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Paul Lafargue

La religione del Capitale


1887

Avvertenza: le note dellAutore sono contrassegnate da asterischi, quelle del curatore da numeri arabi.

I Il congresso di Londra
I progressi del socialismo inquietano le classi possidenti dEuropa e dAmerica. Qualche mese fa, degli uomini venuti da tutti i paesi civilizzati si sono riuniti a Londra, al fine di ricercare i mezzi pi efficaci per arrestare la pericolosa invasione delle idee socialiste. Si notavano, tra i rappresentanti della borghesia capitalista dellInghilterra: lord Salisbury 1 , Chamberlain 2 , Samuel Morley 3 , lord Randolph Churchill 4 , Herbert Spencer 5 , il cardinale Manning 6 . Il principe di Bismarck, trattenuto da una crisi alcolica, aveva inviato il suo consigliere intimo, il giudeo Bleichroeder 7 . I grandi industriali ed i finanzieri dei due mondi, Vanderbilt, Rothschild, Gould, Soubeyran, Krupp, Dietz-Monin, Schneider 8 , erano presenti di persona o si erano fatti rimpiazzare da uomini di fiducia. Mai si erano viste persone di opinioni e nazionalit cos diverse intendersi tanto fraternamente. Paul Bert 9 sedeva a fianco di monsignor Freppel 10 , Gladstone 11 stringeva la mano a Parnell 12 , Clmenceau 13 chiacchierava con Ferry 14 e de Moltke 15 discuteva amichevolmente con Droulde 16 e Ranc 17 la probabilit di una guerra di rivincita.

Uomo politico inglese, deputato conservatore dal 1835 e pi volte primo ministro. Uomo politico inglese, deputato e ministro liberale nel 1880. Nel 1886 si stacc dai liberali e si avvicin ai conservatori. 3 Uomo politico inglese, uno dei massimi esponenti dellala liberista-radicale. 4 Deputato conservatore inglese, padre del pi noto Winston. 5 Filosofo evoluzionista, applic la teoria dellevoluzione della specie in campo sociale. uno dei padri del cosiddetto darwinismo sociale. 6 Dapprima ecclesiastico anglicano, pass al cattolicesimo diventando arcivescovo di Westmister (1865) e poi cardinale (1875). 7 Banchiere tedesco. 8 Si tratta dei pi grandi finanzieri ed industriali dellepoca. Vanderbilt, armatore statunitense, era anche il re delle ferrovie di quel paese, i Rothschild erano tra i pi grandi banchieri dEuropa, Gould era un finanziere tedesco arricchitosi enormemente con speculazioni ferroviarie, i Krupp erano una nota famiglia tedesca di industriali dellacciaio, Scheider era un membro della famiglia francese fondatrice delle officine del Creusot. 9 Fisiologo e politico francese. Noto per il suo anticlericalismo. 10 Vescovo cattolico di Angers (dal 1809), dove fond luniversit cattolica. Fu anche deputato monarchico. 11 Statista inglese, prima conservatore e poi liberale. Fu pi volte primo ministro. 12 Uomo politico irlandese. Eletto alla camera dei Comuni (1875), si batt per lautonomia del suo Paese. 13 Uomo politico francese, deputato radical-socialista. Come ministro degli Interni represse energicamente una serie di disordini e scioperi (1906); come primo ministro (1906-1909) fu promotore dell Intesa cordiale con lInghilterra. Rieletto primo ministro nel 1917 condusse energicamente la guerra e partecip alla stesura del trattato di pace di Versailles. 14 Uomo politico francese, repubblicano. Sostenne una politica progressista allinterno (libert di stampa e di associazione, istruzione elementare gratuita ed obbligatoria) ed espansionistica verso lesterno. Fu il promotore del moderno impero coloniale francese 15 Generale prussiano, sconfisse i francesi a Sedan durante la guerra del 1870. 16 Poeta e uomo politico francese deputato per il movimento, chiamato boulangismo in quanto si raccoglieva intorno al generale Boulanger, che si opponeva al regime
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La causa che li aveva riuniti imponeva il silenzio ai loro rancori personali, alle loro divisioni politiche e alle loro gelosie nazionali. Il legato del Papa prese la parola per primo: - Si governano gli uomini servendosi a turno della forza bruta e dellintelligenza. La religione era, un tempo, la forza magica che dominava la coscienza dellUomo; essa insegnava al lavoratore a sottomettersi docilmente, a lasciare il certo per lincerto, a sopportare le miserie terrestri fantasticando sulle gioie celesti. Ma il socialismo, lo spirito del male dei tempi moderni, scaccia la fede e si stabilisce nel cuore dei diseredati; esso predica loro che non si deve relegare la felicit nellaltro mondo; annuncia loro che far della terra un paradiso; grida al salariato: << Ti derubano! Andiamo, in piedi, ribellati! >>. Esso prepara le masse operaie, un tempo cos docili, ad un sollevamento generale che sconvolger le societ civilizzate abolendo le classi privilegiate, sopprimendo la famiglia, togliendo ai ricchi i loro beni per darli ai poveri, distruggendo larte e la religione, spargendo sul mondo le tenebre della barbarie. Come combattere il nemico di ogni civilizzazione e di ogni progresso? Il principe di Bismarck, larbitro dEuropa, il Nabuccodonosor che ha vinto la Danimarca, lAustria e la Francia, sconfitto dai ciabattini socialisti. I conservatori francesi hanno immolato nel 48 e nel 71 18 pi socialisti di quanti eretici furono uccisi il giorno di San Bartolomeo, ed il sangue di queste carneficine gigantesche una rosa che fa germogliare il socialismo su tutta la terra. Dopo ogni massacro, il socialismo rinasce pi forte. Il mostro a prova di forza bruta. Che fare? Gli scienziati ed i filosofi dellassemblea, Paul Bert, Haeckel 19 , Herbert Spencer, si alzarono a turno e proposero di domare il socialismo con la scienza. Monsignor Freppel alz le spalle: - Ma se la vostra maledetta scienza che fornisce ai comunisti i loro argomenti pi solidi! - Voi dimenticate la filosofia naturalista che noi professiamo - replic Spencer - La nostra dotta teoria dellevoluzione prova che linferiorit sociale degli operai fatale quanto la caduta dei gravi, che essa la conseguenza necessaria delle leggi immutabili ed immanenti della Natura; noi dimostriamo anche che i privilegiati delle classi superiori sono i pi dotati, i pi adatti, che andranno perfezionandosi senza posa e che finiranno per trasformarsi in una razza i cui individui non assomiglieranno per nulla ai bruti dalla faccia umana delle classi inferiori i quali si possono guidare solo con la frusta in mano
parlamentare della seconda repubblica e che, negli anni 1886-89, raccoglieva nazionalisti, bonapartisti e monarchici. 17 Uomo politico francese, direttore con Gambetta del giornale Sicurezza Generale , diede le dimissioni alla ratifica della pace tra Prussia e Francia. 18 LAutore si riferisce al massacro operato dal generale Cavignac dopo linsurrezione operaia del 1848 e alla ferocissima repressione seguita, nel 1871, alla caduta della Comune di Parigi. 19 Biologo tedesco e convinto darwinista. Siamo vivamente spiacenti che la mancanza di spazio ci obblighi a riassumere i memorabili discorsi pronunciati in questo congresso che riuniva i vertici della scienza, della religione, della filosofia, della finanza, del commercio e dellindustria. Rimandiamo il lettore allarticolo in cui il sig. Spencer preconizza la prigione cellulare e la frusta come metodo di governo delle classi inferiori; apparso su Contemporary Review col titolo

- Piaccia a Dio che mai le vostre teorie evoluzioniste arrivino tra le masse operaie; esse le manderebbero in collera, le getterebbero nella disperazione, questa consigliera delle rivolte popolari - interruppe il sig. de Pressens 20 La vostra fede veramente fin troppo profonda signori esperti del trasformismo; come potete credere che si possa opporre la vostra scienza disincantata ai miraggi incantatori del socialismo, alla comunit dei beni, al libero sviluppo delle facolt che i socialisti fanno balenare davanti agli occhi degli operai meravigliati? Se noi vogliamo rimanere classe privilegiata e continuare a vivere alle spalle di coloro che lavorano, bisogna solleticare limmaginazione della belva popolare con delle leggende e dei racconti sullaltro mondo. La religione cristiana assolveva a meraviglia questo ruolo; voi, signori del libero pensiero, voi lavete privata del suo prestigio! - Fate bene a riconoscere che essa screditata - rispose brutalmente Paul Bert - La vostra religione perde terreno di giorno in giorno. E se noi, liberi pensatori, che voi attaccate sconsideratamente, non vi sostenessimo sottobanco, avendo tuttavia laria di combattervi perch baloccate gli stolti, se noi non approvassimo tutti gli anni il bilancio dei Culti, ebbene voi, e tutti i preti, pastori e rabbini della santa bottega, voi crepereste di fame! Che si sospendano gli stipendi e la fede si estinguer. Ma, dato che sono un libero pensatore, dato che me ne infischio di Dio e del Diavolo, dato che non credo che a me stesso e ai piaceri fisici ed intellettuali che colgo, proprio per questo io riconosco la necessit di una religione, che, come voi dite, incanti limmaginazione della belva umana mentre la si spoglia di tutto; bisogna che gli operai credano che la miseria loro che compra il cielo e che il Buon Dio accorda loro la povert in terra per poi riservar loro, in eredit, il regno dei cieli. Io sono un uomo molto religioso.per gli altri. Ma, santIddio, perch aver creato anche per noi una religione cos stupidamente ridicola!? Con tutta la buona volont del mondo, io non posso ammettere che credo che un piccione and a letto con una vergine e che da questa unione, respinta dalla morale e dalla fisiologia, nacque un agnello che si trasform in un giudeo circonciso - La vostra religione non si accorda con la regole della grammatica aggiunse Mnard-Dorian 21 , che si piccava di purismo - Un Dio unico in tre persone condannato ad eterni barbarismi a dei io pensiamo, io mi nettiamo il naso, io mi puliamo il naso! - Signori, noi non siamo qui per discutere gli articoli della fede cattolica - si intromise docilmente il cardinale Manning - Ma per occuparci del pericolo sociale. Voi potete, ripetendo Voltaire, canzonare la religione, ma non impedirete che essa sia il miglior freno morale alle brame e alle passioni delle classi basse - LUomo un animale religioso - disse sentenziosamente il Papa del positivismo, il sig. Pierre Laffitte 22 - La religione di Auguste Comte non ha

The coming slavery (La schiavit che arriva). Il comunismo la schiavit che il celebre filosofo borghese predice. 20 Teologo protestante francese. Fautore, dopo la caduta del secondo Impero, di una repubblica liberale. 21 Chimico, storico, poeta e pittore francese. Dapprima socialista militante e collaboratore di Proudhon, abbandon in seguito lattivit politica 22 Filosofo francese, seguace di A. Comte e divulgatore del positivismo.

n piccione, n agnello, e, bench il nostro Dio non abbia n piume n peli, un Dio positivo - Il vostro Dio-Umanit - replic Huxley 23 - meno reale del biondo Ges. Le religioni del nostro secolo sono un pericolo sociale. Domandate al sig. de Giers 24 , che ci ascolta sorridendo se le sette religiose di nuova formazione in Russia, cos come negli Stati Uniti, non sono intrise di comunismo. Io riconosco la necessit di una religione, ammetto anche che il cristianesimo, ancora eccellente per i Papuani ed i selvaggi dAustralia, sia un po fuori moda in Europa; ma, se abbisogniamo di una nuova religione, facciamo in modo che non sia un plagio del cattolicesimo e che non contenga traccia di socialismo - Perch - interruppe Maret 25 , felice dinsinuare una parola - Non rimpiazziamo le virt teologali con le virt liberali, la Fede, la Speranza e la Carit con la Libert, lEguaglianza e la Fraternit? - E la Patria - aggiunse Droulde. - Queste virt liberali sono in effetti una bella scoperta religiosa dei tempi moderni - riprese il sig. de Giers - Esse hanno reso importanti servigi in Inghilterra, in Francia, negli Stati Uniti, dappertutto, insomma, dove le si utilizzate per dirigere le masse; noi ce ne serviremo un giorno in Russia. Voi ci avete insegnato, signori Occidentali, larte di opprimere in nome della Libert, di sfruttare in nome della Eguaglianza, di mitragliare in nome della Fratellanza; voi siete i nostri maestri. Ma queste tre virt del liberalismo borghese non sono sufficienti per costituire una religione; sono tuttal pi dei semidei; resta da trovare il Dio supremo - La sola religione che possa rispondere alle necessit del momento la religione del Capitale - dichiar con forza Giffen 26 , il grande statistico inglese - Il Capitale il Dio reale, presente dappertutto, egli si presenta in tutte le forme - oro luccicante e polvere puzzolente, gregge di montoni e carico di caff, scorte di Bibbie sante e pacchi di incisioni pornografiche, macchine gigantesche e grosse 27 di profilattici. Il Capitale il Dio che tutti conoscono, vedono, toccano, sentono, gustano; esiste per tutti i nostri sensi. il solo Dio che non ha ancora incontrato alcun ateo. Salomone ladorava, sebbene per lui tutto fosse vanit; Schopenhauer trovava in lui delle attrattive inebrianti, sebbene per lui tutto fosse disillusione; Hartmann 28 , lincosciente filosofo, uno dei suoi coscienti credenti. Le altre religioni stanno sulle labbra, ma nel fondo del cuore dellUomo regna la fede nel Capitale Bleichoeder, Rothschild, Vanderbilt, tutti i cristiani e tutti i giudei dellinternazionale gialla, battevano le mani e berciavano: - Giffen ha ragione. Il Capitale Dio, il solo Dio vivente! Quando il giudaico entusiasmo si fu un po calmato, Giffen continu: - Per alcuni la sua presenza si rivela terribile; per altri tenera come lamore di una giovane madre. Quando il Capitale si getta su un Paese, un ciclone che passa, maciullando e triturando uomini, bestie e cose. Quando il
Filosofo inglese, strenuo darwinista sociale e nonno del romanziere Aldous, lautore de Il mondo nuovo. 24 Uomo politico e diplomatico russo. 25 Uomo politico francese, deputato e direttore del giornale Le Radical. 26 Economista e statista scozzese. 27 Grossa: misura commerciale equivalente a 12 dozzine. 28 Filosofo tedesco della corrente spiritualista.
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Capitale europeo sabbatt sullEgitto, agguant e sollev da terra i fellah 29 coi loro buoi, le loro carrette e le loro zappe, e li trasport nellistmo di Suez; con la sua mano di ferro li pieg al lavoro, bruciati dal sole, tremanti di febbre, torturati dalla fame e dalla sete: 30 000 ricoprirono con le loro ossa i bordi del canale. Il Capitale afferra gli uomini giovani e vigorosi, agili e sani, liberi e gioiosi; li imprigiona a migliaia nelle fabbriche, negli stabilimenti tessili, nelle miniere; l, come carbone nella fornace, li consuma, incorpora il loro sangue e la loro carne al carbon-fossile, alla trama dei tessuti, allacciaio delle macchine; trasforma la loro forza vitale in materia inerte. Quando li lascia andare, sono logori, spossati e invecchiati prima del tempo; sono solo delle inutili carcasse che si contendono lanemia, la scrofolosi, la polmonite. Limmaginazione umana, bench cos fertile nel produrre mostri terrificanti, non avrebbe mai potuto partorire un Dio cos crudele, cos spaventoso, cos potente nel male. Ma com dolce, provvido e amabile per i suoi eletti. La terra non possiede abbastanza piaceri per i privilegiati del Capitale; Egli tortura lo spirito dei lavoratori affinch inventino dei piaceri nuovi, affinch preparino dei cibi sconosciuti per eccitare gli appetiti degli eletti, sazi di tutto; procura delle giovani vergini per risvegliare i loro sensi spossati. Egli consegna ai suoi eletti, con facolt di goderne pienamente, le cose morte e gli esseri viventi Agitati dallo spirito di verit, trepidavano e urlavano: - Il Capitale Dio! - Il Capitale non conosce n patria, n frontiere, n colore, n razze, n et, n sessi; Egli il Dio internazionale, il Dio universale, Egli piegher alla Sua legge tutti i figli degli uomini! - esclam il legato del Papa, in preda ad un trasporto mistico - Cancelliamo le religioni del passato; dimentichiamo i nostri odi nazionali e le nostre dispute religiose, uniamoci con il cuore e con lo spirito per formulare i dogmi della nuova fede, della Religione del Capitale!

Il congresso di Londra, che lascer unimpronta nella storia tanto quanto i grandi concili che elaborarono la religione cattolica, tenne le sue sedute durante due settimane; venne nominata una commissione composta dai rappresentanti di tutte le nazionalit che fu incaricata di redigere i verbali delle sedute e di raggruppare in un corpo di dottrina le opinioni e le idee espresse. Noi abbiamo potuto procurarci i differenti lavori di tale commissione, che pubblichiamo in questo volume.

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Contadini egiziani.

II Il catechismo dei lavoratori


Domanda: - Qual il tuo nome? Risposta : - Salariato D.: - Chi sono i tuoi progenitori? R.: - Mio padre era salariato cos come mio nonno ed il mio bisnonno; ma i padri dei miei padri erano servi della gleba e schiavi. Mia madre si chiama Povert D.: - Da dove vieni e dove vai? R.: - Vengo dalla povert e vado verso la miseria, passando dallospedale, dove il mio corpo servir da cavia per le nuove medicine e da oggetto di studio ai dottori che curano i privilegiati del Capitale D.: - Dove sei nato? R.: - In una mansarda, sotto le coperture del tetto di una casa che mio padre ed i suoi compagni di lavoro avevano edificato D.: - Qual la tua religione? R.: - La religione del Capitale D.: - Quali doveri ti impone la religione del Capitale? R.: - Due doveri principali: il dovere della rinuncia ed il dovere del lavoro. La mia religione mi ordina di rinunciare ai miei diritti di propriet sulla terra, nostra comune madre, sulle ricchezze delle sue miniere, sulla fertilit della sua superficie, sulla sua misteriosa fecondazione da parte del calore e della luce del sole; mi ordina di rinunciare ai miei diritti di propriet sul lavoro delle mie mani e del mio cervello; mi ordina ancora di rinunciare al diritto di propriet sulla mia propria persona; dal momento che varco la soglia dellofficina, io non mi appartengo pi, sono la cosa del padrone. La mia religione mi ordina di lavorare dallinfanzia alla morte, di lavorare alla luce del sole e con la luce artificiale, di lavorare di giorno e di notte, di lavorare sopra la terra, sottoterra e sul mare, di lavorare dappertutto e sempre D.: - Ti impone altri doveri? R.: - S. Di prolungare la quaresima per tutto lanno; di vivere di privazioni, soddisfacendo la mia fame solo a met; di restringere tutti i bisogni della mia carne e di comprimere tutte le aspirazioni del mio spirito D.: - Ti proibisce qualche cibo? R.: - Mi vieta di toccare la selvaggina, il pollame, la carne bovina di prima, di seconda e di terza qualit, di gustare il salmone, lastice, i pesci dalla carne delicata; mi vieta di bere vino naturale, lacquavite di vino ed il latte cos come esce dalle mammelle della vacca D.: - Quale cibo ti permette? R.: - Il pane, le patate, i fagioli, il baccal, le arringhe affumicate, gli scarti della macelleria, la carne di vacca, di cavallo, di mulo ed i salumi. Per riacquistare rapidamente le mie forze spossate, mi permette di bere del vino adulterato, acquavite di patate e quella di barbabietola D.: - Quali doveri ti impone verso te stesso? R.: - Di lesinare le mie spese; di vivere nella sporcizia e tra gli insetti parassiti; di portare degli abiti strappati, rattoppati, rammendati; di usarli 9

finch non sono laceri e cadono in stracci; di camminare senza calze, con scarpe bucate, che devono lacqua sporca e fredda delle strade D.: - Che doveri ti impone verso la tua famiglia? R.: - Dimpedire alla mia donna e alle mie figlie tutte le civetterie, ogni eleganza ed ogni raffinatezza; di coprirle con stoffe comuni, proprio quanto basta per non offendere il senso del pudore del sergente; di insegnar loro a non tremare in inverno sotto le cotonine ed a non soffocare destate nei tuguri; dinculcare ai miei bambini i sacri principi del lavoro, affinch essi possano, dalla pi tenera et, guadagnarsi la loro sussistenza e non essere a carico della societ; di insegnar loro a coricarsi senza cena e senza luce, e di abituarli alla miseria, che il loro destino nella vita D.: - Che doveri ti impone verso la societ? R.: - Di accrescere la ricchezza sociale col mio lavoro prima, col mio risparmio in seguito D.: - Che cosa ti ordina di fare dei tuoi risparmi? R.: - Di portarli alle Casse di Risparmio di Stato perch servano a colmare i deficit di bilancio o di affidarli alle societ fondate dai filantropi della finanza perch li prestino ai nostri padroni. Noi dobbiamo sempre mettere i nostri risparmi a disposizione dei nostri padroni D.: - Ti permette di toccare il tuo risparmio? R.: - Il meno possibile; ci raccomanda di non insistere quando lo Stato si rifiuta di rendercelo e di rassegnarci quando i filantropi della finanza, prevedendo le nostre domande, ci annunciano che i nostri risparmi si sono dissolti in fumo D.: - Hai dei diritti politici? R.: - Il Capitale mi concede linnocente distrazione di eleggere i legislatori che inventeranno le leggi per punirci; ma ci vieta di occuparci direttamente di politica e di ascoltare i socialisti D.: - Perch? R.: - Perch la politica il privilegio dei padroni, perch i socialisti sono dei furfanti che ci derubano e ci ingannano. Ci dicono che colui che non lavora non deve mangiare, che tutto appartiene ai salariati perch essi hanno tutto prodotto, che il padrone un parassita da sopprimere. La santa Religione del Capitale ci insegna, al contrario, che la prodigalit dei ricchi crea il lavoro che ci d da mangiare; che i ricchi mantengono i poveri; che se non ci fossero pi i ricchi, i poveri morirebbero. Ci insegna inoltre a non essere tanto stolti da credere che le nostre donne e le nostre figlie saprebbero portare le sete ed i velluti che tessono, esse che non vogliono altro che insignificanti cotonine, e che noi non sapremmo bere i vini naturali e

Il catechismo fa allusione a fatti accaduti in Francia, ma che, senza dubbio, i suoi redattori desiderano veder generalizzati agli altri paesi. Le somme depositate nelle Casse di Risparmio sono state impiegate per liquidare il debito accumulato, che ammontava a 1 200 miliardi di franchi; tutti gli anni le eccedenze delle entrate sulle uscite delle Casse di Risparmio servono, come dice il catechismo, a coprire i deficit di bilancio, il sig. Beaulieu [economista liberista francese, fond nel 1873 e diresse l Economiste franais, N.D.T.] segnalava il pericolo che presentava questa situazione, dato che lo Stato poteva essere messo in fallimento dai depositari che venivano a reclamare i loro soldi. Io far notare il carattere veramente internazionale del catechismo capitalista che formula i doveri ed i diritti dei proletari senza distinzione di razza o di paese. Il fatto gi accaduto nel 1848; i redattori prevedono che si ripeter ancora e vogliono preparare a ci gli operai risparmiatori.

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mangiare i buoni bocconi, noi che siamo abituati a tirare la cinghia e alle bevande sofisticate D.: - Chi il tuo Dio? R.: - Il Capitale D.: - Esiste dallEternit? R.: - I nostri preti pi sapienti, gli economisti ortodossi, dicono che esistito dallinizio del mondo; siccome allora era molto piccolo, Giove, Jahv, Ges ed altri falsi dei hanno regnato al suo posto ed in suo nome; ma dal 1500 circa egli divent grande e non smette di crescere in massa ed in potenza; oggi domina il mondo D.: - Il tuo Dio onnipotente? R.: - S. Il suo possesso dona tutte le fortune della terra. Quando allontana il suo volto da una famiglia e da una nazione, esse vegetano nella miseria e nel dolore. La potenza del Dio-Capitale cresce di pari passo alla sua massa; ogni giorno conquista nuovi paesi, ogni giorno ingrossa il branco dei salariati che, per tutta la loro vita, sono consacrati ad aumentare la sua massa D.: - Chi cono gli eletti del Dio-Capitale? R.: - I padroni, i capitalisti, i redditieri D.: - Come il Capitale, tuo Dio, ti ricompensa? R.: - Dando sempre e sempre lavoro a me, alla mia donna e ai miei piccolissimi figli D.: - questa la tua unica ricompensa? R.: - No. Dio ci autorizza a soddisfare la nostra fame assaporando con gli occhi le appetitose esposizioni di carni e provviste che noi non abbiamo mai gustato, che non gusteremo mai e di cui si nutrono gli eletti e i preti sacri. La sua bont ci permette di riscaldare le nostre membra, che il freddo intorpidisce, guardando le calde pellicce e gli spessi panni di cui si coprono gli eletti e i preti sacri. Ancra, la sua bont ci accorda il delicato piacere di rifarci gli occhi contemplando passare in vettura sui viali e le pubbliche piazze la santa trib dei redditieri e dei capitalisti lustri, paffuti, panciuti, danarosi, circondati da una turba di servitori gallonati e di cortigiane tinte e dipinte. Noi allora ci inorgogliamo considerando che, se gli eletti gioiscono delle meraviglie di cui noi siamo privati, esse sono lopera delle nostre mani e dei nostri cervelli D.: - Gli eletti sono di una razza diversa dalla tua? R.: - I capitalisti sono impastati con la stessa argilla dei salariati, ma sono stati scelti tra migliaia e milioni D.: - Cosa hanno fatto per meritare questo innalzamento? R.: - Niente. Dio prova la sua onnipotenza riversando i suoi favori su coloro che non se li sono affatto guadagnati D.: - Il Capitale dunque ingiusto? R.: - Il Capitale la giustizia stessa; ma la sua giustizia oltrepassa la nostra debole comprensione. Se il Capitale fosse obbligato ad accordare la sua grazia a coloro i quali se la sono meritata, non sarebbe affatto libero, la sua potenza incontrerebbe dei limiti. Il Capitale non pu affermare la sua onnipotenza che scegliendo i suoi eletti, i possidenti ed i capitalisti, nel mucchio degli incapaci, dei fannulloni e dei bricconi D.: - Come il tuo Dio ti punisce?

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R.: - Condannandomi alla disoccupazione; allora sono scomunicato; mi si proibisce la carne, il vino e il fuoco; io la mia donna ed i miei figli facciamo la fame D.: - Quali sono gli errori che devi commettere per meritare la scomunica della disoccupazione? R.: - Nessuno. Larbitrio del Capitale decreta la disoccupazione senza che il nostro debole discernimento possa intuirne la ragione D.: - Quali sono le tue preghiere? R.: - Io non prego affatto con le parole. Il lavoro la mia preghiera. Tutte le preghiere parlate danneggerebbero la mia preghiera efficace che il lavoro, la sola preghiera che piaccia, perch la sola utile, la sola che porti profitto al Capitale, la sola che crei plusvalore D.: - Dove preghi tu? R.: - Dappertutto: sul mare, sulla terra e sottoterra, nei campi, nelle miniere, nelle officine e nelle botteghe. Affinch la nostra preghiera sia accolta e ricompensata, noi dobbiamo depositare ai piedi del Capitale la nostra volont, la nostra libert e la nostra dignit. Al suono della campana, al fischio della macchina noi dobbiamo accorrere, e, una volta in preghiera, dobbiamo, come automi, agitare braccia e gambe, piedi e mani, ansimare e sudare, tendere i nostri muscoli e logorare i nostri nervi. Noi dobbiamo essere umili di spirito, sopportare docilmente gli improperi e le ingiurie del padrone e dei capi reparto, perch essi hanno sempre ragione, anche quando a noi sembra che abbiano torto. Dobbiamo esser grati al padrone quando diminuisce il salario e prolunga la giornata lavorativa; perch tutto ci che egli fa giusto e per il nostro bene. Dobbiamo essere onorati quando il padrone ed i suoi aiutanti palpeggiano le nostre donne e le nostre figlie, perch il nostro Dio, il Capitale, accorda loro il diritto di vita e di morte sui salariati cos come lo ius primae noctis sulle salariate. Piuttosto che lasciare che un lamento sfugga dalle nostre labbra, piuttosto che permettere alla collera di far ribollire il nostro sangue, piuttosto che metterci mai in sciopero, piuttosto che rivoltarci, noi dobbiamo sopportare tutte le sofferenze, mangiare il nostro pane coperto di sputi e bere la nostra acqua sozza di fango; giacch per castigare la nostra insolenza, il Capitale arma i padroni di cannoni e di sciabole, di prigioni e bagni penali, della ghigliottina e del plotone di esecuzione D.: - Riceverai una ricompensa dopo la morte? R.: - S, una ben grande. Dopo la morte, il Capitale mi lascer sedermi e rilassarmi. Non soffrir pi n il freddo, n la fame; non dovr pi preoccuparmi del pane quotidiano. Godr del riposo eterno della tomba

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III
Il sermone della cortigiana
(Il manoscritto che mi stato rimesso incompleto, mancano i primi tre fogli; essi dovevano senza dubbio contenere uninvocazione al Dio-Capitale il protettore di quelli che vengono disprezzati. La regola che mi sono imposto di essere un semplice copista mi vieta ogni tentativo di ricostruzione. Alcune note a margine lasciano supporre che il redattore del sermone, il legato del Papa, abbia preso come collaboratori il principe di Galles, due ricchi industriali conosciuti dal mondo intero per le loro sete e le loro stoffe, Bonnet e Pouyer-Quertier 1 , e una celebre cortigiana che fece passare per il suo letto lalta gozzoviglia cosmopolita: Cora Pearl 2 ) P.L. [] Gli uomini che camminano nelle tenebre della vita, guidati dai barlumi vacillanti della fragile ragione, scherniscono e insultano la cortigiana; la mettono ignominiosamente alla gogna della loro morale; la oltraggiano con le loro virt da parata, sollevano contro di lei la collera e lindignazione; la cortigiana la schiava del male e la regina della scelleratezza, la mola del torchio dellabbrutimento, essa corrompe la giovinezza in fiore ed insudicia i capelli bianchi della vecchiaia; ruba lo sposo alla sposa, succhia con le sue labbra assetate ed insaziabili lonore e la fortuna delle famiglie. Oh mie sorelle! Il brutale furore e la bassa invidia insudiciano con un fiele amaro e fangoso la nobile immagine della cortigiana e, tuttavia, saranno tra poco diciannove secoli che lultimo dei falsi Di, Ges di Nazareth, risollevava dallobbrobrio degli uomini Maria Maddalena e la metteva a sedere tra i santi e i beati nello splendore del suo paradiso. Prima della venuta del Vero-Dio, prima della venuta del Capitale, le religioni che si sono disputate la terra e gli Di che si sono succeduti nella mente delluomo, ordinavano di imprigionare la sposa nel gineceo e di permettere solo alletria di mordere i frutti dellalbero della scienza e della libert. La grande dea di Babilonia, Mylitta-Anatis, << labile incantatrice, la seducente prostituta >>, ordinava al suo popolo di fedeli di onorarla con la prostituzione. Quando Budda, lUomo-Dio, and a Vesali, and ad abitare nella casa della maestra delle prostitute sacre, davanti a cui si schieravano i preti ed i magistrati vestiti coi loro costumi da cerimonia.

Bonnet possedeva una fabbrica di seta in Francia, nellAin, spesso denunciata a quei tempi per le pessime condizioni di lavoro; Pouyet-Quertier era un industriale tessile del Reims, uno dei massimi esponenti del paternalismo padronale dispirazione cattolica. LAutore li aveva gi messi in scena ne Il diritto alla pigrizia. 2 Al secolo Emma Crouch, nacque a Plymouth, Inghilterra. Fu, insieme a Marie Duplessis, La Pava e La Presidente, una delle pi famose cortigiane attive negli anni del Secondo Impero di Francia. Nelle sue memorie ella ammise di detestare gli uomini e di detestare anche sempre molto obbedire ad uno di loro, vantandosi di non essere mai stata sottomessa, ossia, fuor di metafora, di non aver mai amato nessuno. Forse per questo Lafargue la scelse come rappresentante delle donne emancipate dal capitalismo.

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Jahv, il Dio sinistro, alloggiava nei pressi del suo tempio le cortigiane . Illuminati dalla fede, gli uomini delle societ primitive deificavano la cortigiana; essa simboleggiava la forza delleterna natura che crea e distrugge. I padri della Chiesa cattolica, che per secoli incant lumanitbambina con le sue leggende, cercavano lispirazione divina nella compagnia delle prostitute. Quando il Papa riuniva in concilio i suoi preti ed i suoi vescovi per discutere un dogma della fede, le cortigiane di tutta la cristianit accorrevano; esse apportavano nelle loro mani lo Spirito Santo; illuminavano lintelligenza dei Dottori della Chiesa. Il Dio dei cristiani arm, con il potere di fare e disfare gli infallibili Papi, Teodora, limperatrice sgualdrina. Il Capitale, nostro Signore, assegna alla cortigiana un posto ancra pi elevato: non pi a dei Papi, a dei capi vacillanti che essa comanda, ma a migliaia di operai giovani e vigorosi, maestri in ogni arte ed in ogni mestiere: essi tessono, ricamano, cuciono, lavorano il legno, il ferro ed i metalli preziosi, tagliano i diamanti, trasportano dal fondo dei mari i coralli e le perle, producono nel cuore dellinverno i fiori della primavera ed i frutti dellautunno, costruiscono i palazzi, decorano le mura, dipingono le tele, scolpiscono il marmo, scrivono dei drammi e dei romanzi, compongono delle opere, cantano, giocano e danzano per occupare i suoi ozi ed accontentare i suoi capricci. Mai Semiramide, mai Cleopatra, mai queste regine potenti ebbero al loro servizio una moltitudine cos numerosa di lavoratori, esperti in tutti i mestieri, abili in ogni arte. La cortigiana laddobbo della civilizzazione capitalista. Quando cessa di ornare la societ, quel po di gioia che resta ancra in questo mondo annoiato ed intristito svanisce; i gioielli, le pietre preziose, le stoffe laminate e ricamate diventano inutili come dei sonaglini; il lusso e le arti, questi figli dellamore e della bellezza, diventano insipidi; la met del lavoro umano perde il proprio valore. Ma finch la si comprer e la si vender, finch il Capitale rester il padrone delle coscienze ed il rimuneratore dei vizi, la mercanzia damore sar la pi preziosa delle merci e gli eletti del Capitale abbevereranno il loro cuore alla gelida coppa delle labbra dipinte della cortigiana. Se la ragione non avesse istupidito luomo, se la fede avesse aperto le porte del suo intendimento, egli avrebbe compreso che la cortigiana, verso cui vanno le lussurie dei ricchi e dei potenti, uno dei motori del Dio-Capitale per smuovere i popoli e trasformare la societ. Ai tempi bui del Medioevo, mentre il Capitale, nostro Signore, paragonabile al bambino che palpita silenziosamente nel seno della donna, si elaborava misteriosamente nella profondit delle cose economiche, mentre nemmeno una bocca profetizzava la sua nascita, mentre lanima umana, che nulla sapeva della venuta di un Dio, non esultava allegrezza, proprio allora il Capitale cominci a dirigere le azioni degli uomini. Egli soffi nello spirito dei cristiani dEuropa il selvaggio furore che li precipitava sulle strade dAsia in bande pi serrate di battaglioni di formiche. A quei tempi, i capi degli uomini erano rozzi signori feudali, che vivevano nelle corazze come i granchi nel loro guscio; si nutrivano di carni pesanti e di bevande dense,

Il legato del Papa fa allusione a questo versetto dellAntico Testamento: << Egli [Giosia] distrusse anche le case infami, che erano attigue al tempio del Signore, dove le prostitute tessevano tuniche per Ascera >> (II Re, 23, 7). Nel tempio di Mylitta le cortigiane avevano simili cappelle in cui esercitavano il loro santo ministero.

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non apprezzando altri piaceri che i colpi di lancia, non conoscendo altro lusso che una spada ben temperata. Per smuovere questi bruti, il nostro Dio dovette abbassarsi al livello della loro intelligenza pi pesante del piombo: Egli sugger loro lidea di farsi crociati, di correre in Palestina a liberare le pietre di un sepolcro che non mai esistito. Dio voleva condurli ai piedi delle cortigiane dOriente, inebriarli con il lusso ed i piaceri, impiantare nei loro cuori la passione divina, lamore per loro. Quando rientrarono nelle loro fosche dimore, in cui ululavano i gufi, con i sensi ancra turbati dalloro e dalla porpora delle feste, dai profumi dellArabia e dalle molli carezze delle cortigiane depilate, presero a disgusto le loro femmine goffe e villose, che filavano e partorivano e che non sapevano far nientaltro; arrossirono della loro barbarie e, come una giovane madre prepara la culla del bambino che sta per nascere, cos costruirono le citt del Mediterraneo, crearono le corti ducali e reali dEuropa, per la venuta del Dio-Capitale. Io ve lo dico in verit, la cortigiana pi cara al nostro Dio che al finanziatore il denaro dellazionista; la sua figlia amatissima, quella che, fra tutte le donne, obbedisce pi docilmente alla sua volont. La cortigiana traffica con quello che non si pu n pesare n misurare, con la cosa immateriale che sfugge alle sacre leggi dello scambio: vende lamore, come il droghiere spaccia il sapone e le candele, come il poeta vende al minuto lideale. Ma vendendo lamore, la cortigiana si vende; d al sesso della femmina un valore venale, il suo sesso partecipa allora alla qualit del nostro Dio, diventa una particella di Dio, Capitale. La cortigiana incarna Dio. Voi siete pi ingenui dei vitelli che pascolano nelle praterie, oh poeti, oh drammaturghi, oh romanzieri, voi che ingiuriate la cortigiana perch accorda luso del proprio corpo solo contro denaro contante; voi che la trascinate nel fango perch vende ad un prezzo elevato le sue tenerezze. Volete dunque che la cortigiana profani la particella divina che il suo corpo, che lo renda pi vile dei sassi della strada? Voi, oh moralisti, che siete dei porcili fatti per concimare i vizi, voi le rimproverate di preferire loro di ottima qualit al cuore che arde damore. Filosofi ottusi, voi considerate dunque la cortigiana come uno sparviero che si rimpinza di carne palpitante? Voi tutti, che siete soffocati dallavarizia credete dunque che la cortigiana sia meno desiderabile perch la si compra? Non si compra anche il pane che sostiene il corpo o il vino che rallegra il cuore? Non si comprano anche la coscienza del deputato, le preghiere del prete, il coraggio del soldato, la scienza dellingegnere, lonest del cassiere? Il Dio-Capitale maledice le prostitute, pazze dei loro corpi, che si vendono ai lavoratori ed ai soldati per qualche franco, per qualche soldo; pi terribile della peste, Egli martirizza le rozze bestie da piacere dei poveri, appesta la carne dei pipistrelli di Venere, consegna le prostitute ai pervertiti di strada che le picchiano e le derubano, le sottopone, come la carne marcia del mercato, allispezione della polizia. Ma la cortigiana, che possiede la grazia efficace del Dio-Capitale, tappa le orecchie alle vostre morali e ridicole declamazioni, pi vane dei gridi delle galline quando vengono spennate: ella avviluppa la sua anima con un ghiaccio polare che nessun fuoco di passione damore riesce a fondere; perch maledizione, tre volte maledizione, alla Dama delle camelie che si dona e non si vende. Dio si allontana dalla cortigiana innamorata che muore di piacere; se il cuore della cortigiana palpita e se i suoi sensi parlano, il compratore che succede allamante del cuore, indispettito e deluso, al posto 15

di una merce fresca, non trova che un corpo riscaldato e stanco. La cortigiana si corazza con freddezza attraente, perch sul suo corpo di porcellana, dove la passione non batte, i suoi compratori usino le loro labbra ardenti senza alterarne la freschezza; dalla fermentazione del loro proprio sangue che essi devono trarre lebbrezza damore e non dalla febbre delle sue carezze e dal calore dei suoi amplessi; perch necessario che, mentre il compratore divora di baci il suo corpo, lanima libera della cortigiana pensi al denaro che le dovuto. La cortigiana truffa quelli che la comprano; li obbliga a pagare a peso doro il piacere chessi recano in loro stessi poich, quando ella vende lamore, la merce venduta in realt non esiste; il nostro Dio-Capitale, per il quale il furto e la falsificazione sono le prime virt teologali, benedice la cortigiana. Donne che mi ascoltate, io ho rivelato il mistero dellenigmatica freddezza della cortigiana, della cortigiana marmorea, che invita la classe intera degli eletti del Capitale al banchetto del suo corpo e dice loro: << Prendete, mangiate e bevete, questa la mia carne e questo il mio sangue >>.

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La sposa fedele e buona massaia, che la gente del mondo onora a parole ma si affretta a fuggire lasciandola immalinconirsi al focolare coniugale, isola luomo dai suoi simili, genera e sviluppa nel suo seno la gelosia, questa passione antisociale che avvelena di bile il sangue, e lo imprigiona vicino a lei in casa; lo mura nellegoismo familiare. La cortigiana, al contrario, libera luomo dal giogo della famiglia e dalle passioni. Il denaro crea delle distanze tra gli uomini, la cortigiana li avvicina, li unisce. Nel suo salottino quelli che sono divisi dallinteresse fraternizzano, un patto segreto, indefinibile, ma profondo, ma irrevocabile, li unisce; si sono comunicati allo stesso altare. Lamore, la passione selvaggia e brutale, che altera il cervello, spinge luomo alloblio di se stesso ed al sacrificio dei propri interessi, la cortigiana lo rimpiazza con la facile, borghese, comoda galanteria venale, che spuma come lacqua di seltz e non ubriaca. La cortigiana il presente del Dio-Capitale, inizia i suoi eletti alle sapienti raffinatezze del lusso e della lussuria; li consola delle loro mogli, noiose come le lunghe piogge dautunno. Quando la vecchiaia li prende, li riempie di rughe e li rattrappisce, spegne la luce degli occhi, sottrae lagilit delle membra e la freschezza del fiato, e li rende un oggetto di disgusto per le donne, la cortigiana allevia la tristezza dellet; sul suo corpo freddo che niente disgusta, essi trovano ancra il fuggitivo piacere che loro compra. Pi operosa dei fermenti che lavorano il vino nuovo, la cortigiana imprime alla ricchezza un vertiginoso movimento rotatorio; lancia nel folle valzer di milioni i patrimoni pi pesanti; nelle sue noncuranti mani, le miniere, le officine, le banche, le rendite dello Stato, i vigneti ed i campi di grano si dissolvono, scorrono tra le sue dita e si dissolvono nei mille canali del commercio e dellindustria. Gli insetti immondi che montano allassalto delle carogne non sono pi numerosi del nugolo dei domestici, dei mercanti, degli usurai che lassediano; essi tengono aperte le loro instancabili tasche per raccogliere la pioggia doro che cade quando la cortigiana scuote il vestito. Modello dabnegazione, essa rovina i suoi amanti per arricchire la servit ed i fornitori che la derubano.

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Gli artisti e gli industriali si addormenterebbero nella grassa mediocrit se la cortigiana non li obbligasse a surriscaldare i loro cervelli per scoprire dei piaceri nuovi e delle frivolezze inedite; perch, assetata dideale, non possiede un oggetto che per disgustarsene; non gusta piacere che per saziarsene. La macchina abbrevia-lavoro condannerebbe le operaie e gli operai alloziosit, questa madre dei vizi; ma elevando lo sperpero allaltezza di una funzione sociale, la cortigiana aumenta il suo lusso e le sue esigenze mano a mano che il meccanismo industriale progredisce, perch ci sia sempre, per i dannati del proletariato, del lavoro, questa fonte di virt. I signori della fabbrica e della bottega adorano la cortigiana che divora i patrimoni, che sciupa e che distrugge come unarmata in marcia; ella il genio tutelare che conserva la vita ed il vigore del commercio e dellindustria. La morale della religione del Capitale, pi pura e pi elevata di quella delle false religioni del passato, non proclama luguaglianza umana: la minoranza, solo linfima minoranza chiamata a dividersi i favori del Capitale. Il Fallo non rende pi, come nei tempi primitivi, gli uomini uguali. La cortigiana non deve essere sporcata dai baci dei contadini e dei cafoni; perch il Dio-Capitale riserva per i suoi eletti le cose preziose e delicate della natura e dellarte. La cortigiana, che Dio conserva per il piacere dei ricchi e dei potenti, se condannata a sollevare il velo delle ipocrisie sociali, a toccare il fondo delle basse turpitudini umane, a fare a meno del proprio cuore, vive nel lusso e nelle feste; nobili e borghesi, rispettabili e rispettati, mendicano lonore di trasformare la Signora-di-Tutti nella Signora-di-Qualcuno; le capita di chiudere la serie delle sue folli gozzoviglie con un matrimonio ragionevole. Nella primavera dei suoi giorni, i capitalisti depongono ai suoi piedi il loro cuore che ella disdegna ed i loro tesori che essa dissipa; gli artisti ed i letterati le svolazzano intorno, adulandola con omaggi servili ed interessati. Nellautunno dei suoi anni, stanca ed appesantita dal grasso, chiude bottega e mette su casa, e uomini seri e donne vereconde la circondano con la loro amicizia e con le loro cure premurose, per onorare la fortuna che ricompensa il lavoro sessuale. Dio ricopre la cortigiana con le sue grazie: a quella che limprovvida natura non ha dotato di bellezza e di intelligenza, Egli d eleganza, fascino, attrattiva, perfidia, che seducono e sottomettono lanimo distinto degli eletti del Capitale. Dio la mette al riparo dalle debolezze del suo sesso. La natura matrigna condanna la donna al duro lavoro della riproduzione della specie; ma i lancinanti dolori che attanagliano il seno delle madri non sono inflitti che allamante, che alla sposa. Dio, nella sua bont, risparmia alla cortigiana i difetti e le deformazioni della gestazione ed il dolore del parto: le accorda la sterilit, questa grazia cos invidiata. Sono lamante e la sposa che devono implorare la vergine Maria e rivolgerle la fervida preghiera della donna adultera: << Oh Vergine Santa, che hai concepito senza peccato, fa che io pecchi senza concepire >>. La cortigiana appartiene al terzo sesso; essa lascia alla donna volgare il sudicio e faticoso lavoro di partorire lumanit .

I redattori del sermone si sono ispirati al pensiero di Auguste Comte. Il fondatore del positivismo prediceva la formazione di una razza superiore di donne, liberate dalla gestazione e dal parto. La cortigiana realizza in effetti lideale del borghese filosofo.

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Il caso recluta le cortigiane tra le classi basse della societ. Non una vergogna ed un crepacuore vedere quelle che occupano un posto cos elevato provenire dal fango? Donne che mi ascoltate, voi appartenete alle classi superiori, ricordatevi che lantica nobilt rimproverava a Luigi XV di prendere le sue concubine dalla plebe; reclamate come uno dei vostri pi preziosi privilegi il diritto e lonore di fornire le cortigiane agli eletti del Capitale. Gi molte di voi, disprezzando i tristi doveri della sposa, si vendono come le cortigiane; ma fanno traffico del loro sesso timidamente, ipocritamente. Imitate lesempio delle onorevoli matrone dellantica Roma che si facevano iscrivere tra gli edili per esercitare il mestiere delle prostitute; scrollate, gettate a terra e calpestate i pregiudizi stupidi e fuori moda che convengono solo a delle schiave. Il Dio-Capitale apporta al mondo una morale nuova; proclama il dogma della libert umana: sappiate che si ottiene la libert solo conquistandosi il diritto di vendersi. Liberatevi dalla schiavit coniugale, col vostro vendervi. Nella societ capitalista, non c lavoro pi onorabile di quello della cortigiana. Considerate, guardate il lavoro delloperaia e contemplate quello della cortigiana. Alla fine della sua lunga e monotona giornata, loperaia disprezzata, impallidita e spossata, non ha nella sua mano smagrita che il modico salario che le impedisce di morire di fame. La cortigiana, gioiosa come un giovane dio, si alza dal suo letto o dal suo canap e, scuotendo la sua chioma profumata, conta negligentemente dei luigi doro e dei biglietti di banca. Il suo lavoro non lascia sul suo corpo n fatica, n lordura; essa sciacqua la sua bocca e si asciuga le labbra e dice sorridendo: un altro! Filosofi ruminanti, che senza tregua masticate i princpi sorpassati dellantica morale, diteci dunque quale compito pi gradito al nostro DioCapitale, quello delloperaia o quello della cortigiana? Il Capitale dimostra la sua stima per una merce attraverso il prezzo a cui Egli permette che questa merce si venda. Andiamo, moralisti bacchettoni, trovate dunque nellinnumerevole serie delle occupazioni umane un lavoro manuale o intellettuale che riceva un salario cos remunerativo come quello del sesso? La scienza del sapiente, il coraggio del soldato, il genio dello scrittore, labilit delloperaio sono stati mai pagati quanto i baci di Cora Pearl? Il lavoro della cortigiana il lavoro sacro, quello che il Dio-Capitale ricompensa pi dogni altro. Mie carissime sorelle, ascoltatemi, ascoltatemi, Dio parla con la mia bocca: Se siete tanto abbandonate da Dio da non aborrire il lavoro opprimente delloperaia che deforma il corpo e che uccide lintelligenza, non prostituitevi. Se siete tanto abbandonate da Dio da ambire allesistenza vegetativa della casalinga, isolata nella famiglia e condannata alle sordide ristrettezze, non prostituitevi. Se siete tanto abbandonate da Dio da voler vivere solitarie nel focolare domestico, abbandonate dallo sposo che dilapida la vostra dote con la cortigiana, non prostituitevi. Ma, se avete cura della vostra libert, della vostra dignit, della vostra gloria e della vostra felicit sulla terra, prostituitevi. Se avete troppo orgoglio nellanimo per accettare senza ribellarvi il lavoro degradante delloperaia e la vita della civilizzazione, prostituitevi.

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Se volte essere la regina delle feste e dei piaceri della civilizzazione, prostituitevi. la grazia che vi auguro. Amen!

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IV LEcclesiaste, o il Libro del Capitalista


Questo libro circolato tra le mani di diversi capitalisti che l hanno letto ed annotato; ecco qui alcune delle loro annotazioni:
<< certo che questi precetti della saggezza divina sarebbero mal interpretati dalla rozza intelligenza dei salariati. Io sono dellavviso che li si traduca in volapuk 1 o in qualsiasi altra lingua sacra >> Firmato: Jules Simon << Bisognerebbe imitare i dottori giudaici che vietavano ai profani la lettura dellEcclesiaste dellAntico Testamento e comunicare il Libro del Capitalista solo agli iniziati che possiedono un milione >> Firmato: Bleichroeder << Un milione di franchi o di marchi mi sembra una somma molto misera, io propongo un milione di dollari >> Firmato: Jay Gould

A- Natura del Dio-Capitale


1) Medita le parole del Capitale, tuo Dio. 2) Io sono il Dio mangiatore di uomini; io mi stabilisco nelle officine e consumo i salariati. Io transustanzio in capitale divino la vita grama del lavoratore. Io sono il mistero infinito: la mia sostanza eterna non che peritura carne; la mia onnipotenza non che debolezza umana. La forza inerte del Capitale la forza vitale del salariato. 3) Principio dei principi: da me comincia ogni produzione, a me giunge ogni scambio. 4) Io sono il Dio vivente, presente in ogni luogo: le ferrovie, gli altiforni, i chicchi di grano, le navi, i vigneti, i pezzi doro e dargento sono le membra sparse del Capitale universale. 5) Io sono lincommensurabile anima, dal corpo infinitamente vario e molteplice, del mondo civilizzato. Io vivo in ci che si compra e si vende; io agisco in ogni merce e non ne esiste una sola al di fuori della mia unit vivente. 6) Io risplendo nelloro e puzzo nel letame; ristoro nel vino e corrodo nel vetriolo.
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Lingua artificiale (come lesperanto, per intenderci) inventata, nella seconda met del XIX secolo, da un dotto tedesco, il prof. Schleyer.

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7) La mia sostanza, che saccresce continuamente, scorre, fiume invisibile, attraverso la materia; divisa e suddivisa al di l di ogni immaginazione, si imprigiona nelle forme speciali rivestite da ogni merce e, senza stancarmi, io mi travaso da una merce allaltra: pane e carne oggi, domani forza-lavoro del produttore, dopodomani lingotto di ferro, pezzo di tessuto di cotone dal colore vivace, opera drammatica, quintale di sego, sacco di polvere. La trasmigrazione del Capitale non si arresta mai. La mia sostanza non muore; ma le sue forme sono periture esse passano e finiscono. 8) Luomo vede, tocca, sente e gusta il mio corpo, ma il mio spirito, pi sottile delletere, impercettibile ai sensi. Il mio spirito il Credito; per manifestarsi non ha bisogno di corpo. 9) Chimico pi sapiente di Berzlius 2 , di Gherardt 3 , il mio spirito trasmuta i vasti campi, le colossali macchine, i metalli pesanti e le mandrie mugghianti in azioni di carta; e, pi leggeri delle balle di sambuco animate dallelettricit, i canali e gli altiforni, le miniere e le officine rimbalzano di mano in mano nella Borsa, il mio tempio sacro. 10) Senza di me niente incomincia e finisce nei paesi che sono governati dalla Banca. Io fecondo il lavoro; io addomestico al servizio delluomo le forze irresistibili della natura e metto nella sua mano la potente leva della scienza accumulata. 11) Io avvolgo le societ nella rete dorata del commercio e dellindustria. 12) Luomo che non mi possiede, che non ha del Capitale, cammina nudo nella vita, circondato da nemici feroci ed armati di tutti gli strumenti di tortura e di morte. 13) Alluomo che non ha del capitale se forte, come un toro, vengono caricate le sue spalle con un pi pesante fardello; se laborioso, come la formica, viene raddoppiato il suo lavoro; se frugale come lasino, viene ridotto il suo pane. 14) Che cosa sono la scienza, la virt ed il lavoro senza il Capitale? Vanit e rodimento di spirito. 15) Senza la grazia del Capitale, la scienza fa smarrire luomo nei sentieri della follia; il lavoro e la virt lo precipitano nellabisso della miseria. 16) N la scienza, n la virt, n il lavoro soddisfano lo spirito delluomo; sono io, il Capitale, che nutro la muta affamata dei sui appetiti e delle sue passioni. 17) Io mi dono ed io mi riprendo secondo il mio arbitrio e non ne rendo conto a nessuno. Io sono lOnnipotente che comanda alle cose morte ed alle viventi.

B- Leletto del Capitale


1) Luomo, questo infetto ammasso di materia, viene al mondo nudo come un verme, e, rinchiuso in una scatola, come un burattino, va a marcire sottoterra e la sua putrefazione ingrassa lerba dei campi.
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Chimico svedese, svilupp la teoria atomica, ide la struttura dualistica delle formule, si occup della composizione chimica dei minerali. 3 Chimico francese, classific le sostanze organiche, stabilendo alcuni pesi atomici.

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2) E tuttavia, questo sacco di sporcizia e di fetore che io scelgo per rappresentare me, il Capitale, la cosa pi sublime che esista sotto il sole. 3) Le ostriche e le lumache hanno un valore per le qualit della loro natura bruta, il capitalista conta solo perch io lo scelgo come mio eletto; egli vale solo per il Capitale che rappresenta. 4) Io arricchisco lo scellerato nonostante la sua scelleratezza; impoverisco il giusto nonostante la sua giustizia. Scelgo chi mi pare. 5) Io non scelgo il capitalista n per la sua intelligenza, n per la sua onest, n per la sua bellezza, n per la sua giovinezza. La sua imbecillit, i suoi vizi, la sua bruttezza e la sua decrepitezza sono altrettante testimonianze della mia incalcolabile potenza. 6) Poich io ne faccio il mio eletto, il capitalista incarna la virt, la bellezza, il genio. Gli uomini trovano spirituale la sua sciocchezza, affermano che il suo genio non sa che farsene della scienza dei pedanti; i poeti gli chiedono lispirazione, e gli artisti ricevono in ginocchio le sue critiche come se fossero i decreti del gusto; le donne giurano che egli il Don Giovanni ideale; i filosofi erigono a virt i suoi vizi; gli economisti scoprono che il suo ozio la forza motrice del mondo sociale. 7) Un branco di salariati lavora per il capitalista che beve, mangia, vive dissolutamente e si riposa dal lavoro del suo ventre e del suo basso ventre. 8) Il capitalista non lavora n con la mano, n col cervello. 9) Egli ha un bestiame maschio ed uno femmina per lavorare la terra, forgiare i metalli e tessere le stoffe; ha dei direttori e dei capireparto per dirigere le officine, e dei dotti per pensare. Il capitalista si consacra al lavoro dei cessi: beve e mangia per produrre letame. 10) Io ingrasso leletto con un benessere perpetuo; infatti, cosa c di migliore e pi reale sulla terra che bere, mangiare, vivere in dissolutezza e rallegrarsi? Il resto vanit e rodimento di spirito. 11) Io addolcisco le amarezze e levo le pene da tutte le cose, affinch la vita sia amabile e gradevole per leletto. 12) La vista ha il suo organo; lodorato, il tatto, il gusto, ludito, lamore hanno anchessi i loro organi. Io non rifiuto niente di ci che desiderano gli occhi, la bocca e gli altri organi delleletto. 13) La virt ha una doppia faccia: la virt del capitalista laccontentarsi, quella del salariato il rinunciare. 14) Il capitalista prende sulla terra ci che gli piace; egli il padrone. Se stufo delle donne, risveglier i suoi sensi con delle vergini-bambine. 15) Il capitalista la legge. I legislatori redigono i Codici secondo la sua convenienza, i filosofi accomodano la morale secondo i suoi costumi. Le sue azioni sono buone e giuste. Qualsiasi atto che leda i suoi interessi un crimine e sar punito. 16) Io riservo agli eletti un onore unico, ignorato dai salariati. Fare profitti, ecco la gioia suprema! Se leletto che incassa degli utili perde la sua donna, sua madre, i suoi figli, il suo cane ed il suo onore, si rassegna. Non realizzare pi profitti una disgrazia irreparabile, di cui il capitalista non si consola mai.

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C- Doveri del capitalista


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1) Molti sono i chiamati, pochi gli eletti; ogni giorno io riduco il numero dei miei eletti. 2) Io mi dono ai capitalisti e mi spartisco tra di loro; ciascun eletto riceve in deposito ununica particella di Capitale; ed egli ne conserva il godimento solo se laccresce, solo se la fa fruttificare. Il Capitale si ritira dalle mani di colui che non rispetta la sua legge. 3) Io ho scelto il capitalista perch estragga del plusvalore; accumulare profitti la sua missione. 4) Al fine di essere libero e a suo agio nella caccia agli utili, il capitalista spezza i legami dellamicizia e dellamore; l dove c un guadagno da realizzare egli non conosce n amico, n fratello, n madre, n donna, n figli. 5) Egli si eleva al di sopra delle varie demarcazioni che rinchiudono i mortali in una Patria ed in un partito; prima di essere russo o polacco, francese o prussiano, inglese o irlandese, bianco o nero, leletto sfruttatore; monarchico o repubblicano, conservatore o radicale, cattolico o libero pensatore solo per sopraggiunta. Loro ha un colore, ma davanti ad esso le opinioni dei capitalisti non hanno affatto colore. 6) Il capitalista riscuote con la stessa indifferenza il denaro bagnato di lacrime, il denaro macchiato di sangue, il denaro sporco di fango. 7) Egli non sacrifica nulla a pregiudizi volgari. Non fabbrica per consegnare delle merci di buona qualit, ma per produrre delle merci che diano dei grossi utili. Non fonda delle societ finanziarie per distribuire dei dividendi, ma per impadronirsi dei capitali degli azionisti; perch i piccoli capitali appartengono ai grandi, e, al di sopra di questi ultimi, ci sono capitali ancora pi grandi che li sorvegliano per divorarli nel tempo. Questa la legge del Capitale. 8) Elevando luomo alla dignit del capitalista, io gli trasmetto parte della mia onnipotenza sugli uomini e sulle cose. 9) Il capitalista deve dire: la societ sono io; la morale, sono i miei gusti e le mie passioni; la legge, il mio interesse. 10) Se un solo capitalista leso nei suoi interessi, la societ intera ne soffre; infatti limpossibilit di accrescere il Capitale il male dei mali; il male contro il quale non esistono rimedi. 11) Il capitalista fa produrre e non produce; fa lavorare e non lavora; qualsiasi occupazione manuale ed intellettuale gli interdetta, essa lo devierebbe dalla sua sacra missione: laccumulazione dei profitti. 12) Il capitalista non si trasforma in uno scoiattolo ideologico, che gira una ruota che macina soltanto vento. 13) Egli si preoccupa pochissimo del fatto che i cieli raccontino la gloria di Dio; non indaga se la cicala canti con il suo didietro o con le sue ali e se la formica sia una capitalista .

Lautore dell Ecclesiaste fa senza dubbio allusione a quegli economisti, noiosi dicitori di futilit, che dichiarano che il Capitale anteriore alluomo, perch la formica, accumulando provviste, si comporta da capitalista.

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14) Non si preoccupa n del principio n della fine delle cose, si preoccupa solo di far riportare loro degli utili. 15) Lascia pontificare i teologi delleconomia ortodossa sul monometallismo e sul bimetallismo; ma intasca, senza distinzione, le monete doro e dargento alla sua portata. 16) Lascia agli scienziati, che sono buoni solo a questo, lo studio dei fenomeni della natura ed agli inventori lapplicazione industriale della forze naturali, ma si affretta ad accaparrare le loro scoperte non appena divengono sfruttabili commercialmente. 17) Non si affatica il cervello per sapere se il Bello ed il Buono siano una sola e stessa cosa; ma si regala dei tartufi, cos buoni da mangiare e pi brutti da vedere degli escrementi del maiale. 18) Applaude ai discorsi sulla verit eterna, ma guadagna con le falsificazioni quotidiane. 19) Non specula sullessenza delle virt, della coscienza e dellamore, ma specula sulla loro vendita e sul loro acquisto. 20) Non indaga se la Libert sia buona in s; prende tutte le libert per non lasciarne che il nome ai salariati. 21) Non discute se il Diritto superi la Forza perch sa di avere tutti i diritti in quanto possiede il Capitale. 22) Non n pro n contro il suffragio universale, n pro n contro il suffragio ristretto, ma si serve di tutti e due: compra gli elettori del suffragio ristretto ed inganna quelli del suffragio universale. Se proprio deve scegliere, si pronuncia per questultimo perch pi economico: infatti, se obbligato a comprare gli elettori e gli eletti del suffragio ristretto, gli basta comprare gli eletti del suffragio universale. 23) Non si immischia nelle dispute sul libero scambio e sul protezionismo: , volta per volta, liberoscambista e protezionista secondo le convenienze del suo commercio e della sua industria. 24) Non ha alcun principio: eccetto il principio di non avere princpi.

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25) Il capitalista nella mia mano la verga di bronzo per condurre lindocile branco dei salariati. 26) Il capitalista soffoca nel suo cuore ogni sentimento umano, senza piet; tratta il suo simile pi duramente della sua bestia da soma. Gli uomini, le donne ed i bambini non gli appaiono che come macchine da cui trarre profitto. Egli indurisce il suo cuore, affinch i suoi occhi contemplino le miserie dei salariati ed affinch le sue orecchie sentano le loro grida di dolore, ed egli non ne venga minimamente scosso. 27) Come una pressa idraulica discende lentamente, infallibilmente, riducendo al pi sottile volume, alla pi perfetta essiccazione la polpa sotto la sua azione, cos il capitalista pressando e torcendo il salariato, estrae il lavoro che i muscoli ed i nervi di questo contengono; ogni goccia di sudore che il salariato asciuga si trasforma in capitale. Quando, sfinito e spossato, il salariato non rende pi sotto la sua torsione il pluslavoro che produce del plusvalore, il capitalista lo getta sulla strada come si fa con gli avanzi e le spazzature delle cucine. 25

28) Il capitalista che risparmia il salariato mi tradisce e si tradisce. 29) Il capitalista trasforma in merce luomo, la donna ed il bambino, affinch chi non possiede n sego, n lana, n una qualsiasi merce, abbia per lo meno qualcosa da vendere, la sua forza muscolare, la sua intelligenza, la sua coscienza. Per trasformarsi in capitale, luomo deve prima diventare merce. 30) Io sono il Capitale, il padrone delluniverso, il capitalista il mio rappresentante: davanti a lui gli uomini sono uguali, tutti ugualmente curvi sotto il suo sfruttamento. Il bracciante che presta la sua forza, lingegnere che offre la sua intelligenza, il cassiere che vende la sua onest, il deputato che mercanteggia la propria coscienza, la prostituta che d in prestito il suo sesso, sono per il capitalista dei salariati da sfruttare. 31) Il capitalista perfeziona il salariato: lo obbliga a riprodurre la propria forza-lavoro con un cibo grossolano e falsificato, affinch la venda a miglior mercato, e lo obbliga ad acquisire lascetismo dellanacoreta, la pazienza dellasino e lassiduit al lavoro del bue. 32) Il salariato appartiene al capitalista: la sua bestia da lavoro, il suo bene patrimoniale, la sua cosa. Nellofficina, in cui non ci si deve accorgere n di quando il sole sorge n di quando comincia la notte, il capitalista punta sulloperaio cento occhi vigili, affinch egli non si allontani dal suo lavoro n con un gesto, n con una parola. 33) Il tempo del salariato denaro: ogni minuto che egli perde un furto che commette. 34) Loppressione del capitalista segue il salariato come la sua ombra persino nella sua catapecchia, perch egli non deve rovinarsi la mente con letture e discorsi socialisti, n affaticare il corpo con divertimenti. Egli deve rientrare a casa uscendo dallofficina, mangiare e coricarsi per apportare il giorno dopo al suo padrone un corpo fresco e in forma ed uno spirito rassegnato. 35) Il capitalista non riconosce al salariato alcun diritto, nemmeno quel diritto alla schiavit che il diritto al lavoro. 36) Egli spoglia il salariato della sua intelligenza e della sua abilit manuale e li infonde nelle macchine che non si ribellano.

D- Massime della saggezza divina


1) Il marinaio assalito dalla tempesta; il minatore vive tra il grisou e le frane; loperaio si muove tra le ruote e le cinghie della macchina di ferro; la mutilazione e la morte si ergono davanti al salariato che lavora: il capitalista che non lavora al riparo da ogni danno. 2) Il lavoro spossa, uccide e non arricchisce: si ammassa una fortuna non lavorando, ma facendo lavorare gli altri. 3) La propriet il frutto del lavoro e la ricompensa della pigrizia.

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4) Non si cava vino da un sassolino, n profitti da un cadavere: si sfruttano solo i vivi. Il boia che ghigliottina un criminale defrauda il capitalista di un animale da sfruttare . 5) Il denaro e tutto ci che frutta non hanno affatto odore. 6) Il denaro riscatta le sue qualit turpi con la sua quantit. 7) Il denaro sostituisce, in chi lo possiede, la virt. 8) Una buona azione non un buon investimento che d interessi. 9) Coricandosi meglio dirsi: Io ho fatto un buon affare, piuttosto che dirsi: Ho fatto una buona azione. 10) Il padrone che fa lavorare i salariati quattordici ore su ventiquattro non perde la sua giornata. 11) Non risparmiare n il buono, n il cattivo operaio perch sia il buono che il cattivo cavallo hanno bisogno dello sperone. 12) Lalbero che non d frutti deve essere divelto e bruciato; loperaio che non d pi dei profitti deve essere condannato alla fame. 13) Loperaio che si ribella, nutrilo col piombo. 14) La foglia di gelso impiega pi tempo a trasformarsi in seta che il salariato a trasformarsi in capitale. 15) Rubare in grande e restituire in piccolo, filantropia. 16) Fare collaborare tra loro gli operai affinch edifichino la tua propria fortuna, cooperazione. 17) Prendere la maggior parte dei frutti del lavoro, partecipazione. 18) Il capitalista, libertario fanatico, non pratica lelemosina, perch essa toglie al disoccupato la libert di morire di fame. 19) Gli uomini sono soltanto macchine per produrre e per consumare: il capitalista compra le une e corre dietro alle altre. 20) Il capitalista ha due lingue nella sua bocca, una per comperare, laltra per vendere. 21) La bocca che mente rivitalizza la Borsa. 22) La delicatezza e lonesta sono i veleni degli affari. 23) Rubare a tutti come non rubare a nessuno. 24) Dimostra che luomo capace di devozione, come il barboncino, consacrandoti a te stesso. 25) Diffida delluomo disonesto, ma non ti fidare delluomo onesto. 26) Promettere dimostra bonomia e urbanit, ma mantenere la propria promessa denota debolezza mentale. 27) Le monete sono coniate con leffige del sovrano o della repubblica, perch, come gli uccelli del cielo, non appartengono che a chi le acchiappa. 28) Le monete da cento franchi si raccolgono sempre dopo esser cadute, anche se sono cadute nella merda. 29) Tu ti preoccupi di molte cose, ti crei molti problemi, ti sforzi di essere onesto, ambisci al sapere, aspiri ai posti migliori, cerchi gli onori, e tutto ci non che vanit e pastura di vento; una cosa sola necessaria: il Capitale, ancora e sempre il Capitale. 30) La giovinezza appassisce, la bellezza avvizzisce, lintelligenza si offusca, loro, solo loro, non arrugginisce n invecchia. 31) Il denaro lanima del capitalista ed il motore delle sue azioni.

LEcclesiaste ci rivela la ragione capitalistica delle campagne per labolizione della pena di morte condotte con tanto fracasso da Victor Hugo e dagli altri ciarlatani dellumanitarismo.

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32) Lo dico in verit, c pi gloria nellessere un portafoglio imbottito di denaro e di biglietti di banca che nellessere un uomo pi carico di capacit e di virt di un asino che sta portando ortaggi al mercato. 33) Il genio, lingegno, il pudore, lonest, la bellezza, esistono solo perch hanno un valore venale. 34) La virt e la capacit di lavoro non sono utili che in altri. 35) Non c niente di meglio per il capitalista che bere, mangiare e vivere dissolutamente: questo anche ci che gli rester di pi certo quando avr terminato i suoi giorni. 36) Finch vive tra gli uomini che il sole illumina e riscalda, il capitalista deve godere e spassarsela perch non si vive due volte la stessa ora e non si scappa alla cattiva e brutta vecchiaia che prende gli uomini per la testa e li spinge nella tomba. 37) Al sepolcro dove vai, le tue virt non ti accompagneranno: non troverai che vermi. 38) Eccetto un ventre pieno e che digerisce gagliardamente e sensi robusti e soddisfatti, non c che vanit e rodimento di spirito.

E- Ultima verba
1) Io sono il Capitale, il re del mondo. 2) Io cammino scortato dalla menzogna, dallinvidia, dallavarizia, dalla sofferenza e dallomicidio. Io apporto la divisione nella famiglia e la guerra nella citt. Io semino, dovunque passo, lodio, la disperazione, la miseria e la fame. 3) Io sono il Dio implacabile. Io mi piazzo tra le discordie e le sofferenze. Io torturo i salariati e non risparmio neppure i capitalisti miei eletti. 4) Il salariato non pu sfuggirmi: se per caso valica le montagne, mi trova al di l dei monti; se attraversa i mari, io lo aspetto sulla riva in cui sbarca. Il salariato mio prigioniero e la terra la sua prigione. 5) Io ingozzo i capitalisti con un benessere pesante, stupido e ricco di malattie. Io eviro corporalmente ed intellettualmente i miei eletti: la loro razza si estingue nellimbecillit e nellimpotenza. 6) Io colmo i capitalisti di tutto ci che desiderano e li castro di ogni desiderio. Io carico le loro tavole con cibi appetitosi e sopprimo lappetito. Io orno i loro letti di donne giovani ed esperte in carezze ed intorpidisco i loro sessi. Tutto luniverso per loro insulso, fastidioso e faticoso: vivono nella noia, invocano il nulla e lidea della morte li fa rabbrividire nella paura. 7) A mio piacere e senza che la ragione umana possa scrutare le mie motivazioni, io colpisco i miei eletti, li precipito nella miseria, la tortura dei salariati. 8) I capitalisti sono i miei strumenti. Mi servo di loro come di una frusta dalle mille corregge per flagellare lo stupido branco dei salariati. Io elevo i miei eletti al primo rango della societ e li disprezzo. 9) Io sono il Dio che guida gli uomini e confonde la loro ragione. 10) Il poeta dei tempi antichi ha predetto lera del Capitalismo; egli da detto:

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<< Ora, i mali sono frammisti al bene; ma un giorno non ci saranno pi n legami di famiglia, n giustizia, n virt. Ade e Nemesi risaliranno in cielo ed il male sar senza rimedio >> . I tempi annunciati sono venuti: come i mostri voraci dei mari e le bestie feroci dei boschi, gli uomini si divoreranno tra loro, selvaggiamente. 11) Io rido della saggezza umana. << Lavora, e la carestia ti scanser; lavora, e i tuoi granai si riempiranno di provviste >> diceva la saggezza antica. Io ho detto: << Lavora, e le difficolt e la miseria saranno le tue fedeli compagne; lavora e lascerai la tua casa al Monte di Piet >>. 12) Io sono il Dio che sconvolge gli Imperi: io curvo sotto il mio giogo egualitario i superbi; io stritolo linsolente ed egoista individualit umana; io plasmo limbecille umanit per luguaglianza. Io accoppio e lego i salariati ed i capitalisti allelaborazione dello stampo comunista della futura societ. 13) Gli uomini hanno cacciato dai cieli Brama, Giove, Jahv, Ges, Allah; io mi suicider. 14) Quando il comunismo sar la legge della societ, il regno del Capitale, il Dio che incarna le generazioni del passato e del presente, sar finito. Il Capitale non dominer pi il mondo, ma obbedir al lavoro che odia. Luomo non si inginocchier pi davanti allopera delle sue mani e del suo cervello; egli si rimetter sui suoi piedi ed in piedi guarder la natura, da padrone. 15) Il Capitale sar lultimo degli Di.

Questa predizione dei tempi capitalistici, pi veritiera di quella dei profeti che annunciavano la venuta di Ges, si trova in Le opere e i giorni, di Esiodo.

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V Preghiere capitalistiche
A- Orazione domenicale
Oh Capitale, padre nostro, che sei di questo mondo, Dio onnipotente, che cambi il corso dei fiumi e trafori le montagne, che separi i continenti ed unisci le nazioni; Creatore delle merci e sorgente di vita, che comandi ai re ed ai sudditi, ai padroni ed ai salariati, che il Tuo regno si stabilisca su tutta la terra. Donaci molti compratori per le nostre merci, di quelle buone cos come di quelle cattive; Donaci dei lavoratori miserabili che accettino senza fiatare ogni tipo di lavoro e si accontentino del pi vile salario; Donaci dei merli che credano al nostro programma; Fa che i nostri debitori paghino integralmente il loro debiti e che la Banca sconti sempre la nostra cambiale; Fa che Mazas 1 non si apra mai per noi ed allontana da noi il fallimento; E dacci delle rendite perpetue. Amen.

B- Credo
Io credo nel Capitale che governa la materia e lo spirito; Io credo nel Profitto, suo legittimissimo figlio, e nel Credito, lo Spirito Santo, che procede da lui

Il Padre Nostro dei cristiani, redatto da mendicanti e vagabondi per dei poveri diavoli oppressi dai debiti, domandava a Dio la remissione degli stessi: dimitte nobis debita nostra, dice il testo latino. Ma quando dei proprietari terrieri e degli usurai si convertirono al cristianesimo, i Padri della Chiesa tradirono il testo originale e tradussero impudentemente debita con: peccati, offese. Terulliano, dottore della Chiesa e ricco proprietario, che senza dubbio possedeva dei crediti su una folla di persone, scrisse una dissertazione sullOrazione domenicale e sostenne che bisognava intendere la parola debita nel senso di peccati, i soli debiti che i cristiani assolvono. La Religione del Capitale, pi avanzata della religione cattolica, doveva reclamare lintegrale pagamento dei debiti: il credito, infatti, lanima delle transazioni capitalistiche. 1 Carcere parigino inaugurato nel 1850 e allepoca molto noto.

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ed adorato congiuntamente; Io credo nellOro e nellArgento, che, torturati nella Zecca, fusi nel crogiolo e pesati nel bilanciere, riappaiono al mondo Moneta legale, e che, considerati troppo pesanti, dopo essere circolati su tutta la terra, discendono nei sotterranei della Banca per risuscitare Carta-moneta; Io credo nella Rendita al 5%, al 4% ed anche al 3%, cos come nella Giusta Quotazione dei valori; Io credo nel Grande Libro del Debito Pubblico, che garantisce il Capitale dai rischi del commercio, dellindustria e dellusura; Io credo nella Propriet individuale, frutto del lavoro degli altri e nella sua durata fino alla fine dei secoli; Io credo nelleternit del Rapporto Salariale, che libera il lavoratore dalle preoccupazioni della propriet; Io credo nel Prolungamento della giornata lavorativa e nella Riduzione dei salari ed anche nellAdulterazione dei prodotti; Io credo nel sacro dogma: COMPRARE A BUON MERCATO E VENDER CARO; e similmente credo nei principi della nostra santissima chiesa, lEconomia Politica Ortodossa. Amen.

C- Salutazione (Ave Miseria)


Salve, oh Miseria, che schiacci e che domini il lavoratore, che dilani le sue viscere con la fame, tormentatrice infaticabile, che lo condanni a vendere la sua libert e la sua vita per un boccone di pane; Che stronchi lo spirito di rivolta, che infliggi al produttore diretto, alla sua donna ed ai suoi figli i lavori forzati dei bagni penali capitalistici, salve, oh Miseria, piena di grazia. Vergine Santa, che generi il Profitto capitalistico, dea temibile che ci consegni la classe avvilita dei salariati, sii benigna. Madre tenera e feconda del pluslavoro, generatrice di rendita, veglia su di noi e sui nostri. Amen.

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D- Adorazione delloro
Oro, merce miracolosa, che porti nel tuo seno le altre merci; Oro, merce primigenia, in cui ogni merce si converte; Dio che sa tutto misurare. Oh Tu, la pi perfetta, la pi ideale materializzazione del Dio-Capitale, Oh Tu, il pi nobile, il pi magnifico elemento della natura, Oh Tu, che non conosci n la muffa n i punteruoli 2 , n la ruggine; Oro, inalterabile merce, fiore smagliante, raggio radioso, sole risplendente; Metallo sempre vergine, che, strappato dalle viscere della terra, la madre antica delle cose, ritorni a scappartene, lontano dalla luce, nelle casseforti degli usurai e nei sotterranei della Banca e che, dal fondo dei nascondigli ove ti rannicchi, trasmetti alla carta vile e miserabile la Tua forza, che essa raddoppia e decuplica; Oro inerte, che rimuovi luniverso, davanti alla Tua luminosa maest i viventi si inginocchieranno e ti adoreranno umilmente; Accorda la Tua grazia divina ai fedeli che Ti implorano e che, per possederti, sacrificano lonore e la virt, la stima degli uomini e lamore delle donne del loro cuore e dei fanciulli della loro carne e che affrontano il disprezzo di se stessi.

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Oro, padrone sovrano, sempre invincibile, Tu leterno vincitore, ascolta le nostre preghiere; Costruttore di citt e distruttore di imperi; Stella polare della morale. Oh Tu, che pesi le coscienze; Oh Tu, che detti legge alle nazioni e che curvi sotto il tuo giogo i papi e gli imperatori, ascolta le nostre preghiere; Oh Tu, che insegni allo scienziato a falsificare la scienza, che persuadi la madre a vendere la verginit di sua figlia e che costringi luomo libero ad accettare la schiavit della fabbrica, ascolta le nostre preghiere; Oh Tu, che compri le sentenze del giudice ed i voti del deputato, ascolta le nostre preghiere;
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Piccoli insetti coleotteri molto nocivi allagricoltura.

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Oh Tu, che produci dei fiori e dei frutti sconosciuti alla natura, che semini i vizi e le virt, che generi le arti ed il lusso, ascolta le nostre preghiere; Oh Tu, che prolunghi gli anni inutili dellozioso e che abbrevi i giorni del lavoratore, ascolta le nostre preghiere; Oh Tu, che sorridi al capitalista nella sua culla e che percuoti il proletario ancora in seno alla madre, ascolta le nostre preghiere.

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Oro, viaggiatore infaticabile, che sei a tuo agio nei raggiri e nei cavilli, esaudisci le nostre voci; Interprete di tutte le lingue, mediatore sottile, irresistibile seduttore, campione di misura degli uomini e delle cose, esaudisci le nostre voci; Messaggero di pace e fautore di discordie, distributore di piacere e di pluslavoro, ausiliario della virt e della corruzione, esaudisci le nostre voci; Dio della persuasione, che fai sentire i sordi e sciogli la lingua ai muti, esaudisci le nostre voci; Oro maledetto ed invocato da innumerevoli preghiere, venerato dai capitalisti ed amato dalle cortigiane, esaudisci le nostre voci; Dispensatore dei beni e dei mali, disgrazia e gioia degli uomini, guaritore dei malati e balsamo dei dolori, esaudisci le nostre voci; Oh Tu, che affascini il mondo e perverti la ragione umana; Oh Tu, che abbellisci le bruttezze ed adorni le disgrazie; Generatore universale di rispettabilit, che rendi onorevoli la vergogna ed il disonore e che rendi leciti furto e prostituzione, esaudisci le nostre voci; Oh Tu, che colmi la vilt delle glorie dovute al coraggio, che accordi alla bruttezza gli omaggi dovuti alla belt, che doni alla decrepitezza gli amori dovuti alla giovinezza, mago malvagio, esaudisci le nostre voci; Demone che scatena lomicidio e suggerisce la follia, 34

esaudisci le nostre voci; Fiaccola che rischiara le strade della vita, guida e protettore, salvezza dei capitalisti, esaudisci le nostre voci.

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Oro, re di gloria, sole di giustizia. Oro, forza e gioia della vita. Oro, oh illustre, vieni a noi; Oro, amabile per il capitalista e temibile per il produttore diretto, vieni a noi; Specchio dei piaceri; Oh Tu, che doni ai nullafacenti i frutti del lavoro, vieni a noi; Oh Tu, che riempi le cantine ed i solai di quelli che non vangano n potano le vigne, di quelli che non arano, n mietono, vieni a noi; Oh Tu, che nutri di carne e di pesci quelli che non portano le greggi a pascolare, n sfidano le tempeste del mare, vieni a noi; Oh Tu, la forza e la scienza e lintelligenza del capitalista, vieni a noi; Oh Tu, la virt e la gloria, la bellezza e lonore del capitalista, vieni a noi; Oh! Vieni a noi, Oro seducente, speranza suprema, principio e fine di ogni azione, di ogni pensiero, di ogni sentimento capitalistico. Amen.

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VI Lagnanze di Job Rothschild, il capitalista


Oh Capitale, mio Dio e padrone, perch mi hai abbandonato? Quale mancanza ho dunque commesso affinch tu mi scaraventi gi dalle altezze della prosperit e mi schiacci col peso della dura povert? Non sono forse vissuto secondo la Tua legge? Le mie azioni non sono state rette e legali? Posso rimproverarmi di aver mai lavorato? Non mi sono concesso tutti i piaceri che i miei milioni ed i miei sensi mi permettevano? Non ho tenuto al lavoro giorno e notte, uomini, donne e bambini fino al limite delle loro forzeed anche oltre? Ho mai dato loro qualcosa in pi di un salario da fame? Mi sono mai lasciato commuovere dalla miseria e dalla disperazione dei miei operai? Capitale, mio Dio, ho adulterato le merci che vendevo, senza preoccuparmi di sapere se avvelenavo i consumatori; ho spogliato dei loro capitali i merli che si sono lasciati convincere dai miei programmi. Io non ho vissuto che per gioire e per lasciarmi arricchire; e Tu hai benedetto la mia condotta irreprensibile e la mia vita encomiabile accordandomi donne, figli, cavalli e servitori, i piaceri del corpo e le gioie della vanit. Ed ecco che ho perso tutto, tutto, e sono diventato un oggetto di scarto. I miei concorrenti gioiscono della mia rovina ed i miei amici mi evitano; mi rifiutano persino i consigli inutili, persino i rimproveri: mi ignorano del tutto. Le mie amanti mi infangano con le carrozze comprate coi miei soldi. La miseria si richiude su di me e, come le mura di una prigione, mi separa dal resto degli uomini. Io sono solo e tutto nero in me e fuori di me. La mia donna, che non ha pi soldi per truccarsi ed imbellettarsi il viso, mi appare in tutta la sua bruttezza, mio figlio, allevato per non far niente, non comprende lentit della mia disgrazia -lidiota!-, gli occhi di mia figlia colano come due fontane al ricordo dei matrimoni mancati. Ma cosa sono le disgrazie dei miei rispetto alla mia sventura? L dove ho comandato da padrone, mi si caccia quando vado ad offrirmi come impiegato. Tutto per me lezzo ed immondizia nel mio tugurio; il mio corpo indolenzito dalla durezza del letto e morso dalle cimici e dagli insetti immondi non trova pi riposo, il mio spirito non gusta pi il sonno che porta loblio. Oh, come sono felici i miserabili che non hanno mai conosciuto che la povert e la sporcizia! Essi ignorano ci che delicato, ci che buono; la loro pelle ispessita ed i loro sensi intorpiditi non provano alcun disgusto. Perch avermi fatto assaporare la felicit per poi lasciarmene il ricordo, pi pungente di un debito di gioco? Meglio sarebbe stato, oh Signore, farmi nascere nella miseria che condannarmi ad imputridirvi dopo avermi allevato nella fortuna. Cosa posso fare per guadagnare il mio miserabile pane? Le mie mani, che non hanno portato che anelli e che non hanno maneggiato che biglietti di banca, non possono reggere gli arnesi da lavoro. Il mio cervello, che non si occupato che di fuggire il lavoro, di riposarsi dalle fatiche della 37

ricchezza, di evitare le noie dellozio e di superare i disgusti della saziet, non pu prestare lattenzione necessaria per copiare lettere ed addizionare cifre. Ma, Signore, possibile che Tu colpisca cos implacabilmente un uomo che non ha mai disobbedito ad uno dei tuoi comandamenti? Ma male, ingiusto, immorale che io perda i beni che il lavoro degli altri aveva cos penosamente ammassato per me. I capitalisti, miei simili, vedendo la mia disgrazia sapranno che la Tua grazia capricciosa, che Tu laccordi senza ragione e che Tu la ritiri senza causa. Chi vorr credere in Te? Quale capitalista sar abbastanza temerario, abbastanza insensato da accettare la Tua legge, da rammollirsi nella poltroneria, nei piaceri e nellinutilit, se lavvenire cos incerto, cos minaccioso, se il vento pi leggero che soffia alla Borsa rovescia le fortune pi solide, se nulla stabile, se il ricco di oggi sar il fallito di domani? Gli uomini ti malediranno, Dio-Capitale, contemplando la mia degradazione; essi negheranno la Tua potenza calcolando laltezza della mia caduta, respingeranno i Tuoi favori. Per la Tua gloria, riportami nella posizione perduta, rielevami dalla mia abiezione, perch il mio cuore si gonfia di fiele, e parole dodio ed imprecazioni si accalcano sulle mie labbra. Dio feroce, Dio accecato, Dio stupido, fa attenzione che i ricchi non aprano infine gli occhi e non si accorgano che camminano spensierati ed incoscienti sui bordi di un precipizio; paventa che non vi gettino Te per colmarlo, che essi non si uniscano ai comunisti per sopprimerti! Ma che bestemmie ho proferito! Dio potente, perdonami queste parole imprudenti ed empie! Tu sei il padrone, che distribuisce i beni senza che uno se li meriti e che li riprende senza che uno li demeriti, Tu agisci secondo il Tuo arbitrio, Tu sai quello che fai. Tu mi schiacci per il mio bene, Tu mi metti alla prova nel mio interesse. Oh Dio dolce ed amabile, rendimi i Tuoi favori: Tu sei la giustizia e, se Tu mi colpisci, qualche torto ignoto avr commesso. Oh Signore, io faccio voto di seguire pi rigorosamente la Tua legge se Tu mi ridarai la ricchezza. Sfrutter meglio e di pi i miei salariati; inganner pi astutamente i consumatori e deruber pi a fondo i creduloni. Io Ti sono sottomesso, come il cane al padrone che lo batte, io sono la Tua cosa, che sia fatta la Tua volont! Per copia conforme: Paul Lafargue

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Indice

Capitolo I Capitolo II Capitolo III Capitolo IV Capitolo V Capitolo VI

pag. 3 pag. 9 pag. 13 pag. 21 pag. 31 pag. 37

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