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4} Estensioni del modello neoclassico 4.1. Introduzione Il capitolo precedente‘ha posto in luce gli elementi di base ed alcune delle ca- ratteristiche salienti, sia di breve che di lungo periodo, del modello di Solow. Pro- prio per la sua essenzialita, esso ha lasciato insoluti molti quesiti relativi alla cre- scita di lungo periodo dell’economia, in primo luogo la crescita delle variabili cru- ciali quali il capitale e il prodotto pro capite, nonché il ruolo del capitale umano. In questo ¢ nei capitoli successivi si cerchera di colmare alcune di queste la- cune, iniziando proprio dall’introduzione del progresso tecnologico e del capitale umano nel modello di base. Inoltre, si far’ cenno ad uno sviluppo collaterale del- Ia letteratura, inaugurato sempre da Solow con un articolo del 1957, relativo alla cosiddetta “contabilita della crescita” il cui scopo é quello di evidenziare il ruolo che l'accumulazione dei vari fattori produttivi e il progresso tecnologico hanno nella spiegazione del tasso di crescita del prodotto nel Iungo periodo. Per quanto riguarda il capitale umano, il contributo fondamentale alla teoria & stato apportato da Mankiw, Romer e Weil con un articolo pubblicato nel 1992 a oltre trent’ anni di distanza rispetto al lavoro pionieristico di Solow. Il pregio maggiore del mo- dello di Mankiw, Romer e Weil 2 quello della semplicita e, allo stesso tempo, quello di fornire una spiegazione plausibile ad alcune incongruenze — tra le quali quella evidenziata nel capitolo precedente relativa alla velocita di convergenza — tra risultati empirici e previsioni teoriche del modello neoclassico di base. 4.2. Progresso tecnologico esogeno Il modo pitt semplice per far si che nel lungo periodo il prodotto pro capite presenti un tasso di crescita positivo @ quello di introdurre un meccanismo per il 92 Estensioni del modello neoclassico progresso tecnologico in modo che, per il semplice effetto del trascorrere del tempo, la funzione di produzione si sposti in continuazione verso I’alto aumen- tando, per questa via, Ia frontiera delle possibilita tecniche di produzione. In termini formali, la funzione di produzione in presenza di progresso tecno- logico esogeno si differenzia rispetto alla (3.1) utilizzata nel capitolo preceden- te perché fa dipendere il prodotto finale ¥,, oltre che dalla quantita di capitale K; e di lavoro L, disponibili in un certo istante del tempo, anche da un indice tem- porale che riflette lo stato della tecnologia che varia nel tempo: Y¥, = F (Ky Ly 1). (41) Ai fini pratici, si possono immaginare diverse formulazioni del progresso tec- nologico; tuttavia, se si vuole continuare ad assumere la presenza di rendimenti costanti di scala, rendimenti decrescenti rispetto ai singoli fattori produttivi e, contemporaneamente, garantire che il sistema economico possieda un equilibrio di lungo perigdo con tassi di crescita costanti, allora & necessario assumere che il progresso tecnologico assuma una forma ben precisa che viene deta accrescitiva di lavoro (labour augmenting). Con questo si intende che I’effetto del progresso tecnologico & quello di rendere sempre pitt produttivo il lavoro impiegato nella produzione nel senso che, come caso limite e a parita di utilizzo del fattore capi- tale, si pud anche ipotizzare che la forza lavoro complessiva nell’economia sia stazionaria e, cid nonostante, la quantita “effettiva’” di lavoro cresca perché cresce Labilita dei lavoratori. Alternativamente, si pud pensare di produrre la stessa quantita di prodotto finale utilizzando via via meno lavoratori perché quelli che restano impegnati nel processo produttivo diventano sempre pitt produttivi. Altre possibili forme che possono essere assunte dal progresso tecnologico sono quella accrescitiva di capitale (capital augmenting), ovvero accrescitiva di capitale e di lavoro (capital and labour augmenting). Anche a queste & imme- diato dare un’ interpretazione analoga a quanto fatto per il progresso tecnologico accrescitivo di lavoro, per cui non ci dilunghiamo oltre, limitandoci ad afferma- re che, come posto in rilievo da Barro e Sala-i-Martin (1995), non si tratta di ipotizzare una forma funzionale specifica al solo fine della modellizzazione ma- tematica — tra l’altro @ possibile costruire modelli di crescita che non possiedo- no uno stato stazionario, nei quali i tassi di crescita dei fattori differiscono — si tratta, viceversa, di formalizzare un modello tenendo conto delle esperienze concrete vissute nella gran parte dei paesi, perlomeno di quelli sviluppati, che presentano appunto un trend di crescita di lungo periodo costante. A questo si aggiunga il fatto che, nel proseguo dell’analisi, spesso si utilizzera come forma funzionale specifica la Cobb-Douglas e che, in questo caso, la distinzione tra i vari tipi di progresso tecnologico cui si & accennato é irrilevante. Dalla teoria dello sviluppo alla teoria della crescita 93 4.3. II modello di Solow con progresso tecnologico esogeno Se supponiamo che il progresso tecnologico sia del tipo labour augmenting, Ja funzione di produzione (4.1) pud riscriversi come segue: Y= F (K,, AL,), (4.2) dove A, = Ages 2 il progresso tecnologico che cresce esogenamente al tasso Be La funzione (4.2) si assume che abbia le Stesse caratteristiche della (3.1) — es- senzialita dei fattori produttivi, rendimenti costanti di scala, produttivit’ margi- nale decrescente dei fattori — con riferimento perd alla nuova variabile A,L, an- ziché ad L,. Il termine A,L, misura la forza lavoro effettiva o in unita efficienza €, come detto in precedenza, rappresenta in qualche modo la capacitA produttiva del lavoro “corretta’ per tenere conto del progresso tecnologico. Procedendo in maniera del tutto analoga a quanto fatto nel capitolo prece- dente, data l’ipotesi dei rendimenti costanti di scala, possiamo moltiplicare i due termini della funzione di produzione (4.2) per 1/AyL, in modo da ottenere la funzione di produzione in forma intensiva e in unita efficienza: rf seqieeat (4.3) vale a dire: K, - J, =F) —L1 l= £(&,), (4.4) 5s ( AL } rl) dove 5, =%/AiL, © ky = K,/A,L, sono, rispettivamente, il prodotto e il capi- tale espressi in termini di unita efficienza anziché in termini pro capite come nella (3.7). Condizioni analoghe a quelle espresse dalla (3.8) continuano ad es- sere valide anche per la (4.4): 1&)>0. 7G )0, (4.33) per fare questo, bisogna calcolare la derivata di k, rispetto a &, e valutarla nel 2 Un diagramma di fase consente la rappresentazione geometrica di un sistema i due equazioni differenziali tracciando, da un lato, una curva i demarcazione per ciascuna delle due equazioni in tase alla quale & possibile rappresentare le combinazioni delle due vatiabili che. garantiscon? equilibrio di lungo periodo, dal’altro, individuando — per le diverse regiont del grafico delimitate dalle curve di demarcazione - in quale direzione si muovono le variabili al di fuori dell’equilibrio. 104 Estensioni del modello neoclassico punto di equilibrio. Procedendo in questo ‘modo, dopo diversi passaggi, si ottiene: dk, dk, ie =(a-Nnt+s +8) <0. (4.34) Tl segno negativo di questa derivata indica che all’aumentare di k,, k, dimi- nuisce, ovvero che all'aumentare del capitale fisico in unita efficienza, il suo asso istantaneo di crescita diminuisce, Questa circostanza non deve sorprende- re in quanto, ancora una volta, essa riflette {a proprieta dei rendimenti marginali decrescenti in modo del tutto analogo a quanto accade nel modello di Solow con un sold fattore produttivo. In termini grafici il segno negativo della (4.34) indica che, procedendo da sinistra verso destra nella Figura 4.2, k, passa da po- sitivo a negativo, assumendo valore null ‘esattamente in corrispondenza della curva &, =0 che dbbiamo tracciato, Questo fatto giustifica la direzione delle frecce che indicano il comportamento di &, per un dato livello del capitale u- mano: crescente sulla sinistra, decrescente sulla destra. Figura 4.2. - La curva k, =0 eladinamica del capitale fisico Dalla teoria dello sviluppo alla teoria della crescita 105 Figura 4.3. -La curva i, =0 e ladinamica del capitale umano Veniamo adesso all’equazione (4.26) relativa al tasso di crescita del capitale umano. Da essa si pud ricavare una seconda relazione di stato stazionario tra Eq e hy, infatti per h, =0 si vede che: Lo _ (ne gt 8 > spk ght =(ntg+d)hs, > in [ fe } Fgh (435) 1H Ja quale, in questo caso, risulta crescente ma in misura meno che proporzionale in virtd del fatto che: ah dk <0 (4.36) Di conseguenza, nella Figura 4.3 la curva che definisce questa seconda condizione di equilibrio & concava, Analogamente a quanto fatto per il capita- Te fisico, anche per il capitale umano se ne pud determinare 'andamento nei pressi dello stato stazionario, per un dato livello del capitale fisico. Calcolan- do la derivata di fy, rispetto a fi, ¢ valutandola nel punto di equilibrio, si pud 106 Estensioni del modelto neoclassico dimostrare che: dh, =(y-Dntg +8)<0 (437) dh,|- - eas ‘Anche in questo caso dunque, il segne & negativo e indica che, in virth det rendimenti decrescenti € per un dato {ivello del capitale fisico, all’ aumentare del livello del capitale umano, il suo tasso jstantaneo di variazione diminuisce- Nella Figura 4.3 questa caratteristica © rappresentata tramite le due frecee che indicano, la prima, come al di sone della curva h, =0 —che rappresenta le combinazioni di capitale fisico e capitale umine che garantiscono la costanza di quest’ ultimo — il tasso di crescita del capitale umano sia positivo, la seconda, some al di sopra di detta curva, ¢ss0 Sit rnegativo. In altre parole, al di sopra della curva h, = 0, il capitale umano diminuisce, al di sotto aumenta- Trisultato finale di questa analisi & Nintetizzato nella Figura 4.4, nella quale sono riportate le due figure precedent & $i individuano quattro regioni, corrispon- Figura 44.~ Il modello di Mankiw, Romer e Weil: dinamica di transizione € stato sta- zionario Dalla teoria dello sviluppo alla teoria delta crescita 107 denti ad altrettante possibili combinazioni iniziali, nonché a dinamiche diffe- renziate, dei due tipi di capitale, delimitate dall’incrocio delle due curve k,=0 eh, =0 nel punto E, che rappresenta l’equilibrio di lungo periodo di stato sta- zionario di questa economia con un livello del capitale fisico e del capitale u- mano pati, rispettivamente, a &,, ea h,,. Si noti che tale equilibrio @ stabile nel senso che, data qualsiasi combinazione iniziale dei due tipi di capitale, Peconomia raggiunge sempre il punto E. Se ad esempio il sistema economico si trova inizialmente con una dotazione iniziale di capitale fisico e di capitale u- mano che ricade nella I° regione, allora si vede come il processo di sviluppo de~ termina un aumento di entrambi, fino a che non si raggiunge I’equilibrio. Nella III’ regione il capitale umano e quello fisico sono, in un certo senso, “eccessi- vi” per cui economia decumula capitale. Questa situazione & del tutto analoga a quanto accade nel modello senza capitale umano, quando il livello iniziale del capitale fisico & superiore rispetto al livello di steady stare. Le dinamiche delle ultime due regioni, la II? e la IV°, sono pitt complesse e normalmente compor- tano l’aumento di uno dei due tipi di capitale ¢ la riduzione dell’altro. Anda- meati contrastanti di questo tipo sono dovuti allo squilibrio iniziale molto mar- cato nelle dotazioni fattoriali dei due tipi di capitale. 4.5.1.3. Velocita di convergenza ed elasticita del prodotto Come posto in evidenza nell’ Appendice alla fine del capitolo, anche per questo modello si pud determinare la velocita di convergenza verso I'equilibrio di lungo petiodo, nonché le due equazioni di convergenza, quella assoluta quella condizionata, in modo analogo al modello presentato nel capitolo prece- dente. Tra le variabili che influenzano il processo di convergenza, un ruolo im- porsante & assunto, in questo caso, da sy, la propensione ad investire in capitale umano, e dal parametro % che misura l’elasticita dell’ output rispetto al capitale umano, Quest’ ultimo entra anche nel parametro che misura la velocita di con- vergenza, essendo essa pari a B=(1-a—x)(n+-g +), ed 2 interessante veri- ficare come I’introduzione del capitale umano consenta di risolvere l’incon- gruenza, rilevata in precedenza, tra le stime empiriche e i valori teoricamente plausibili relativi, appunto, alla velocita di convergenza. ‘A titolo esemplificativo, consideriamo i seguenti valor, peraltro abbastanza plausibili’, per i parametri: «= 1/3, x = 0,4, n = 0,02, g = 0,02 8=0,05. Il valore di & @ in linea con i dati deducibili dalla contabilita nazionale di vari paesi, cosi come per quanto riguarda tasso di crescita della popolazione, tasso “Barro e Sala- Martin (1995). Ye 108 Estensioni del modello neoclassico del progresso tecnologico esogeno © tasso di ammortamento. Anche se non ‘mancano stime al riguardo, la ‘ifficolta maggiore & quella di attribuire un valo- re al parametro %; in questa sede, seguendo Romer (1996), ipotizziamo che un valore pari 0,4 sia una buona ‘approssimazione. In questo caso, il valore assunto dalla velocita di convergenza ® pari a 0,024 nel modello con capitale umano, 0,047 nel modello di base esposto nel Capitolo 3 & (0,06 nel modello di Solow con progresso tecnologico. Si vede dunque come I’incongruenza cui si & fatto cenno, se non eliminata del tutto, viene notevolmente attenuata quando il capi- tale umano viene jntrodotto esplicitamente nell’analisi. Dal punto di vista teorico, questo @ un risultato importante che & bene rimar- care, cosi come @ ancora pid importante sottolineare il fatto che grazie all’introduzione del capitale umano & possibile spiegare, almeno in parte, le dif- ferenze anche elevate nei livelli del reddito tra paesi. Rispetto al modello senza capitale umano, nel madello di Mankiw, Romer e Weil tali differenze sono a- serivibili alla maggiore elasticita dell’ output rispetto alle sue determinanti di stato stazionario. Nell’ Appendice alla fine del capitolo, infatti, si dimostra che in questo modelo, espressa in Jogaritmi, l’equazione che determina j,, in fun- zione dei parametri strutturali e delle variabili: comportamentali del modello @ la seguente: Jog Su =o oes + Jog sy ~—2 2H -login+ 8 +8), (438) 1-a-% 1-a-% 1-a-% entre le due elasticita di Jus Fispetto a sw € @ x SOn0s rispettivamente, pari a: te (4.39) 1-a-% 1-O-% N5sH Nel modello di Solow senza capitale umano (con o HNP progresso tecnolo- gico esogeno), invece, T'elasticita ‘Tell'output rispetto alla propensione margina- Ie al risparmio & data da: (4.40) Se utilizziamo per 0L€ 7 gli stessi valori utlizzatt in precedenza per calcola- re la velocita di convergenza, ossia = 173 @ X= 0,4, allora vediamo che Tsay = 15 € Ty.se =h25 nel modello con capitale umano, mentre Ny,s = 05 net modelto senza capitale umano, Dati questi valori per le elasticita, si consi- deri ora il caso di due paesi, chiamiamoli per comodita A e B, che abbiano gli stessi parametri strutturali relativi alla Tecnologia, al tasso di ammortamento, all seep a erescita della popotazione € al tasso di progresso tecnologico esogeno, A. Dalla teoria dello sviluppo alla teoria della crescita 109 ma che si differenzino per quanto riguarda le due propensioni al risparmio sy € a sx. Supponiamo, ad esempio, che nel paese A esse siano identiche tra loro pari al 10%, vale a dire s4 =s# =0,1; viceversa, nel paese B, ipotizziamo che entrambe siano pari al doppio rispetto al paese A, per cui sf = sf =0,2, vale a dire s2 =2s,¢ sf =2s4. Nel paese A il prodotto di stato stazionario, in base alla (4.38), risulta quindi pari a: log 54 = —% logs +4 — tog sf -°*% togin+g +8), 4.41) I-a-% I-a-% entre nel paese B esso sara uguale a: log 5 = —&—1og(2s4 )+ —%— tog (254 )-—%** togin+ g +8) a-% -a-% 1-a-% (4.42) La differenza nel (logaritmo del) livello del reddito di stato stazionaric tra i due paesi & facilmente deducibile sottraendo la (4.41) dalla (4.42). Procedendo in questo modo si ottiene: log 38 -log 34 =—*— (4.43) 1-0-4 dalla quale, sostituendo ad &e a 7, i rispettivi valori, si pud ricavare: 5a log] 2 |=1,91 => ere O:15) (4.44) il che equivale ad affermare che, date le differenze che si sono ipotizzate relati- vamente a sy € a sg per i due paesi, nel paese B il livello del prodotto di stato stazionario & quasi sette volte pid elevato rispetto al paese A. Passiamo ora ad analizzare una situazione analoga a quella appena descritta tramite il modello di Solow senza capitale umano. In questo caso, I’elasticita dell’ output rispetto alla propensione marginale al risparmio @ data dalla (4.40), mentre ’equazione che determina, per ciascun paese, J,, in funzione dei pa- rametri strutturali del modello, tenendo conto che ¥ = 0 e sy = 0, @ la seguente: a o. logs — log Yes = BY 1-@ 1-@ log(n +g +8), (4.45) per cui la differenza nel (logaritmo del) livello del reddito di stato stazionario tra i due paesi, facilmente calcolabile seguendo la stessa procedura impiegata in 110 Estensioni del modello neoclassico precedenza, @ pari a’: log Ff —log ¥4 = —log2 = 0,35 (4.46) 1-a e poiché e** = 1,42, da cid si deduce che il modello di Solow senza capitale umano giustifica poco pitt del 40% della differenza di reddito tra il paese A ¢ il paese B. 4.6. Considerazioni conclusive In questo capitolo si sono poste in rilievo alcune delle possibili estensioni ed applicazioni del modello di Solow; in particolare, si @ introdotto il progresso tecnologico esogeno e il capitale umano all’interno della funzione di produzio- ne e sié fatto cenno alla contabilita delia crescita. La presenza del progresso tecnologico esogeno, se da un lato ha evidenziato la presenza di un trend di crescita positivo di lungo periodo per quanto riguarda le variabili espresse in termini pro capite, dall’altro, per il modo in cui stato in- trodotto, risulta del tutto insoddisfacente dal punto di vista teorico poiché esso rappresenta una sorta di “manna” che scende dal cielo senza che gli agenti eco- nomici presenti nell’economia compiano intenzionalmente nessun tipo di attivita rivolta al suo conseguimento. Questa é la critica principale dalla quale sono par- titi gli economisti della nuova teoria della crescita, deta anche teoria della cre- scita endogena, i quali, a partire dalla met& degli anni ottanta, hanno proposto una serie di modelli teorici in grado di superare questo problema. In effetti, anti- cipando alcuni degli elementi che verranno trattati nei prossimi capitoli, i teorici della crescita endogena hanno costruito modelli in base ai quali il meccanismo, il motore della crescita @ interno al sistema economico. Sia che si tratti del capi- tale umano, del progresso tecnologico endogeno, della spesa pubblica 0 quant’altro & stato proposto per spiegare endogenamente la crescita di lungo pe- riodo, in tutti questi modelli gli agenti economici, tramite il loro comportamento, sono in grado di generare un meccanismo endogeno di crescita Come detto, rinviamo ai capitoli successivi ’analisi di alcuni di questi model- li, mentre nell’immediato notiamo come il capitale umano pud essere introdotto nel modello di crescita di Solow, come abbiamo fatto in questo capitolo e come faremo in quello immediatamente successive a questo contemporaneamente all’analisi dei flussi migratori, al fine di renderlo quanto pid possibile realistico. 3 Ovviamente anche in questo caso si ipotizza s* = 2s". Appendice Estensioni del modello neoclassico 4,A.1. Stabilita dinamica del modello di Mankiw, Romer e Weil Nel testo si & accennato al fatto che per poter studiare in maniera formale Pevo- luzione dinamica del modello neoclassico con capitale umano, occorre procedere allo studio congiunto delle due equazioni differenziali relative all’accumulazione del capitale fisico e del capitale umano nei pressi dello stato stazionario. La metodologia & simile a quella applicata nel Capitolo 3 relativamente al modello di Solow senza capitale umano e utilizza l'espansione di Taylor del primo ordine delle due equazioni: = sxktht -(n+g+8)k,, @Al) (n+ g+d)hy, (4.A2) corrispondenti alla (4.24) e (4,26) del testo, che possono essere trasformate in logaritmi nel modo seguente: dlogk, 7 logk, = sesh xia (n+ g +8), (4.43) t F log hy = sy eek ea-Dioah (n+ 9 +8). (4.44) it In corrispondenza dell’ equilibrio di lungo periodo i tassi di crescita delle due varia- bili sono nulli, per cui risulta: spettDetin grlotis = (n49 +8), (4.A5) syetshs eDieeiu = (n+ g +8). (4.46) Prima di procedere alla linearizzazione delle due equazioni (4.43) € (4.44), & bene richiamare il teorema di Taylor relativo al caso bidimensionale che stiamo tratando. 112 Estensioni del modello neoclassico Data una funzione del tipo f(x, 2), la sua approssimazione lineare nei pressi del punto (x, z#) 8 data da: Of (x*,z*) OF (2) AAT) aaaete ye ene) GAD Applicando questa regola alla (4.A3) e alla (4.A4) si ottiene: F(z) = FO, 24) + 10g, = [sx (Ne D"Bku extesin log k, —logk, J+ ye . (4.A8) + [sxgeto-Dueta extorhs log, —loghis log hi, = [syaetets ecx-Diesin flogk, -logk )+ (4.A9) + [ou qc — Desk e0e-Dlhs [log h, — logis) le quali, ricordando la (4.A5) ¢ fa (4.46), possono riscriversi anche come: logk, =[(a-Din+.9+8)Kogk, -logk, }+ fine +8)Mlogh, ~logi.), (4.410) logh, =[a(n+ ¢ +8) flog, -logk, + [q-Der+g +8)Klogh, —logh.), 4-A11) ovvero in forma matriciale come: logk, [eee yn+g+8) [(logk, -logk., at) log h, a(nt+g +) (Dnt g +8) (logh, -logh., )| ” Nel testo si 2 detto che il sistema economico descritto da questo modello 2 stabile nel senso che, per qualunque dotazione iniziale di capitale fisico e capitale umano, esso raggiunge l'equilibrio stazionario di lungo periodo. In termini matematici, questa pro- prieta & dimostrabile attraverso lo studio dei segni del determinante e della traccia rela- tivi alla matrice dei coefficienti del sistema (4.412). Infatt, il determinante rappresenta il prodotto, mentre la traccia 2 1a somma dei due autovalori associati alla matrice dei coefficienti del sistema (4.A12), e poiché sono proprio gli autovalori che determinano la convergenza (se negativi) o la divergenza (se positivi) verso l'equilibrio, dal segno del determinante e della traccia si pud stabilire subito se I'economia converge 0 diverge rispetto all’equilibrio di lungo periodo. Per quanto riguarda il determinante abbiamo che: Det=(n+g +8)[(-INy-1)-ay]=(n+g+5)I-a-7)>0, (4.A13) mentre la traccia & uguale a: Tr=(n+g+8)la-14+4%-1]= (nt g+5Xat+y-2)<0. (4.414) Da questo si deduce che entrambi gli autovalori sono negativi e, quindi, che il sistema stabile. Tecnicamente, in questo caso si dice che il sistema & caratterizzato da un “nodo stabile”, nel senso che tutte le traiettorie dinamiche convergono verso l’equilibrio. espl ocex soci iso] ossit che, 4A. conv form rispe 108 Li Ic la qua equaz alta teoria dello sviluppo alla teoria della crescita 43 Data la relativa semplicita del sistema in questione, & anche possibile determinare esplicitamente i due autovalori in funzione dei parametri del modello. Per fare questo occorre calcolare le due le radici, chiamiamole Xi ¢ 2, dell’equazione caratteristica as- sociata al sistema (4.A12) data da: x? _ (ne g Fda Y-DKA (NEB +B) TOW =O (4.A15) | risolvendo la quale st ottiene: | ea ott +8ya+4-Dtyln+e FHary DPA -a— lat g +8)" 12 = (at g + 04K DENT BO 2 ] (4.A16) | | ossia: | Kya (ntg t8at4-D

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