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TESTBUSTERS

studenti per gli studenti

Dispensa di Matematica e fisica

Seguendo le linee di tendenza dei test degli anni precedenti al 2012 e il Programma Ministeriale dei contenuti delle
prove del 2016 e di quest’anno, abbiamo raccolto le tipologie di domande e gli argomenti più ricorrenti e ve li
abbiamo corretti nero su bianco in maniera chiara, pratica e utile.
Le seguenti 20 domande cercano di coprire il più ampio ventaglio di argomenti paradigmatici per la sezione di
matematica e fisica, senza ovviamente coprirlo in toto: l’intento della dispensa è pragmatico, non di summa teorica.
Veniamo alla pratica:

1. Il 3,5% di una certa somma K ammonta a 70.000. Allora l’intera somma K ammonta a:
A) 200.000
B) 500.000
C) 1.930.000
D) 2.000.000
E) 7.000.000

2. Un micron corrisponde a:
A) 10-6 m
B) 10+6 m
C) 10-3 cm
D) 10+4 m
E) 10-5 m

3. Per b > 0, log bn =


A) n . log b
B) n + log b
C) log n . b
D) (1/n) . log b
E) (log b)n

4. La funzione x = k/y, dove x e y sono variabili e k un numero negativo, è rappresentata in un piano


cartesiano da:
A) Una parabola
B) Una iperbole
C) Una ellisse
D) Un cerchio con centro nell’origine
E) Dipende dal valore di k

5. La funzione y= 2- x:
A) È sempre positiva
B) Ha valori positivi e negativi
C) È sempre negativa
D) È costante
E) Non ha significato

6. La tangente di un angolo è:
A) Il prodotto del seno per il coseno dell’angolo
B) La perpendicolare all’angolo
C) La parallela all’angolo
D) Il rapporto tra il coseno ed il seno dell’angolo

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E) Il rapporto tra il seno ed il coseno dell’angolo

7. Se in un triangolo rettangolo l’ipotenusa BC misura 30 cm, l’angolo [beta] ad essa adiacente ha il seno che
vale 4/5, allora la sua area sarà:
A) 312
B) 184
C) 216
D) 324
E) Non può essere calcolata

8. Con tre segmenti di lunghezze rispettive 1 cm, 2 cm, 4 cm:


A) Non è possibile costruire un triangolo
B) È possibile costruire un triangolo rettangolo
C) È possibile costruire un triangolo ottusangolo
D) È possibile costruire un triangolo scaleno
E) È possibile costruire un triangolo isoscele

9. Qual è la probabilità che lanciando due dadi si abbia il risultato di 9?


A) 2/9
B) 1/9
C) 3/4
D) 1/4
E) 5/6

10. Quanti ambi si possono formare con 90 numeri differenti?


A) 27.000
B) 7.200
C) 4.005
D) 8.010
E) 180

11. Due persone di identica massa superano un dislivello di 3 m, A, salendo su di una pertica verticale, l’altro,
B, impiegando una scala inclinata. Chi ha compiuto il lavoro maggiore contro le forze del campo
gravitazionale?
A) A
B) B
C) Il lavoro compiuto è uguale
D) Occorre conoscere il tempo di salita
E) Occorre conoscere l’inclinazione della scala

12. Un corpo di 4 kg di massa è soggetto ad una forza costante di 20 N. La sua accelerazione è pari a:
A) 5 J/s2
B) 5 m/s
C) 5 m2/s
D) 5 m/s2
E) 80 N/kg

13. Una data quantità di gas perfetto, contenuto in un recipiente a pareti rigide, viene riscaldata dalla temperatura
di 27°C a quella di 127 °C. La sua pressione è aumentata di un fattore:
A) 2
B) 4/3
C) 3/2
D) 10
E) 100

14. Trasferire calore da un corpo più freddo a uno più caldo:


A) Non è mai possibile
B) È possibile solo spendendo lavoro
C) Contraddice il primo principio della termodinamica

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D) Contraddice il secondo principio della termodinamica
E) Può avvenire solo nel vuoto

15. La temperatura di un corpo è un “indice”:


A) Del calore posseduto dal corpo
B) Dell’energia cinetica media delle particelle del corpo
C) Del calore scambiato dal corpo
D) Della capacità termica del corpo
E) Del calore specifico del corpo

16. Un campo magnetico può essere prodotto:


A) Da una carica elettrica in quiete
B) Soltanto da magneti permanenti
C) Da circuiti percorsi da correnti
D) Da un opportuno sistema di cariche elettriche in quiete
E) Solo quando un circuito in parallelo è attraversato da corrente

17. Una carica di + 8 Coulomb si muove da un punto a potenziale di 6 V ad un punto a potenziale di 2 V. Il


lavoro fatto dalla forza del campo è pari a:
A) +32 J
B) +6 J
C) - 2 J
D) - 32 J
E) +16 J

18. Due conduttori rettilinei paralleli percorsi da corrente continua nello stesso verso:
A) Si attraggono
B) Si respingono
C) Non esercitano alcuna forza reciproca
D) Interagiscono con forze che dipendono dal materiale dei conduttori
E) Esercitano tra loro forze parallele ai conduttori

19. La resistenza di un conduttore ohmico di forma cilindrica è direttamente proporzionale:


A) Alla sezione
B) Al quadrato della sezione
C) Al cubo della sezione
D) Alla lunghezza
E) Al quadrato della lunghezza

20) Lungo uno dei condotti di una centrale idroelettrica, l’acqua scorre inizialmente a una pressione p1=5 x 104Pa e
con una velocità v1 uguale a 5 m/s. Nella porzione terminale del tubo invece, che presenta diametro ridotto e si trova
10 m più in basso, la velocità v2 aumenta di altri 5 m/s. Quale sarà il valore della pressione in questo punto? (d acqua
= 1000 Kg/m3)
A) 1,125 x 105 Pa
B) 5,52 x 105 Pa
C) 1,125 x 104 Pa
D) 5,52 x 104 Pa
E) Non è possibile calcolarlo con i dati proposti

Correzione commentata

1. A : B = C : D, meglio conosciuta come proporzione. È semplice matematica in cui spesso ci si perde per il
fatto che la si legga “A sta a B come C sta a D”. In realtà sono semplici rapporti → A/B=C/D. Quindi A∙D=B∙C,
ovvero per chi ama le regoline “il prodotto degli estremi è uguale al prodotto dei medi”.
In questo caso, sappiamo che 3,5 : 100 = 70000 : K, da cui K = (70000 x 100)/3,5 = 2000000. Risposta D.
Altro esempio: il 25% di 280 è uguale a scrivere 25/100=x/280 → x=(25∙280)/100=70

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2. Risposta A. Un micron equivale a 10-6 m. Spesso nei test è importante osservare le unità di misura presenti
nelle risposte, perché alcune opzioni sono eliminabili semplicemente per il fatto che esprimono la stessa grandezza
ma con unità di misura diverse. Ad esempio: 0,0001 metri = 0,1 mm = 10-2cm = 100 micron  è sempre la stessa
lunghezza, espressa diversamente.
Nel caso della nostra domanda la risposta C e la risposta E sono eliminabili perché sono la stessa risposta con ordini
di grandezza diversi.
NB: E’ importante conoscere gli ordini di grandezza! (tabella)
Kilometro km 103 m 1 000 m 1000/1
Metro m 1 1m 1/1m
Decimetro dm 10−1 m 0,1 m 1/10 m
−2
Centimetro cm 10 m 0,01 m 1/100 m
Millimetro mm 10−3 m 0,001 m 1/1 000 m
Micrometro/micron μm 10−6 m 0,000001 m 1/1 000 000 m
−9
Nanometro nm 10 m 0,000000001 m 1/1 000 000 000 m
Picometro pm 10−12 m 0,000000000001 1/1 000 000 000
m 000 m

3. Data una funzione logaritmica y= logax, questa si legge come y = logaritmo in base a di x: a rappresenta
infatti la base e x l’argomento di questo logaritmo. Questo tipo di funzione serve a determinare l’esponente da dare
alla base per ottenere l’argomento ed è la funzione inversa dell’esponenziale. Esempio: Log216=4 ovvero 24=16.
Regole dei logaritmi:
- loga(x ∙ y) = logax + logay
- loga(x/y) = logax – logay
- loga(x)n = n ∙ logax
Nel nostro caso bastava applicare la terza proprietà: log bn = n log b. Risposta A.
N.B.: in genere, ln sta per logaritmo naturale (con base e = 2,7) e log sta per logaritmo decimale (con base 10).

4. La funzione xy = k viene definita come iperbole equilatera (secondo grafico nell’immagine in basso). Se
un’iperbole equilatera viene riferita ai propri asintoti (e cioè se gli asintoti dell’iperbole coincidono con gli assi
cartesiani), allora la sua equazione assume una forma ben più semplice rispetto alla classica equazione
dell’iperbole. Risposta B.
Per poter velocizzare lo studio delle funzioni è molto utile avere uno schema delle funzioni principali (in figura) e
saperle analizzare ricordando almeno le caratteristiche principali.
Ricordarsi che:
- Le intersezioni con gli assi vanno trovate ponendo a sistema prima x=0 e poi y=0.
- La positività di una funzione si vede sulla Y  la funzione è positiva dove la sua Y è positiva

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5. La domanda chiede quale sia la caratteristica di y=2 - x. Per risolverla in casi di confusione vi consigliamo di
fare una tabellina velocissima in cui date scegliete 4-5 valori di x e trovate i corrispettivi valori di y. Ad esempio per
questa funzione scegliete dei valori (-1; 0; 1; 2; 3) facendo una tabellina in questo modo.

Una volta trovati i punti congiungendoli potrete avere il grafico della funzione (nell’immagine a sinistra) richiesta e
poterne dire le caratteristiche. Nel nostro caso y=2-x il grafico assume questa forma e quindi possiamo dire
rapidamente che è sempre positiva. Risposta A.

6. La tangente di un angolo è una funzione trigonometrica


definita come il rapporto tra il seno ed il coseno dello stesso
angolo. Risposta E.
Il nome della funzione deriva dal fatto che può esser definita
come la lunghezza di un segmento della tangente (in senso
geometrico) alla circonferenza goniometrica. Delle funzioni
goniometriche è importante saper definire seno, coseno e
tangente come funzioni trigonometriche:
- Il seno di un angolo ( α ) è definito in un triangolo rettangolo
come il rapporto tra il cateto opposto all’angolo e
l’ipotenusa.
- Il coseno di α è definito come il cateto adiacente all’angolo
fratto l’ipotenusa. La tangente come il rapporto tra seno e
coseno.

7. Per risolvere ogni problema è importante acquisire un metodo di risoluzione a ritroso. Per trovare l’area del
triangolo rettangolo è necessario conoscere le misure dei cateti (che sarebbero base e altezza).

Per poter determinare l’area, dobbiamo quindi trovare le misure dei cateti. In base ai dati che abbiamo possiamo
trovare un cateto usando le formule goniometriche. Si ricorda che sinα=cateto opposto/ipotenusa, da cui cateto =
sinα x ipotenusa. Il cateto sarà quindi uguale a 30 (ipotenusa) x 4/5 (valore del seno) = 24. A questo punto possiamo
trovare l’altro cateto ricorrendo al teorema di Pitagora: cateto maggiore2+ cateto minore2=ipotenusa2
Conoscendo i valori dell’ipotenusa e di un cateto possiamo quindi ottenere la misura dell’altro cateto: 302-242=324
 cateto = 18. Ora che abbiamo tutti i dati per risolvere il problema possiamo dire che l’Area del triangolo è (18 x
24)/2 = 216.
Risposta C.

8. In ogni triangolo la somma di due lati più piccoli è maggiore del terzo lato. Nel nostro caso i lati sono 1, 2 e
4, e la somma di 1 e 2 dà 3 che è minore di 4: non si può quindi avere un triangolo che abbia questi lati.
Sarebbe comunque stato possibile escludere diverse opzioni di questo quesito senza sapere questa regola, andando
a logica: il triangolo isoscele può essere immediatamente scartato in quanto i lati dati sono tutti diversi, il triangolo
rettangolo può essere scartato perché non è verificata la relazione di Pitagora (12+22=5 e non 42). Risposta A.

9. La probabilità viene definita come il rapporto di numero di eventi positivi o ricercati (quello che voglio che
succeda) e tutti i possibili eventi (tutto quello che può succedere). Nel nostro caso, due dadi da sei facce hanno
come possibili combinazioni di lancio 6 x 6 = 36, ovvero il lancio del primo dado ha 6 possibili combinazioni e per
ognuna di queste ci sono 6 possibili combinazioni del secondo dado: 36 è quindi il numero di tutti gli eventi possibili.
Il numero di eventi che soddisfa la nostra richiesta sarà data dalle possibili coppie di numeri che sommati danno 9.
Ovvero la coppia 6;3 la coppia 5;4 la coppia 4;5 e la coppia 3;6. Quindi avremo 4 possibilità su 36 che lanciando 2
dadi la loro somma sia 9  4/36= 1/9. Risposta B.

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10. Per poter calcolare gli ambi che si possono fare con 90 numeri bisogna introdurre il concetto di
combinazioni. In pratica, quello che ci interessa sono tutte le possibili coppie che si possono ottenere da 90
elementi. In più, non mi interessa l’ordine di questa coppia di numeri (che escano 18 e 20 o 20 e 28, sempre ambo
è).
Per trovare tutte le coppie possibili quindi utilizziamo la formula delle combinazioni: n!/k!(n – k)!. In questo caso n
è il numero totale degli elementi (90) e k è il numero di elementi che io voglio mettere in ogni insieme (voglio creare
delle coppie, quindi 2 per ogni insieme). A questo punto ottengo 90!/2! x 88! = 90 x 89 x 88!/2! x 88! = 90 x 89/2
= 45 x 89 = 4005. Risposta C.
NB: Non temete, con un po’ di esercizio il tutto vi sembrerà più chiaro.

11. Il lavoro è definito come il prodotto della forza per lo spostamento per il coseno dell’angolo compreso fra
il vettore forza e il vettore spostamento (se essi sono perpendicolari, infatti, il lavoro è nullo). Dunque L=F∙s⸱cosα.
Il lavoro che contrasta la forza di gravità, però, è esclusivo della componente verticale degli spostamenti, ed essendo
in questo caso il dislivello pari 3 metri sia per A che per B il lavoro contro le forze gravitazionali (“lavoro verticale”)
è uguale per entrambi i percorsi. Quello che varia sarà il lavoro orizzontale che sarà nullo per A (la pertica verticale)
essendo assente lo spostamento in orizzontale. Risposta C.

12. La Forza, grandezza fisica vettoriale, viene misurata in Newton (N→(kg∙m)/s2 ). Essa per il II principio della
dinamica è: F=m⸱a, ovvero uguale al prodotto fra la massa del corpo e il vettore accelerazione. A noi vengono date
la forza F e la massa m del corpo e dobbiamo trovare l’accelerazione che sarà: a=F/m → accelerazione = 20N/ 4Kg
= 5m/s2. La risposta esatta è quindi la D. La risposta E è corretta dal punto di vista delle unità di misura(N/kg) però
non per il risultato. Risposta D.

13. È molto importante ricordarsi la legge di stato dei gas perfetti. Questa equazione rappresenta una
generalizzazione delle leggi empiriche osservate da Boyle (in un gas, in condizioni di temperatura costante, il volume
è inversamente proporzionale alla pressione), e Gay-Lussac (in un gas a volume costante, la pressione è
direttamente proporzionale alla temperatura assoluta - in un gas a pressione costante, il volume è direttamente
proporzionale alla temperatura assoluta), ottenibili rispettivamente per T costante, V costante e P costante. La
legge che ne deriva è la seguente: p∙V=n∙R∙T in cui:

• p è il valore della pressione del gas;


• V è il volume occupato dal gas;
• n sono le moli del gas;
• R è la costante universale dei gas = 8,314472 J/(mol∙K)
• T è la temperatura assoluta del gas, espressa in kelvin (K)

Nel nostro problema quindi se la temperatura passa da 27°C a 127°C vuol dire che varia da 300 a 400 K (la
temperatura va espressa in Kelvin) e viene quindi moltiplicata per 4/3. Essendo il recipiente rigido il volume non
potrà variare e quindi l’unico fattore che potrà variare sarà p e cambierà esattamente come T, di 4/3. Risposta B.

14. Secondo l’enunciato del 2° principio di termodinamica non è possibile trasferire calore da un corpo freddo
a uno più caldo senza l’apporto di lavoro esterno (formulazione di Clausius). Altra formulazione conseguente alla
prima dice che È impossibile realizzare una macchina termica il cui rendimento sia pari al 100% (Lord Kelvin). La
risposta corretta è in questo caso la B, poiché è possibile operare questo trasferimento di calore ma soltanto
spendendo lavoro; la D non è corretta perché è specificato nel 2° principio il “senza l’apporto di lavoro esterno”.
Una dimostrazione dell’impiego di lavoro necessario per trasferire calore da un corpo più freddo a uno più caldo e
il frigorifero, che assorbe energia da un ambiente freddo e lo cede a un ambiente più caldo. Questo è permesso a
spese di un lavoro che è dato dall’energia elettrica.
Ricordiamo brevemente anche gli altri principi di termodinamica:
1° L’energia possa essere trasformata e convertita da una forma all’altra ma la quantità totale di essa in un sistema
isolato non varia nel tempo. Questa legge può essere applicata sia alla meccanica che alla termodinamica. Nel caso
della termodinamica, grazie all’esperimento di Joule, fu dimostrato che ∆U=Q-L (la variazione di energia interna U
di un sistema termodinamico è uguale alla differenza fra calore Q assorbito dal sistema e il lavoro L compiuto).
Quindi ritornando alla domanda che ci viene posta la soluzione C è da scartare.
3° non è possibile raggiungere lo zero assoluto tramite un numero finito di trasformazioni termodinamiche. Risposta
B

15. Calore e temperatura sono concetti che vengono spesso confusi nell’uso comune, ma sono in realtà due
grandezze fisiche ben distinte. Entrambi sono legati al moto di agitazione termica che anima gli atomi e le molecole
della materia, in tutti i suoi stati di aggregazione. La temperatura di un corpo misura il grado di agitazione delle
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particelle che lo compongono, mentre il calore è una forma di energia (misurata infatti in Joule), che ha la tendenza
a trasferirsi dai corpi a temperatura maggiore a uno a temperatura minore (a meno che non venga speso del lavoro).
La relazione che intercorre fra le due grandezze può essere rappresentata da questa formula Q=c∙m∙∆T (c = calore
specifico, Q = quantità di calore e m = massa)
Si definisce invece capacità termica di un corpo il rapporto fra il calore fornitogli e l’aumento di temperatura che ne
è derivato:
C=m∙c dove m è la massa e c il calore specifico per unità di massa e C la capacità termica. Possiamo quindi scartare
l’opzione D. Il calore specifico di una sostanza è definito come la quantità di calore necessaria per innalzare la
temperatura di una unità di massa di 1 K. In questo modo possiamo scartare l’opzione E. Risposta B.

16. Il campo magnetico è un campo di forze generato nello spazio dal moto di una carica elettrica o da un
campo elettrico variabile nel tempo, che insieme ad esso costituisce il campo elettromagnetico. Il campo magnetico
prodotto da un filo percorso da corrente agisce su un oggetto elettricamente carico tramite la forza di Lorentz (F =
qvB). Il campo magnetico, a distanza r dal conduttore, prodotto invece da un filo percorso da corrente è:

dove:
B = vettore di induzione magnetica µ = permeabilità magnetica i = corrente costante r = distanza dal
conduttore.
Il campo elettrico è quindi prodotto da circuiti percorsi da corrente e non SOLTANTO da magneti permanenti. Per
creare un campo elettrico a partire da una carica è dunque necessario un movimento, poiché gli elementi stazionari
non sono in grado di generare un campo elettrico come viene invece affermato nelle risposte A e D. Risposta C.

17. Il lavoro di un campo elettrico è definito come L=q∙∆V. Nel nostro caso quindi il lavoro sarà uguale a L = 8
C∙(2-6)V = - 32 Joule.
∆V è il potenziale elettrico, ovvero il lavoro che le forze del campo elettrico devono compiere per portare una carica
unitaria dal punto in cui si trova fino ai limiti del campo (in teoria fino all’infinito). È dato dal rapporto tra l’energia
potenziale elettrica e la carica di prova: V=U/q. Risposta D.

18. Anzitutto dobbiamo conoscere le forze che genera un filo elettrico attraversato da corrente elettrica. Le
forze in questione sono le forze di Lorentz. Dal caso generale F=qvB, la forza di Lorenz può essere scritta anche
come F=B∙i∙l nel caso particolare del calcolo della forza di Lorentz su un filo percorso da corrente i, di lunghezza l e
su cui agisce un campi magnetico B. In questo caso per capire il senso della forza che si genera dovremo ricorrere
alla regola della mano destra (figura) In questo modo possiamo determinare le direzioni delle forze attrarranno un
filo all’altro.
Anche non avendo idea della rispsota, potevamo portarci a una situazione di dubbio tra 3 opzioni ovvero: si
attraggono (A), si respingono (B) e non esercitano alcuna forza reciproca (C), perché queste tre opzioni
rappresentavano tutte le possibili interazioni tra i due fili ovvero positiva, negativa o nulla. Altri interazioni non
esistono e quindi per forza una di queste tre doveva essere corretta. Risposta A.

19. La resistenza di un conduttore è regolata dalla legge di Ohm R=(ρ∙L)/S dove ρ è la resistività elettrica, L è
la distanza (misurata in m) dei punti tra i quali è misurata la resistenza (misurata in Ω) e S è l’area della sezione
(misurata in m2) del campione perpendicolare alla direzione della corrente. La resistenza può anche essere definita
come R=∆V/i, ovvero il rapporto tra differenza di potenziale elettrico e intensità. Dato che ci viene chiesto a quale
grandezza la resistenza è direttamente proporzionale, la risposta è la D, ovvero la lunghezza del filo. Nel caso ci
fosse stato chiesto a cosa fosse inversamente proporzionale, allora la risposta corretta sarebbe stata la A.
La resistività è determinata dalle caratteristiche intrinseche del materiale e in base a come esso si comporta si
riconoscono conduttori e superconduttori, ovvero quelli che hanno una bassa resistività e quindi bassa resistenza
al passaggio di i (corrente elettrica). Risposta D.

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20. Per risolvere il quesito bisogna ricorrere alla legge di Bernoulli, la quale afferma che in un condotto che
presenta altezza da terra e sezione variabili, si verifica la condizione p + dgh + ½dv2 = costante; dove p è la pressione
del fluido, d la sua densità, v la sua velocità e h l’altezza alla quale si trova.
La legge presuppone, oltre all’altezza, anche una “sezione variabile” del condotto poiché, senza questa condizione
non si potrebbe avere una variazione di velocità per via della Legge di Leonardo (o della portata), la quale afferma
che la portata Q, data dal prodotto della sezione S per la velocità del fluido v, si mantiene costante Q (m3/s) =
S⸱v, costante. Tutto ciò vale per fluidi che subiscono moti stazionari, ovvero le cui caratteristiche si mantengono
costanti nel tempo (non è il caso, ad esempio, di acqua in caduta libera).
Tornando al nostro problema, per Bernoulli vale dunque: p1 + dgh1 + ½dv12 = p2 + dgh2 + ½dv22
con h1=10 m; h2=0; p1=5 x 104Pa; v1=5 m/s e v2=(5+5) m/s= 10 m/s.
 p2 = 5 x 104 + 1000(10)(10) + ½(1000)(5)2 – ½(1000)(10)2 = 50000 + 100000 + 12500 – 50000 = 112500 Pa.
Risposta A.

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