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capirato CARLO ALBERTO MARZI Attenzione e coscienza 1 Introduzione In passato, sia Tattenzione sia la coscienza sono state spesso considerate come di chiaro significa- to e facile comprensibiliti. Per esempio, William James nella sua famosa definizione di attenzione (1890) dice: «Everyone knows what attention is. (Ognuno sa cosa ¢ lattenzione). Lo stesso vale per la coscienza, infatti vari filosofi (vedi Antony, 2001) affermano che quello di coscienza é un con- cetto difficile da definire ma che ¢ comprensibile dalla maggior parte delle persone. Tuttavia, a spie- gazione di «senso comune» @ insaddisfacente per. ché non é affatto scontate che il cosiddetto «some qualunque» abbia una concezione dell'attenzione simile agli gioni per ritenere che le loro opinioni siano molto diverse (Mole, 2008), Naturalmente, sia wn’analisi sperimentale sia filosefica hanna mostrato che i concetti di attenzione e coscienza sona scamponi uomini qualunque, anzi ci sone ra~ bili in varie componenti che rendone conto del- le loro varie earatteristiche ¢ che hanno generate humerose teorie, in parte in conflitto fra loro, Poi- ché questo capitolo riguarda i rapporti fra i due concetti mi limiteré ad accennare brevemente, per facilitare la discussione, alle teorie che penso abbiano il maggiore valore euristico per atfrontare il problema con riferimento ai substrati neuropsi- cologici, Per Tattenzione mi piace ricordare ancora la storica definizione di William James che permette di illustrare gli aspetti fondamentali dellattenzio- ne; «Everyone knows what attention ts. It is the taking possession by the mind, in clear and vivid form, of one out of what seem several simultane- ously possible objects or trains of thought. Foca- ization, concentration, of consciousness are af its essence, It implies withdrawal from some things in order to deal effectively with others, and is a condition which has a real opposite in the confu- ssed, dazed, scatterbrained state which in French is called distraction, and Zerstreutheit in Germans [Ognuno sa cosa é Pattenzione. € il prendere pos- sesso da parte della mente in forma chiara ¢ vivida_ di uno fra quelli che appaiono simultaneamente ‘come possibili oggctti ¢ treni di pensicro. La sua -essenza consiste nella facalizzazione e la concen- trazione della coscienza, Implica lo staccarsi da al- -cune cose allo seopo di occuparsi di altre in modo efficiente, edé una condizione che ha un vero op- posto nelle stato confuso, disorientato ¢ distratto ella mente che in Francese ¢ chiamato distraction ein tedesco Zerstrentheit - Traduzione dell'autore del capitolo]. In questa definizione ci sone gli elementi car- dine dell'attenaione selettiva che viene scomposta in un effetto a livello percettivo «taking possession in clear and vivid form of one out of. simulta- neously possible objects» 0 cognitivo etrains of thought». C'é poi Faspetto della focalizzazione dell attenzione con simultanea inibirione di alcuni -oggetti a vantaggio di altri sit implies withdrawal from. some things in order to deal effectively with others» che rappresenta un meccanismo fonda mentale dell'orientamento selettivo. Una versione moderna dei meccanismi dell'at- tenzione che ha stimelato una vasta serie di studi sperimentali & quella di Posner e Petersen (Posner ¢ Petersen, 1990), Petersen e Posner, 2012) che, se- guende una distinzione gia traeciata da William James, differenzia un‘attentione esogena da una cendogena oltreché unlaitenzione esplicita da una iamplicita (per una rassegna recente vedi Chica et al,, 2013). Come vedremo, queste distinzioni sono di grande rilevanza per il problema dei rapporti con Ia coscienza, soprattutto per quanto riguarda Yattenzione visiva spaziale, 766 (DISTURB! DELL’ATTENZIONE Anche per quanto riguarda la cascienza, molti ritengono che la si possa considerare un concetta unitario e di immediata comprensione, altri riten- ‘gono sia ambiguo proprio per ladifficolta adefinir- Jo in maniera soddisfacente, Addirittura il filosofa Lycan (1996) sostiene che la coscienza pud essere scomposta in almeno otto tipi ben distinguibili. Va sottolineate in ogni caso che bisogna innanzitut- to distinguere lo stato di coscienza dai contenuti di coscienza, Il prime definisce i livelli generali di coscienza: per exempio, coma, sono, veglia, [I se- condo si riferisce a ci di cui siamo. consapevoli in un determinato momento: per esempio, «ades- so vedo una mela verdes, Per evitare ambiguiti, questo capitol mi riferird ai contenuti di coscien- za ¢ in particolare alla consapevolezza percettiva ¢ terri come teoria di riferimento quella di Black (1995; 2014). Come note, Black distingue due forme di co- scienza, quella jenomentca e quella di accesso (phenomenal and access consciousness, rispettiva- mente, p-consciousness e a-consciousness). La prima consiste di pure esperienze sensariali come color, forme, suoni, e anche emozioni e sensazio- ni corporce. Queste esperienze vengono defini- te squaliar © non sono necessariamente legate al comportamento ¢ per quanto riguarda lo stadio-di dlaborazione dell'informazione visiva si possona collocare a livello della memoria iconica. La se~ conda rappresenta le informazioni che saccedono» alla memoria, al linguaggio, e che determinane il comportamento © puo esscre collocata a livello della memoria di lavoro, Per quanto riguarda in particolare i correlati neurali della coscienza una teoria molto iniluente & la cosiddetta global work- space theory, sviluppata da Baars c pot da Dchaene e call, (vedi Baars, 2005; Dehaene et al., 2003), che descrive le basi cognitive e neurali dei rapporti fra attenzione selettiva ed emergenza della coscienza percettiva. B Rapporti fra attenzione e-coscienza Tradizionalmente, attenzione € coscienza sono state considerate come processi strettamente unit non esiste coscienza senza atlenzione © non esiste altenzione senza coscienaa. Tuttavia, negli ultimi vent'anni ci sono state varie dimostrazioni speri- mentali che i due processi possono essere dissacia- tie filosofi, psicologi cognitivi ¢ neurascienziati si sono posti il problema teorizzanda due possibilita * allenzione ¢ coseienza sono indissolubilmente Iegate e senza T'una non c’é Paltra; + altenzione e coscienza possone essere disgiunte e agire indipendentemente. Prima di descrivere le principali evidenze speri- mentali riguardo a questa dicotomia bisogna pre- cisare che un punto essengiale & che per rispondere 4 questi quesiti bisogna tenere in considerazione, come accennato sopra, che esistone diversi tipi di attenzione e di cosciensa e i rapporti fra i due Process cognitivi passono differire in funzione di ‘queste differenze, Infatti, oltre alla gid citata distinzione fra atten- rione esogena ed endogena, possiamo distinguere unlattenziane spaziale (location based), un'atten- sione rivolia agli oggetti (object-based) © un'at- tenzione rivolta ate caratteristiche di una stimolo (feature-based). In linea di principio queste forme dialtenzione possono avere rapporti diversi con la coscienza, Daltra parte anche la concettualizza~ tione della coscienza varia fra gli studiosi, in par- ticolare, la coscienza fenomenica e quella di accesso sono probsbilmente legate a diversi tipi di atten. rione. Secondo la global workspace theory soltanto Tinformazione selezionata dall'attenzione viene elaborata e poi trasmessa e distribuita nello spa- rio neuronale globale per accedere alla coscienza, Quindi Fatenzione 2 condizione indispensabile per la coscienza, In contrasta con questa teo- ria sono la pasizione di Block, che distingne la coscienza fenomenica da quella di accesso, ¢ la teoria dell elaborazione ricorrente di Lamme {re- current processing theory of consciousness, Lam- me, 2006), Entrambe sastengono che l'attentione non é necessaria per le fasi iniziali (coscienza fe- nomenica o visiva), ma seltanto per le fasi suc- cessive (cosciena di accesso © cognitiva), della coscienza, 3 Modelli neurali di attenzione Fra i sostenitori di una sostanziale contiguita, sc non identita, fra attenzione e coscienza <é Mike Posner (Posner ¢ Petersen,1900, Petersen Po- sner, 2012) che sostiens, nel suo modello neurale di attenzione, che il sistema esccutivo altentiona- le anteriore {che comprende aree frontali il giro cingolato) ¢ collegato molto pits direttamente alla coscienza del sistema attenzianale posteriore, pre- valentementea sede parictale destra, che & devolu- to all'attenzione spaziale, Le basi corticali dei due tipi di attenzione se- lettiva visiva sono stati definiti in tempi recenti anche da Corbetta ¢ call. (Corbetta et al., 2008; vedi anche per una rassegna recente Chica et 2013). Il sistema altenzionale darsale {che corri- sponde prevalentemente a un sistema pet l'atten- zione endogena) & essenzialmente frante-parie- tale © comprende i campi oculari frontali (frontal eye-fields) cil solco intraparictale (IPS). ILsistema altenzionale ventrale presente nell'emisfero de- stro nei pressi della giunzione temporo-parictale (TPH) ¢ in atee corrispondenti alle aree 22 € 40 i Brodmann invece si occupa prevalentemente dell'attenzione esogena, I sistema dorsale & atti vato quando si mantiene Pattenzione su un‘area segnalata da un indizio centrale quindi dove prevede la comparsa di uno stimolo bersaglio. Al contraria, il sistema ventrale viene attivate da sti moli periferici salienti e rilevanti per il compor- tamento, soprattutto. se inaspettati, mentre viene deattivato durante l'attenzione sostenuta (man- tenuta dal sistema dorsale) per evitare un effetto distraente, Quindi i due sistemi interagiscona continuamente non solo tra di lore ma anche con la carteccia visiva ‘Vediamo adesso di descrivere piit in profondita Je due tesi contrapposte dei rapporti fra attenzione e coscienza, 4 Attenzione e coscienza sono indissolubilmente legate e senza luna non c’él’altra Una prima strategia gencrale usata per rispondere a questa domanda é stata quella di presentare uno stimolo visivo inaspettato mentre # partecipante allesperimento @ impegnato in un compito per- cettivo che richiede un grande sforzo attentive. In tale condizione il partecipante non percepisce una stimole visive anche in assenza di disturbi visivi {vedi oltre, inattentional blindness). Un‘altra stra- tegia implica lo studio di pazienti con la sindrome di eminegligenza unilaterale spaziale (hemine- glect; vedi i capitoli 25 e 30 di questo volume}, in cuti uno stimolo (per esempio visivo) viene presen- tato nel lato dello spazia visivo negletto fin genere ilsinistro} e spesso non viene percepite nonostan- te Passenza di cecit’ corticale. Quindi il disturba dell'attenzione non permette la rilevazione del segnale anche in assenza di un deficit sensoriale, T paradigmi sperimentali in soggetti sani che hanno dimostrato che senza Mattenzione non si raggiunge la consapevolezza percettiva sono fon- damentalmente di tre tips: la inattentional blindness (eecité da mancata attenzione); la change blind- ress (cecita al cambiantento) e Vattentional blink (amaniccamenta attentive}. ZANICHELLI 4.1 Inattentional blindness Uno degli studi fondamentali che hanno impiegato questo prime paradigma & quello di Mack e Rack {1998}, ai quali si deve il termine che definisce ill loro approccio. In linea generale lidea & quella di impegnare un partecipante in un compite percet- tivo «primariow che richiede attenalone focalizeata per rilevare uno stimola reso di scarsa visibilit’, per esempio con 'uso del backward masking (vedi oltre). Gon questa tecnica di mascheramento il rilevamento di une stimolo visivo viene bloccata dalla presentazione successiva (dopo frazioni di secondo) di una smascherar visiva costitulta da una configurazione complessa che, se presentata simultaneamente al primo stimola, le coprirebbe completamente. In questo: caso perb [a maschera viene presentata ben dopo che il prima stimolo & scomparso, Classicamente, si ritienc che l'effetto dipenda dallinteeferenza della maschers sullo stadio di me~ moria iconica (e di memoria fragile, secondo una recente parcellizzazione della memoria visiva; vedi Pinto, 2013) che impedisce che 'aitenzione selettiva permetta la codificazione in memoria a breve ter- mine ¢ quindi l'accesso alla coscienza. Un‘alternat va che si basa sun concetto simile ¢ il metaconirast masking, in cui la visibilita dello stimole viene abo- lita o ditminuita dalla sinvultanea presentazione di un anello che circonda lo stimolo senza savrappor- si, Anche in questo caso la percezione dello stimola écompromessa per un meccanismo simile. Indipendentemente dalle vatie teotie, le prac dure di masking hanno lo scope di rendere diffi le la percezione dello stimolo interferendo in una precisa fase dell'elaborarione dell'informazione ¢ quindi rendendo necessaria una completa foca- lizzazione dell'attenzione, Uno scopo simile lo si pudraggiungere variando il carico percettivo (per- ceptual load; vedi Lavie et al., 2014) del compita primarie, Quanto maggiore ¢ il carico, tanto mag gore sari la focalizzazione attenzionale centrale a scapite di stimoli periferici imprevisti La parte essenziale del paradigms sperimentale intradotta da Mack ¢ Rock & che senza previo a vertimento, © quindi completamente inaspettato, durante il compito primario viene presentate in un‘altra parte del campo visivo uno stimole (defi- nita acritico») ben visibile. Nella maggior parte dei partecipanti lo stimolo critico non viene percepito, Conclusione: senza attenzione non si percepisce. Poiché per percezione sintende per definizione un processo sensoriale cosciente, la conclusione che si pus trarre da questo esperimento & che senza at- tenzione non si ha coscienza percettiva. 761 eruepeso29 auoREuanY 68 Naturalmente, presupposto essenziale 8 che il partecipante non sappia dello stimolo critica € quindi l'esperimento implica una sola 0 poche presentazioni, con conseguente necessiti di im- piegare un largo numero di partecipanti (circa cinguemila in tutto nello studio di Mack € Rock). Se invece il partecipante é nformato che un altro stimolo pud essere presentato, la sua attenzione non sari pti focalizzata soltante sullo stimolo pri- mario ¢ lo stimolo eritico verra molto spessoper- cepito, Questo approccio sperimentale & stato ispi- rate-da precedenti studi di attenzione selettiva con la tecnica del dichotic listening (ascolta dicatico) pot di selective looking (sguarde preferenziale) di Neisser, 1979 (per una rassegna vedi Jensen et al, 2011). Uno degli studi pidt noti di selective looking quello. in cui si chiede al partecipante di contare i passaggi di una palla da pallacanestro fra giocatori con maglia bianca o nera. Mentre il partecipante & impegnato nel compito una tagazza con un om- brello aperto passa fra i giocatori, La maggior parte degli osservatori non la nota ¢ riporta di non avere visto niente che avesse interferito sul lone compito. Lo stesso aecade perfino-quando la ragazza 8 vesti- ta da gorilla (Simons e Chabris, 1999) Questo paradigma «dinamico» di selective lo oking & stato modificato in paradigmi estatici», che si prestano meglio a un controllo sperimen- tale pitt accurato (Rock et al,, 1992), In uno di questi compiti i partecipanti dovevano giudicare quale era il lato piit lingo di una croce. A un cer- to punto compare uno stimolo inatteso, colorato ¢ ben visibile, ¢ i partecipanti devone riportare se hanna visto qualcosa di strano, Come nel se- lective looking dinamica, la maggior parte dice di non avere notato nessun altro stimolo oltre alla In linea di principto due possibili critiche pos- sono essere che, in condizioni di sorpresa e di per- ceptual load, il partecipante tende a dimenticare lo stimolo inatteso che viene ripartate retrospet- tivamente con una latenza abbastanza lunga, date Himnpegno richieste dal compito primario, Laltra possibilita @ che il criterio di risposta sia diversa ¢ che in condizioni di mancata aspettativa il par- tecipante tenda a nan riportare una stimole la cui rappresentazione & molto debole, a causa del carico percettivo del campito primario che deter- mina wna ridotta sensibilita per il rilevamento del- Io stimolo, Queste considerazioni si applican particolare agli studi in cui il compito primarie ha un forte carico percettiva, mentre sembrano meno rilevanti per il paradigms originarie svilappate da Mack e Rock. 4.2 Change Il termine cecitd al cambiamento si riferisce al mancato riconoseimento di una differenza fra due immagini presentate in rapida successione (flicke- ring} identiche se non per un particolare molto evidente che perd non viene notato, Il termine lo- si trova in Rensink et al. 1997, ma il fenomeno & stato-descritto, come peraltro anche linattentional blindness, nella vecchia letteratura psicologica. La differenza con un paradigma sperimentale simile, la change detection (rilevamento del carmbianenta}, sta nel fatto che mentre nella change blindness la differenza fra le immagini & cospicua e i parteci- panti dopo aver tentalo inutilmente per molte prove si meravighiano di non averla trovata prima, Invece nella change detection, che in genere & stu- diata in condizioni sperimentali pid controllate, la differenza & molto-meno evidente, £ interessante notare che, mentre nell'inatten- tional blindness la presentazione dello stimolo ctitice € inaspettata € questo spiega Ia mancata attenzione, nella change blindness ¢ nella change detection il partecipante sa benissimo che il suo compito & quello di rilevare un cambiamento che nonostante ci non viene facilmente individuato, Quindi nella inattentional blindness, la mancata percezione dello stimolo critico ¢ dovuta al fatto che T'attenzione & conapletamente focalizzata sul compito primario, mentre nella change blindness e change detection non ha il tempo di fecalizzarsi su tutta immagine. In tutti tre i casi, comun- ‘que, il risultato & che non si raggiunge la coscienza percettiva di un particolare dell immagi manca attenzione, Cid rende impossib so dellinput nella memoria di senta il collo dibottigha superato il qualesi accede alla coscienza. dness 43 attentional blink Il fenomeno definite aretiiccamento attentive (at- tentional blink) é stato descritta per la prima volta da Broadbent ¢ Broadbent (1987) usando la prace~ dura della rapid serial visual presentation (RSVP), rapica presentazione seriale (Potter Levy, 1969), ma il nome e una importante madifica del para- digma e della interpretazione del fenomeno si de~ vono a Raymond et al., 1992 (per una esauriente rassegna vedi Dux e Marais, 2009), Nel loro esperimento Raymond et al. presenta- rono in rapida successione (ogni 100 millisecond) tuna lettera mera (T1) seguita da una serie di altre lettere, Il compito del partecipante era quello di dire se la secondalettera (T2) era una X oppure no. ZANICHELLI I rigultato era che, se T2 veniva presentata entra 500 millisecondi dalla comparsa di T!, Ja maggior parte delle volte non veniva rilevata correttamente, anche se Tl veniva sempre vista, Il grande merite di Raymond e coll. fu di dimostrare che Peffetto eta attenzionale piuttosto che sensoriale, perché il mancato rilevamento di T2 non avveniva se al partecipante venivadetto Pignorare TL. Inolire, se Pintervallo ditempo fra TI e'T2 aumentava, Veffet- to di «ammiccamentor diminuiva o scompariva. Anche se il fenomeno pud dipendere da varie cause, anche sensoriali, vedi sotto, il fattore prin- cipale € un ecollo di boltiglias attenzionale legato alla percezione di T1 che non lascia tempo sutfi- ciente, data la rapida presentazione seriale, a'T2 di entrare nella memoria di lavoro ¢ poi nel circuito fronte-parietale responsabile della comparsa del Ja consapevolezza percettiva, A questo proposita la teoria nata come global workspace model (vedi Baars,2005; Dehaene et al, 2003) si ispira appunto ai modell: «collo di bottigha» dell'attenzione, so- stenendo che per accedere alla coscienza percett va uno stimolo deve entrare in uno spazia neurate slobale (global workspace} che permette di meitere in comuntcazione la rappresentazione dello stime- Jo can le aree cerebrali specificamente devolute alla sua elaborazione (per exempio 'area per le face a quella per le parole ece.). I neuroni di questo spa- zie sono capaci di comunicare a lunga distanza ¢ inibiscono neuroni di spazi contigui che quindi hon sone disponibili a elabarare stimoli temporal- mente vicini. Questo meccanismo spiegherebbe T'attentio- nal blink in quanto lo stimolo T2, quando viene presentato entro cinquecent millisecondi da TH, trova un workspace inibite e non pud entrare nella coscienza. La spiegazione in termini di global war kspace é corraborata da studi di ncuroimaging che hanno teovate dei correlatt neurali dell'attentional blink nelle aree parieto-frontali (Hommel et al. 2006; Marois e Ivanoff, 2005) coinvolte nelle fun- zioni atlenzionali ¢ nella consapevolezza pecettiva. Tl livelle specifico a cui si verifica Patentional blink nel corso-della elaborazione dell informazio- ne é stato oggetto di molti studi comportamentali ed elettrofisiologici, che hanno mostrata come il ‘T2 durante Pattentional blink venga elaborate an- che a livello semantico, anche se non raggiunge la coscienza. Il prima studio @ stato quello di Luck etal, 1996, che ha mostrato come la componente N00 dei potenziali eventa-carrelati (ERP) & pre- sente durante I'elaborazione di T2. Questa com- Ponente indica un paragone semantico fra due stimoli ed é presente sia quando T2 viene riportate dal partecipante sia quando non lo &. Studi suc- cessivi hanno confermato che T? viene elaborato estensivamente, ma Giesbrecht et al. (2007) con uno studio ERP hanno trovate che il livello a cui T2 viene elaberato dipende dal earico percettive di T1. Quando questo é alto la N400 scompare € quindi evidentemente lelaborazione st ferma pri- ma dell'accesso semantica. Invece quando il carico pereettivo & basso si ha una ptena elaborazione di ‘T2 ela formazione di una N400 indipendentemen- te dalla presenza di cosctenza.© meno, Cid suggeri- sce che l'attenzione selettiva pud agire a vari live di elaborazione dello stimolo indipendentemente dall'emergenza o meno della coscienza. ‘5 Attenzione e coscienza possono essere disgiunte e.agire indipendentemente Una domanda importante che timane dopo aver considerato gli studi del paragrafo precedente & se la conelusione che attenzione ¢ coscienza sona inevitabilmente collegati si applichi a tutti i tipi di altenzione, in particolare sia a quella esogena s a quella endogena. La prima attivata da stimoli periferici (bottom-up), # automatica, non control labile, mentre Ia scconda é volontaria (top-down) ¢ controllabile. Come vedremo, ci sano dati com- portamentali, di brain imaging ed elettrofisiologici che suggeriscono che attenzione esogena sia una condizione necessaria (sebbene non sufficiente) della coscienza percettiva, mentre lattenaione en- dogena di per sé sembra essere meno importante per la coscienza (vedi Chica et al, 2012; 2013). 5.1 Attenzione endogena Lo studio dell'attenzione endogena (vedi Posner € Petersen, 1996; Petersen © Posner, 2012) im- piega un indizio (cue) centrale, per esempio una freccia presentata sul punto di fissazione rivolta verso uno dei due emicampi visivi che indica che lo stimolo a cui il partecipante deve rispandere il pill velocemente (e accuratamente) possibile verra con grande probabilita (per esempie 80%) pre~ sentaio nell'emicampo destro. Il partecipante non deve spostare lo sguardo dal punto di fissazione Hinformazione sulla probabilita di comparsa della stimolo in uno dei due campi determina un orien- tamento implicito dell’attenzione spatiale verso quel campo. Quando Tinformazione é valida il tempo di reazione per La rilevazione dello stimolo sar’ pits rapido (e in genere pit accurato se il para- digma é di scelta} rispetto alla condizione invalida, 769 ezua}aso 9 auaruay mm DISTURB! DELL’ATTENZIONE in cui lo stimola viene presentato nel campo oppo- sto a quello segnalato dall'indizio e anche rispetto alla condizione neutra in cui la freccia indica per -esempio entrambt icampi. Quindi, in queste para- digma sperimentale, 'orientamento delPattenzio- ne non avviene tramite il movimento degli occhi o della testa fattenzione esplicita) ma con uno spo- stamento (implicito) dell'orientamento attenzio- nale che pué essere dedotto soltanto dall’effetto -esercitato sulla velocita. o Paccuratezea nel rilevare lo stimolo bersagl Una importante serie di esperimenti comporta- mentali sul rapporto fra attenzione endogena ¢

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