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CAPITOLO 2 PT 1 : “LE FONTI DEL DIRITTO”

1. La norma giuridica
Le norme giuridiche sono norme che regolano in modo vincolante le azioni e i comportamenti
delle persone in quanto appartenenti ad una determinata comunità assicurando una convivenza
ordinata. Nell’inosservanza della norma si applica una sanzione nei confronti di chi l’ha violata.
Destinatari delle norme giuridiche sono o tutti i consociati (art. 24, comma 1, Cost.: ”Tutti possono
agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi”) od alcuni soltanto di essi,
individuabili sulla base di determinate caratteristiche (art.34, comma 3, Cost.: ”Ogni cittadino
inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e
all’assistenza sociale”).
Le norme possono anche indirizzarsi ad organi e soggetti appartenenti allo Stato-apparato (art.74,
comma 1, Cost.: “Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, può, con
messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione”), oppure non avere alcun
destinatario e limitarsi ad enunciare i valori intorno ai quali il gruppo si è costituito (norme
istituzionali; ad esempio, art. 13, comma 1, Cost.: “La libertà personale è inviolabile”).
La norma giuridica presenta i seguenti caratteri:
 Positività: norma emanata da organi e soggetti a ciò legittimati dall’ordinamento. La positività
va intesa anche come effettiva vigenza di una norma in un dato contesto.
 Coattività: la sua osservanza è assicurata dalla previsione di una sanzione che l’ordinamento
associa all’ipotesi di violazione e che è accompagnata dall’uso della forza.
 Esteriorità: l’oggetto è solo l’azione che il soggetto manifesta all’esterno, a nulla rilevando dal
punto di vista giuridico le sole intenzioni che spingono l’individuo all’azione.
 Generalità: si rivolge alla generalità degli individui o ad un gruppo più o meno ampio di essi.
 Astrattezza: disciplina casi astratti a cui dovranno poi ricondursi tutti i casi concreti che
presentino gli stessi caratteri.
Ci sono poi le cosiddette leggi-procedimento, che sono delle leggi che hanno per destinatari oggetti
singoli e determinati; delle leggi con le quali vengono assunti provvedimenti concreti. Esse
costituiscono uno dei casi di deroga al principio della divisione dei poteri, proprio delle autorità
amministrative. Le leggi-provvedimento è lo strumento che il legislatore di cui fa uso per
raggiungere in via diretta ed immediata, ed avvalendosi della forza tipica dell’atto, alcuni fini
propri dello Stato sociale.

2. Fonti di produzione e fonti sulla produzione; fonti-atti e fonti-fatti; fonti dirette e fonti
indirette; fonti di cognizione.
Fonti: atti o fatti capaci di produrre norme giuridiche
Fonti di produzione: servono a produrre il sistema normativo [es. art. 70 Cost. (Funzione
legislativa delle Camere); art. 72 Cost. (Procedura della formazione delle leggi)].
Fonti sulla produzione: disciplinano le modalità di produzione delle norme che costituiscono
l’ordinamento [es. art. 77 Cost. (Decreto Legge); Legge 400/88 (Attività di Governo e Ordinamento
Presidenza del Consiglio)].
Fonti-atto (fonti scritte): atti normativi posti in essere da organi o enti nell’esercizio di poteri ad
essi attribuiti dall’ordinamento,
Fonti-fatto (non scritte): fatti sociali o naturali considerati idonei a produrre diritto.
Fonti dirette: quando la fonte è prevista e regolata nello stesso ordinamento.
Fonti indirette: la fonte è disciplinata in u ordinamento esterno a quello dello Stato.

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Fonti di cognizione: strumenti attraverso cui è possibile conoscere le fonti di produzione (es.
Gazzetta ufficiale).

3. Fonti sulla produzione nell’ordinamento italiano


La Costituzione, fonte non menzionata, è considerata la “fonte delle fonti” perché sovraordinata a
tutte le altre fonti. Il procedimento di formazione di alcune fonti è disciplinato in altri testi
normativi ( Presidente della Repubblica, art 87 Cost.; L.400/88, disciplina delle attività di Governo
e Ordinamento della presidenza del Consiglio dei Ministri; statuti, art. 123 Cost.).
Le fonti non previste nella Costituzione devono sempre trovare in essa la loro “legittimazione”
(art. 78 Cost., caso di guerra; fonti comunitarie).
La Costituzione non menziona la consuetudine come fonte-fatto e si limita ad assumere e
legittimare come fatti normativi “le norme del diritto internazionale generalmente riconosciute”
(art. 10 Cost.).

4. La delegificazione, la semplificazione normativa ed il meccanismo c.d. taglia-leggi


La delegificazione consiste nel “decongestionare” il Parlamento da attività superflue e comunque
non consone alle funzioni che esso dovrebbe svolgere in una moderna democrazia, mediante il
ricorso ad una legge, quale legge tipica, avente oggetto e fine il trasferimento di certe discipline
dalla sede legislativa a quella regolamentare (es.: art. 17 comma 2 L.400/88).

5. I criteri per comporre le fonti in sistema (criterio di risoluzione di antinomie tra le fonti)
Criterio gerarchico: prevalgono le fonti di grado più elevato (lex posterior derogat priori).
Criterio cronologico: si applica a fonti dello stesso tipo e fa prevalere la norma di più recente
emanazione. (lex superior derogat legi inferiori;una legge può abrogare un’altra legge? Un decreto legge
può abrogare un decreto legislativo?).
Criterio di separazione delle competenze: prevalgono quelle norme che dispongono
specificatamente su di una particolare materia rispetto a norme che si applicano ad una più ampia
generalità dei casi.

6. Le fonti aventi un’efficacia subordinata a quella della legge formale

Un regolamento potrà immettere nuove norme


Fonti nell’ordinamento in quanto queste norme non
subordinat
siano in contrasto con quelle contenute in leggi
e alla legge
formali o in atti aventi eguale forza (decreti
legge/decreti legislativi).

Il rispetto del principio della supremazia della legge non vale ad escludere che esigenze pratiche
giustifichino che una legge possa disporre l’abrogazione di norme vigenti, con effetto dall’entrata
in vigore di norme regolamentari con esse in contrasto (regolamenti autorizzati) o che un
regolamento possa disciplinare una materia non disciplinata dalla legge ponendosi come unica
fonte regolatrice.
La subordinazione del regolamento appare relativa e possono operare deroghe alla legge del
Parlamento o dettare norme in materie riservate alla legge; ma l’efficacia formale di questi
regolamenti non è equiparata a quella legge ai fini della loro impugnazione innanzi alla corte
costituzionale.

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7. I regolamenti degli organi costituzionali e degli organi a rilevanza costituzionale

Regolamenti delle Camere Sono delle fonti subordinate alla


(Art. 64 comma 1 Cost.) Costituzione e danno esecuzione o
Non sono subordinati gerarchicamente ma secondo
attuazione a norme ad essa contenute.
il criterio di separazione delle competenze

Regolamenti della Corte Trovano il loro fondamento nella legge


Costituzionale ordinaria e sono gerarchicamente subordinati
Esercizio delle funzioni: art. 14 e 22 della come veri e propri regolamenti.
L.87/1953; art. 137 Cost.

Spetta al Presidente della repubblica l’approvazione del


Regolamenti Presidenza della
regolamento interno della Presidenza della Repubblica e
Repubblica stabilire con decreto lo stato giuridico ed economico e gli
Art.3, commi 3 e 4, comma 1 L.9 agosto 1948, organici del personale addetto alla presidenza.
n.1077

Regolamenti Csm e Cnel La legge 24 marzo 1958, n. 195, dispone (art.20), che il
Csm “può disciplinare con regolamento interno il
funzionamento del Consiglio”.
L’art. 20 della legge 30 dicembre 1986, n.936, prevede
che il Cnel possa adottare, in alcune materie, dei
regolamenti approvati, su proposta del Presidente del
Consiglio dei Ministri, dal Presidente della
Repubblica con decreto.

8. La consuetudine
È una fonte-fatto che nasce da un comportamento ripetuto nel tempo (diurnitas, elemento
oggettivo) che si presume giuridicamente vincolante (opinio ac necessitatis).
Tre i tipi di consuetudini:
 contra legem: contrarie a leggi e/o regolamenti.
 secundum legem: che integrano e specificano il dettato legislativo.
 praeter legem: che disciplinano materie non regolate da una legge.

9. La consuetudine costituzionale
Disciplinano i rapporti fra organi costituzionali o istituti costituzionali. è una fonte di rango costituzionale
in quanto contano le lacune della Costituzione e possono essere applicate nella risoluzione dei conflitti di
attribuzione fra i poteri dello Stato e nei giudizi di legittimità. (Esempio: consultazione da parte del
Presidente della Repubblica dei segretari di partito in occasione della formazione del Governo)

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