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4 - Steam Reforming
4 - Steam Reforming
Primi due blocchi di produzione dell’idrogeno (processo 1): pretrattamento della carica
entrante per dare l’idrogeno + reazione di steam reforming, dalla quale si ottiene il
syngas.
Syngas: un gas che si trova alla fine dei processi di produzione di idrogeno ed è
formato in primis da CO, H2 e CO2. Il terzo blocco di tutti gli impianti di produzione
dell’idrogeno è la PURIFICAZIONE. Perché può essere che si abbiano prodotti aggiuntivi
oltre a quelli appena menzionati; in caso bisogna appunto purificarli dai prodotti non
desiderati. Cioè faccio la purificazione per ottenere idrogeno puro, separato quindi da
CO e CO2.
La reazione inversa dello steam reforming:
CO + 3H2 CH4 + H2O
Il syngas in questo caso può essere fatto reagire per ottenere il synthetic natural gas,
cioè per riavere di nuovo un idrocarburo. Certo è che questa reazione non la faccio per
avere di nuovo l’idrocarburo che ho usato per ottenere il syngas (cioè se uso metano
nello steam reforming, non è che poi faccio la reazione inversa per ottenere di nuovo
metano). La faccio quando voglio andare a fare la GASSIFICAZIONE.
Ci sono in realtà, come si vede nella figura sopra, tre processi per la produzione di
syngas: steam reforming, ossidazione parziale di cariche più pesanti rispetto al
metano (altri idrocarburi), e la gassificazione. Uso uno o l’altro in base al fatto se il
processo sia catalitico o meno.
Quando si tratta il gas naturale (processo di steam reforming) è presente anche lo
zolfo, ecco il perché della desolforazione. In questo caso devo farla dato che ho una
reazione catalizzata, altrimenti lo zolfo mi avvelena subito il catalizzatore e non posso
effettuare né lo steam reforming né tanto meno ottenere syngas. Cioè lo zolfo ha la
proprietà di avvelenare il catalizzatore; quindi va rimosso.
L’ossidazione parziale (processo 2) è una reazione che avviene in difetto di ossigeno:
CH4 + 0.5 O2 CO + 2H2
La reazione di ossidazione è una reazione di combustione. OCCHIO
Alla fine dei processi non catalizzati si fa sempre la rimozione dello zolfo. Importante
perché a un certo punto l’idrogeno generato andrà in un processo catalitico. Quindi va
rimosso lo zolfo per lo stesso motivo di prima. Quindi questa rimozione la faccio sia
nell’ossidazione che nella gassificazione.
Nella gassificazione uso una sostanza solida, il carbone per esempio.
C + H2O C0 + H2 reazione di gassificazione principe
C + CO2 2CO
SE NON HO UNA DESOLFORAZIONE PRIMA VUOL DIRE CHE LA REAZIONE NON È
CATALITICA. Lo zolfo uccide qualunque tipo di catalizzatore.
CH4 + H2O CO + 3H2 REAZIONE DI STEAM REFORMING
Che sicuramente faccio con eccesso di acqua, perché devo convertire tutto il metano.
Seguita sempre dalla reazione di WATER GAS SHIFT:
CO + H2O CO2 + H2
Per massimizzare la produzione di H2.
PRESSURE SWING ABSORBTION
È un assorbimento su solido, di norma zeoliti aventi pori tali per cui passa solo
idrogeno. Il resto rimane adsorbito sulla zeolite.
Il coke può depositarsi in diverse maniere. Possiamo avere coke pirolitico, possiamo
avere la formazione di whisker, possiamo avere l’incapsulamento del catalizzatore con
questo coke. Tipicamente queste diverse tipologie dipendono dai parametri che sto
utilizzando, quelle in figura.
I whisker sono delle lamelle grafitiche che mi disattivano il catalizzatore.
Carbonio pirolitico, avviene quando ho un cracking puramente termico, cioè in assenza
del catalizzatore. Avviene quando l’attività del catalizzatore è bassa, cioè quando è
disattivato totalmente o parzialmente. Esso sporca soltanto il catalizzatore, non lo
disattiva. Quindi una sua rigenerazione completa è possibile. In tutti gli altri casi NO.
Rigenerazione del catalizzatore: la facciamo con una combustione controllata, cioè in
difetto di ossigeno. Mando una corrente contenente tanto azoto e una piccola
percentuale di ossigeno. In questo caso faccio bruciare il coke senza aumentare troppo
la temperatura, evitando così anche il rischio di sinterizzazione.
Il primo grafico mostra solo quale idrocarburo ha più tendenza formare coke (in nero) e
più tendenza a fare steam reforming (in bianco)
Lo zolfo si lega in modo molto forte al nichel, creando il solfuro di nichel. È detto
veleno perché è quasi irreversibile, il legame che si viene a formare è estremamente
forte.
Possiamo misurare il grado di ricopertura del catalizzatore da parte dello zolfo.
ZnO + H2S ZnS + H2O
I reattori si trovano dentro i forni. Il più usuale è quello con fiamma dall’alto. I reattori
sono tubi stretti e lunghi. Le fiamme sono alimentate o da metano stesso oppure dai
gas combustibili che escono fuori dall’impianto, CON IL METANO RESIDUO CHE NON
HA REAGITO…QUESTI POSSONO ANDARE AD ALIMENTARE I BRUCIATORI DELLO STEAM
REFORMING. I tubi sono sempre verticali (perché??).
I reattori sono collegati alle pareti da dei giunti, che devono garantire un po' di
dilatazione, perché i tubi li metto dentro a freddo, ma poi alzo tantissimo la T, quindi
hanno bisogno di espandersi.
La fiamma non deve mai lambire il tubo. Se lo fa il tubo si rompe.
Perché sono tubi così lunghi? Abbiamo detto che la reazione è endotermica. Sulle
pareti ho 900°C. Al centro ne ho di meno. Ma se ne ho troppo in meno sono fregato,
favorisco la reazione indesiderata di Bouduard. Quindi li faccio stretti proprio perché
voglio che sia il più possibile uniforme alle pareti esterne, evitando reazioni
indesiderate.
I tubi sono di acciaio di valyria, altolegato.
Ci sono tre profili diversi, uno per il gas, uno per il tubo e uno per l’interno del forno.
L’alimentazione nel reattore è dall’alto, per evitare che si abbiano problemi di
frantumazione del letto catalitico. La configurazione con bruciatore dall’alto è
favorevole rispetto a quella dal basso perché sulla parte alta del reattore consumo una
grossa quantità di energia dato che vi entrano i reagenti freschi, è dove maggiore è la
richiesta di calore in quanto la velocità è più alta. Ed è per questo che è bene che le
temperature siano più alte. Man mano che scendo invece vado più vicino alle
condizioni di equilibrio termodinamico, non ho necessità di un grande apporto di
energia.