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Dopo che un pretore ebbe condannato alla pena capitale una donna nel
suo tribunale, la consegnò al triumviro affinché la uccidesse in carcere.
Dopo che colui che era a capo della custodia l'ebbe presa in consegna,
mosso da pietà, non la strangolò subito: autorizzò anche la figlia ad
incontrarla, ma dopo averla perquisita con cura, affinché non portasse
cibo, ritenendo che essa sarebbe stata consumata dalla fame. Passando
però parecchi giorni, chiedendosi tra sé e sé cosa mai ci fosse con cui si
sostentasse cosi a lungo, dopo aver osservato con più attenzione la figlia,
si accorse che quella, tirata fuori la mammella, placava la fame della
madre con l'aiuto del suo latte. La singolarità di uno spettacolo tanto
ammirevole fu riferita dallo stesso (carceriere) al triumviro, dal triumviro
al pretore, dal pretore al collegio dei giudici e ottenne la remissione della
pena per la donna. Dove non giunge o cosa non escogita l'amore filiale?
Cosa infatti è tanto strano, tanto inaudito quanto una madre nutrita dalle
mammelle della figlia?