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ELISA GASPARRI

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Liberainformazione.org Lantimafia sul web

ESAME: Comunicazione giornalistica PROFESSORE: Sarti Mauro

INDICE Introduzione
1.

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COS LIBERA INFORMAZIONE?


1.1

Come lavora Libera Informazione

1.2 Le risorse economiche 2. RACCONTI DI MAFIA CONCLUSIONI Bibliografia e sitografia

Introduzione
E la stampa, bellezza. E tu non ci puoi fare niente. Niente ! Humphrey Bogart, L'ultima minaccia (1952)

Se Humphrey Bogart fosse vissuto nel 2008, probabilmente la sua battuta sarebbe stata: E il web, bellezza. Forse la frase non avrebbe avuto la stessa carica emotiva, ma il riferimento alla libert dinformazione sarebbe stato di certo pi azzeccato, almeno per quanto riguarda lItalia1. Infatti, il film Lultima minaccia un elogio ai principi di libert e dindipendenza della stampa da ogni forma di potere politico. Libert e indipendenza sono i principi che formano il cuore della democrazia americana fin dagli albori, tanto che il primo emendamento della Costituzione sostiene che il Congresso, non pu fare nessuna legge per limitare la libert di stampa. In Italia le cose sono ben diverse: innanzitutto non si fa altro che legiferare (male) in campo giornalistico, si veda a questo proposito lultimo disegno di legge del Ministro della Giustizia Angelino Alfano, sullutilizzo delle intercettazioni telefoniche. In secondo luogo, la libert di stampa in Italia si riferisce a uninformazione molto vicina ai gruppi dinteresse politico-economici, mentre negli Stati Uniti essa un potere economico a s. Per questo motivo, oggi, almeno per quanto riguarda il nostro Paese, il mezzo pi utilizzato per distribuire democraticamente informazioni Internet e non pi la carta stampata, giacch le testate sono di propriet di editori impuri, mossi da interessi pi politici ed economici che informativi. Il web viene definito nellopera di Pratellesi New Journalism (2004), la tecnologia del contropotere, poich i costi di accesso alla rete sono infinitamente minori rispetto a quelli necessari a pubblicare e diffondere un giornale o a gestire un network tv e permettono potenzialmente a chiunque di produrre informazioni e di renderle pubbliche. E lampante la conseguenza di questa incredibile tecnologia: per la sua vocazione tendenzialmente democratica e anarchica, che oggi gli universalmente riconosciuta, Internet favorisce il collegamento e lo scambio dinformazione tra cittadini da un angolo allaltro della terra, ovunque ci sia un computer collegato alla rete. In questo modo si possono far circolare notizie che altrimenti rimarrebbero intrappolate nei territori in cui si sono sviluppate, senza arrivare alla conoscenza potenziale di tutti i cittadini del globo. Come spiega Mauro Sarti ne Il giornalismo sociale (2007), la nascita di Internet, a partire dal 1995, ha apportato notevoli cambiamenti per coloro che per mestiere devono
Lesistenza in Italia di tanta informazione asservita, complice e pilotata, dimostrata dal poco lusinghiero 35 posto che il nostro Paese occupa nella classifica annuale sulla libert dinformazione stilata da Reporters sans frontires.
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selezionare le notizie: la maggiore accessibilit, i bassi costi di produzione, linterattivit e la multimedialit del mezzo, hanno permesso che si sviluppasse in pochi anni un gran numero di strumenti informativi di carattere giornalistico che si sono messi a competere con linformazione mainstream di stampo giornalistico. Tra questi nuovi strumenti informativi alternativi, troviamo la Fondazione Libera Informazione nata appositamente per il web, proprio per incrementare la diffusione di tutte quelle notizie che non trovano ladeguato approfondimento sul restante mondo dei media. Un progetto, quello di Libera Informazione, che si occupa costantemente di criminalit organizzata e di antimafia, ma che allo stesso tempo rende palese il completo disinteresse da parte dei media nazionali per questo fenomeno. Roberto Morrione, il presidente di Libera Informazione da tempo impegnato con il suo staff di giornalisti a costruire quella che diventata unefficiente rete di raccolta e trasmissione di notizie riguardanti appunto quel tema che dovrebbe essere costantemente trattato e contestualizzato: le mafie. A causa di questa deficienza dei media nazionali nei confronti della criminalit organizzata, ho deciso di fare di Libera Informazione largomento di questa tesina, per diffondere nel mio piccolo lattivit di questa straordinaria iniziativa che raccoglie e approfondisce tutto ci che non viene detto sulle mafie. Molte delle informazioni qui riportate provengono dal sito www.liberainformazione.org e da Stefano Fantino, uno dei redattori di Libera Informazione, che durante i nostri colloqui si impegnato a descrivermi il rapporto tra linformazione e le mafie.

1.

COS LIBERA INFORMAZIONE?

La fondazione Libera Informazione. Osservatorio nazionale sullinformazione per la legalit e contro le mafie, nasce sul web il 19 settembre 2007, e vede tra i suoi partner la FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana), Articolo 21 e la Fondazione Unipolis. Lidea di costituire un osservatorio sui media fu proposta dagli Stati generali dellantimafia nel Novembre 2006. In seguito, su impulso di don Luigi Ciotti, presidente di Libera. Associazioni, nome e numeri contro le mafie, si decise di realizzare la Fondazione Libera Informazione, come mezzo utile per creare una rete tra i micro mondi dell'antimafia e della stampa locale e il grande mondo dell'informazione nazionale. La Fondazione nasce quindi con un preciso compito: essere lo strumento mediale dellassociazione Libera, intenta a diffondere la cultura della legalit. Questultima nata il 25 marzo 1995 dalla volont di don Luigi Ciotti, con lobiettivo di sollecitare la societ civile nella lotta alle mafie e promuovere legalit e giustizia. Attualmente Libera un coordinamento di oltre 1500 4

associazioni, gruppi, scuole e realt di base, territorialmente impegnate per costruire sinergie politico-culturali e organizzative capaci di diffondere la cultura della legalit. Libera riconosciuta come associazione di promozione sociale dal Ministero della Solidariet Sociale, e nel 2008 stata inserita dall'Eurispes tra le eccellenze italiane. Come riesce lOsservatorio, il cuore di Libera Informazione, a creare questa rete dellantimafia? La risposta contenuta nel sito www.liberainformazione.org, tra le cui pagine non si trovano solo articoli, rubriche e rassegne stampa, in altre parole il lavoro di chi si occupa costantemente di mantenere alta lattenzione dei media sulla mafia e sullantimafia, ma soprattutto una serie diniziative, progetti e seminari che vengono periodicamente allestiti sui territori. Infatti, dallavvio dei lavori, lOsservatorio si impegnato a stringere i rapporti con le realt territoriali, con ben 11 seminari, riguardanti il rapporto tra mafia e informazione che si sono svolti nelle regioni meridionali, occupate dalla criminalit organizzata. Il viaggio per continua: nuovi seminari sono in programma nelle regioni del Centro e del Nord Italia, anche perch, ormai, le mafie non sono pi un fenomeno del Meridione, ma un fenomeno a diffusione capillare che ha contaminato lintera economia nazionale, con pericolose proiezioni europee e addirittura intercontinentali. In questo senso, si mostra necessario perci sia fare rete, raccogliendo notizie, informazioni, spunti, lavori e progetti, sia premere sui media italiani, per dare spazio a quelle notizie (non solo in negativo) che spesso faticano a trovarlo nei palinsesti di radio e tv e sulle colonne dei giornali. La creazione del portale web di Libera Informazione funzionale a tutto questo: dare spazio alle voci locali come la stampa, le associazioni e le realt editoriali minori; spingere i media nazionali a dare priorit al tema mafie tramite la segnalazione di notizie locali, proponendo inchieste e approfondimenti; diventare un riferimento per chi si occupa di mafie mettendo on-line lantimafia; creare una rete capillare tra media, realt antimafia, istituzioni, societ civile; costruire un archivio digitale dellantimafia con foto, video, prodotti Teche Rai, sentenze, documenti e fornire strumenti giornalistici sulle mafie come rassegne stampa, newsletter, servizi, approfondimenti, reportage, inchieste, dossier, testimonianze, interviste, segnalazioni di libri, video e di progetti.

1.1

Come lavora Libera Informazione

Nel precedente paragrafo ho sottolineato uno dei principali lavori svolti da Libera Informazione e dal suo Osservatorio, cio i seminari sul rapporto tra informazione e mafia.

Ora meglio addentrarci nel lavoro propriamente giornalistico. Per fare questo mi sono affidata a Stefano Fantino, che ha accettato di aiutarmi a capire come si lavora in una redazione on-line, rispondendo ad alcune mie domande formulate via e-mail. - <Come si lavora nella redazione di Libera Informazione, e di chi vi avvalete?> - <Domanda da un milione di dollari. In redazione siamo in cinque. Sei con il direttore Roberto Morrione. Io e altri due ragazzi siamo i giornalisti/redattori, Giacomo Governatori il nostro grafico e web editor e Gaetano Liardo il segretario di redazione. Dopo i vari seminari con il territorio ognuno di noi tre si prende l'incarico di mantenere i contatti con la regione di cui ha curato il seminario. Ad esempio io, avendo organizzato i seminari in Campania, sono quello che mantiene i rapporti con i giornalisti del luogo, in quanto il fine dei seminari di mettere a confronto i giornalisti su questa tematica molto importante, affinch fungano da fonti, commentatori o estensori di avvenimenti che accadono in quei luoghi. A volte sono loro stessi a inviare articoli facendo emergere notizie locali che altrimenti avrebbero difficolt a sfondare i confini della regione. Per questo Libera Informazione intende essere un amplificatore per alcune notizie e una luce accesa su alcune storie che altrimenti finirebbero subito nell'armadio. La mattina ci riuniamo per qualche minuto e parliamo o di pezzi che ci sono arrivati o di spunti da approfondire, con conseguente decisione sulla collocazione nel web. Capita anche di vedere trattati sui media nazionali determinati temi e quindi chiedere un approfondimento ai contatti sui territori per non relegare nella banalit della cronaca spicciola alcune storie che meriterebbero un approfondimento. Quando vengono proposte interviste si cerca di focalizzare su aspetti importanti e non superficiali e fare interviste riguardanti storie poco note, anche se non mancano i big. Peculiarit del sito la rassegna stampa settimanale, che raccoglie in file pdf e jpeg degli articoli selezionati dai maggiori quotidiani. Un punto importante da sviluppare sono le inchieste/dossier: in realt nulla di trascendentale, se non un puntuale lavoro di raccolta dati, interviste a magistrati e analisi di documenti che permettano di scrivere diversi pezzi di approfondimenti su un tema o sulla presenza mafiosa in una regione>. - <Parliamo della durata delle notizie su Libera Informazione e i tempi di aggiornamento>. - <Soprattutto online una notizia marcisce presto. Ogni due giorni al massimo si rimpiazza il contenuto dellhome page, oppure in presenza di grandi avvenimenti. Inoltre l'uso di brevi posti nel sito in alto a destra ci permette anche aggiornamenti al volo a ogni

occorrenza. Inoltre mi piacerebbe segnalare che su www.articolo21.info2 abbiamo un nostro spazio. L giornalmente pubblichiamo dei nostri articoli>. - <Il problema delle fonti: avete mai avuto problemi di censura delle fonti? Usate i blog (magari di vittime di mafia) come fonti?> - <Domanda complessa. Dipende da chi scrive l'articolo. Per quanto riguarda la redazione devo dire che si usano fonti aperte (procura, documenti pubblici). Per quanto riguarda pezzi dei collaboratori ovviamente sono loro a fare la cernita al nostro posto. Capita inoltre di seguire avvenimenti di persona, quando riusciamo ad avere finanze per viaggiare: allora siamo noi stessi la fonte. E capitato di aver tra le nostre fonti anche siti online oppure parenti di vittime che decidono di avvalersi della nostra voce per raccontare le loro storie>. - <Chi ha la responsabilit legale di ci che viene pubblicato?> - <Punto dolente. Al momento non siamo ancora registrati come testata. A breve lo saremo e sar Roberto Morrione a rappresentarci legalmente. Al momento , di fatto, lui il responsabile>. - <Perch per Libera Informazione stato scelto il web e non la carta stampata, come ad esempio il mensile "Narcomafie"3?> - <Io sono arrivato a Libera Informazione da Narcomafie, della quale sono ancora collaboratore. Penso sia stata una scelta prettamente multimediale, economica e interna. Multimediale perch il portale permette davvero soluzioni varie e pi immediate della carta; economica perch si tagliano i costi altissimi e la difficolt nella distribuzione; interna perch Narcomafie diretto da don Luigi Ciotti, che fa parte del gruppo Abele, che per anche intimamente legato a Libera. Non sarebbe stato opportuno riprodurne una copia>. Da queste risposte si pu ben capire lo spirito e la necessit che muove Libera Informazione: il diritto degli uomini di esprimere ci che non va, di segnalare quello che troppo spesso i media nazionali trascurano, ovvero la quotidianit della mafia, la continua convivenza con questa mega impresa, che grazie ad un fatturato complessivo di 130 miliardi di euro e un utile che sfiora i 70 miliardi, al netto degli investimenti e degli accantonamenti, si pone al primo posto fra le imprese italiane. (dati provenienti dallundicesimo rapporto di SOS Impresa-Confesercenti Le mani della criminalit sulle imprese, presentato a Roma l11 novembre 2008.) Non certamente un vanto, ma per il momento la realt, ancora pesante e ancora potente perch una grossa fetta della societ civile, composta anche da politici e
Articolo 21.info un quotidiano on-line per la libert di espressione. Narcomafie un mensile dinformazione, analisi e documentazione fondata dal Gruppo Abele nel 1993. Lobiettivo della rivista informare sui fenomeni della criminalit organizzata, denunciandone al contempo le ricadute sul piano sociale.
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imprenditori continua a volerla cos. Perci, invece di cogliere le occasioni per smantellare le mafie, si chiude un occhio, cos come ricorda Saverio Lodato, nel saggio allinterno di Giornalismi e Mafie (a cura di Roberto Morrione, 2008), quando, dopo le stragi del 1992, i magistrati della Procura di Palermo osarono processare non solo mafiosi di strada, ma anche uomini politici di prima grandezza, innescando cos a livello nazionale una campagna denigratoria nei loro confronti con la conseguenza che quelli che avrebbero potuto essere gli anni del definitivo smantellamento di Cosa Nostra diventarono invece gli anni pi bui della lotta alla mafia.

1.2

Le risorse economiche

Per la maggior parte dei siti Internet, il principale mezzo di sostentamento rappresentato dagli introiti provenienti dalla vendita di spazi pubblicitari. Per quel che riguarda Libera Informazione invece, vale esattamente lopposto, non vi alcuna traccia di banner pubblicitari: Non nel nostro DNA utilizzare introiti pubblicitari per portare avanti Libera Informazione. Risposta emblematica quella di Gaetano Liardo, il segretario di redazione della Fondazione, che durante il nostro colloquio telefonico mi ha spiegato come vive economicamente Libera Informazione. Innanzitutto essendo una Fondazione stato disposto inizialmente un patrimonio utile ad avviare liniziativa. In secondo luogo entrano nel circuito della fondazione alcuni finanziamenti pubblici, in particolare della Regione Lazio, poich Libera Informazione rientra nella sfera dei quei progetti considerati utili. Infine arrivano fondi stanziati sia dalla Regione Lazio sia da altre Regioni italiane da usufruire per avviare diversi progetti portati avanti da Libera Informazione riguardanti ad esempio leducazione alla legalit e linformazione in generale. Tra questi progetti, non mancano quelli vinti tramite bandi promossi da altre fondazioni, banche ed enti per realizzare programmi rivolti a mantenere viva la memoria italiana, per mezzo di archivi e documentari.

2 RACCONTI DI MAFIA
Nel momento in cui ho deciso di fare di Libera Informazione il tema di questa tesina la prima questione che mi venuta in mente, stato il rapporto tra le mafie e linformazione. Non c ladeguata attenzione dei media nazionali sulla criminalit organizzata, tranne quando vengono arrestati i boss, i latitanti, oppure quando c del sangue da raccontare, o ancora quando Saviano viene minacciato di morte per Gomorra. Fatti sicuramente importanti, che hanno eco anche allestero, ma che rappresentano solo una piccola parte di quello che sono le mafie. Ci che i telegiornali raccontano solo la superficie di un fenomeno che ben pi profondo, un fenomeno che ha abbandonato il folklore della lupara per insinuarsi silenziosamente nella politica, nelleconomia e nella finanza, limitando la strategia degli omicidi, delle stragi, le bombe e le minacce. Infatti, latteggiamento della criminalit organizzata molto cambiato rispetto agli anni 90, gli anni delle grandi stragi, come quando, ad esempio, nel 1993 Cosa Nostra dimostr quanto poteva essere spietata: Giovanni Brusca e altri mafiosi rapirono il piccolo Giuseppe di Matteo, 11 anni, figlio del collaboratore di giustizia Santo, lo strangolarono e il suo corpo fu sciolto nellacido. Ora le mafie non si comportano pi cos, hanno capito che per agire con tranquillit meglio non fare troppo baccano; ed proprio per questo nuovo comportamento della criminalit organizzata che non basta parlarne solo quando ci sono i grandi avvenimenti, quando sono coinvolti i maggiori esponenti. Non si pu capire che cos la ndrangheta o la camorra se tutto ci che viene spiegato dai mass-media sono solo le conseguenze visibili dei loro sporchi affari. Con Stefano ho parlato proprio di questo, e lui mi ha inviato del materiale che ha usato per tenere una lezione alla facolt di Giurisprudenza, per spiegarmi il motivo per cui circolano poche informazioni sulle mafie. Innanzi tutto, entra in gioco un criterio particolarmente importante del giornalismo che determina il grado di notiziabilit di un evento: il criterio della vicinanza. In poche parole questo valore notizia implica che quanto pi un fatto accade vicino ai lettori tanto pi aumenta la probabilit che questo li possa interessare; non si tratta solo di una vicinanza fisica ma anche ideologica e culturale. E evidente, infatti, che la maggiore copertura informativa di eventi economici e culturali riguardanti il mondo occidentale sia da ricondursi anche a questo fattore. (Sorrentino, 2002). Da questo punto di vista spesso il tema mafioso sentito lontano dal nostro contesto abitativo, come se le mafie avessero

un solo luogo in cui agire, il Meridione, distante centinaia di chilometri dal prosperoso Nord. Per questo motivo hanno pi rilevanza gli episodi di microcriminalit urbana, come i borseggi o gli stupri che sono percepiti come una pi vera e reale minaccia alla sicurezza personale, e che, come ha scritto Stefano, in fondo potrebbero colpire tutti, mentre la mafia rimane una questione loro. Lo scippatore, il mendicante, la prostituta sono tutti casi che toccano da vicino, in quanto incidono in maniera molto pi evidente sulla realt quotidiana. Si minimizzano in tal modo le influenze enormi della criminalit organizzata su affari e politica, a livello nazionale e sovranazionale. In secondo luogo i media hanno la tendenza a interpretare i fatti secondo un unico valore, che utilizzato come base per costruire modelli interpretativi da applicare alla scena quotidiana. Ultimamente il valore pi utilizzato quello della sicurezza. Il problema nasce quando il criterio di notiziabilit di un evento dettato da questo unico valore, perch saranno considerati come non sicuri e quindi degni di considerazione solo avvenimenti come una rapina in villa o uno stupro. Cose esecrabili e sicuramente da comunicare, nessun dubbio a riguardo, ma lampante come si arrivi, utilizzando solamente questo frame interpretativo, a riempire giornali e telegiornali di violenze realisticamente percepite dalla gente senza toccare altri temi, magari meno direttamente riconducibili a unemotivit epidermica ma sicuramente importanti. Il tema mafioso risente molto spesso di questa limitata disponibilit di modelli interpretativi. Da tutto ci ne deriva che il valore della sicurezza sia applicato alle mafie solo nei casi di regolamenti di conti, o attentati a scopo di estorsione. Come ho detto sopra, le mafie sono cambiate, hanno legami politici ed economici, quindi trattare solo dellala militare, quella che uccide e minaccia, non pi sufficiente. Si fa largo perci la necessit di abbandonare quellapproccio per cui linformazione si ricorda della criminalit organizzata, solo quando ci sono le emergenze. Purtroppo per la disinformazione sui temi mafiosi non si esaurisce qui: oltre a poca informazione, c anche tanta informazione errata. Saverio Lodato n da qualche esempio sempre nel suo saggio allinterno di Giornalismi e Mafie. Un esempio su tutti riguarda ci che fu scritto e detto dai media, sullesito di quello che stato definito il processo del secolo: il processo Andreotti. Il sette volte Presidente del Consiglio fu condannato dalla Cassazione per aver concorso al rafforzamento dellassociazione mafiosa, con prescrizione del reato. In poche parole, i giudici lo dichiararono colpevole per il reato, ma a causa della prescrizione, non ci fu alcuna assegnazione di pena. Questa sentenza non 10

signific lassoluzione dellimputato per non aver commesso il fatto, ma, nonostante ci, Andreotti fu presentato dalla stampa e dalle televisioni come il Grande Assolto. Fortunatamente, non tutta linformazione riguardante i temi di mafia inficiata da interessi politici o da interessi economici, dal numero di copie vendute o dagli ascolti raggiunti. Libera Informazione con il suo portale web e i suoi seminari sono un ottimo esempio di ci che significa fare informazione, non solo sulla mafia, ma soprattutto sullantimafia. Emerge limportanza di raccontare il positivo, anche se, nel giornalismo, le conquiste nel campo della lotta alla mafia non fanno notizia, sempre se non compaiano grandi nomi come la Confindustria siciliana impegnata a lottare contro il pizzo e la mafia. Non c dubbio che questa sia una notizia positiva, ma non bisogna dimenticare che ci sono persone che con coraggio lottano quotidianamente contro questo tipo di potere. Vincenzo Conticello, titolare dell'antica focacceria "San Francesco" una di queste persone che decise di dire no alla mafia. Infatti, nellaula del tribunale di Palermo, Conticello indic al Pm uno dei suoi estorsori: Giovanni Di Salvo, l'uomo che pi volte era andato a chiedere il pagamento del pizzo o a proporre mediazioni per conto del racket. Vincenzo Conticello vivo, al contrario di quello che possiamo essere indotti a pensare ogni volta che qualcuno rifiuta di piegarsi alla mafia, e la sua focacceria ancora il locale pi rinomato e frequentato di Palermo, a dimostrazione del fatto che ci sono tante lotte alla mafia che hanno avuto un lieto fine. La rete che si creata attorno a questuomo, che non stato lasciato solo dalle autorit, dalla famiglia e dai palermitani la stessa che deve legare tutti coloro che si occupano di questo fenomeno o che, per disgrazia, sono costretti a conviverci: giornalisti, scrittori, uomini di chiesa, studenti e persone comuni che devono collaborare per tenere sempre costante lattenzione dellopinione pubblica sulle mafie. Questo lunico modo per fare una corretta informazione: costanza nellattenzione al fenomeno mafioso e contestualizzazione delle notizie. Ci significa che le informazioni sulle mafie non devono sostituirsi luna allaltra, ma al contrario devono essere riprese e collegate tra loro, in modo da fare emergere i rapporti tra mafie, politica ed economia, e quindi dare allopinione pubblica un quadro informativo completo criminalit organizzata e i suoi legami. Non mancano sicuramente le difficolt per portare alla luce gli affari di mafia, soprattutto a causa dellisolamento nel quale crollano quelle minoranze o quegli alieni, come li chiama Gian Carlo Caselli nella prefazione del libro Giornalismi e Mafie, che sono i giornalisti che non accettano di convivere con la mafia, e che quindi la denunciano nei loro articoli e nelle loro inchieste. Infatti, accade spesso che questi professionisti siano lasciati soli dai colleghi e dalle redazioni. Questo, forse anche pi delle minacce di morte, la 11

vera tomba dellinformazione, che porta a censurare e ad autocensurare quegli articoli che vanno oltre la semplice descrizione degli avvenimenti; peccato che il baricentro delle osservazioni, pi che sulle manifestazioni percepibili come criminali, con immediatezza ed evidenza, vada situato soprattutto sul versante grigio delle attivit economiche e finanziarie delle mafie, anche se sono proprio le inchieste che si sviluppano su questo versante che rendono il giornalista scomodo e quindi parte della minoranza aliena. A questo proposito, lopera di Libera Informazione molto importante perch da un lato riunisce quei giornalisti isolati, e dallaltro permette loro di continuare il lavoro giornalistico: informare lopinione pubblica. A tale riguardo riporto qui di seguito uno stralcio della lettera di presentazione del sito, firmata dal presidente Roberto Morrione, che pu far comprendere ancor meglio lo spirito della Fondazione: Il contributo che chiediamo a quanti si trovano a operare nelle realt locali quello di diventare una sorta di antenna, un riferimento per losservatorio da un lato e per lesterno dallaltro. Con forme da specificare, si tratta di segnalare casi, notizie, di intervenire con articoli e reportage, pensando da subito a costruire una rete capillare che connetta informazione, associazioni, istituzioni e societ civile. Da un lato una collaborazione volontaria e gratuita, dall'altro una vetrina nazionale e la legittimazione di quello che vorremmo diventi un autorevole riferimento per chi si occupa di lotta alle mafie. Ai professionisti dell'informazione chiediamo attenzione costante, apertura alle sollecitazioni che verranno dall'osservatorio e un contributo in prima persona per fare del tema mafie una priorit.

Conclusioni
In questultima parte vorrei presentare alcuni punti che sono stati affrontati nel corso del seminario per la Regione Emilia Romagna, tenuto dallOsservatorio di Libera Informazione in occasione del festival di Politicamente Scorretto. Il 28 novembre 2008 si sono incontrati al Punto Spazio Espositivo di Casalecchio di Reno (BO) alcuni professionisti dellinformazione e aspiranti tali per ascoltare e in seguito dibattere alcuni problemi riguardanti il rapporto tra informazione e mafie. Al seminario sono intervenuti Daniele Borghi, il referente di Libera Emilia Romagna, Roberto Morrione, Federico Lacche giornalista di Radio Citt del Capo e Gerardo Bombonato, il Presidente dellOrdine dei Giornalisti Emilia Romagna. Ci che ho ascoltato in questo incontro in qualche modo una sintesi di ci che stato detto nelle precedenti pagine, ma attraverso un punto di vista molto pi concreto: la viva testimonianza di alcuni giornalisti che hanno visto gli affari mafiosi. 12

Innanzi

tutto

il

primo

intervento di Daniele Borghi ha evidenziato come anche in Emilia Romagna, una estranea da ai sempre considerata regione

collegamenti malavitosi, si siano concentrati gli affari della criminalit organizzata. Queste avvenute infiltrazioni sono principalmente

tramite due condotte: il soggiorno obbligato, frutto di quel principio per cui si pensa di neutralizzare i mafiosi privandoli del loro habitat (comportamento che ha permesso al fratello di Riina di andare in soggiorno obbligato a Budrio, nel bolognese), e i flussi migratori, un lasciapassare per lo stanziamento consistente anche di malavitosi. Una volta giunti nella regione, questi criminali si adoperano per i loro sporchi affari soprattutto in unattivit, molto redditizia e poco visibile: ledilizia, un ottimo modo per pulire denaro sporco, da investire in seguito. Ovviamente non mancano prostituzione, spaccio e gioco dazzardo. La presenza malavitosa in Emilia Romagna stata confermata anche da un giovane giornalista della Gazzetta di Modena, Giovanni Tizian, che ha raccontato della piccola inchiesta portata avanti dal giornale sul caporalato. Proprio sullo stato dellinchiesta e in generale del buon giornalismo in Italia intervenuto Roberto Morrione, il quale ha sottolineato non solo gli impedimenti che potrebbero derivare dalle leggi bavaglio eventualmente approvate dal Governo, ma soprattutto la crescente perdita per il gusto dellinchiesta e per linteresse ai temi mafiosi da parte dei giornalisti. Tale andamento del giornalismo sicuramente collegato sia allisolamento in cui incorrono i cronisti che si occupano di mafie sia al precariato: Un giovane pagato quattro euro ad articolo non messo nelle condizioni di lavorare. Da queste considerazioni Gerardo Bombonato ammette la necessit di una riforma professionale e unassenza spesso ingiustificata su questi grandi temi, anche se in alcuni casi continuano a interessare i professionisti dellinformazione come Federico Lacche impegnato con la sua Radio a portare i racconti di mafia agli ascoltatori. Infatti, Radio Citt del Capo ha inserito da pi di un anno nel suo progetto un programma, Libera Radio, che intende 13

restituire le voci di attualit sul tema della mafia e dellantimafia, per illuminare ci che accade nel sottobosco italiano. Il seminario terminato con la proiezione di un documentario realizzato dai ragazzi di Blogos4 in Calabria, nei terreni confiscati alla ndrangheta.

Bibliografia e sitografia
Marrone R. (a cura di), Giornalismi e Mafie, Ega Editore, 2008 Pratellesi M., New Journalism, Bruno Mondadori, 2004 Sarti M., Il giornalismo sociale, Carocci, 2007 Sorrentino C., Il Giornalismo: che cos, e come funziona, Carocci, 2002 www.articolo21.info http://blog.panorama.it http://cittanuovecorleone1.blogspot www.google.it www.libera.it www.liberainformazione.org www.narcomafie.it

Blogos il progetto per i giovani di Casalecchio delle Culture, Istituzione dei Servizi Culturali del Comune di Casalecchio di Reno, reso possibile grazie al contributo della Regione Emilia Romagna nellambito della Legge Regionale 21/96 Promozione e Coordinamento delle Politiche Rivolte ai Giovani.Lobiettivo primario del progetto Blogos la promozione della creativit giovanile, in ogni sua forma e manifestazione.
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