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FISIOLOGIA VIE URINARIE:

I RENI sono 2 organi pari e simmetrici, si trovano sul fondo della cavità addominale, nella zona lombare, e
sono retroperitoneali. Hanno forma di fagiolo con la parte concava rivolta verso la colonna vertebrale.
Sul margine mediale c’è l'ilo, che rappresenta il punto di ingresso e uscita di arteria, vena reale e della pelvi
che si riversa poi nell'uretere. I 2 reni pesano in totale circa 300g ma ricevono circa il 25% della portata
sanguigna. Possiamo distinguere 2 zone: una corticale e una midollare. Questa distinzione è data dalla
disposizione ordinata del NEFRONE (l’unità funzionale del rene).
Ciascun NEFRONE è costituito da una struttura tubulare circondata da una fitta rete di capillari.
È composto principalmente da CORPUSCOLO RENALE e TUBULO RENALE.
Il CORPUSCOLO RENALE è formato dalla capsula di Bowman e dalla fitta rete di capillari che costituiscono il
glomerulo renale.
La CAPSULA DI BOWMAN ha 2 foglietti:
- parietale formato da cellule epiteliali piatte
- viscerale formato da cellule chiamate podociti, che formano una rete con ampi spazi, poggiata
direttamente sulla membrana basale dell'endotelio capillare.
Si viene così a costituire una membrana filtrante formata da endotelio fenestrato, lamina basale e
podociti. Questa membrana, garantisce gli scambi di liquidi tra l'ambiente endovascolare e lo spazio
che si crea tra un foglietto e l’altro e dove si raccoglie la pre-urina o ultra-filtrato.
In alcuni tratti, tra la lamina basale dell'endotelio e la lamina basale dei podociti si ci sono le cellule del
Mesangio.

TUBULO RENALE è una struttura formata da cellule epiteliali in diretta continuità con quelle del foglietto
esterno della capsula glomerulare e ha una lunghezza di 4-5 cm. Si distinguono quattro parti:
• Il tubulo contorto prossimale
• L'ansa di Henle
• Il tubulo contorto distale
• Il dotto collettore

VASCOLARIZZAZIONE RENALE: I capillari sono disposti in stretta relazione con le strutture epiteliali del
nefrone. Ci sono 2 sistemi di vascolarizzazione:
• Capillari glomerulari, che si trovano a livello del glomerulo renale, fra le 2 arteriole (quella afferente e
quella efferente;
• Capillari peritubulari, che originano dall'arteriola efferente e seguono le varie parti del tubulo renale per
poi convogliare nelle venule.

COMPARTIMENTI dei LIQUIDI NELL'ORGANISMO


Considerando un adulto di 70kg, i fluidi corporei sono di circa 42l (cioè il 70% del peso corporeo). In base al
fatto che si trovino all'interno o all'esterno delle cellule, distinguiamo il fluido intracellulare (circa 28l) e il
fluido extracellulare (circa 11l). Parte del fluido extracellulare si trova nei vasi sanguigni e va a costituire il
plasma (circa 3l e il 4% del peso totale). La distinzione fra compartimento liquido intracellulare chiamato LIC e
il compartimento liquido extracellulare chiamato LEC, è adoperata dalle membrane; il compartimento LEC,
grazie alla parete degli
Endoteli, si distingue ulteriormente in intravasale ed interstiziale. Questi 3 ambienti sono sempre in
comunicazione e tra ambiente intracellulare ed extracellulare, c'e un continuo scambio, grazie alle forze
oncotiche (definite dalla differenza di contenuto di macromolecole, e di proteine, tra l'ambiente
extravascolare e intravascolare) e alle forze osmotiche (che dipendono dalla concentrazione dei vari soluti,
ma principalmente dal sodio).
La FUNZIONI DEL RENE è principalmente, regolare il passaggio tra i compartimenti. Al rene arriva il plasma,
quindi solo una piccola parte dei liquidi, ma la continua comunicazione fra i fluidi gli consente di agire su tutti
i distretti.
GLI SCAMBI A LIVELLO DEL NEFRONE: A livello del nefrone, avvengo continui scambi tra plasma (che circola
nei capillari glomerulari) e pre-urina (che si accumula nella capsula del Bowman) attraverso una membrana
molto sottile.
Possono avvenire processi di FILTRAZIONE, RIASSORBIMENTO e SECREZIONE.
Il passaggio di fluidi tra l'ambiente endovascolare e quello extravascolare, è dato dal gradiente di pressione
idrostatica e il gradiente di pressione oncotica, che troviamo tra ambiente interstiziale (il liquido che si trova
tra le cellule di un tessuto) e ambiente intravascolare.
La velocita di scambio, in senso di filtrazione o riassorbimento, è data dalla differenza del gradiente di
pressione idraulica e del gradiente di pressione oncotica, moltiplicati poi per dei coefficienti che dipendono
dalle proteine filtrate. La differenza di pressione idrostatica e la differenza di pressione oncotica porteranno
alla formazione di una forza che, se positiva, ci sarà filtrazione e, se negativa, ci sarà il riassorbimento.

La FILTRAZIONE GLOMERULARE consiste nel passaggio di acqua e soluti dall'interno dei capillari verso
l'interno della capsula di Bowman. L'epitelio è fenestrato e i podociti costituiscono una rete con maglie
larghe, quindi l'unica barriera è rappresentata dalla membrana basale che consente libero passaggio di acqua
e soluti, ma non di proteine e globuline.
La formula 𝐯𝐞𝐥𝐨𝐜𝐢𝐭à 𝐝𝐢 𝐬𝐜𝐚𝐦𝐛𝐢𝐨 𝐟𝐢𝐭𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 = 𝛂[(𝐏𝐜 − 𝐏𝐢) − 𝛔(𝛑𝐩 − 𝛑𝐢)] (stessa formula per calcolare la
velocità di scambio a livello dei capillari polmonari:
Velocità di scambio = alfa [gradiente di pressione idraulica – omega (differenza di concentrazione proteica)]
alfa: coefficiente di proporzionalità, che dipende dalla superficie a disposizione e dalla permeabilità capillare;
omega: coefficiente di riflessione delle proteine. Sarà uguale a 1 se vi sono proteine che non passano la
parete, uguale a 0 per quelle che la passano liberamente, poiché non hanno alcun effetto osmotico

Si otterrà una differenza di pressione idrostatica pari a circa 60 mmHg a cui si andrà a sottrarre la pressione
osmotica per ottenere una pressione di filtrazione di circa 10 mmHg. Essendo un risultato positivo, ci indica
che avviene la FILTRAZIONE. Il flusso che deriva dalla pressione di filtrazione si chiama VELOCITA’ DI
FILTRAZIONE GLOMERULARE (VFG).
La velocità di filtrazione glomerulare totale di un organismo dipende dal numero di glomeruli funzionanti che
ci daranno quindi più superficie filtrante. Questo parametro è usato dai medici per valutare la funzionalità
renale.
Se prendiamo in considerazione una sostanza che viene filtrata a livello del glomerulo e che lungo il suo
percorso non venga né secreta né riassorbita (come la CREATININA, l'UREA e l'ILUMINA), possiamo stimare
la VELOCITA’ DI FILTRAZIONE GLOMERULARE attraverso una formula:
concentrazione urinaria della sostanza
Velocità dell’urina

V′
VFG = [U] ×
concentrazione urinaria della
[P] sostanza

La velocità dell'urina e la concentrazione urinaria della sostanza si possono ricavare dall'analisi delle urine
raccolte nelle 24h. Si può ricavare la clearance della creatinina, che ci indica la superficie filtrante a
disposizione e quindi la funzionalità renale.
A livello del glomerulo, avvengono quindi processi di filtrazione, senza una selezione particolare che invece
avviene a livello delle funzioni tubulari, in cui abbiamo riassorbimento e secrezione.

Il RIASSORBIMENTO TUBULARE è il passaggio di molecole dalla pre-urina verso il plasma. Circa il 99% delle
sostanze filtrate vengono riassorbite in modo molto selettivo. Infatti, le cellule tubulari- renali sono unite da
tight junctions che creano un ambiente estremamente diversificato tra l'interno del tubulo renale e l'interstizio.
Il riassorbimento può avvenire per via trans-cellulare (mediante processi di trasporto attivo, diffusione semplice
o facilitata) o para-cellulare (mediante gradiente di pressione osmotica o gradiente elettrico).

RIASSORBIMENTO DEL SODIO: il SODIO è il soluto più abbondante nell'organismo. Il suo riassorbimento, per
effetto osmotico, è strettamente legato all'assorbimento dell'acqua e anche al riassorbimento di altri soluti
che utilizzano gli stessi trasportatori. Come per esempio la POMPA SODIO-POTASSIO, che si trova a livello
della membrana baso-laterale e che crea un gradiente_di concentrazione tra la pre-urina e le cellule tubulari.
Il 60-70% del sodio è riassorbito a livello del tubulo contorto prossimale, il 20-30% nel tratto ascendente
dell'ansa di Henle e il 5-10% a livello del tubulo contorto distale.
Le sostanze che vengono trasportate accoppiate al sodio sono: cloro, il potassio, il fosfato, glucosio e
amminoacidi (ad esempio nell'ansa di Henle c’è il trasportatore Na-K-Cl che trasporta 1 ione sodio, 1 ione
potassio e 2 ioni cloruro).
Una delle sostanze che, in condizioni normali, non si trova nelle urine, è il GLUCOSIO. Infatti, in condizioni
fisiologiche il rene è in grado di riassorbire tutto lo zucchero che è finito nella pre-urina e quindi la glicosuria
dovrebbe essere uguale a zero. Non è uguale a zero quando la quantità del glucosio è tanto e il rene non riesce
ad assorbirlo tutto (in caso di diabete per esempio) oppure quando si ha un'alterazione al sistema tubulare che
si occupa del riassorbimento del glucosio.
Per quanto riguarda i BICARBONATI, a livello del tubulo contorto prossimale c’è un trasportatore che accoppia
il riassorbimento del sodio alla escrezione di ioni H+, andando a creare un eccesso di ioni bicarbonato all'interno
della cellula, che potranno poi essere riassorbiti e rientrare nel torrente ematico. Il rene va anche a formare
così, la riserva alcalina, che sarebbe la componente del principale sistema tampone: ovvero il sistema acido
carbonico-bicarbonato.
A livello del tubulo contorto distale, invece, la riserva alcalina viene costituita da una pompa che secerne ioni
H+, per azione dell'anidrasi carbonica che favorisce l'interazione fra acqua e anidride carbonica.
Il rene, quindi, interviene nell'equilibrio acido-base favorendo l'eliminazione degli ioni H+ e favorendo il
riassorbimento degli ioni bicarbonato.
RIASSORBIMENTO DELL'ACQUA: Il 99% dell'acqua che inizialmente viene filtrata, viene poi riassorbita grazie
alla pressione osmotica data dalle proteine plasmatiche e principalmente grazie al sodio, che è più concentrato
nell'interstizio. Il riassorbimento dell’acqua avviene principalmente a livello del Tubulo Contorto Prossimale, sia
per via trans-cellulare, grazie alle acquaporine, sia per via para-cellulare.
A livello del Tubulo Contorto Distale invece, viene usata solo la via trans-cellulare ed è regolata dall'ADH
(ormone antidiuretico), prodotto dall'ipotalamo.
Nelle diverse porzioni del tubulo renale avviene il riassorbimento del sodio che risulterà quindi più concentrato
nell’interstizio e creerà un'elevata osmolarità nell'interstizio che determinerà un riassorbimento di acqua. La
percentuale di acqua assorbita a livello del tubulo contorto distale (6-19%) è modulata dall'ormone
antidiuretico che dall'aldosterone a seconda delle esigenze corporee. Per esempio d'estate si urina meno
rispetto che in inverno a causa di un'idratazione insufficiente rispetto le temperature elevate.
Per mantenere la differenza di pressione osmotica intervengono i capillari peri-tubulari: praticamente l'acqua
rigettata nell'interstizio entra nei capillari e passa al circolo ematico.

SECREZIONE TUBULARE: è un meccanismo che consente di eliminare in modo selettivo soluti e farmaci.

SECREZIONE DEL POTASSIO: Il potassio viene riassorbito a livello del Tubulo Contorto Prossimale e dell'ansa di
Henle e viene invece secreto a livello del Tubulo Contorto Distale e del collettore (abbiamo che la secrezione
supera il riassorbimento). La secrezione è modulata dall'aldosterone (che aumenta il riassorbimento del Na+ e
la secrezione di K+).
È fondamentale la giusta concentrazione di Potassio. Infatti se i valori di potassio sono troppo elevati si rischia
un arresto cardiaco, ma anche se sono bassi ci sono rischi mortali.

SECREZIONE DI IDROGENIONI E ACIDIFICAZIONE DELL'URINA: Con l’urina, andiamo ad espellere grandi


quantità di ioni H+ che renderebbero bassissimo il pH delle urine, ma questo non avviene grazie a dei sistemi
tampone costituiti da bicarbonato, dal sistema dei fosfati e dall'ammoniaca (di cui l'urina è ricca).
ALTRE SOSTANZE SECRETE: I reni e il fegato sono gli organi che si occupano dell’eliminazione delle sostanze che
devono esser eliminate. Ci sono i carrier che trasportano le basi deboli endogene (come adrenalina, colina,
istamina, etc..) o esogene (come atropina e mofina) e quelli che trasportano gli acidi forti (come la penicillina
e barbiturici)
FUNZIONI RENALI:
-Controllo del volume dei liquidi
-Controllo dell'osmolarità
-Controllo del contenuto di sodio
-Controllo della composizione del liquido extracellulare (quantità di potassio, calcio, fosfato, urea, amminoacidi)
-Regolazione dell'equilibrio acido-base
-Depurazione dell'organismo
-Attività endocrina: per quanto riguarda le cellule del Mesangio che sono in grado di registrare la pressione
arteriosa e l'osmolarità del plasma e in base a questo producono l'ormone RENINA che attiva il sistema renina-
angiotensina che ha azione vaso-pressioria. Il rene produce anche l'eritropoietina (un ormone glicoproteico)

VIE URINARIE: Dai reni, l'urina passa nel Bacinetto o pelvi (che sarebbe la parte del rene dove sboccano i dotti
collettori, poi passa negli Ureteri che presentano una muscolatura liscia che garantisce la peristalsi, poi nella
Vescica che presenta una parete di muscolatura liscia ed una mucosa costituita dal caratteristico epitelio di
transizione e che è innervata a livello simpatico e sensitivo, infine abbiamo Uretra che espelle l’urina ed è
circondata sia da muscolatura liscia (per quanto riguarda lo sfintere interno) sia da muscolatura striata (per
quanto riguarda lo sfintere esterno).
Il contenimento dell'urina arriva a volumi di 400-500 cc e da volumi di 100-150cc si inizia ad avvertire il bisogno
di urinare.

REGOLAZIONE VOLUMI E OSMOLARITÀ: è importante che ci sia un certo equilibrio tra l’acqua che entra e
quella che viene eliminata. Il volume di acqua nell’organismo è controllato in maniera omeostatica. Infatti, se
l'osmolarità fosse alta, le cellule tenderebbero a raggrinzirsi, mentre se fosse bassa scoppierebbero.
La condizione ottimale si ha nel momento in cui la quantità di acqua eliminata è uguale a quella che è stata
introdotta.
Giornalmente introduciamo più o meno 2500ml di acqua che viene eliminata tramite l'urina, la pelle, la
respirazione e, in piccole quantità, tramite le feci.

I MECCANISMI DI REGOLAZIONE sono: prima di tutto il senso si SETE che ha una regolazione cerebrale basata
su interazione tra ipotalamo e corteccia limbica; e poi c’è la REGOLAZIONE DELLA DIURESI. Il volume urinario è
regolato dall'ADH (antidiuretico) che è secreto dall'ipotalamo. A livello dell'ipotalamo ci sono recettori di
osmolarità ovvero gli OSMOCETTORI.
La regolazione del volume di acqua corporea è legata alla regolazione della quantità di sodio contenuta nel
Liquido Extracellulare. La concentrazione di sodio nel sangue ci dice quanto il sodio sia diluito e, quindi, di
quanta acqua c’è. (se c'è molto sodio siamo in ipernatriemia, se ce n'è poco di iponatriemia).
La concentrazione normale di sodio nel sangue è di circa 135 millimol/l; un sangue troppo diluito lo si ritrova
nei pazienti che soffrono di cirrosi epatica, uno poco diluito negli organismi disidratati.
Sostanzialmente, la regolazione dei volumi circolanti si ottiene tramite la regolazione di eliminazione o
assorbimento del sodio dove interviene il sistema renina-angiotensina- aldosterone.

SISTEMA RENINA- ANGIOTENSINA- ALDOSTERONE: A livello del glomerulo renale, nello specifico tra l'arteriola
afferente e l'arteriola efferente e in contatto con il tubulo contorto distale, c'è un gruppo specializzato di cellule
che prende il nome di "APPARATO IUXTAGLOMERULARE" che appartengono al sistema endocrino e sono
sensibili alla diminuzione del sodio nel sangue e alla variazione della pressione arteriosa. Quando diminuisce il
Na+ o la pressione arteriosa, queste cellule secernono RENINA, che va a convertire l’angiotensinogeno in
ANGIOTENSINA 1 e l'ACE, poi, converte l'angiotensina 1 in ANGIOTENSINA 2 che essendo un vasopressore, va
a stimolare la contrazione della muscolatura liscia vascolare, la sete e la secrezione di aldosterone a livello
surrenalico. L’aldosterone va ad aumentare il riassorbimento renale di sodio e l’aumento dell'osmolarità che
determinano la secrezione di ADH (l’antidiuretico).
REGOLAZIONE DELL'ESCREZIONE DEL SODIO : L’ESECREZIONE DEL SODIO viene regolata dal PEPTIDE
NATRIURETICO ATRIALE che viene secreto dalle cellule cardiache atriali in base allo stato di distensione degli
atri. Questo peptide si occupa di bloccare il senso di sete e di ridurre il riassorbimento di sodio dando un effetto
diuretico (ha quindi l'effetto opposto dell'aldosterone).

REGOLAZIONE DEL PH: Il pH del Liquido Extra Cellulare deve essere tra 7,35 e 7,45 altrimenti viene alterata la
struttura delle proteine. Dato che il nostro organismo produce acidi, per mantenere i giusti valori di pH,
intervengo i SISTEMI TAMTPONE che sono dei meccanismi omeostatici.

(definizione) SISTEMA TAMPONE: Si definisce una soluzione tampone, una soluzione che si oppone alla
variazione del pH per aggiunte di acidi o basi. Sono soluzioni composta da:
-un acido debole e il suo sale con una base forte o viceversa;
-una base debole e il suo sale con un acido forte per esempio il sistema ammoniaca - cloruro di ammonio o
ancora di un sale, di una base debole o di un acido debole;
-acidi e basi forti concentrate

SISTEMI TAMPONE NEL Liquido Extra Cellulare: Il più importante sistema tampone del nostro organismo è
quello costituito dall'accoppiamento ACIDO CARBONICO-BICARBONATO DI SODIO e ci sono anche il sistema
fosfato acido monosodico-fosfato bisodico e il sistema proteine (acidi deboli)-proteinati di sodio.
L’ACIDO LATTICO si dissocia in ione lattato e ioni H+ e il sistema tampone consente l'interazione con lo ione
bicarbonato, che è presente nel sangue sottoforma di bicarbonato di sodio dissociato.
L'idrogenione che viene lasciato dall'acido lattico (che è un acido forte) si lega alla base forte bicarbonato
producendo acido carbonico (che è un acido debole) che si dissocia poco.
L'acido carbonico si può dissociare in: ione bicarbonato e idrogenione o in anidride carbonica e acqua:
Per far in modo che ci sia sempre disponibilità di ione carbonato, e quindi di acido carbonico, intervengono reni
e i polmoni: il rene interviene eliminando ioni H+ (favorendo quindi il riassorbimento degli ioni bicarbonato) e
il polmone interviene eliminando anidride carbonica.
Questo si controlla tramite la EMOGASANALISI che si fa prelevando sangue arterioso. L'emogasanalisi registra
i valori di pH, di pressione parziale dell'anidride carbonica e concentrazione di bicarbonati nel sangue (registra
anche i valori di pressione parziale dell'ossigeno).
Abbiamo che a il sangue arterioso ha un pH tra 7,36 e 7,44; una pressione di CO2 tra 38 e 42 mmHg; una
concentrazione di BICARBONATO tra 23 e 25 milliEquivalenti/Litro.
Nel sangue venoso invece il pH è + acido e le pressioni e le concentrazioni sono + alte (tra i 43 ai 47 mmHg e
tra 25 a i 27 milliEquivalenti/Litro).

L'EMOGASANALISI rileva l'equilibrio dei valori di pH, di pressione parziale dell'anidride carbonica e della
concentrazione di bicarbonati nel sangue (registra anche i valori di pressione parziale dell'ossigeno).
Ci deve sempre essere equilibrio tra la quantità di basi e la quantità di acidi. Se il pH è troppo basso siamo in
una condizione di ACIDOSI, se è troppo alto di ALCALOSI. Queste situazioni vengono riscontrate quando ci sono
disfunzioni a livello renale o polmonare (per esempio, ci sono troppi acidi o non viene eliminata l'anidride
carbonica, oppure ci sono troppi alcali e viene eliminata troppo l'anidride carbonica).
- In caso di ACIDOSI (quindi gli acidi predominano sulle basi) legata a un'alterazione della funzionalità
respiratoria, c’è un aumento di pressione parziale di anidride carbonica nel sangue e di concentrazione
di bicarbonato. (in questi casi si interviene con un ventilatore che sopperisce all'incapacità del paziente
di effettuare atti respiratori profondi). Se l'acidosi, invece, è metabolica (quindi ci sono troppi
idrogenioni che vanno a consumare i carbonati), si riscontra una diminuzione della pressione parziale
dell'anidride carbonica nel sangue e una diminuzione della concentrazione dei carbonati. In questi casi,
si somministrano bicarbonati per contrastare il consumo del sistema tampone.
- In caso di ALCALOSI abbiamo il pH è alto e quindi ci sono più basi che acidi. Nel caso di alcalosi
respiratoria la pressione dell'anidride carbonica e la concentrazione di carbonati sono bassi.
Nell'alcalosi metabolica, abbiamo alti livelli di pressione parziale e di concentrazione dei carbonati,
dovuti a squilibri elettrolitici (gli ioni H+ sono cationi che entrano in equilibrio sulla membrana cellulare
con il sodio, potassio e calcio, e quindi quando c'è carenza degli altri cationi gli ioni H+, essi tendono
ad entrare nelle cellule).

APPARATO DIGERENTE
FUNZIONI: barriera protettiva nei confronti degli alimenti che possono essere carichi di batteri;
Garantirne la progressione lungo il tubo digerente; Promuovere la digestione con la trasformazione delle
sostanze nutritive in sostanze semplici (glucosio, amminoacidi e lipidi semplici); Consentire l'assorbimento dei
nutrienti.
Per svolgere le sue funzioni, l'apparato digerente svolge funzioni di tipo motorio, secretorio, assorbente ed
endocrino.

DIGESTIONE: consiste in una serie di processi meccanici, enzimatici e microbiologici che determinano la
conversione degli alimenti in piccole molecole diffusibili e assimilabili.
La possiamo dividere in 2 fasi: FASE CHIMICA operata dalle ghiandole esocrine e delle ghiandole annesse, e
FASE MECCANICA operata dalla muscolatura liscia e striata.
Entrambe le fasi sono soggette a controllo nervoso e umorale.
Il canale alimentare è un tubo unico costituito da 4 tonache che si differenziano leggermente in base al tratto
che stiamo prendendo in considerazione:
-MUCOSA: formata da un sottile strato di epitelio, dalla lamina propria (dove ci sono nervi, vasi linfatici ed
ematici e ghiandole) e dalla muscolaris mucosae. Contiene anche linfociti, mastociti, macrofagi e, in
condizioni patologiche, leucociti polimorfonucleati;
-SOTTOMUCOSA: strato di tessuto connettivo lasso, dove ci sono i grossi vasi ematici e il plesso nervoso
intrinseco chiamato PLESSO SOTTOMUCOSO o PLESSO DI MEISSNER, formato da cellule nervose e fibre post-
gangliari simpatiche; solo a livello duodenale la sottomucosa contiene le ghiandole del Brunner;
-STRATO MUSCOLARE: è composto da cellule muscolari lisce, tranne che nella parte prossimale all'esofago e a
livello dello sfintere anale, dove troviamo muscolatura striata. Le fibre muscolari sono organizzate in due
strati: uno circolare interno e uno longitudinale esterno. Tra i due trati troviamo il secondo plesso nervoso, il
PLESSO MIOENTERICO o PLESSO DI AUERBACH, costituito da fibre orto e parasimpatiche con gangli
parasimpatici;
-TONACA SIEROSA: è costituita dal peritoneo che avvolge tutto il canale alimentare tranne l'esofago e
continua con il MESENTERE che collega il canale alimentare alla parete addominale posteriore.

TUBO DIGERENTE: Nel tubo digerente c’è un'organizzazione organo specifica dell'epitelio. Gran parte del
canale alimentare presenta un epitelio colonnare semplice; bocca ed esofago sono rivestiti da epitelio
squamoso non cheratinizzato, in grado di sopportare gli stress meccanici della deglutizione e della
masticazione; le cellule dell'epitelio gastro-intestinale si caratterizzano per una polarizzazione strutturale e
funzionale data dall’ organizzazione del citoscheletro e dalle giunzioni intercellulari.
Tranne nell’esofago, la membrana apicale delle cellule presenta i microvilli che aumentano la superficie di
assorbimento. L’organizzazione particolare dell'epitelio, permette di creare barriere selettive e consentire il
trasporto delle sostanze nutritive.

BARRIERA EPITELIALE ha una componente estrinseca e una componente intrinseca:


-BARRIERA ESTRINSECA è costituita da MUCO (composto da glicoproteine vischiose che esercitano una
barriera meccanica); da IgA SECRETORIE (le immunoglobuline secrete verso i canali); dalla SECREZIONE DI
BICARBONATI a livello dello stomaco e duodeno che mantengono un pH pari a 7; e da PEPTIDI
ANTIMICROBICI che possono prevenire un’infezione, come per esempio la saliva.

LA MOTILITÀ DELL’APPARATO DIGERENTE è costituito da CONTRAZIONI FASICHE che seguono delle fasi;
e da CONTRAZIONI TONICHE.

Tra le CONTRAZIONI FASICHE riconosciamo:


-la FASE DIGESTIVA dove abbiamo Peristalsi e Segmentazione
-FASE INTERDIGESTIVA dove ci sono contrazioni tra un pasto e l’altro e dove ritroviamo i Complessi motori
migranti.

FASE DIGESTIVA
La PERISTALSI è quell’insieme di movimenti che garantiscono la propulsione e l’avanzamento del contenuto
gastro-intestinale lungo tutto il canale alimentare, in una sola direzione.
Il COMPLESSO PERISTALTICO si compone di 2 componenti: Componente propulsiva che si realizza mediante
contrazione della muscolatura liscia circolare a monte del contenuto; e la componente recettiva che si realizza
mediante il rilascio della muscolatura liscia circolare a valle del cibo.
La peristalsi è coordinata da riflessi entro i plessi nervosi intrinseci. La velocità di spostamento del è di 2-20
cm/s.
La SEGMENTAZIONE, ha la funzione di garantire il rimescolamento del contenuto, di terminare lo
sminuzzamento e di garantire un contatto continuo con la parete intestinale in modo che gli enzimi digestivi
siano a stretto contatto con i villi intestinali. I movimenti di segmentazione sono tipici della fase digestiva o
nutritiva. L’attività dell’intestino è organizzata in modo da spingere i contenuti nella corretta direzione.
FASE INTERDIGESTIVA
Per quanto riguarda le CONTRAZIONI FASICHE IN FASE INTERDIGESTIVA, abbiamo il COMPLESSO MOTORIO
MIGRANTE (migrating motor complex). Sono praticamente dei Cicli di attività motorie che iniziano 2-3 ore
dopo il pasto e che si ripetono ad intervalli di circa 90 minuti e percorrono il canale alimentare. Ha la funzione
di garantire lo svuotamento del lume intestinale.
È coordinato dai plessi nervosi intrinseci e risente di influenze ormonali.

Le CONTRAZIONI TONICHE, tipiche degli sfinteri, mantengono la tensione contrattile per periodi lunghi e
garantiscono l’unidirezionalità del flusso. Gli sfinteri sono costituiti da muscolatura liscia (tranne quello anale
esterno ed esofageo superiore. Evitano, inoltre, movimenti retrogradi (ad eccezione dello sfintere anale
interno).
Gli sfinteri si trovano a livello della giunzione Gastroesofagea (sfintere esofageo inferiore); Gastroduodenale
(sfintere pilorico) e a livello della giunzione ileocolica (sfintere ileo-colico).
La contrazione è data da meccanismi miogenici mentre il rilasciamento è dovuto all’azione di neuroni
inibitori.
Le cellule muscolari lisce dell’apparato digerente hanno un potenziale di membrana che genera un RITMO
ELETTRICO DI BASE (basal electrical rhythm), che quando supera il potenziale soglia, in seguito a influenze
meccaniche, nervose e chimico-umorali, genera il potenziale di azione e quindi la contrazione fasica.

REGOLAZIONE DELLA MOTILITA’ GASTRO-INTESTINALE è prevalentemente nervosa, con influenze chimico-


umorali. Risentono dell’attività del:
- SISTEMA NERVOSO ESTRINSECO (Simpatico x quanto riguarda l’attività inibitoria, e para-simpatico,
per quanto riguarda l’attività eccitatoria). (IL CONTRARIO DELL’APPARATO CARDIOVASCOLARE E
RESPIRATORIO). Il Sistena Nervoso Simpatico e Parasimpatico sono le componenti che intervengono
nei processi di attacco-fuga.
- SISTEMA NERVOSO INTRINSECO ovvero il sistema nervoso enterico (definito il PICCOLO CERVELLO
DELL’INTESTINO) che è formato da recettori e dai plessi di Meissner e Auerbach.

Ci sono inoltre i meccanocettori (che sono sensibili alla distensione) e i chemocettori (che sono invece
sensibili a osmolarità, pH e concentrazione di glucosio), che innescano riflessi eccitatori (con acetil colina e
sostanza P) o riflessi inibitori (utilizzando come mediatore il monossido di azoto).
I RIFLESSI possono essere LOCALI (coinvolgendo solo l’innervazione intrinseca) o coinvolgere l’innervazione
estrinseca. Alcuni riflessi sono: il Riflesso vago-vagale, riflesso gastro-enterico, riflesso gastro-colico, riflesso
duodeno- colico, riflesso entero-gastrico, riflesso intesto-intestinale.
(Per esempio, il mal di pancia del mattino dopo il caffè-latte è innescato dal riflesso gastro-colico, che quando
si inizia un nuovo pasto inizia già l’eliminazione di quello precedente e quindi non dipende dal caffè-latte).

Le FUNZIONI DELLA BOCCA sono:


- MASTICAZIONE: ovvero movimenti ritmici di mandibola e lingua che consentono la triturazione e la
miscelazione con la saliva. In questo momento si attivano le sensazioni olfattive e gustative che
attivano la secrezione di succhi gastrici. I meccanismi riflessi permettono quindi una comunicazione
tra le diverse porzioni dell’apparato.
- DEGLUTIZIONE: Ovvero il passaggio del cibo dalla bocca allo stomaco.
Riconosce: la FASE ORALE (in parte volontaria e in parte riflessa), la FASE FARINGEA (fase riflessa)
dove avviene l’inibizione della respirazione con l’abbassamento dell’epiglottide per evitare che il bolo
passi nella laringe) e la FASE ESOFAGEA (che è involontaria).

SECREZIONE SALIVARE avviene nel cavo orale grazie alle ghiandole esocrine salivari maggiori e minori. La
SALIVA ha proprietà emollienti, solventi, lubrificanti, digestive (perché contiene amilasi salivari) e protettive.
La salivazione è controllata dal sistema nervoso autonomo: odore del cibo e masticazione sono stimoli
secretori; l’ansia, la paura e la disidratazione sono invece stimoli inibenti.
La saliva contiene 4 isoenzimi dell’amilasi, lipasi salivare, perossidasi, arilamidasi, proteasi, fattori di crescita,
glicoproteine, albumina e immunoglobuline. Ha quindi un ruolo protettivo contro le infezioni.
L’amilasi è attiva a pH compreso tra 4 e 11, per cui si inattivata nello stomaco dove il ph è più basso.

FUNZIONI DELL’ESOFAGO è assicurare la progressione del bolo alimentare. L’onda peristaltica è innescata
dalla deglutizione (chiamata anche peristalsi primaria) e dalla distensione del viscere (peristalsi secondaria).
Avviene grazie la contrazione della muscolatura circolare (INTERNAMENTE) e di quella longitudinale
(ESTERNAMENTE) che darà l’accorciamento delle viscere.
La peristalsi dell’esofago dipende dal plesso mioenterico esofageo ed è influenzato dal nervo vago che
veicola le vie del Sistema Nervoso Parasimpatico.
L’arrivo dell’onda peristaltica fa rilasciare lo sfintere esofageo inferiore, che si richiude immediatamente dopo
impedendo il reflusso gastro-esofageo.

FISIOLOGIA DELLO STOMACO


FUNZIONI dello STOMACO:
- funzioni di serbatoio perché può accogliere grossi volumi di cibo;
- funzione digestiva perché prepara il chimo per la digestione intestinale sminuzzando le particelle
solide, emulsionando i grassi e iniziando la digestione delle proteine;
- permette il Mescolamento e la propulsione;
- funzione endocrina perché produce l’ormone gastrina
- ha anche funzione assorbente ma solo per acqua e molecole liposolubili quali alcool e farmaci

LA MOTILITA’ GASTRICA
Dal punto di vista funzionale possiamo distinguere:
- Regione prossimale: che comprende il “fondo” + 1/3 della parte superiore del “corpo”, e ha un tono
muscolare che si può distendere molto e accogliere cibo. All’arrivo del cibo si verifica un
rilasciamento recettivo che consente la distensione del fondo gastrico.
- Regione distale: che comprende i 2/3 caudali del corpo, la zona antro-pilorico e il piloro, la tonaca
muscolare si contrae consentendo la riduzione del cibo, favorire il mescolamento con HCl (acido
cloridrico) ed enzimi digestivi.

Il RITMO ELETTRICO DI BASE (il BER) (che è la tendenza alla depolarizzazione spontanea della muscolatura
liscia) è quasi nullo a livello del fondo ma aumenta procedendo distalmente fino alla regione “pace maker”,
dove il superamento della soglia consente la generazione dei potenziali di azione.
A livello della regione prossimale, i cambiamenti lenti del potenziale di membrana determinano le contrazioni
toniche mentre, distalmente, i potenziali di azione determinano le contrazioni fasiche.
-I potenziali di azione sono miogenici, ciò significa che originano direttamente dalle cellule muscolari.
-I mediatori chimici e nervosi vanno a modificare la fase di “plateau” influenzando la forza contrattile.
La VELOCITA’ con cui lo stomaco si svuota dipende dal volume del contenuto gastrico; dalla tonicità dei liquidi
(infatti i liquidi ipertonici o ipotonici rispetto a quelli isotonici sono eliminati più lentamente perché si devono
rimescolare con il secreto gastrico); dal contenuto calorico del pasto e dal carattere solido o liquido del pasto.
Il Controllo della motilità gastrica può essere di tipo:
-NERVOSO: basato su riflessi locali o per influenza del sistema nervoso simpatico e parasimpatico,
-UMORALE: perché quando arriva il cibo nello stomaco si ha la liberazione di GASTRINA che aumenta la
motilità gastrica; quando il chimo arriva nel duodeno, si ha la liberazione di SECRETINA e COLECISTOCHININA
che vanno ad inibire la motilità gastrica).

SECREZIONE GASTRICA
L’epitelio della mucosa gastrica è composto da:
-Epitelio di superficie che riveste la superficie e le fossette gastriche ed è caratterizzato da cellule colonnali
che secernono muco e bicarbonati con attività secretiva,
-Epitelio ghiandolare: costituito da ghiandole gastriche che differiscono nelle varie regioni.
Ci sono:
-GHIANDOLE CARDIALI: cellule muscose che secernono muco e pepsinogeni
-GHIANDOLE OSSINTICHE, ovvero le ghiandole gastriche che troviamo nella regione del fondo e nella maggior
parte del corpo costituite da cellule parietali che producono acido cloridrico e il fattore intrinseco, cellule
mucose che secernono muco, cellule principali che secernono pepsinogeno e cellule G che secernono
l’ormone gastrina. Ci sono anche cellule che secernono somatostatina, glucagone, istamina. Le ghiandole
ossintiche rivestono quindi la funzione principale: creano il succo gastrico con produzione di HCl e
pepsinogeno. Le altre ghiandole hanno una funzione di tipo endocrino producendo muco che proteggere lo
stomaco. Il succo gastrico infatti contiene HCl, H2O, pepsinogeni, elettroliti vari, mucina, lipasi, fattore
intrinseco che garantisce l’assorbimento della vitamina B12, bicarbonato, prostaglandine e ormoni e il pH
risulta tra 1,5-2,5 paragonabile all’acido muriatico.

SECREZIONE DI HCl: La secrezione di HCl è effettuata dalle cellule parietali gastriche grazie ad una pompa
H+/K+ presente sul versante apicale della membrana cellulare che consuma ATP per pompare contro
gradiente ioni H+ e K+ verso il lume gastrico. Gli H+ derivano dalla dissociazione dell’acido carbonico che ci
darà bicarbonato e ioni H+.
Sul versante baso-laterale gli ioni bicarbonato sono scambiati con ioni Cl- e rientreranno quindi nel torrente
circolatorio. Il Cl- diffonde nel lume secondo gradiente elettrochimico e reagisce con gli H+ a formare HCl.
La secrezione di HCl è stimolata da istamina (che interagisce con i recettori H2 e innesca la secrezione acida
nello stomaco), dalla gastrina, e dalla stimolazione dei recettori muscarinici; viene invece inibita da
prostaglandina PGE2 e somatostatina.
È importante che il pH sia basso nello stomaco, ma ci sono condizioni in cui è opportuno alzarlo con inibitori
della pompa protonica H+/K+ (usando per esempio il LUCEN, il MAALOX che si comporta da sistema tampone
e sono antisecretivi.
Lo stomaco produce uno strato di gel mucoso ricco di bicarbonato che lo protegge dall’acidità. L’ulcera
gastrica infatti avviene quando la secrezione di muco viene inibita.

Le cellule parietali secernono, inoltre, il FATTORE INTRINSECO, che è importante per l’assorbimento della
vitamina B12. Chi soffre di GASTRITE AUTOIMMUNE ha un mal assorbimento di B12. Un esempio di carenza
di B12 porta all’ANEMIA PERNICIOSA.

SECREZIONE DI PEPSINOGENO è adoperata dalle cellule principali, che si attiva a contatto con l’acido
cloridrico, diventando PEPSINA, un enzima che taglia le proteine. Inizia infatti a livello gastrico la digestione
delle proteine.

La REGOLAZIONE DELLA SECREZIONE GASTRICA è suddivisa in:


1) BASALE (o inter-digestiva) che si realizza con un picco notturno e uno nelle prime ore del mattino,
sotto controllo vagale e istaminico,
2) STIMOLATA (post-prandiale o digestiva), si distingue in una FASE CEFALICA (infatti anche solo alla
vista del cibo o l’odore, viene l’acquolina attivando l’attività secretiva dello stomaco), FASE
GASTRICA (quando all’arrivo del cibo inizia l’attività secretiva dello stomaco) e la FASE
INTESTINALE (che inibisce l’attività secretiva dello stomaco).

FISIOLOGIA INTESTINO TENUE


L’INTESTINO è diviso in: duodeno, digiuno e ileo;
Le sue funzioni principali sono: completare i processi digestivi iniziati nello stomaco; Iniziare i processi di
assorbimento; favorire il rimescolamento del chimo; permettere la progressione del chimo verso il colon e ha
anche funzioni endocrine

La maggior parte delle reazioni enzimatiche digestive avvengono a livello dei microvilli (situate sulle cellule
epiteliali dell'intestino tenue). La superficie mucosa presenta delle estroflessioni digitiformi (chiamati VILLI
INTESTINALI) che consentono di aumentare la superficie di contatto a circa 300 m2.

Gli enterociti (che sono cellule polarizzate), hanno una fitta rete di microvilli sul versante luminale.
I microvilli contengono enzimi quali oligosaccaridasi, oligopeptidasi, dipeptidasi

Alla base dei villi si trovano le CRIPTE INTESTINALI (introflessioni intestinali) dove vengono riversati i secreti
ghiandolari.
L’epitelio di rivestimento è di tipo cilindrico monostratificato e comprende:
-Le cellule assorbenti, o enterociti (sui villi);
-Cellule caliciformi;
-Cellule entero-cromaffini;
-Cellule indifferenziate (staminali che troviamo nelle cripte);
-Cellule di Paneth (nelle cripte).

Sotto la lamina propria sono presenti varie cellule della risposta immune. Nell’ileo queste si organizzano a
formare le placche del Peyer (paragonabili a linfonodi).
L’intestino è così complesso dal punto di vista neurologico, che rappresenta parte del Sistema Nervoso
Autonomo, e parte del sistema immunitario (infatti filtra tutto ciò che passa a livello intestinale).

SECREZIONE DELL’INTESTINO TENUE


Il succo intestinale comprende: le secrezioni delle ghiandole del Brunner, del Lieberkuhn e di tutte le cellule
della superficie mucosa; il chimo (quel che resta del bolo alimentare); la bile; le secrezioni gastriche e le
secrezioni pancreatiche.
Il secreto delle ghiandole è costituito principalmente da bicarbonato, sodio, potassio, enzimi e si occupa di
tamponare l’acidità delle secrezioni gastriche e di agire da solvente. Il chimo dello stomaco infatti ha un ph
bassissimo, circa ph=1 o ph=2, quindi c’è bisogno che ci sia un tamponamento con sostanza basiche.
Il CONTROLLO DELLA SECREZIONE dell’intestino, è dato dal sistema nervoso enterico e da stimoli umorali quali
secretina e colecistochinina (che sono ormoni prodotti da cellule situate nell’apparato gastro-intestinale che in
risposta al grado di riempimento o svuotamento dei diversi distretti, intervengono nello stimolare o inibire la
produzione di secreti da parte della colecisti, dal pancreas e altre cellule intestinali.

FISIOLOGIA DEL PANCREAS ESOCRINO


Il pancreas è una ghiandola a funzioni esocrine (fornendo bicarbonato ed enzimi digestivi) ed
endocrine (secernendo insulina e glucagone).
È formato da grappoli di cellule acinari che riversano il secreto in dotti via via maggiori, fino al dotto
di Wirsung che si apre poi nel duodeno attraverso lo sfintere di Oddi (che è in comune col dotto
coledoco). Il pancreas secerne 1 litro al giorno di fluido ricco di bicarbonato e bassa concentrazione
di Cl-, mentre la concentrazione di Na+ e K+ è uguale a quella plasmatica.
La secrezione di bicarbonato è possibile grazie al rilascio di H+(IDROGENO) nel plasma da parte della pompa
Na+/K+ e H+/K+ situata sulla membrana baso-laterale.

SECREZIONE ENZIMATICA: è la PRINCIPALE FUNZIONE DEL PANCREAS


Tra l’1 e il 10% della secrezione pancreatica è costituita da enzimi attivi oppure da zimogeni, cioè proteine che
hanno bisogno di essere attivate per poi iniziare la loro attività enzimatica. Gli enzimi si occupano di digerire:
-PROTEINE: vengono digerite dalle endopeptidasi (quali tripsina, chimotripsina, elastasi) e dalle esopeptidasi
(cioè le carbossipeptidasi A e B) che sono attivati dall’enterochinasi duodenale;
-CARBOIDRATI: digerite dalle α-amilasi;
-LIPIDI: digeriti dalle lipasi, fosfolipasi A1 e A2 (attivate nel duodeno dalla tripsina) ed esterasi
Il pancreas non si “AUTODIGERISCE”, proprio perché gli enzimi sono sotto forma di zimogeni. Vi è inoltre una
compartimentazione degli enzimi, una secrezione in forma inattiva e la secrezione dell’inibitore della tripsina
con rapporto 1:1, che è l’unico in grado di attivare tutti gli altri.
In condizioni patologiche (come pancreatite acuta) potrebbero essere riversati enzimi digestivi che vanno a
digerire i costituenti delle cellule.
La REGOLAZIONE della secrezione pancreatica è operata principalmente dagli ormoni gastrointestinali (quali
colecistochinina e secretina). Questa regolazione presenta una fase cefalica, una fase gastrica e una fase
intestinale.

FEGATO
Il fegato è la ghiandola più grande del corpo umano con un peso di circa 1200 e 1500 gr.
Ha una circolazione doppia afferente e un’unica efferente.
-LA CIRCOLAZIONE AFFERENTE: è data dal sangue arterioso che viene dall’arteria epatica; riceve invece, sangue
venoso proveniente dall’intestino e dalla milza, tramite la vena porta.
-CIRCOLAZIONE EFFERENTE: è caratterizzata dal sangue venoso di ritorno, drenato dalle vene sovra-epatiche
che portano il sangue refluo nella vena cava inferiore.
Il sistema capillare, costituito dai SINUSOIDI, si trova, quindi, fra 2 sistemi venosi (quello portale e quello
sistemico).
L’unità anatomica del fegato è data dal LOBULO EPATICO e le cellule coinvolte nella fisiopatologia epatica
sono gli EPATOCITI.
Gli epatociti si occupano di filtrare il sangue e produrre la bile: da un versante si affacciano al sinusoide e
dall’altra parte si affacciano al capillare biliare.

A livello microscopico, il fegato è costituito da filiere di epatociti che convergono verso la VENA
CENTROLOBULARE. Ai vertici, ci sono gli SPAZI PORTALI che contengono un ramo portale, un’arteriola epatica
e un capillare biliare.

L’unità funzionale del fegato è costituita dall’ACINO DI RAPPAPORT: ovvero un’area del parenchima che si
trova tra due vene centrolobulari. Al centro del lobulo vi è un ramo venoso e ai vertici avviene il nutrimento
grazie al ramo dell’arteriola.
Nell’ACINO, si individuano 3 zone:
-ZONA 1: che contiene il massimo dell’apporto ematico;
-ZONA 2: che ha un’efficienza nutrizionale minore;
-ZONA 3: che è quella che risente maggiormente del danno ischemico. Il livello di ossigeno e sostanze nutritizie
è minore.
COME FUNZIONA IL LOBULO: Il sangue proveniente dall’arteria epatica e dalla vena porta entra nei sinusoidi,
si mescola e scorre in direzione centripeta, a stretto contatto con gli epatociti e alla fine il sangue confluisce
nella vena centro-lobulare.
L’endotelio dei sinusoidi è fenestrato quindi gli epatociti sono a diretto contatto con il sangue.
I canalicoli biliari sono situati tra epatociti adiacenti, quindi ci sono due filiere di epatociti ai due estremi del
sinusoide epatico. Gli epatociti filtrano il sangue e producono la bile: da un versante si affacciano al sinusoide
e dall’altra parte si affacciano al capillare biliare.

Un ruolo importante è svolto anche dalle:


-CELLULE DEL KUPFFER: Sono macrofagi adesi alle cellule sinusoidali che rimuovono materiale estraneo dal
sangue portale e proteggono il fegato da danni tossici. Intervengono, inoltre, nel metabolismo del ferro
accumulando ferritina ed emosiderina.
-CELLULE STELLATE: sono cellule perisinusoidali che immagazzinano vitamina A e in corso di danno epatico
vanno incontro ad attivazione.

IL FEGATO E LE SUE FUNZIONI


Il fegato funziona in modo autonomo e svolge molteplici funzioni tra cui:
*regolare il metabolismo delle principali macromolecole
*rappresenta la principale riserva di glicogeno, difatti è la sede dove avviene la gluconeogenesi.
* Gli acidi grassi, glicerolo sono sintetizzati dagli epatociti, come anche le VLDL lipoproteine a bassa intensità
Inoltre è in grado di sintetizzare aa non essenziali e catabolizzare le proteine.
• Il fegato è depositario di ferro, e vitamine A D B12.
• Attraverso la secrezione della bile, ha la funzione digestiva
• contribuisce allo scarto di un gran numero di farmaci, tossine e ormoni.

SECREZIONE BILIARE: Gli epatociti producono la BILE, formata da colesterolo, fosfolipidi, acidi biliari,
pigmenti biliari e tossine. Queste sostanze sono secrete nei canalicoli biliari. Questi poi si riversano in
dotti + grandi formando il DOTTO BILIARE, costituito da cellule epiteliali che secernono una soluzione
acquosa ricca di bicarbonato. L a secrezione biliare viene stimolata da CCK(colecistochinina),
secretina e acidi biliari.
La bile tra i pasti viene raccolta nelle colecisti, formate da cellule epiteliali che riassorbono l’acqua producendo
bile + concentrata, cio’ comporta che dopo un pasto la Colecisti si contrae e riversa il suo contenuto nel
duodeno…circa 250-1500 ml.

I SALI BILIARI derivano dagli acidi biliari e sono molecole anfipatiche, che emulsionano i lipidi per rendere
possibile l’azione della lipasi.
SI distinguono in 3 CLASSI:
- PRIMARI sintetizzati dagli epatociti a partire dal colesterolo,coniugati con taurina e glicina e
secreti nella bile;
- Secondari (modificazione operata dalla flora microbica intestinale);
- Terziari, prodotti dal fegato per epimerizzazione dei secondari (ac. Ursodesossicolico).
Nella parte terminale dell’ILEO, GLI ACIDI BILIARI, grazie alla circolazione enteropatica vengono riportati al
fegato.
METABOLISMO DELLA BILIRUBINA
La bilirubina è il principale pigmento biliare ed è di colore arancione.
Questa per il 70-80% deriva dalla degradazione dell’emoglobina di globuli rossi nel sistema reticolo-
endoteliale ed è chiamata “Bilirubina indiretta o non coniugata”. I globuli rossi vengono smaltiti a
livello della milza e arrivano fegato che riceve il sangue da quest’ultima.

Abbiamo 2 tipi di bilirubina: 1 - INDIRETTA: non è idrosolubile. Raggiunge gli epatociti legata all’albumina,
proteina carrier.
A livello del fegato, negli epatociti, la bilirubina è coniugata a 2 molecole di ACIDO GLUCURONICO
formando così la BILIRUBINA DIRETTA o CONIUGATA, idrosolubile, secreta con la bile.
Quando abbiamo bilirubina NON CONIUGATA, avremo: un eccesso di emolisi, se c’è ostruzione
avverrà un aumento della bilirubina coniugata e se c’è una cirrosi epatica avremo un aumento di
entrambe.

A livello dell’intestino, la BILIRUBINA subisce un metabolismo batterico e si trasforma in stercobilina.


Il 20 % di questi metaboliti chiamati UROBILINOGENI è riassorbito ed è escreto con le urine o con la
bile. Difatti se un paziente diventa giallo, a causa di un eccesso della bilirubina nel sangue, può darsi
sia in atto un danno epatico, un’ostruzione a livello dello scarico o un’eccessiva distruzione dei globuli
rossi e conseguente sovrapproduzione di bilirubina.

FISIOLOGIA DELL’INTESTINO CRASSO -Ha un calibro maggiore con 3 bande longitudinali chiamate TENIE
che assieme danno origine ad una ripiegatura a tasca chiamata haustra coli, le cripte sono + profonde e
ricche di cellule caliciformi ed è presente la FLORA BATTERICA (lo studio sui probiotici sono legati a
patologie come il morbo di Parkinson).
L’INTESTINO CRASSO ha FUNZIONE di assorbimento e secrezione di acqua ed elettroliti e Funzione
motoria perché permette la propulsione del contenuto. Oltre ai movimenti di segmentazione e peristalsi, si
verificano contrazioni massive consentono ampi movimenti e l’eliminazione delle feci.

La flora batterica intestinale ha una struttura e composizione che risentono delle continue
interazioni tra ambiente esterno ed individuo. I microorganismi che intervengono nella sua
composizione mutano continuamente, da individuo a individuo. Esso Ospita tra 300 e 500 specie
diverse di microrganismi; il numero di cellule microbiche è 10 volte maggiore del numero di
cellule eucariote dell’organismo.
Può essere considerato un vero e proprio ORGANO.
Le FUNZIONI sono:
• Trofiche sull’epitelio intestinale;
• Metaboliche
• Immunomodulatorie;
• Protettive.
È pari a circa 1 Kg di peso corporeo e si modifica nei vari livelli del tratto intestinale (piccole
quantità di stomaco e duodeno, circa 1011- 1012 UFC (UNITà FORMANTI COLONIE, cioè la
determinazione del numero delle cellule vitali Capaci di riprodursi e quindi formare colonie) su ml nel
colon), si modifica anche in relazione allo sviluppo, all’età, all’influenza di fattori ambientali.

LA DIGESTIONE E L’ASSORBIMENTO DEI NUTRIENTI


Si realizza nell’intestino tenue, implica una serie di complesse azioni sequenziali con il fine di ridurre le
strutture alimentari più complesse e dare origine a composti semplici, solubili o solubilizzabili in acqua, tali da
poter essere assorbiti. L’assorbimento comporta il passaggio dei soluti attraverso l’epitelio della mucosa
intestinale: per via trans-cellulare (diffusione semplice, diffusione facilitata, trasporto attivo) o per via para-
cellulare.

DIGESTIONE DEI CARBOIDRATI


Rappresentano la principale fonte di calorie assunte con la dieta (50-60%):
• 60% sono polisaccaridi (soprattutto amido)
• il 40% è rappresentato dai disaccaridi (saccarosio, lattosio, maltosio).
La digestione è operata da:
- enzimi intraluminali (α-amilasi salivare e pancreatica)
- enzimi intracellulari (oligosaccaridasi).
L’80% dei glucidi alimentari grazie ai processi digestivi viene idrolizzato a glucosio e l’assorbimento si
realizza per il 50% nel duodeno e per il 50% nell’ileo.
L’assorbimento è un processo attivo, mediato da un co-trasportatore glucosio-sodio (GLUT1). Il
trasportatore presente sulla membrana baso-laterale consente una diffusione secondo gradiente
(GLUT2) che si riverserà nel corrente circolatorio.
Il FRUTTOSIO invece è assorbito per diffusione facilitata grazie al GLUT5

La DIGESTIONE E ASSORBIMENTO DELLE PROTEINE ha 2 fasi:


1. Fase gastrica: avviene nello stomaco, HCl (acido cloridrico) e pepsine operano l’idrolisi del 10-
15% dei legami peptidici,
2. Fase intestinale: è sia intraluminale (endopeptidasi quali tripsina, chimotripsina,
gelatinasi) e esopeptidasi (amino- e carbossipeptidasi) che intracellulare (peptidasi
enterocitarie).
(Negli adulti p e r ò solo una quantità trascurabile di proteine viene assorbita in maniera intatta
questo avviene Perché le proteine sono antigeni, sono fattori allergizzanti.)
il trasporto degli amminoacidi è attivo e Na dipendente. Il trasporto dei di-peptidi e tri-peptidi è H+
dipendete attivo.

APPARATO ENDOCRINO -> comprende tutte le strutture come ghiandole e cellule specializzate a secrezione
endocrina che riversano le sostanze nel sangue e nei liquidi corporei e tramite queste sostanze agiscono su
altri organi. Il sistema endocrino agisce accanto al sistema nervoso per coordinare le funzioni dell'organismo.
Gli ormoni sono:
-ormoni proteici: ipofisari, paratiroidei e pancreatici
-ormoni steroidei: ormoni sessuali e ormoni cortico-surrenalici
-ormoni derivati da amminoacidi: ormoni tiroidei e le catecolamine della midollare del surrenale
Possono essere trasportati nel sangue in forma libera o legata a proteine plasmatiche. Agiscono su recettori
specifici (grosse proteine) presenti all'interno di diversi organi. I recettori sono:
-recettori di membrana: per ormoni proteici e catecolamine della midollare del surrenale. Il legame con i
recettori di membrana può alterare la permeabilità dei canali ionici e determinare delle reazioni enzimatiche,
che andranno a modificare l'attività cellulare o a produrre secondi messaggeri, i quali mediano l’attività
dell’ormone.
-recettori citoplasmatici: per ormoni steroidei. Gli ormoni steroidei, essendo liposolubili, attraversano la
membrana cellulare. Nel citoplasma si legano ad una proteina e passano nel nucleo dove si attiva la
trascrizione di porzioni di DNA con formazione di nuove proteine.
-recettori nucleari: per ormoni tiroidei. Gli ormoni tiroidei formano con il recettore nucleare un complesso
che si lega a particolari sequenze del DNA accentuando o riducendo l'attività di alcuni geni.
Regolazione delle funzioni endocrine-come avviene? Attraverso il controllo diretto del sistema nervoso,
controllo esercitato da altri ormoni e controllo esercitato da variabili periferiche.

IPOFISI: ghiandola endocrina, situata in una cavità ossea (sella turcica) alla base del cranio, connessa al
cervello mediante il peduncolo ipofisario. Essa è divisa in adenoipofisi e neuroipofisi.
-Adenoipofisi (lobo anteriore): è un tessuto ghiandolare. Presenta un rapporto vascolare con l'ipotalamo in
quanto il sangue che circola all'interno di quest'ultimo non si disperda nel circolo sistemico ma raggiunga
l’adenoipofisi in modo che le sostanze rilasciate dall’ ipotalamo vengano in contatto con la ghiandola per
controllare la sua attività. Gli ormoni che secerne sono: ormone della crescita o somatotropina (GH), ormone
tireotropo (TSH), ormone adrenocorticotropo (ACTH), ormone luteinizzante (LH), ormone follicolo-stimolante
(FSH), prolattina (PRL).
Gli ormoni ipotalamici influenzano l'attività secretoria all' adenoipofisi tramite il rilascio di ormoni liberanti
(cortitropina, tireotropina, somatotropina, gonadotropina) e ormoni inibenti (somatostatina e prolattina).
L’ormone GH determina l'allungamento delle ossa e l'aumento della statura finché nelle ossa lunghe è
presente la cartilagine di accrescimento. Altri ormoni che influenzano la crescita sono: gli ormoni tiroidei, gli
androgeni ed estrogeni, l'insulina.
(la secrezione del GH è regolata con un meccanismo tipo feedback negativo).
-Neuroipofisi (lobo posteriore): è una estroflessione dell'ipotalamo da cui riceve direttamente le fibre
nervose. Non produce ormoni ma libera nei capillari neuroipofisari gli ormoni prodotti dall'ipotalamo. Essi
sono: vasopressina (ADH), ossitocina. La vasopressina agisce con recettori V1 come principale effetto
vasocostrittore che aumenta la pressione sanguigna, e recettori V2 che a livello del tubulo contorto distale
nel nefrone aumenta la concentrazione dell'urina. L'ossitocina agisce sulla ghiandola mammaria al fine di
favorire la fuoriuscita del latte e durante il parto aumenta le contrazioni della parete uterina.
TIROIDE: si trova nella parte anteriore del collo e circonda la laringe e la trachea. l'unità funzionale della
tiroide sono i follicoli, formazioni cave al cui interno è presente una sostanza proteica chiamata colloide.
Essa è delimitata da uno strato di cellule follicolari unite mediante giunzioni strette in modo da evitare la
dispersione della sostanza. la tiroide rilascia gli ormoni: tiroxina e triiodotironina. E se sono sintetizzate a
partire dalla tireoglobulina iodata prodotta dalle cellule follicolari. T3, T4 rimangono immagazzinati nella
colloide finché non sono secreti. nel sangue sono prevalentemente legato all'albumina. Nella cellula si legano
ai recettori nucleari.
Effetti ormoni tiroidei:
-sul metabolismo: aumenta la velocità del metabolismo con aumento del consumo di O2 e produzione di
calore.
-sull’apparato cardiovascolare: determina contrazioni più rapide più forti e un aumento della frequenza
cardiaca.
-sul sistema nervoso: durante lo sviluppo influiscono sull'accrescimento della corteccia cerebrale e
cerebellare. Durante l’età adulta influenzano la sensibilità delle strutture nervose alle catecolamine.
-sulla crescita: in caso di carenza, la crescita è difettosa, con perdita delle corrette proporzioni corporee.
-effetti meno comuni: aumentano il fabbisogno di vitamine, accelerano l’assorbimento di glucosio da parte
dell'intestino.

PANCREAS: interviene nel controllo endocrino del metabolismo dei carboidrati. Presenta due cellule
principali: le cellule alpha che producono glucagone e le cellule beta che producono insulina. Questi due
ormoni agiscono sulla concentrazione plasmatica di glucosio.
La glicemia è fondamentale per la sopravvivenza dell'individuo, infatti un suo abbassamento può condurre a
morte. Generalmente il valore normale è compreso tra 70 e 11 mg/dl.
L'insulina è una proteina costituita da due catene di amminoacidi legate da ponti disolforici. Essa agisce su
organi bersaglio, chiamati anche insulino-sensibili. Tra questi abbiamo:
-tessuto muscolare: facilita il trasporto di glucosio nelle cellule che può essere utilizzato come energia o
immagazzinato come glicogeno. Facilita l'ingresso degli amminoacidi consentendo la sintesi delle proteine.
-tessuto adiposo: l'ingresso del glucosio facilita la sintesi degli acidi grassi.
-fegato: accelera la glicogenosintesi, inibisce la glicogenolisi e la gluconeogenesi. Stimola la sintesi dei lipidi.
[il fattore regolatore principale è la concentrazione glucosio nel sangue: assumere una dieta a basso indice
glicemico; è importante anche l’azione del peptide gastroinibitore (GIP) che stimola la secrezione dell’insulina
prima che il glucosio sia assorbito]
I tessuti insulino-resistenti sono in grado di assumere glucosio anche senza insulina. Tra questi abbiamo il
cervello, il rene, l’intestino, i globuli rossi.
Il glucagone è un peptide che agisce solo a livello del fegato con azioni speculari a quelle dell’insulina. La
secrezione è stimolata dall’ ipoglicemia, dal sistema nervoso ortosimpatico e da diversi amminoacidi.
GHIANDOLE SURRENALI: sono due organi endocrini, composte da:
1) Midollare: secerne catecolamine come adrenalina, noradrenalina e dopamina. Effetti:
-metabolici: glicogenolisi nel fegato e nel muscolo scheletrico, stimolazione del metabolismo
-sul circolo periferico: la noradrenalina causa vasocostrizione mentre l'adrenalina in alcuni distretti
causa vasodilatazione, in altri vasocostrizione.
-sul tessuto nervoso: le catecolamine aumentano lo stato di vigilanza. La regolazione della loro
secrezione è operata attraverso il sistema nervoso con un ritmo circadiano (diminuiscono la notte,
aumentano il giorno).
2) Corticale, divisa in tre zone:

-glomerulare: produce mineralcorticoidi come l'aldosterone. Esso è poco legato alle proteine
plasmatiche. Induce un aumento del riassorbimento dell’Na+ a livello del tubulo distale del collettore.
È metabolizzato dal fegato, escreto come cortisolo.
-fascicolata: produce glucocorticoidi come il cortisolo (il cortisolo circola prevalentemente in forma
legata ad una proteina plasmatica CBG prodotta dal fegato. I glucocorticoidi sono rappresentati dal
cortisolo e dal corticosterone.
-reticolare: androgeni (il più importante è il deidro-epi-androsterone) ed estrogeni.
Gli ormoni cortico-surrenalici sono sintetizzati a partire dal colesterolo sintetizzato in loco o trasportato dalle
LDL.
Effetti:
-sul metabolismo di glucidi, proteine e grassi: aumentano la gluconeogenesi, mobilizza gli amminoacidi dai
tessuti extraepatici aumentando il catabolismo proteico, mobilizzano acidi grassi dal tessuto adiposo.
-sulla composizione delle cellule sanguigne: aumenta nei globuli Rossi, i granulociti neutrofili e le piastrine.
Riducono i granulociti eosinofili e basofili, ed i linfociti.
-sul sistema nervoso: provocano irritabilità, aumento della sensibilità agli stimoli olfattivi e gustativi.
-sul metabolismo del calcio: vi è la riduzione dell'assorbimento intestinale, aumento dell’escrezione renale,
riduzione della calcificazione delle ossa (osteoporosi).
Su questo circuito possono intervenire influenze esterne, come lo stress che aumenta la secrezione dell’ACTH
e quindi del cortisolo (feedback negativo).

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