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Direttore: ARTURO DIACONALE

Sabato, 15 Ottobre 2011 - aggiornato alle 01.42 07 Ottobre 2011 - Societ E Cultura ANIMALISTI Smascherare le bugie "vegane" di Roberto De Santis

Anche questanno in concomitanza dellapertura venatoria non sono mancate le solite polemiche. Purtroppo a causa di una errata concezione che si consolidata negli ultimi decenni , questattivit stata messa al bando ed i cacciatori trattati come degli appestati. Ho personalmente sempre combattuto e criticato tale assunto perch un approccio culturale in antitesi con la nostra storia, la nostra cultura, i nostri valori. Alcuni movimenti ambientalisti, ma con una forte connotazione animalista, sin dagli inizi degli anni 80 sono stati i promotori di un nuovo messaggio escatologico, di una nuova religione che si ispirava ad una concezione biocentrica. Una concezione che accantonava definitivamente la differenza ontologica e assiologica tra l'uomo e gli altri esseri viventi. Un messaggio che rimetteva in discussione la superiore responsabilit dell'uomo a favore di una visione egualitaria che inneggiava alla dignit di tutti gli esseri viventi senza alcuna distinzione promuovendo ingannevolmente un finto egualitarismo , tratti non a caso comuni con ideologie del vecchio secolo, superate e sconfitte dalla storia, che si sono velatamente riproposte sotto mentite spoglie. Negare la superiorit ontologica ed assiologica delluomo, significava altres negare il principio creazionista a favore di una teoria evoluzionistica che negli ultimi decenni si era andata determinando. Evoluzionismo e creazionismo non sono teorie assolutamente contrapposte , ma due anelli della stessa catena. Luomo senza alcun dubbio dotato di una spiritualit che lo distingue dallessere animale. Tale scintilla, che in ognuno di noi, quel qualcosa che ci eleva spiritualmente e moralmente e ci differenzia dallessere animale. Questa visione distorta della realt, ha messo in discussione alcuni valori fondanti della nostra cultura. E non a caso, tale visione recepita e condivisa da certi movimenti di matrice animalista. Questa visione ha ingenerato non poca confusione e procurato anche diverse crisi di coscienza alimentando la nascita di movimenti vegani, la cui dieta ispirata da principi etici. Per tali movimenti immorale uccidere degli animali per nutrirsene. La motivazione pi diffusa per i seguaci del veganesimo di ordine etico, e consiste nel presupposto che sia immorale, per gli esseri umani, usare gli animali causando loro sofferenza o uccidendoli per il proprio beneficio. Questo principio etico ha ispirato e si radicato e prosperato fino ad arrivare a sostenere battaglie in difesa di un principio che attribuiva la parit dei diritti degli animali. Diritto, in quanto tale, che come noto attiene alla sfera potestativa attiva e che pertanto mai e poi mai nessun animale potr far valere senza intercessione delluomo! Si ribaltato un concetto che riteniamo universale ed unico atto a garantire la sopravvivenza delle specie viventi, ovvero la consapevolezza che la difesa del nostro pianeta solo nelle mani delluomo! Pertanto non potr mai esserci rispetto per tutti gli esseri viventi, fino a quando non saremo consapevoli che nostro dovere garantire che la nostra terra debba essere tramandata alle generazioni future . Per questo motivo errato parlare di diritti degli animali, ma di doveri , perch senza alcun dubbio solo luomo, in quanto essere dotato di ragione e spirito potr difendere la natura ed i suoi esseri viventi al fine di garantire la sua discendenza. Non abbiamo ereditato la terra dai nostri padri . .l'abbiamo presa in prestito dai nostri figli, cos recita un proverbio Masai dimostrando che innato tale assunto in chi , pi di altri, ha ancora oggi mantenuto con la madre terra un rapporto primordiale ed un profondo amore e rispetto che luomo civilizzato sembra aver dimenticato! Pertanto la caccia parte essenziale del ciclo della vita, allo stesso modo i suoi esseri viventi devono essere difesi garantendone la sopravvivenza che pu essere assicurata solo salvando il loro habitat, che luomo ha devastato con ogni mezzo. Dunque difendiamo e sosteniamo un approccio conservazionista che si fonda su conoscenze scientifiche e non etiche. La predazione non un crimine,

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ma parte della normale evoluzione e del diverso ruolo assegnato ad ogni essere vivente e tra le diverse specie. Solo quando tale attivit viene posta tra specie interspecifiche, ovvero tra esseri della stessa specie, come quando ad esempio tali azioni sono compiute da un uomo ai danni di un altro, solo allora entriamo nella sfera del crimine e tali azioni sono dunque condannabili. Il problema reale che si tende a confondere, a causa di una certa comunicazione di parte, e non percepire minimamente, la distinzione tra ambientalismo e protezionismo, come se questi due concetti fossero in realt una sola cosa, senza diversamente capire che sono profondamente in antitesi uno con laltro. Lambientalismo difatti una scienza che studia le relazioni che esistono nel nostro mondo cercando di comprenderne i meccanismi. Il protezionismo una pseudo filosofia che si radicata ed ha trovato terreno fertile, in un mutato contesto storico che ha visto in pochi decenni il nostro paese, prima con una vocazione prettamente agricola, assumere in breve tempo una diversa vocazione industriale. Questo passaggio non stato privo di conseguenze. Le campagne sono state abbandonate, ci si trasferiti nelle fabbriche, un fenomeno sociale che come conseguenza diretta ha prodotto una fortissima ed elevata specializzazione del lavoro cosicch i nostri prodotti alimentari arrivano oggi sulle nostre tavole gi impacchettati e confezionati. Ovviamente anche per una certa ipocrisia , non ci rendiamo assolutamente pi conto , che altre persone al posto nostro hanno allevato, macellato e confezionato quegli stessi alimenti, che nei decenni precedenti ci arrivavano sulle tavole direttamente , senza troppi passaggi. E pertanto inaccettabile sposare questo approccio, questa cultura animalista, senza se e senza ma, e non comprendere il pericolo velato di questa nuova forma di pensiero . Riteniamo fondamentale pertanto adoperarsi in ogni modo al fine di ristabilire e recuperare un messaggio che possa smascherare questa assurda concezione. La tutela e sopravvivenza delle specie non passa dunque attraverso un approccio animalista, ma di salvaguardia e tutela degli habitat che compromessi rischierebbero di provocare una reazione a catena, decretando la fine delle specie viventi, uomo compreso!
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