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Lavoratori Impatriati in Italia guida all'agevolazi…

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impatrio in Italia ! Lavoratori Impatriati in Italia: guida
all’agevolazione 2022

Fisco Internazionale Agevolazioni fiscali per impatrio in Italia

Lavoratori
impatriati in italia:
guida
all’agevolazione
2022
Agevolazione fiscale legata ai lavoratori impatriati in
Italia dopo un periodo di almeno due anni di lavoro o
studio all'estero. Le agevolazioni dopo l'entrata in
vigore del Decreto Crescita.

di Federico Migliorini - sabato 1 Gennaio 2022 ore 7:44


" 447
Indice degli Argomenti

I redditi di lavoro dipendente e di


lavoro autonomo prodotti da
lavoratori che hanno trasferito la
residenza in Italia concorrono alla
formazione del reddito complessivo
nella misura del 30% (o 10%).
Articolo 16, commi 1 e 2 del D.Lgs.
n 147/15. Tutte le informazioni in
questa guida aggiornate al 2022.
Regime dei lavoratori impatriati in Italia:
la norma
Requisiti soggettivi dell’agevolazione
impatriati
Articolo 16, comma 1 del DLGS
147/15: requisiti
Articolo 16, comma 2 del DLGS
147/15: requisiti
Le categorie di reddito agevolabili
Esclusa la possibilità di un’interpello
preventivo
Decorrenza dell’agevolazione impatriati
Potenziamento dell’agevolazione legata
ai lavoratori impatriati in Italia – ulteriore
quinquennio
Lavoratori impatriati nelle regioni del
Sud ed Isole: reddito tassato al 10%
Chiarimenti di prassi relativi
all’agevolazione impatriati in Italia
La residenza fiscale degli impatriati
Leva fiscale per l’impatrio di
lavoratori esteri
Attività lavorativa prestata
prevalentemente in Italia
Collegamento tra trasferimento in
Italia ed inizio dell’attività lavorativa
Datore di lavoro non residente
Lavoratori del mondo dello sport ed
agevolazione impatriati
Lavoratori impatriati: richiesta
dell’agevolazione
Agevolazione impatriati per i
lavoratori autonomi
Lavoratori Impatriati: ultimi chiarimenti
sull’agevolazione
Lavoratori impatriati in caso di distacco
di lavoro dipendente all’estero
Regime dei lavoratori impatriati in caso
di trasferte internazionali dei lavoratori
dipendenti
Le sanzioni in caso di decadenza
dall’agevolazione impatriati
Regime degli impatriati e presentazione
dell’istanza di interpello
Agevolazione legata ai lavoratori
impatriati in Italia: conclusioni
Agevolazione legata ai lavoratori
impatriati: FAQ
Lavoratori impatriati: consulenza fiscale
online per lavoratori impatriati in Italia
Cosa NON comprende la
consulenza?

I redditi di lavoro dipendente e di


lavoro autonomo prodotti da
lavoratori che hanno trasferito la
residenza in Italia concorrono
alla formazione del reddito
complessivo nella misura del
30% (o 10%). Articolo 16, commi
1 e 2 del D.Lgs. n 147/15. Tutte le
informazioni in questa guida
aggiornate al 2022.
Una delle misure volte ad incentivare
l’ingresso in Italia di lavoratori sicuramente
più apprezzate e che ha registrato un
ampio utilizzo è il regime dei Lavoratori
Impatriati. Si tratta di una norma
introdotta per la prima volta dall’articolo
16 del D.Lgs. n. 147/15 modificata (per
l’ultima volta) dal Decreto Crescita, D.L.
n. 34/19. In particolare, come vedremo il
Decreto Crescita ha apportato ingenti
modifiche alla disciplina dei Lavoratori
Impatriati in Italia.

La ratio della misura è intuitiva, garantire


una esenzione fiscale ai contribuenti che
decidono di trasferire la residenza
fiscale nel nostro Paese. Per questi
lavoratori è riservata una particolare
agevolazione fiscale. Mi riferisco alla
possibilità di tassare al 30% (o 10%) i
redditi da lavoro dipendente, lavoro
autonomo o di impresa (esercitati in forma
individuale) per 5 periodi di imposta (di
base) estendibili, al verificarsi di ulteriori
condizioni, per ulteriori cinque anni.

La norma risulta particolarmente


interessante ed applicabile sia ai cittadini
italiani espatriati all’estero, sia a soggetti
con cittadinanza estera che impatriano in
Italia per lavoro. La norma è, quindi, volta
ad incentivare il rientro in patria di
lavoratori che negli ultimi anni vivono
stabilmente all’estero. Tuttavia, allo stesso
tempo si cerca di invogliare cittadini
stranieri a trasferirsi in Italia per lavoro.

L’incentivo, come sempre in questi casi, è


costituito da una agevolazione fiscale,
legata alla riduzione della base
imponibile IRPEF del lavoratore.

Attenzione, però!
La norma prevede una serie di requisiti da
rispettare per poter beneficiare di questa
agevolazione. Inoltre, la normativa richiede
che sia il lavoratore a dover autocertificare
la presenza di questi requisiti, senza poter
beneficiare della possibilità di usufruire
dell’interpello probatorio (ovvero la
possibilità di chiedere direttamente
all’Agenzia delle Entrate il rispetto o meno
dei requisiti richiesti). Ho approfondito
questa tematica in questo articolo:
“Mancanza di interpello probatorio
nell’agevolazione impatriati“.

Sono tantissime le domande che mi


arrivano su questo argomento. Per questo
motivo ho deciso di realizzare questo
contributo per cercare di sciogliere i
principali dubbi sull’argomento. Al termine
di questo articolo potrai trovare i
riferimenti per metterti in contatto come se
vuoi farmi analizzare la tua situazione in
relazione all’agevolazione fiscale per i
lavoratori impatriati.
Regime dei lavoratori
impatriati in Italia: la
norma
Il regime dei lavoratori
impatriati in Italia è
disciplinato dall’articolo
16 del D.Lgs. n.
147/2015 c.d. “Decreto
Lavoratori impatriati
internazionalizzazione”
(Gazzetta Ufficiale n.
132 dell’8 giugno 2016). Si tratta di una
norma avente carattere strutturale, che
dispone quanto segue:

I redditi di lavoro dipendente e


assimilati, i redditi di lavoro
autonomo prodotti in Italia da
lavoratori che trasferiscono la
residenza nel territorio dello Stato
ai sensi dell’articolo 2 del DPR n
917/86 concorrono alla
formazione del reddito
complessivo limitatamente al 30%
del suo ammontare (…)

Articolo 16, comma 1, DLgs n 147/15

L’agevolazione in commento prevede un


duplice ambito di applicazione. Si tratta
dei requisiti richiesti dal comma 1 e dal
comma 2 dell’articolo 16 D.Lgs. n. 147/15.
Ogni soggetto interessato all’agevolazione
ha facoltà di verificare in quale dei due
ambiti verificare i propri requisiti. In
entrambi i casi l’agevolazione a cui si ha
beneficio rimane identica. Tale regime è
stato ridefinito dal D.L. n. 34/19, c.d.
“Decreto Crescita“. Tra le novità principali
l’eliminazione dell’obbligo di iscrizione
AIRE e l’estensione dell’agevolazione per
un ulteriore quinquennio (al verificarsi di
alcune condizioni espressamente
previste).

Andiamo ad analizzare, quindi, di seguito i


due ambiti dell’agevolazione legata ai
lavoratori impatriati in Italia, tenendo in
considerazione anche quanto chiarito con
la Circolare n. 33/E/2020 dell’Agenzia
delle Entrate e con la precedente
Circolare n. 17/E/2017 (Parte II, paragrafo
3).

Requisiti soggettivi
dell’agevolazione
impatriati
L’art. 16 del D.Lgs. n. 147/15 definisce i
requisiti soggettivi ed oggettivi necessari
per accedere al regime speciale dei
lavoratori impatraiti. Come anticipato i
requisiti del comma 1 e del comma 2
dell’articolo in commento sono da
verificare alternativamente al fine di
poter fruire dell’agevolazione.

Articolo 16, comma 1 del DLGS


147/15: requisiti
Il comma 1 dell’articolo 16 del D.Lgs. n.
147/15, prevede il rispetto di alcuni
requisiti per l’ottenimento
dell’agevolazione. In particolare, la
tassazione ridotta del reddito avviene
rispettando le seguenti condizioni:

Il lavoratore non deve essere stato


residente fiscalmente in Italia nei due
periodi d’imposta precedenti il
rimpatrio;
Il lavoratore si impegna a risiedere
fiscalmente in Italia per almeno due
anni;
L’attività lavorativa è prestata
prevalentemente nel territorio italiano.

Articolo 16, comma 2 del DLGS


147/15: requisiti
Il successivo comma 2 dell’articolo 16,
estende i medesimi benefici fiscali ai
soggetti di cui all’articolo 2, comma 1,
della Legge n. 238/10. Si tratta
dei cittadini dell’Unione Europea, che
abbiano risieduto continuativamente per
almeno 24 mesi in Italia e che, sebbene
residenti nel proprio Paese di origine:

Siano in possesso di un titolo di laurea,


abbiano
svolto continuativamente un’attività
di lavoro, dipendente o autonomo, o
un’attività di impresa fuori dal proprio
Paese di origine e dall’Italia negli ultimi
24 mesi o più;
Abbiano
svolto continuativamente un’attività di
studio fuori del proprio Paese di origine
e dall’Italia negli ultimi 24 mesi o più,
conseguendo un titolo di laurea o una
specializzazione post lauream.
Relativamente ai rapporti tra i due
menzionati commi, la Circolare n.
17/E/2017 ha chiarito che:

“l’art. 16, comma 2, però, nonostante


richiami espressamente i soggetti della
Legge n. 238/10, secondo quanto si
evince dal Decreto attuativo, richiede solo
alcuni dei requisiti soggettivi” ivi previsti.
In particolare, non si richiede, ad esempio:

né che il lavoratore sia stato


precedentemente residente in
Italia per almeno ventiquattro mesi
e che resti in Italia per almeno
cinque anni, né che abbia
trasferito la residenza in Italia
entro tre mesi dall’inizio
dell’attività
Tuttavia, come riportato dalla Circolare n.
33/E/2020 nonostante il comma 2 non
indichi espressamente un periodo minimo
di residenza estera come chiarito con la
Risoluzione n. 51/E/2018, considerato che
il medesimo comma 2 prevede un periodo
minimo di lavoro all’estero di due anni,
si ritiene che anche per detti soggetti “la
residenza all’estero per almeno due periodi
di imposta costituisca periodo minimo
sufficiente ad integrare il requisito della
non residenza nel territorio dello Stato e a
consentire l’accesso al regime agevolato“.

Le categorie di reddito
agevolabili
Rispettando questi requisiti risultano
agevolabili, per il lavoratore impatriato, le
seguenti categorie di reddito:

Il reddito da Lavoro dipendente e


assimilato o
Il reddito da Lavoro autonomo che
derivano dall’esercizio di arti e
professioni di cui all’art. 53 del TUIR,
svolte sia informa individuale che
associata (ad esempio, nella forma di
associazione professionale);
Oppure, il reddito di impresa. Sul punto
la citata Circolare 33 del 2020 afferma
che sono agevolati i soli redditi di
impresa prodotti dal soggetto
impatriato, non ritenendo agevolabili i
redditi prodotti dalle società di persone
commerciali e imputati per trasparenza
direttamente a ciascun socio, in
proporzione alla propria quota di
possesso ai sensi dell’art. 5 del TUIR. E’
escluso dal regime il reddito di impresa
prodotto dalle SRL a “ristretta base
proprietaria” i cui soci sono
esclusivamente persone fisiche, ex art.
116 del TUIR.

In presenza del collegamento tra il


trasferimento della residenza in Italia e
l’inizio dell’attività lavorativa (per la quale è
prevista una tassazione agevolata dei
redditi prodotti in Italia), possono essere
oggetto di agevolazione anche gli ulteriori
redditi derivanti da attività lavorative
intraprese in periodi di imposta successivi
al rientro (ma comunque entro il
quinquennio agevolabile).

Esempio:
Un soggetto che trasferisca la residenza
in Italia nell’anno “n” e che inizia a
produrre redditi di lavoro autonomo e che
nell’anno “n+3” inizia a produrre anche
redditi di impresa può fruire del regime
agevolato, in presenza di tutti i requisiti
previsti dalla norma, fino al periodo “n+4”
(compreso), usufruendo della
detassazione dei redditi
complessivamente percepiti.

Come precisato nella Circolare n


17/E/2017 dal reddito complessivo, ridotto
per effetto del beneficio fiscale, sono
scomputati:

Gli oneri deducibili di cui all’articolo 10


del TUIR e
Le detrazioni per familiari a carico, di
cui all’articolo 12 del TUIR e quelle per
tipologia di reddito (articolo 13 del
TUIR).

Detto questo è necessario effettuare


alcune considerazione sui punti salienti di
questa normativa.

Esclusa la possibilità di
un’interpello preventivo
L’accesso al regime agevolato dei
lavoratori impatriati non è subordinato alla
presentazione, da parte del contribuente,
di una preventiva istanza di interpello, si
sensi della Legge n. 212/2000. E’ alteresì
esclusa la possibilità di presentare
interpello laddove le questioni poste
riguardino la sussistenza dei presupposti
per stabilire l’effettiva residenza fiscale,
nonché la verifica dei requisiti necessari ai
fini dell’accesso al regime speciale in
esame, posto che tali verifiche implicano
valutazioni non esprimibili in sede di
interpello (Circolare n. 33/E/2020).

Come ho avuto modo di approfondire in


questo articolo “Mancanza di interpello
probatorio nell’agevolazione impatriati”
l’impossibilità di poter presentare istanza
di interpello probatorio lascia sul
contribuente la necessità di verificare la
propria situazione in attesa dei successivi
controlli da parte dell’Agenzia delle
Entrate.

Decorrenza
dell’agevolazione
impatriati
L’art. 5, comma 2, del D.L. n. 34/2019,
prevede che le citate disposizioni si
applicano ai soggetti che trasferiscono la
residenza in Italia ai sensi dell’art. 2 del
TUIR “a partire dal periodo d’imposta
successivo a quello in corso alla data di
entrata in vigore del presente decreto“. Il
D.L. n 34/19 è entrato in vigore dal 1°
maggio 2019 e quindi le nuove
disposizioni, ai sensi del comma 2 del
medesimo art. 5, sono rivolte ai soggetti
che acquisiscono la residenza fiscale in
Italia a partire dal periodo d’imposta 2020
(si veda anche Risposta a interpello 25
novembre 2019, n. 492). Il D.L. n.
124/2019 ha sostituito il citato comma 2
dell’art. 5 del D.L. n. 34/2019 con la
seguente formulazione:

“Le disposizioni di cui al comma


1, lettere a), b), c) e d), si
applicano, a partire dal periodo
d’imposta in corso, ai soggetti
che a decorrere dal 30 aprile
2019 trasferiscono la residenza in
Italia ai sensi dell’articolo 2” del
TUIR” e risultano beneficiari del
regime previsto dall’articolo 16 del
decreto legislativo 14 settembre
2015, n. 147”

Dunque, il D.L. n 124/19 estende


l’applicazione di questa agevolazione:

Anche ai lavoratori rientrati in Italia a


partire dal 30 aprile 2019 (in luogo del
2020) e
Già per il periodo d’imposta 2019,
purché risultino beneficiari del regime
per i lavoratori impatriati.

La medesima disposizione prevedrebbe,


inoltre, l’istituzione del cd. “Fondo
controesodo”, con dotazione di 3 milioni
di euro a decorrere dal 2020, in favore dei
lavoratori rientrati in Italia dal 30 aprile
2019 e destinatari dell’estensione. In
particolare, con decreto saranno stabiliti i
criteri per la richiesta di accesso alle
prestazioni di tale fondo.

Potenziamento
dell’agevolazione legata ai
lavoratori impatriati in
Italia – ulteriore
quinquennio
L’agevolazione fiscale
legata ai lavoratori
impatriati può essere
ampliata ed estesa anche
dopo i cinque anni.
Lavoratori impatriati
Questo è quanto prevede
l’articolo 3-bis del
D.Lgs. n. 147/15. Tale norma prevede che:

Le disposizioni del presente


articolo si applicano per ulteriori 5
periodi di imposta ai lavoratori con
almeno un figlio minorenne o a
carico, anche in affido
preadottivo. Le disposizioni del
presente articolo si applicano per
ulteriori 5 periodi di imposta
anche nel caso in cui i lavoratori
diventino proprietari di almeno
un’unità immobiliare di tipo
residenziale in Italia,
successivamente al trasferimento
in Italia o nei 12 mesi precedenti il
trasferimento. L’unità immobiliare
può essere acquistata
direttamente dal lavoratore,
oppure da coniuge, dal
convivente o dai figli, anche in
comproprietà. In entrambi i casi il
reddito negli ulteriori 5 anni
concorre alla formazione del
reddito per il 50% del proprio
ammontare

Per i lavoratori che abbiano almeno tre


figli minorenni o a carico, anche in affido
preadottivo, i redditi di cui al comma 1,
negli ulteriori cinque periodi di imposta,
concorrono alla formazione del reddito
complessivo limitatamente al 10% del loro
ammontare. Per ottenere l’ampliamento
della durata dell’agevolazione è necessario
rispettare queste condizioni:

Lavoratori con almeno 1 figlio


minorenne o a carico, anche in affido
preadottivo;
Nel caso in cui i lavoratori diventino
proprietari di almeno un’unità
immobiliare residenziale in Italia,
successivamente al trasferimento in
Italia o nei 12 mesi precedenti. L’unità
immobiliare può essere acquistata
direttamente dal lavoratore, dal
coniuge, dal convivente, dai figli.
L’acquisto può essere anche in
comproprietà.

Le condizioni sopra indicate sono


alternative tra loro. In entrambi i casi i
redditi in esame, negli ulteriori 5 periodi
d’imposta, concorrono alla formazione del
reddito complessivo limitatamente al 50%
del relativo ammontare.

Esempio:
Ad esempio se l’impatriato ha un figlio
minorenne o a carico (anche in affido
preadottivo) il beneficiario della
detassazione del reddito è prolungato per
ulteriori cinque periodo di imposta. Se,
inoltre, l’impatriato acquista un immobile
in Italia il beneficio dell’agevolazione
rimane prolungato per i soli cinque anni.

Chiarimenti sui figli a carico

L’estensione del beneficio temporale in


presenza di almeno un figlio minorenne
o a carico, anche in affido preadottivo, è
riconosciuta sia qualora il figlio minorenne
e/o a carico sia nato prima del
trasferimento in Italia, sia
successivamente. Questo a condizione
che tale presupposto sussista entro la
scadenza del primo quinquennio di
fruizione dell’agevolazione. La circostanza
che, successivamente al rientro, i figli
diventino maggiorenni (ovvero fiscalmente
non a carico), non determina la perdita dei
benefici fiscali, relativamente all’ulteriore
quinquennio.

Esempio:
Per un soggetto rientrato in Italia con
residenza fiscale nell’anno “n”, il primo
figlio ai fini dell’estensione
dell’agevolazione deve essere nato entro
il 31 dicembre “n+4”.

Acquisto dell’unità immobiliare in


Italia

Per l’acquisto dell’unità immobiliare in


Italia si fa riferimento ai dodici mesi
dell’anno solare precedenti al rientro in
Italia oppure successivamente al rientro.
In questo caso l’acquisto dell’unità
immobiliare di tipo residenziale deve
essere effettuato entro i primi cinque
periodi di imposta. Sul punto la
circostanza di essere già proprietario di un
altro immobile di tipo residenziale in Italia
non impedisce l’accesso all’estensione
dell’agevolazione non essendovi esclusioni
in tal senso nella norma.

Il requisito non è perfezionato se l’acquisto


riguarda la sola nuda proprietà o il solo
diritto di usufrutto. Inoltre, la Circolare n.
33/E/2020 indica che deve esserci un
comportamento attivo del contribuente
che deve acquisire l’immobile nella misura
del 100% sin dalla stipula dell’atto.
Nell’ipotesi in cui l’unità immobiliare sia
acquistata dal coniuge, dal convivente o
dai figli dell’impatriato, il requisito
dell’acquisto può essere attuato anche in
comproprietà con l’impatriato.

Sul punto occorre segnalare anche quanto


disposto dalla risposta ad interpello n.
907-1504/2020 non pubblicata della
Direzione Regionale del Veneto.
L’Agenzia ha escluso la possibilità di di
beneficiare dell’estensione
dell’agevolazione nel caso in cui
l’immobile venga acquistato a titolo
gratuito.

Lavoratori impatriati nelle


regioni del Sud ed Isole: reddito
tassato al 10%
Vi è una ulteriore riduzione che porta a
tassazione solo il 10% del reddito
prodotto in Italia per gli impatriati che si
trasferiscono in Regioni del Sud. In
questo caso, le regioni interessate sono
quelle esposte nella tabella seguente.
Vedasi l’art. 16, comma 5-bis del D.Lgs. n.
147/15, come modificato dall’art. 5 co. 1
lett. d) del D.L. n. 34/19.

Tabella: Regioni del Sud con


agevolazione impatriati maggiorata
Abruzzo Puglia Sardegna
Molise Basilicata Sicilia
Campania Calabria

Tabella regioni del Sud con agevolazione impatriati maggiorata


Naturalmente, anche in questo caso
valgono le condizioni viste
precedentemente. Si tratta del periodo
estero di 2 anni, con l’impegno a restare in
Italia per i successivi 2 anni svolgendo
attività lavorativa. Al riguardo si ritiene che
la disposizione faccia riferimento alla
nozione civilistica di residenza, ovvero al
luogo in cui la persona ha la dimora
abituale, che coincide con il luogo dove il
soggetto normalmente abita.

L’abitualità della dimora permane anche


se il soggetto lavora al di fuori del Comune
di residenza, purché conservi in esso
l’abitazione, vi ritorni quando è possibile e
dimostri l’intenzione di mantenervi il centro
delle proprie relazioni familiari e sociali.
Quindi, nel caso in cui l’impatriato fissi la
residenza in una delle Regioni del Sud,
avrà diritto alla detassazione maggiorata
anche qualora svolta l’attività lavorativa in
un Comune diverso da quello residenza.
Resta inteso che la suddetta condizione
deve verificarsi a partire dal periodo di
imposta in cui il contribuente trasferisce la
residenza all’estero in una delle suddette
Regioni e vi permane per tutto il periodo di
fruizione dell’agevolazione (Circolare n.
33/E/2020).

Chiarimenti di prassi
relativi all’agevolazione
impatriati in Italia
Andiamo ad analizzare adesso alcuni dei
principali chiarimenti relativi
all’applicazione dell’agevolazione
impatriati in commento.

La residenza fiscale degli


impatriati
Il primo aspetto che merita attenzione è
quello legato alla residenza fiscale dei
contribuenti. Per usufruire
dell’agevolazione il contribuente deve aver
riportato in Italia la propria residenza
fiscale ai sensi dell’articolo 2 del TUIR.
Tuttavia, la norma, così come modificata
dall’articolo 5 del DL n 34/19, ammette la
fruizione dell’agevolazione anche a
soggetti impatriati non iscritti AIRE.
Tuttavia questo a partire dal 1° gennaio
2020.

La preclusione dell’iscrizione AIRE è


ammessa esclusivamente se l’impatrio in
Italia avviene da un Paese con cui l’Italia
ha in vigore una Convenzione contro le
doppie imposizioni. In pratica, i due anni
di residenza fiscale estera devono essere
maturati con il requisito dell’iscrizione
AIRE. Questo, a meno che, l’impatrio non
arrivi da un Paese con convenzione in
essere on l’Italia.

L’iscrizione AIRE, assieme alla


maturazione di 2 anni di residenza fiscale
estera, con “centro degli interessi vitali”
all’estero è elemento fondamentale per
l’agevolazione. E’ possibile, invece, fare
riferimento alle Convenzioni solo se
l’impatrio avviene da un Paese
convenzionato con l’Italia. In tal caso è
possibile superare la mancata iscrizione
AIRE. Sulla base di queste considerazioni,
quindi, è necessario prestare adeguata
attenzione alla propria situazione.
L’obiettivo primario deve essere quello di
verificare l’effettività del proprio
trasferimento di residenza all’estero.

Con riferimento all’ipotesi del cittadino


straniero che, dopo aver vissuto in Italia
trasferendovi la residenza fiscale, si
trasferisce nuovamente all’estero senza
provvedere alla cancellazione dall’anagrafe
nazionale della popolazione residente, si
ritiene che lo stesso non possa acquisire
la residenza, atteso che questi non si è
mai cancellato dall’anagrafe italiana. La
disposizione dell’AIRE è rivolta
esclusivamente ai “cittadini italiani”
(Circolare n. 33/E/2020).

Superamento dell’iscrizione AIRE per


gli impatriati

Sino all’entrata in vigore del D.L. n. 34/19


l’iscrizione all’Anagrafe degli Italiani
Residenti all’Estero (AIRE) durante il
periodo precedente l’ingresso in Italia era
fondamentale. L’Agenzia delle Entrate,
aveva difatti specificato, nella che: “tenuto
conto della rilevanza del solo dato
dell’iscrizione nell’Anagrafe della
popolazione residente, il soggetto che non
si è mai cancellato da tale registro non può
essere ammesso alle agevolazioni in
esame“.

Si prescindeva, dunque, dall’analisi della


situazione soggettiva della persona e dalle
eventuali interferenze tra normativa
domestica e internazionale. Il tutto,
attribuendo rilevanza esclusivamente al
mero dato formale dell’iscrizione
anagrafica. Questa disposizione,
particolarmente rigida, è stata superata
dall’intervento del D.L. n. 34/19. Tale
norma ha inserito l’articolo 5-ter
dell’articolo 16 del D.Lgs. n. 147/15. La
norma dispone che:
i cittadini italiani non iscritti
all’Anagrafe degli Italiani Residenti
all’Estero (AIRE) rientrati in Italia a
decorrere dal periodo d’imposta
successivo a quello in corso al 31
dicembre 2019 possono
accedere ai benefici fiscali di cui al
presente articolo. Purché abbiano
avuto la residenza in un altro
Stato ai sensi di una Convenzione
contro le doppie imposizioni sui
redditi per il periodo di cui al
comma 1, lettera a)

Agevolazione impatriati anche per i


soggetti non iscritti AIRE negli anni
precedenti

Prosegue, poi, la disposizione:


con riferimento ai periodi
d’imposta per i quali siano stati
notificati atti impositivi ancora
impugnabili ovvero oggetto di
controversie pendenti in ogni
stato e grado del giudizio.
Nonché per i periodi d’imposta
per i quali non sono decorsi i
termini di cui all’articolo 43 del
DPR n 600/73, ai cittadini italiani
non iscritti all’AIRE rientrati in Italia
entro il 31 dicembre 2019
spettano i benefici fiscali di cui al
presente articolo nel testo vigente
al 31 dicembre 2018. Purché
abbiano avuto la residenza in un
altro Stato ai sensi di una
Convenzione contro le doppie
imposizioni sui redditi
Su quest’ultimo aspetto si attendono
chiarimenti dell’Amministrazione in merito
alle modalità con cui i lavoratori possono
procedere a godere del beneficio anche
per gli anni passati. Non è chiaro, difatti,
se la norma rappresenti una sorta di
“sanatoria” per i contribuenti che si sono
avvantaggiati dell’agevolazione pur non
essendo iscritti AIRE. Ovvero se possono
godere della nuova disposizione anche i
lavoratori che prudenzialmente non hanno
operato la detassazione.

Per ragioni di coerenza sistematica si


dovrebbe ritenere che possano accedere
all’agevolazione tutti i contribuenti che
potevano, in mancanza di iscrizione AIRE,
considerarsi residenti per norma
convenzionale. Rimane comunque
determinante comprendere le modalità
con cui fornire tale prova.

Per approfondire: “Prova della residenza


estera per gli impatriati“.

Leva fiscale per l’impatrio di


lavoratori esteri
Il legislatore, quindi, punta sulla leva
fiscale, nella speranza di rilanciare la
competitività del nostro Paese a livello
internazionale. Si tratta di una prospettiva
piuttosto ambiziosa volta ad attrarre
dall’estero individui di talento.

La ratio, dunque, sembra essere quella di


incentivare l’ingresso/il rientro in Italia
di persone fisiche. Questo a prescindere
dal “contributo” (in termini di capacità,
specializzazioni ecc.) che le stesse
potrebbero dare al “sistema Paese”.
Risulta, infatti, sufficiente che l’interessato
non abbia risieduto in Italia nei due
precedenti periodi d’imposta, che l’attività
sia prestata prevalentemente in territorio
italiano e che il contribuente risieda nel
nostro Paese per almeno due anni.
L’uso della leva fiscale non è una novità in
Europa. Molti Paesi infatti hanno già da
tempo introdotto analoghe agevolazioni
(come ad esempio in Belgio, Olanda e
Francia). Anche in Italia, in passato, è già
stata utilizzata un’agevolazione di questo
tipo. Basti segnalare l’iniziativa legata al
rientro di docenti e ricercatori
universitari (D.L. n. 185/208). Nonché dei
lavoratori dipendenti ed autonomi (il c.d.
rientro dei cervelli normato dalla Legge n
238/2010). Tutte norme che, hanno
riscontrato effetti si positivi, ma non certo
quelli previsti dal legislatore.
L’agevolazione destinata ai lavoratori
impatriati, invece, ha avuto dal 2016 ad
oggi un ben più positivo riscontro.

Attività lavorativa prestata


prevalentemente in Italia
Per quanto riguarda la condizione
secondo cui l’attività deve essere
prevalentemente (vale a dire almeno 183
giorni) prestata in Italia, è necessario fare
delle precisazioni. Si ritiene che possano
essere mutuate le argomentazioni
sviluppate dall’Amministrazione nella
Circolare n. 17/E/2017 sulle conseguenze
delle trasferte svolte all’estero.

Computo dei giorni di trasferta

Un primo dubbio riguarda il capire se i


giorni trascorsi all’estero in trasferta
debbano essere esclusi al fine del calcolo
del requisito temporale di residenza fiscale
in Italia. L’Amministrazione ha adottato
una soluzione di complessiva apertura.
Essa, infatti, afferma che:

non possono essere, invece,


computati i giorni di trasferta di
durata superiore a 183 giorni, o il
distacco all’estero, essendo
l’attività lavorativa prestata fuori
dal territorio dello Stato
Pertanto, nel caso di “sporadiche”
trasferte all’estero, le stesse devono
essere considerate alla stregua di giorni
lavorati in Italia. Il lavoratore qualora non
rispetti il predetto requisito temporale, pur
essendo fiscalmente residente in Italia,
non può fruire del beneficio sul reddito
prodotto in Italia per tale periodo di
imposta. Tale periodo viene
ordinariamente assoggettato a tassazione
sull’intera base imponibile. Se il requisito
sussiste solo per alcuni dei periodi di
imposta compresi nel quinquennio per il
quale è possibile fruire del beneficio, il
lavoratore può fruirne solo per gli anni in
cui il requisito è soddisfatto. Il tutto, fermo
restando che gli altri anni concorreranno
comunque al computo del quinquennio.

Ad esempio, un lavoratore fiscalmente


residente in Italia dall’anno “n“, fruitore del
beneficio dal medesimo anno, se nell’anno
“n+1” non può fruire dell’agevolazione,
potrà fruirne per i successivi anni “n+2“,
“n+3“, “n+4” sussistendo tutti i requisiti
richiesti dalla norma.

Redditi da lavoro prodotti in Italia

Altro aspetto da chiarire è se


l’agevolazione spetti anche per redditi
prodotti nel corso del lavoro in terra
straniera in regime di trasferta. Ricordo,
difatti, che l’articolo 16, comma 1, riserva
la parziale esenzione solo ai redditi
prodotti in Italia. Sul punto è necessario
chiarire quanto segue:

qualora l’attività lavorativa risulti


prevalentemente prestata in Italia i
redditi agevolabili possono
comprendere anche le somme
corrisposte per l’attività di lavoro
prestata in trasferta all’estero.
Naturalmente se di durata
inferiore a 183 giorni nel periodo
di imposta

L’attività di trasferta, in quanto resa


nell’interesse e a beneficio esclusivo del
datore di lavoro non può essere scissa da
quella prestata nel territorio dello Stato.

Percepimento di redditi prodotti


all’estero

I redditi derivanti da attività di lavoro


prestata fuori dai confini dello Stato –
nell’ipotesi in cui un soggetto abbia
prodotto nei primi mesi dell’anno redditi al
di fuori del territorio dello Stato e, rientrato
in corso d’anno, risulti fiscalmente
residente in Italia – concorrono alla
formazione del reddito complessivo in via
ordinaria. Questo, salva l’applicazione
delle convenzioni contro le doppie
imposizioni.
Lavoratori che rimpatriano in Italia
dopo un periodo di distacco estero

Altro aspetto che merita chiarimento è la


possibilità di ottenere il Regime dei
lavoratori impatriati per quei soggetti che
vivono all’estero in distacco da parte di
datore italiano. Ipotizziamo un cittadino
italiano inviato all’estero per distacco
presso altra azienda del gruppo. In questo
caso l’Agenzia delle Entrate con la
Risoluzione n. 76/e/2018 ha chiarito il fatto
che l’agevolazione in commento spetta
soltanto al verificarsi congiuntamente dei
seguenti requisiti, che non indicano il
rientro in Italia al termine di un periodo di
distacco. L’agevolazione è fruibile nelle
ipotesi in cui:

Il distacco all’estero si sia protratto


nel tempo. Ad esempio, il lavoratore
deve aver protratto all’estero la propria
permanenza al termine di un periodo di
distacco;
Il lavoratore deve rientrare in Italia
con un contratto di lavoro che
prevede un ruolo diverso
nell’azienda. L’esempio fatto
dall’Agenzia delle Entrate è quello di un
lavoratore che era inquadrato in
distacco con il ruolo di quadro, ed ha
ricevuto un contratto da dirigente al
rientro in Italia.

Soltanto al verificarsi congiunto di questi


requisiti l’agevolazione legata ai lavoratori
impatriati si rende applicabile al soggetto
che rientra in Italia a seguito di distacco
all’estero. Quindi, non spetta il beneficio in
esame nell’ipotesi di distacco all’estero
con successivo rientro, in presenza del
medesimo contratto e presso il medesimo
datore di lavoro.

L’agevolazione non è applicabile nelle


ipotesi in cui il soggetto, pur in presenza di
un nuovo contratto per l’assunzione di
nuovo ruolo aziendale al momento
dell’impatrio, rientri in una situazione di
continuità con la precedente posizione
lavorativa svolta nel territorio dello Stato
prima dell’impatrio. Ciò accade, ad
esempio, quando i termini e le condizioni
contrattuali, indipendentemente dal nuovo
ruolo aziendale e dalla relativa retribuzione
rimangono di fatto immutati al rientro
presso il datore di lavoro in virtù di intese
di varia natura, quali la sottoscrizione di
clausole inserite nelle lettere di distacco
ovvero negli accordi con cui viene
conferito un nuovo incarico aziendale,
dalle quali si evince che, sotto il profilo
sostanziale, continuano ad applicarsi le
originarie condizioni contrattuali
precedenti all’espatrio. Ad esempio
costituiscono indice di una situazione di
continuità aziendale secondo la Circolare
n. 33/E/2020:

Il riconoscimento di ferie maturate


prima del nuovo accordo contrattuale;
Il riconoscimento dell’anzianità dalla
data di prima assunzione;
L’assenza del periodo di prova;
Clausole volte a non liquidare i ratei di
tredicesima (e quattordicesiama)
maturati nonché il TFR;
Clausole che prevedono che al termine
del distacco, il distaccato sarà reinserito
all’interno dell’organizzazione.

Svolgimento di attività all’estero con


la stesso datore di lavoro
dell’impatrio

La risposta ad interpello n. 32/E/2022 ha


chiarito che non preclude l’agevolazione il
fatto che il lavoratore, nel corso del
periodo di residenza fiscale estera, abbia
intrattenuto rapporti lavorativi con il datore
di lavoro residente con cui ha instaurato
rapporto di lavoro dipendente al momento
dell’impatrio in Italia. Tale documento,
quindi, conferma che non vi sono
preclusioni all’agevolazione in commento
nel caso in cui vi siano stati rapporti
lavorativi pregressi mentre il lavoratore
aveva residenza fiscale estera.

Collegamento tra trasferimento


in Italia ed inizio dell’attività
lavorativa
L’Agenzia delle Entrate, con la Circolare
n. 17/E/2017 ha precisato che: “possono
aderire al beneficio coloro che
trasferiscono la residenza in Italia prima
ancora di iniziare lo svolgimento
dell’attività lavorativa, a condizione che sia
ravvisabile un collegamento tra i due
eventi“. Sul punto l’Agenzia è tornata a
chiarire con la risposta ad interpello n.
919-114/2018 della DRE Calabria, il caso
di un lavoratore dipendente che aveva
trasferito la residenza in Italia prima di
trovare lavoro.

L’istante, in vista della scadenza del


contratto in essere con il datore di lavoro
dell’epoca (società estera di un gruppo
multinazionale), avviava con quest’ultimo
una negoziazione per essere trasferito
presso la relativa filiale italiana. In attesa
che il relativo iter aziendale si
concludesse, il contribuente rientrava in
Italia nel 2016 e si iscriveva nuovamente
all’Anagrafe della popolazione residente il
22 dicembre 2016, anche al fine di vagliare
nel frattempo eventuali alternative
opportunità lavorative nel Paese. Il 30
ottobre 2017 veniva formalizzato il
contratto di lavoro con la filiale italiana del
gruppo estero.

L’Agenzia ha escluso l’esistenza di un


nesso tra il rientro in Italia e l’inizio
dell’attività lavorativa (ossia la data da cui
decorrono l’obbligo della prestazione
lavorativa e l’obbligo della remunerazione),
ritenendo che:

Il rientro in Italia fosse motivato dalla


naturale scadenza del contratto
sottoscritto con la società estera e non,
invece, da accordi con la filiale italiana
“puntualmente finalizzati alla
sottoscrizione di un nuovo contratto di
lavoro”;
La ricerca di impieghi lavorativi
alternativi a quello inizialmente
preventivato (e poi effettivamente
concretizzatosi) sarebbe indicativa
dell’assenza di un collegamento tra i
due eventi.
Possiamo dire che, secondo l’Agenzia al
fine di beneficiare di questo regime il
dipendente che rientra in Italia e vi
trasferisce la propria residenza fiscale
deve provare l’esistenza di un accordo con
il futuro datore di lavoro finalizzato alla
sottoscrizione di un nuovo contratto.

Importante:
Appare precluso, l’accesso al regime
fiscale in commento per i lavoratori che si
trasferiscono in Italia (ponendovi
residenza fiscale) per cercare attivamente
un impiego lavorativo.

Datore di lavoro non residente


Possono accedere all’agevolazione i
soggetti che vengono a svolgere in Italia
attività di lavoro alle dipendenze di un
datore di lavoro con sede all’estero, o i
cui committenti (in caso di lavoro
autonomo o di impresa) siano stranieri
(non residenti). Attenzione, tuttavia, al fatto
che il lavoratore impatriato in questo caso
potrebbe configurare una stabile
organizzazione nel territorio dello Stato
del datore di lavoro non residente, ai sensi
di una Convenzione contro le doppie
imposizioni conclusa dall’Italia, ove
esistente, o dall’art. 162 del TUIR. In tal
caso il datore di lavoro estero sarà
assoggettato a tassazione ordinaria in
Italia. Questo è quanto chiarito dalla
Circolare n. 33/E/2020, aspetto su cui
prestare molta attenzione.

Analogamente, nell’ipotesi in cui gli


impatriati, precedentemente assunti
presso sedi secondarie ubicate in diversi
Paesi in cui opera il datore di lavoro estero
non residente, vengano a svolgere la loro
attività lavorativa presso la sede
secondaria italiana del medesimo datore
di lavoro, possono accedere al regime dei
lavoratori impatriati, non essendoci
preclusioni normative in tal senso.
Lavoratori del mondo
dello sport ed
agevolazione impatriati
Le modifiche apportate al D.Lgs. n. 147/15
dal D.L. n. 34/19 rendono appetibile
l’agevolazione impatriati anche ai
lavoratori del mondo dello sport
professionistico. Infatti, il venir meno di
requisiti come la laurea, l’alta
qualificazione, o il ruolo direttivo rendono
più semplice l’esercizio di questa
agevolazione. Stessa cosa per la riduzione
a 2 anni del periodo di permanenza
all’estero. In questo modo, tantissimi
sportivi professionisti potranno beneficiare
concretamente di questa agevolazione.

Pensiamo su tutti, allo sport


professionistico, ed in particolare modo al
mondo del calcio. Per tutti gli sportivi
esteri, lavorare per datore di lavoro italiano
sarà più conveniente. Sarà sufficiente aver
maturato 2 anni di residenza fiscale estera
ed impegnarsi a rimanere in Italia per
almeno 24 mesi.

Aspetto importante è che non deve


trattarsi necessariamente di soggetti
“cittadini italiani“. Questo significa che
l’agevolazione è aperta anche a soggetti
con cittadinanza non italiana che vengono
in Italia per lavoro. In sostanza, questa
agevolazione legata ai lavoratori
impatriati rappresenta una leva cruciale
per molte società sportive italiane per la
negoziazione di contratti con sportivi
provenienti dall’estero.

L’agevolazione, infatti, è in grado di


garantire agli sportivi, a parità di costo,
una retribuzione netta più alta. Oppure, la
medesima retribuzione annua netta con
riduzione del loro costo. Per gli sportivi
professionisti l’agevolazione impatriati
prevede esclusivamente l’abbattimento
del reddito al 50% per cinque periodi di
imposta. Tutte le altre agevolazioni, sopra
indicate, ed ordinariamente previste per il
regime impatriati sono escluse.
Per approfondire: “Sportivi impatriati con
tassazione agevolata“.

Lavoratori impatriati:
richiesta dell’agevolazione
I lavoratori dipendenti per applicare
l’agevolazione devono presentare una
richiesta scritta al datore di lavoro resa
mediante autocertificazione ex DPR n.
445/2000 che contiene:

Generalità (nome, cognome, data di


nascita);
Codice fiscale;
Indicazione della data di rientro in Italia
e della prima assunzione in Italia (in
caso di assunzioni successive o più
rapporti di lavoro);
Dichiarazione di possedere i requisiti
previsti;
Indicazione dell’attuale residenza in
Italia;
Dichiarazione di non beneficiare di altri
incentivi (art. 44, DL 78/10, L 238/10,
art. 24-bis, TUIR).

A seguito del ricevimento della richiesta il


datore di lavoro applicherà le ritenute
fiscali sul 30% (10% o 50%, a seconda
dei casi) delle somme e dei valori
imponibili corrisposti dal periodo di paga
successivo al ricevimento della richiesta
da parte del dipendente. L’avvio
dell’agevolazione si ha a partire dal primo
periodo di imposta di residenza fiscale
italiana del lavoratore.

La richiesta deve essere presentata


all’attuale datore di lavoro anche in caso di
seconda o ulteriore assunzione (rispetto a
quella per cui il lavoratore è rientrato). Nel
caso in cui il datore di lavoro non possa
riconoscere l’agevolazione, il
contribuente può fruirne (in presenza dei
requisiti) direttamente in dichiarazione dei
redditi. In questo caso il reddito da lavoro
dipendente deve essere indicato in misura
ridotta (Circolare n. 17/E/2017).
Richiesta in dichiarazione dei redditi

Nell’ipotesi in cui l’impatriato non abbia


formulato alcuna richiesta al proprio
datore di lavoro nel periodo di imposta in
cui è avvenuto l’impatrio, né ne abbia dato
evidenza nelle relative dichiarazioni dei
redditi, i cui termini di presentazione
risultano scaduti, per detti periodi di
imposta, l’accesso la regime è da
considerarsi precluso. Sono valide le
dichiarazioni presentate nei 90 giorni dal
termine ordinario di scadenza (c.d.
“dichiarazioni tardive“). Trattandosi di
regime opzionale è preclusa la possibilità
di presentare una dichiarazione dei redditi
“integrativa a favore“, oltre il termine di
90 giorni dalla scadenza ordinaria. Inoltre,
non vi sono le condizioni per accedere
all’istituto della remissione in bonis, che
ammette la possibilità di esercitare
tardivamente l’opzione per un beneficio
fiscale o un regime agevolato quando il
contribuente abbia tenuto un
comportamento non coerente con il
regime opzionale.
Nell’ipotesi in cui i termini di presentazione
della dichiarazione siano scaduti, rimane
ferma la possibilità per il contribuente di
fruire del regime per i restanti periodi di
imposta del quinquennio.

Certificazione unica con agevolazione


impatriati

Il datore di lavoro deve dare evidenza del


beneficio applicato nella CU del
dipendente:

Al rigo 1 della CU deve essere indicato


il 30% del reddito da lavoro dipendente;
Al rigo 468 della CU (redditi esenti)
deve essere indicato il codice 5;
Infine, al rigo 469 della CU l’ammontare
delle somme che non hanno concorso a
formare il reddito imponibile.

Certificazione unica in caso di


mancata applicazione
dell’agevolazione
Nelle ipotesi in cui il datore di lavoro non
possa riconoscere l’agevolazione (o in
assenza di un datore di lavoro italiano) il
contribuente può fruirne, in presenza dei
requisiti previsti dalla legge, direttamente
nella dichiarazione dei redditi. In tale
caso il reddito di lavoro dipendente va
indicato già nella misura ridotta. Il datore
di lavoro dovrà dare evidenza della
mancata applicazione del beneficio nella
CU del dipendente:

Al rigo 1 della CU il reddito in misura


piena;
Annotazioni del modello CU: il 50%
delle somme percepite dai lavoratori
che trasferiscono la residenza in Italia
che non hanno fruito dell’abbattimento
della base imponibile. Per usufruire
dell’agevolazione il contribuente deve
presentare la dichiarazione dei redditi.

Agevolazione impatriati per i


lavoratori autonomi
Possono accedere al regime fiscale di
favore direttamente in sede di
presentazione della dichiarazione dei
redditi. Nel caso occorre barrare
l’apposita casella nel quadro RE del
modello Redditi PF. Inoltre, i lavoratori
autonomi possono fruire dell’agevolazione
anche in sede di applicazione della
ritenuta d’acconto operata dal
committente. Mi riferisco alle ritenute di
acconto, applicate ai sensi dell’articolo 25
del DPR n. 600/73, sui compensi percepiti.
In tal caso, analogamente a quanto
previsto per i lavoratori dipendenti, i
lavoratori autonomi devono presentare
una richiesta scritta ai propri committenti
inclusiva di:

Generalità;
Codice Fiscale;
Indicazione della data di rientro in Italia;
Dichiarazione di possedere i requisiti
richiesti per l’applicazione del regime
agevolato;
Indicazione dell’attuale residenza in
Italia;
Dichiarazione di non beneficiare
contemporaneamente degli incentivi
fiscali previsti dall’articolo 44 D.L. n.
78/00, Legge n 238/10 e dall’articolo
24-bis del DPR n. 917/86.

Successivamente, il committente all’atto


del pagamento del corrispettivo opera la
ritenuta del 20% prevista dall’articolo 25
del DPR n 917/86 sull’imponibile ridotto
del 50%. Se desideri ricevere la
modulistica da presentare al committente
o al datore di lavoro contattami per una
consulenza personalizzata.

Lavoratori Impatriati:
ultimi chiarimenti
sull’agevolazione
Sono tantissime le domande che arrivano
ogni giorno su questa agevolazione. Di
seguito ho deciso di riportare una serie di
chiarimenti sui principali aspetti di dubbio
di questa agevolazione.
Lavoratori impatriati e residenza in
Italia

Sono esclusi da questa agevolazione i


soggetti che non hanno mai effettuato un
corretto trasferimento di residenza
all’estero. In particolare, gli espatriati che
non hanno mai effettuato iscrizione AIRE
non sono in regola con l’articolo 2 del
TUIR. Quindi, essi non hanno titolo ad
usufruire di questa agevolazione. Questi
soggetti, infatti, sono rimasti residenti ai
fini fiscali in Italia anche nel periodo
trascorso all’estero. Questo per la
mancata iscrizione AIRE.

La norma agevolativa sui Lavoratori


Impatriati si applica ai soggetti che
acquisiscono la Residenza Fiscale in
Italia ai sensi dell’articolo 2 del TUIR. In
questo senso, e come vedremo in seguito,
sino al 31/12/2019 non conta la residenza
fiscale ai fini convenzionali, ma soltanto la
normativa fiscale interna. Meritano attenta
valutazione anche quei casi di soggetti
operanti in Italia da diversi anni, ma che
abbiano mantenuto all’estero il loro centro
vitale degli interessi ad esempio
personali (famiglia) ed economici, che
intendano trasferire la residenza fiscale in
Italia. Dalla lettura della norma tali soggetti
rientrerebbero quindi nel regime agevolato,
ma solo dal 2020. E’ opportuno quindi
effettuare una attenta analisi delle singola
posizione del lavoratore per determinare
l’applicabilità del regime agevolato.

Periodo di lavoro all’estero

Per quanto riguarda il requisito dello


svolgimento di un’attività continuativa di
lavoro o studio fuori dall’Italia negli ultimi
24 mesi, occorre fare una
puntualizzazione. Questo requisito non
sussiste nel caso in cui, ad esempio, un
contribuente rientri nel 2019 ed abbia
frequentato dal 5 gennaio al 21 dicembre
2017 un corso universitario in Francia ed
abbia iniziato a lavorare nel Regno Unito
dal 16 aprile 2018. In tal caso, secondo
l’Agenzia delle Entrate, la permanenza per
motivi di lavoro sarebbe inferiore ai 24
mesi. Diversamente, il requisito potrebbe
considerarsi integrato nel caso in cui il
rientro avvenisse successivamente al 16
aprile 2020 e l’attività lavorativa fosse
prestata all’estero sino a tale data.

Periodo oggetto di agevolazione

Altro elemento che deve essere chiarito è il


periodo di applicazione del beneficio.
Pensa al caso di un contribuente residente
all’estero dal 15 maggio 2001 al 19 luglio
2021. Il soggetto è rimpatriato in Italia con
iscrizione AIRE del 20 luglio 2021. Questi è
stato assunto con contratto a tempo
determinato per cinque anni, con
decorrenza 1° settembre 2021. Secondo
l’Agenzia delle Entrate il lavoratore può
accedere al regime dei lavoratori impatriati
a decorrere dal periodo di imposta in cui è
avvenuto il trasferimento della residenza
fiscale in Italia. Ovvero, dal 2022 e per i
quattro anni successivi. Il rimpatrio
successivo al 3 luglio 2018 non permette
l’applicazione dell’agevolazione ai redditi
di lavoro dipendente conseguiti nel corso
di tale anno di imposta.

Estensione dei benefici fiscali

Inoltre, e sempre con la finalità di


estendere l’ambito soggettivo del nuovo
regime, il Decreto Internazionalizzazione
richiama, al comma 2 dell’articolo 16, i
soggetti di cui al comma 1, articolo 2,
della Legge n. 238/2010, prevedendo
l’estensione dei benefici fiscali anche ai
seguenti soggetti:

I cittadini dell’Unione Europea, in


possesso di un titolo di laurea, che
hanno risieduto continuativamente per
almeno ventiquattro mesi in Italia.
Soggetti che, sebbene residenti nel loro
Paese d’origine, hanno svolto
continuativamente un’attività di lavoro
dipendente, di lavoro autonomo o di
impresa fuori di tale Paese e dell’Italia
negli ultimi ventiquattro mesi o più;
I cittadini dell’Unione Europea, che
hanno risieduto continuativamente per
almeno ventiquattro mesi in Italia.
Soggetti che, sebbene residenti nel loro
Paese d’origine, hanno svolto
continuativamente un’attività di studio
fuori di tale Paese e dell’Italia negli
ultimi ventiquattro mesi o più,
conseguendo un titolo di laurea o una
specializzazione post lauream.

Lavoratori impatriati solo con lavoro


certo

Al fine di beneficiare del Regime degli


Impatriati il dipendente che rientra in Italia
deve provare l’esistenza di
un accordo con il futuro datore di lavoro.
Accordo finalizzato alla sottoscrizione di
un nuovo contratto. Questo dovendo
sussistere un nesso tra il rientro in Italia e
l’inizio dell’attività lavorativa. È questo il
principio affermato dall’Agenzia delle
Entrate nella risposta a interpello n. 919-
114/2018 resa dalla Direzione regionale
della Calabria. Risoluzione relativa al caso
di un lavoratore dipendente che ha
trasferito la residenza in Italia prima di
trovare lavoro. In particolare, secondo
l’Agenzia la scadenza di un contratto di
lavoro all’estero e il rientro in Italia per un
nuovo lavoro non creano nesso
necessario. Se il rientro in Italia è dovuto
alla scadenza del contratto di lavoro
estero e non da precisi accordi con
l’azienda italiana il requisito del nesso non
è verificato.

Lavoratori impatriati in
caso di distacco di lavoro
dipendente all’estero
Uno dei profili di interesse per
l’applicazione del regime è l’eventualità
che il contribuente svolga la
propria attività in regime di distacco o
trasferta. Infatti, la normativa si rivolge a
soggetti che si trasferiscono in Italia.
Tuttavia, può accadere che ciò avvenga in
un contesto di mobilità internazionale
all’interno di un gruppo internazionale. Le
riflessioni dell’Amministrazione finanziaria
prendono le mosse dal valorizzare la
finalità che ha mosso il legislatore.
Individuandola nella volontà di attrarre in
Italia soggetti che grazie all’esperienza
maturata all’estero possano contribuire
allo sviluppo del Paese.

Dipendenti di società estere in


distacco in Italia

In questo modo, viene riconosciuta la


possibilità di applicare il regime degli
impatriati ai c.d. lavoratori “inbound”.
Ovvero a quei dipendenti che, in virtù di un
distacco in Italia, si trasferiscono nel
nostro Paese e rispettano le condizioni
dettate dall’articolo 16 del D.Lgs. n
147/2015.

Dipendenti di società italiane in


distacco all’estero che rientrano in
Italia

Di diverso avviso è, invece, il parere


dell’Amministrazione con riferimento al
caso opposto. Ovvero quello di lavoratori
italiani che, una volta trascorso un periodo
di distacco all’estero, fanno rientro in Italia.
Tali soggetti, non residenti ai fini fiscali in
Italia ai sensi dell’art. 2 del DPRn. 917/86
durante il periodo di permanenza
all’estero, si troverebbero nella medesima
posizione soggettiva di chi si trasferisce
per la prima volta nel Paese. Ugualmente,
rientrando in Italia e trasferendo la
residenza fiscale nel Paese, infatti,
potrebbero integrare tutte le diverse
condizioni previste per l’applicazione del
regime degli impatriati. In tale ipotesi,
l’Agenzia non ammette l’applicazione del
regime dei lavoratori impatriati ai
dipendenti in distacco all’estero che
fanno rientro in Italia. Così, si ritiene che il
rientro avvenga in esecuzione delle
clausole già presenti nel contratto di
lavoro. Non essendo quindi integrata la
finalità di attrarre soggetti in Italia. Soggetti
che sarebbero rientrati in ogni caso alla
luce della temporaneità della loro
permanenza all’estero.
Regime dei lavoratori
impatriati in caso di
trasferte internazionali dei
lavoratori dipendenti
In tema di applicazione del regime degli
impatriati, una delle questioni più
significative riguarda le prestazioni rese in
regime di trasferta internazionale. Sul
punto l’agevolazione fiscale è estesa
anche “alle somme corrisposte per
l’attività di lavoro prestata all’estero” se di
durata inferiore a 183 giorni nel periodo
d’imposta. Ciò trova giustificazione nel
fatto che l’attività di lavoro nel corso della
trasferta, a differenza del distacco, è resa
nell’interesse ed a beneficio del datore di
lavoro e questa “non può essere scissa da
quella prestata in Italia”. Quanto al
rapporto tra trasferte estere e regime
fiscale agevolato, è possibile individuare
una disomogeneità di trattamento. Questo
tra soggetti che beneficiano del regime dei
lavoratori impatriati ai sensi del comma 1
dell’art. 16 e quelli disciplinati dal comma
2.

Prevalenza della prestazione


lavorativa in Italia

Infatti, le argomentazioni
dell’Amministrazione muovono dal
concetto di prevalenza della prestazione
lavorativa in Italia. Questo come
espressamente riconosciuto dall’articolo
16 D.Lgs. n. 147/2015 con riferimento al
comma 1. L’agevolazione fiscale ai sensi
del comma 1 è subordinata alla verifica
della prevalenza delle prestazioni
lavorative effettuate nel territorio dello
Stato. Questo rispetto all’attività lavorativa
prestata nel corso dell’anno.

Durata della trasferta

Alla luce ditale elemento, infatti, assume


rilevanza il fatto che la trasferta estera
abbia avuto una durata superiore o
inferiore ai 183 giorni. Questo avuto
riguardo al periodo d’imposta oggetto di
analisi. Così, quando il requisito della
prevalenza della produzione del reddito in
Italia sia rispettata, laddove la trasferta
all’estero si sia protratta per meno di 183
giorni, anche le somme corrisposte per
l’attività di lavoro prestata al di fuori del
territorio italiano sono comprese nel
novero dei redditi agevolabili.

Al contrario, quando la trasferta all’estero


abbia avuto durata superiore ai 183 giorni,
il contribuente non integra una delle
condizioni previste dalla norma per
l’applicazione del regime di favore. In tale
ipotesi, la conseguenza prospettata
dall’Amministrazione è quella di escludere
dalla tassazione di favore tutti i redditi di
lavoro dipendente prodotti nel corso
dell’anno d’imposta in questione. Inclusi
quelli prodotti in Italia. Ciò però non
farebbe decadere dal regime speciale per
gli altri periodi d’imposta, nel limite di
cinque anni. Anni nel corso dei quali il
contribuente integra tutte le condizioni
previste dal legislatore.
Venendo invece alle previsioni dettate in
tema di comma 2, giova segnalare che, tra
le condizioni previste per la fruizione della
norma, il legislatore non haprevisto la
prevalenza della produzione di redditi di
fonte italiana. Conseguentemente, la
decadenza dalla fruizione del beneficio
prevista in applicazione del comma 1, non
si verifica allorché il contribuente fruisca
del regime agevolato ai sensi del comma
2. In tal caso, nell’ipotesi di trasferta
all’estero eccedente i 183 giorni, resta
ferma la preclusione alla fruizione del
regime di favore con riferimento ai redditi
prodotti all’estero in occasione della
trasferta. Tuttavia, la tassazione agevolata
sarebbe applicabile ai redditi di lavoro
dipendente prodotti in Italia nel corso del
medesimo periodo d’imposta.

Le sanzioni in caso di
decadenza
dall’agevolazione
impatriati
Che cosa accade a chi
applica questa
agevolazione pur non
avendone diritto?

Sanzioni impatriati
Questa agevolazione si
richiede con una
autocertificazione, quindi, è
responsabilità esclusiva del lavoratore la
sua applicazione. In particolare, la
decadenza dell’agevolazione può essere
contestata quando:

Non vi è documentazione sufficiente a


dimostrare i due anni precedenti
all’impatrio in Italia di residenza fiscale
estera;
Non vi sia il mantenimento della
residenza fiscale italiana per almeno
due anni dall’impatrio.

Nel caso in cui si riscontri che non sono


stati rispettati i requisiti per l’applicazione
di questa agevolazione si applicano delle
sanzioni amministrative.

Per quanto riguarda le sanzioni applicabili


in caso di decadenza dall’agevolazione
sono quelle di dichiarazione infedele. In
questo caso, quando vengono a mancare i
requisiti richiesti per l’ottenimento
dell’agevolazione, l’Agenzia delle Entrate
ha facoltà di procedere per il recupero dei
benefici già fruiti, con l’applicazione delle
relative sanzioni ed interessi. Per fare
questo l’Amministrazione finanziaria
emette un documento (avviso di
accertamento) in cui, per ogni annualità
fruita si recupera l’imposta non versata e
si applicano le relative sanzioni
amministrative. Si tratta, ordinariamente
delle sanzioni amministrative dovute
per infedele dichiarazione. La sanzione
va dal 90% al 180% delle maggiori
imposte dovute e non versate.

Attenzione però, perché in alcuni casi è


possibile arrivare anche all’applicazione di
sanzioni penali, sempre per infedele
dichiarazione. Si tratta del reato tributario
disciplinato dall’articolo 4 del DLgs. n.
74/00. La fattispecie di reato penale si
realizza al superamento congiunto di
due soglie di punibilità:

Evasione
d’imposta di 100.000,00 euro per ogni
singola imposta, quindi ad esempio
IRES/IRPEF o IVA;
Elementi attivi sottratti
all’imposizione (ricavi o costi) di
almeno 3.000.000 euro. Tuttavia, se gli
elementi fittizi indicati in dichiarazione
(ricavi omessi o costi falsi) supera il
10% dell’ammontare complessivo degli
elementi attivi indicati in dichiarazione il
reato è consumato anche se gli
elementi sottratti ad imposizione
sono inferiori a 3.000.000,00 euro.

Consiglio, quindi, di prestare la massima


attenzione e rivolgervi sempre ad un
esperto.

Regime degli impatriati e


presentazione dell’istanza
di interpello
Nel caso in cui i soggetti che intendano
beneficiare di questo regime e riscontrino
condizioni di obiettiva incertezza
interpretativa sulla verifica dei requisiti
richiesti, è possibile presentare istanza di
interpello all’Agenzia delle Entrate, ai sensi
dell’art. 11, comma 1, lett. a, della L. 27
luglio 2000, n. 212 (cd. “interpello
ordinario”).

L’Agenzia risponde alle istanze


ordinariamente nel termine di novanta
giorni. Quando non è possibile fornire
risposta sulla base della documentazione
allegata all’istanza, l’Agenzia può
richiedere al contribuente di fornire
ulteriore documentazione. In tale ipotesi,
per effetto della richiesta i termini della
risposta sono sospesi. Tuttavia, la risposta
deve essere resa dall’Agenzia entro
sessanta giorni dalla ricezione della
documentazione integrativa.
La risposta, scritta e motivata, vincola ogni
organo dell’Amministrazione finanziaria
con esclusivo riferimento alla questione
oggetto dell’istanza e limitatamente al
contribuente istante. Quando la risposta
non è comunicata al contribuente entro il
termine previsto, il silenzio equivale a
condivisione, da parte dell’Agenzia, della
soluzione prospettata dal contribuente.

Agevolazione legata ai
lavoratori impatriati in
Italia: conclusioni
L’agevolazione fiscale legata ai Lavoratori
Impatriati, così come modificata dal D.L.
n. 34/19 rappresenta un forte incentivo
all’impatrio in Italia. Questo non solo per
i cittadini italiani emigrati all’estero, ma
anche per soggetti esteri che possono
puntare a venire a lavorare nel nostro
Paese. Non vi è alcun riferimento alla
nazionalità del soggetto che può usufruire
dell’agevolazione. Tutti i requisiti “tecnici”
di questa agevolazione sono venuti meno.
Sostanzialmente qualunque impresa può
pensare di assumere personale estero,
abbattendo del 70% i costi, a parità di
salario del lavoratore. Oppure, al contrario,
il lavoratore, a parità di costi per l’azienda,
può ottenere un salario più elevato.

Pensa a quali ripercussioni può avere


questa norma nel mondo dello sport
professionistico, dei manager di alto
livello, oppure dei professionisti. Non solo,
dal 2020 l’agevolazione riguarda anche i
soggetti che avviano attività di impresa in
Italia. L’agevolazione prevedeva già
l’impatrio per l’esercizio di attività in forma
autonoma, ma solo di tipo professionale.

Adesso gli imprenditori che verranno in


Italia potranno godere dell’agevolazione
anche per quanto riguarda il reddito di
impresa costituita in Italia. Insomma,
questa agevolazione, per come è
concepita attualmente può davvero
rappresentare una leva importante per
attrarre in Italia ogni tipo di lavoratore
qualificato. La cosa importante è applicare
correttamente l’agevolazione e verificare
con esattezza la presenza dei requisiti
richiesti.

Per questo ti occorre sicuramente un


esperto.

Agevolazione legata ai
lavoratori impatriati: FAQ
Di seguito le principali domande che mi
arrivano sull’agevolazione impatriati.

1. A quanto si riduce il reddito


imponibile con l’agevolazione?
Il reddito imponibile IRPEF, legato a
lavoro dipendente, autonomo o di
impresa, è ridotto al 30%. Il reddito
imponibile si riduce al 10% se ci si
trasferisce in una delle Regioni del Sud
d’Italia.
2. Quanti anni dura l’agevolazione dei
lavoratori impatriati?
L’agevolazione impatriati ha una durata
di 5 anni a partire dall’annualità di
acquisizione della residenza fiscale
italiana. L’agevolazione si estende per
ulteriori 5 anni se si acquista un
immobile in Italia o se avviene la nascita
di un figlio.

3. Quali sono i requisiti per ottenere


l’agevolazione impatriati?
– Il lavoratore non deve essere stato
residente fiscalmente in Italia nei due
periodi d’imposta precedenti il
rimpatrio;
– Il lavoratore si impegna a risiedere
fiscalmente in Italia per almeno due
anni;
– L’attività lavorativa è prestata
prevalentemente nel territorio italiano.

4. Se non sono iscritto AIRE posso


godere dell’agevolazione?
L’agevolazione impatriati è fruibile
anche senza iscrizione AIRE per i
rimpatrii che avvengono dal 2020. I
soggetti rientrati in Italia in precedenza
devono continuare ad applicare
l’agevolazione di cui al Dlgs n 147/15
(ante le modifiche del DL n 34/19).

5. Posso applicare l’agevolazione se in


Italia apro partita IVA in regime
forfettario?
L’agevolazione impatriati si applica solo
ai redditi imponibili IRPEF. Il regime
forfettario essendo imposta sostitutiva
non rende applicabile l’agevolazione
impatriati. Devi, quindi, effettuare una
valutazione di convenienza tra i due
regimi.

6. Che cosa succede se rimano in Italia


per meno di 24 mesi dall’impatrio?
In questo caso si perde l’agevolazione.
Oltre alla restituzione delle maggiori
imposte non pagate, anche sanzioni per
infedele dichiarazione dei redditi. Le
sanzioni vanno dal 90% al 180%
dell’imposta dovuta e non versata.
Questo per ogni annualità di
agevolazione goduta.

7. Durante il periodo di impatrio in Italia


posso godere dell’agevolazione
anche se cambio datore di lavoro?
Si, l’agevolazione è fruibile anche in
caso di cambiamento del datore di
lavoro.

Lavoratori impatriati:
consulenza fiscale online
per lavoratori impatriati in
Italia
Vuoi saperne di più sul regime di
tassazione dei Lavoratori Impatriati?

Pensi di poter beneficiare di questa


agevolazione e vuoi avere maggiori
informazioni?

Sei una società calcistica e vuoi sapere se


e come puoi sfruttare questa
agevolazione?

Se leggendo questo articolo ti sei reso


conto che potresti rientrare nella disciplina
dei lavoratori impatriati allora non perdere
questa occasione. Se lo desideri posso
esserti di aiuto per approfondire i
chiarimenti di prassi esistenti e la
normativa in vigore. Tieni presente che
la consulenza non può verificare la
presenza dei requisiti richiesti per
l’agevolazione. Quello che posso fare è
esclusivamente aiutarti a comprendere
rischi e problematiche insite in questa
agevolazione in modo che tu possa
prendere poi, in totale autonomia, le
decisioni che riterrai maggiormente
opportune.

Non esitare, contattami! Compila il


seguente modulo di contatto per ricevere
una consulenza sulla disciplina dei
lavoratori impatriati, in grado di
approfondire i seguenti punti:
Normativa;
Problematiche e aspetti ancora non
chiari;
Adempimenti per il contribuente
richiedente;
Aspetti legati alla residenza fiscale
nell’anno di rientro in Italia;
Aspetti legati alla tassazione di redditi di
fonte estera;
Aspetti legati alla disciplina sul
monitoraggio fiscale.
Aspetti connessi all’agevolazione
(previdenza, immobili, etc).

Cosa NON comprende la


consulenza?
La valutazione della situazione personale
in ordine alla presenza o meno dei requisiti
previsti. Su questo aspetto non possiamo
intervenire, ogni scelta o valutazione è
personale.

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studiare perché nella vita non si finisce mai di
imparare. Se hai un dubbio o una questione da
risolvere, contattami, troverò le risposte. Richiedi
una consulenza personalizzata con me.

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requisiti
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Federico Migliorini -
venerdì 18 Marzo 2022 ore 8:30

Estensione per gli


impatriati iscritti AIRE:
istruzioni operative
AGEVOLAZIONI FISCALI PER IMPATRIO IN
ITALIA

Federico Migliorini -
venerdì 4 Marzo 2022 ore 16:01

447 COMMENTI
Massimiliano sabato 18 Novembre 2017 ore
18:43 At 18:43

Salve, io sono un manager che ha lavorato 7


anni in Thailandia, con solo due anni di
iscrizioni ad Aire (ultimi due) dovrei rientrare
fisso in Italia per cambio lavoro, e vorrei
sapere se rientro in questa agevolazione.

Fiscomania lunedì 20 Novembre 2017 ore 7:32


At 7:32

Servono almeno 5 periodi di imposta con


residenza fiscale estera per poter beneficiare
di questa agevolazione. Lei da quanto mi
scrive non li ha maturati, quindi non può
aderire, putroppo, a questo regime così
favorevole.

Artux giovedì 11 Gennaio 2018 ore 21:16 At 21:16


Ho lavorato come senior manager da 8 anni
all’estero per una multinazionale ed iscritto
regolarmente all’AIRE. Pur non ricevendo un
contratto da dirigente in italia, ma sempre
come senior manager/department head,
posso usufruire dei vantaggi previsti dalla
normativa sul rietro dei cervelli? ho anche
conseguito un Master of arts in Olanda
qualche anno addietro.
Grazie
Fiscomania venerdì 12 Gennaio 2018 ore 7:29 At
7:29

Per rispondere bisogna analizzare la


situazione in dettaglio. Se vuole la
contattiamo in privato.

Marco Iacopini martedì 30 Gennaio 2018 ore


14:53 At 14:53

Salve,
sono rientrato il Maggio 2016 dopo essere
stato iscritto all’aire per 5 anni ed ho
richiesto ,erroneamente credo,
l’applicazione della Legge n. 238/2010.
Capisco che avevo diritto all’art 16 della
147, come faccio per sanare la situazione?
Faccio un conguaglio dichiarazione dei
redditi 2018 e richiedo lìapplicazione della
147 sul periodo d’imposta dell’anno scorso
o devo prima fare un interpello esplicito
all’agenzia delle entrate per avere la 147 fino
a Dicembre 2020?
Cordiali saluti;

Fiscomania martedì 30 Gennaio 2018 ore 16:33


At 16:33

L’agevolazione 238/2010 è comunque più


favorevole rispetto alla 147/2010.
Fabio Ricci lunedì 26 Febbraio 2018 ore 8:50 At
8:50

Buongiorno,

L’agevolazione è valida anche per chi


rientrerà nel prossimo futuro, ad esempio nel
2019? E varrà sempre per 4 periodi
d’imposta?
Grazie

Fiscomania lunedì 26 Febbraio 2018 ore 9:12 At


9:12

Fino a quando non ci saranno modifiche


normativa la normativa proseguirà ad avere
efficacia. Se ha bisogno di maggiori info mi
contatti in privato.

Francois Blanc martedì 13 Marzo 2018 ore


18:53 At 18:53

Buongiorno,

Sono cittadino francese laureato e residente


in italia dal 06/2014. Lavoro in italia anche
dal 06/2014. Prima lavoravo all’estero.

Anche se ho già lavorato 4 anni in italia, sto


attualmente cambiando di datore di lavoro,
potrei quindi usufruire delle agevolazione
147/2015?

Cordialmente

Fiscomania mercoledì 14 Marzo 2018 ore 11:45


At 11:45

Bisogna vedere con maggiore dettaglio il


2018 potrebbe essere l’ultimo anno di
agevolazione.

antonio martedì 20 Marzo 2018 ore 18:19 At 18:19


sono lavoratore (laureato) non iscritto all’
AIRE ma con residenza fiscale a Londra (la
mia residenza è ancora in Italia). Posso
comunque avere tale agevolazione o devo
essere iscritto all’ AIRE? avete un riferimento
normativo? graize mille

Fiscomania martedì 20 Marzo 2018 ore 22:31 At


22:31

Se vuole mi contatti in privato per una


consulenza.

Massimiliano martedì 20 Marzo 2018 ore 22:35


At 22:35
Ciao. La residenza non è solo Aire, se vivi
più di 180 gg nel paese estero, se hai un
conto corrente li, affitto, e non hai moglie in
italia puoi accedere al credito di imposta….
Sto seguendo mio fratello con il tuo stessi
quesito….

Fiscomania mercoledì 21 Marzo 2018 ore 9:24 At


9:24

Attenzione non è proprio così, per


l’ottenimento di questa agevolazione è fatto
riferimento ai requisiti di cui all’articolo 2 del
Tuir, quindi l’AIRE è requisito necessario. Poi
che l’agevolazione si possa chiedere anche
senza i requisiti è altro discorso.

antonio mercoledì 21 Marzo 2018 ore 10:00 At


10:00

iscrivendomi ora all’ AIRE, si avrebbe la


retroattività e quindi poter accedere al
beneficio?

Fiscomania mercoledì 21 Marzo 2018 ore 12:56


At 12:56

L’iscrizione AIRE non può mai essere


retroattiva, ma vale solo per il futuro.
Paolo giovedì 12 Aprile 2018 ore 7:05 At 7:05
Buongiorno, mi chiedevo nel caso di
richiesta di agevolazione per “impatriati
laureati”, se il requisito dei 24 mesi di attività
lavorativa continuativa all’estero debba
coincidere pari pari con la residenza fiscale.
Nel mio caso ho aperto p.IVA austriaca il
14.7.16 e mi sono iscritto all’AIRE l’8.8.16.
Ora, se rientrassi in Italia e trovassi lavoro a
partire da settembre 2018, posso fare
domanda di agevolazione dal 2019 (essendo
il 2018 da considerarsi sotto la fiscalità del
Paese che mi ospita) o salta il discorso (nel
senso che è meglio se rimando
trasferimento e ricerca di lavoro a gennaio)?!
Grazie per il supporto.

Fiscomania giovedì 12 Aprile 2018 ore 7:33 At


7:33

Deve fare attenzione al fatto che rientro in


Italia e inizio dell’attività lavorativa devono
essere coincidenti. Quindi, conviene
rientrare in Italia quando si sa di poter
iniziare qui una nuova attività lavorativa da
lavoratore autonomo o di lavoro dipendente.

Paolo giovedì 12 Aprile 2018 ore 8:26 At 8:26


Grazie per la risposta. Quindi nel caso
rientrassi in Italia con un nuovo lavoro a
settembre (= residenza fiscale ancora
austriaca per il 2018) potrei fare regolare
domanda? O debbo aspettare l’anno nuovo
per una questione di spostamento della
residenza fiscale? Perché se il riferimento è
quello dello spostamento della residenza
fiscale, quello che ne deriva per via logica
(per quello che ne capisco) è che è possibile
trasferirsi e fare domanda solo nei primi 182
giorni dell’anno… O è possibile trasferirsi e
trovare lavoro anche nel secondo semestre
e poi spostare la residenza fiscale in un
secondo momento, con lo scoccare del
nuovo anno? Grazie mille.

Fiscomania giovedì 12 Aprile 2018 ore 10:43 At


10:43

Se rientra a settembre e trova lavoro potrà


chiedere l’agevolazione e le sarà accordata
dall’anno successivo quando avrà residenza
fiscale italiana.

Paola martedì 29 Maggio 2018 ore 15:30 At 15:30


Buongiorno,
ho lavorato all’estero per 8 anni e rientrero’
in Italia con lavoro dirigenziale da meta’
luglio di quest anno.
Cio’ significa che non potro’ usufruire degli
incentivi fiscali nel 2018, in quanto saro’
considerata residente in UK.
Vorrei sapere se gli incentivi fiscali potranno
essere applicati dal 2019 in poi (o se ne
perdo i diritti) e se i 5 anni inizieranno a
partire da Gennaio 2019 o da quest anno.
Grazie

Paola

Fiscomania mercoledì 30 Maggio 2018 ore 7:40


At 7:40

L’agevolazione parte dal momento in cui lei


acquista residenza fiscale italiana. Da quel
momento potrà usufruire di tutti i benefici
negli anni successivi.

max giovedì 31 Maggio 2018 ore 17:24 At 17:24


Mi scusi, non credo di aver capito: se io
rientro da meta’ luglio in Italia, la residenza
torna in italia perche’ mi rimuovo dall’AIRE,
ma devo comunque pagare le tasse nel mio
paese di residenza fiscale fino a luglio (che
e’ il Belgio, nel mio caso).

Dal 1 Gennaio 2019 ho a disposizione 5 anni


(2019-20-21-22-23) di detassazione, o 4?
Fiscomania venerdì 1 Giugno 2018 ore 8:07 At
8:07

Non è come dice, lei non ha molto chiaro


come funziona la residenza fiscale. Lei
acquisterà residenza fiscale italiana solo dal
2019. Da li avrà diritto a cinque anni di
agevolazione.

Filippo B. lunedì 18 Giugno 2018 ore 17:55 At


17:55

Buongiorno, se un soggetto straniero ha


posto la propria residenza fiscale in Italia a
fine 2014 (quindi di fatto nel 2015) può
rientrare nel regime degli impatriati? e se si,
come deve dichiarare il priprio reddito nella
dichiarazione se il suo datore di lavoro non
ha mai fatto niente?
Grazie molte

Fiscomania martedì 19 Giugno 2018 ore 7:26 At


7:26

Questa fattispecie non rientra tra quelle


agevolabili. Deve trattarsi di cittadini italiani
che riportano la residenza fiscale in Italia.

Julian martedì 19 Giugno 2018 ore 8:36 At 8:36


Buongiorno Fiscomania, per quanto riguarda
la domanda di Filipo B. penso che possa
chiedere le agevolazioni con il Decreto
legislativo 14 settembre 2015 n 147 Art. 16 e
la legge 11 dicembre 2016 n 232 (150+151).

Paolo martedì 17 Luglio 2018 ore 10:07 At 10:07


Buongiorno, forse è una domanda un po’
banale, ma mi chiedevo quale fosse la
“tolleranza” sui tempi per rientrare nei
requisiti; porto il mio esempio: cancellazione
prevista AIRE l’8.8, registrazione anagrafe
italiana il 13.8 e inizio lavoro da dipendente
(in Italia) il 20.8. Nel mio caso viene
mantenuto il requisito di coincidenza tra
rientro e lavoro, oppure devo agire
diversamente? Ringrazio molto per la
disponibilità, un cordiale saluto, Paolo

Fiscomania martedì 17 Luglio 2018 ore 14:59 At


14:59

Sicuramente nel suo caso c’è coincidenza,


quindi, non dovrebbero esserci problemi per
applicare alla sua situazione il regime dei
lavoratori impatriati.

Paolo mercoledì 25 Luglio 2018 ore 7:53 At 7:53


Grazie per la cortese risposta. Un ultimo
dubbio: cosa succede se rientrassi in Italia
per svolgere un lavoro stagionale non
qualificato (1-2 mesi), per poi passare subito
dopo a fare un lavoro – diciamo – stabile
(contratto a tempo determinato di un anno)?
Non cambia niente per richiedere
l’agevolazione fiscale o bisogna prendere
qualche particolare precauzione? Grazie
mille per la gentilezza, saluti, Paolo

Fiscomania mercoledì 25 Luglio 2018 ore 11:05


At 11:05

Per l’agevolazione non cambia niente.

Paolo giovedì 13 Settembre 2018 ore 16:32 At 16:32


Buongiorno, mi permetto di porre un
ultimissimo quesito: una volta rientrato in
Italia, ho presentato domanda al datore di
lavoro per l’applicazione del contributo di
riduzione dell’IRPEF a partire dal 2019 (per
quest’anno sono ancora residente
fiscalmente all’estero). Il problema che ora si
pone è: per questi mesi di lavoro (fino a
dicembre) è giusto che io sia soggetto a
IRPEF in busta paga o devo richiedere al
datore di lavoro di non applicarla in quanto
le tasse le andrò a pagare comunque in
Austria? Come funziona in questi casi?
Ringrazio molto per la disponibilità, un
cordiale saluto, Paolo

Fiscomania venerdì 14 Settembre 2018 ore 7:38


At 7:38

Se vuole le spiego, ma tramite consulenza.


Nel caso mi faccia sapere.

Marco domenica 16 Dicembre 2018 ore 22:04 At


22:04

Salve,
Sono rientrato in Italia 2 anni fa e sono in
procinto di cambiare azienda sempre con
residenza fiscale in Italia. Posso contiunuare
ad usufruire del regime agevolato per i
residui 3 anni fiscali?
Cordialmente,
MF

Federico Migliorini lunedì 17 Dicembre 2018


ore 8:06 At 8:06

L’agevolazione legata ai lavoratori impatriati


prosegue anche cambiando datore di lavoro.

Andrea lunedì 21 Gennaio 2019 ore 18:06 At 18:06


Buonasera,
vorrei capire se rientro o meno nel regime
fiscale agevolato di cui sopra.

Ho lavorato all’estero dal 10 Maggio 2016 al


31 Marzo 2018. Sono stato iscritto all’AIRE
dal 4 Maggio 2016 al 26 Aprile 2018, data
dopo la quale ho spostato la mia residenza
in Italia.

Secondo voi ci sono dei margini per riuscire


a rientrare nel regime fiscale agevolato ?

Grazie anticipatamente

Federico Migliorini
lunedì 21 Gennaio 2019 ore 18:49 At 18:49

Salve Andrea, non vedo sussistere i requisiti


per questo tipo di agevolazione, mi dispiace.

Luca venerdì 1 Febbraio 2019 ore 8:41 At 8:41


Salve, la tassazione agevolata si applica
anche in caso di:
– cambio azienda nel corso dei primi due
anni di agevolazione?
– azienda con ragione sociale estera
nonostante la mia sede di lavoro
permanente e residenza fiscale sia in Italia?

grazie
Federico Migliorini
venerdì 1 Febbraio 2019 ore 10:59 At 10:59

In entrambi i casi, in presenza dei requisiti, si


può ottenere l’agevolazione.

Giuseppe P. sabato 16 Febbraio 2019 ore 0:38 At


0:38

Salve, le scrivo per avere un suo input sul


mio caso.
Attualmente lavoro in Germania come
direttore di una multinazionale svedese,
impiego iniziato il 01/01/2017.
Sono iscritto AIRE dal 21/03/2018.
Vorrei ritrasferire la mia residenza in Italia
dallo 05/07/2019.
Rientrerei nel regime cervelli in questo caso?

Federico Migliorini
sabato 16 Febbraio 2019 ore 10:06 At 10:06

Salve Giuseppe, non ci sono i requisiti di


permanenza all’estero.

Giuseppe P. domenica 17 Febbraio 2019 ore


12:35 At 12:35
Salve,
Grazie mille per la celere risposta. Potrebbe
per favore darmi qualche altro input? Cosa
mi manca per rientrare tra i requisiti di
permanenza estera? Essendo iscritto AIRE
da marzo 2018 e ritrasferendomi a luglio
2019 copro 2 periodi d’imposta (più di 183
giorni x anno) …o mi sbaglio?

Federico Migliorini
domenica 17 Febbraio 2019 ore 14:41 At 14:41

Salve Giuseppe, da marzo 2018 i due anni si


coprono nel 2020, si deve arrivare a 24
mesi.

marco mercoledì 20 Febbraio 2019 ore 17:03 At


17:03

Salve,
Vorrei avere un parere sulla mia situazione:
lavoro in germania dal 1/02/2013 e sono
residente AIRE dal 27/06/2013 per cui piu di
5 anni.
Mi viene proposto un trasferimento fisso in
italia presso la sede italiana della mia ditta
con conseguente Nuovo contratto. svolgo
un lavoro molto specializzato ma non
ricopro un ruolo dirigenziale.
non essendo laureato potro usufruire di
questo incentivo? devo richiedere specifica
indicazioni sul contratto in modo da
soddisfare l’ultimo requisito il quale richiede
un ruolo dirigenziale o specializzato?

grazie

cordiali saluti

Federico Migliorini
mercoledì 20 Febbraio 2019 ore 22:55 At 22:55

Salve Marco, da quello che mi dice non ci


sono i requisiti per l’agevolazione.

ANDREA DAVIDE venerdì 22 Marzo 2019 ore


17:17 At 17:17

Buonasera Federico
Le illustro il mio caso: sono rientrato in italia
a marzo 2016 e pur avendo i requisiti per
richiedere le agevolazioni previste dal
comma 2 art. 16 d.lgs. 147/2015… non l’ho
fatto perchè non ne ero a conoscenza;
posso fare domanda al datore di lavoro
oggi, per gli anni 2019 e 2020?
La ringrazio per l’aiuto

Federico Migliorini
sabato 23 Marzo 2019 ore 8:23 At 8:23
Salve Andrea, se al momento del rientro in
Italia aveva tutti i requisiti previsti dalla
norma può benissimo fare richiesta adesso
per le annualità rimanenti.

Stefano mercoledì 10 Aprile 2019 ore 18:37 At


18:37

Salve Federico, grazie per la guida


esaustiva. Quindi solo per chi rientra nel
2019 ha il requisito dell’AIRE? Le sembra
normale? Le sembra abbia senso?

Federico Migliorini
giovedì 11 Aprile 2019 ore 8:17 At 8:17

Salve Stefano, la norma infatti non aveva


senso ed è stata modificata togliendo il
requisito AIRE, ma purtroppo solo dal 2020.
In questo modo però si crea un doppio
binario pericoloso, ma così stanno le cose.

Luca Marinelli giovedì 11 Aprile 2019 ore 8:58


At 8:58

Dr Federico buongiorno. Sto ritornando in


Italia dopo 19 anni all estero. Prima in
America, poi Francia, poi America. Sempre
iscritto all Aire.
Ho letto che ci sono 2 strade per l impatrio
1. Una Laurea Americana conta come
Laurea per i requisiti di Impatrio?
2. Verro assunto come dirigente (Direttore
Vendite Globale) di base in Italia ma con
frequenti trasferte. in ogni caso cerchero di
stare i 183 giorni richiesti…vede problemi?
Grazie Luca Marinelli

Alex giovedì 11 Aprile 2019 ore 14:44 At 14:44


Salve Federico, grazie mille per la sua guida
e prima di tutto mi scuso per il mio italiano
(non è la mia madrelingua).
Il mio caso è così: ho vissuto in Germania
per gli ultimi 4 anni (però senza iscrizione
Aire) dove ho lavorato come ricercatore
presso un’università. Da maggio 2019
incomincerò ha lavorare presso un’istituto di
ricerca in Italia.
Come ho capito io, se tornassi in Italia dopo
il 1.gennaio 2020, avrò tutti requisiti per
l’agevolazione. Ma se tornassi prima?

Quello che non capisco io e questa frase:


“Relativamente, invece, ai lavoratori
impatriati non iscritti all’AIRE e già rientrati in
Italia entro il 31 dicembre 2019, sono
applicabili le disposizioni di cui all’articolo 16
del DLgs n 147/2015 nel testo vigente al 31
dicembre 2018. Questo con riferimento ai
periodi d’imposta in cui siano stati notificati
atti impositivi ancora impugnabili ovvero che
siano oggetto di controversie pendenti
nonché con riferimento ai periodi d’imposta
ancora accertabili.Il tutto purché abbiano
avuto la residenza in un altro Stato ai sensi
di una convenzione contro le doppie
imposizioni sui redditi per il periodo sopra
citato.”

Mille grazie in anticipio

Federico Migliorini
giovedì 11 Aprile 2019 ore 16:34 At 16:34

Salve Alex, in pratica chi torna prima del


2020 in Italia, senza iscrizione AIRE non può
aver diritto a questa agevolazione.

Andreas Lerchegger giovedì 11 Aprile 2019


ore 16:57 At 16:57

Buonasera dott. Migliorini,

Le chiederei un parere sulla mia situazione:


Sono un cittadino italiano con residenza in
Austria ed iscrizione al AIRE dal 2008.
Lavoro come transfrontaliero (mi reco a casa
in Austria ogni giorno e pago le tasse
solamente in Austria)
con una ditta italiana in Alto Adige dal
01/03/2013 con contratto indeterminato,
dal 01/08/2016 inquadrato Quadro Q1
(funzioni direttive).
Se tornassi a vivere in Italia con
spostamento della residenza a gennaio 2020
avrei, secondo Lei,
diritto al agevolazione come lavoratore
impatriato?

Grazie e cordiali saluti!

Stefano giovedì 11 Aprile 2019 ore 18:23 At 18:23


Mi ricollego al precedente messaggio.
L’interpretazione suggerita che chi rientra in
Italia prima del 2020 non può avere diritto
all’agevolazione sembra corretta. Se però
uno rientrando in Italia nel 2019 facesse
richiesta per accedere all’agevolazione e poi
gli venisse contestata la non inscrizione
all’AIRE non dovrebbe fare fede quanto
segue?

“Relativamente, invece, ai lavoratori


impatriati non iscritti all’AIRE e già rientrati in
Italia entro il 31 dicembre 2019, sono
applicabili le disposizioni di cui all’articolo 16
del DLgs n 147/2015 nel testo vigente al 31
dicembre 2018. Questo con riferimento ai
periodi d’imposta in cui siano stati notificati
atti impositivi ancora impugnabili ovvero che
siano oggetto di controversie pendenti
nonché con riferimento ai periodi d’imposta
ancora accertabili.Il tutto purché abbiano
avuto la residenza in un altro Stato ai sensi
di una convenzione contro le doppie
imposizioni sui redditi per il periodo sopra
citato”

Mi sbaglio?

Grazie,
Stefano

Federico Migliorini
giovedì 11 Aprile 2019 ore 19:18 At 19:18

Salve Luca, i problemi possono derivare dal


possesso dei requisiti o meno, la laurea
estera non è un problema, bisogna capire
quale tra le due tipologie di agevolazione è
quella che nel suo caso ha meno problemi
con i requisiti richiesti.

Federico Migliorini
giovedì 11 Aprile 2019 ore 23:48 At 23:48

La richiesta di agevolazione prima del 2020


senza iscrizione AIRE è sicuramente
contestata e per come è la nuova norma
non vedo possibilità.
Federico Migliorini
giovedì 11 Aprile 2019 ore 23:50 At 23:50

Salve Andreas, ad una prima occhiata direi


che se continua a lavorare per la stessa
azienda non può applicare l’agevolazione.
Per una analisi più dettagliata mi contatti a
questa email: info@fiscomania.com tramite
consulenza.

Stefano sabato 13 Aprile 2019 ore 10:24 At 10:24


In caso di contestazione a seguito di
richiesta prima del 2020 senza iscrizione
AIRE, la nuova norma prevede che la
semplificazione (ovvero che non sia più
necessario essere stati iscritti all’Aire nei
periodi trascorsi all’estero, ma risulti
sufficiente aver avuto la residenza fiscale in
un altro Stato ai sensi degli accordi
convenzionali per l’eliminazione delle doppie
imposizioni) viene esplicitamente riferita
anche ai soggetti che siano rientrati in Italia
alla data del 31/12/2019 e che abbiano
ricevuto contestazioni in merito a tale
requisito, ai quali si applica il regime
speciale nella formulazione attuale. Quindi la
mia interpretazione è che se venisse
contestata la non iscrizione AIRE,
quest’ultima non può essere accolta.
Stefano sabato 20 Aprile 2019 ore 10:11 At 10:11
Salve Dott. Migliorini

Grazie per le utilissime informazioni e per la


disponibilita´ mostrata.
Avrei due domande:
1. Rientrando in Italia prima del 3 Luglio
2019, disponendo di tutti i requisiti del
comma 1 (iscrizione AIRE da piu’ di 5 anni),
ed andando a risiedere in una delle regioni
indicate del sud Italia, diverrebbe possibile
accedere alle nuove estensioni delle
agevolazioni a partire dal 2020 (ulteriori 5
anni e possibilita´di un ulteriore 10% per
residenza nel sud Italia)?
2. Sarebbe possibile avvalersi della sua
consulenza a partire da subito per
predisporre tutti i passi necessari in anticipo
ed avere conferma dell’elegibilita’ prima
dell’inizio di un contratto di lavoro italiano a
Luglio 2019?

Grazie in anticipo, nel caso gradirei contatto


privato

Cordiali Saluti
Stefano

carmine salvino sabato 20 Aprile 2019 ore


11:33 At 11:33

La bozza del Decreto Crescita ha aggiunto


rispettivamente, al comma 6 dell’ art. 16 del
D.Lgs.n.147/2015 e al comma 4 dell’ art.44
del D.L. n.78/2010, per rendere più agevole
l’accesso a entrambi i benefici fiscali, la
disposizione che prevede sia per i lavoratori
rimpatriati, che per i docenti e ricercatori
universitari, che non sia più necessario
essere stati iscritti all’AIRE nei periodi
trascorsi all’estero, purché i predetti soggetti
abbiano avuto la residenza in un altro Stato
ai sensi di una convenzione contro le doppie
imposizioni sui redditi.

Tale semplificazione, inoltre, interessa anche


i soggetti (lavoratori impatriati, docenti e
ricercatori universitari) rientrati in Italia entro
il 31 dicembre 2019 e che abbiano ricevuto
contestazioni riguardo al requisito di
iscrizione all’AIRE(Anagrafe Italiani Residenti
all’Estero), ai quali si applica il regime
speciale nella formulazione attuale; tale
precisazione è stata necessaria a seguito dei
dubbi interpretativi creati dalla legge vigente
in merito all’obbligo o meno d’iscrizione
all’AIRE come presupposto per
l’applicazione di predette agevolazioni
fiscali.
Federico Migliorini
sabato 20 Aprile 2019 ore 17:14 At 17:14

Grazie per il contributo Carmine.

Federico Migliorini
sabato 20 Aprile 2019 ore 17:16 At 17:16

Salve Stefano, rientrando prima del 2020


l’estensione dell’applicazione della norma
non trova applicazione in quanto il rimpatrio
avviene in anticipo rispetto all’entrata in
vigore della norma. Per il resto, mi contatti a
questa email: info@fiscomania.com, in modo
da poter programmare la consulenza.

Stefano domenica 21 Aprile 2019 ore 11:01 At


11:01

Gentile Dott. Migliorini

Grazie per le precisazioni.

Avevo pensato fosse discriminatorio nei


confronti di chi fosse rientrato solo sei mesi
prima non avere diritto alle stesse estensioni
applicabili a partire dal 2020 per la stessa
categoria di lavoratori.

Mi viene un altro dubbio allora.


Se si rientrasse durante la seconda meta’
del 2019 (dopo il 3 Luglio, diciamo da
Agosto ad esempio), non essendo
fiscalmente residenti in Italia nel 2019 ma
solo a partire dal 2020, quale normativa
verrebbe applicata in questo caso, quella
del 2020 o quella del 2019?

Grazie per la disponibilita’

Cordiali Saluti
Stefano

Federico Migliorini
domenica 21 Aprile 2019 ore 19:48 At 19:48

Salve Stefano, per poter applicare la nuova


normativa occorre rientrare in Italia,
cancellarsi dall’AIRE ed accettare la
proposta lavorativa, o avviare l’attività di
lavoro autonomo nel 2020 non prima.

Antonio martedì 23 Aprile 2019 ore 12:34 At 12:34


Salve Federico, in merito al suo ultimo
commento, mi rifaccio alla guida per gli
Incentivi fiscali per l’attrazione del capitale
umano pubblicata dall’agenzia delle entrate.
Al capitolo 1, sezione “Il concetto di
residenza fiscale” si spiega esattamente
quanto descritto dall’utente Stefano, ovvero
che l’agevolazione per il periodo fiscale puo’
valere solo a partire dall’anno successivo, se
il trasferimento e’ avvenuto nel secondo
semestre dell’anno.
Quindi, un trasferimento avvenuto ad
Agosto, non permetterebbe di fatto la
partenza delle agevolazioni dal periodo
fiscale 2020? E queste non sarebbero quindi
regolate dal decreto crescita 2019?

Federico Migliorini
martedì 23 Aprile 2019 ore 13:25 At 13:25

Il decreto crescita prevede che


l’agevolazione possa essere goduta anche
per chi rientra nella seconda parte del 2019
ed è in possesso dei requisiti di residenza
fiscale estera in virtù di convenzione contro
le doppie imposizioni con il Paese estero.

Michele mercoledì 24 Aprile 2019 ore 15:34 At


15:34

Buonasera Federico – vorrei avere una


chiarificazione definitiva su questo punto. Il
testo del decreto crescita e’ abbastanza
chiaro, e specifica che “Le disposizioni di
cui al comma 1, lettere a), b), c), d), ed e) si
applicano ai soggetti che trasferiscono la
residenza in Italia ai sensi dell’articolo 2 del
testo unico delle imposte sui redditi […] a
partire dall’anno 2020.”

Ai sensi dell’articolo 2 del TUIR, chi si


trasferisce in Italia dopo il 3 luglio 2019 e’
considerato residente in Italia dall’anno
2020, rientrando percio’ nella nuova norma.
Nella parte restante del 2019 il soggetto
sara’ tassato senza alcun beneficio, e
comincera’ a beneficiare del decreto
crescita dal primo periodo di paga del 2020.
La norma e’ gia’ entrata in vigore con
approvazione del decreto legge (che dovra’
essere convertito dal parlamento entro 60
giorni).

Perche’ non e’ corretta questa


interpretazione?

Grazie in anticipo

Federico Migliorini
mercoledì 24 Aprile 2019 ore 16:03 At 16:03

Salve Michele, la norma afferma che anche il


rientro in Italia nel 2019 può essere
agevolato, a partire dal 2020, a patto che vi
sia una convenzione contro le doppie
imposizioni in essere.

Stefano giovedì 25 Aprile 2019 ore 16:20 At 16:20


Buongiorno Dott. Migliorini,

grazie della guida! Ho ancora un dubbio


però.

Cito la norma: “ai cittadini italiani non iscritti


all’AIRE rientrati in Italia entro il 31 dicembre
2019 spettano i benefici fiscali di cui al
presente articolo nel testo vigente al 31
dicembre 2018 purché abbiano avuto la
residenza in un altro Stato ai sensi di una
convenzione contro le doppie imposizioni
sui redditi per il periodo di cui al, comma 1,
lettera a). Non si fa luogo, in ogni caso, al
rimborso delle imposte versate in
adempimento spontaneo.”

Quindi sembra che anche coloro che


rientrano in Italia nel 2019 hanno diritto al
bonus anche senza iscrizione all’AIRE. Non
capisco però quale convenzione si applichi,
quella appena approvata o quella in vigore
precedentemente. Mi potrebbe chiarire
questo dubbio?

La ringrazio

Andrea venerdì 26 Aprile 2019 ore 15:52 At 15:52


Buonasera Federico,
Nel caso di,

DIPENDENTI DI SOCIETA’ ESTERE


(Svizzera, Francia , Slovenia e Austria) IN
DISTACCO IN ITALIA
In questo modo, viene riconosciuta la
possibilità di applicare il regime degli
impatriati ai c.d. lavoratori “inbound”.

Questa agevolazione e’ comulabile alla


deduzione di 7500 euro spettante ai
transfrontalieri, residenti in Italia ma ad oltre
20 km dal confine dei paesi sopra citati ?

Grazie

Federico Migliorini
venerdì 26 Aprile 2019 ore 20:06 At 20:06

Salve Andrea, per i lavoratori in distacco


estero l’agevolazione è applicabile
rispettandone i requisiti. Per i lavoratori
frontalieri, invece, conservando residenza
fiscale italiana non hanno possibilità di
applicare l’agevolazione impatriati in quanto
(per definizione) non hanno mai acquistato
residenza fiscale estera.

Federico Migliorini
domenica 28 Aprile 2019 ore 14:24 At 14:24
Salve Stefano, è corretto è agevolato dal
2020 il soggetto che rientra nella seconda
parte del 2019, la cosa importante è che vi
sia una convenzione contro le doppie
imposizioni in essere per cui la sua
residenza fiscale sia stata estera per il
requisito richiesto dalla norma.

Carlo venerdì 3 Maggio 2019 ore 11:45 At 11:45


Salve, lavoro a Londra da Agosto 2017, data
in cui ho richiesto l’iscrizione all’AIRE.
Tuttavia, la conferma dell’iscrizione all’AIRE
é avvenuta solo ad Aprile 2018. Se volessi
riportare la residenza fiscale in Italia ad
Agosto 2019, ovvero dopo 2 anni, ho diritto
alle agevolazioni anche se non sono
trascorsi 2 anni dall’iscrizione AIRE?
Grazie mille

Federico Migliorini
venerdì 3 Maggio 2019 ore 12:54 At 12:54

Salve Carlo, se vuole mi contatti in privato


per analizzare in dettaglio la sua situazione.
Così non sembrano esserci i requisiti anche
senza guardare la sola AIRE.

Emilio venerdì 3 Maggio 2019 ore 23:08 At 23:08


Salve dottor Migliorini,

Ho una laurea quinquennale e lavoro in


Francia da settembre 2017, sono
ufficialmente iscritto all’aire da ottobre 2018
e da fine settembre 2019 ho la possibilità di
rientrare in Italia in un’azienda. Leggendo la
bozza del decreto crescita, noto che é
cambiato il requisito dei 24 mesi all’estero
con quello di due periodi di imposta in un
paese con cui l’Italia possiede una
convenzione contro le doppie imposizioni.
Visto che posso rientrare a fine settembre
2019 e rispetto il requisito dei due periodi di
imposta all’estero (2018 e anche il 2019 in
quanto rientrando a settembre per
quest’anno avrò trascorso più di 183 giorni
all’estero) volevo sapere se posso usufruire
del regime agevolato previsto dal decreto
crescita? E se si, ne posso usufruire dal
2020? Grazie in anticipo

Federico Migliorini
sabato 4 Maggio 2019 ore 13:47 At 13:47

Salve Emilio, per questi aspetti se vuole ne


possiamo parlare in privato in consulenza.
La situazione richiede un dettaglio maggiore.
Nel caso mi scriva a questa email:
info@fiscomania.com.
Marcello Savino giovedì 9 Maggio 2019 ore
10:10 At 10:10

Buongiorno
ho in programma di rientrare in Italia a
settembre 2019.
Nel caso in cui per esempio facessi un
contratto a tempo determinato con
un’azienda Italiana fino al 31/12 (lavorando
in Italia ma mantenendo la residenza fiscale
in Francia) e il contratto definitivo a partire
dal 1/1/2020, sarebbe questo un giusto
escamotage per rientrare nel decreto
crescita 2020 piuttosto che in quello 2019?

Federico Migliorini
giovedì 9 Maggio 2019 ore 15:36 At 15:36

Salve Marcello, la norma segue il suo corso


non c’è bisogno escamotage. Se vuole mi
contatti in privato per una consulenza.

Marcello aufieri sabato 11 Maggio 2019 ore


18:43 At 18:43

Buongiorno, sono un cittadino italiano


residente in costa rica ed iscritto all aire da
oltre 20 anni, sono prossimo a cessare la
mia attivitá lavorativa che sará continuata
dai mie figli, ho intenzione di rientrare in
italia e riportare la mia residenza..riceveró un
entrata fissa mensile da parte dei miei figli…
cosa comporta a titolo fiscale… dovró
pagare tasse in italia pur non lavorando piú .
Grazie

Federico Migliorini
sabato 11 Maggio 2019 ore 19:55 At 19:55

Salve Marcello, per questi aspetti se vuole la


invito a contattarmi in privato per analizzare
la sua situazione personale.

Davide martedì 14 Maggio 2019 ore 5:06 At 5:06


Buonasera

Scrivo per avere un chiarimento rispetto alla


normativa sui lavoratori impatriati in Italia

In particolare, risiedo negli Stati Uniti


(iscrizione all’aire Avvenuta il 5 dicembre
2017) dove lavoro con un contratto
americano
A fine anno rientrerò in Italia in quanto ho
ricevuto un’offerta Di lavoro con inizio del
contratto a partire dal 2 gennaio 2020

Con la famiglia si pensava di rientrare


intorno al 20 dicembre 2019 per passare le
feste in Italia
Sapete dirmi se ho i requisiti per poter
ricevere le agevolazioni? Sarei tassato sul
30% dell’imponibile?

Quali pratiche nel caso dovrei gestire per


richiedere l’agevolazione?

Grazie

Federico Migliorini
martedì 14 Maggio 2019 ore 7:23 At 7:23

Salve Davide, sicuramente la posso aiutare,


mi scriva in privato così fissiamo una call di
consulenza in cui rispondere a tutte le sue
domande e spiegarle come fruire
dell’agevolazione.

Rudi martedì 14 Maggio 2019 ore 11:01 At 11:01


Salve Federico,
Scrivo per un chiarimento in riferimento
all’ampliamento della durata
dell’agevolazione comma 3-bis dell’articolo
16 del DLgs n 147/15.
1) La condizione legata al “figlio minorenne”
quando deve essere soddisfatta?
Assumendo il trasferimento della residenza
fiscale in Italia avvenga nel gennaio 2020, il
figlio minore deve essere prensente nel
nucleo famigliare al momento del
trasferimento oppure al momento
dell’estensione (2025)?
2) tale ampliamneto del beneficio, e’
applicabile anche a trasferimenti delle
residenza fiscale altecedente in 2020 (in
quanto contenuta in un articolo del 2015)?

grazie

Federico Migliorini
martedì 14 Maggio 2019 ore 16:37 At 16:37

La norma entra in vigore nel 2020 per queste


agevolazioni. Se vuole analizzare la sua
situazione personale in relazione alla
normativa sono a disposizione per una
consulenza in privato.

Stefania giovedì 16 Maggio 2019 ore 14:17 At


14:17

Buongiorno Sig. Migliorini,

Molte grazie per quest’articolo.

Sono rientrata in Italia il 29/12/2017 dopo 6


anni di studio e lavoro in Francia. Non mi
sono iscritta all’AIRE perché ignoravo
l’esistenza di questo registro.
Mi sembra di capire che non posso dunque
far valere l’abbattimento del reddito
imponibile nella mio 730/2019, è cosi’?

Quando invece potro’ sottoporre al datore di


lavoro la mia autodichiarazione, per ottenere
un vantaggio fiscale nel 730/2020?
Rientrero’ ancora nel regime dei lavoratori
impatriati nel 730/2020?

Molte grazie,
Stefania

Federico Migliorini
giovedì 16 Maggio 2019 ore 20:21 At 20:21

Salve Stefania, quello che le posso dire è


che la norma novellata entra in vigore dal 1°
gennaio 2020, se vuole analizzare la sua
situazione sono a disposizione in privato per
una consulenza personalizzata.

Marco domenica 19 Maggio 2019 ore 10:48 At


10:48

Buongiorno,

Avrei bisogno di un’ informazione sul


decreto crescita del 2020.

Io sono residente AIRE in Germania dal


2013.

Ho la possibilita di rientrare in italia con


contratto italiano a partire dal 1 agosto
2019, potro usufruire di questo decreto
avendo la residenza fiscal dal 2020?

O e meglio cercare di posicipare il


trasferimento a gennaio 2020 ( non con
poche difficolta ma forse possibile)

Grazie
Cordiali saluti

Edoardo domenica 19 Maggio 2019 ore 18:56 At


18:56

Buonasera,

Ma è necessario aver lavorato all’estero per


lo stesso datore di lavoro per due anni,
oppure si può cambiare lavoro all’interno dei
due anni?

Grazie!

Federico Migliorini
domenica 19 Maggio 2019 ore 21:40 At 21:40

Salve Edoardo, non è richiesto il requisito di


aver lavorato per lo stesso datore di lavoro.
Possono esserci anche più datori di lavoro
nei 24 mesi.

Federico Migliorini
domenica 19 Maggio 2019 ore 21:41 At 21:41

Salve Marco, per come è adesso la


situazione senza chiarimenti ufficiali è
consigliabile rientrare nel 2020, anche se
dottrina ammette il rientro precedente con
agevolazione dal 2020.

Thomas lunedì 20 Maggio 2019 ore 7:43 At 7:43


Egregio Dottore,

sono Austriaco e in possesso dei requisiti


per l’agevolazione. Ho trafsferito la mia
residenza fiscale con 06/2018 in Italia e
contemporaneamente iniziato il lavoro
dipendente in italia. Ma fin ora non ho fatto
richiesta al mio datore di lavoro per fruire
dall agevolazione.

Mia domana è adesso: posso fruire dall’


agevolazione direttamente nella
dichiarazione dei redditi, anche se nella mia
CU non è annotato niente della mancata
applicazione del beneficio? Come riesco a
sanare questa situazione per non perdere l’
agevolazione?

Grazie mille
Cordiali Saluti
Thomas

Federico Migliorini
lunedì 20 Maggio 2019 ore 18:36 At 18:36

Salve Thomas, l’agevolazione può essere


applicata in dichiarazione solo qualora il
datore di lavoro non abbia potuto applicarla
in busta paga. Consiglio di chiedere
l’agevolazione al datore di lavoro se vi sono i
requisiti, ed eventualmente fare il conguaglio
delle mensilità agevolate in dichiarazione.

Filippo domenica 2 Giugno 2019 ore 11:53 At 11:53


Gentile Dott. Migliorini,

sono un italiano residente in Olanda


regolarmente iscritto all’Aire da più’ di 2
anni.
la mia domanda e’ : se rientrassi in Italia il 1
Luglio 2019 con un contratto di lavoro
dipendente con data di inizio 1 Settembre
2019, potrei beneficiare della agevolazione
fiscale del 50% o del 30% (a partire dal 1
Gennaio 2020)?
Grazie
Cordiali Saluti
Filippo

Federico Migliorini
domenica 2 Giugno 2019 ore 14:13 At 14:13

Salve Filippo, se è in possesso di tutti i


requisiti previsti dalla norma può
sicuramente ottenere l’agevolazione. Se
desidera maggiori approfondimenti sono a
disposizione per una consulenza.

Claudia lunedì 3 Giugno 2019 ore 17:56 At 17:56


Buonasera dott. Migliorini,
innanzitutto grazie per questa guida. In tutto
questo ho un dubbio per quanto riguarda il
“requisito dello svolgimento dell’attività di
lavoro o studio all’estero in modo
continuativo negli ultimi 24 mesi”. Sulla
guida (Feb 2018) riporta:
“non deve necessariamente far riferimento
all’attività svolta nei 2 anni immediatamente
precedenti il rientro. È sufficiente che
l’interessato, prima di rientrare in Italia,
abbia svolto tali attività all’estero per un
periodo minimo e ininterrotto di almeno 24
mesi. Per quanto riguarda l’attività di studio,
questo requisito è soddisfatto a condizione
che il soggetto consegua la laurea o altro
titolo accademico post lauream aventi la
durata di almeno 2 anni accademici.”
Sarebbe quindi valido il mio dottorato
conseguito nel marzo 2016, che ha avuto
una durata nettamente superiore ai 2 anni
accademici? Sono stata residente in UK in
modo continuativo dal marzo 2010 a
settembre 2018 (regolarmente registrata
all’AIRE) ma negli ultimi 24 mesi ho avuto un
contratto di 18 mesi, più un altro precedente
di un altro paio di mesi, quindi non
raggiungo il criterio dei 24 mesi lavorativi in
questo modo…

Federico Migliorini
lunedì 3 Giugno 2019 ore 23:41 At 23:41

Salve Claudia, nel frattempo l’agevolazione


ha subito dei cambiamenti nei requisiti
richiesti, per questo motivo, per poterle
essere di maggiore aiuto se vuole mi contatti
per una consulenza a questa email:
info@fiscomania.com.

Anna sabato 8 Giugno 2019 ore 20:09 At 20:09


Gentile dott Migliorini,
Per completezza al suo articolo, penso sia
anche previsto un potenziamento dei
benefici nel caso in cui l’impatriato abbia 3
figli. Non chiaro se questa fattispecie debba
sussistere al momento del rimpatrio o valga
anche nel caso si verifichi solo in momento
successivo (esempio lavoratrice incinta del
terzo figlio non ancora NATO nel momento
del rimpatrio). Forse lei ha maggiori dettagli.

A presto,

Federico Migliorini
sabato 8 Giugno 2019 ore 21:03 At 21:03

Salve Anna, l’articolo riporta anche questa


condizione nel paragrafo dedicato al
potenziamento dell’agevolazione. Al
momento non ci sono chiarimenti ufficiali,
ma sembrerebbe che questo potenziamento
sia possibile se al termine del primo
quinquennio ci si trova con almeno 3 figli
minorenni o a carico.

Nicola giovedì 13 Giugno 2019 ore 21:18 At 21:18


Buonasera Sig. Federico,
sono laureato, lavoro come dipendente in
Italia da novembre 2017, avendo trasferito la
residenza in Italia dopo 4 anni di ininterrotto
lavoro dipendente nel Regno Unito con
regolare iscrizione all’AIRE dal 2013.
Avendo scoperto questa agevolazione da
poco, ho fatto richiesta scritta
dell’agevolazione al datore di lavoro a
Giugno 2019.
Il datore effettuerà le detrazioni direttamente
in busta paga anche per l’anno d’imposta
2018 (anno dal quale parte l’agevolazione)
oppure solo dal 2019 (anno della richiesta
scritta)?
Se le detrazioni non si applicheranno al
2018, l’unico modo che ho di usufruirne è in
dichiarazione dei redditi, giusto?
In tal caso, è responsabilità del datore di
lavoro modificare la Certificazione Unica del
2018 (emessa a Marzo 2019) per
rispecchiare la richiesta di agevolazione per
il 2018 aggiungendo alle Annotazioni il
codice “BD” il 50% del reddito imponibile,
come da istruzioni dell’Agenzia delle Entrate
per la compilazione della CU?
Grazie in anticipo
Nicola

Federico Migliorini
venerdì 14 Giugno 2019 ore 8:01 At 8:01

Salve Nicola, per l’analisi di situazioni


personali mi scriva in privato, tenendo
presente che l’agevolazione è fruibile dal
primo anno di residenza fiscale italiana e
che il datore di lavoro applicherà
l’agevolazione a partire dalla data di
presentazione dell’autocertificazione. Lui
non può intervenire sul passato.

Luca venerdì 21 Giugno 2019 ore 2:21 At 2:21


Buonasera,
Il DL 34 30 aprile 2019 – art.5 è già in pieno
vigore o è ancora in iter di approvazione?

Sono residente all’estero dal 22/luglio/2014


e mi è stata otorgata la radicazione nel
Paese estero ad agosto/2014, iniziando la
mia attività come lavoratore dipendente da
1/settembre/2014.
Per l’inscrizione all’AIRE, dopo vari tentativi
(3) nel trascorso del 2018, ho ricevuto
conferma dal Consolato a ottobre/2018.
Posso beneficiare della agevolazione fiscale
del DL 34 30 aprile 2019 – art.5?

Grazie.
Luca

Federico Migliorini
venerdì 21 Giugno 2019 ore 12:25 At 12:25

Salve Luca, il DL è in vigore, ma in attesa di


conversione in Legge. Se desidera una
analisi della sua situazione personale mi
contatti a questa email:
info@fiscomania.com.
Diego giovedì 27 Giugno 2019 ore 22:04 At 22:04
Egregio Dottor Migliorini
Intanto grazie per la pubblicazione della
esaustiva guida da Lei qui pubblicata.

Con questa per chiedere Suo consiglio in


merito alla mia situazione personale e
lavorativa, nel dettaglio:
-Sono iscritto all’AIRE dal 2011 e risiedo in
Spagna per motivi personali.
-Lavoro però in Italia come lavoratore
dipendente di azienda Italiana e la mia è una
situazione del tutto atipica in quanto lavoro
su una piattaforma gasiera al largo delle
coste italiane (ma all’interno delle acque
nazionali, quindi come se di fatto fossi su
suolo Italiano).
Le mie rotazioni lavorative sono di 15 gg
lavorativi continuativi (in piattaforma) e 20 gg
di riposo (nei quali torno alla mia residenza
in Spagna).
Tengo a precisare che al computo delle
giornate lavorative, in busta paga esse
figurano come 21 gg lavorativi di 8 ore,
mentre a tutti gli effetti si lavora per 12 ore al
giorno per tutti i 15 giorni di permanenza in
piattaforma (ci tenevo a precisare ciò anche
in merito al computo dei 183 gg lavorativi
annui da effettuarsi sul suolo patrio, dunque
vi è anche il dubbio del computo ore/gg,
non so se mi sono debitamente spiegato).

Secondo Lei, se rimpatriassi cancellandomi


dunque dalle liste AIRE e riprendendo
residenza in Italia, sarebbe possibile
usufruire di dette agevolazioni fiscali?

Nel ringraziarla anticipatamente per


l’attenzione che riterrà opportuno dedicarmi
mi è gradita l’occasione per porgerLe i
migliori saluti.

Diego

Federico Migliorini
venerdì 28 Giugno 2019 ore 7:23 At 7:23

Salve Diego, per l’analisi della situazione


personale le chiedo di scrivermi a questa
email: info@fiscomania.com per una
consulenza. La ringrazio.

MATTEO mercoledì 3 Luglio 2019 ore 8:57 At 8:57


Salve Federico,
il mio caso purtroppo è il seguente: ho
lavorato in Svizzera (con permesso di lavoro
B) dal lunedi 9/1/17 al venerdi 4/1/19 (data
di uscita dal Cantone) per iniziare il nuovo
lavoro per cui sono rientrato in Italia il lunedi
seguente 7/1/19. Da un punto di vista
temporale quindi non sussisterebbe il
requisito dei 24 mesi calcolati secondo il
calendario comune. Le chiedo se c’è modo
di giustificare il minor periodo di lavoro sulla
base della residenza fiscale o di qualche
altra pronuncia in merito.
La ringrazio in anticipo,
Matteo

Federico Migliorini
mercoledì 3 Luglio 2019 ore 12:37 At 12:37

Salve Matteo, la norma parla di due periodi


di imposta di residenza fiscale estera, non di
mesi di lavoro. Comunque se vuole
analizzare la sua situazione in dettaglio sono
a disposizione per una consulenza.

Giambattista venerdì 5 Luglio 2019 ore 18:14 At


18:14

Buonasera Federico,
sono rientrato in Italia nel Marzo del 2018 e
usufruisco del regime agevolato per
impatriati secondo l’art 16 del DLgs
147/2015 ante modifiche.

A mio giudizio, le modifiche introdotte dal


DLgs 34/2019 a tale articolo fanno sì che io
possa beneficiare delle potenziate
agevolazioni a partire dal 1° Gennaio 2020 e
per i rimanenti periodi di imposta (3 anni).

Concorda con questa mia interpretazione?

Cordiali saluti,
Giambattista

Federico Migliorini
venerdì 5 Luglio 2019 ore 18:25 At 18:25

La mia interpretazione sicuramente


concorda con la sua, ma ancora non c’è un
chiarimento di prassi ufficiale sul tema.

Adriano Rossi martedì 16 Luglio 2019 ore 15:43


At 15:43

Salve, non riesco a trovare spiegazioni


riguardo il comma 1bis.
“redditi d’impresa prodotti dai soggetti che
avviano un’attivita’ d’impresa in Italia dal
2020”.
Mettiamo che il soggetto apra una srl il 1
gennaio 2020. L’srl puo’ beneficiare di IRES
+ IRAP ridotte? Oppure semplicemente
l’incasso dei dividendi sarebbe scontato?
Sas/snc sono tassate per trasparenza, ma
per l’srl non riesco a capire come
funzionerebbe il meccanismo.
Grazie in anticipo
Riccardo martedì 16 Luglio 2019 ore 16:59 At
16:59

Gentile dott. Migliorini,

sono all’estero dal oltre 10 annii


(regolarmente iscritto all’AIRE) e rientro in
Italia a settembre di quest’anno. Volevo
sapere se gia’ posso applicare le
agevolazioni previste dal decreto crescita
2019 per il rientro dei lavoratori espatriati
che entra in vigore il 1 gennaio 2020 non
essendo fiscalmente residente in Italia nel
2019 (ho passato piu’ di 184 giorni
all’estero).

Grazie
Cordiali Saluti

Federico Migliorini
mercoledì 17 Luglio 2019 ore 7:58 At 7:58

Salve Riccardo, chi rientra in Italia nella


seconda parte del 2019 vede applicarsi la
nuova agevolazione dal 2020 se ne ha i
requisiti.

Federico Migliorini
mercoledì 17 Luglio 2019 ore 8:01 At 8:01

Salve Adriano, si attendono chiarimenti


sicuramente l’agevolazione riguarda le ditte
individuali, ma non ci sono chiarimenti per
eventuali aliquote ridotte di IRES.

Carl venerdì 19 Luglio 2019 ore 10:38 At 10:38


Salve Federico, sono tornato in Italia nel
2018 e ho goduto del 50% di dieta. Da
gennaio 2020, potrei beneficiare di quello
del 70%? Ho l’impressione che ciò si
applichi solo ai nuovi residenti che ritornano
nel 2020.

Federico Migliorini
venerdì 19 Luglio 2019 ore 14:25 At 14:25

La nuova agevolazione si applica solo per i


soggetti che trasferiscono la residenza
fiscale dal 2020. Chi è rientrato prima
prosegue con la precedente agevolazione.

Roberto mercoledì 24 Luglio 2019 ore 18:34 At


18:34

Gentile Dott. Migliorini, c’e’ una cosa che


non e’ chiara nella norma (almeno a me). Se
si rientra in Italia come lavoratore
dipendente nella seconda parte del 2019 (ad
esempio oggi 24 luglio) si puo’ beneficiare
della norma a partire dal 1 gennaio 2020? E
se si, il periodo 24 luglio-31 dicembre 2019
come viene trattato fiscalmente?

Grazie e cordiali Saluti


Roberto

Federico Migliorini
mercoledì 24 Luglio 2019 ore 19:17 At 19:17

Salve Roberto, la seconda parte dell’anno


viene tassata normalmente ai fini IRPEF,
senza agevolazione.

Matteo sabato 27 Luglio 2019 ore 12:22 At 12:22


Buongiorno,

ho una domanda sul rientro come lavoratore


autonomo. quali sono le tempistiche tra il
cambio residenza e la fondazione
dell’attività e il fatto che, per esempio, per il
primo anno l’attività potrebbe non generare
guadagno.
Inoltre, cosa succederebbe alla
agevolazione se eventualmente questa
attività non decollasse e iniziassi un lavoro
dipende.
La rigrazio.
Saluti
Matteo

Federico Migliorini
sabato 27 Luglio 2019 ore 12:50 At 12:50

Salve Matteo, rimpatrio in Italia e avvio


dell’attività devono essere collegati. Se
l’attività non fa reddito non avrà
l’agevolazione, perché non ci saranno
comunque imposte da pagare.

Lucrezia lunedì 29 Luglio 2019 ore 18:42 At 18:42


Buongiorno,
potrebbe gentilmente aiutarmi a capire se
anch’io potrei avere diritto alle suddette
agevolazioni fiscali?
Nell’ottobre del 2014 ho iniziato a lavorare
come ricercatrice all’Università in Francia
per 1 anno e dieci mesi. Dal 1 febbraio 2017
al 30 giugno 2019 ho invece lavorato come
dipendente in un azienda francese. Da luglio
mi sono trasferita in italia e iniziato un nuovo
lavoro in un azienda diversa. Ho paura che
per pochi mesi, non rientro nei casi aventi
diritto ad agevolazioni. Ho ragione?
La ringrazio in anticipo per la sua risposta.

Federico Migliorini
lunedì 29 Luglio 2019 ore 19:12 At 19:12

Salve Lucrezia, non mi è possibile effettuare


consulenze come risposta ad un commento,
è necessario analizzare in dettaglio la
situazione personale. Se vuole mi scriva in
privato al form di contatto e sarò lieto di
fornirle la mia consulenza.

Elisa mercoledì 31 Luglio 2019 ore 22:07 At 22:07


Salve Federico,

le scrivo perché credo di avere tutti i requisiti


per fare richiesta delle agevolazioni. Tuttavia
ho un dubbio riguardo i 24 mesi di lavoro
continuativo e ininterrotto.
– ho vissuto e lavorato in UK per 5 anni
– in questi 5 anni ho cambiato più di un
lavoro
– ho ricoperto l’ultima posizione lavorativa
all’estero per 23 mesi prima del mio rientro
in Italia.
– Tra l’ultima e la penultima attività lavorativa
sono passati 5 giorni in cui non ho lavorato.
La mia domanda è la seguente: questo mi
escluderebbe dall’avere accesso
all’agevolazione? L’attività di lavoro
continuativa deve essere svolta per lo
stesso datore di lavoro? È un problema se
tra un la fine di un lavoro e l’inizio dell’altro
sono passati 5 giorni in cui non ho lavorato?
Non è chiaro cosa significhi “24 mesi di
lavoro continuativo e ininterrotto”
La ringrazio in anticipo.

Lucrezia mercoledì 31 Luglio 2019 ore 23:20 At


23:20

Salve,
Mi può dire se chi trasferisce la residenza
fiscale dopo il 3 luglio 2019 deve rispondere
ai requisiti del decreto 2018 oppure a quelli
2019? Grazie

Federico Migliorini
giovedì 1 Agosto 2019 ore 8:14 At 8:14

Chi si trasferisce in Italia nella seconda parte


del 2019 beneficia dell’ultima versione della
norma.

Federico Migliorini
giovedì 1 Agosto 2019 ore 8:17 At 8:17

Per lavoro continuativo ed ininterrotto


l’Agenzia ha chiarito che si intende
un’attività lavorativa che è proseguita
costantemente. In caso in cui si sia
cambiato lavoro l’Agenzia ammette qualche
giorno di “salto”, legato proprio a questo
aspetto.
Gianluca giovedì 1 Agosto 2019 ore 16:55 At 16:55
Gentile Dott. Migliorini,

vorrei chiederle se i contributi previdenziali


obbligatori (lavoratori autonomi, senza
cassa) vanno calcolati sul 30% del reddito
per i primi cinque anni – oppure sul reddito
complessivo ante applicazione regime
impatriati – grazie

Federico Migliorini
giovedì 1 Agosto 2019 ore 20:41 At 20:41

Salve Gianluca, l’agevolazione in commento


è solo fiscale, i contributi previdenziali
rimangono quelli ordinari.

Federica Vallone sabato 3 Agosto 2019 ore


17:15 At 17:15

Buongiorno,
Le vorrei chiedere se rientrano in questa
legge anche i cittadini non italiani (americani)
che decidono di trasferire la propria
residenza fiscale in Italia.

Federico Migliorini
sabato 3 Agosto 2019 ore 17:47 At 17:47

La legge è aperta a tutti, anche soggetti che


non hanno cittadinanza italiana.

Karin domenica 4 Agosto 2019 ore 22:14 At 22:14


Salve Federico,
mi puó dire quanto tempo avró tra
trasferimento in italia ed inizio del nuovo
lavoro?
(vorrei finire il mio lavoro all’estero il 30.9.19,
quindi vorrei trasferire in italia in ottobre, poi
peró ho bisogno di qualche settimana per il
trasloco nel appartamento nuovo, così che
vorrei iniziare il nuovo lavoro con il 1.11.19).
Sará possibile una pausa di lavoro di un
mese per motivi di trasloco?
Grazie!

Federico Rudella lunedì 5 Agosto 2019 ore


3:23 At 3:23

Salve

Sono rientrato nel 2015 e usufruisco della


riduzione del 50% fino a tutto il 2020.
Nell’ultima legge hanno messo la possibilità
di estensione per ulteriori 5 anni per chi
acquista casa.
Io ho acquistato nel 2016 un anno dopo
essere rientrato.
Secondo lei posso usufruire dell’estensione?

Federico Migliorini
lunedì 5 Agosto 2019 ore 6:52 At 6:52

La nuova norma riguarda i soggetti con


rimpatrio a partire dal 2020, chi è rientrato
precedentemente fruisce dell’agevolazione
con la precedente norma.

Federico Migliorini
lunedì 5 Agosto 2019 ore 6:53 At 6:53

Salve Karin, la cosa importante è firmare il


nuovo contratto prima del rientro in Italia.
Questa deve essere la motivazione del
rientro, poi può passare anche del tempo tra
rientro ed inizio del lavoro.

Gianluca martedì 6 Agosto 2019 ore 17:10 At


17:10

Gentile Dott. Migliorini,

Il regime per lavoratori impatriati copre


anche le addizionali IRPEF regionali e
comunali?

grazie
Federico Migliorini
mercoledì 7 Agosto 2019 ore 6:47 At 6:47

Salve Gianluca, il regime dei lavoratori


impatriati riguarda anche le addizionali
IRPEF.

Davide giovedì 8 Agosto 2019 ore 0:29 At 0:29


Gentile Dott. Migliorini,

Questa normativa copre anche chi ha


studiato e conseguito un titolo all’estero? E
dopo aver conseguito il titolo (qualche mese
dopo) é tornato in Italia firmando il contratto
prima di rispostare la residenza in Italia,
giusto?

La ringrazio in anticipo
Davide

Federico Migliorini
giovedì 8 Agosto 2019 ore 11:31 At 11:31

Salve Davide, bisogna analizzare meglio la


situazione per verificare la presenza di tutti i
requisiti previsti dalla norma, non è possibile
fornire una risposta in questi termini.
Arturo venerdì 9 Agosto 2019 ore 10:47 At 10:47
Salve Federico,
Se mi trasferisco ad Ottobre 2019 (dopo
aver vissuto 5 anni all’estero con iscrizione
all’AIRE), potrò beneficiare di un
abbattimento del 50% o 70%?
Se poi nel corso del 2020 acquisto una casa
in Italia dove andrò a risiedere,
l’abbattimento si estende per 5 anni?
O per entrambe le cose devo trasferirmi a
partire dal 2020?
Grazie in anticipo

Federico Migliorini
venerdì 9 Agosto 2019 ore 15:08 At 15:08

Salve Arturo, per applicare la nuova


agevolazione occorre avere residenza fiscale
italiana a partire dal 2020.

Matteo venerdì 9 Agosto 2019 ore 22:54 At 22:54


Salve Federico
La risposta qui sotto (17 Luglio) è ancora
valida?

Io la leggo in questo modo: se un persona si


trasferisce nella seconda metà del 2019 avrà
diritto all’agevolazione del 50% fino al 31
Dicembre 2019 e a partire dal 2020
l’agevolazione diventerà del 70%.
Grazie mille

Federico Migliorini
Luglio 17, 2019 at 7:58
Salve Riccardo, chi rientra in Italia nella
seconda parte del 2019 vede applicarsi la
nuova agevolazione dal 2020 se ne ha i
requisiti.

Federico Migliorini
domenica 11 Agosto 2019 ore 15:10 At 15:10

Salve Matteo, le risposte ai commenti non


possono essere considerate in alcun modo
consulenza, in quanto, come in questo caso
la normativa ed i chiarimenti di prassi si
sono susseguiti e non rendono valido
quanto indicato nel commento citato.
L’articolo sul sito è aggiornato, ma i
commenti non possono essere sostituiti. Per
questo se ha bisogno di una consulenza la
invito a scriverci in privato.

Salvo lunedì 12 Agosto 2019 ore 20:55 At 20:55


Gentile Dott. Migliorini, grazie per le
risposte.
L’estensione dell’agevolazione in caso di
acquisto di un’abitazione si può applicare
anche se l’impatriato era già proprietario di
abitazione in Italia durante il periodo
all’estero (ad esempio 5 anni prima del
rientro) e ne acquista una seconda
successivamente al rientro? Oppure se
vende quella di cui è già in possesso e ne
acquista una nuova?

E riguardo l’altra possibilità di estensione,


quando viene valutata la presenza di figli
minorenni? Al rientro? Dopo i primi cinque
anni?

Grazie, saluti

Federico Migliorini
martedì 13 Agosto 2019 ore 17:52 At 17:52

L’immobile deve essere acquistato nei 12


mesi precedenti il trasferimento di residenza
o nel periodo dei 5 anni in Italia. I figli
minorenni devono esserci al momento
dell’acquisizione della residenza fiscale in
Italia.

Salvo martedì 13 Agosto 2019 ore 21:18 At 21:18


Grazie per le risposte. Quindi essere già in
possesso di un’abitazione ed acquistarne
una seconda nei tempi previsti (tra 12 mesi
prima e 5 anni dopo il rientro) dà diritto
all’estensione?

Grazie, saluti

Federico Migliorini
mercoledì 14 Agosto 2019 ore 8:27 At 8:27

Si, acquistare un’abitazione nel periodo


agevolato consente l’estensione
dell’agevolazione per ulteriori 5 anni.

Marco giovedì 15 Agosto 2019 ore 0:03 At 0:03


Gent. Dott. Migliorini,
Mi riferisco alla sua risposta per cui “figli
minorenni devono esserci al momento
dell’acquisizione della residenza fiscale in
Italia”. Non mi sembra che la legge
specifichi questo punto, e ho letto di
interpretazioni secondo le quali l’estensione
dei benefici (o il potenziamento, nel caso di
3 figli) é prevista se al termine del primo
quinquennio sussiste la condizioni di
presenza di figli minorenni.
Può darmi maggiori dettaglio sulla sua
interpretazioni per favore?

Francesca giovedì 15 Agosto 2019 ore 19:21 At


19:21
Buonasera Federico,

Una persona che risiede all’estero da


almeno 2 anni( anche regolarmente iscritta
all’AIRE) viene assunta in Italia ad ottobre
2019 (quindi per 3 mesi nel 2019). Da
quanto mi risulta secondo la legge si risiede
fiscalemente in un paese se vi si passano
almeno 183 giorni. Quindi questa persona
sarebbe residente in Italia dal 2020 e
beneficierebbe degli incentivi previsti,
giusto?
Inoltre in questo caso si sarebbe in presenza
del nesso trasferimento/lavoro per il 2020?
Molte grazie
Francesca

Federico Migliorini
venerdì 16 Agosto 2019 ore 12:19 At 12:19

Salve Francesca, per questioni riguardanti


situazioni personali le chiederei di passare
per i nostri contatti, in modo da poterle
rispondere direttamente o poterle fare una
consulenza dedicata con me.

Federico Migliorini
venerdì 16 Agosto 2019 ore 12:24 At 12:24

Salve Marco, è corretto, quella che era la


mia interpretazione deve essere rivista
(sempre in assenza di chiarimenti ufficiali), il
requisito deve essere verificato nell’arco del
quinquennio di agevolazione.

Eddie sabato 17 Agosto 2019 ore 22:05 At 22:05


Gentile dot. Migliorini,
Vivo e lavoro in Irlanda da 3 anni ma ho
cambiato lavoro e tra un lavoro e l’altro ho
avuto una settimana off (senza lavoro).

Posso usufruire dell’agevolazione? Oppure


non è considerato lavoro continuativo?

Grazie!
E

Federico Migliorini
domenica 18 Agosto 2019 ore 15:12 At 15:12

Salve Eddie, per quesiti di carattere


personale legati all’agevolazione le chiederei
di contattarmi in privato per una consulenza.
E’ impossibile offrirle una risposta con solo
queste informazioni. E’ necessaria una
analisi più dettagliata della situazione.

Nicolò domenica 18 Agosto 2019 ore 15:57 At 15:57


Buongiorno Federico,
Grazie per l’articolo molto utile. Dovessi
rientrare la contatterò sicuramente per
consulenza privata. Mi resta un solo dubbio
relativo alla parte “IMPATRIO DI
LAVORATORI ESTERI”. È corretta la mia
interpretazione per cui se un cittadino e.g.
olandese che lavora in Olanda vuole venire
in Italia non può usufruire dell’agevolazione
a meno che non abbia lavorato
continuativamente fuori dall’Olanda negli
ultimi 24 mesi precedenti all’arrivo in Italia?
Cordiali saluti,
Nicolò

Federico Migliorini
lunedì 19 Agosto 2019 ore 14:26 At 14:26

Salve Niccolò, un cittadino olandese che si


trasferisce in Italia per lavoro può usufruire
dell’agevolazione se rispetta i requisiti.

Alessandro mercoledì 21 Agosto 2019 ore 23:50


At 23:50

Salve,

la risposta alla domanda 4 delle FAQ non è


completa, penso per un errore di battitura, e
mi interesserebbe molto capire la
continuazione.
Grazie in anticipo.

“Se non sono iscritto AIRE posso godere


dell’agevolazione?
L’agevolazione impatriati è fruibile anche
senza iscrizione AIRE per i rimpatrii che
avvengono dal 2020. I soggetti rientrati in
Italia in precedenza”

Federico Migliorini
venerdì 23 Agosto 2019 ore 8:34 At 8:34

Salve Alessandro, la ringrazio per la


segnalazione. L’errore è stato corretto e può
trovare nell’articolo la sua risposta.

FRANCESCA DE SANTIS lunedì 26


Agosto 2019 ore 14:56 At 14:56

L’agevolazione riguarda soltanto il lavoratore


rimpatriato o anche l’azienda che assume il
lavoratore rimpatriato?

Federico Migliorini
lunedì 26 Agosto 2019 ore 16:19 At 16:19

L’agevolazione riguarda solo il lavoratore


non l’impresa che lo assume.
Karin Pobitzer lunedì 26 Agosto 2019 ore 17:56
At 17:56

Salve Federico
dove si trova un Modulo per la domanda o
un Modulo per l’autocertificazione sempre
per ricevere l’agevolazione del rientro dei
cervelli?
Grazie mille e saluti, Karin

Federico Migliorini
lunedì 26 Agosto 2019 ore 18:55 At 18:55

Salve Karin, il modulo di autocertificazione


da me realizzato lo riceve chi fa una
consulenza con me. Comunque non esiste
un modello ufficiale trattandosi di
autocertificazione, ognuno può farlo come
crede rispettandone i requisiti.

GIOVANNI BUSCEMI mercoledì 16 Ottobre


2019 ore 12:18 At 12:18

Buongiorno io sono rientrato da UK come


impatriato in Italia nel marzo 2019 ed
usufruisco della riduzione reddito imponibile
Irpef del 50%. Potrò ora usufruire della
maggiore incentivazione con la riduzione al
30%? Grazie
Federico Migliorini
mercoledì 16 Ottobre 2019 ore 14:27 At 14:27

Salve Giovanni, purtroppo questa


estensione alla nuova agevolazione non è
prevista, proseguirà con l’attuale
agevolazione sino a conclusione della
stessa.

Francesco giovedì 17 Ottobre 2019 ore 13:40 At


13:40

Gentile Dott Migliorini, le volevo chiedere un


chiarimento se possibile.
Il Decreto crescita 2019 prevede
agevolazioni anche sul reddito d’impresa a
soggetti rientrati a partire 2020 che avviano
un’attivita’ d’impresa in italia. Questo
significa che se rientro in Italia e creo una Srl
o SpA i redditi dell’azienda sono tassati solo
al 30%.
Grazie e Cordiali Saluti
Francesco

Federico Migliorini
giovedì 17 Ottobre 2019 ore 14:12 At 14:12

Salve Francesco, l’agevolazione riguarda


solo l’avvio di ditta individuale e non di
società.
Francesco giovedì 17 Ottobre 2019 ore 14:21 At
14:21

Grazie per la risposta dott. Migliorini. Quindi


se una persona rientra dall’estero per
avviare una SRL o SpA non ha possibilita’ di
usufruire dell’agevolazione? Neanche se
viene “assunto” dalla sua stessa Spa o SRL
che sia?

Grazie e Cordiali Saluti


Francesco

Federico Migliorini
giovedì 17 Ottobre 2019 ore 14:33 At 14:33

Non è stata prevista questo tipo di


agevolazione.

Alessio domenica 27 Ottobre 2019 ore 11:30 At


11:30

Gentile dott. Migliorini,


A Dicembre rientrero’ in Italia dopo 4 anni
trascorsi tra Germania e Svizzera. Nell’
estate 2018 causa dilazione nel rinnovo del
mio contratto non ho lavorato per 3 mesi.
Potrebbero esserci a suo parere dei
problemi nel soddisfare il requisito di
continuita’?
Un saluto cordiale,
GA

luigi lunedì 28 Ottobre 2019 ore 9:14 At 9:14


Un professionista da anni residente
all’estero e iscritto all’aire, che ha comunque
mantenuto anche la partita iva in italia e fa la
dichiarazione anche qui per l’attività prestata
in italia, può accede alla agevolazione?

Federico Migliorini
lunedì 28 Ottobre 2019 ore 9:31 At 9:31

Salve Luigi, le informazioni non sono


sufficienti, se vuole mi contatti in privato per
ricevere una consulenza personalizzata.

Federico Migliorini
lunedì 28 Ottobre 2019 ore 9:35 At 9:35

Salve Alessio, si potrebbero esserci


problemi di continuità, ma l’agevolazione
può essere verificata anche con i requisiti
della’articolo 16, comma 1, che sono
completamente diversi. Se vuole ne
possiamo parlare insieme in consulenza.

Alessio lunedì 28 Ottobre 2019 ore 11:18 At 11:18


Volentieri, le ho mandato ieri sera un
messaggio con ulteriori dettagli via form .

Marianna sabato 2 Novembre 2019 ore 23:10 At


23:10

Salve dottore. Migliorini, sono rientrata in


Italia nel febbraio del 2017 e godo
dell’agevolazione al 50%.
Al rientro avevo una figlia minorenne e nel
frattempo ho avuta un’altra e ho comprato
casa in Italia.
Posso accedere all’estensione della mia
attuale agevolazione (quindi 50%) per
ulteriori 5 anni?
Grazie in anticipo
Marianna

Federico Migliorini
domenica 3 Novembre 2019 ore 8:43 At 8:43

Salve Marianna, la nuova normativa di cui al


DL n 34/19 è applicabile solo ai rimpatrii che
avvengono dal 2020. Chi è rientrato in
precedenza rimane con la precedente
agevolazione.

Fabrice domenica 3 Novembre 2019 ore 22:42 At


22:42
Salve Dottore,

Per quanto riguarda il periodo minimo di 2


anni. Cosa significa ? Se sono residente in
Italia da settembre 2018 e che ho iniziato a
godere dell’agevolazione da Agosto 2019.
Quando al più presto posso tornare nel mio
paese ?
Grazie in anticipo
Fabrice

Federico Migliorini
lunedì 4 Novembre 2019 ore 8:15 At 8:15

Salve Fabrice, i due anni si intendono di


residenza fiscale italiana. Quindi, nel caso
avrà soddisfatto i requisiti dell’agevolazione
dal 2021.

Paolo lunedì 4 Novembre 2019 ore 12:18 At 12:18


Buongiorno,
Essando italiano e con Laurea, dopo 12 anni
di lavoro in Europa e gli ultimi 3 anni di
lavoro in Francia, ho passato un anno in
disoccupazione (sempre in Francia). Adesso
ho un opportunita di lavoro in Italia. Sarei
eligibile per lo sgravo fiscal (avendo lavorato
degli ultimi 2 anni + lavorato oltre 2 anni al
estero ma non avendo lavorato
continuamente dei ultimi 24 mesi
specificamente …)
grazie del suo chiarimento,
Paolo

Federico Migliorini
lunedì 4 Novembre 2019 ore 12:34 At 12:34

Salve Paolo, l’agevolazione prevede molti


requisiti in due diversi “rami”. Quello a cui fa
riferimento non è l’unico (come indicato
nell’articolo). Comunque qualora volesse
sono a disposizione per una consulenza
sulla sua situazione.

Patricio martedì 5 Novembre 2019 ore 19:22 At


19:22

Salve Federico, molto utile il suo articolo.


La mia domanda é questa:
Sono italo-argentino (ho la doppia
cittadinanza e il doppio passaporto), ho
studiato in Argentina dove sono laureato e
lavorato, a breve mi trasferisco a Cosenza
per lavoro con un contratto a tempo
indeterminato. Ho bisogno di qualche
documentazione particolare da portare di
Argentina? Questo non mi é chiaro .

Senz’altro grazie mille in anticipo per la sua


risposta.
Patricio

Federico Migliorini
mercoledì 6 Novembre 2019 ore 8:25 At 8:25

Salve Patricio, la documentazione è quella


che le serve per documentare la sua
residenza fiscale estera negli anni precedenti
il trasferimento. Se desidera approfondire
sono a disposizione per una consulenza
personalizzata sulla sua situazione in
relazione all’agevolazione.

Carmelo Massimiani giovedì 14 Novembre


2019 ore 10:50 At 10:50

Gentile dott. Migliorini,


mia figlia lavora a Londra da circa 4 anni,
però inscritta all’ AIRE solo da circa un
anno. A gennaio 2020 si trasferirà in Sicilia
assunta con contratto a tempo
indeterminato. Cortesemente mi può
confermare se lei avrà diritto alle
agevolazioni fiscali anche se iscritta all’ AIRE
solo da 1 anno?
Grazie e cordiali saluti.
Carmelo

Federico Migliorini
giovedì 14 Novembre 2019 ore 11:13 At 11:13
Salve Carmelo, l’iscrizione AIRE per i Paesi
in convenzione con l’Italia non è più
requisito dirimente per l’agevolazione. Se
sua figlia rispetta anche tutti gli altri requisiti
previsti dalla norma potrà applicare
l’agevolazione. Se desidera approfondire
sono a disposizione per una consulenza.

Anna Maria mercoledì 20 Novembre 2019 ore


0:49 At 0:49

Gentile dott. Migliorini,


Vorrei un chiarimento a riguardo
autocertificazine da produrre. Mia figlia è
stata assunta in Italia a tempo indeterminato
e iniziera a lavorare dal 7 Gennaio 2020. Lei
dovrebbe tornera in Italia prima di natale in
modo di fare il trasloco ma inizierà a lavorare
il 7 Gennaio 2020.
L’autocertificazione richiede di indicare la
data di rientro in Italia. Vorrei sapere se
indicando che lei è rientra in Italia prima del
31 Dicembre 2019, questo possa
pregiudicare che vengano applicate le
agevolazioni che partiranno dal 2020.
La ringrazio per il suo chiarimento.
Cordiali saluti
Anna Maria
Valentina mercoledì 20 Novembre 2019 ore 11:44
At 11:44

Buongiorno, ho lavorato a Londra (in cui


vivo, iscritta AIRE) per 2 anni e mezzo, per
poi lasciare l’azienda a settembre 2018 e
fare la mamma. Secondo lei ho diritto
all’agevolazione 2020 nel caso in cui
trovassi lavoro in Italia e rientrassi
fisicamente? Grazie mille, Valentina

Federico Migliorini
mercoledì 20 Novembre 2019 ore 14:37 At 14:37

Il fatto di rientrare in Italia senza aver


lasciato un lavoro all’estero non è motivo di
preclusione. Verificando tutti i requisiti della
norma potrà beneficiare dell’agevolazione.

Federico Migliorini
mercoledì 20 Novembre 2019 ore 14:40 At 14:40

Salve Anna Maria, l’autocertificazione serve


per individuare il primo anno di residenza
fiscale di sua figlia per capire quando far
iniziare l’agevolazione. Anche indicando
dicembre per sua figlia il primo anno di
residenza fiscale inizierà dal prossimo
gennaio, quindi non cambia niente.
Valentina mercoledì 20 Novembre 2019 ore 18:37
At 18:37

Grazie. Forse non mi sono spiegata bene. A


settembre 2018 mi sono dimessa dopo 2
anni e mezzo di lavoro per accudire mia
figlia ma continuo a vivere in UK. Se trovassi
lavoro in Italia, peserebbe il fatto di non
avere attualmente un contratto? Grazie
ancora.

Federico Migliorini
mercoledì 20 Novembre 2019 ore 21:11 At 21:11

Se si trasferisce in Italia non peserebbe il


fatto di non avere in questo momento un
contratto, ma deve rispettare tutte le
condizioni previste per ottenere
l’agevolazione.

Marco martedì 26 Novembre 2019 ore 16:20 At


16:20

Buongiorno Federico, ho un dubbio


sull’aliquota applicabile e mi scuso se ha
gia’ risposto ad una domanda simile.
Ipotizzando una RAL di EUR 80k e
imponibile del 30% pari a EUR 24k,
all’imponibile si applicano gli scaglioni del
23 e 27% oppure l’aliquota media che
vigerebbe senza beneficio oppure ancora il
43%? Grazie.

Federico Migliorini
martedì 26 Novembre 2019 ore 18:57 At 18:57

L’aliquota IRPEF è quella effettiva sul reddito


che si dichiara, non quella media.

Luisa mercoledì 4 Dicembre 2019 ore 14:38 At 14:38


Salve Federico,
Può dirmi per favore se ai fini delle
agevolazioni fiscali conta la data della
registrazione della residenza in Comune in
Italia oppure la data della residenza fiscale
(che conciderebbe con l’inizio del lavoro in
Italia)? grazie in anticipo.

Federico Migliorini
mercoledì 4 Dicembre 2019 ore 18:29 At 18:29

Salve Luisa, quello che occorre verificare è


avere almeno due anni di residenza fiscale
estera, come indicato nell’articolo.

Francesco giovedì 5 Dicembre 2019 ore 23:52 At


23:52

Salve Federico, complimenti per le


informazioni. In merito alle ultime modifiche
di questa legge, che entreranno in vigore dal
2020, non mi è chiaro il requisito soggettivo
per rientrare nell’agevolazione fiscale: mia
moglie non è laureata, ma ha avuto regolare
residenza all’estero insieme a me
(regolarmente iscritta AIRE da Maggio 2015).
In questa situazione anche mia moglie
rientrerà nell’agevolazione fiscale se
dovesse prendere la residenza in Italia nel
2020? Sinceramente il discorso della laurea
come requisito non è molto chiaro con le
ultime modifiche alla legge. Ho letto diversi
articoli/blog/forum, ma sembra ci siano
pareri discordanti sul requisito “laurea”.
Grazie.

Federico Migliorini
venerdì 6 Dicembre 2019 ore 7:48 At 7:48

Salve Francesco, ci sono due “rami”


dell’agevolazione ed entrambi permettono di
ottenerla rispettando i relativi requisiti. Uno
di questi due rami non prevede come
requisito la laurea. Se vuole approfondire
sono a disposizione per una consulenza.

Anne lunedì 9 Dicembre 2019 ore 4:50 At 4:50


Hi Fredrico
My husband is presently contemplating a
job offer based in Venice.which would
commence in 2020. It is with the
International company with whom he is
currently employed as an expat for last 20
years in Australia and China where we have
been tax residents-although we both hold
EU (Ireland) and Australian passports. To be
honest-whether one can qualify for this
favorable tax treatment is the difference
between accepting the job offer or not. It
makes a HUGE difference when transitioning
from an expat package where the salaries
are paid net to being an EU taxpayer where
salaries are paid gross haha
Does the paperwork etc for this tax
treatment need to be prepared by someone
(like yourself) who is knowledgeable about
this legislation because I am not confident
that the HR/Finance department of many
companies is up to speed with this?

Federico Migliorini
lunedì 9 Dicembre 2019 ore 12:10 At 12:10

Hi Anne, Unfortunately, many companies still


do not know the legislation on workers who
come to Italy to work which allows them to
tax at 70% or 90% of their income if they
come to live in Italy after a foreign period of
at least two years. For anything that may be
useful, contact me.
Domenico Falco lunedì 9 Dicembre 2019 ore
18:29 At 18:29

Salve Federico,

grazie per le preziose info riguardo


l’argomento.

Continuo ad avere un po’ di confusione nel


capire i requisiti minimi per accedere
all’agevolazione in merito alla questione
“laurea”.
Mi spiego meglio: vivo, lavoro e pago
regolarmente tasse in Germania da maggio
2015 (4 anni e mezzo ad oggi circa) e sono
iscritto regolarmente all’AIRE da dicembre
2016 (3 anni ad oggi circa).

Dovrei rientrare in Italia entro giugno 2020


con regolare contratto a tempo
indeterminato e stabilirmi in Lombardia in
maniera permanente (quindi oltre i 2 anni
minimi specificati nell’emendamento) e
vorrei, appunto, accedere all’agevolazione
fiscale. Inoltre, credo di svolgere un lavoro
altamente qualificato / specializzato (anche
se non so chi é a stabilirlo) essendo uno
sviluppatore software in ambito web.

Il punto e’: dato che NON sono in possesso


di una laurea, posso comunque accedervi
ed ottenere lo sgravio fiscale? Leggo fra i
commenti che ci sono più “rami” per
accedere all’agevolazione ed ovviare alla
questione “laurea”. Sà darmi più
delucidazioni in merito?.

Grazie mille in anticipo.


Cordialmente,
Domenico

Federico Migliorini
lunedì 9 Dicembre 2019 ore 19:05 At 19:05

Salve Domenico, le chiederei di scrivermi in


privato in modo che possa analizzare la sua
situazione ed offrirle tutte le risposte che
cerca. Quello che le posso dire è che
l’agevoazione, rispettando i requisiti del
comma 1 è fruibile anche senza laurea.

Salvatore lunedì 9 Dicembre 2019 ore 19:35 At


19:35

Salve,

Grazie per l’articolo. Il mio problema è che


pur essendo rimpatriato a luglio 2019 e pur
avendo tutti i requisiti necessari, non sono
ancora riuscito a sbrigare la burocrazia
necessaria per cancellarmi dall’AIRE ed
acquisire la residenza. Cosa accade in
questo caso? Devo continuare a posticipare
la mia richiesta di benefici fino
all’ottenimento della residenza?

La ringrazio anticipatamente

Cordiali saluti,
Salvatore

Federico Migliorini
lunedì 9 Dicembre 2019 ore 23:00 At 23:00

Salvatore l’AIRE non è indispensabile per


l’ottenimento dell’agevolazione.

Stefan mercoledì 11 Dicembre 2019 ore 6:49 At 6:49


Salve Federico,

Mia moglie ha la cittadinanza romena ma ha


vissuto in Italia per 20 anni e in questo
periodo ha ottenuto una laurea triennale (in
lingue).
Nel 2016 e’ tornata in Romania a lavorare e
nel 2018 e’ partita per l’Australia.

Per il momento lei ha più di due anni di


lavoro all’estero, ma non consecutivi (e non
nello stesso paese). Potrebbe essere un
problema?
La normativa fa differenza tra lavoro part-
time e full time?
Al momento della richiesta
dell’agevolazione, vanno presentati i
contratti di lavoro esteri? (buste paga,
contratti ecc)
Grazie mille per la sua disponibilità.
Cordiali saluti,

Stefan

Red mercoledì 11 Dicembre 2019 ore 16:05 At 16:05


Salve,

Grazie per l’articolo.


Se ho capito bene, per beneficiare dei regimi
agevolati descritti, i lavoratori “impatriati”
devono presentare una richiesta scritta al
datore di lavoro. Esiste in questo caso un
template o modulo generico/pre-compilato
che si puo usare?

La ringrazio anticipatamente

Cordiali saluti,
Red

Federico Migliorini
mercoledì 11 Dicembre 2019 ore 18:16 At 18:16
Non esiste un modello ufficiale dato che si
tratta di autocertificazione. Noi abbiamo
predisposto un modello che rilasciamo ai
soggetti che svolgono con noi una
consulenza sull’argomento.

Federico Migliorini
mercoledì 11 Dicembre 2019 ore 18:20 At 18:20

Salve Stefan, per l’agevolazione si deve


avere almeno due anni di residenza fiscale
estera, indipendentemente dal fatto che si
sia stati residenti in uno o più Paesi o che si
sia svolto una o più attività lavorative (full
time o part-time).

Riccardo mercoledì 18 Dicembre 2019 ore 16:22


At 16:22

Salve Dott. Migliorini, complimenti per


l’articolo. Le volevo chiedere se la mia
ragazza di nazionalita’ spagnola che si sta
trasferendo in Italia puio’ anche accedere al
regime speciale per i lavoratori rimpatriati
(premesso che tutti gli altri requisiti sono
presenti) o se e’ riservato solamente ai
cittadini italiani? Grazie e Cordiali Saluti

Federico Migliorini
mercoledì 18 Dicembre 2019 ore 17:07 At 17:07

Salve Riccardo, per la sua ragazza deve


verificare i requisiti di cui al comma 2
dell’art. 16 indicati nell’articolo.

Riccardo mercoledì 18 Dicembre 2019 ore 17:17


At 17:17

Grazie per la risposta Dott. Migliorini.


L’articolo parla di cittadini dell’Unione
Europea, che abbiano risieduto
continuativamente per almeno 24 mesi in
Italia”. Significa che l’agevolazione si applica
solo dopo 24 mesi di residenza in Italia?
Grazie, Riccardo

Federico Migliorini
mercoledì 18 Dicembre 2019 ore 17:33 At 17:33

Si occorrono almeno 24 mesi in Italia prima


del periodo estero. Se vuole approfondire
sono a disposizione in consulenza.

Salvatore giovedì 2 Gennaio 2020 ore 16:32 At


16:32

Salve, siamo una famiglia con 4 bambini dai


14 ai 7 anni, viviamo da oltre 13 anni
all’estero e ora stiamo considerando di
tornare quindi vorremmo avere delucidazioni
su vari punti:
Tassazione per income da
stipendio/bonus/stock-options or RSUS.
Tassazione per impresa (mia moglie ha
un’impresa che potrebbe chiudere e riaprire
in Italia)

Cerchiamo consulenza specifica.

Federico Migliorini
giovedì 2 Gennaio 2020 ore 19:58 At 19:58

Salvatore posso sicuramente aiutarla a


sciogliere tutti i suoi dubbi, scriva a
info@fiscomania.com in modo che possa
spiegarle come funziona la consulenza e
darle il preventivo.

Francesco mercoledì 8 Gennaio 2020 ore 18:10


At 18:10

Buonasera Federico,
Complimenti per la chiarezza dell’articolo.
Molto utile.
Nel caso io usufruisca già dei benefici fiscali
per il rientro dei cervelli in vigore prima del
2020 (ho iniziato a usufruirne nel 2019),
posso, da quest’anno, usufruire delle nuove,
più vantaggiose, condizioni? Ad esempio,
riduzione del 70% e non del 50%,
estensibilità oltre i 5 anni avendo figli, etc.?
Grazie

Rudi mercoledì 8 Gennaio 2020 ore 19:11 At 19:11


Buonasera
Sono un lavoratore residente all estero ed
iscritto all AIRE da oltre 7 anni. Ho visto e`
possibile beneficiare delle agevolazioni per
acquisto prima casa in Italia pur restando
residente all`estero e anche qualora dessi in
affitto l immobile. Qualora decidessi poi di
tornare in Italia nei prossimi anni, andrei a
perdere il beneficio di prolungamento delle
agevolazioni fiscali per ritorno dei cervelli
qualora comprassi una seconda unita
residenziale?
Ringrazio
Cordiali Saluti
RF

Federico Migliorini
giovedì 9 Gennaio 2020 ore 8:14 At 8:14

La norma prevede che l’acquisto valido per


l’estensione dell’agevolazione avvenga al
massimo nei 12 mesi precedenti al rientro in
Italia.

Federico Migliorini
giovedì 9 Gennaio 2020 ore 8:14 At 8:14

Grazie Francesco, chi è rientrato in Italia


prima di maggio 2019 non può fruire
dell’attuale normativa, deve fare riferimento
alla precedente.

Florian venerdì 10 Gennaio 2020 ore 23:57 At 23:57


Salve Dott. Migliorini

mi permetto di esporre la mia situazione

– Ho svolto attività di ricercatore/docente


all’estero per 5 anni
– Ho un dottorato di ricerca
– Ho una figlia minore a carico
– Rientrerò in Italia l’estate prossima
– Inizierò a lavorare con un contratto di
assegnista di ricerca

Potrei quindi avvalermi dei benefici fiscali


per docenti e ricercatori, ma non serve, in
quanto l’assegno di ricerca è esente dalla
tassazione IRPEF.

Il mio dubbio è che se non presento


comunque l’istanza immediatamente dopo il
rientro e se nei prossimi anni dovessi
cambiare lavoro (ottenendo un contratto di
lavoro che prevede il pagamento
dell’IRPEF), io non possa più avvalermi dei
benefici fiscali (dato che a quel punto sarei
residente in Italia).
Mi potrebbe dare informazioni su questo
caso specifico?

Grazie e Cordiali Saluti


Florian

Federico Migliorini
sabato 11 Gennaio 2020 ore 9:46 At 9:46

Salve Florian, per l’analisi di situazioni


personali come nel suo caso le devo
chiedere di scrivere in privato e riceverà una
consulenza in grado di risolvere tutti i suoi
dubbi. Quello che le posso dire è che se
cambia lavoro, non più ricercatore o
docente, perderà questa agevolazione,
legata a questo tipo di attività lavorativa.

Davide lunedì 20 Gennaio 2020 ore 14:22 At 14:22


Buongiorno Federico,
Innanzitutto grazie per questo articolo,
davvero molto utile.
Un solo chiarimento riguardo alla norma:
– Per godere dell’agevolazione il lavoratore
deve tornare in Italia (ri-trasferendo la
residenza) essendo giá in possesso di un
contratto di lavoro con datore di lavoro
italiano? O é possibile trasferire la residenza
in Italia e successivamente cercare lavoro?
– In caso applichi il secondo caso, la
decorrenza dei 5 anni inizia dalla data di ri-
trasferimento in Italia o dall’inizio del
contratto di lavoro?

Grazie in anticipo,
Davide

Federico Migliorini
martedì 21 Gennaio 2020 ore 12:15 At 12:15

Davide l’agevolazione inizia dall’anno di


acquisto della residenza fiscale italiana. Il
contratto non è necessario averlo nel
periodo estero (come previsto in passato),
anche se sicuramente può essere
consigliabile (ma non indispensabile).

David mercoledì 22 Gennaio 2020 ore 18:46 At 18:46


Salve dott. Migliorini,
ho letto con attenzione il suo articolo.
Lavoro all’estero da molti anni e sono iscritto
all’AIRE
Ora devo iniziare le pratiche ma leggendo il
suo articolo mi e’ venuto un dubbio.
Io non sono laureato ma ricopro posizioni
che sono considerate direttive.
Domanda: al momento e’ ancora possibile
ricevere l’agevolazione se si vanno a
ricoprire posizioni da quadro direttivo anche
se non in possesso di laurea?
grazie molte
David

Federico Migliorini
giovedì 23 Gennaio 2020 ore 15:28 At 15:28

David, la normativa è quella descritta


nell’articolo, quelli sono gli unici requisiti da
rispettare per chi decide di rimpatriare
adesso.

Andrea Salvai sabato 1 Febbraio 2020 ore 5:18


At 5:18

Buongiorno Dott. Migliorini


Grazie per le utilissime informazioni
pubblicate su questo sito. Ho tuttavia due
piccoli dubbi a cui non riesco a trovare
risposte.
Sono residente all’estero iscritto all’Aire da 5
anni e sto valutando un rientro in Italia con
opportunità lavorativa in Italia. Sono al
momento padre di due figli minorenni di 15 e
17 anni. Il mio trasferimento fiscale è di
residenza e pianificato intorno a maggio
2020. Sto valutando l’acquisto di una prima
casa di proprietà intorno a marzo 2020. I
miei dubbi sono :
1. Posso beneficiare dell’estensione a 10
anni del beneficio fiscale anche se l’acquisto
della prima casa avviene pochi mesi prima
del mio trasferimento fiscale sebbene nello
stesso anno fiscale?

2. Posso beneficiare dell’estensione a 10


anni avendo al momento del mio
trasferimento fiscale due figli minorenni? O
l’età dei figli minorenni fa riferimento alla
scadenza dei primi 5 anni?

3. Nel caso iniziassi a lavorare come


autonomo con partita IVA alcuni mesi dopo il
mio trasferimento intorno a luglio 2020 e
non contestualmente potrei sempre
beneficiare del beneficio fiscale?

La ringrazio molto in anticipo


Cordiali saluti
Andrea

Federico Migliorini
sabato 1 Febbraio 2020 ore 11:57 At 11:57

Andrea, se vuole analizzare la sua situazione


mi scriva in privato per una consulenza
personalizzata. Ci sono dei precisi limiti per
ognuno di quei punti che in parte ritrova
nell’articolo. Come detto, per
approfondimenti su situazioni personali mi
contatti.

Rina mercoledì 19 Febbraio 2020 ore 17:01 At 17:01


Buonasera dottore avevo bisogno di un
chiarimento per quanto riguarda la
possibilità di ottenere il diritto
all’agevolazione nella misura del 90% se
rientro in Abruzzo e accetto un lavoro in
Italia ma al nord per un datore di lavoro
estero che comunque ha una sede in italia
.Posso stare tranquilla se inizio a lavorare
dopo un mese dal rientro anche se il
contratto lo firmo prima di rientrare ?
La ringrazio anticipatamente .

Federico Migliorini
mercoledì 19 Febbraio 2020 ore 20:27 At 20:27

Le posso dire che la cosa importante è che


vi sia un collegamento tra rientro in Italia ed
inizio dell’attività lavorativa, per questo la
firma del contratto dall’estero è sicuramente
rilevante per l’agevolazione, anche se il
contratto non inizia immediatamente.

Roberta mercoledì 26 Febbraio 2020 ore 10:53 At


10:53

Buongiorno,
prima di tutto volevo fare i complimenti per
la chiarezza delle informazioni riportate.

L’unica informazione che non ho trovato


(probabilmente non vista da me) riguarda la
questione della “cumulabilitá” con altri
incentivi. Quello che mi chiedevo era se,
usufruendo dell’agevolazione rimpatri, ed
acquistando una casa da
ristrutture/comprare, potevo usufruire in
parallelo del bonus ristrutturazione casa. Mi
sembra di aver letto che
nell’autcertificazione da presentare al datore
di lavoro per richiedere l’agevolazione per i
rimpatriati, vada espressamente indicato di
non beneficiare di altri incentivi (art. 44, DL
78/10, L 238/10, art. 24-bis, TUIR). Ora
capisco che il mio IRPEF verrá decurtato,
quindi per i primi 5/10 anni non avró molto
da recuperare per altre spese (come la
ristrutturazione), ma mi domandavo se
potevo comunque accedere ad altri incentivi
fiscali.
Sempre in merito alla cumulabilitá degli
incentivi, mi domandavo se potevo accedere
alla detrazione fiscale del 19% sugli interessi
passivi del mutuo su prima casa e alla
detrazione sulle spese mediche.

Grazie mille
Roberta

Federico Migliorini
mercoledì 26 Febbraio 2020 ore 17:20 At 17:20

Roberta, può sicuramente beneficiare,


assieme all’agevolazione impatriati, di tutte
le agevolazioni valide ai fini IRPEF, come
anche il bonus ristrutturazione sulla sua
abitazione.

Roberta mercoledì 26 Febbraio 2020 ore 20:57 At


20:57

Grazie mille per la risposta. Mi chiedevo


allora perché nell’autocertificazione deve
essere indicato di “non beneficiare di altri
incentivi (art. 44, DL 78/10, L 238/10, art.
24-bis, TUIR)”. Se non erro ha indicato
questo nella sezione “Lavoratori impatriati:
richiesta dell’agevolazione”” di questo
articolo. Forse c’e’ qualcosa che mi sfugge?
Grazie

Federico Migliorini
venerdì 28 Febbraio 2020 ore 11:37 At 11:37

Gli incentivi indicati rigaurdanto altre


agevolazioni fruibili per il rientro in Italia, non
le agevolazioni valide ai fini IRPEF.

Daniele M. lunedì 23 Marzo 2020 ore 12:30 At


12:30

Buongiorno Dott. Migliorini


guida eccellente e chiarissima. Grazie.
Un solo chiarimento :
L’estensione dell’agevolazione a ulteriori 5
periodi d.i. al 10% è valida per chi ha
almeno 3 figli a carico. La condizione deve
essere verificata all’inizio del periodo di
estensione ovvero entro i primi 5 anni di
residenza in Italia oppure al rientro
dall’estero ? Detto in altri termini se il terzo
figlio arriva durante i primi 5 anni di
residenza in Italia ?
Chiedo scusa per il chiarimento molto
specifico
Grazie e distinti Saluti
Daniele

Federico Migliorini
lunedì 23 Marzo 2020 ore 20:22 At 20:22

L’estensione dell’agevolazione legata ai figli


può essere verificata in tutto il periodo dei
primi 5 anni di agevolazione.

Francesco giovedì 9 Aprile 2020 ore 1:37 At 1:37


Dott. Migliorini,
stavo rileggendo con attenzione il paragrafo
“Lavoratori impatriati: richiesta
dell’agevolazione” che spiega come
presentare l’autocertificazione al datore di
lavoro. Non mi è chiaro se ci sia un errore
nella seguente frase: “A seguito del
ricevimento della richiesta il datore di lavoro
applicherà le ritenute fiscali sul 50% delle
somme e dei valori imponibili corrisposti dal
periodo di paga successivo al ricevimento
della richiesta da parte del dipendente”. Non
dovrebbe essere “..ritenute fiscali sul 30%
delle somme e dei valori imponibili..”? Se ho
ben compreso il nuovo articolo 5 del DL n
34/19 prevede un 30% per i primi 5 anni,
mentre il 50% si applicherebbe nei
successivi 5 anni se ci fossero le condizioni
(figli minorenni, acquisto casa residenziale,
ecc.). E’ così?
Grazie mille
Francesco

Federico Migliorini
giovedì 9 Aprile 2020 ore 13:03 At 13:03

Grazie per la segnalazione Francesco, il


refuso è stato corretto.

Antonio giovedì 9 Aprile 2020 ore 15:05 At 15:05


Salve Dott. Migliorini,
Sono residente all’estero iscritto all’Aire da 4
anni e sto valutando un rientro in Italia con
opportunità lavorativa in Italia/Milano, per un
azienda Americana che non ha sede in Italia.
Sono al momento padre di 3 figli minorenni.
Il mio trasferimento fiscale è di residenza e
pianificato intorno a settembre 2020. Sto
valutando l’acquisto di una prima casa di
proprietà intorno a Novembre 2020. I miei
dubbi sono :
1. Posso beneficiare dell’estensione a 10
anni del beneficio fiscale ? 30%?
2. Posso beneficiare dell’estensione a 10
anni avendo al momento del mio
trasferimento fiscale figli minorenni?
3. Nel caso iniziassi a lavorare come
autonomo/consulente con partita IVA alcuni
mesi dopo il mio trasferimento intorno a
Novembre 2020 e non contestualmente
potrei sempre beneficiare del beneficio
fiscale?
Grazie

Cordiali saluti

Federico Migliorini
giovedì 9 Aprile 2020 ore 15:46 At 15:46

Antonio per l’analisi della propria situazione


personale mi scriva in privato per una
consulenza.

Alessandro giovedì 7 Maggio 2020 ore 9:21 At


9:21

Buongiorno Federico
Ottimo articolo, con chiare spiegazioni. Ho
solo un dubbio: io lavoro per la sede
spagnola ( con sede legale in Spagna; sono
residente fiscale in Spagna) di un’ azienda
americana.
Se mi trasferissi in Italia assunto dalla sede
italiana ( con sede legale in Italia) della
stessa azienda potrei beneficiare dell’
agevolazione?
Ho tutti gli altri requisiti ( 24 mesi, AIRE,
laurea,etc).
Grazie e saluti
Alessandro

Federico Migliorini
giovedì 7 Maggio 2020 ore 12:57 At 12:57

Alessandro per l’analisi di situazioni


personali mi contatti in privato.

Serena domenica 10 Maggio 2020 ore 14:06 At


14:06

salve dott.migliorini. ottimo articolo. Non


sembra chiaro dall’analisi però se soggetti
non iscritti aire che hanno continuato a
presentare la dichiarazione dei redditi in
Italia (ad esempio perche proprietari di
immobili e utenze non locati) pur avendo
solamente redditi da lavoro estero e vivendo
in pianta stabile fuori dall’italia possano
accedere al beneficio impatriati. Grazie,
Serena

Federico Migliorini
domenica 10 Maggio 2020 ore 15:28 At 15:28

Rispettando tutti i requisiti questi soggetti


possono beneficiare dell’agevolazione. Se
desidera analizzare in dettaglio la sua
situazione mi scriva in privato per una
consulenza.

AC venerdì 15 Maggio 2020 ore 0:15 At 0:15


Buongiorno Dottor Migliorini,

Inizio facendole i complimenti per questo


articolo.

Vorrei sapere gentilmente, in riferimento al


lavoro autonomo o di impresa, quali sono le
modalita’ possibili con le quali e’ possibile
dimostrare il nesso tra il rientro in Italia e
l’inizio dell’ attivita’ lavorativa.

La ringrazio anticipatamente.

Cordialmente,
AC

Federico Migliorini
venerdì 15 Maggio 2020 ore 8:55 At 8:55

Buongiorno, se vuole ci scriva per ricevere


una consulenza. Le spiegheremo tutti questi
aspetti che non possono essere trattati in un
commento.

Fabio venerdì 15 Maggio 2020 ore 16:41 At 16:41


Federico, la ringrazio per questo articolo.
Forse un errore (o piu’ probabile una mia
errata interpretazione): in merito
all’eleggibilità per i cittadini dell’Unione
Europea, scrive che i soggetti devono
essere “residenti nel loro Paese d’origine” e
aver svolto un’attività di lavoro dipendente
fuori di tale Paese e dell’Italia negli ultimi
ventiquattro mesi o più. Come fanno ad
essere residenti nel paese di origine ed aver
lavorato negli ultimi 24 mesi (min) in un altro
paese? Dovrebbero avere la residenza
fiscale nell’altro paese dove hanno lavorato.
Sbaglio?
Crede che la questa agevolazione verra’
anche riproposta nel 2021?

Grazie in anticipo!

Federico Migliorini
venerdì 15 Maggio 2020 ore 19:57 At 19:57

Io posso lavorare in un Paese ma avere


residenza fiscale in un altro. L’agevolazione
presumiamo possa proseguire nel 2021.

Marcos Vinicius lunedì 25 Maggio 2020 ore


5:16 At 5:16

Salve,
In questo sito trovo che:

“Il comma 1 dell’articolo 16 del Dlgs n


147/15, prevede il rispetto di alcuni requisiti
per l’ottenimento dell’agevolazione.

La tassazione del 30% del reddito avviene


rispettando le seguenti condizioni:

Il lavoratore non deve essere stato residente


fiscalmente in Italia nei due periodi
d’imposta precedenti il rimpatrio;
Il lavoratore si impegna a risiedere
fiscalmente in Italia per almeno due anni;
L’attività lavorativa è prestata
prevalentemente nel territorio italiano.”

Tuttavia, l’articolo 16 del Dlgs n 147/15 dice


che il lavoratore non deve essere residente
fiscalmente in Italia nei CINQUE (e non due)
periodi di imposta precedenti. Lei saprebbe
dire se l’articolo è stato cambiato?
Nel caso, sono stato all’estero per 2 anni e
tornato in Italia nel 2018. Leggendo
l’articolo, penso che io non abbia il diritto.
Però leggendo il sito, ce l’avrei…

Federico Migliorini
lunedì 25 Maggio 2020 ore 9:59 At 9:59

Marcos l’articolo è aggiornato, quello che ha


trovato è l’articolo dell’agevolazione pre
modifiche intervenute con il D.L. n. 34/2019,
faccia attenzione.

Massimo Zanuzzi martedì 26 Maggio 2020


ore 17:50 At 17:50

Salve dottor Migliorini


L’Albania rientra tra i paesi non UE per cui
queste forme di agevolazioni fiscali sono
applicabili (al netto che tutti gli altri requisiti
siano rispettati ovviamente)?
Grazie
Federico Migliorini
martedì 26 Maggio 2020 ore 19:11 At 19:11

L’agevolazione impatriati riguarda anche


soggetti non residenti in Paesi UE.

Alexandra Garofalo martedì 26 Maggio 2020


ore 20:07 At 20:07

Buongiorno Dottor Migliorini,


Sono cittadina Italiana pero’ sono nata in
Francia ho sempre vissuto all’ estero – dove
ho lavorato e mi sono laureata.
Mi sono trasferita in Italia da poco per
lavoro. Posso usufruire di questa
agevolazione?
Grazie, Ale

Federico Migliorini
mercoledì 27 Maggio 2020 ore 8:38 At 8:38

La risposta dipende dal rispetto dei requisiti


richiesti dalla norma, se vuole mi contatti in
privato per una consulenza e verificheremo
la sua situazione.

Marco venerdì 29 Maggio 2020 ore 0:42 At 0:42


Buongiorno Federico — leggevo tra i
commenti: perche’ dice che il nuovo regime
non prevede piu’ nesso tra rientro in Italia e
inizio di un nuovo lavoro (“sei hai un
contratto firmato e’ meglio ma anche senza
potrebbe andare bene lo stesso”)? Cosa e’
cambiato rispetto a prima, in cui l’Agenzia
ha espressamente dichiarato che l’esistenza
di un accordo con il datore di lavoro
precedente al rimpatrio fosse condizione
necessaria? Chiedo perche’ ho sentito pareri
discordanti in merito. Grazie

Giuseppe Panico venerdì 29 Maggio 2020 ore


12:16 At 12:16

Buongiorno Dott. Migliorini,


quello che non è chiaro per me è come
impattino le nuove norme su chi era già
rientrato in Italia e sta quindi godendo ad
esempio dell’esenzione del 50%. Nel caso si
acquisti un immobile o si abbia un figlio
l’estensione a 10 anni è valida anche per
questi soggetti?
Grazie,
Giuseppe

Federico Migliorini
venerdì 29 Maggio 2020 ore 12:31 At 12:31

Chi sta già usufruendo dell’agevolazione con


la precedente normativa, continua con essa
fino a conclusione, le nuove modifiche non
impattano su chi già fruisce
dell’agevolazione prima dell’entrata in vigore
delle novità. Se vuole approfondire siamo a
disposizione per una consulenza.

Federico Migliorini
venerdì 29 Maggio 2020 ore 12:39 At 12:39

L’articolo mi sembra chiaro, il nesso tra


rientro in Italia e attività lavorativa esiste
ancora.

Marcos venerdì 29 Maggio 2020 ore 21:50 At 21:50


Grazie mille della risposta, Dott. Migliorini.
Come potrei chiedere un preventivo di
consulenza?
Ho inviato una mail a
fiscomania1@gmail.com… questo è
l’indirizzo giusto?
Grazie mille,
Marcos

Federico Migliorini
sabato 30 Maggio 2020 ore 9:05 At 9:05

Scriva a quella email e riceverà tutte le info


per una consulenza da fare insieme.
Marcos Vinicius martedì 9 Giugno 2020 ore
4:33 At 4:33

Grazie della Sua risposta, Dott. Migliorini!


Sono in attesa della risposta via e-mail,
ok??
Cordiali saluti,
Marcos

Marco lunedì 15 Giugno 2020 ore 12:26 At 12:26


Buongiorno dott. Migliorini,
io ho spostato la residenza in Italia a maggio
2019, ed ho usufruito da subito della legge
che era in vigore, quindi sconto imponibile
del 50%.
L’ultima legge(dicembre 2019) afferma che
chi ha spostato la residenza in Italia dal 30
aprile 2019, quindi il mio caso, può usufruire
della nuova legge con sconto del 70/90%
dell’imponibile. La mia domanda è per
usufruirne basta una nuova richiesta al mio
datore di lavoro? Inoltre come bisogna fare
per recuperare la differenza nei mesi in cui
ho usufruito della vecchia legge?
Grazie
Marco

Federico Migliorini
lunedì 15 Giugno 2020 ore 15:11 At 15:11

Se ha i requisiti può chiedere l’applicazione


dell’agevolazione modificata dal D.L. n.
34/19 al datore di lavoro e poi operare in
dichiarazione dei redditi per l’anno
precedente. Per maggiori info ci contatti per
una consulenza.

Davide martedì 23 Giugno 2020 ore 20:42 At 20:42


Buongiorno Federico, complimenti per il suo
articolo. Argomento utilissimo e forse poco
conosciuto.
Sono un frontaliere italiano (con permesso
G) residente nella fascia di confine dei 20km
dalla Svizzera esentata dalla doppia
tassazione. Ho quindi la residenza in Italia
ma vengo tassato unicamente in Svizzera.
Volevo capire se il vantaggio fiscale del
decreto potrebbe essere in qualche modo
applicabile anche ai lavoratori frontalieri.
Grazie mille

Federico Migliorini
martedì 23 Giugno 2020 ore 22:10 At 22:10

Grazie Davide. I frontalieri italiani non


possono godere di questa agevolazione,
non ne verificano i requisiti.
Alberto mercoledì 24 Giugno 2020 ore 22:02 At
22:02

Buongiorno, da Giugno del 2019 sono


residente all’estero. Se capisco bene il
decreto dato che ho trasferito la residenza
prima del 3 Luglio posso conteggiare il 2019
come primo anno ai fini dell’agevolazione.
Per il conteggio del secondo anno mi
basterebbe rientrare in Italia dopo Luglio di
quest’anno? Quindi per come cadono i mesi
tra Giugno e Luglio mi basterebbe trasferito
la residenza all’estero per 1 anno e 1 mese
effettivi?
(mi scusi prima ho sbagliato e ho posto la
stessa domanda sotto un altro articolo).
Grazie mille per l’aiuto
Alberto

Federico Migliorini
mercoledì 24 Giugno 2020 ore 22:04 At 22:04

Per l’analisi di situazioni personali per le


quali è richiesta maggiore analisi, come nel
suo caso, se vuole ci scriva in privato per
una consulenza. La aiuteremo a risolvere i
suoi dubbi.

pietro martedì 30 Giugno 2020 ore 17:19 At 17:19


Buongiorno dott. Migliorini
le agevolazioni valgono anche qualora il
trasferimento di residenza e l´inizio del
rapporto di lavoro in Italia avvenissero nel
2021?
Grazie!

Federico Migliorini
martedì 30 Giugno 2020 ore 18:10 At 18:10

Si, sempre se nel frattempo non viene


cancellata l’agevolazione.

ANGELA ALESSIO venerdì 10 Luglio 2020


ore 11:41 At 11:41

Buongiorno Dott. Migliorini,


nel caso scegliessi il regime forfettario (che
non prevede le agevolazioni del rientro
dall’estero) e l’anno successivo cambiassi
regime, potrei poi usufruire delle
agevolazioni del rimpatrio?
La ringrazio.
Angela Alessio

Federico Migliorini
venerdì 10 Luglio 2020 ore 16:04 At 16:04

Se al momento del rientro è in possesso di


tutti i requisiti richiesti per l’agevolazione in
relazione al lavoro autonomo quello che
afferma è possibile, ma il periodo in regime
forfettario andrà comunque a ridurre il
periodo di agevolazione spettante. Se
intende approfondire, ci scriva in privato per
una consulenza.

Filippo venerdì 17 Luglio 2020 ore 11:07 At 11:07


Buongiorno Dott Migliorini,

Avrei bisogno di un chiarimento in merito


all`articolo.
Io sono un cittadino italiano , iscritto AIRE e
che vive e lavora nel Regno Unito da piu di
due anni.
La mia azienda ha anche una sede in Italia e
avrei l`opportunita di chiedere un
trasferimento, e quindi di tornare a risiedere
presso l`abitazione della mia famiglia, con un
contratto di lavoro in Italia.

Posso usufruire di questi benefici non


essendo laureato?

In attesa di una cortese risposta le auguro


una buona giornata

Federico Migliorini
venerdì 17 Luglio 2020 ore 15:31 At 15:31
Per l’analisi di situazioni personali per le
quali è richiesto maggiore dettaglio, come
nel suo caso, se vuole ci scriva in privato
per una consulenza. La aiuteremo a risolvere
i suoi dubbi.

giorgio venerdì 17 Luglio 2020 ore 17:12 At 17:12


Salve Dott. Migliorini e complimenti per l
articolo molto ben scritto. Nel caso di rientro
in italia (e conseguente rispetto dei requisiti
ex comma 1 art 16) e sucessiva (entro tre
mesi e con nesso di casualita’ rispettato)
stipula di contratto di lavoro con azienda
UAE che non ha alcuna stabile
organizzazione in italia (di conseguenza
lavorando principalmente da casa e da
remoto) e’ possibile usufruire di questo
regime fiscale?

grazie,

giorgio

Federico Migliorini
sabato 18 Luglio 2020 ore 12:27 At 12:27

Rispettando i requisiti richiesti è possibile


anche nel caso che descrive applicare
l’agevolazione, ma sicuramente è una
casistica complicata. Se vuole saperne di
più ci scriva per una consulenza.

Giulia mercoledì 22 Luglio 2020 ore 20:27 At 20:27


Gentile Federico,
Faccio fatica a capire la differenza tra il
comma 1 e il comma 2. O, meglio, mi
sembra che il comma 1 abbia dei requisiti
cosi ampi da includere quelli del comma 2 e
renderlo in un certo senso superfluo.
Personalmente credo di avere i requisiti di
entrambi, ma forse sbaglio?
Grazie,
Giulia

Federico Migliorini
giovedì 23 Luglio 2020 ore 20:02 At 20:02

E’ corretto, diciamo che il comma due


riguarda una cerchia più ristretta di soggetti
che possono applicarlo, ma in generale se
non si rientra in quella casistica si guarda al
comma 1.

Moriz domenica 26 Luglio 2020 ore 1:25 At 1:25


Salve, grazie dell’articolo. Un paio di
domande:
1) Se un lavoratore dipendente riesce ad
ottenere un contratto europeo non-italiano
(eg UK, NL, CH, etc) da un’azienda europea
estera (eg UK, NL, CH, etc) ma vive in Italia
e soddisfa i 183+ giorni di lavoro in Italia (eg
lavoro da remoto per la stragrande
maggioranza dell’anno), può sfruttare questa
norma?
2) Il figlio minorenne può essere nato anche
all’estero per rendere la norma estendibile a
10 anni o deve essere nato
successivamente allo spostamento della
residenza in Italia?
La ringrazio in anticipo!
Moriz

Federico Migliorini
domenica 26 Luglio 2020 ore 14:11 At 14:11

Per l’analisi di situazioni personali per le


quali è richiesto maggiore dettaglio, come
nel suo caso, se vuole ci scriva in privato
per una consulenza. La aiuteremo a risolvere
i suoi dubbi.

Francesco venerdì 7 Agosto 2020 ore 13:16 At


13:16

Buongiorno,
avevo un dubbio in merito alla residenza
fiscale all’estero per rientrare
nell’agevolazione con D.L. n. 34/2019.
Sempre con riferimento al D.L. n. 34/2019,
per dimostrare la mia residenza fiscale
all’estero nei 2 periodi di imposta precedenti
al mio rientro in Italia, è sufficiente essere
stato iscritto AIRE nei periodi di imposta
precedenti (183 giorni o 184 nel caso di
mesi bisestili) e poi aver chiesto l’iscrizione
all’ufficio anagrafe del comune Italiano al
mio rientro in Italia?
Grazie mille.
Francesco

Federico Migliorini
venerdì 7 Agosto 2020 ore 16:16 At 16:16

No, non è sufficiente l’iscrizione AIRE.


L’AIRE è solo un requisito formale e non
sostanziale di residenza fiscale estera. Se
desidera approfondire l’argomento ci scriva
in privato per una consulenza.

Francesco martedì 11 Agosto 2020 ore 2:27 At


2:27

Ok grazie mille. La contatteró sicuramente.


Ho solo un dubbio generico e non specifico
del mio caso particalore. Provo ad esporlo
qui sperando che possa essere d’aiuto ad
altre persone.
Se ho ben capito, il D.L. n. 34/2019, prevede
che le agevolazioni si applicano ai soggetti
che hanno avuto la residenza fiscale
all’estero per gli ultimi 2 anni come definito
nell’art. 2 del TUIR (DPR 917/1986) prima di
trasferirla fiscalmente in Italia.
Quindi, come lei chiarisce, devono essere
soddisfatti contemporaneamente:
1. requisito AIRE (cioé il contribuente deve
essere stato iscritto regolarmente all’AIRE)
2. deve aver avuto residenza e domicilio
estero ai fini civilistici come descritto nel
art.2 del TUIR (il domicilio di una persona è
nel luogo in cui essa ha stabilito la sede
principale dei suoi affari e interessi, mentre
la residenza è nel luogo in cui la persona ha
la dimora abituale).

A questo punto ho notato che nel suo


articolo non si parla mai del “domicilio
fiscale” come definito nell’articolo 58 del
d.P.R. 600/1973.

Quindi ho avuto un dubbio: il fatto di non


aver comunicato il “domicilio fiscale”
all’Agenzia delle Entrate durante la
permanenza all’estero, ma aver comunque
effettuato l’iscrizione AIRE (ed ovviamente
aver rispettato il requisito di residenza e
domicilio all’estero come definiti nel art 2 del
TUIR) comporta la decadenza
dell’agevolazione impatri?

Grazie ancora.
Francesco

Federico Migliorini
martedì 11 Agosto 2020 ore 7:18 At 7:18

No, non si deve comunicare alcun domicilio


all’Agenzia delle Entrate in un trasferimento
di residenza all’estero, al verificarsi delle
condizioni ci si deve iscrivere all’AIRE.

Davide mercoledì 26 Agosto 2020 ore 13:16 At


13:16

Buongiorno, complimenti per il vostro sito.


Sto attualmente valutando la possibilità di
spostare la mia residenza all’estero. Volevo
un chiarimento sul requisito dei 2 anni per
ottenere un domani l’agevolazione.
Ipotizzando di spostare la residenza entro
Giugno del 2021 e rientrare in Italia a
Luglio/Agosto del 2022 (Per un totale di
13/14.mesi) rispetterei il requisito dei 2 anni
fiscali di residenza all’estero?
Ritenete che questa agevolazione (in
particolare il requisito dei 2 anni e non più di
5 anni come era in passato) possa essere
rinnovata anche per i prossimi anni?
Grazie mille per l’aiuto.
Davide
Federico Migliorini
mercoledì 26 Agosto 2020 ore 15:15 At 15:15

Quello che intende fare potrebbe non farle


verificare i requisiti richiesti
dall’agevolazione. Consiglio di prestare
attenzione. Se vuole ci scriva in privato per
una consulenza.

Manola Isopi mercoledì 2 Settembre 2020 ore


18:04 At 18:04

Buongiorno e grazie per la chiarissima


spiegazione. Ho una sola domanda: i
lavoratori impatriati che rientrano nelle
regioni del Sud (mi interessa per l’Abruzzo)
hanno diritto all’agevolazione dell’imposta al
10% per i primi 5 anni o si estende anche in
caso di prolungamento, sussistendone i
requisiti?
Grazie per la risposta

Federico Migliorini
mercoledì 2 Settembre 2020 ore 21:10 At 21:10

La tassazione al 10% è solo per i primi


cinque anni di agevolazione.

monia mercoledì 30 Settembre 2020 ore 12:24 At


12:24

Buongiorno, non mi è chiaro un passaggio


ipotizzando che iscritto aire trasferisco la
residenza in Italia a giugno 2019, applicando
il D.L. n. 34/2019 rientrerei nella casistica
per poter beneficiare gia’ con dichiarazione
2020 per l’anno di imposta 2019 come
impatriata? Grazie per la risposta Monia

Federico Migliorini
mercoledì 30 Settembre 2020 ore 18:09 At 18:09

Si, è corretto. L’agevolazione inizia nel primo


anno di residenza fiscale.

Federico Migliorini
martedì 6 Ottobre 2020 ore 8:42 At 8:42

L’iscrizione AIRE non è più obbligatoria,


come indicato nell’articolo, ma per capire se
hai maturato residenza fiscale estera
occorre andare ad analizzare la tua
situazione personale, per quello la
consulenza.

Nico martedì 13 Ottobre 2020 ore 13:52 At 13:52


Salve, se possibile vorrei chiedere un
consiglio in merito alla mia situazione.
Ho vissuto e lavorato in UK a partire dal
2013 senza mai effettuare la registrazione
all’ AIRE e sono rientrata in Italia a giugno
del 2019. Lavoro per la medesima
compagnia per la quale lavoravo in UK ma
ho spostato la residenza fiscale dall’UK all’
Italia (da giugno 2019 non ho versato le
tasse sul reddito in UK). Sono in procinto di
sottoscrivere la mia dichiarazione dei redditi
per l’anno 2019 e volevo un parere
sull’applicazione delle agevolazioni ove
previste nel mio caso. Grazie mille

Federico Migliorini
martedì 13 Ottobre 2020 ore 18:37 At 18:37

Per l’analisi di situazioni personali che


richiedono maggiore analisi ci contatti in
privato per una consulenza. La aiuteremo

Mauro giovedì 15 Ottobre 2020 ore 9:25 At 9:25


Buongiorno Dottor Migliorini ,ho provato a
scrivere ieri ma non è stato pubblicato il
messaggio. Ripropongo, sono rientrato nel
2019 e ho tutti i requisiti per accedere
all’agevolazione. Lo scorso anno però non
ho fatto domanda al mio datore di lavoro,
posso recuperare le maggiori imposte
versate inserendo l’agevolazione nella mia
dichiarazione di questo anno visto che sono
ancora nei tempi per l’invio? Cordiali saluti

Federico Migliorini
giovedì 15 Ottobre 2020 ore 10:52 At 10:52

La mancata fruizione del regime degli


impatriati nel periodo di imposta in cui
avviene il trasferimento della residenza
fiscale in Italia non preclude l’utilizzo
dell’agevolazione nei periodi d’imposta
successivi. Qualora nel periodo di
trasferimento in Italia e nel successivo non
sia stata presentata richiesta scritta al
datore di lavoro e il beneficio non sia stato
fruito direttamente dal contribuente in
dichiarazione dei redditi, secondo l’Agenzia
l’agevolazione è preclusa per tali periodi,
mentre spetta per i restanti periodi
d’imposta del quinquennio agevolato
(Risposta interpello Agenzia delle Entrate n.
59/E/2020).

Andrea giovedì 15 Ottobre 2020 ore 15:04 At 15:04


Buongiorno Dottor Migliorini,
ci sono restrizioni per chi ha svolto lavoro
all’estero presso una società controllata
dall’attuale datore di lavoro?
Inoltre, a seguito del decreto “Agosto”, sono
state effettuate variazioni a tale regime?
Grazie anticipatamente per il suo tempo

Federico Migliorini
giovedì 15 Ottobre 2020 ore 16:33 At 16:33

Per l’analisi di situazioni personali ci scriva in


privato per una consulenza. La aiuteremo a
risolvere i suoi dubbi.

luca pignatti lunedì 9 Novembre 2020 ore 15:56


At 15:56

Buongiorno,

non mi é del tutto chiaro il seguente


paragrafo:
”Percepimento di redditi prodotti all’estero
I redditi derivanti da attività di lavoro
prestata fuori dai confini dello Stato –
nell’ipotesi in cui un soggetto abbia prodotto
nei primi mesi dell’anno redditi al di fuori del
territorio dello Stato e, rientrato in corso
d’anno, risulti fiscalmente residente in Italia
– concorrono alla formazione del reddito
complessivo in via ordinaria.”
Cosa si intende per reddito complessivo in
via ordinaria? posso applicare la riduzione
del 70% su questi redditi prodotti all’estero?
grazie mille
Federico Migliorini
lunedì 9 Novembre 2020 ore 18:13 At 18:13

I redditi prodotti all’estero non concorrono


alla tassazione agevolata, ma sono tassati in
via ordinaria.

Marco lunedì 9 Novembre 2020 ore 21:25 At 21:25


Buonasera,
Vi scrivo in merito al requisito del ‘lavoro
continuativo ed interrotto per almeno 24
mesi’. Se negli ultimi 4 anni ho lavorato
sempre ma con una pausa di pochi giorni
dovuta al cambio di lavoro, sono in
possesso di tale requisito?
Grazie
Marco

Federico Migliorini
martedì 10 Novembre 2020 ore 10:18 At 10:18

La situazione deve essere valutata caso per


caso per ogni soggetto in relazione alla
situazione complessiva legata alla verifica
dei requisiti, risposte parziali non sarebbero
utili.

Claudia martedì 17 Novembre 2020 ore 21:10 At


21:10

Buonasera, avrei un caso abbastanza


particolare. Mio marito (cittadino europeo di
nascita) è in procinto di avere la cittadinanza
italiana come conseguenza del Matrimonio.
Entrambi residiamo nel suo Paese di nascita
da 8 anni, io sono iscritta all AIRE. Nel caso
rientrassimo in italia avrebbe anche lui l
agevolazione fiscale?

Federico Migliorini
mercoledì 18 Novembre 2020 ore 9:21 At 9:21

L’agevolazione riguarda anche soggetti non


cittadini italiani, ma bisogna verificare i
requisiti richiesti.

Andrea giovedì 19 Novembre 2020 ore 20:40 At


20:40

Buonasera,
Vivo e lavoro a Londra continuativamente
dal 2006. Sono laureato e possiedo tutti i
requisiti per usufruire delle agevolazioni
fiscali. Avrei due scenari per i quali vorrei
sapere se potrei comunque beneficiare del
rientro dei cervelli trasferendo la residenza in
Italia permanendo oltre i 183 gg all’anno:
– il mio datore di lavoro decide di aprire una
branch office (non subsidiary) in Italia, da cui
vengo assunto, chiudendo il rapporto con
l’azienda madre inglese (ritengo che in
questo caso a logica goderei dei benefici)
– rimango dipendente dell’azienda inglese,
ma residente in Italia, quindi denunciando i
redditi esteri. Potrei godere del beneficio?
Grazie mille.

Federico Migliorini
giovedì 19 Novembre 2020 ore 20:43 At 20:43

Per l’analisi di situazioni personali se vuole


ci contatti in privato per una consulenza. La
aiuteremo a risolvere i suoi dubbi e le
indicheremo come eventualmente poter
fruire dell’agevolazione.

Walter sabato 21 Novembre 2020 ore 22:58 At 22:58


Gentilissimo Dott. Migliorini,
La ringrazio prima di tutto per l’esaustiva
spiegazione. Ho una breve domanda a
riguardo: Se dovessi trasferirmi inizialmente
in una delle regioni del Sud Italia (esempio,
Puglia con tassazione del 10%
dell’ammontare) e successivamente in una
regione diversa (esempio, Lombardia),
nell’anno successivo al rientro in Italia, verrà
applicata automaticamente la tassazione per
il 30% dell’ammontare, o si perde
l’agevolazione a prescindere? Dunque, una
volta trasferitomi, dovrò stare nella prima
regione di residenza oppure posso poi
cambiare comune e regione e usufruire
comunque dell’agevolazione (10% o 30% a
seconda dello spostamento)? Si tratta
sempre di autocertificazione, dunque
comunicazione al datore di lavoro?
La ringrazio anticipatamente.

Federico Migliorini
domenica 22 Novembre 2020 ore 9:38 At 9:38

Sugli spostamenti, al momento, non ci sono


indicazioni nella norma e nemmeno nei
chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate.

Walter domenica 22 Novembre 2020 ore 16:30 At


16:30

La ringrazio per la celere risposta, Dott.


Migliorini.
Anticipo che sicuramente, quando deciderò
di rientrare, mi affiderò alla sua consulenza
privata. Le chiedo solo un ulteriore
chiarimento, qualora avesse un attimo di
tempo e voglia – Ai fini della agevolazione
ed eventuali complicazioni (come vede sono
molto ignorante in questa materia) è
possibile effettuare il cambio a metà anno
(ad esempio, Maggio/Giugno) oppure
conviene sempre iniziare il nuovo contratto
(in Italia, col medesimo datore di lavoro
estero ma sede italiana) in coincidenza
dell’inizio dell’anno (Gennaio)?
La ringrazio nuovamente, e le porgo cordiali
saluti.

Federico Migliorini
domenica 22 Novembre 2020 ore 17:27 At 17:27

La cosa migliore è sicuramente rientrare a


cavallo d’anno, ma comunque è possibile
rientrare in qualsiasi parte dell’anno.

Andrea mercoledì 25 Novembre 2020 ore 13:50 At


13:50

Buongiorno Dott. Migliorini,


sono residente all estero (comunità europea)
da oltre 24 mesi,
Laureato, iscritto Aire e con P.Iva estera, per
accedere ai 10 anni (5+5) è necessario
acquistare una prima casa o basta
acquistare una nuova casa anche essendo
proprietario di altre case in Italia? Per
ottenere l’agevolazione fiscale del 10% (per
spostamento in una regione del Sud) è
necessario aprire una P.Iva o va bene anche
una srl ? il 10% si intende sul reddito
aziendale?
Cordiali saluti
Federico Migliorini
mercoledì 25 Novembre 2020 ore 18:16 At 18:16

Salve Andrea, per l’analisi di situazioni


personali se vuole mi contatti in privato per
una consulenza, la aiuteremo.

Marco Proietti giovedì 26 Novembre 2020 ore


20:08 At 20:08

Buonasera,
Nell’ultima modifica della legge per le
agevolazioni dei rimpatriati, la modifica del
comma 1 dell’articolo 16 di fatto rende
inutile il comma 2, in quanto chi è eleggibile
secondo il comma 2 lo è anche sicuramente
per il comma 1.
Interpreto correttamente il comma 1?
Grazie
Marco

Federico Migliorini
venerdì 27 Novembre 2020 ore 8:20 At 8:20

Di fatto si, il comma 2 è rimasto ma la sua


applicazione concreta è limitata.

Edoardo sabato 28 Novembre 2020 ore 23:17 At


23:17

Buonasera,
Ho vissuto all’estero per 5 anni (iscritto aire)
sono stato licenziato a gennaio e sono
rientrato ad agosto in Italia. Ora ho trovato
lavoro. È comunque applicabile lo sgravio
fiscale? Grazie.
In caso di possibilità richiederò consulenza.

Federico Migliorini
domenica 29 Novembre 2020 ore 8:54 At 8:54

Per l’analisi di situazioni personali ci scriva in


privato per una consulenza.

Beani Giannino domenica 29 Novembre 2020


ore 15:50 At 15:50

Sarebbe interessante sapere se durante il


periodo di impatrio in Italia si possa
continuare a godere dell’agevolazione (per il
periodo previsto) anche se si va in pensione.

Federico Migliorini
domenica 29 Novembre 2020 ore 17:07 At 17:07

I redditi agevolati sono solo quelli da lavoro


dipendente e da lavoro autonomo o
professionale, non il reddito da pensione.
cesare dattuli giovedì 3 Dicembre 2020 ore 3:20
At 3:20

Salve Federico, grazie per il suo contributo.


Una curiosita’ di carattere generale: il 30%
che viene tassato rappresenta il “primo”
30% o l'”ultimo”?
Mi spiego meglio con un esempio: fatto 100
il reddito, in termini di aliquote Irpef (che
sono a scaglioni), i 30 tassati rappresentano
i primi 30 (0-30) o gli ultimi 30 (70-100).
Grazie ancora e buona giornata.
Cesare

Federico Migliorini
giovedì 3 Dicembre 2020 ore 7:27 At 7:27

Non riesco a capire la domanda, vengono


tassati solo 30 dei 100 di reddito su cui
viene applicata l’IRPEF e le addizionali.

Marco giovedì 3 Dicembre 2020 ore 14:23 At 14:23


Sono rientrato a Gennaio 2020 trasferendo
la mia residenza da UK a Milano ed ho
richiesto la riduzione IRPEF come previsto.
Domanda: se mi trasferisco al sud, devo
chiedere all’azienda di applicare
agevolazione al 10% ? Non ho capito come
funziona, se retroattiva sull’anno oppure a
partire dal mese di trasferimento dal nord al
sud. Grazie

Federico Migliorini
giovedì 3 Dicembre 2020 ore 17:59 At 17:59

Non ci sono ancora chiarimenti da parte


dell’Agenzia delle Entrate su questo aspetto.

Roberto venerdì 11 Dicembre 2020 ore 17:55 At


17:55

Gentile Dott. Migliorini, cortesemente le


volevo chiedere se l’estensione del beneficio
dopo i primi cinque anni, si applica anche a
seguito dell’acquisto di una seconda casa?
Al momento del rientro in Italia infatti ero gia’
proprietario di una prima casa.

Grazie e Cordiali Saluti

Federico Migliorini
venerdì 11 Dicembre 2020 ore 19:09 At 19:09

Si richiede l’acquisto di una abitazione, non


deve essere per forza prima casa.

renato bellarosa sabato 12 Dicembre 2020


ore 10:56 At 10:56
Caro Federico
riferendomi alla domanda di Cesare Dattuli,
credo che lui volesse sapere che
percentuale di tasse si applica al 30%
tassabile.
Esempio=> se il mio salario lordo e’ 100k€
annui, il 30% sono 30k€. La domanda e’ se
su 30k€ si applicano gli scaglioni di aliquota
IRPEF per cui da 0 a 15k 23%, da 15k a 28k
27% e da 28k a 55k 38% oppure si applica
il 43% sui tutti i 30k€ visto che il salario
lordo originale eccede 75k?

Grazie mIlle
Renato

Federico Migliorini
sabato 12 Dicembre 2020 ore 14:04 At 14:04

Si applicano si scaglioni IRPEF sulla quota


di reddito imponibile ridotta per
l’agevolazione.

Massimo sabato 12 Dicembre 2020 ore 20:48 At


20:48

Salve Dott. Migliorini,


da febbraio la multinazionale per cui lavoro
mi trasferirà dall’ entità polacca a quella
italiana , ponendo fine ad un rapporto
all’estero e cominciandone uno nuovo con la
sede in Italia. Io avrei intenzione di rifarmi la
residenza già a gennaio. il mio primo salario
a febbraio sarà gia con l’agevolazione in
atto?
Inoltre tenendo in piedi il rapporto di lavoro
dipendente avrei intenzione di aprire anche
una società e mi chiedevo se l’agevolazione
fosse disponibile sia per il lavoro dipendente
che per quello autonomo
contemporaneamente.
Cordiali Saluti

Federico Migliorini
domenica 13 Dicembre 2020 ore 14:10 At 14:10

Per l’analisi della sua situazione personale,


se vuole mi scriva in privato per una
consulenza, la aiuterò a risolvere i suoi
dubbi sull’applicazione dell’agevolazione.

Emily lunedì 14 Dicembre 2020 ore 9:52 At 9:52


Gentile Dott. Migliorini, riprendendo una
risposta che ha fornito in precedenza ad un
altro lettore per un chiarimento. Se per
semplicita’ prendiamo un reddito di 100 mila
euro annui, la quota imponibile e’ di 30 mila
euro (per l’esempio non consideriamo i
contributi INPS). Questo significa che i
restanti 70 mila euro (o 5,800 euro al mese)
sono tutti esentasse per il lavoratore?

Grazie

Federico Migliorini
lunedì 14 Dicembre 2020 ore 10:54 At 10:54

Si, è corretto.

Emily martedì 15 Dicembre 2020 ore 16:24 At 16:24


Gentile Dott. Migliorni,

le posso chiedere se ci sono anche vantaggi


fiscali per le aziende che assumo un
lavoratore rimpatriato od i vantaggi sono
solo per i lavoratori?

Grazie,
Emily

Federico Migliorini
martedì 15 Dicembre 2020 ore 18:49 At 18:49

L’agevolazione riguarda solo i lavoratori, non


le aziende che assumono.

Roberta venerdì 18 Dicembre 2020 ore 15:50 At


15:50
Buonasera,
ho letto nel suo articolo di un “Fondo
controesodo” da 3 milioni. Per chi come me
è rientrato in Italia da Gennaio 2020
usufruendo del nuovo D.L. 34/2019 – art.5
(quindi non usufruendo del
precedentemente art.16 del DL settembre
2015 ), mi domandavo l’implicazione di
questo fondo. Voglio dire, chi rientra in Italia
dal 2020 deve comunque considerare che le
risorse possono terminare? Oppure questo
fondo da 3 milioni è rivolto solamente a chi
rientra in Italia tra 30/4/2019 e 31/12/2019?
Ho provato a leggere l’articolo 13/Ter del DL
124/2019 ma non mi è molto chiaro.
Grazie mille.
Roberta

Federico Migliorini
venerdì 18 Dicembre 2020 ore 16:14 At 16:14

Il fondo controesodo riguarda specifiche


casistiche per i soggetti che sono rientrati in
Italia nel 2019.

Carlotta sabato 19 Dicembre 2020 ore 12:35 At


12:35

Buongiorno,
il DL 34 del 2019 é stato convertito con la
legge del 28 giugno 2019 n. 58. Rileggendo
la legge ho notato che é stato aggiunto il
comma 5-quater in cui parla di una modifica
al comma 1 del DL 34 dove indica una
riduzione del 50% e non piú del 70%, inoltre
viene anche indicato che non é possibile
estendere l’agevolazione per i successivi 5
anni (come indicato al comma 3bis del DL
34 art.5). Si parla anche di un contributo
dello 0,5 della base imponibile. E’ una
modifica che coinvolge tutti i lavoratori? Mi
sembra di intuire che riguarda solamente gli
sportivi.
La ringrazio molto.
Carlotta

Federico Migliorini
sabato 19 Dicembre 2020 ore 13:25 At 13:25

Carlotta quanto ha letto riguarda


l’agevolazione per gli sportivi. Trova un
articolo dedicato a questo sul sito.

Andrea Nicola lunedì 21 Dicembre 2020 ore


17:47 At 17:47

Buongiorno,
non mi e’ chiaro se l’estensione di ulteriori 5
anni si applica a chi ha già’ un figlio prima di
riportare/acquisire la residenza fiscale in
Italia. La norma riporta ” […] Le disposizioni
del presente articolo si applicano per
ulteriori 5 periodi di imposta ai lavoratori con
almeno un figlio minorenne o a carico,
anche in affido preadottivo.”
Nella sezione FAQ di questa pagina, alla
domanda 2 Lei chiarisce ” L’agevolazione
impatriati ha una durata di 5 anni a partire
dall’annualità di acquisizione della residenza
fiscale italiana. L’agevolazione si estende
per ulteriori 5 anni se si acquista un
immobile in Italia o se avviene la nascita di
un figlio”.
La ringrazio molto
Andrea

Federico Migliorini
lunedì 21 Dicembre 2020 ore 19:44 At 19:44

La nascita di un figlio può anche essere


precedente al rientro in Italia (in mancanza di
chiarimenti in merito), ma deve essere un
figlio che diviene a carico al momento del
rientro in Italia. Questo sempre in assenza di
chiarimenti ulteriori in merito a questo punto.

Roberta martedì 22 Dicembre 2020 ore 18:33 At


18:33

Grazie mille sulla risposta inerente il “Fondo


Controesodo”. Quindi se ho compreso bene,
chi rientra in Italia nel 2020 (ed ha i requisiti
per l’agevolazione) non è soggetto a questo
fondo, e di conseguenza non rischia di
vedersi annullare o ridurre l’agevolazione. E’
corretta la mia interpretazione? Leggendo
l’interrogazione parlamentare 5-04375 di
luglio 2020, non ho trovato in maniera
esaustiva una risposta con la quale si
definiscono i soggetti di questo fondo: cioè
chi rientrati tra il 30/4/2019 e il 31/12/2019 e
chi dopo il 1/1/2020. Grazie ancora. Roberta

Federico Migliorini
martedì 22 Dicembre 2020 ore 18:50 At 18:50

Il fondo nasce per la copertura di situazioni


di rientro pregresse, non per chi rientra a
regime nell’agevolazione.

Giuliano giovedì 24 Dicembre 2020 ore 16:42 At


16:42

Buongiorno e buone feste! Prima di tutto


vorrei farLe i miei vivi complimenti per
questo articolo eccellente e molto completo.
Avrei una domanda specifica:
Per chi usufruisce delle agevolazioni del
DECRETO LEGISLATIVO 14 settembre
2015, n. 147 o della LEGGE 30 dicembre
2010, n. 238, queste agevolazioni possono
essere ampliate ed estese anche dopo i
cinque anni come prevede l’articolo 3-bis
del DLgs n 147/15?
O questo articolo 3-bis del DLgs n 147/15 è
valido esclusivamente per chi trasferisce la
residenza fiscale in Italia a partire dalla data
di entrata in vigore del DECRETO-LEGGE 30
aprile 2019, n. 34?

Federico Migliorini
giovedì 24 Dicembre 2020 ore 18:25 At 18:25

La legge n. 238/10 presenta caratteristiche


diverse, è una disciplina che riguarda
soggetti diversi e con requisiti diversi che
niente ha a che vedere con quanto indicato
in questo articolo. Può trovare sul sito un
articolo dedicato all’argomento.

Francesco mercoledì 30 Dicembre 2020 ore 10:51


At 10:51

Buongiorno,
ho letto che ha recentemente aggiornato la
pagina con l’uscita della circolare 33/E del
28/12/2020.
Per quanto riguarda l’estensione di altri 5
anni con l’acquisto di unità residenziale in
Italia, cosa intende con la frase: “deve
acquisire l’immobile nella misura del
100%”? Se ad esempio si acquista un
immobile in comproprietà con il coniuge
(50% il contribuente e 50% il coniuge del
contribuente), il requisito di “acquisire
l’immobile nella misura del 100%” cosa
indica?
Grazie mille.
Francesco

Federico Migliorini
mercoledì 30 Dicembre 2020 ore 11:04 At 11:04

La circolare in commento prevede che nel


caso in cui l’unità immobiliare sia acquistata
dal coniuge, dal convivente o dai figli
dell’impatriato, il suddetto acquisto, con le
modalità sopra richiamate, può essere
effettuato anche in comproprietà con
l’impatriato.

Francesco mercoledì 30 Dicembre 2020 ore 13:44


At 13:44

Grazie per la risposta sul tema estensione


per acquisto abitazione.
Sul fatto dell’acquisto in comproprietà con il
coniuge (o figlio) mi è chiaro, ma sulla
circolare trovo scritto quanto segue: “si
ritiene che l’ulteriore quinquennio
agevolabile può essere riconosciuto a
condizione che l’intera proprietà, da
intendersi come nuovo immobile acquistato
nella misura del 100 per cento sin dalla
stipula dell’atto, sia acquisita direttamente
dal lavoratore a titolo oneroso”.
Quello che non mi è chiaro è cosa intende
con “….100 per cento sin dalla stipula
dell’atto….”. Nel contesto di questa frase,
cosa intende per 100%?
Grazie ancora
Francesco

Federico Migliorini
mercoledì 30 Dicembre 2020 ore 14:56 At 14:56

Credo si possa intendere che non rientra


nell’agevolazione il compromesso ma
soltanto la stipula di atto notarile per
l’acquisto del 100% dell’immobile, ma quel
passaggio della Circolare non è chiaro.

Paola sabato 9 Gennaio 2021 ore 17:11 At 17:11


Salve,
in riferimento al decreto legislativo sulle
agevolazioni fiscali per rimpatriati,,
modificato con articolo 5 del decreto legge
30 aprile 2019, n. 34, e alla circolare 33 del
28/12/2020, ho capito che l’agevolazione
fiscale si applica su tutti redditi prodotti nell
anno fiscale/periodo di imposta in Italia.
Non mi e’ chiaro invece – per chi dovesse
percepire uno stipendio fisso e uno
stipendio variabile, versato come bonus una
tantum (versato all’ingresso in azienda) o
premio di produttivita’ (versato durante
l’anno) dal datore di lavoro, l’agevolazione
fiscale per rientro dei cervelli verra’ applicata
anche su questo tipo di bonus una
tantum/premi di produzione oppure solo
sullo stipendio fisso? Preciso che non sto
parlando di bonus da dirigente che
subiscono un’addizionale del 10%, ma solo
dei bonus/premi percepiti al di sotto della
qualifica di dirigente.
Grazie mille in anticipo

Federico Migliorini
sabato 9 Gennaio 2021 ore 17:20 At 17:20

L’agevolazione riguarda solo i redditi da


lavoro dipendente o autonomo con partita
Iva. I bonus sono agevolati solo se rientrano
nel reddito imponibile IRPEF collegato al
reddito da lavoro dipendente.

Paola sabato 9 Gennaio 2021 ore 18:20 At 18:20


Grazie della risposta Federico. Come
capisco se rientrano nel reddito imponibile
IRPEF collegato al reddito da lavoro
dipendente? Sarei interessata tratta
rispettivamente ai “bonus una tantum” e poi
al premio di produttivita’ versato a fine anno.
Grazie

Federico Migliorini
sabato 9 Gennaio 2021 ore 20:27 At 20:27

Il consiglio è contattare l’azienda che la


assumerà per chiarire con loro la natura dei
bonus per capire se possono rientrare
nell’agevolazione.

Andrea domenica 10 Gennaio 2021 ore 4:28 At 4:28


Salve,
sono all’estero da quasi 10 anni
regolarmente iscritto all’AIRE.
Non lavoro da inizio 2020 e mi sto per
trasferire in Italia con un nuovo datore di
lavoro.
Riesco ad usufruire dell’agevolazione,
nonostante non abbia lavorato per diversi
mesi?
Grazie mille.
Saluti

Ilenia domenica 10 Gennaio 2021 ore 8:42 At 8:42


Salve, le agevolazioni fiscali sono valide
anche per lavoratori che rientrano in Italia
nel corso del 2021?
Grazie

Federico Migliorini
domenica 10 Gennaio 2021 ore 10:46 At 10:46

L’agevolazione è vigore come indicato


nell’articolo, se vuole approfondire la sua
posizione ci contatti in privato per una
consulenza, la aiuteremo.

Federico Migliorini
domenica 10 Gennaio 2021 ore 10:49 At 10:49

Se vuole analizzare la sua posizione in


relazione all’agevolazione ci contatti in
privato, la aiuteremo in consulenza a
valutare la sua posizione in relazione alla
norma ed ai chiarimenti dell’Agenzia delle
Entrate pubblicati sino a questo momento.

Sebastiano martedì 12 Gennaio 2021 ore 4:59 At


4:59

Salve, non mi è chiaro l’esempio che ha


fatto per spiegare il requisito di attività
continuativa. Il contribuente sommando
studi in Francia e lavoro in Inghilterra ha 20
mesi di attività continuativa e un periodo di 4
mesi nel mezzo in cui non ha fatto nessuna
delle due cose. Il requisito non è integrato
per via del buco nel mezzo anche se ha
passato 24 mesi all’estero in totale?

Mi spiego meglio con un esempio. Se il


contribuente, al momento del rientro fiscale
in Italia, aveva passato 5 anni esatti
all’estero e in quel periodo aveva perso il
lavoro dopo 3 anni e trovato un altro 2 mesi
dopo, egli non integra il requisito in quanto
negli ultimi 24 mesi avrebbe lavorato solo 22
di questi?

O ancora, supponiamo che il contribuente


abbia passato 4 anni all’estero, e viene
licenziato per esempio il 10 Dicembre 2020.
Decide di guardarsi intorno anche per
eventuali opportunità in Italia, senza
spostarvi però anticipatamente la residenza,
per farlo solo a cose fatte in modo che ci sia
un collegamento tra i 2 eventi. Trova un
lavoro che inizia per esempio il 3 Marzo
2021 e sposta la residenza fiscale nei giorni
immediatamente successivi. Non ha
comunque accesso alle agevolazioni per via
del buco tra il 10 dicembre e il 3 marzo?
Buco che fa sì che negli ultimi 24 mesi ha
lavorato meno di 24 mesi nonostante la
residenza fiscale sia rimasta all’estero fino
alla fine.
Grazie mille in anticipo per l’eventuale
chiarimento
Federico Migliorini
martedì 12 Gennaio 2021 ore 8:40 At 8:40

La risposta è complessa da fornire perché il


requisito che richiama è quello del comma 2
dell’articolo 16 che se non viene verificato
non permette di verificare l’agevolazione per
quel comma, ma nulla vieta di verificare solo
i requisiti del comma 1. In ogni caso non è
permessa l’agevolazione al soggetto che
rientra in Italia e cerca lavoro. Per
approfondimenti ci scriva in privato per una
consulenza, la aiuteremo.

Andrea mercoledì 13 Gennaio 2021 ore 9:20 At 9:20


Buongiorno Dott. Migliorini,
credo il mio caso sia abbastanza comune
ma non riesco a trovare chiarimenti in
merito.
Sono residente all’estero da piu’ di 10 anni.
Ho cambiato azienda un paio di volte
sempre rimanendo fiscalmente residente
all’estero con contratti di distacco,
cambiando ruolo e inquadramento
retributivo.
Qualora rientrassi in Italia al termine
dell’ultimo periodo di distacco (3 anni
prorogati poi a 5), avrei diritto alle
agevolazioni o l’Agenzia delle Entrate
considera solo l’ultimo contratto di lavoro
per determinare se c’e’ o meno
discontinuita’?

Grazie in anticipo per la sua attenzione.

Federico Migliorini
mercoledì 13 Gennaio 2021 ore 19:01 At 19:01

L’Agenzia delle Entrate richiede requisiti


molto stringenti per il rientro in Italia dopo
periodo di distacco all’estero per poter
chiedere l’agevolazione. Se vuole ci contatti
in privato per una consulenza sulla sua
situazione.

Maria giovedì 21 Gennaio 2021 ore 18:16 At 18:16


Salve,
Io sono rientrata in Italia nel 2016 (anno di
riferimento per la residenza fiscale), ho
fissato residenza anagrafica in Italia nel
2017. Mi è stato approvata l’agevolazione
che sarebbe scaduta a dicembre 2020. Però
ad agosto 2020 ho acquistato casa in Italia.
La mia domanda è se rientrerei nei casi che
possono richiedere l’estensione
dell’agevolazione per un nuovo periodo di 5
anni, visto che sono diventata proprietaria di
una unità immobiliare residenziale, anche se
avevo fissato residenza in Italia prima del
2020.
Il mio dattore di lavoro mi dice che non mi
applica perché ho fissato residenza
anagrafica prima del 30/04/2019. E questo
giusto? secondo ho capito, con la Legge di
bilancio 2021 dovrei rientrare nella casistica,
previamente versando il 10% dei reditti
agevolati del anno precedente.
La ringrazierei se mi può chiarire questo
punto.
Cordiali saluti

Federico Migliorini
giovedì 21 Gennaio 2021 ore 20:29 At 20:29

Per l’analisi di situazioni personali per le


quali è richiesto maggiore dettaglio, come
nel suo caso, se vuole ci scriva in privato
per una consulenza. La aiuteremo a risolvere
i suoi dubbi.

Stefano sabato 23 Gennaio 2021 ore 0:57 At 0:57


Buonasera Federico,
È agevolabile anche l’apertura di un Srl?
In caso positivo sarebbe agevolabile solo un
srl uninominale oppure anche con più soci?
Vorrei effettuare compravendite immobiliari e
sarebbe molto più conveniente l’apertura di
un Srl rispetto che alla normale partita iva.
Grazie
Libuše Steflova sabato 23 Gennaio 2021 ore
11:30 At 11:30

Buongiorno, vorrei chiedere se un cittadino


italiano NON LAUREATO che impatria in
Italia dopo 2 anni e mezzo di lavoro
all’estero può beneficiare delle agevolazioni.
Grazie

Federico Migliorini
domenica 24 Gennaio 2021 ore 14:09 At 14:09

Per l’analisi di situazioni personali per le


quali è richiesto maggiore dettaglio, come
nel suo caso, se vuole ci scriva in privato
per una consulenza. La aiuteremo a risolvere
i suoi dubbi.

Federico Migliorini
domenica 24 Gennaio 2021 ore 14:10 At 14:10

L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che


l’agevolazione non riguarda l’avvio di attività
societarie come la SRL.

Fabio martedì 2 Febbraio 2021 ore 11:57 At 11:57


Buongiorno Dott. Migliorini,
innanzitutto complimenti e grazie per tutto il
materiale che condivide sul portale.
Avrei tuttavia un dubbio in merito al
concetto di 2 anni di residenza fiscale
estera. Nel decreto si fa riferimento alla
permanenza fuori dal territorio italiano per 2
periodi di imposta. come va inteso nel caso
di paesi con periodi di imposta diversi e
sfalsati tipo Italia e UK? Andrebbero
considerati 2 anni fiscali italiani o inglesi per
poter godere della agevolazione?
Saluti e grazie mille in anticipo!

Stella martedì 2 Febbraio 2021 ore 14:31 At 14:31


Buongiorno ,
mi chiamo Stella
iscritta all AIRE
Con laurea Magistrale
ho lavorato all’estero dal 2016 al
luglio2020(fino dicembre 2019in Irlanda, da
gennaio a luglio2020 in Spagna )
Rientrata ho ripreso la residenza in Italia a
settembre 2020
ho quindi lavorato in Italia con contratto di
collaborazione occasionale dal 6/11/2020 al
31/12/2020
Dal 13/1/2021 lavoro con contratto a
termine in sostituzione maternita’
volevo sapere se come rimpatriata posso
accedere alle agevolazioni fornite dal D LGS
n.147 del 2015 e successive modifiche
Grazie

Federico Migliorini
martedì 2 Febbraio 2021 ore 19:15 At 19:15

Per l’analisi di situazioni personali per le


quali è richiesto maggiore dettaglio, come
nel suo caso, se vuole ci scriva in privato
per una consulenza. La aiuteremo a risolvere
i suoi dubbi.

Federico Migliorini
martedì 2 Febbraio 2021 ore 19:17 At 19:17

Si intende residenza fiscale ex art. 2 del


TUIR, si deve guardare alla normativa fiscale
italiana.

Giulio lunedì 8 Febbraio 2021 ore 23:57 At 23:57


Salve Dott. Migliorini,

Ho trovato l’articolo molto interessante e


vorrei gentilmente chiedere – in caso di
rientro dal mese di Febbraio 2021, come ci
si deve comportare per i redditi prodotti
all’estero nel primo mese dell’anno? Basta
aver pagato le tasse all’estero per quel mese
e solo per i restanti pagarle in Italia?
Grazie

Federico Migliorini
martedì 9 Febbraio 2021 ore 8:14 At 8:14

Per i redditi esteri si devono rispettare i


criteri di collegamento previsti dalle
convenzioni internazionali. Se vuole
approfondire la sua situazione personale ci
contatti per una consulenza, la aiuteremo.

Angelo Vallozzi martedì 16 Febbraio 2021 ore


17:52 At 17:52

Buongiorno Dott.Migliorini,
al momento lavoro da dipendente presso un
societa` in Olanda, in cui sono residente dal
2012 e iscritto all’Aire da Settembre 2019.
Ho contatti con una societa` francese che mi
ha offerto la possibilita` di lavorare come
Freelance da remoto da qualsiasi stato
dell’UE, ma per questo ho prima bisogno di
aprire una partita IVA in Italia o
un’equivalente in un altro paese dell’UE.

La mia intenzione quindi sarebbe quella di


aprire una partita IVA in Italia, essere
assunto come Freelance dalla societa`
francese di cui sopra e svolgere il lavoro da
remoto essendo fisicamente in Italia per piu`
di 6 mesi all’anno.
Il problema che mi si pone di fronte e`:
– dovrei aprire la partita IVA in Italia prima
del mio trasferimento di residenza
dall’Olanda verso l’Italia, in modo tale da
poter fornire tutti i dati finali alla societa`
francese per poter avere un accordo a livello
contrattuale
– senza prima un accordo a livello
contrattuale con la societa` francese non
lascero` il mio attuale lavoro in Olanda e
quindi la mia residenza in Olanda
– l’apertura della partita IVA italiana avrebbe
senso per me solo se potessi essere
ragionevolmente certo di ottenere il
beneficio fiscale per il rimpatrio

La domanda per lei sono le seguenti:


– e` possibile aprire una partita IVA in Italia
anche essendo residente e domiciliato in
Olanda?
– se l’ordine di eventi 1.apertura partita IVA
Italia – 2.firma contratto con societa`
francese – 3.transferimento residenza e
domicilio da Olanda verso Italia, precluda o
no la possibilita` di ottenere il beneficio
fiscale per il rimpatrio?
E in aggiunta, esiste un requisito temporale
massimo riguardo al tempo trascorso tra i
punti 1. e 2. ed i punti 2. e 3.?
La ringrazio molto in anticipo per la sua
disponibilita`.
Cordiali saluti
Angelo Vallozzi

Federico Migliorini
martedì 16 Febbraio 2021 ore 18:27 At 18:27

Per l’analisi di situazioni personali per le


quali è richiesto maggiore dettaglio, come
nel suo caso, se vuole ci scriva in privato
per una consulenza. La aiuteremo a risolvere
i suoi dubbi.

Antonio mercoledì 10 Marzo 2021 ore 23:38 At


23:38

Salve Dot. Migliorini,


ho letto il suo articolo molto interessante
sulla legge “rientro dei cervelli”. Volevo
esporre il mio caso per avere una conferma
qualora sia possibile per me usufruire di tale
agevolazione.

Sono cittadino italiano che ha conseguito in


Danimarca la specialistica e il dottorato di
ricerca. Ho lavorato sia per l’ universita di
Copenhagen che per un’ azienda
farmaceutica danese. Sono all’estero e
iscritto all’aire dal 2015. In questi mesi, sto
pensando di rientrare in Sicilia e iniziare un
lavoro autonomo. Vorrei iniziare un lavoro di
consulenza per aziende estere. Il mio lavoro
sara svolto per circa 330 giorni l’ anno in
Sicilia, ma i miei committenti saranno
aziende farmaceutiche danesi e tedesche.

Vorrei chiederle se in base a questi requisiti


avrei la possibilita di usufruire della
agevolazione “rientro dei cervelli”?

La ringrazio in anticipo per la sua risposta,


Cordiali saluti,
Antonio Sapuppo

Federico Migliorini
giovedì 11 Marzo 2021 ore 8:15 At 8:15

Per l’analisi di situazioni personali per le


quali è richiesto maggiore dettaglio, come
nel suo caso, se vuole ci scriva in privato
per una consulenza. La aiuteremo a risolvere
i suoi dubbi.

Dimitri martedì 13 Aprile 2021 ore 11:21 At 11:21


Buongiorno Dott. Migliorini,
grazie mille per la chiara esposizione del
decreto e delle successive modifiche.
Avrei un dubbio in merito al trasferimento di
residenza tra due regioni diverse, soprattutto
tra sud e nord.
In base alla circolare n. 33/E dell’agenzia
dell’entrate si fa riferimento (paragrafo 7.10)
al momento del trasferimento di residenza in
Italia. In particolare si specifica che nel caso
di trasferimento dall’estero ad una regione
del nord e successivo trasferimento in una
regione del sud, resta preclusa la possibilità
di ridurre del 90% l’imponibile.
Il mio dubbio sorge qualora dovesse
verificarsi il caso opposto. Ovvero se al
momento del rimpatrio la residenza è
trasferita in una regione del sud e
successivamente in una regione del nord
come viene modificata l’agevolazione?
Inoltre esistono dei periodi minimi di
permanenza in una determinata regione
prima del trasferimento di residenza in
un’altra regione? Questo dubbio nasce
anche dal seguente testo pubblicato sul sito
dell’agenzia, cito testualmente: “l’impegno a
comunicare tempestivamente ogni
variazione della residenza prima del decorso
del periodo minimo previsto dalla norma”. A
cosa dovrebbe riferirsi il periodo minimo
previsto dalla norma?
Saluti,
Dimitri

Federico Migliorini
martedì 13 Aprile 2021 ore 11:50 At 11:50
Quello che le posso dire è che la situazione
che ha descritto al momento non ha alcun
chiarimento ufficiale, rimane una delle
situazioni rischiose connesse
all’agevolazione (sperando possa uscire
presto un chiarimento).

max mercoledì 21 Aprile 2021 ore 14:52 At 14:52


Buongiorno,

mi sono trasferito nel Nord Italia nel 2019, mi


sto beneficiando dell’agevolazione al 70%.
da due mesi l’azienda mi ha trasferito in
Puglia ma mi dice che non ho diritto a
passare all’agevolazione al 90% perchè
conta la prima residenza presa al rimpatrio.
sa mica dirmi se è effettivamente cosi?
Grazie
Cordiali Saluti

Federico Migliorini
mercoledì 21 Aprile 2021 ore 15:39 At 15:39

Le possiamo dire di leggere l’articolo e di


fare riferimento alla Circolare n. 33/E/2020.

Marcelo domenica 25 Aprile 2021 ore 18:18 At


18:18
Salve Dott. Migliorini,
L’agevolazione è fruibile anche se non c’è
reddito nei periodi di imposti successivi al
rientro? In esempio un cittadino su cui
sussisti i requisiti ma che nel rientro non
cerci lavoro per 2 anni e poi lo trovi potrebbe
chiedere al datore di lavoro l’agevolazione?

Federico Migliorini
lunedì 26 Aprile 2021 ore 14:01 At 14:01

L’Agenzia delle Entrate ha già chiarito che


deve esserci un collegamento tra momento
del rientro in Italia e l’inizio dell’attività
lavorativa (Circolare 17/E/2017).

Dario martedì 27 Aprile 2021 ore 10:26 At 10:26


Buongiorno Dott. Migliorni,
per l’estensioni di ulteriori 5 anni del regime
fiscale agevolato per chi ha concluso il
primo periodo di fruizione nel 2020, il
versamento del 10 o 5% va calcolato
sull’interezza del reddito dell’anno
precedente o solo sul 50% che è stato
dichiarato ai fini Irpef?

Federico Migliorini
martedì 27 Aprile 2021 ore 22:53 At 22:53
La norma parla di reddito prodotto in Italia,
non di reddito ridotto per l’agevolazione.

anita grandesso lunedì 3 Maggio 2021 ore


11:10 At 11:10

salve, il modulo per la richiesta dove lo


trovo?
grazie

Federico Migliorini
lunedì 3 Maggio 2021 ore 20:20 At 20:20

Sulla barra in alto sulla destra del sito trova il


link alla pagina contatti.

Domenico martedì 4 Maggio 2021 ore 0:44 At


0:44

Salve Dott. Migliorini,

Volevo esporle il mio caso e capire se posso


usufruire di questa opportunità fiscale,
essendo appena rientrato in Italia e assunto
dopo un periodo di due anni all’estero.
Potrebbe gentilmente darmi un contatto
(numero di telefono,.email o altro) da poterle
inviare maggiori dettagli?
Resto in attesa di una sua risposta intanto la
ringrazio anticipatamente per l’attenzione
che vorrà dedicarmi.

Cordialmente.

Domenico

Federico Migliorini
martedì 4 Maggio 2021 ore 10:16 At 10:16

Al termine dell’articolo trova il link al form di


contatto, altrimenti può andare nella pagina
“contatti”, trova il link nella barra in alto del
sito, sulla destra. Preciso che comunque
quello che potremo fare è indicarle gli
eventuali chiarimenti dell’Agenzia delle
Entrate, ove esistenti, ma non possiamo
andare oltre a questo.

Pietro Faccio giovedì 6 Maggio 2021 ore 1:27 At


1:27

Buongiorno, in merito all’estensione di


ulteriori 5 anni successivi: le condizioni di
immobili residenziale non sembrano
prevedere una specifica classificazione del
catasto. Quindi l’acquisto di una mansarda,
C2 adibita a uso residenziale permetterebbe
di formulare la richiesta di estesione.
Corretto?
Federico Migliorini
giovedì 6 Maggio 2021 ore 9:16 At 9:16

Per fabbricato o edificio residenziale si


intende quel fabbricato urbano o rurale,
destinato per la maggior parte ad uso di
abitazione.

Saverio Borrelli mercoledì 26 Maggio 2021 ore


14:00 At 14:00

Salve Dott. Migliorini,

Prima di tutto le porgo i miei complimenti


per le risposte esaustive che riesce a dare.

Sarò breve nell’esporle il mio caso:


ho lavorato in Romania in modo continuativo
dal Marzo 2018 a Marzo 2020. Il mio
contratto di lavoro è stato presso un’azienda
in Romania con sede a Bucarest. Non mi
sono cancellato dall’anagrafe della città in
cui ho la residenza in Italia per motivi che
non sono qui ad elencare.
Aggiungo che in Romania ho avuto un
domicilio con registrazione presso le autorità
locali e un contratto di affitto registrato a
mio nome. Ad aprile 2020 sono rientrato in
Italia per motivi covid legati al termine del
contratto di lavoro.
Potrei dall’anno 2021 essere incluso nelle
agevolazioni IRPEF con un contratto
registrato in Italia presso un’azienda privata?

grazie mille
ing. saverio borrelli

Federico Migliorini
mercoledì 26 Maggio 2021 ore 14:12 At 14:12

La verifica dei requisiti richiesti per questa


agevolazione è cosa molto complessa,
anche perché l’Agenzia delle Entrate non
prevede interpello probatoria, rendendo per
il contribuente istante rischioso chiedere una
agevolazione che sarà oggetto di
accertamenti successivi. Se vuole
approfondire la sua situazione ci contatti in
privato per una consulenza.

Enzo martedì 8 Giugno 2021 ore 21:51 At 21:51


Salve dottor Migliorini,
Grazie della panoramica delle condizioni
delle agevolazioni.
Avrei un paio di dubbi:
Firmando un contratto di lavoro in Italia a
partire da Agosto 2021, c’è un termine
massimo in cui debba trasferire anche la
residenza in Italia? È un problema se la
trasferisco ad esempio a Settembre 2021?
Da quando potrò accedere all’agevolazione?
Direttamente dal primo mese di stipendio o
da Gennaio 2022?
La richiesta all’azienda si comunica già dal
primo mese di lavoro?

Grazie in anticipo per togliermi dei dubbi.


Cordiali saluti,

Federico Migliorini
mercoledì 9 Giugno 2021 ore 13:47 At 13:47

Per l’analisi di situazioni personali se vuole


ci contatti in privato per una consulenza.

Antonella domenica 20 Giugno 2021 ore 18:29 At


18:29

Salve,
Come posso avere una consulenza e quanto
mi costerebbe? Sto per trasferirmi in Italia
con un contratto a tempo indeterminato e
vorrei accertarmi di avere i requisiti giusti per
accedere all’agevolazione lavoratori
inpatriati.
Grazie
Antonella

Federico Migliorini
lunedì 21 Giugno 2021 ore 12:11 At 12:11
Ci contatti in privato e le forniremo tutte le
informazioni utili per una consulenza con
noi. Grazie

Giorgio domenica 27 Giugno 2021 ore 19:36 At


19:36

Complimenti per l’articolo dott. Migliorini. Se


capisco bene la norma per chi si trasferisce
in Italia mantenendo il datore di lavoro
estero (non residente) e’ applicabile anche in
assenza di un “collegamento” con l’inizio di
una nuova attivita’ lavorativa in Italia (visto
che sarebbe la continuazione di quella
precedente fatta all’estero)? Ossia in parole
povere stanno aprendo allo smart working
con datore estero se tutti gli altri requisiti
della norma sono stati rispettati?

Grazie

Federico Migliorini
domenica 27 Giugno 2021 ore 21:37 At 21:37

L’Agenzia delle Entrate ha chiarito soltanto


(circolare 33 del 2020) che è ammesso
datore di lavoro estero, ma al momento non
ci sono ulteriori chiarimenti, ma occorre fare
attenzione ai controlli che la stessa Agenzia
ha dichiarato di effettuare in questi casi per
l’eventuale verifica di stabile organizzazione
personale del datore di lavoro estero.
Occorre, quindi, prestare attenzione.

FIAMMETTA GIUSEPPINA
FACCHINI giovedì 1 Luglio 2021 ore 16:51 At
16:51

Gent.mo Dott. Migliorini,


mi chiamo Giuseppina Facchini e ho iniziato
a lavorare in Portogallo nel 2002.
Ho conseguito nel 2014 un PhD, sempre in
Portogallo, e sono stata iscritta all’AIRE dal
2004 fino al 2021.
Dopo alcuni anni di lavoro a tempo
determinato presso Conservatori statali
italiani, nel 2020 sono passata di ruolo.
Poco tempo fa ho deciso di riportare la
residenza in Italia e vorrei sapere da Lei se e
di quale agevolazione fiscale potrei
beneficiare nel mio Paese.
Nel ringraziarla anticipatamente, voglia
gradire i miei più cordiali saluti,
Giuseppina Facchini

Federico Migliorini
giovedì 1 Luglio 2021 ore 18:28 At 18:28

Giuseppina le consiglio di leggere


l’approfondimento legato ai criteri di
collegamento per il rientro in Italia. Se poi
volesse approfondire la sua situazione ci
contatti in privato per una consulenza. La
aiuteremo.

Fabio lunedì 5 Luglio 2021 ore 13:30 At 13:30


Buongiorno Federico,

grazie per l’articolo chiarificatore, anche se,


forse per una mia mancanza, non sono
riuscito a trovare un chiarimento legato
all’imponibile INPS. Risiedendo al SUD il
mio imponibile per il calcolo dell’IRPEF sarà
il 10% del totale guadagnato, dovrò quindi
considerare lo stesso imponibile anche per il
calcolo dell’INPS oppure va preso in
considerazione tutto il reddito?
Per fare un esempio:
Reddito annuo 100k, agevolazione al 10%
Calcolo sia inps che irpef su quel 10%
Oppure
Calcolo l’INPS sui 100k e del restante
prendo solo il 10% e ci calcolo l’IRPEF?
Grazie

Federico Migliorini
lunedì 5 Luglio 2021 ore 14:43 At 14:43

C’è un articolo dedicato a questo aspetto:


“Lavoratori impatriati vs regime forfettario“

Fabio lunedì 5 Luglio 2021 ore 14:53 At 14:53


Grazie per la pronta risposta, ma se devo
essere sincero, l’articolo linkato, che avevo
già visionato, non chiarisce. La tabelle
esclude l’INPS dall’agevolazione, mentre poi
è presente questa frase:

“Tuttavia, sull’argomento deve tenersi


presente anche il diverso orientamento che,
sulla base del contenuto delle istruzioni per
la compilazione del modello Redditti P.F.,
ritiene che il regime fiscale dei lavoratori
autonomi impatriati ex art. 16 del D.Lgs. n.
147/2015 sembrerebbe potersi applicare,
per talune fattispecie, anche ai fini
contributivi”.

Infine, nei commenti si parla di un errore di


calcolo e di una correzione, ma la tabella
risulta sempre uguale. La mia non è una
polemica, trovo però complicato trovare
un’informazione esaustiva in merito e mi
chiedevo se, interpellando te o altri utenti
del forum che magari già usufruiscono della
legge sui rimpatriati, sia possibile avere una
risposta certa in merito al mio quesito.
L’impressione che ho è che alcuni
commercialisti applichino due “politiche”
distinte, e non è facile capire chi abbia
ragione.
Esiste qualche elemento in più?
Grazie

Federico Migliorini
lunedì 5 Luglio 2021 ore 15:14 At 15:14

Il problema è che non ci sono ulteriori


chiarimenti ufficiali sul tema.

Gabriella giovedì 15 Luglio 2021 ore 16:46 At


16:46

Congratulazioni per la chiarezza dei


contenuti Dott. Migliorini. Io avrei due
domande:
– E’ previsto un termine per l’applicazione di
queste agevolazioni che incentivano il
rimpatrio? Nel caso in cui il rimpatrio
avvenga nel 2022/23 queste agevolazioni
saranno ancora possibili, oppure scadono
nel 2021?
– nel caso di un datore di lavoro
multinazionale, nel caso io chieda di essere
trasferita in Italia e la richiesta venga
accettata, il contratto di lavoro verrebbe
accettato come nuovo contratto di lavoro?
Passerei in ogni caso da un contratto
inglese, ad un contratto italiano anche se
nella stessa societa’.
La ringrazio anticipatamente per la sua
cortese risposta.

Federico Migliorini
giovedì 15 Luglio 2021 ore 18:29 At 18:29

Non sappiamo se e come queste


agevolazioni resteranno o saranno
modificate nei prossimi mesi. Per l’analisi di
situazioni personali per le quali è richiesto
maggiore dettaglio, come nel suo caso, se
vuole ci scriva in privato per una
consulenza. La aiuteremo a risolvere i suoi
dubbi.

tommaso giovedì 26 Agosto 2021 ore 11:27 At


11:27

Grazie, tutto molto chiaro.

Andrea venerdì 10 Settembre 2021 ore 8:26 At 8:26


Salve Dott. Migliorini,

la suddetta agevolazione e’ rivolta solo ai


dipendenti assunti con contratto a tempo
indeterminato oppure anche i dipendenti a
contratto a tempo determinato possono
usufruirne?
Grazie per la risposta
Federico Migliorini
venerdì 10 Settembre 2021 ore 8:57 At 8:57

Non ci sono differenziazioni legate alla


tipologia di contratto di lavoro, è necessario
verificare il possesso dei requisiti previsti.

Maic venerdì 10 Settembre 2021 ore 16:12 At 16:12


Ottimo articolo, grazie!

Domanda: se rientro in Italia e dopo x mesi


cambio lavoro (per esempio 6 mesi) ma
rimango in Italia, posso trasferire gli incentivi
al nuovo datore o li perdo?

Un commercialista mi ha detto che al


cambio di lavoro perdo gli incentivi ma a me
pare assurdo che la misura non agevoli la
mobilitá del lavoratore. Grazie

Federico Migliorini
venerdì 10 Settembre 2021 ore 17:29 At 17:29

Non si perde l’agevolazione, ma occorre


ripresentare una nuova autocertificazione.

Simone Gigli domenica 12 Settembre 2021 ore


18:55 At 18:55

Salve, sono cittadino italiano residente negli


USA ed isctitto AIRE dal 2013.
Sto valutando di rientrare a vivere in Italia.
Vi chiedo un’opinione su questa potenziale
situazione:
Con datore di lavoro svizzero, se mi
trasferisco a Milano e lavoro da casa a
Milano per 3/4 giorni a settimana per clienti
internazionali e mi reco in Svizzera uno o
due giorni a settimana, non piu’ di 100 giorni
in un anno, soddiso i requisiti del rientro
cervelli?
Non mi sembra esista un requisito del
datore di lavoro italiano.
Saluti, grazie.

Barbara domenica 12 Settembre 2021 ore 22:40 At


22:40

Ho avuto una proposta di lavoro in Italia ed


ho deciso di accettarla quindi sto per
rientrare. Non ho un contratto ma solo uno
scbio di messaggi con il mio futuro datore di
lavoro. Va bene come prova di rimpatrio per
lavoro certo?
Vorrei inoltre mantenere il lavoro che svolgo
per la mia attuale compagnia all’estero
come autonomo. In questo caso continuo a
poter usufruire delle agevolazioni? Grazie
Federico Migliorini
lunedì 13 Settembre 2021 ore 13:22 At 13:22

Per l’analisi di situazioni personali se vuole


ci contatti in privato per una consulenza.

Federico Migliorini
lunedì 13 Settembre 2021 ore 13:23 At 13:23

Consiglio la lettura della Circolare n.


33/2020 che apre a questa possibilità, ma
fornisce anche un monito importante. Se
vuole approfondire siamo a disposizione per
una consulenza personalizzata.

Giuseppe lunedì 13 Settembre 2021 ore 18:26 At


18:26

Ma un datore di lavoro può prendersi una


parte del recupero fiscale riducendo il lordo
(se da contratto era stato pattuito il netto)?

In quel caso è possibile avere questo


incentivo non da busta paga ma ricevendolo
tutto da dichiarazione dei redditi?

Federico Migliorini
lunedì 13 Settembre 2021 ore 19:10 At 19:10
L’agevolazione è sul dipendente non sul
datore di lavoro, bisogna sempre
concordare il lordo e non il netto per evitare
queste problematiche. Attenzione perché
l’Agenzia delle Entrate è stata chiara sulla
modalità di richiesta dell’agevolazione.

Antonio Ciambrella martedì 28 Settembre


2021 ore 17:42 At 17:42

Non è facile trovare articoli scritti così bene,


complimenti. Le volevo chiedere…. Ho
capito che spetta il beneficio, anche con
riferimento ai redditi prodotti da un
successivo datore di lavoro. Ma se tra i due
lavori, io percepisco l’indennità di
disoccupazione erogata dall’INPS, il
beneficio spetta anche per queste somme ?
Grazie anticipatamente.

Federico Migliorini
martedì 28 Settembre 2021 ore 19:24 At 19:24

La ringrazio. L’agevolazione riguarda il


lavoro dipendente non le indennità.

Marco mercoledì 29 Settembre 2021 ore 1:44 At


1:44

Ciao Federico! Bell’articolo, complimenti.


Volevo chiederti delle delucidazioni su
quanto riguarda la circolare 17/E del 2017.
Li, nella parte prima, si specifica:

“Gli incentivi in esame si applicano a


decorrere dal periodo di imposta in cui il
soggetto diviene fiscalmente residente in
Italia. […] Considerato che per le persone
fisiche il periodo d’imposta coincide con
l’anno solare, un soggetto che si sia
trasferito in Italia dopo il 2 luglio (dopo il 1°
luglio nel caso di anno bisestile) non può
essere considerato fiscalmente residente
per quell’anno, in quanto l’integrazione dei
requisiti di radicamento della residenza sarà
sempre per un tempo inferiore alla maggior
parte del periodo d’imposta.”

Quindi per usufruire delle agevolazioni nel


periodo d’imposta corrente, bisogna
spostare la residenza in Italia prima del 30
giugno, altrimenti se ne parla per il periodo
d’imposta (dunque anno solare) successivo?

Eppure questo criterio non è citato nè


nominato da nessuna fonte, nemmeno sulla
pagina descrittiva della legge sul sito
dell’agenzia delle entrate.
Me lo ha fatto notare il mio futuro datore di
lavoro, anche se ho almeno 5-6 conoscenti
che hanno spostato la residenza in Itali in
agosto e che hanno già usufruito dello
sgravo nella busta paga di settembre…

Qualsiasi tipo di delucidazione è più che


apprezzata !

Grazie in anticipo!

Federico Migliorini
mercoledì 29 Settembre 2021 ore 8:51 At 8:51

Trova indicato nella norma che la stessa


trova applicazione, in presenza dei requisiti,
dal primo anno di residenza fiscale italiano.
Se vuole approfondire siamo a disposizione
per una consulenza.

Livia mercoledì 6 Ottobre 2021 ore 9:46 At 9:46


Salve
sono attualmente prof di ruolo in
un’universitá straniera. Ho recentemente
ricevuto una proposta di rientro in Italia
come prof associato. É possibile avere un
ruolo a tempo pieno (o parziale) di
professore sia in un’universitá italiana che in
un’universitá straniera?
grazie e cordiali saluti

Federico Migliorini
mercoledì 6 Ottobre 2021 ore 10:54 At 10:54

Sul punto c’è una risposta ad interpello su


un caso simile che consigliamo di
consultare.

Francesco venerdì 29 Ottobre 2021 ore 10:16 At


10:16

Salve Federico,
Complimenti per l’articolo!. Avrei una
domanda per quanto riguarda il requisito:

“Il lavoratore non deve essere stato


residente fiscalmente in Italia nei due periodi
d’imposta precedenti il rimpatrio;”.

Nel mio caso mi sono trasferito in Irlanda a


luglio del 2017 e sono rimasto a lavorare in
Irlanda sino a giungo 2021. Dopo di che mi
sono trasferito in Spagna e sto lavorando
dopo aver aperto una partita iva qui in
Spagna, come cliente ho lo stesso datore di
lavoro che avevo in Irlanda. Sono iscritto
all’Aire ma non ho ancora cambiato la
residenza dall’Irlanda alla Spagna.

Il fatto di aver cambiato nazione estera ha


qualche implicazione o in caso di rientro in
Italia posso usufruire di questa
agevolazione?. Naturalmente in caso
tornassi lo farei cercando lavoro
direttamente con un’impresa italiana.

Grazie mille,
Francesco

Federico Migliorini
venerdì 29 Ottobre 2021 ore 13:01 At 13:01

Il consiglio che posso dare in questa


situazione è sicuramente di aggiornare
l’iscrizione AIRE.

Giuseppe domenica 7 Novembre 2021 ore 13:03


At 13:03

Buongiorno Federico,
articolo molto completo e chiaro.
Ad oggi non ci sono aggiornamenti per un
eventuale rientro nel 2022, vero?
Se ad es ci fosse una proposta a partire da
gennaio 2022, si dovrebbe comunque
rientrare entro dicembre 2021, vero?
Nel caso accada, mi interesserebbe una
consulenza per non sbagliare. Come la
contatto?
Grazie

Federico Migliorini
domenica 7 Novembre 2021 ore 15:03 At 15:03
La norma è in vigore e se non ci saranno
modifiche lo sarà anche nel 2022. Per
contattarci può trovare nella barra in alto del
sito la sezione contatti, oppure il link al
termine dell’articolo.

Stefano martedì 9 Novembre 2021 ore 10:04 At


10:04

Che succede se un contratto a tempo


determinato non viene rinnovato? Si perde
l’agevolazione oppure la si può richiedere
non appena sarà possibile? Grazie in
anticipo

Federico Migliorini
martedì 9 Novembre 2021 ore 11:40 At 11:40

Se al momento del rientro in Italia si è in


possesso dei requisiti l’agevolazione rimane
valida per la durata prevista.

Lorenza venerdì 19 Novembre 2021 ore 20:22 At


20:22

Salve Federico, complimenti per l’articolo


molto chiaro ed esaustivo. Permane forse
solo un piccolo dubbio riguardante la
residenza anagrafica e quella fiscale.
Se un soggetto in possesso dei requisiti
rientrasse in Italia a Dicembre 2021
prendendo la residenza ed iniziando a
lavorare a Dicembre, da quando
decorrerebbero i cinque anni del beneficio?
Come verrebbe tassato il reddito di
Dicembre?
Grazie e saluti.
Lorenza

Federico Migliorini
venerdì 19 Novembre 2021 ore 20:35 At 20:35

L’agevolazione inizia sempre nel primo anno


di residenza fiscale italiano. Per
approfondire il concetto di residenza fiscale
consiglio la lettura degli articoli dedicati sul
sito.

Federico Migliorini
lunedì 29 Novembre 2021 ore 13:24 At 13:24

Le risposte sulla residenza fiscale sono


complicate e sono il grande rischio insito in
questa agevolazione. Per il periodo non
coperto da AIRE valgono le regole della
certificazione di residenza fiscale. Consiglio
di leggere questo articolo dedicato ai
requisiti per gli impatriati non iscritti AIRE.
Marco mercoledì 1 Dicembre 2021 ore 16:32 At
16:32

Grazie mille per il post Federico, forse la


guida piu completa che si trova sul web.

Avrei una domanda: Vivo all’estero da 7


anni, la mia partner (non siamo sposati) ha
passaporto tedesco e non ha mai vissuto in
Italia. Beneficerebbe anche lei del vantaggio
fiscale?

Inoltre, potrebbero esserci problemi nella


fruizione del beneficio nell’avere residenza in
una regione del sud e domicilio in una
regione del nord?

Grazie di nuovo, Marco

Federico Migliorini
mercoledì 1 Dicembre 2021 ore 16:59 At 16:59

Per la tua compagna consiglio la lettura


della Circolare n. 33/E/2020, e consiglio
molta prudenza nella residenza al suo e
domicilio al nord. Se vuole approfondire
sono a disposizione per una consulenza.

Norberto martedì 21 Dicembre 2021 ore 13:29 At


13:29
Salve, Federico e grazie mille per il post.
Sono un docente\ricercatore residente
all’estero (ed iscritto AIRE) da diversi anni.
Vorrei rientrare in Italia, continuando a
lavorare con il mio corrente datore di lavoro.
Avrei sia l’opzione di lavorare come
dipendente che come consulente. Queste
opzioni sono compatibili con la richiesta dei
benefici fiscali per i lavoratori impatriati? In
caso, in seguito, venissi assunto come
docente in Italia, potrei continuare ad
usufruire dei benefici fiscali?
Cordiali saluti,
Norberto

Federico Migliorini
martedì 21 Dicembre 2021 ore 14:27 At 14:27

Le due agevolazioni sono diverse, con


requisiti diversi da verificare al momento del
rientro in Italia, e non cumulabili. Consiglio
molta attenzione.

Fabio sabato 15 Gennaio 2022 ore 21:58 At 21:58


Ciao Federico!
Complimenti e grazie per la spiegazione!
Vorrei farti una domanda se potessi aiutarmi,
molti commercialisti non ci sono riusciti o
non ne hanno voluto sapere (anche
pagando). Mi sono laureato nel 07.17 e ho
lavorato dall’08.17 al 31.12.19 in modo
continuativo in Polonia. Non ho fatto
l’iscrizione Aire ma dovrei rientrare
nell’accordo convenzionale per
l’eliminazione della doppia imposizione non
avendo percepito reddito in Italia e essendo
stato più di 183 giorni continuativi in
Polonia.
Al rientro in Italia (avvenuto dopo 24 mesi
continuativi) ho intrapreso un altro percorso
universitario usufruendo di una borsa di
studio (non ho fatto alcuna dichiarazione in
Italia nei due periodi di imposta precedenti
non avendo alcun contratto di lavoro e non
percependo alcun tipo di reddito in Italia).
Secondo te posso usufruire ora di questa
agevolazione o avrei dovuto muovermi in
maniera diversa?
Grazie mille!
Fabio

Federico Migliorini
domenica 16 Gennaio 2022 ore 9:10 At 9:10

La norma parla di rientro in Italia per


l’esercizio di attività lavorativa, con il rispetto
di tutte le condizioni previste, non si parla di
rientrare per svolgere attività di studio.

Camilla domenica 23 Gennaio 2022 ore 21:53 At


21:53

Grazie per l’articolo, io vorrei chiedere se,


rientrata in Italia nel gennaio 2019, dopo sei
anni all’estero (con regolare iscrizione
all’AIRE) ho diritto a richiedere questo
bonus. Nel caso sono ancora in tempo?
Grazie

Federico Migliorini
lunedì 24 Gennaio 2022 ore 10:19 At 10:19

Consiglio di leggere approfonditamente


l’articolo e tutti quelli pubblicati sul tema, in
quanto l’argomento è delicato e complesso.
Se poi vorrà potremo aiutarla con una
consulenza sulla sua situazione.

Silvia venerdì 28 Gennaio 2022 ore 11:49 At 11:49


Buongiorno Federico, grazie per questo
articolo. Avrei due domande:

– Se aprissi la partita iva e poi la richiudessi


nel giro dello stesso anno per diventare
dipendente avrei ancora accesso a questa
agevolazione?
– E se avessi sia partita iva che contratto da
dipendente?

Grazie mille!
Federico Migliorini
venerdì 28 Gennaio 2022 ore 14:38 At 14:38

Può trovare risposta a questi aspetti


nell’articolo o in altri documenti di prassi
dell’Agenzia, ma consiglio soprattutto di
prestare attenzione ai requisiti richiesti da
verificare al momento del rientro.

Adele mercoledì 2 Febbraio 2022 ore 13:57 At 13:57


Buongiorno,
La società per la quale lavoro sta valutando
l’opportunità di assumere un cittadino
indiano attualmente in possesso di
permesso di soggiorno a Cipro , e pertanto
stiamo esplorando tutte le possibilità di
inquadramento . Ci chiedevamo se
possiamo usufruire di questo vantaggio
fiscale .

Federico Migliorini
mercoledì 2 Febbraio 2022 ore 14:21 At 14:21

E’ impossibile fornire una risposta, ma come


può vedere dall’articolo è un agevolazione
importante, ma anche complessa e
rischiosa.
Filippo venerdì 4 Febbraio 2022 ore 22:50 At 22:50
Salve Dott. Migliorini, nel complimentarmi
con lei per l’articolo molto chiaro ed
esaustivo, volevo porle un caso limite che mi
ritrovo ad affrontare: un lavoratore impatriato
che possiede tutti i requisiti viene assunto
da un’azienda che gli riconosce in busta
paga l’agevolazione, successivamente
decide di svolgere contemporaneamente
un’attività da autonomo aprendo una P.Iva
da forfettario, svolgendo un’attività diversa
da quella per cui era stato assunto e con
committenti diversi dal suo datore di lavoro.
Io le domando se secondo lei è possibile
usufruire di entrambe le agevolazioni, nel
senso per i redditi(irpef) da dipendente
l’agevolazione per i lav. impatriati, per i
redditi da P.Iva forfettario (imposta
sostitutiva). Io credo di sì visto che i due
redditi sono di natura diversa e non
sovrapponibili. Lei cosa ne pensa?

Federico Migliorini
venerdì 4 Febbraio 2022 ore 23:16 At 23:16

Mancano chiarimenti ufficiali da parte


dell’Agenzia delle Entrate, ma non mi
sembra che vi siano preclusioni palesi.
Michele sabato 5 Febbraio 2022 ore 16:22 At 16:22
Buongiorno Federico, sono socio al 30% di
una società con sede all’estero; i miei soci
sono una persona fisica al 5% e una
persona giuridica (altra società) al 70%. Io
sono anche il legale rappresentante
(corrispondente della figura
dell’amministratore nell’ordinamento
italiano). Stiamo valutando di spostare la
sede della società in Italia (io ne diventerei
pertanto l’amministratore) e vorrei
determinare gli eventuali sgravi fiscali di cui
potrei beneficiare. Ho letto l’articolo e la
circolare 33/2020 ma non sono riuscito a
determinare se i redditi da amministratore
rientrerebbero nello sgravio. Inoltre, vorrei
capire se eventualmente applicherebbe il
regime de minimis.

Federico Migliorini
sabato 5 Febbraio 2022 ore 16:30 At 16:30

Premesso che noi non possiamo certificare


la presenza dei requisiti se vuole comunque
analizzare la sua situazione ci può contattare
in privato per una consulenza. In ogni caso
in quanto scrive ci sono diversi aspetti
sicuramente da approfondire in relazione ai
chiarimenti esistenti.
Roberto venerdì 11 Febbraio 2022 ore 20:05 At
20:05

Salve Federico, vorrei chiederle una


delucidazione riguardo al collegamento tra
trasferimento in Italia ed inizio dell’attività
lavorativa.

IPOTESI
a) Lavoro in Irlanda per una filiale di una
multinazionale, es. “Marrone Ireland ltd”
b) mi viene offerta la possibilità’ di trasferirmi
in Italia con nuovo contratto stipulato con la
“Marrone Italia srl”
c) job title e mansioni rimangono identiche

Dando per soddisfatte tutti gli altri requisiti,


avrei possibilità di avvalermi del regime
agevolato?

Federico Migliorini
venerdì 11 Febbraio 2022 ore 21:08 At 21:08

Consigli la lettura dell’articolo sul requisito


del collegamento ove ho approfondito questi
aspetti: “Impatriati e verifica del requisito del
collegamento stretto“.

Marco martedì 22 Febbraio 2022 ore 22:24 At 22:24


Salve Federico, grazie mille dell’articolo. Mi
conferma che anche cittadini europei che
non hanno mai vissuto in Italia
beneficerebbero della legge? Grazie

Federico Migliorini
martedì 22 Febbraio 2022 ore 22:50 At 22:50

Consiglio la lettura della Circolare n.


33/E/2020, e molta prudenza.

Stefano venerdì 25 Febbraio 2022 ore 13:18 At


13:18

Per usufruire della legge degli impatriati, ci si


può trasferire in Italia (dopo 10 anni
all’estero) e trovare lavoro entro 6 mesi dal
ritorno ovveor prima che la residenza fiscale
diventi italiana? Grazie, Stefano

Federico Migliorini
venerdì 25 Febbraio 2022 ore 13:54 At 13:54

L’Agenzia delle Entrate richiede la presenza


del requisiti del collegamento tra momento
di rientro in Italia ed inizio dell’attività
lavorativa. Consiglio molta attenzione. C’è
uno specifico articolo dedicato
all’argomento. Consigliamo molta prudenza
ed un confronto con il suo commercialista.
Altrimenti, se vuole ci può contattare per
una consulenza.

Marco Mattei martedì 8 Marzo 2022 ore 0:02 At


0:02

Buongiorno dott Migliorini,

Le volevo chiedere se vi è stata una presa di


posizione da parte dell’Agenzia delle Entrate
in merito a un cambio di residenza da una
regione del sud verso una regione del nord o
viceversa.
Quali potrebbero essere le conseguenze di
un lavoratore che a seguito del rimpatrio ha
come prima la residenza in Abruzzo se in
seguito decidesse o avesse necessita’ di
spostarla in Lombardia pur tenendo lo
stesso datore di lavoro?
L’imponibile passerebbe semplicemente al
30% immediatamente o a partire dall’anno
successivo al cambio di residenza?
L’agenzia potrebbe considerare un effetto
retroattivo andando a richiedere un
imponibile maggiore per gli anni precedenti?

Cordiali Saluti
Marco Mattei

Federico Migliorini
martedì 8 Marzo 2022 ore 7:30 At 7:30
Non ci sono molti chiarimenti, consiglio la
lettura della circolare n. 33/E/2020 e molta
attenzione, perché potrebbero contestare la
differenza di imponibile. Consiglio di
confrontarsi bene con il suo commercialista
o contattarci per una consulenza.

Gabriele Spina giovedì 17 Marzo 2022 ore


21:45 At 21:45

Buonasera dott Migliorini,


desidererei un chiarimento riguardo il
“Periodo di applicazione del beneficio”
Nel suo esempio il soggetto è rimpatriato in
Italia il 20 luglio 2021 e assunto con
contratto a tempo determinato per cinque
anni, con decorrenza 1° settembre 2021. Il
lavoratore può accedere al regime dei
lavoratori impatriati dal 2022 e per i quattro
anni successivi. Tutto chiaro.
La mia domanda e’: il lavoratore deve
comunque fare domanda al datore di lavoro
non appena iniziato il lavoro (ovvero a
Settembre 2021) anche se i benefici saranno
attivi a partire dal 2022 oppure la domanda
si deve fare a Gennaio 2022?
Grazie mille per la risposta

Federico Migliorini
venerdì 18 Marzo 2022 ore 12:10 At 12:10
La domanda al datore di lavoro
“autocertifica” la presenza dei requisiti
(quindi attenzione, prima di tutto). Questa
può essere presentata anche prima della
decorrenza del beneficio, ma è consigliabile
concordare con il datore di lavoro per evitare
errori.

Giorgio venerdì 25 Marzo 2022 ore 16:53 At 16:53


Buongiorno Sig. Migliorini,

Innazitutto Complimenti per l’articolo


esaustivo sull’argomento.

Nel mio caso, sono in procinto di rientrare in


Italia dagli USA, assieme a mia moglie ->
che lavorera’ in Italia per un’azienda
americana come contractor (quindi si aprira’
una partita IVA).

La mia domanda e’ per mia moglie, visto


che non e’ cittadina Italiana.

Questo beneficio e’ applicabile anche a


cittadini Non-EU (visto che si vuole attrarre
talento internazionale)?
O e’ riservato soltanto ai cittadini dell’Unione
Europea?
La ringrazio in anticipo per la risposta.

Federico Migliorini
venerdì 25 Marzo 2022 ore 18:13 At 18:13

Consiglio su questo aspetto la circolare n.


33/E/2020 dell’Agenzia delle Entrate.

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