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SATANA E
ISUOI
ANGELI
La demonizzazione
di ebrei, pagani ed eretici
nei primi secoli
del cristianesimo
Elaine Pagels
SATANA
E I SUOI ANGELI
La demonizzazione di ebrei, pagani ed eretici
nei primi secoli del cristianesimo
MONDADORI
Dello stesso autore
Nella Collezione Saggi
I vangeli gnostici
Adamo, Eva e il serpente
ISBN 88-04-38811-0
3 Introduzione
210 Conclusioni
217 Note
237 Ringraziamenti
A Sarah e David
con amore
Introduzione
esprime soprattutto negli atti, dato che Marco, qui, non ri
corda il suo insegnamento. Analogamente, nella prima
pubblica sfida alle forze del male, l'evangelista mostra co
me il potere di Gesù lo metta in contrasto - e presto in
aperto conflitto - con gli scribi, di solito rispettati come
autorità religiose. Il fine di Marco è dimostrare che, come
egli stesso dice, Cristo «insegnava come uno che ha auto
rità e non come gli scribi» (Mc 1 ,22).
Per tutto questo capitolo iniziale, Marco sottolinea che
Gesù guarl «molti che erano afflitti da varie malattie» e
«scacciò molti demoni» (Mc 1,34). Viaggiò per tutta la Ga
lilea «predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i de
moni» (Mc 1 ,39), perché, come spiega a Simone, Andrea,
Giacomo e Giovanni, che si erano riuniti attorno a lui,
«per questo infatti io sono venuto» (Mc 1,38).
Durante la sua successiva apparizione pubblica, rac
conta Marco, gli scribi subito si adirarono per quella che
consideravano un'usurpazione della d ivina autorità. In
questo episodio Gesù parla a una folla così accalcata che
quando arrivarono quattro uomini che accompagnavano
unparalitico
... non potendo però portarglielo innanzi a causa della folla, sco
perchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, dopo aver fatta
un'apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. E Ge
sù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, ti sono rimessi i
tuoi peccati» (Mc 2,4-5).
Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che cosl pen
savano tra sé, disse loro: «Perché pensate così nei vostri cuori? ...
30 Satana e i suoi angeli
Ora, perché sappiate che U Figlio dell'uamo ha il potere sulla terra di ri
mettere i peccati, io ti ordino» disse al paralitico «alzati, prendi il tuo
lettuccio e va' a casa tua». Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne
andò in presenza di tutti e tutti si meravigliavano e lodavano Dio
dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!» (Mc 2,8-12; cor
sivi miei).
daica.33
Questo non significa comunque, che Marco sia motiva
,
L'asina, vedendo l'angelo del Signore che stava sulla strada con
la sua spada sguainata in mano, deviò dalla strada e cominciò ad
andare per i campi. Balaam percosse l'asina per rimetterla in stra
da. Allora l'angelo del Signore si fermò in un sentiero infossato tra
le vigne, che aveva un muro di qua e un muro di là. L'asina vide
l'angelo del Signore, si serrò al muro e strinse il piede di Balaam
contro il muro e Balaam la percosse di nuovo (Num 22,23-25).
Perché hai percosso la tua asina già tre volte? Ecco, io sono usci
toa ostacolarti il cammino, perché il cammino davanti a me va in
precipizio. 'Ife volte l'asina mi ha visto ... se non fosse uscita di stra
da davanti a me, certo io avrei già ucciso te e lasciato in vita lei
(Num 22,32-33).
via con ciò egli intende che Cristo adempiva alla legge nel
suo più profondo significato, che, sottolinea l'eva ngelista,
non ha nulla di essenziale a che fare con l'identità etnica.
In Matteo, Gesù sintetizza due volte «la legge e i profeti»,
util izza nd o in entrambi i casi formule basate esclusiva
mente sull'azione morale. La prima volta egli afferma in
positivo quello che Hillel esprimeva in negativo : «Tutto
quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fa
telo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti» (Mt 7,12).
La seconda, egli riassume la Torah nel duplice comanda
mento di «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore,
con tutta la tua anima e con tutta la tua mente ... Amerai il
prossimo tuo come te stesso» (Mt 22,37 e 39). Infine il Ge
sù di Matteo racconta una parabola sull'arrivo del giudi
zio di Dio. Quel giorno, afferma, il re divino radunerà tut
te le nazioni, invitando alcuni a entrare nel regno eterno di
Dio e relegando altri a quello che Gesù chiama «il fuoco
eterno preparato per il diavolo e per i suoi angeli» (cfr. Mt
25,41 ). Qual è il criterio del giudizio divino? Secondo Mat
teo, Gesù sostiene che il re dirà a quelli alla sua destra:
«Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno pre
parato per voi dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fa
me e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da
bere; ero forestiero e mi avete ospi ta to, nudo e mi avete vestito, ma
lato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.» Allora i
giusti gli risponderanno: «Signore, quando mai ti abbiamo veduto
affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato
da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato,
o nudo e ti abbiamo vestito? E quand o ti abbiamo visto ammalato o
in carcere e siamo venuti a visitarti?». Rispondendo il re dirà loro:
«In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo
di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me». Poi dirà a
quelli posti alla sua sinistra: <<Via, lontano da me, maledetti, nel
fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho
avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non
mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo
e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato».
Anch'essi allora risponderanno: «Signore, quando ti abbiamo visto
affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non
106 Satana e i suoi angeli
Luca, l'unico gentile tra gli autori dei Vangeli, parla a no
me di quei gentili convertiti al cristianesimo che si consi
derano i veri eredi di Israele. Nel reinterpretare in chiave
radicale il resoconto di Marco sulla vita di Gesù, egli va
oltre Matteo. Questi aveva detto che la maggioranza degli
ebrei aveva perso il diritto di appellarsi al patto con Dio
perché si era rifiutata di riconoscere il suo Messia; di con
seguenza, in sostituzione Dio aveva offerto ai gentili di
stringere il patto con loro. Luca, comunque, supera ciò e
concorda con Paolo che Dio aveva da sempre voluto offri
re a tutti la salvezza. La concezione di Luca di una salvez
za universale invitava greci, asiatici, africani, siriani ed
egizi a sentirsi, con la stessa sicurezza di ogni esseno,
membri del «vero Israele». Ancora oggi i cristiani di tutto
il mondo fanno riferimento al messaggio di Luca ogni
giorno nelle preghiere, negli inni e nella liturgia. Questo
evangelista infatti va al di là di Marco e Matteo rendendo
esplicito quello che essi avevano lasciato sottinteso: la
connessione tra i nemici ebraici di Gesù e il «maligno», il
diavolo. In Luca, Gesù stesso, quando viene catturato, af
ferma che il partito dell'arresto - «i sommi sacerdoti e gli
scribi e gli anziani» è alleato con il maligno, che egli
-
Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico,
ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divi
deranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio
contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre... (Le 12,51-53).
Non appena i sommi sacerdoti e i loro alleati inaspri
scono la propria opposizione, alcuni farisei mettono in
guardia Gesù, in un episodio che compare solamente in
Luca, contro il re degli ebrei: «Erode ti vuole uccidere» (Le
13,31 ). La risposta di Gesù induce a pensare che quello
che irrita Erode sia che Gesù ha sfidato Satana, la forza
che governa questo mondo: «Andate a dire a quella volpe:
"Ecco, io scaccio i demoni e compio guarigioni oggi e do
mani; e il terzo giorno avrò finito" . » (Le 13,32). Quando
Gesù manda settantadue discepoli per guarire e procla
mare il messaggio del regno, questi ritornano «pieni di
gioia», meravigliati e trionfanti, dicendo: «Signore, anche
i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome». Gesù allora
esulta, prevedendo l'imminente sconfitta di Satana: «lo
vedevo Satana cadere dal cielo come la folgore. Ecco, io vi
ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scor
pioni e sopra ogni potenza del nemico» (Le 10,1 8-19).
Immediatamente prima che Satana si insinui in Giuda e
dia inizio al tradimento, Gesù avverte, sotto forma di pa
rabola, che egli stesso ritornerà da re per vedere i suoi ne
mici distrutti. Quando parte l'ultima volta per Gerusa-
Luca e Giovanni reclamano l'eredità di Israele: la spaccatura si allarga 1 13
Marco e in Matteo, cioè che «il figlio dell' uomo viene tra
dito nelle mani dei peccatori» (ossia dei gentili). Al contra
rio, quando il partito armato giunge a Getsemani, il Gesù
di Luca si rivolge direttamente a «coloro che gli erano ve
nuti contro, sommi sacerdoti e capi delle guardie del Tem
pio e anziani» (Le 22,52), e li definisce «Satana incarnato»:
«Siete usciti con spade e bastoni come contro un brigante?
Ogni giorno ero con voi nel Tempio e non avete steso le
mani contro di me; ma questa è la vostra ora, è l'impero del
le tenebre» (corsivi miei; Le 22,52-53).
Come Marco, Luca afferma che coloro che andarono ad
arrestare Gesù, «dopo averlo preso, lo condussero via e lo
fecero entrare nella casa del sommo sacerdote» (Le 22,54),
mentre Pietro li seguì di nascosto fino nel cortile del som
mo sacerdote. Ma, a questo punto, la versione di Luca di
verge da quella di Marco, perché non presenta la comples
sa scena del «Processo davanti al Sinedrio», in cui, come
abbiamo visto, l'intero Sinedrio si riuniva di notte per
ascoltare una serie d i testimoni e per assistere all'interro
gatorio del sommo sacerdote a Gesù, che culminava nella
sentenza di morte, unanimemente pronunciata, per bla
sfemia. Marco - e come lui Matteo - descrive i membri del
Sinedrio che sputano addosso a Gesù, lo percuotono e lo
sbeffeggiano prima che le guardie si uniscano a loro nel
picchiarlo (cfr. Mc 14,65; Mt 2,67-68).
Luca racconta una storia più forte e più semplice: dopo
il suo arresto, Gesù viene trattenuto e sorvegliato tutta la
notte nel cortile della casa del sommo sacerdote in attesa
d i una seduta mattutina del Sinedrio. Secondo questo
evangelista non sono i membri dell'aristocratico Sinedrio,
ma «gli uomini che avevano in custodia Gesù» che passa
no la notte a percuotere e a schernire il prigioniero (cfr. Le
22,63-65). La mattina, le guardie conducono Cristo alla ca
mera di consiglio vicino al Tempio perché sia interrogato
dal Sinedrio riunito. Anziché un processo formale, però,
questo sembra una specie di udienza giudiziaria, un inter
rogatorio senza testimoni e senza sentenza ufficiale. Non-
Luca eGicmanni reclamano I'erediM di Israele: la spaccatura si allarga 115
tutto alla tradizionale devozione agli dèi, che egli ora ve
deva come spiriti maligni. Entrato nel mondo cristiano,
aspro e spaccato, Giustino si univa a quegli uomini corag
giosi, illetterati, alla cui morte cruenta aveva assistito
nell'anfiteatro romano. Ora, analogamente a loro, inter
pretava l'intero universo come un campo di battaglia, do
ve si scontravano forze cosmiche.
Giustino riteneva che ai suoi occhi fosse stata improvvi
samente svelata la verità che si nasconde dietro le appa
renze più innocue; le statue di marmo delle divinità For
tuna e Roma che egli vedeva nella piazza del mercato
ogni giorno; le effigi di Ercole, che presiedeva ai bagni
pubblici, e di Dioniso e di Apollo nel teatro. Dietro quei
visi familiari scolpiti, ora riconosceva «forze spirituali del
male in luoghi celesti». Così all'improvviso capì, come
Paolo, che le forze che agiscono sull'umanità indifesa, di
versamente da quanto pensavano i pagani, non sono né
umane né divine, ma demoniache.
I genitori pagani di Giustino lo avevano educato alla tra
dizionale pietas e a venerare le forze della natura come divi
ne. Per i pagani pii, sostiene il classicista A.H. Armstrong,
Gli antichi dèi hanno la bellezza e la divinità del sole, del mare,
del vento, delle montagne, di grandi fiere; splendide, possenti e
minacciose realtà che non entrano nella sfera della moralità e non si
preoccupano in nessun modo della genia umana.1 7
... tutto quel che esiste nell'universo, sia esso opera di Dio, oppu
re degli angeli, o di altri demoni o eroi, tutto ciò ha una legge che
proviene dal Dio supremo.87
Non vedi dunque, mio caro, che chiunque sta accanto al tuo de
mone non soltanto lo bestemmia, ma lo scaccia pure da ogni ango
lo della terra e del mare; e dopo aver legato te, quasi statua a lui
consacrata, ti trascina al supplizio e ti mette in croce; ed il demone,
oppure - come tu lo chiami il Figlio di Dio, non si vendica affatto
-
di lui?95
gi, in omaggio alla vera fede; come infatti sarebbe giusto che dei
cittadini creassero associazioni segrete per eliminare un tiranno, il
quale avesse preso in mano i poteri della città, allo stesso modo,
dacché il diavolo ... e la menzogna imperano, i cristiani creano del
le associazioni in contrasto alle leggi instaurate dal diavolo, per
sconfiggere lui e salvare i propri simili, quanti ne riusciranno a per
suadere ad abbandonare quella legge, che è tipica ... dei tiranni. 104
Il nemico all'interno:
la demonizzazione degli eretici
li che servono come nostri generali ... Non tutti sono prefetti, né tri
buni, né centurioni, né comandanti, o simili, ma ciascuno adempie,
nel proprio rango, agli ordini dell'imperatore e dei generali.a
Che cos'è la luce? E che cosa sono le tenebre? E chi è colui che
creò il mondo? E chi è Dio? E chi sono gli angeli? E che cos'è il
dominio (del mondo)? E perché alcuni sono storpi, e alcuni ciechi, e
...
solamente: «Non dite menzogne; non fate ciò che voi stessi
odiate»,9!1una risposta ironica perché invita tutti a rivolger
si alle proprie risorse personali. Chi, se non il diretto inte
ressato, può sapere quando sta mentendo o che cosa odia?
Il Vangelo di Filippo, inoltre, mentre sembra manifestare una
preferenza per l'ascetismo (ovviamente inteso a riflettere
la preferenza di Paolo per il celibato sul matrimonio,
espressa in 1 Cor 7,1 -40), si astiene dal dare indicazioni spe
cifiche di condotta sessuale. Quello che importa, non è tan
to ciò che qualcuno fa, ma la qualità delle sue intenzioni.
Perciò il Vangelo di Filippo è non prescrittivo, benché con
tenga due importanti clausole: innanzi tutto, il cristiano
gnostico deve temperare con l'amore la libertà tipica
dell'atteggiamento dato dalla yvromç; in secondo luogo, il
credente deve rimanere di continuo conscio della sua po
tenzialità di attore di male, perché soltanto una simile con
sapevolezza può liberare il cristiano - anche il cristiano
gnostico - dalla schiavitù involontaria al peccato.
Sebbene Ireneo e altri accusassero i valentiniani di esse
re dualisti, il Vangelo di Filippo indica l'opposto. Questo
autore abbandona anche il dualismo modificato che carat
terizza la grande maggioranza degli insegnamenti cristia
ni, basato, come abbiamo visto, sulla convinzione che lo
spirito di Dio lotti costantemente contro Satana. Anziché
vedere il potere del male come una forza aliena che mi
naccia e invade gli esseri umani dall'esterno, l'autore di
Filippo spinge ciascuno a riconoscere il male all' interno di
sé e a sradicarlo consapevolmente.
Ireneo, determinato a valutare la diffusione del movi
mento gnostico all'interno delle chiese, capì che le misure
che Tertulliano aveva suggerito non avrebbero fermato i
valentiniani. Non è sufficiente, afferma il vescovo di Lio
ne, insistere sul fatto che tutti i credenti professino il me
desimo credo e accettino le indicazioni morali date da sa
cerd oti e vescovi , perché gli «eretici» scaltri fanno
volontariamente queste cose, almeno in pubblico. Né è
sufficiente pretendere che i cristiani accettino l'autorità di
208 Satana e i suoi angeli
O Matteo 5,43-45:
Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo
nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri
persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste.
Conclusioni 215
Introduzione
t Da un dibattito di Martin Buber con Malcolm Diamond, docente di
teologia all'Università di Princeton, maggio 1994.
2 Neil Forsyth , The Old Enemy: Satan and the Combat Myth, Princeton,
Princeton University Press, 1987.
3 Walter Wink, Unmasking the Powers: The Invisible Forces That Determine
Human Existence, Philadelphia, Fortress Press, 1986; Cari Gustav Jung, Ri
sposta a Giobbe, Milano, Il Saggiatore, 1965.
4 Jeffrey B. Russell, The Devii: Perceptions of Evil {rom Antiquity to Primiti
tJe Christianity, Ithaca N.Y., Comell University Press, 1970.
5 Robert Redfield, Primitiue World View, in Id. (a cura di), The Primitive
World and Its Transformations, Ithaca N.Y., Comell University Press, 1953,
p. 92.
6 Jonathan Z. Smith, What a Difference a Difference Mnkes, in Jacob Neus
ner e Emest S. Frerichs (a cura di), To See Ourselves As Others See Us: Chri
stians, fews, «Others• in Late Antiquity, Chico CA, Scholars Press, 1985, pp.
3-48.
7 William Scott Green, Otherness Within : Towards a Theory of Di{ferenc:e in
Rabbinic fudaism, in J. Neusner e E.S. Frerichs (a cura d i), op. cit., pp. 46-69.
8 Anche in un brano molto noto del Talmud si sostiene che i tribunali
ebraià condannarono e fecero giustiziare Gesù. Cfr. b. Sahn. 107b e i brani
paralleli b. Sotha 47a e j. Hag. 2.2, parti della Gemara su Sanh. 10.2. Per l'in
terpretazione di essi, dr. E. Bammel, Christian Origins in Traditions, in «New
Testament Studies», 13 (1967), pp. 317-335; per una d iscussione affascinan
te e particola reggia ta della storia della critica su questo brano, dr. anche
David R. Catchpole, The Trial of fesus: A Study in the Gospels and fewish Histo
riography {rom 1 770 to the Present Day, Leiden, E.J. Brill, 1971.
9 Bamabas Lindars, New Testamen t Apologetic: The Doctrinal Significance
of the Old Testament Quotations, London, SCM Press, 1973.
1 0 J ames M. Robinson, The Problem of History in Mnrk, London, SCM
Press, 1957; rist. Philadelphia, Fortress Press, 1982.
1 1 Albert Schwei tzer, The Quest of tl1e Historical /esus: A Criticai Study of
lts Progress {rom Reimarus lo Wrede, London, A. e C. Black, 1926.
12 Josef Jacobs, /esus as Others Saw Him, New York, B.G. Richards, 1925;
218 Satana e i suoi angeli
H. Danby, The Bearing of the Rabbiniml Code on the fewish Ttial Nll17'1lttoes tn
the Gospels, in •Joumal of Theological Studies,., 21 (1920), pp. 26-51; C.G.
Montefiorl, The Synoptic Gospels, voi. I, nuova ed. riveduta, London, Mac
millan, 1927; Richard W. Husband, The Prosecu tion of Jesus: lts Date, History
ami Legality, Princeton, Princeton University Press, 1916; Josef Blinzler, The
Trial of fesus: Jewish and Roman Proceedings Against fesus Christ, trad. ingl. di
I. e F. McHugh, 2a ed. riveduta, Westminster Md., Newmann, 1959.
13 Simon Bemfield, Zur iiltesten Geschichte des Christentums, in •Jahrbil
cher filr Jiidische Geschichte und Literatur», 13 (1910), p. 117.
14 Hans Lietzmann, Synopsis of the First Three Gospels, trad. ingl. di F.L.
Cross, 911 ed. riveduta, Oxford, Basil Blackwell, 1968; Martin Dibelius, Die
Formgeschichte des Evangeliums, Tubingen, Mohr, 1 919, trad. ingl. e rist. nel
1971; Id., From Tradition to Gospel, New York, Scribner, 1965, pp. 178-219;
John R. Donahue, Are You the Christ?, Missoula Mont., Society of Biblical Li
terature, 1973.
15 Paul Winter, On the Trial of /es11s, 2a ed., Berlino, De Gruyter, 1 974; cfr.
anche M. Radin, The Trial of Jes11s of Nazareth , Chicago, University of Chica
go Press, 1931 ; J. I<lausner, /esus von Nazareth Seine Zeit, sein Leben umi seine
Leh re, ia ed., Berlino, Jiidischer Verlag, 1934; E.G. Hirsch, The Crucifixion
.
from the ]ewish Point of View, Chicago, Bloch Publishing & Printing, 1921 .
16 Fergus Millar, Reflections on the Trial of/esus, in P.R. Davies e R. White
(a cura di), A tribute to Geza Vermes: Essays on /ewish and Christian LJterature
and His to ry, Sheffield, JSOT Press, 1990, pp. 35�381 .
1 7 The Trial of ]esus; the Jewish and Roma n Proceedings Against ]esus Christ
Described and Assessed {rom Oldest Accoun ts, Westminster Md., Newman,
1959, p. 290. Cfr., per esempio, A.N. Sherwin-White, Roman Society and Ro
man Lnw in the New Tes ta men t, Oxford, Oxford University Press, 1983; T.A.
Burkill, The Condemnation of /esus: A Critiq11e of Shenvin-White's Thes is, in
«Novum Testamentum», 1 2 (1 970), pp. 321-342; Raymond E. Brown, The
Death of the Messiah, voi. I: from Gethiiemane to tlle Grave, New York, Double
da� 1994.
18 Cfr. Paul Winter, Hans Lietzmann, Martin Dibelius, G. Volkmar, Die
Evangelien, Leipzig, Fues' Verlag, 1870, pp. 588-591; J. Norden, /esus von Na
zareth in der Beurteilung der /ude11 einst und jetzt, in «Jiidische literarische
Zeitung», 18 giugno 1 930, p. 25; 5. Grayzel, A History of the /ews, Phi�a
delphia, Jewish Publication Society of America, 1947, p. 1337; J. lsaac, /ésus
et Israel, Paris, Albin Michel, 1948, p. 509; G. Bomkamm, fes11s von Nazareth,
Stuttgart, Kohlhammer, 1956, p. 1504; E.P. Sanders, in /es us and Judaism
(Philadelphia, Fortress Press, 1985), afferma che «Gesù fu giustiziato dai
romani come sedicente "Re dei giudei"» (p. 294) e anche che il conflitto in
testino tra ebrei fu «la causa principale della morte di Gesù» (p. 296; cfr. pp.
294-318). Cfr. anche l'importante articolo sui recenti studi di G.S. Sloyan,
Recent Literat11re on the Tria/ Na rratives of the Four Gospels, in T.J. Ryan (a cura
di), Criticai History aml Biblica/ Faith: New Testament Perspectiues, Villanova,
Villa nova University Press, 1979, pp. 136-176.
Note 219
dolph Bultmann, The Histo ry of the Synoptic Tradition, trad . ingl. di John
Marsh, ed. riveduta, New York, Harper & Row, 1970, pp. 262-287; Eta Lin
nemann, Studien zur Passionsgeschichte, FRLANT 1 02, Gottingen, Van
denhoeck und Ruprecht, 1970; John R. Donahue, S.J., Are You the Christ?
The Thai Narrative in the Gospel of Mark, Missoula Mont., SBL Press, 1973.
David Catchpole espone un pun to di vista opposto in op. cit . Catchpole
conclude che la versione di Luca del processo del Sinedrio «Si rivela fonda
men tale nella ricostruzione storica del processo a Gesù» (p. 278). Cfr. anche
Raymond E. Brown, op. cit., voi. I, pp. 51 6-560.
30 Non sappiamo con precisione qua li procedure seguisse il Sinedrio nel
I secolo dato che i documenti che ci sono pervenuti risalgono a un periodo
più tardo; cfr. la voce «Sinedrio» di David Goodblatt nell'Encyclopedia of �
ligion. Sono grato inoltre al professor Louis Feldma n per le sue osservazio
ni a tale voce che mi ha fatto avere in una lettera (maggio 1994) e per aver
mi mostrato una copia del suo articolo, inedito, Comments on the Physical
Death of fesus.
31 Cfr. l'analisi in Dav id Catchpole, op. cit., e Raymond E. Brown, op. dt.,
voi. I, pp. 516-560.
32 Fergus Millar, Reflections on the Trial of fesus, in P.R. Davies e R.T. Whi
te (a cura d i), op. cit., pp. 355-381.
33 Cfr. la bibliografia riportata alla nota 29. Emblema tico è il commento
di N ineham che il processo davanti a Pilato «non è senza dubbio una cro
naca derivata da una testimonianza oculare; addirittura, non è neppure
una cronaca, quanto una serie di tradizioni, in ciascuna delle quali vi è una
qualche nota apologetica riguardo al processo (op. cit., p. 411).
34 Paul Winter, op. cit., pp. 33-34.
35 Georg Bentram, op. cit., passim; John R. Donahue, Are You the Christ?,
Missoula Mont., Society of Biblical Literature, 1973, pp. 139-236.
36 Raymond E. Brown, op. cit., p. 696.
Yl Filone di Alessa ndria, op. cit ., 301-302, p. 129.
38 Mary Smallwood, op. cit., pp. 161-162.
39 E. Stauffer, Zur Munzpriigung des Pontius Pilate, in «La Nouvelle mo..,
1-2 (1949-1950), pp. 495-514.
40 Raymond E. Brown, op. cit. , p. 700.
4 1 Cfr., per l'interpretazione e i riferimenti, Mary Smallwood, op. cit., p.
162.
42 Cfr. Flavio G iuseppe, La guerra giudaica (lib. Il, 9, 169-174), cit., vol. I,
pp. 321-323.
43 B.C. McGinny, The Gouernorship of Pontius Pilate: Messiahs and Sources,
in «Proceedings of the Irish Biblical Association», 10 ( 1 986), p. 64.
44 Fla vio Giuseppe, Antichità giudaiche, XX 169-74, cit., V tomo.
45 Raymond E. Brown, op. cit., p. 703.
46 Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche, XVIII, 85-87, cit., N tomo.
47 Paul Winter, op. cit., p. 88.
48 Cfr. Howard C. Kee, Who Are the People of God?, di prossima uscita per
la Yale University Press, New Haven.
222 Satll11ll e i suoi angeli
in merito, cfr. il libro di prossima uscita di Howard C Kee, Who Are the Peo
ple � God?
George W.E. Nickelsburg, Revealed Wisdom as a Crittrion for Inclusion
and Exclusion, in Jacob Neusner e Ernest S. Frerichs (a cura d i), op. dt., p. 76.
28 Or. Libro dei Vigilanti, XVI,3; citato da Paolo Sacchi (a cura di), op. cit.,
voi. I, p. 491.
29 Libro di Enoch XCID,9; citato da Paolo Sacchi C a cura di), op. cit., voi. I,
p. 639.
30 Cfr. l 'articolo di George W.E. Nickelsburg, Riches, the Rich, and God's
Judgment in 1 Enoch 92-105 and the Gospel According lo Luke, in «New Testa
ment Studies», 25 (1979), pp. 324-349.
31 Libro di Enoch XCVIII,5b; citato da Paolo Sacchi, op. cit., voi. I, p. 645.
Sulla base della storia dei vigilan ti riportata in 1Enoc 6-16, Neil Forsyth (op.
cit., pp. 167-170) commenta che essa implica «una teologia radicalmente di
versa» da quella della storia primordiale del Genesi, perché «in Enoch non
si è fatto alcun cenno a un'umanità pecca trice. Al contrario, tutta la soffe
renza umana è attribuita alla ribellione angelica e ai peccati della loro pro
genie di giganti». Tuttavia, per come io interpreto i testi di Enoch, i suoi au
tori dimostrano di essere consci della tensione - e della correlazione - tra
colpe umane e angeliche o, per lo meno, della possibilità di una contraddi
zione. Questo passo può essere stato inserito come correttivo per coloro
che liberano gli uomini da ogni responsabilità, giustificando tutti i mali con
la trasgressione angelica. Per un' analisi di ciò, cfr. Martha Himmelfarb,
Tours of Hell: An Apocalyptic Form in Jewish and Christian Literature, Phila
delphia, University of Pennsylvania Press, 1983.
32 Libro dei Giubilei 1,9; citato da Paolo Sacchi (a cura di), op. cit., voi. L p.
217.
33 Libro dei G iubilei 1,5; citato da Paolo Sacchi (a cura di), op. cit., voi . I, p.
265.
34 Libro dei Giubilei XV,31; citato da Paolo Sacchi (a cura di), op. cii., voi. I,
p. 290.
35 Questa identificazione com pare comunemente nelle fonti ebraiche
tarde, spesso ricalcata dalla versione dei Settanta di 1Cron 16,26: oi t<i>v e-
0vcòv 9E.oi lioiµoveç eioiv.
36 Libro dei Giubilei XII,20; citato da Paolo Sacchi (a cura di), op. cii., voi . I,
p. 277.
37 Libro dei Giubilei l,20; citato da Paolo Sacchi (a cura di), op. cii., vol. I, p.
219.
38 Cfr. Flavio Giuseppe, Autobiografia (2, 10), cit., pp. 71-73.
39 Plinio il Giovane, Storia naturale, Torino, Einaudi, 1982, voi. I, p. 601
(V (15) 73). Per un'analisi della descrizione di Plinio degli esseni, cfr. J.P.
Audet, Qlimran et la notice de Pline sur les Essé,,iers, in «Revue Biblique », 68
(1961), pp. 346-387; D.F. Graf, Pagan Witness to the Essenes, in «Biblical Ar
chaeologist», 40 (1977), pp. 125-129.
40 L.H. Schiffman, Archaeology and History in the Dead Sea Scrolls, Shef
field, JSOT Press, 1989.
41 G. Vennes, The Dead Sea Scrolls: Qamran in Perspective, cit
42 Cfr. F.F. Bruce, The Romans through /ewish Eyes, in M. Simon (a cura d i),
Note 225
Press, 1983, pp. 193-264; Lloyd Gaston, Pau l and the Torah, in A. Davies (a
cura di), Anti-Semitism a nd the Foundation of Christianity, New York, Paulist
Press, 1979, pp. 48-71 .
s Krister Stendahl, The School of St. Matthew, Uppsala, C.W.K. Gleerup,
1954.
6 Wayne A. Meeks, The First Urban Christians: The Social World of the Apo
stle Paul, New Haven, Yale University Press, 1 983.
7 Per un'analisi di questo fenomeno, cfr. H. Koester, op. tit., pp. 42-162.
8 Lettera di Giacomo, 2, citata da Luigi Muraldi (a cura di), Apocrifi del
Nuavo Testamento, 3 voli., Casale Monferrato, Piemme, 1994, voi . Ili, p. 151 .
9 Per una recente lettura revisionista degli sviluppi dalla fonte Q cfr. J.
KloJ>penborg, The Formation of Q, Philadelphia, Fortress Press, 1987.
IO In Fragments of a Faith Forgotten (rist . : New York, University Books,
1960) G.R.S. Mead sintetizzava quello che era noto di tali frammenti all'ini
zio del secolo; cfr. anche Morton Smith, Clement of Alexa ndria and a Secret
Gospel of Mark, Cambridge, Harvard University Press, 1973.
1 1 Per un'analisi dei passi sulle donne nelle fonti gnostiche, cfr. Elaine
Pagels, I Vangeli gnostici, cit., pp. 90-113; Karen King (a cura di), lmages of the
Feminine in Gnosticism, Chapel Hill, University of North Carolina Press,
1986; Jorunn Jacobsen Buckley Female Fault and Fulfillment in Gnosticism,
,
Conclusioni
1 Atanasio, Vita di Antonio, 28, 1-2, Milano, Mondadori, 1974, p. 63.
2 Jbid., 41 ,5-6 - 42,1-4, pp. 87-89.
Ringraziamenti
Leonida, santo,161-163
Levenson, Jon, 53
Gager, John, 1 56
Lindars, Bamabas, 9
Gamalial Il , 1 20
Loisy, Allred, 119
Geremia, 200
Lutero, Martin, 184, 187, 21 1
Gershom, 51, 52
Gesù bar Ananias, 131
Geta, Lucio, 163 MacMullen, Ramsay, 169
Giacobbe, 99 Macrino, Marco Opellio, imperatore
Giacomo il Giusto, 82, 130 romano, 163
Giacomo, apostolo, 29, 36 Marcia, 161, 162
Giobbe, 56, 57 Marco Aurelio, imperatore romano,
Giosuè, 59 149, 151-156, 158, 159, 161, 168, 169
Giovanni .Battista, 31, 90, 99, 102 Marco, maestro valentiniano, 199, 200
Giovanni di Giscala, 14 Maria Maddalena, 86
Giovanni, apostolo, 29, 36 Martyn, Louis, 120, 127
Giuda Iscariota, 23, 25, 37, 106, 1 1 0, Marx, Karl, 214
1 1 2, 1 13, 124, 127-129, 134 Massimino, Gaio Giulio Vero detto,
Giuda Maccabeo, 20, 60 imperatore romano, 164
Giulia Mamea, 164 Mattatia, 27, 60, 61
Giuseppe di Arimatea, 133 Matteo, apostolo, 90
Giustino, santo, 4, 139-151, 1 57, 160, McGinny, B. C., 45
162, 167, 174, 195, 21 1, 185, 1 86 Meeks, Wayne, 84
Gordiano Il, imperatore romano, 164 Millar, Fergus, 1 0, 129
Green, William, 7 Milton, John, 64
Mosè, 50, 51 , 67, 71 , 75, 98
Hanson, PauJ, 59
Hillel, 104, 105 Nerone, Lucio Domizio, impera tore
Hoennecke, Gustave, 122 romano, 14, 15, 137
Husband, Richard, 130 Newsome, Carol, 77
Nickelsburg, George, 66, 68, 69, 81,
103
Ireneo di Lione, vescovo, 88, 89, 183, Nicodemo, 122, 133
195, 198-200, 207, 208 Ni neham, Dennis, 132
Isacco, 50, 71, 99 Norea, 190
Isaia, 97, 1 1 0, 180, 200
Jsmaele, 50
C>rnero, 3, 149, 152, 159
Indice dei nomi 241