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SVEUČILIŠTE U ZADRU

ODJEL ZA TALIJANISTIKU

L’ANALISI DE LA CORSARA DI RAFFAELE CECCONI


Seminarski rad

Kolegij: Egzil i migracije u talijanskoj književnosti

Student / Studentica: Roberta Abramović


Predmetna nastavnica: doc. dr. sc. Nikolina Gunjević Kosanović

Zadar, prosinac 2022.


Raffaele Cecconi è lo scrittore e il poeta d’origine zaratina che scrive nella lingua
italiana, nato l’8 dicembre 1930 e morto il 9 agosto 2017. Trascorre la sua infanzia in una
parte della città di Zara che si chiama Barcagno (oggi Brodarica). Durante la Seconda guerra
mondiale già dagli anni d’adolescenza lui lascia il paese con la sua famiglia e qualche anno
dopo torna con la famiglia a Zara. La sua opera più nota è La corsara, con la quale ha vinto il
premio “Prove Rapallo” nel 1966. A Zara si trova adesso anche la versione di quest’opera
scritta e tradotta nella lingua croata. La corsara parla proprio d’esilio e si può dire che questo
romanzo autobiografico mostra la situazione politica di Dalmazia (Zara) dopo la Seconda
guerra mondiale. Il tema che tocca “l’esilio”, tocca proprio l’individuo che viene tolto fuori
dal suo paese. Quando si tratta dell’esilio degli italiani con le origini zaratine, si tratta di un
fenomeno speciale e diverso perché loro non hanno perso la patria, dato che Zara in quel
tempo era la capitale della Dalmazia italiana. Questo significa che quegli esuli che hanno
lasciato Zara, hanno perso la sua città, ma non hanno perso la propria patria. Cecconi e la sua
famiglia dovevano lasciare la propria casa durante la fuga e quando erano tornati a Zara, la
loro casa non era più disponibile a loro, tutte le proprietà erano distrutte, la loro casa, i mobili,
tutto era distrutto o alienato e dovevano tornare in Italia. Quando sono tornati di nuovo
dovevano vivere in una casa diversa.
Si tratta di un romanzo molto interessante, anche se l’autore stesso dice che nessuno
voleva pubblicarlo per i motivi politici. Questo si può vedere dal messaggio dell’autore
dedicato al lettore: “(…) che il libro nonostante il premio è stato respinto dagli editori italiani
non soltanto per i motivi esposti sopra quanto perché tocca temi politicamente non graditi.” 1
La struttura del romanzo all’inizio, nella prefazione, fa interessare perché l’autore crea una
specie di gioco con i lettori. Sotto il titolo del romanzo c’è scritto “romanzo quiz”. Perché
proprio “romanzo quiz”? Perché i lettori sono invitati a indovinare l’identità dell’autore.
Bastava solo inviare una cartolina a Venezia all’indirizzo scritto dall’autore. 2 La trama del
romanzo tratta la storia di giovane Enrico e i suoi amici, Tonci e Nevenka. Tonci è il suo
vecchio amico, ma sono passati gli anni che non si avevano visto. “(…) in quel ragazzo dritto
3
e alto, mezzo vestito da militare, riconosco a stento l’antico compagno di banco” Enrico lo
ammira. La corsara è il nome della barca di Tonci. Questo nome l’ha invitato suo padre,
perché lui anche aveva una barca da giovane con lo stesso nome. Tonci è un ragazzo povero,
rimasto con suo padre, senza madre. Lui deve prendersi cura di suo padre già vecchio. Così si
1
Cfr. Ivi, p. 111.
2
Cfr. Ivi, p. 159.
3
Cfr. Ivi, p. 174.

1
vede il contrasto di ragazzi. Enrico, anche se “impoverito”, ha tutti e due i genitori, mentre
Tonci era rimasto senza madre e anche Nevenka non ha la madre perché l’ha abbandonata. Si
vede anche quel contrasto di Tonci ed Enrico, la sapienza della vita pratica di Tonci era una
cosa per ammirare davvero da parte di Enrico. Lui sapeva tantissime cose, per esempio, come
annaffiare il giardino, le piante, come riparare le cose, come prendersi cura di maiali, come
darli da mangiare, sapeva tutto che riguardava la vita sul mare, la barca, i frutti di mare, come
raggiungerli e come mangiarli in modo giusto. Enrico dall’altra parte non doveva
preoccuparsi di nulla. La sua famiglia ha una casalinga Albina che era con loro da lungo
tempo.4 “Tu sei portato per i libri e per le scartoffie, io per annaffiare i pomodori.” 5 Questa
frase l’ha detta Tonci ad Enrico. Nevenka è una ragazza di cui tutti e due i ragazzi erano
innamorati. Questa situazione di tre ragazzi è davvero descritta in un modo preciso come “un
triangolo d’amore”. Enricoo voleva sapere se Nevenka si piacesse a Tonci. Nevenka è una
ragazza croata, con i capelli biondi, gli occhi azzurri, che non parla troppo bene l’italiano. È
una figlia di giudice.6 “Quegli sguardi per me stavano a significare un’intesa, una promessa.” 7
Già menzionato, il rapporto tra i tre ragazzi si basa sul triangolo d’amore. Questo si può
analizzare dai pensieri di Enrico: “Dove sono Nevenka e Tonci?”. Enrico si sente tradito dalla
parte di Tonci e Nevenka quando vede che si baciano. Si sente vergognato con il sentimento
amaro. Il tempo anche, la pioggia descrive lo stato d’anima e i sentimenti di Enrico in quel
momento della tradizione. Lui era geloso di Tonci. Era innamorato di Nevenka.. Era
arrabbiato con Tonci perché lui gli ha negato i propri sentimenti verso Nevenka. Si sente
vegognato per colpa di gelosia.8 Odiare Nevenka a qusto punto per Enrico significa odiare il
mondo slavo perché le sarebbe la rappresentante.9
Tutti e tre i ragazzi passavano il loro tempo libero sulla barca e con questa vedevano
tanti posti della costa dalmatica, tranne Zara.
Di quanto tratta la città di Zara, viene menzionata anche oggi presente la famosa
Sfinga che si trova al Barcagno (oggi Brodarica). Viene anche descritta la riva del Barcagno
sulla quale i ragazzi trascorrono il loro tempo libero. Viene anche menzionato il famoso
“Ballo di Zara” al quale sono stati i ragazzi e abbiamo anche la descrizione dell’atmosfera
10
soffocante e il puzzo d’odore delle sigarette dalla gente e che si trovava lì. Ci sono anche le

4
Op.cit. Raffaele Cecconi, La Corsara, Editrice Corsara, Venezia, 1968., p.7.
5
Ivi, p.108.
6
Cfr. Ivi, p. 45-43.
7
Cfr.ivi p. 7-13.
8
Cfr. Ivi, p. 36.
9
Cfr. Ivi, p. 36-152.
10
Cfr. Ivi,

2
descrizioni delle isole e altri posti che circondano Zara e anche Dalmazia (riva di Zara, Val di
Maistro, Sfinga, San Michele da dove si potevano vedere i posti d’Istria, Pergola, isola di
Ugliano (paese d’ Oltre), isola dei Frati, canale di Zara, Calle Larga). 11 Queste descrizioni
danno un valore davvero importante di quanto tratta lo sfondo storico di Zara e Dalmazia di
quel periodo. Il protagonista sente così l’esilio interiore, che si può vedere dall’ esempio
quando doveva iscriversi a scuola. Le scuole erano tutte croate e invece lui non conosceva la
lingua croata, poteva solo scambiare qualche parola con Tonci. 12 Lui non sapeva più come
identificarsi, la sua identità italiana-dalmata era confusa:”L’Italia cos’è? Per me è una terra
che sta lì, dietro le isole, (...)” 13 Lui non conosce l’altra forma di patria che questa.
Il romanzo finisce con il fatto che Tonci e Nevenka si sono lasciati. Alla fine si
descrive la scena del famoso “Ballo di Zara” al quale si trova proprio Nevenka. Enrico si
domanda che potrebbe forse essere un ragazzo qualsiasi con il quale Nevenka possa ballare lì,
a differenza di lui e Tonci. Questo romanzo era molto interessante da interpretare perché
mostra l’immagine della vita in Dalmazia del periodo Dopoguerra. Il romanzo tratta i fatti
importanti storici di Zara e di Dalmazia sotto l’influsso italiano e poi tratta anche l’esilio
interiore che si può interpretare dalle descrizioni fatte dall’autore in un modo straordinario. Il
motivo d’esilio si può trovare già dalla Bibbia, con descrizione delle fughe e i spostamenti
geografici. L’esilio interiore del protagonista ci fa riflettere con i suoi stati d’animo e i suoi
sentimenti. Non è una cosa facile sentirsi esiliato nella propria patria che soffre tanti influssi
politici e linguistici ai quali dovrebbe adattarsi. Questo esilio degli italiani in Dalmazia non è
la stessa cosa come l’esilio che veramente tratta l’esilio geografico quando l’individuo o il
popolo intero forse abbandona la sua patria, perché dato che Zara fosse la capitale della
Dalmazia, allora italiana, la patria rimarrebbe la stessa, quindi l’Italia. Ma questo sentimento
interiore forte di appartenenza indica che sempre manca qualcosa di più.

11
Ivi, p.84.
12
Ivi, p. 25.
13
Ivi, p.177.

3
La bibliografia:
1. Cecconi, Raffaele, La Corsara, Editrice Corsara, Venezia, 1968.

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