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Linguistica

La linguistica è il ramo della scienza che studia la lingua e si può suddividere in 2 sottocampi;
-LINGUISTICA GENERALE: si occupa di cosa sono, come sono fatte e come funzionano le lingue.
-LINGUISTICA STORICA: si occupa dell’evoluzione delle lingue nel tempo e dei rapporti fra lingua e
cultura.
Oggetto della linguistica sono le cosiddette lingue storico naturali, vale a dire le lingue che si sono
formate spontaneamente lungo il corso della civiltà umana e utilizzate degli esseri umani ora e nel passato.
Viene definito segni qualcosa che sta per qualcos’altro e sta per comunicare questo qualcos’altro
(comunicare vale a dire mettere in comune). La concezione di comunicazione può essere molto larga
oppure molto stretta
Largatutto può comunicare qualcosa, passaggio di informazioni
Strettacomunicazione basata sull’intenzionalità
Si potrebbero distinguere tre categorie di comunicazione a seconda dell’emittente, del ricevente, e del
grado di intenzionalità:
COMUNICAZIONE IN SENSO STRETTO
-emittente intenzionale
-ricevente intenzionale
PASSAGGIO DI INFORMAZIONI
-emittente non intenzionale
-ricevente intenzionale (es. posture del corpo..)
FORMULAZIONE DI INFERENZE
-nessun emittente
-Interpretante
In valore dei segni in questo caso diventa via via sempre più debole e indeterminato, ed è sempre più
lasciata all’attività dell’insegnante ed ai possibili fraintendimenti.
L’entità che fa da supporto alla comunicazione è il segno [unità fondamentale della comunicazione],
esistono diversi tipi di segni, e la loro distinzione si basa principalmente su due criteri fondamentali,
l’intenzionalità e la motivazione:
1. Indici:motivati naturalmente e non intenzionali (es. rapporto causa effetto: starnutoraffreddore)
2. Segnali:motivati naturalmente usati intenzionalmente (es. sbadiglio volontario sono annoiato)
3. Icone: motivati analogicamente intenzionali (es. riproducono le similarità dell’oggetto
disegnatocarte geografiche e mappe)
4. Simboli: motivat culturalmente e intenzionali (es. rosso del semaforo fermarsi)
5. Segni in senso stretto: non motivati e basati sulla mera convinzione (es. suono al telefono di una
linea occupata)
Il punto 4 e punto 5 sono molto simili e appartengono fondamentalmente alla stessa categoria.
LE PROPRIETA’ DELLA LINGUA
1. BIPLANARITA’: è rappresentata dal fatto che in ogni segno ci siano due facce, il qualcosa e il
qualcos’altro). Il significante, chiamato anche espressione è la parte fisicamente percepibile, quello
che cade sotto i nostri sensi (es. la parola gatto), il significato invece e la parte non materialmente
percepibile ossia l’informazione veicolata (es. il concetto/ idea di gatto) .
2. ARBITRARIETA’: non c’è alcun ragionamento logico fra il significante e il significato di un segno
dunque nessuna motivazione o connessione naturale. Il significante gatto non ha nulla a che vedere
con l’animale gatto, non c’è nulla che rimandi al suo nome o che faccia si che si debba chiamare
così. Ciò significa che non esistono ne legami ne rapporti, ma solo convenzioni. Uno studioso ha
distinto quattro livelli diversi di arbitrarietà:
RAPPORTO TRA SEGNO E REFERENTE: non c’è alcun concreto legame di derivazione dell’uno
dall’altro
RAPPORTO FRA SIGNIFICANTE E SIGNIFICATO: ad esempio il significante sedia non ha nulla a che
vedere con il significato “oggetto da arredamento che serve per sedersi” a cui è associato nella lingua
italiana.
RAPPORTO TRA FORMA E SOSTANZA DEL SIGNIFICATO: ogni lingua si ritaglia un certo spazio di
significato rendendo pertinenti una o più entità ad es. in italiano bosco/legno/legna
RAPPORTO TRA FORMA E SOSTANA DEL SIGNIFICANTE: il significante dei segni linguistici è
generalmente di carattere fonico acustico, cioè è rappresentato dalle onde sonore.
Al principio dell’arbitrarietà esistono poi alcune eccezioni come le onomatopee (che cercano di
riprodurre caratteri fisici di ciò che viene disegnato), più strettamente iconici sembrano invece i
cosiddetti ideofoni, cioè espressioni imitative descrittive che designano fenomeni naturali o azioni, che
sono inoltre frequentemente utilizzate nei fumetti come GLUGLU, ZAC, BOOM…
3. DOPPIA ARTICOLAZIONE: la doppia articolazione consiste nel fatto che il significante di un segno
linguistico è articolato su due livelli nettamente diversi, ad un primo livello, il significante di un
segno linguistico è articolato a due livelli nettamente diversi. Ad un primo livello è organizzato e
scomponibile in unità ancora portatrici di significato e che vengono riutilizzate per formare altri
segni [prima articolazione] ad esempio la parola gatto può essere scomponibile in due pezzi che
recano ciascuno un proprio significato, la parola gatt- felino domestico e la o- che indica il
singolare. Questi vengono definiti morfemi . ad un secondo livello [seconda articolazione] esse
sono a loro volta ancora più scomponibili in unità ulteriormente più piccole, però non portatrici di
significato autonomo, che combinandosi in successione danno origine alle entità della prima
articolazione . questi vengono chiamati FONEMI.
4. TRASPONIBILITA’ DEL MEZZO : il significante dei segni linguistici può essere trasmesso sia attraverso
il mezzo aria, il canale fonico- acustico, sia attraverso il mezzo luce, il canale visivo-grafico sotto
forma di segni ricevuti tramite l’apparato visivo. Il canale fonico acustico è il canale primario, in
quanto prioritario rispetto allo scritto, in quanto tutte le lingue scritte cono anche parlate, ma non
tutte le lingue parlate sono anche scritte (accede per migliaia di lingue in africa e oceania). Le origini
del linguaggio sono certamente più antiche. Il canale fonico acustico presentano una serie di
vantaggi biologici e funzionali rispetto al canale dell’uso scritto come: possono essere effettuati in
concomitanza con molte altre prestazioni fisiche ed intellettive, l’esecuzione parlata è più rapida di
quella scritta, la ricezione avviene contemporaneamente alla produzione del messaggio , può
essere trasmesso a più destinatari simultaneamente, il messaggio parlato è evanescente, si dissolve
subito (SCRIPTA MANENT, VERBA VOLANT) mentre invece quello scritto rimane stabile, e infine
l’energia richiesta è molto ridotta . Nelle società moderne tuttavia , lo scritto ha maggiore
importanza, prestigio e utilità e nasce come fissazione, trascrizione e raffigurazione solida del
parlato. Non tutto ciò che però fa parte del parlato può essere rappresentato nello scritto come il
tono, la modulazione della voce.., e non tutto quello che fa parte dello scritto può avere una
corrispondenza nel parlato.
5. LINEARITA ‘ E DISCRETEZZA: si intende che il significante viene prodotto e si sviluppa in successione
nel tempo e nello spazio ed è anche molto pertinente l’ordine. Mentre invece la discretezza intende
la differenza tra le unità della lingua, il confine tra fra un elemento ed un altro
6. ONNIPOTENZA SEMANTICA , PLURIFUNZIONALITA’E RIFLESSIVITA’:
con la lingua è possibile dare un’espressione a qualsiasi contenuto nel senso che un qualsiasi
messaggio sarebbe traducibile in lingua e non viceversa. Con la lingua si può parlare di tutto
 la lingua permette di adempiere ad una lista molto ampia di funzioni diverse ( come esprimere il
pensiero, trasmettere informazioni , instaurare mantenere e regolare rapporti sociali, manifestare
ed esternare i propri stati d’animo, risolvere problemi ed infine creare mondi possibili come ad
esempio nell’impiego letterario.
A questo punto occorre fare un accenno di classificazione molto nota, si tratta dello schem di
jakobson, che identifica essenzialmente 6 funzioni dell’evento comunicativo. L’instaurarsi della
comunicazione implica la presenza di almeno sei fattori a cui a ciascuno di essi può essere
ricollegata una funzione. [ funzione emotiva, funzione metalinguistica, funzione referenziale,
funzione conativa, funzione fatica e funzione poetica.] ogni messaggio realizza generalemente tutte
e sei le funzioni contemporaneamente
con la lingua si può parlare della lingua stessa
7. PRODUTTIVITA’ E RICORSIVITA’ : con la lingua è sempre possibile creare nuovi messaggi mai
prodotti prima e parlare di cose nuove e nuove esperienze o anche parlare di cose inesistenti /n è
possibile associare messaggi già usati a situazioni nuove. Questo è reso possibile dalla doppia
articolazione che permette la combinatori età illimitata di funzioni più piccole. La ricorsività significa
invece che uno stesso procedimento è riapplicabile un numero illimitato di volte.
L’applicazione della ricorsività è teoricamente illimitata: il limite fa essenzialmente si che non si
costruiscano parole o frasi al di là di un certo grado di lunghezza o di complessità .
8. DISTANZIAMENTO E LIBERTA’ DA STIMOLI: possibilità di poter formulare messaggi relativi a cose
distanti nel tempo, nello spazio e in entrambe. Consente dunque di parlare di un esperienza in
assenza di tale esperienza e dello stimolo che la ha provocata
Inoltre la lingua è indipendente dalla situazione immediata , dalle sue costrizioni e dunque dai suoi
stimoli.
9. TRASMISSIBILITA’ CULTURALE: ogni lingua è trasmessa per tradizione all’interno di una cultura e di
una società come uno dei fattori costitutivi della cultura.
10. COMPLESSITA’ SINTATTICA :i messaggi linguistici a differenza dei messaggi in altir codici naturali
possono presentare un alto grado di elaborazione strutturale con una ricca gerarchia di rapporti di
concatenazione. La disposizione infatti non è mai indifferente e i rapporti tra elementi danno luogo
ad una fitta trama. Fra gli aspetti che hanno rilevanza nella trama sintattica vi sono:
-l’ordine degli elementi
-le relazioni di dipendenza che vigono tra gli elementi non contigui
-le incassature
-la ricorsività che combinata con la discontinuità conferisce una certa complessità interna
11. EQUIVOCITA’: la lingua è un codice tipicamente equivoco, ossia che pone corrispondenze plurivoche
fra la lista dei significati e la lista dei significanti, infatti ad un unico significante possono corrispondere
più significati.
LINGUA SOLO UMANA?
È largamente diffusa l’idea che la facoltà di esprimersi attraverso sistemi comunicativi come le lingue sia
solo specifica dell’uomo, in quanto possiede le precondizioni anatomiche e neurofisiologiche adatte,
vale a dire: adeguato volume del cervelloche rende possibile la memorizzazione, l’elaborazione e la
pro cessazione di un sistema così complesso come il linguaggio. E la conformazione del canale
fonatorio cosiddetta a due canne  che consente la produzione fonica per la comunicazione orale.
Potremmo allora dire che la lingua è un codice che organizza un sistema di segni, dal significante
primariamente fonico-acustico , arbitrari ad ogni loro livello, capaci di esprimere ogni esperienza
esprimibile, posseduti come conoscenza interiorizzata che permette di produrre infinite frasi partendo
da un numero finito di elementi.
PRINCIPI GENERALI PER L’ANALISI DELLA LINGUA
La prima distinzione da fare è quella tra sincronia e diacronia. La sincronia fa riferimento allo studio
delle entità linguistiche in quanto simultaneamente funzionanti in un sistema linguistico prescindendo
dalla loro origine e dalla loro evoluzione nel tempo (in un dato momento prescindendo quale sia stata
la loro evoluzione e i mutamenti avuti ).
La diacronia fa invece riferimento alla lingua e ai suoi elementi lungo lo sviluppo temporale, nella loro
evoluzione storica. (etimologia della parola, si cerca dunque di ricostruirne la storia e di capire le
modifiche eventualmente avvenute). Nei fatti linguistici resta comunque molto difficile separare
linguistica sincronia da diacronica perché vi è un continuo rimando tra l’una e l’altra. Una seconda
importante distinzione da fare prima di passare a parlare della lingua è quella tra sistema astratto e
realizzazione concreta. Tale distinzione si è ripresentata tramite tre terminologie principali:
LANGUE E PAROLE
SISTEMA ED USO
COMPETENZA ED ESECUZIONE
Con il primo termine in tutti e tre i casi si intende l’insieme di conoscenze mentali, di regole
interiorizzate che costituiscono la nostra capacità di produrre messaggi in una certa lingua e sono
possedute come sapere astratto e inconscio. Con il secondo termine si intende invece la realizzazione
concreta di un messaggio verbale. La terza preliminare distinzione è quella fra asse paradigmatico e
asse sintagmatico. Ogni attuazione di un elemento/segno in una certa posizione del messaggio implica
una scelta in un paradigma, ossia l’elemento che compare esclude tutti gli altri elementi che potrebbero
comparire in quella posizione (detto quindi anche asse delle scelte ). D’altra parte l’attuazione di
quell’elemento in una certa posizione implica la presa in conto degli elementi che compaiono nelle
posizioni precedenti con i quali quel dato elemento ha rapporti sull’asse sintagmatico (detto anche asse
delle combinazioni )
L’asse paradigmatico riguarda le relazioni a livello del sistema, l’asse sintagmatico riguarda le relazioni a
livello delle strutture

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