetro della ARIA confina direttamente larea della discarica); La viabilit interna alla golena che verrebbe impiegata per laccesso alla discarica, attraversa un interessante ambito di bosco golenale e ripariale spontaneo, e passa a circa 400 m da un sito di nidificazione di gruccioni. Nel Piano Territoriale Regionale, adottato, ancorch ancora non approvato, si legge: 3.3.5 Le direttrici ambientali e i corridoi ecologici Gli studi sulla presenza dellorso bruno e della lince sono stati utilizzati al fine di individuare le direttrici in ambito alpino e prealpino, mentre il capriolo stato studiato per individuare le direttrici ambientali in ambito prealpino, delle colline moreniche e di pianura. Non sono state prese in considerazione altre specie animali, in quanto la presenza di quelle analizzate sufficiente a rappresentare condizioni di naturalit tali da permettere lutilizzazione delle stesse aree anche da parte di diverse specie. omissis Dai dati rilevati risulta che il capriolo, ai fini dei suoi spostamenti, utilizza la zona delle Prealpi Carniche e Giulie e la zona delle colline moreniche, la linea delle risorgive, la linea dei torrenti Natisone e Torre, del fiume Tagliamento e del fiume Stella. Minore appare luso del torrente Cormor. Tra queste direttrici di spostamento le pi importanti risultano essere le direttrici prealpine e quella morenica associata ai corsi dacqua del Natisone e del Torre. omissis Azione di PTR Il sistema delle aree protette di interesse regionale, ed in particolare quello dei corsi dacqua, gi in parte individuati come Aree di Rilevante Interesse Ambientale (ARIA), di cui allart. 5 LR 42/96 e s.m.i., un insieme di importanti direttrici di dispersione-colonizzazione, e costituisce sede privilegiata per la localizzazione dei corridoi ecologici. Si tratta, in particolare, di aree limitrofe ai principali fiumi e torrenti della regione quali il Cormor, il Torre e il Natisone,il Tagliamento, lIsonzo, il Noncello, il Cellina e il Meduna, dove la conservazione delle fasce di rispetto dei corpi idrici di interesse regionale, trattata dettagliatamente nel successivo capitolo 3.5.3, di fondamentale importanza. ed ancora : Essi, pertanto, favoriscono un incremento della biodiversit nelle aree antropizzate (ove le attivit umane hanno, di fatto, distrutto o gravemente compromesso gli antichi sistemi ecologici) e fungono da vitali corridoi ecologici che collegano lintero ecomosaico regionale, svolgendo il ruolo di apparato circolatorio ed escretore del territorio: il paesaggio la rappresentazione di un sistema vivente in continua evoluzione. I prati stabili del torrente Torre, dunque, rivestono particolare interesse, in quanto collocandosi lungo un corridoio ecologico presentano una rilevante biodiversit, con la compresenza di specie erbacee di pianura e prealpine, alcune endemiche come p.es. la centaurea. In particolare, lungo largine del Torre che delimita la discarica, e` stata segnalata la rarissima presenza di gallium glaucum. Lelenco completo delle specie presenti nella zona, anche per la sua ampiezza, esula dalla competenza di chi scrive, che comunque ha potuto rilevare un grado di ricchezza e differenziazione delle specie e del paesaggio molto maggiore di quanto risulti dal SIA. Andrebbe anche verificato se almeno il contesto della strada di accesso alla discarica ricada tra quelli previsti dal DPR 357/1997 Habitat cfr. in particolare Annesso A : 24.224 FIUMI ALPINI E LORO
VEGETAZIONE RIPARIA LEGNOSA DI SALIX ELAEAGNOS e 24.53 FIUMI MEDITERRANEI A FLUSSO

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PERMANENTE: PASPALO AGROSTIDION E FILARI RIPARI DI SALIX E DI POPULUS ALBA - FIUMI MEDITERRANEI A FLUSSO INTERMITTENTE LANDE E PERTICAIE TEMPERATE

I prati del Torre, un paio di volte lanno, sono adibiti a pascolo ovino e vengono regolarmente frequentati sempre pi dagli appassionati di erbe eduli e medicinali (es., per citare solo le pi note, silene, salvia pratense, plantago lanceolata , p.major ec., varie varieta` di gallium, acetosella, erba di s. Giovanni, tarassaco, achillea, farinaccio, ec.) tuttavia sono attraversati dalla strada golenale che verrebbe impiegata per il trasporto dei rifiuti in discarica. Se limmediata adiacenza presenza della discarica, di per se`, potrebbe non essere di ostacolo alla conservazione di tale patrimonio naturale, sembra che invece non siano stati considerati gli effetti delle polveri sollevate dal passaggio degli autocarri ed eventualmente dalla movimentazioni allinterno della discarica. Anche gli effetti di eventuali trattamenti di disinfestazione (previste dal DL 36/2003 - v. oltre osservazioni su aspetti sanitari) potrebbero essere non compatibili con la flora dei prati stabili e certamente precluderebbero il sito a qualunque frequentazione per la raccolta di erbe eduli, rendendo dubbia anche lidoneit al pascolo.

Aspetti idraulici
Il volume della discarica progettata presenta un baricentro a distanza di circa (se non inferiore a) 150 m dallargine del torrente Torre, mentre il perimetro e` in parte definito dallargine stesso. Buona parte della discarica si troverebbe dunque in area vincolata ai sensi dellart. 50 della L.R.16/2002. Anche in sede di Conferenza Via si riporta quanto segue:

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Tale vincolo e` stato messo in discussione dalla ditta Danelutto, secondo la quale largine avrebbe perso la sua funzionalit, ed il parere VIA ha riportato tale tesi , apparentemente senza i necessari approfondimenti. Sembra utile riportare alcune note di contributo tecnico per evitare che il procedimento AIA possa incorrere in sviste , infatti qualunque modello di calcolo del livello delle acque della piena con tempo di ritorno di 200 anni, non potr trascurare gli effetti morfodinamici dellasta torrentizia, ed in particolare leffetto sulle sezioni idrauliche delle modifiche nel tempo del profilo altimetrico del fondo dellalveo. Qualunque perizia che si limiti a misurare la distanza della discarica o dellargine rispetto alla posizione attuale posizione dellalveo, non e` degna di nota, come peraltro recepito dall dallordinanza 800 VIA 359, prot. ALP.11-14522VIA 359 dd.25 maggio 2009 relativa ad un progetto di discarica sulla sponda opposta. Ci risulta evidente in prima battuta dalla visione dellasse del Torre come rilevato nel tempo dalla copertura MOLAND (fonte Irdat FVG, immagine a lato), ma vengono riportate qui di seguito considerazioni pi approfondite.
La piena con tempo di ritorno di due secoli, da considerarsi ai sensi del DL 36/2003, ha sempre invaso i terreni interessati dalla discarica, convogliando, attraverso di essi, le acque esondate verso la citt. Il comportamento del Torre, soggetto nei secoli a forti variazioni morfologiche e` stato soggetto anche a disalveamenti: 1327 1372 1401 1411 1415 : straripamento del Torre tra Rizzolo e Godia che allaga i quartieri inferiori di Udine; 26 agosto 1468 : piena disastrosa del Torre a Udine (allagando la chiesa di S. Pietro Martire, atterrando case e spazzando raccolti) e Aquileia; 19 novembre 1522 : disalvearono il Torre il Griv e il Malina; 1560 : disalveamento del Torre tra Pradamano e Cerneglons; 4 ottobre 1571 : il Torre allaga Udine; 30 novembre 1636 : distrutta dal torrente Torre la Chiesa della Villa di Salt (in sponda opposta); fine maggio 2 giugno 1724 : il Torre, attraverso il rio Tresemane, giunge ad allagare Udine atterrando i ponti in pietra di porta San Lazzaro, Villalta e Poscolle novembre 1851 : il Torre straripa tra Rizzolo e Godia e le sue acque arrivano a riversarsi nellalveo del Cormr (dalla parte opposta della citt ); nel 1920 il Torre invade Beivars (v. foto e didascalia a destra).

Nel 1920 le acque del Torre invadono Beivars (foto archivio Brisighelli , circa 400 m oltre il sito della discarica , che e` stato attraversato dalle acque dirette verso la citt )

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Dalla relazione dell'AUTORITA' DI BACINO DEI FIUMI ISONZO, TAGLIAMENTO, LIVENZA, PIAVE, BRENTABACCHIGLIONE per il PROGETTO DI PIANO STRALCIO PER LASSETTO IDROGEOLOGICO DEI BACINI IDROGRAFICI DEI FIUMI ISONZO, TAGLIAMENTO, PIAVE E BRENTA-BACCHIGLIONE, si legge : In corrispondenza del ponte [di Salt di Povoletto], l'alveo ordinario presenta, nella parte centrale della sezione, cospicui depositi alluvionali di elevata pezzatura mentre le due zone di deflusso preferenziale (alvei di magra), ai lati estremi della medesima sezione, sono caratterizzate da granulometrie pi fini. Particolarmente in riva sinistra, l'alveo di magra risulta incassato rispetto alle golene e la scarpata di sponda presenta fenomeni erosivi in via di evoluzione. Il ponte vecchio, sito circa 150 m a valle del nuovo, presenta tredici arcate con dodici pile massicce in alveo con fondazioni dirette. Dette pile non presentano alcun fenomeno di erosione, grazie soprattutto alla doppia briglia sita a valle del vecchio ponte a protezione di entrambe le opere di attraversamento. La doppia soglia, realizzata con elementi prefabbricati ha consentito di fissare la pendenza dell'alveo a monte e di condizionare i fenomeni evolutivi del letto del torrente. Proseguendo verso valle il Torre mantiene un largo alveo di magra con banchi di alluvioni divaganti, di granulometria abbastanza rilevante, e vere isole ricoperte di vegetazione al centro del letto ordinario che danno vita a pi bracci di deflusso di magra. L'alveo diviene pi incassato anche per la notevole attivit estrattiva che caratterizza l'intera tratta tra Povoletto e S. Gottardo; in alcune zone le sponde del letto ordinario raggiungono altezze comprese tra 1 e 2 metri con fenomeni erosivi dinamici che tendono a far divagare l'alveo di magra soprattutto in riva sinistra. Avvicinandosi al ponte stradale-ferroviario di S.Gottardo, l'alveo del Torre si restringe sia per ci che concerne il letto d'inondazione che per quanto riguarda il letto ordinario. Dunque il tratto ha caratteri di braided stream con barre in evoluzione. Nel parere n.3/2006 del Comitato Tecnico dellAutorita` di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione, datata Venezia, 8 febbraio 2006, avente per oggetto istanze della ditta Danelutto realativamente al tratto fluviale tra il ponte di Salt ed il ponte di S.Gottardo si legge quanto segue: Il Comitato tecnico, nella seduta del 21/07/2004, [omissis] e` pervenuto, quindi, alla conclusione che le valutazioni da effettuare non erano solo di natura idraulica, ma anche morfologica e geologica, in quanto in un contesto pi generale si trattava di valutare anche la dinamica evolutiva del corso dacqua e le conseguenti condizioni di stabilita` delle sponde..[omissis] Poi, alla luce di uno studio affidato al Prof.Geol.Mario Govi e consegnato nel febbraio 2005 e di uno studio affidato al Prof. Ing. Aronne Armanini e consegnato nel gennaio 2006, Considerato [Omissis] - che dagli studi effettuati e` emerso che , nel tratto in esame, lattivit erosiva verso lestradosso delle curve derivanti dal sempre pi marcato andamento meandriforme sinuoso, risulta ancora assai attiva, con velocit media stimabili tra i 4 e 7 m/anno, indicando una conseguente tendenza alla crescita dei meandri nel tempo; - che nelle aree di del tratto di fluviale in esame poste allinterno dei corpi arginali si manifestano, nel tempo, modificazioni morfologiche derivanti dai fenomeni di divagazione-erosionedeposito del corso dacqua; - [omissis] - che la conseguente perimetrazione delle aree [comprese allinterno dei corpi arginali classificati] potr avvenire solo nellambito di un progetto complessivo di riqualificazione fluviale ed ecologica del torrente Torre ed in particolare del tratto fluviale in esame [omissis] Tutto ci premesso e considerato, il Comitato Tecnico allunanimit dei presenti esprime Parere che [omissis] le istanze in oggetto [richieste della ditta Danelutto] non siano accoglibili in quanto per le motivazioni di cui ai precedenti considerato non sussistono, allo stato attuale, le condizioni per una riperimetrazione delle aree fluviali.

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Dalla relazione a firma del dr.ing. Pietro-Felice Petrucco per il comitato spontaneo del Torre , allegata alle osservazioni allo studio di impatto ambientale per unaltra discarica sulla sponda opposta (in seguito a Decreto del Direttore del Sevizio valutazione impatto ambientale 24 febbraio 2009, n. 287/VIA 359 pubbl. B.U.R. dd. 11/03/2009) , si ricavano quantificazioni numeriche delle velocit di dello spostamento planimetrico delle anse coerenti con lo studio del Prof.Ing.Armanini ed anche alcune indicazioni sullandamento altimetrico dellalveo: Per ottenere dei riscontri numerici, si e` fatto ricorso ai dati della Regione Friuli Venezia Giulia , ed in particolare alla carta tecnica numerica al primo impianto (circa 1990) ed al suo aggiornamento (anno 2005 per l'elemento 088124 Beivars a sud, anno 2007 per l'elemento 088083 Salt a nord). Gli elementi cartografici presentano una tolleranza altimetrica dellordine dei 20 cm e sono pertanto idonei ad uno studio di massima delle sezioni fluviali. La disponibilit di due aggiornamenti cartografici successivi consente una lettura diacronica. Per quanto riguarda lanalisi planimetrica, lanalisi diacronica pu venir estesa e raffittita con i dati delle ortofotocarte a varie date: lultima con campionamento di 50 cm al suolo, corrisponde al volo dellagosto 2007. A partire dalla carta tecnica numerica nei due aggiornamenti citati si sono generate 150 sezioni (passo 50m), ottenendo una quantificazione delle modifiche subite dall'alveo in poco pi di dieci di anni.
Metodologia: partendo da una conversione del file fcn (.dat) tridimensionale priva di vestizione, sono stati eliminati
gli elementi grafici spurii relativi alle simbologie ed ai testi (conservando i punti di inserimento di alcune caratteristiche geometriche puntiformi significative come i punti quotati e di legame). Con il modellatore del software Civil Design della Digicorp Ingegneria, si e` prodotto un modello TIN vincolato alle polilinee della cartografia, e da questo si sono estratte e quotate le sezioni impiegando lo stesso software. La limitatezza del tempo disponibile non ha consentito la definizione di cartigli adatti al plottaggio alla scala alla quale vengono forniti gli allegati grafici. Su richiesta degli Enti interessati, possono venir forniti gli elaborati anche in forma numerica.

La modellazione del deposito solido complessivo richiede un'elaborazione particolarmente complessa, ma in prima analisi, dalle sezioni diacroniche ottenute, risulta un deposito sovralluvionale dello spessore medio di circa 80 cm (ci significa, a parit di sponde, un corrispondente innalzamento del pelo libero delle acque). Risulta ancora pi significativa l'erosione delle scarpate che delimitano l'alveo : la posizione della scarpata risulta arretrata verso il piano di campagna di svariate decine di metri, superando anche i 60 metri. In corrispondenza di queste erosioni, la distanza dellalveo di morbida dall argine si e` pi che dimezzata rimanendo solo 40m di franco prima che lerosione intacchi largine stesso.
Sarebbe sicuramente auspicabile uno studio diacronico pi approfondito, che prenda in esame le cartografie (non numeriche) stampate a partire dalla data di realizzazione dellargine austriaco, per misurare le ampiezze degli spostamenti in un secolo.

Anche una sommaria ricerca bibliografica ha confermato che per il tratto di Torre in oggetto, l'evoluzione morfologica avviene per accrescimento delle barre centrali ed erosione spondale , inoltre i modelli indicherebbero che tale comportamento risulterebbe accentuato al decrescere del coefficiente di scabrezza di Strickler (v. http://www.idra2006.it/referee/files/L180.pdf : tesi dottorato M.M.Montoya Cardona, analisi dinamica-morfologica dei corsi d'acqua psudo-meandriformi mediante modelli a fondo mobile, Universit di Padova, 2008, dove si cita anche un rilevo ortofotografico del torrente Torre realizzato da Helica s.r.l. su intrasporto della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Servizio prevenzione, protezione e pronto intervento) Lalveo del torrente Torre, dopo il periodo di escavazioni in alveo degli anni 50, sta assumendo dunque nuovamente il profilo altimetrico di naturale equilibrio, con un deposito in alveo di materiale alluvionale per uno spessore di circa 80cm ogni 10 anni. Le acque di piena hanno raggiunto la distanza di 270 m dalla discarica durante lo scorso autunno (per circa una settimana intorno al 30 ottobre 2008)

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Si pu dunque prevedere che prima che termini la fase di esercizio della discarica, lalveo si sar innalzato quanto basta affinch i bacini di laminazione delimitati dagli argini tornino ad assumere in pieno la funzione per la quale sono stati realizzati, anche a beneficio delle zone a valle. Se invece venissero autorizzati prelievi di ghiaia dallalveo, dagli studi citati si deduce che la riduzione della scabrezza accentuerebbe i processi di formazione di meandri e di erosione spondale: in questo caso non sarebbe linnalzamento dellalveo ad avvicinare le acque alla discarica, ma sarebbero i processi erosivi. Solo il processo di naturale ripristino del profilo (altitudinale) originario dellasta fluviale pu arrestare i mitigare i forti processi di erosione spondale in corso. Ad esemplificazione delle dinamiche citate, seguono alcune immagini

guardando verso nord, a circa 300 m dallargine e 60 dalla viabilit prevista per laccesso alla discarica : e` evidente il deposito grossolano delle acque di piena che superano la scarpata con alta velocit invadendo i boschi golenali in direzione dellargine e della discarica : e` presumibile che in questa posizione si generi un nuovo meandro. (foto 4 aprile 2009)

Lansa in sponda destra (verso la discarica Danelutto) immediatamente a monte della foto a sinistra : evidenzia i processi erosivi laterali in atto su entrambe le sponde (foto 18 maggio 2009)

Materiali galleggianti lasciati dalle piene nel bosco, a circa 50 m dalla viabilit prevista per laccesso alla discarica (foto 4 aprile 2009)

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Depositi sovraalluvionali a 100 m ed a 45 m dalla viabilit prevista per laccesso alla discarica , che testimoniano lavvicinarsi delle acque e la possibilit di innesco di meccanismi di formazione di meandro anche allinterno del bosco (foto 4 aprile 2009)

Sovraalluvionamenti recenti che indicano linnalzamento della quota dellalveo (foto 4 aprile e 12 maggio 2009 )

Sovraalluvionamento nella sezione prospiciente la discarica Danelutto : foto eseguite nello stesso punto il 29 maggio2008 ( a sinistra, con oltre 1 m di scarpata) ed il 4 aprile 2009 (a destra, dove lalveo ghiaioso ha raggiunto una quota leggermente superiore a quella del prato)

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A inizio estate 2009, in corrispondenza del guado di Beivars, le vorticosit (confluenza di due filoni di corrente) hanno prodotto una erosione localizzata: momentaneamente ritornata alla luce una porzione della soglia in cemento dei decenni precedenti (guado carrabile), che ormai risultava interamente ricoperta da oltre un metro di sedimenti (innalzamento dellalveo)

Gabbionate a protezione dellargine, in corrispondenza del guado di Beivars (in sponda destra stessa sponda del sito in oggetto- , circa 200 m a valle dalla sezione pi prossima al sito proposto). Le gabbionate sono una tecnica che non era disponibile ai tempi di realizzazione dellargine: e` pertanto evidente che, in tempi successivi alla sua realizzazione, si e` intervenuti per la sua manutenzione, a conferma del ruolo che potrebbe svolgere.

Aspetti sanitari e altri rischi note per eventuale Piano di Sicurezza


Gas di discarica Limpianto, oltre alla ridotta distanza dal centro urbano densamente abitato, si troverebbe in posizione sopravvento, rispetto ai venti dominanti, rispetto allabitato, pertanto qualunque emissione gassosa andrebbe considerata con particolare attenzione. Non si a conoscenza di studi aggiornati sul comportamento chimico fisico e biologico dei sovvalli, ma risulta che vi sia una componente putrescibile non trascurabile, mentre il progetto non prevede la necessita` di una rete di captazione di biogas. Dal punto di vista chimico, non essendo ben documentata la composizione attendibile nellammasso, ci si pu chiedere se oltre ai composti dannosi presenti nel biogas , non possa essere presente anche un effetto stripping che trasporti nel gas altre sostanze. Anche in questo caso , si potrebbe obiettare che le normali cautele previste sulle norme di esercizio, dovrebbero contenere i rischi entro una soglia accettabile, ma anche vero che le norme si riferiscono a distanze dagli abitati molto maggiori e che la concentrazione degli inquinanti legata alla distanza dal punto di produzione (con legge almeno quadratica): in questo caso la direzione dei venti e la densit abitativa vanno ad incrementare il rischio complessivo (rischio = probabilit evento x danno unitario atteso x quantificazione dei destinatari del danno). Lesperienza diretta dei residenti della zona, indica che dalla discarica IFIM di S.Gottardo (in esercizio ad 800m dal sito in questione) proviene lo stesso odore riscontrabile negli impianti di trattamento dei rifiuti (p.es. Udine, via Gonars). Per le considerazioni precedenti, va considerata anche la sovrapposizione degli effetti (probabilmente, ai fini della salute, sinergici e non lineari) con la discarica Danelutto chiusa (a contatto con quella di progetto) e con quella di S.Gottardo (allincirca un milione di metri cubi) , a

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distanza di circa 900 da quella in oggetto e di cui gli odori si diffondono sia verso S.Gottardo che verso Beivars (questultima localit si trova interposta tra le due discariche). Si rammenta che anche se le discariche adiacenti venissero chiuse, il rilascio di biogas in atmosfera prosegue per oltre 50 anni, con picchi di produzione che possono presentarsi anche 7 anni dopo la chiusura. Ovviamente limpiego di schermi mobili proposto da Danelutto potrebbe avere qualche modesto effetto per le polveri ma non sulla diffusione dei gas. A proposito si chiede di visionare il parere della A.S.S. n.4 prot.n.57461/DD4 dd.22.08.02 che per le stesse ragioni si esprimeva contro il progetto di discarica IFIM di La De Tor, ben pi distante di questo dallabitato, ma altrettanto prossimo alle altre discariche della zona. Ai sensi dell'art. 3-sexies del DL 152/2006 si chiede anche, pertanto di visionare gli studi secondo i quali l'effetto gas e odori sia stato ritenuto insignificante in sede di VIA, al punto da giustificare larghe deroghe alle distanze minime previste dalle norme e nonostante la direzione sfavorevole dei venti. Aspetti igenici I sovvalli contengono i materiali che non possono venire avviati al riciclo, tra i quali possono essere presenti p.es. assorbenti igenici (pannolini, che da unanalisi merceologica sui materiali conferiti in discarica in provincia di Pordenone ammontano a circa il 20% , percentuale destinata ad aumentare con laumento delle percentuali di rifiuti urbani avviati al riciclo) e medicazioni. Solo il compost fuori specifica risulta igenizzato dal trattamento termico della fermentazione. Pertanto lammasso, da un punto vista sanitario pu essere considerato fonte di rischio, che sarebbe mitigato ma non rimosso dalle corrette operazioni di conduzione dellimpianto (ricoprimenti giornalieri) e dai modesti interventi mitigatori previsti dal gestore (schermi mobili nelle giornate di vento). In particolare, in caso d incidente sanitario, la contaminazione potrebbe venir diffusa (se non da cani ed altri animali liberi che dovrebbero essere esclusi da periodici controlli delle recinzioni) per effetto di insetti, volatili ed erpetofauna, direttamente alle coltivazioni orticole e , per prossimit, anche alle abitazioni . La presenza del corridoio ecologico (v. sopra quanto scritto sugli aspetti naturalistici - nel passato impiegato anche da immigrati irregolari ec.), costituisce una complicazione nella determinazione del tipo di specie che potrebbero avvicinarsi alla discarica e causare molestia o diffondere eventuali contagi : ad esempio lungo largine del Torre rilevata una cospicua presenza di zecche. I fattori di rischio vanno analizzati nello specifico di ogni progetto, pertanto le zecche (presumibilmente in grado di attraversare i ricoprimenti giornalieri e di sopravvivere incistate anche a trattamenti termici e di altro tipo) andrebbero aggiunte ai fattori di rischio di cui agli art. 2.6 e 2.10 del DL 36/2003 allegato A. Andrebbero considerati anche eventuali altri animali (anellidi) funghi o vegetali in grado di perforare la barriera geologica. Il DLgs 36/2003 , allegato A, art.2.10 prevede : Qualora le tecniche precedentemente esposte si rivelassero insufficienti ai fini del controllo di insetti, larve, roditori ed altri animali, posto l'obbligo di effettuare adeguate operazioni di disinfestazione e derattizzazione. Tali operazioni, non sono auspicabili per le ragioni di vicinanza allabitato e posizione sopravvento, rispetto allabitato stesso, alle coltivazioni orticole (anche commerciali) ed anche allazienda biologica per le quali lo stesso allegato all art.2.1, relativamente allubicazione delle discariche per rifiuti non pericolosi, prevede tra laltro che debbano essere esaminate le condizioni locali di accettabilit dell'impianto in relazione a collocazione in zone di produzione di prodotti agricoli ed alimentari definiti ad indicazione geografica o a denominazione di origine protetta ai sensi del regolamento (CEE) n. 2081/92 e in aree agricole in cui si ottengono prodotti con tecniche dell'agricoltura biologica ai sensi del regolamento (CEE) n. 2092/91. Presenza della scuola e dellasilo E noto che i bambini, essendo in fase di sviluppo, presentano una elevata vulnerabilit a fronte delle sostanze contaminanti. La scuola lasilo, il parco giochi ed il campo sportivo si Note Comitati per Procedimento AIA Danelutto 2-27 luglio 2009 Pagina 21 di 28

trovano a distanza ridotta dalla discarica (600m la scuola e circa 400m il retrostante parco giochi) e per di pi in posizione sottovento, quindi in posizione particolarmente a rischio per quanto riguarda il percorso espositivo per inalazione. Inoltre, eventuali errori di conduzione e la possibilit, in via eccezionale, di incidenti (v. sotto per rischio incendio), troverebbero il plesso scolastico in posizione di particolare vulnerabilit. Roggia di Palma Eventuali incidenti sanitari o di altro genere dovrebbero considerare la presenza della Roggia. Infatti la roggia di Palma scorre non arginata ad 80 m dal sito e si dirige in seguito verso il quartiere del PEEP est (dove vengono anche attinte le sue acque per lirrigazione degli orti pubblici) ed ,attraverso Planis, verso il centro della citt (borgo Pracchiuso, piazza Primo Maggio, Prefettura ec.). La roggia, in caso di eventi eccezionali o di incidenti, pu raccogliere acque provenienti dal sito ed in ogni caso pu venir contaminata da animali e insetti venuti a contatto con la discarica. Nelle foto del 28 maggio 2009, esempi di prelievi dellacqua della roggia per irrigazione degli orti, nel tratto immediatament e a valle della discarica.

Pozzo Don Bosco, falde e monitoraggi Nello studio i potenziali inquinamenti delle acque freatiche dellalta pianura friulana ad opera delle discariche a cura del dipartimento di scienze geologiche, ambientali e marine dellUniversit degli studi di Trieste (prof. S. Stefanini, prof. F. Giorgetti) in premessa si cita: Le discariche controllate, come vedremo, non sempre sono sicure sebbene la Legge preveda oggi precise norme di costruzione che sono molto cautelative nei confronti dellambiente. Il maggior rischio di compromissione ambientale riguarda le acque sotterranee quanto le discariche vengano costruite in materiali permeabili, e vi sia la presenza di falde sotterranee libere. Si tratta proprio della casistica del progetto in questione (terreno di matrice ghiaiosa grossolana non coesa, in vicinanza del fiume ed a quota inferiore allalveo di magra), a tal punto che lo studio la carta della vulnerabilit intrinseca delle falde contenute nelle aree di pianura della Provincia di Udine a cura del dipartimento di scienze geologiche, ambientali e marine dellUniversit degli studi di Trieste (prof. Franco Cucchi, prof. Antonio Brambati) scaricabile al sito della Protezione Civile della Provincia di Udine, la zona in oggetto viene classificata ad alta vulnerabilit intrinseca delle falde acquifere. Anche se il parere V.I.A. non indica le norma di riferimento per le distanze dai pozzi ad uso potabile, e rimanda genericamente alla facolt di deroga che ha la Provincia , si intende sottolineare che la falda potrebbe essere gi esposta a rischi per la presenza di altre due discariche in zona (Danelutto adiacente a quella proposta nel nuovo progetto, ed Ifim di S.Gottardo). Andrebbero dunque considerati rischi di effetti sinergici tra inquinamenti da pi discariche. Dal progetto inoltre, non risulta chiaro se il progetto rispetti la prescrizione minimale di 3 piezometri di monitoraggio introdotta con il comma 12 dell'articolo 4 della L.R. 15/2005 integrata dalla L.R.32/2005. Note Comitati per Procedimento AIA Danelutto 2-27 luglio 2009 Pagina 22 di 28

In caso di incidente (rilevamento di valori fuori norma), diventerebbe difficile risalire correttamente alle cause e predisporre tempestivamente interventi mitigativi, in quanto sarebbe difficile imputare gli effetti ad una discarica o allaltra. Sembra dunque che, oltre ad una particolare attenzione al posizionamento dei piezometri ed alla gestione dei dati del monitoraggio, la migliore tecnica disponibile, di cui al DL 59/2003, dovrebbe far riferimento a tecniche particolarmente aggiornate, di cui si accenner in seguito. Si richiama anche la recente emanazione del Decreto del Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare 14 aprile 2009 n.56 , che potrebbe incidere sui parametri da monitorare, sulla rete di rilevamento e sui valori di soglia.

Incendio ed altri rischi tecnici La discarica non e` esente dal rischio di incendio, in quanto con codice CER 191212, per il tipo di impianti di pretrattamento esistenti in Provincia, nelle more di una completa attuazione del Decreto 3 agosto 2005 sulla Definizione dei criteri di ammissibilit dei rifiuti in discarica, potrebbe venir conferito anche CDR (combustibile da rifiuto , vale a dire fluff pellettizzato con la stessa composizione del CER 191210) che gli impianti di trattamento non siano riusciti per ragioni commerciali ad avviare ad impianti di termovalorizzazione. E` vero che ci non dovrebbe avvenire in quanto pratica recentemente vietata (DL 36/2003 art.6 comma 1 lettera p vieta conferimenti con potere calorifico superiore a 13000 kj/kg a partire dal 31/12/2008), ma di fatto si verifica in quanto non sanzionata, e potrebbe continuare a verificarsi per qualche anno. Il piano di contenimento di del rischio incendio, viene richiesto dal DLgs 36/2003 , allegato A, art.1.5, ma in questo caso deve essere particolarmente stringente vista la vicinanza allabitato e la posizione sopravvento. Un metanodotto interrato percorre il confine ovest dellarea della ex cava (il sopralluogo evidenzia i cartelli indicatori gialli anche allinterno della stessa area, anche se il suo tracciato nella carta tecnica numerica regionale appare erroneamente spostato di 10 m al di fuori) , Il perimetro della discarica si troverebbe a 50 m da un gruppo valvole di derivazione del metanodotto (4104675/1, SNAM retegas, centro di manutenzione di Gradisca, foto sotto) e circa 100 m da una stazione di riduzione di pressione dello stesso (CAB 902). La discarica sarebbe inoltre sovrastata da un elettrodotto da 132 kV lungo una sezione di circa 180 m di lunghezza : i due tralicci pi prossimi sono posti a circa 5 m dal perimetro della discarica a ovest ed a 168 m ad est-sudest ed il punto pi basso della catenaria sarebbe interno allarea della discarica. Si ritiene pertanto che i piani di sicurezza della rete SNAM e della rete elettrica della Terna andrebbero adeguati alla eventuale presenza della discarica, considerando almeno gli impedimenti per un immediato accesso allarea , la possibile presenza di biogas ed il rischio di incendio. Analogamente il piano di sicurezza della discarica dovrebbe considerare i rischi collegati alla presenza di queste infrastrutture preesistenti e la loro combinazione con tutti gli altri fattori di rischio specifici.

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Si fa presente inoltre, che in altre regioni, tra i rischi viene considerata anche la diffusione del biogas nel sottosuolo (nello specifico, poroso e quindi atto ad essere permeto di gas), e che questa e` una delle ragioni per prescrivere distanze minime dagli abitati e dagli insediamenti industriali. In questo caso la distanza di stabilimenti industriali con uso di fiamme (carrozzeria, fonderia di rame) e` di circa 300 m, mentre gli impianti del metanodotto sono a distanze molto minori. E` vero che la discarica di nuova realizzazione sarebbe dotata di impermeabilizzazione di fondo, ma la sua presenza potrebbe influire sulla diffusione del gas di quella chiusa, realizzata prima della L.R. 26/2003, causandone da un lato un parziale riassestamento e dallaltra la modifica dei percorsi del biogas verso latmosfera (forse adesso possono risalire secondo un percorso abbreviato dal catino della ex-cava , prima di giungere al metanodotto?)

Aspetti economici
Nel caso del progetto proposto dalla ditta Danelutto, a parere di chi scrive, i costi indotti sarebbero nettamente superiori al beneficio atteso (disponibilit della nuova discarica necessaria nellambito) e pertanto questo progetto risulterebbe non conveniente in termini assoluti, anche in assenza di alternative. Se chi scrive si fosse accorto in tempo utile della pubblicazione del parere AIA, avrebbe potuto inviare questa osservazione inerente al calcolo costi/benefici. Valore immobiliare Se si assume a 1500mila euro il valore di mercato medio minimo di un condominio o isolato e di 150mila euro quello di una casa mono o bi-familiare (stime praticamente dimezzate rispetto ai valori di mercato correnti) il valore complessivo del patrimonio immobiliare entro la fascia dei 1000m dalla discarica non e` inferiore a 150milioni di euro (420 ville x150mila + 60 condominii e corti x 1,5 milioni, per quanto esposto nellinquadramento territoriale). Assunto che una ulteriore nuova discarica in zona possa comportare una ulteriore svalutazione del 10% (anche questa percentuale, in base al mercato, sembra inferiore al reale) , il danno economico complessivo ai residenti ampiamente non inferiore ai 15 milioni di euro. Verrebbe a determinarsi la sindrome da topo in trappola : vorrei scappare ma ormai non trovo pi da vendere la casa al prezzo che valeva e non posso pi permettermi di cambiare, senza considerare il fatto che molti dei residenti hanno recentemente acquistato casa in zona proprio vista la chiusura della discarica precedente ed in prospettiva della immediata riqualificazione dellarea con il Parco. Valore ambientale Una nuova discarica in esercizio comporterebbe una ridotta fruizione del Parco del Torre ed indirettamente una riduzione del salutare esercizio fisico della popolazione di Udine. Si riscontrato infatti come la disponibilit del Parco del Cormor, ormai saturo di utenti, abbia comportato un aumento della pratica sportiva in citt e come lutenza si stia rivolgendo sempre pi al Parco del Torre, in particolare nel tratto prospiciente la discarica Danelutto chiusa ed il sito dove la ditta Danelutto propone quella nuova. A fine ottobre 2008 la ditta Danelutto ha allargato la viabilit in golena Torre, a distanza di qualche mese questo ha portato alle proteste di svariati cittadini anche in forma di lettere alla stampa, ma in moltissimi silenziosi casi manifestandosi nella semplice rinuncia a tornare nel parco. La realizzazione della nuova discarica, proprio di fronte allarea pi frequentata, avrebbe probabilmente leffetto di allontanare dal parco quasi tutta lutenza. Il danno per gli utenti, sarebbe almeno comparabile con i costi di attivazione del Parco e delle bonifiche delle discariche abusive fin ora svolti, dellordine di alcune centianaia di migliaia euro. Note Comitati per Procedimento AIA Danelutto 2-27 luglio 2009 Pagina 24 di 28

Valore indotto La presenza della discarica potrebbe incidere sulle produzioni agricole anche di qualit presenti in zona. Lambito cicloturistico del Torre, che inizia ad attirare anche stranieri, vedrebbe ridotta la sua attrattivit. La stima delle perdite economiche per la collettivit della Provincia, legate a tali fattori e` difficile ed aleatoria (variabile con la congiuntura economica e molti fattori esterni), ma sul medio termine potrebbe avere dellordine di alcune centinaia o del milione di euro.

Aspetti progettuali di non conformit con il DL 36/2003 (IPPC)


La nuova discarica sarebbe realizzata a contatto con la discarica Danelutto esistente, tuttora in fase di post-esercizio e di ripristino ambientale. Nel 2008 la fiaccola per la combustione del biogas in eccesso occasionalmente risultava accendersi ancora . Si sollevano perplessit sul contenimento della massa degli eventuali rifiuti di nuova immissione a contatto con la scarpata definita dalla massa dei rifiuti della discarica chiusa ed ancora potenzialmente soggetta ad assestamenti. Tener conto degli assestamenti e` previsto dal D.Lgs.36/2003, che richieda anche che la verifica di stabilita` delle scarpate, di deformazione delle membrane ec. tenga anche conto del fatto che ci si trova in zona sismica di seconda categoria. La ricarica su di una discarica esistente pu suscitare perplessit tecniche, peraltro gi accolte dal Consiglio Regionale con la delibera del 31 marzo 2009 inerente la discarica di Trivignano Udinese. Sgrondo acque Il progetto della discarica mostra una superficie finale a fine esercizio con un andamento che non costituisce una baulatura uniforme, ma con due o tre linee di compluvio interne, ci sembra difforme da quanto previsto dal D.Lgs.36/2003 Allegato 2 art. 4.2 che enuncia: Il piano di ripristino ambientale deve prevedere la destinazione d'uso dell'area tenendo conto: - dei fenomeni di assestamento della massa dei rifiuti; - dell'eventuale formazione di percolato e di biogas; - del monitoraggio da eseguire sulle matrici ambientali e sulle emissioni fino alla conclusione della fase post-operativa; - della necessit di favorire il naturale deflusso delle acque meteoriche dell'area stessa. In particolare, si verrebbe a formare un compluvio lungo la criticit dellunione alla discarica preesistente. Uno sgrondo ottimale delle acque meteoriche sarebbe ottenibile esclusivamente con una baulatura complessiva delle due discariche, per ora non prevista. Una siffatta baulatura complessiva costituirebbe un sovralzo , non previsto in fase di progetto, con aumento dei carichi statici sulle membrane protettive e di inaccettabile impatto visivo. Inoltre sussisterebbero perplessit sulla modalit di conduzione delle acque meteoriche provenienti da ben 7,70 ettari di discarica (esistente + nuova di progetto) verso idonei corpi idrici ricettori, considerato che la campagna circostante e` pressoch a scolo nullo , che la roggia di Palma, oltre ad essere vincolata ex. Regio Decreto 11 dicembre 1933 n.1775, non avrebbe la capienza necessaria, e che il torrente Torre e` separato, oltre che dal corpo dellargine, anche dai prati stabili vincolati ex. L.R. 9/2005. Tra le prescrizioni della V.I.A. al punto 5 si trova anche la richiesta di specifiche elaborazioni sui calcoli e sulle verifiche effettuate per il dimensionamento della rete di drenaggio delle acque meteoriche : il problema sembra di soluzione particolarmente difficile, anche perch per il drenaggio, non sembrano essere accettabili soluzioni a scolo meccanico, dato che il funzionamento di tale scolo va assicurato per un periodo che va ben oltre quello delle garanzie finanziarie richieste e che il Note Comitati per Procedimento AIA Danelutto 2-27 luglio 2009 Pagina 25 di 28

DL 36/2003 Allegato A, art. 2.4.3. Copertura superficiale finale indica tra i criteri anche quello della riduzione al minimo della necessit di manutenzione. Si richiama anche la recente emanazione del Decreto del Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare 14 aprile 2009 n.56 , che potrebbe incidere sui parametri da rispettare per le acque superficiali e la loro immissione nei corpi idrici principali. Geomembrana E stata prevista dal progetto, in ottemperanza alle disposizioni minime del DL 36/2003 allegato A art. 2.4.2. Tuttavia, visto lallegato IV al DL 59/2005 recita:
Considerazioni da tenere presenti in generale o in un caso particolare nella determinazione delle migliori tecniche disponibili, secondo quanto definito all'art. 2, comma 1, lettera o), tenuto conto dei costi e dei benefici che possono risultare da un'azione e del principio di precauzione e prevenzione. 4. Processi, sistemi o metodi operativi comparabili, sperimentati con successo su scala industriale. 5. Progressi in campo tecnico e evoluzione, delle conoscenze in campo scientifico. 6. Natura, effetti e volume delle emissioni in questione. 7. Date di messa in funzione degli impianti nuovi o esistenti; 10. Necessit di prevenire o di ridurre al minimo l'impatto globale sull'ambiente delle emissioni e dei rischi. 11. Necessit di prevenire gli incidenti e di ridurne le conseguenze per l'ambiente;

a tale proposito, da un punto di vista tecnico, si fa presente che, in provincia di Pordenone , una discarica gi stata realizzata con doppio stato di geomembrana, sottoposta in corso dopera a collaudo pneumatico delle sigillature. Ci non ostante, la rete di captazione suppletiva, realizzata a scopo cautelativo per raccogliere eventuali liquidi tra le due membrane, raccoglie un liquido pi diluito del percolato puro, la cui formazione ancora oggetto di studio. Questo dimostra la fattibilit economica di un progetto pi moderno (doppia membrana) ed anche la nonadeguatezza della tecnologia minima indicata nel 2005 (perdite della prima membrana ). Da ci si desume che, in base al citato allegato IV al DL 59/2005, per migliore tecnica disponibile si debba assumere per lo meno la migliore tra quelle gi applicate con successo in casi analoghi nel territorio regionale. In applicazione dell art. 8 del DL 59/2005 , e dell art. 3-ter del DL 152 modificato dal DL 4/2008 principi dellAzione ambientale, viste anche le condizioni al contorno (presenza di altre discariche e necessit di contenere linquinamento complessivo risultante nella zona dal loro insieme) e le deroghe che sarebbero richieste (vicinanza allabitato ed al pozzo don Bosco), se non venisse rigettato in-toto il progetto, almeno andrebbe prescritto che la barriera geologica sia prevista una caratterizzazione analoga di quella sopra descritta (doppia membrana ec.), o altra che fornisca le stesse garanzie. Anche nel caso di realizzazione con la migliori tecniche disponibili e le massime cautele di esercizio, i riferimenti di letteratura indicano in un massimo di 50 anni la tenuta della impermeabilizzazione. Infatti nel terreno sono presenti organismi (animali quali celenterati, anellidi, arvicole, e vegetali tra i quali le radici degli alberi da piantumare lungo il perimetro) in grado di forare, nel medio termine, le geomembrane. Non sono trascurabili neppure gli effetti chimici di interazione tra percolato ed argille, come considerato nel documento Comportamento a lungo termine dei sistemi di impermeabilizzazione , sulle barrire per discariche, di M.Favaretti dellUniversita` di Padova : tale documento citato e` scaricabile da http://www.image.unipd.it/favaretti/Stabilit%E0%20dei%20pendii/4_Discariche/Fava_Barriere.pdf . A proposito della limitata durabilita` dei sistemi di impermeabilizzazione, sembra che il parere di VIA non abbia considerato con la dovuta gravita` leffetto cumulativo dei rilasci (v. DL 152 art. 5 sub 1.c ed art. 4 - rispetto della capacita' rigenerativa degli ecosistemi e delle risorse - ) con la adiacente discarica Danelutto gia` chiusa e la discarica IFIM di S.Gottardo a 800m oltre il tempo di tenuta dellimpermeabilizzazione: forse per un svista si e` dimenticato il fatto che le geomembrane hanno una durata finita. Sotto questo aspetto, lipotesi zero (non realizzazione) consentirebbe invece di disporre di unarea contigua alla discarica chiusa, da impiegare per eventuali operazioni di bonifica di tale discarica esistente e realizzata ante DL 36/2003.

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Livello falda Nel parere VIA si legge :

Quindi un valore cautelativo per la quota del livello di falda risulta indicativamente a 10m sotto al piano di campagna, anche considerato che non ne viene quantificata l ampiezza delle escursioni. Nel caso di questo specifico progetto, il fondo della cava si trova circa 13m sotto il piano di campagna, mentre lallegato A al DL 36/3003 allegato A art.2.4.2 Barriera Geologica recita che Il piano di imposta dello strato inferiore della barriera di confinamento deve essere posto al di sopra del tetto dell'acquifero confinato con un franco di almeno 1,5 m, nel caso di acquifero non confinato, al di sopra della quota di massima escursione della falda con un franco di almeno 2 m. : ci significa che lo stato di impermeabilizzazione di questa discarica sarebbe posto ad una quota inferiore di 5m rispetto alla quota prescritta dalla norma. La disposizione di legge ha una precisa ragione tecnica in quanto serve a prevenire possibilit di dilavamento dello strato di impermeabilizzazione ad opera delle acque di falda, che nel caso specifico potrebbero anche assumere elevate velocit di scorrimento a causa della elevata permeabilit della matrice ghiaiosa. Gli argomenti riportati nel parere VIA secondo sembrano dunque dettati da un ingenuo riferimento alle tecniche di alcuni decenni fa e non alle migliori tecniche disponibili moderne (IPPC). A ci deve aggiungersi che, per gli effetti morfodinamici dellasta del torrente Torre gi evidenziati a proposito della distanza dagli argini, le condizioni locali della falda in condizioni di piene eccezionali potrebbero subire rilevanti variazioni anche prima del termine della fase di esercizio della discarica.

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Non avendo pubblico accesso allarea, non possibile stabilire se la presenza di acqua al fondo della ex-cava, in occasione di eventi piovosi e di innalzamento delle acque del torrente Torre, sia dovuta alla naturale corrivazione superficiale proveniente anche dalla adiacente discarica in fase di postesercizio (costituendone in pratica un catino di laminazione , come nella foto a lato del 24 giugno 2009) o piuttosto alla risalita di correnti di subalveo (come poteva apparire a fine ottobre 2008 v. nella foto le zone non inerbate, dovute alla zona di escursione dellacqua). Va pertanto verificato pertanto, non solo se larea interessata dalla discarica e` compatibile con il progetto di ripristino ambientale della ex-cava previsto dal decreto 2/Ind/42 dd.30 gennaio 1985 ai sensi della L.R. 35/1986, ma anche se compatibile con quello della adiacente discarica Danelutto anch essa in fase di ripristino ambientale. Produzioni agricole lannesso A del D.Lgs. 36/2003, relativamente allubicazione delle discariche per rifiuti non pericolosi prevede tra laltro che devono essere esaminate le condizioni locali di accettabilit dell'impianto in relazione a collocazione in zone di produzione di prodotti agricoli ed alimentari definiti ad indicazione geografica o a denominazione di origine protetta ai sensi del regolamento (CEE) n. 2081/92 e in aree agricole in cui si ottengono prodotti con tecniche dell'agricoltura biologica ai sensi del regolamento (CEE) n. 2092/91. In tal senso si chiede che venga verificata laccettabilit` rispetto allareale di produzione della patata di Godia (v. paragrafo sullinquadramento territoriale dove si espone la rinomanza internazionale di tale prodotto agricolo locale ) che comprende il sito del progetto di discarica , nonch rispetto allazienda biologica a 500 m dal sito in questione, che viene irrigata con le acque della roggia di Palma che scorre ad 80 m dallo stesso sito a monte dellazienda citata (v. foto nel paragrafo sui rischi del sito).

Conclusioni
A parere di chi scrive, una elementare quantificazione dei rischi e dei danni economici che conseguirebbero a questa localizzazione, mostra come per la collettivit sarebbe conveniente, in alternativa al sito proposto, investire sulla idonea infrastrutturazione di un sito per nuovo impianto altrove, in zone da definirsi in base a criteri di idoneit geologica e territoriale anzich di disponibilit di buchi da riempire: il sito proposto non idoneo ad ospitare una ulteriore discarica. Chi scrive spera di aver illustrato con sufficiente chiarezza le ragioni che portano a tale conclusione. Si crede anche di aver fornito anche alcuni argomenti tecnici sufficienti per disporne la bocciatura in sede AIA , a VIA gi espletata. I comitati della zona chiedono anche, che se mai dovesse essere conferita lautorizzazione alla nuova discarica Danelutto, vengano chiaramente e pubblicamente esposte tutte le motivazioni per le deroghe, nonch il bilancio ambientale costi/benefici di tale scelta, secondo un principio di responsabilit e di pubblicit degli atti in base al quale risulti tracciabile ogni contributo dato in sede di Conferenza Tecnica dai tecnici o da rappresentati politici. Con la speranza di aver fornito un contributo per la crescita del territorio provinciale nel suo complesso, si inviano cordiali auguri di buon lavoro a tutti i destinatari.

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