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LA REPUTAZIONE

Che cos’è la reputazione? È ciò che gli altri pensano di noi, è il filtro sociale
attraverso cui veniamo analizzati, sono gli “occhi” degli altri puntanti su di noi a cui
poi segue la nascita di un quadro di noi stessi. Dal latino rĕpŭtāre – composto dal
prefisso “re”, con valore iterativo, e dal verbo “putāre” (pensare) – la reputazione
esprime sia la stima o il favore che si concede a qualcuno sia la stima e la
considerazione in cui si è tenuti da altri. Dovremmo chiederci se realmente ci
interessa il giudizio degli altri, se vale la pena crucciarci nel pensiero di non rovinarci
l’immagine. Ma non è l’immagine che noi abbiamo di noi stessi, bensì quella che gli
altri hanno di noi. In questo macro-tema della reputazione, ne inseriamo, perciò, un
altro: è importante l’essere o l’apparire? In un mondo, quello di oggi, in cui i social
imperano e l’apparire in un certo modo la fa da padrone, credo che se si voglia dare
un’immagine completa di sé allora l’apparenza debba essere sorretta ed
accompagnata da una spiccata personalità senza mai nascondersi, bisogna puntare
sull’essere per poter essere qualcuno.

Charlie Chaplin diceva:<< preoccupati più della tua coscienza che della reputazione.
Perché la tua coscienza è quello che tu sei, la tua reputazione è ciò che gli altri
pensano di te. E quello che gli altri pensano di te è un problema loro>>. Il suo punto
di vista è condivisibile dal momento che scinde le due sfere ed il concetto è quello
che ho esposto sopra: preoccuparci della nostra coscienza, perché infondo la nostra
coscienza è il nostro mondo interiore e deludere l’Io che costruiamo a fatica e
lentamente può essere una sconfitta. Non per tutti però è così perché chi sceglie di
apparire fonda proprio su quell’asse la propria identità ed è difficile poi individuare
con chiarezza le due parallele, che nel caso della reputazione si incontrano, e come.

Quello che gli altri pensano di noi è un problema loro: più che problema, io la
definirei pillola che potrebbe non sortire nessun effetto collaterale. Ma se parliamo di
reputazione collettiva che è quella che si crea in relazione con gli altri, allora le
conseguenze e i “problemi” non sono solo di chi ha un’idea di noi.
Come diceva Aristotele nella sua Politica: “l’uomo è un animale sociale in quanto
tende ad aggregarsi con altri individui e costituirsi in società”. Ci sta dicendo che
diventiamo chi siamo realmente se ci immergiamo nel tempestoso mare che è la
società. E dico tempestoso perché in tal senso non dobbiamo fare i conti
esclusivamente con la nostra coscienza e perché possiamo macchiarci di qualche
colpa che la società non perdona, perdendo così la reputazione. Quante vite spezzate,
quanti sogni e progetti naufragati a causa di una reputazione ritenuta cattiva,
distruggere una buona reputazione è veramente molto facile. Mi viene in mente il
caso della maestra di Torino che fu licenziata, o si è dimessa (punto che in processo
non è stato chiarito) perché macchiata da un atto vile da parte del suo compagno:
video hard messi in circolazione che hanno rovinato la sua reputazione. Stiamo
parlando di privacy, di quello che si vuole essere tra le nostre quattro mura. E pure,
una reputazione disintegrata con conseguenze nefaste hanno distrutto la vita di una
giovane donna. Quindi si, è vero che ciò che pensano gli altri è un problema loro, ma
se poi tali pensieri vanno ad intaccare chi siamo, il problema diventa anche nostro.
Concludo citando Socrate: << il modo per ottenere una buona reputazione sta
nell’agire per essere ciò che desideri apparire>>. Il filosofo era un greco ed in Grecia
dominavano principi e valori comuni che riflettevano fortemente i pensieri della
società. Gli eroi omerici scendevano in battaglia perché per loro era più importante
non deludere il pensiero degli altri attraverso cui si acquistava la gloria eterna che
restare a casa con la propria famiglia: diventavano “belli e buoni (valorosi), se
agivano.
Ritorniamo al punto di partenza: l’apparenza determina ciò che siamo o è l’essere che
costruisce la nostra immagine? È un circolo vizioso ed è impossibile dare una risposta
precisa e definitiva. Ognuno si faccia la propria idea.

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