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Difendersi dai terremoti Prof. Giuseppe Grandori (1921-2011)* Uno studioso del XV secolo, Giannozz0 Manetti, se- grotario del re di Napoli Alfonso I d’Aragona e autore Gel pregevole trattato “De Terraemowu”, cost esordisce: “[ poeti, gli storici, i giureconsulti ¢ i teologi, in ge- nerale, ritengono che il terremoto provenga in modo straordinario dal potente Iddio; contro Ie sentenze di lutti gli astrologi ¢ filosofi che, indagate ‘éon somma iligenza e accurateza le cose naturali, dicono ¢ riten- ‘gono che essi (i terremoti) abbiano origine dalla natura stessa”. B gid al suo tempo il Manetti, dopo accurata analisi comparativa delle ragioni addotte dai maggiori esponenti delle due correnti di pensiero, si pronunciava chiaramente per Vorigine naturale © quindi per Ia pos- sibilita, almeno in linea di principio, di una difesa Toutile aggiungere che, oggi, non vi & discussione sul fatto che dai terremoti.ci si passa difendere, Le conse- guenze dei terremoti, in termini di vittime e di danni ‘materiali, derivano infatti principalmente dal cedimento elle costruzioni eseguite dail’ uomo. Si tratta dunque di ‘progettare ed eseguire ogni costruzione in modo che sia pronta a resistere ai terremoti che, in base agli studi di Sismologia, ei si attende che possano interessare la co- Struzione in esame, A questo scopo tendono le “Norme pper le costruzioni in zona sismica” che in Italia hanno vvigore di legge e rappresentano la prima fondamentale linea di difesa dai tetremoti Non intendo qui affrontare in dettaglio la struttura tecnica delle norme, ma solo discutere alcuni delicati problemi di carattere decisionale connessi con la loro formulazione. Prima di tutto: “resistere” & da intendersi senza il minimo danno, oppure con danni lievi, oppure ‘con danni anche gravi ma non tali da compromettere la stabilitd dell"insieme o di una sua parte significativa? Jnoltre, non essendovi modo di definire una “massima intensitd possibile” dei terremoti attesi in un sito, come Scegliere il livello di intensitd fino al quale la costcu- zione deve essere pronta a resistere? In sintesi, come scegliere Vintensiti del terremoto di progetto? D'ora in avanti chiamerd H questa intensita, che & Vindice pid significativo della severitd delle norme. Cid che Je norme sismiche tendono ad ottenere & che le costruzioni resistano senza collassi ad un terre- moto la cui intensita viene raggiunta 0 superata molto raramente nel sito in esame. Ad esempio, per gli ordi- nari edifici di abitazione, le norme fanno riferimento all’intensita che ha nel sito un “periodo di ritorno” di 500 anni, ® Ermertus Politeerio ai Milano Le scelte ora dette non sono il frutto di une analisi razionalizzata del problema decisionale. Esse derivano piutiosto da pionieristiche intwizioni suggerite dalla osservazione degli effetti dei terremoti passati. Ma si tratta, complessivamente, di una scelta appropriata op- pure troppo (0 trappo poco) severa? 1 tentativi di razionalizzazione del problema si sono sempre scontrati con il fatto che qualungue criterio decisionale conduce inevitabilmente alla scelta di un valore aceettabile del rischio per Ia vite delle persone. Scelta assai ardua, tanto che autorevoli studiosi di Psi- cologia sociale si chiedono se gli esseri urnani siano ub- bastanza intelligenti pec occuparsi utilmente della scelta del rischio sismico accettbile /I/. Tutavia, poiché delle decisioni vengono inevitabilments prese, alcune persone di buona volonta, incuranti della limitatezza delle loro capacita intellettuali, hunno tentato di stabilire crtesi potenzialmente. condivisibili (pur se non razionali) di scelta della severit delle norme sismiche. Un primo tentativo si fonda sulla analisi del costo totale dei provvedimenti di prevenzione, costo valutato come soma dell’extea-costo di costruzione (rispetto al caso in cui si progetti senza preoceuparsi dei terremoti) € del costo attualizzato dei danni attesi per effetto dei futuei terzemoti. Alcuni autori hanno sostenuto che il pid opportuno livello di severita delle norme sismiche sia quello che rende ininimo il costo totale di preven- ione. Fanno notare, questi autor, che il rischio per la vita delle persone non viene trascurato se fra i danni attesi si tiene conto anche del numero atteso di vistime, valutando il danno corrispondente alla perdita di una vita umana come differenza (in media) fra quanto un individuo produrrebbe e quanto consumerebbe nella sua vita residua in assenza di jncidenti sismici. Questo criterio del minimo costo monetario totale ha sollevata una serie di critiche, la pit. stringente delle quali pud essere Formuilata sinteticamente cost scogliere per il terremoto di progetto I'intensita che rende minimo il costo monetario significa ritenere che non valgu la pena di investire neppure un euro per sal- vare una vita umana. Infati, se esiste una intensita che rinimizza il costo totale (Chiamiamola Hf) vuol dire che, per qualunque scelta di,H minore di Hy. Mappli- eazione delle norme, oltre.a ridurre il riscHio per le vite umane, fa anche risparmiare denaro, Accade ciot che Ia diminazione dei danni attesi prevale sull'extra- costo di costruzione. Solo se si supera T'intensit Hy il costo totale assume andamento crescente al crescere di He si pud a buon diritto parlare di investimento per Ia protezione di vite uimane. Il eriterio di minimo costo totale, cio’, suggerisce un limite inferiore per ingegneria sismica Anno XxIX~ N. 1 ~ gennalo-marzo 2012 Vintensita di progetto, ma non ci aiuta a rispondere alla domanda: di quanto & opportuno inoltrarsi al di sopra di tale limite? L’analisi economica, tuttavia, consente di mettere in evidenza una grandezza utile per alcuni sviluppi di cui parlerd pid avanti, Vediamo di cosa si tata, Per un dato sito € un dato tipo di costruzione, suppo- hiamo di saper calcolare, in funzione di H, sia Vextra- costo di costruzione, sia il numero N di vittime atteso nel periodo di vita utile della costruzione, nonché i co- sto monetario attualizzato dei danni attesi nello stesso petiodo. Potremo allora calcolare, in corrispondenza di cciascun ipotetico valore di H. investimento necessario affinché il numero di vittime atteso N diminuisca di una unit. H il “costo marginale di una vita salvata”, grandezza che bene rappresenta l'importanza assegnata alla prevenzione del rischio per le persone. Un diverso criterio di scelta della severita delle norme sismiche stabilisce semplicemente: l’intensita del terremoto di progetto sia tale che “la probabilita di restare uccisi in un qualunque edificio per effetto di tun terremoto sia uguale o inferiore a quella di restare uuccisi in un incidente automobilistico 0 sul lavoro. IL rischio sismico viene cosi correlato a rischi ai quali ciascuno di noi & esposto ogni giorno e che ha accettato in passato”, Il criterio del confronto con altri rischi pud essere vatiamente perfezionato (ad esempio distin- guendo i rischi volontari da quelli involontari oppure adottando opportuni pesi per tener conto delle diverse istribuzioni nello spazio © nel tempo) ma non evita due critiche fondamentali In primo Iuoga, la scelta del rischio accettabile do- webbe dipendere “anche” dal costo che la riduzione del rischio comporta, Inoltre, il criterio implica il gin- dizio che le decisioni prese in passato siano state buone decisioni, cid che & per lo meno discutibile in molti casi. In sostanza, né il criterio puramente economico (apparso in letteratura nel 1952 /2/) né il criterio del confronto con altri rischi (proposto nel 1972 /3/) of- frono un paradigms condivisibile per la soluzione del nostro problema; a parte il vincolo, peraltro importante 4d operare nel campo in cui il costo marginale di una vita salvata ® positivo, Ma il fatto che non si riesca a definire la pid’ op- portuna (e tanto meno Ia “giusta”) severita delle norme sismiche non implica che non sia possibile introdurre giustificate variazioni “migliorative” della severita tra- dizionalmente accettata. Cid & infatti possibile (sempre in tinea di principio) usando i criterio del confronto € assumendo come parametro significativo il costo margi- nale di una vita salvata. Vediamo come, appoggiandoci ‘un esempio. Siano RI e R2 due diverse condizioni di rischio che riguardano gli abitanti di una grande citta; siano SI ¢ S2 i rispettivi costi totali dei provvedimenti 4 prevenzione con i livelli di severita delle norme vi- enti; ¢ sia S=S1 +S2 l'impegno globale a carico della ‘comunita. Supponiamo che il costo marginale di una vita salvata (CMVS) sia, nel caso del rischio R2, maggiore di quello relativo a R1. Allora una riduzione dell’ impe- gno 2 accompagnata da un aumento di $1 uguale in valore assoluto si risolve in un aumento di vite salvate a parita di S, La variazione migliorativa & dunque a costo ‘ingegneria sismica Anno XXIX~ N. 1 ~ gennaia-marzo 2012 zero. Ed é chiaro che, quantitativamente, il trasferimento di risorse pit efficace & quello che conduce alla stesso CMVS nei due casi. IL criterio di confronto basato sul CMVS pus essere applicato anche, per cost dire, al'in- terno della stessa normative sismica per migliorare la disttibuzione di risorse fra zone con diverse attivita si- smiche, IL crterio, che & apparso in letteratura negli anni 70 14/ 15/, & stato effettivamente utilizzato nell ambito della revisione della classificazione sismica dei Comuni italiani predisposta dal Progetto Geodinamica del CNR ed attuata nel corso degli anni *80, Lingegneria sismica disciplina relativamente giovane, che ha avuto il suo massimo sviluppo nella seconda meti del "900. I poderoso sforzo di ricerca a livello mondiale ha consentito grandi progressi, sia nella descrizione probabilistica dei terremoti altesi sia nell'analisi della risposta delle costruzioni, Conoscenze che hanno dato corpo alle norme per le costcuzioni in -a. Come abbiamo visto, permangono alcune incertezze nelle scelte di fondo, ad esempio sulla scelta dell"intensitd del terremoto di progetto. A questo proposito va osservato che si teatta di in- certezze comuni a tulti i problemi di prevenzione det rischio pet la vita delle persone, trattati in letteratura sotto il titolo Societal Risk Assessment /6). In questi casi Ta scelta non pud che derivare da un processo in cui le ‘conoscenze scientifiche si integrano con le esigenze ¢ le propensioni della popolazione interessata, il cui contri bbuto deve essere sollecitato e pud rivelarsi decisive. Quanto all’efficacia delle norme sismiche nella con- figurazione oggi generalmente accettata, le numerose osservazioni post-terremoto disponibili mostrano che Vapplicazione delle norme riduce drasticamente il nu mero atteso di vittime (almeno nel rapporto di 10 a 1) oltre ovviamente a limitare i danni materiali, Gli studi tesi al perfezionamento delle norme condurranno cer- tamente ad un aumento della loro efficacia e a una pid razionale distribuzione delle risorse. Ma V'esistenza delle norme non esaurisce tutte le problematiche della difesa dai terremoti. I problema pil urgente & rappresentato dal fatto che sul Pianeta vvi sono ampie zone sismiche in cui sussistono costru- Zioni non antisismiche, tipicamente nei centri storici di antiche cittt. Cid che si verifica in numerosi siti ite- liani. Non mancano le tecnologie per intervenie sulle vecchie costruzioni ottenendo una resistenza parago- nabile 2 quella delle moderne costruzioni antisismiche. invece mancata (almeno in Italia) la messa in atto i un programma generalizzato di lungo respiro per Vadeguamento sistematico delle castruzioni non anti- sismiche esistenti Si tratta comunque di un processo che richiede tempi lunghi. E nel frattempo, si pud far qualcosa per dimi- nuire il pesante prezzo in termini di vite umane che le comunita pagano per gli inevitabili moti sismici? Uno strumento di difesa, diverso ed_indipendente dalle norme per le costruzioni, che ha destato grande interesse © grandi speranze verso Ia fine del secolo scorso costituito dai cosiddetti “precursori sismici a breve termine”, cio quei fenomeni che talvolta sono seguiti, nella stessa zona e entro poche ore 0 pochi giomi, da un forte terremoto. Chiamiamo per brevit’ 9 F il fenomeno potenzialmente precursore ed E il forte terremoto che (alvatta fo segue. Caratteristiche fonda- mentali di un precursore sono Ia prababiliti di falso allarme p (probabilita che dopo un F non si verifichi E) e Ia probabilita di mancato allarme q (probabiliti che un E non sia preceduto da F), Llidea dell'esistenza dei precursori non & noova (secondo atcuni risale almeno al 17° secolo /7/) ed & chiara l'importanza che avrebbe ta conoscenza di un precursore aflidabile; sia perché anche le costeuzioni antisismiche comportano un rischio residuo, sia soprat- tutto perché le vecchie costruzioni non antisismiche sono all‘origine di dolorase stragi Ma dopo gli entusiasmi degli anni '70 ¢ *80, Vin- teresse. degli studiosi per i precursori sismici & andato affievolendosi per alcuni motivi che & opportuno breve- mente analizzare. Molti fenomeni (magnetic, elettrici, ‘geometrici, geochimici..) sono stati posti sotto osser- vazione come Candidati alla qualifica di precursoti si- smici. Ma la raccolta dei dati statistici necessari per una stima delle caratteristiche p e q di uno specifico can dato precursore richiede (empi di osservazione molto lunghi perché, in ciascuna zona, i terremoti forti sono abbastanza rati, E d’altro canto, per la maggior parte dei fenomeni presi in esame come possibili precursori le osservazioni sistematiche hanno avuto inizio in tempi relativamente recenti, cost che i dati finora raccolti non sono sufficienti per utili elaborazioni statistiche. Con la notevole eccezione delle “scosse premonitrici", le quali costituiscono un precursore ben documentato dalle nu- merosissime osservazioni raccolte nei cataloghi sismici disponibili. Si riscontra in particolare che in motte zone sismiche le scosse di magnitado (M) medio-bassa (ad esempio dell'ordine di M=4) sono talvolta seguite da un terremoto violento, Discuteremo fra poco del peso della parola “talvolta”, ma affermiamo fin dora che le scosse premonitrici meritano il nome che portano € lo hanno onorato nei decenni e forse nei secoli passati salvando molte vite umane. Ci0 & provato da diversi esempi, fra i quali @ famoso il caso del terremoto di Haicheng (Cina, 1975) e rientra anche un ¢aso italiano che merita un commento. Nel settembre 1920 un violento terremoto (M = 6.4) colpi la zona della Garfagnana causando gravi danni con il crollo di pitt di 100 edifici. Narrano le erona- che che “il numero delle vittime & stato relativamente basso principalmente perché il terremoto fu preceduto il giorno prima da una scossa avvertita da tutti, a se guito della quale molti pernottarono all’aperto” /8/, Net caso di Haicheng l'emergenza é stata dichiarata da una stazione sismografica e poi gestita dagli apparati della Protezione civile, Nel caso della Garfagnana non si ha notizia di interventi di Enti pubblici o di espert: si trattd di un allarme sismico “fai da te” basato su un provvidenziale precursore. E veniamo al significato quantitativo della parola “talvolta” che entra nella definizione del precursore. Per Ia zona della Garfagnana & stato stimato che su 100 scosse premonitrici solo 2 (in media) sono seguite da un terremoto violento, Diciamo quindi che il precursore ha una probabilith di falso allarme p = 98%. Risultati analoghi sono stati trovati per il Friuli e VIrpinia anche per Ia California meridionale, cosi che sembra lecito ritenere che le scosse premonitrici costituiscano, si, un precursore, ma che la probabilita di un terremoto violento nel giro di pochi giorni (diciamo nella setti- mana successiva) & dell'ordine del 2%. Si tratta ciot di un precursore debole. Liutilizzazione di un precursore debole non & su- scettibile di un inquadramento schematico. La. sem- plice regola “promulgare I'allarme dopo ogni scossa premonitrice” si scontra con grosse difficolti a causa dell'eccessivo numero di falsi allarmi: Questi, infati oltre a comportare un “costo” sociale (Sia in’ termini i costo vivo dei provvedimenti di prevenzione sia per il disturbo delle attivita produttive) hanno negativa in- fluenza sulla credibilita del sistema: troppo frequenti “al lupo, al lupo” senza I'artivo del lupo vanificano in sostanza il sistema di allarme. Sussistono tuttavia numerose ragioni per continvare a investire risorse nelle ricerche sui fenomeni precursovi e sulle loro possibili utilizzazioni 1. Come abbiamo poco sopra ricorduto, con rife rimento al precursore debole “scossa premonitrice” (SP), in diverse zone sismiche dai dati storiei disponi- Dili & stata tratta fa stima che, riella settimana succes- siva ad una SP, il rischio di un terremoto violento sia dell’ordine del 2%. E un rischio piccolo in assoluto, ma & oltre 100 volte pid grande del rischio-base di un simile evento in una settimana scelta a caso, indi- pendentemente da eventuali precursor. Il precursore segnala dungue un importante aumento temporaneo del rischio sismico: un segnale di fronte al quale ta comy- nitd scientifica ¢ ta Protezione civile devono chiedersi se e quali provvedimenti mettere in atto. E del resto il fatto & ben noto a geandi linee a chi dimora in zona sismica, per accumalo di conoscenze storiche incorpo rate nella cultura popolare. ‘Ma c’é di pit. Contrariamente a quanto accadeva fino a pochi decenni orsono, i cittadini non si accontentano pit delle approssimative conoscenze popolari ¢ chie~ dono alla comunita scientifica informazioni pitt speci- fiche e anche suggerimenti sui possibili provvedimenti di prevenzione. Una informazione importante & il valore dell'aumento temporaneo del rischio sismico. Questo valore pud essere stimato con ragionevole approssima zione se si dispone di un catalogo degli eventi della zona sufficientemente lungo. Altrimenti, accettando una pitt incerta approssimazjone, & possibile affidacsi ai dati riguardanti zone sismogeneticamente simi. T possibili provvedimenti di prevenzione vanno dalla diffusione di semplici regole comportamentali in caso di emergenza, alla selezione dei luoghi di raccolta, dalla organizzazione dell'evacuazione degli ospedali e del tra- sporto delle persone disabili al raduno di mezzi di soc- corso provenienti da zone non esposte, all'evacuazione i edifici eventualmente gia dannegeiati,all’evacuazione di tutti gli edifici non antisismici (massimo allarme), Che fare? Va da sé che prima di decidere se © quali provvedimenti adottare dovranno essere considerati tutti gli altri elementi a favore e contro ciascuna delle de- cisioni possibili. Ma una volta completata I'analisi, va bene affidare solo all'esperto (0 gruppo di esperti) la responsabilita della decisione finale? 10 Ingegneria sismica Anno XXIX ~ N.1 ~ gennaio-marzo 2012 Autorevolistudiosi ‘di psicologia sociale sosten- gono in generale che anche i cittadini non specialist Govrebbero essere coinvolti nel processo decisionale A loro dovrebbe essere fornita P'informazione scien- tiffca disponibile diseutendo j possibili provvedimenti i prevenzione. Nel caso delle scosse premonitrici, in particolare, il contributo dei cittadini pud essere deier- tminante sotto molti aspetti. Nessuno meglio di loro, ad esempio, @ in grado di valutare il costo sociale di un eventuale falso allarme, Si doveebbe in sostanza ten- dere ad un iter decisionale compreso da tutti e il pit possibile condiviso B importante infine osservare che tutto l'iter decisio- nale (dalle premesse scientifiche agli sviluppi dell'ana- lisi) ® aperto alla critica metodologica; mentre non ha senso, a posteriori, ¢ cio a seconda che il tervemoto poi si verichi oppure no, dire che gli avvenimenti reali dimostrano che la decisione presa era quella “giusta (© quella “sbagliata”). Infatti in una impostazione peo- babilistica, il risultato di un singolo esperimento non ud validate aleunché La critica metodologica & utile per migliorare le mo- dalith di formazione della decisione Tn conclusione: le scosse premonitrici hanno in passato salvato molte vite umane grazie ad una tra- mandata conoscenza popolare e ad una intuitiva ans- lisi costi-benefici. La comunita scientifica ® chiamata A suggerire sempre migliori metodi di interpretazione di questo provvidenziale precursore, cosi da salvare, statisticamente parlando, un sempre’ maggior numero «i vite umane. 2, Se il problema & “che fare quando viene regi- strata una SP”, la probabilita di falso allarme p ® la caratteristica del precursore che domina la scena. Ma la probabilita di mancato allarme g assume anch'essa un ruolo rilevante quando si analiza l'efficacia del precursore in un lungo periodo operativo e soprattutto quando si tenta di costruire un “sistema” precursore di buona efficacia utilizzando due precursori deboli Questo secondo caso & di particolare interesse perché se due precursori segnalano contemporaneamente V’au- mento del rischio sismico per i prossimi giorni, la pro- babilita che si tratti di un falso allarme pud diminuire modo sorprendente. E valga I'esempio. Come abbiamo visto, 1a proba- bilita di falso allarme di una scossa premonitrice & circa p =0.98, Per fortuna le cose vanno meglio per Ta prababilita di mancato allarme, che & circa q = 0.5. Supponiamo: a) di trovare un secondo precursore con ‘uguali caratteristiche e 4) che i due precursori soddi- sfino determinate condizioni di reciproca indipendenza. In tal caso la probabilitl di falso allarme p” del sistema risulta p= 0.38. cio’ la probabilitt di_un forte terre- moto in tempi brevi passa dal 2%, se si dispone di un solo precursore, al 62% se a lanciare Vallarme & la “coppia” di precursori debot 3. Lesempio di cui sopra indica solo uno dei pos- sibili sviluppi delle ricerche sui precursori, alle quali ® auspicabile che la comunita scientifica torni con rin- novato vigore. A questo proposito notava Vere-Jones, luna delle massime autorita scienifiche del campo: * 2 paradossale che fo sceticismo circa la fatbilita della, previsione dei terremoti sembra aver raggiunto il suo ‘massimo proprio quando per la prima volta 1a qualita e la quamtith dei dati disponibili rendono particolarmen plausibile tale programma. Questo paradosso pud rap- presentare un cambio di paradigma, un tardive ricono- scimento che I'iniziale sogno di previsione determini- stica, pur con qualche termine di errore aggiunto, deve essere sostituito con Ta pit) modesta ambizione di defi- nite regioni con maggiore o minote rischio transitorio. E anche: ... il monitoraggio continuo di un vasto spettio, di potenziali precursori pud essere essenziale prerequi- sito per il sucesso della previsione dei terremoti” /9 In effetti, la letteratura recente pare rispondere a questo invito. Basti il titolo “Earthquake prediction ~ Gone and back again” di un lavoro apparso nel 2009 /10/ a riassumere significativamente il risveglio di intevesse sull’argomento. In un discorso sugli strumenti di difesa dai terremoti sion pud mancare un cenno alla pianificazione degli interventi di riparazione e di ricostruzione a valle di tun terremoto distruttivo. Mi sembra ancora di attualit Ja conclusione di un intervento da me presentato alla Conferenza Internazionale di Matera, poco dopo i ter~ remoti del Friuli e dell'Irpinia, con riferimento ai casi in cui un villaggio viene in gran parte distrutto dal terremoto; distruzione alla quale purteoppo consegue anche un numero elevato di vittime. Conclusione che qui integralmente riporto: “In questi casi mi sembra che sia essenziale tener conto del fatto che il terremoto non produce soltanto il crollo delle costruzioni, ma anche profonde lacerazioni del tessuto sociale. Le relazioni fra gli individui della comunita, che formano il tessuto sociale, mutano improvvisamente, per Ia morte di molti, per il tasferimento di altri e per i danni alla strutcura produttiva, La ricostruzione del villaggio non pud es- sere programmata da una commissione di esperti, per ravi che siano: il villaggio deve rinascere sulla base delle nuove relazioni che si instaurano a mano a mano cche il tessuto sociale si rimargina. F questa rimargina- zione che occorte prioritariamente favorire investendo nella riparazione e, se necessario, nella espansione © riqualificazione della struttura produttiva. Creare po- sti di lavoro, provvedendo ad abitazioni dignitose ma chiaramente provvisorie, @ il compito pitt urgente. Solo quando vedra pit chiaro nel proprio futuro 1a comu: nit potra orientarsi per una ricostruzione definitiva dell’insediamento: in questa fase occorrera che l'intera comunita nazionale sia disponibile per assistere finan- ziariamente e tecnicamente, ma senza imporre soluzioni prefabbricate”. Riferimenti bibliografici A Kahneman D., Slovic P., Tversky A. (eds.), 1982, “Judgment under uncertainty: Heuristic and bia” ses”, Cambridge Univ. Press 12) Torroja E., Paez A., 1952, “Calcul de coefficient de sécurité”, VI Congress AIPC. 18). Wiggins J.H., 1972, “The balanced risk concept, new approach to earthquake building code”, Civil Engineering ASCE. ‘ingegnerla sismica Anno XXIX ~ N. 1 - gennato-marzo 2012 in 14h Grandori G., Benedetti D., 1973, “On the choice of the acceptable seismic risk", Earthquake Eng. and ‘Suuctural Dynamics. Grandori G., Petrini V, 1977, “Comparative analysis of the seismic risk in sites of different seismicity”, Earthquake Eng. and Structural Dynamics. 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