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Dolore per la morte di un amico

Il dolore tanto intenso che ho provato per la morte di Giunio Avito mi ha sottratto, allontanato e
distolto da ogni studio, da ogni occupazione e da ogni svago. Egli mi amava e mi rispettava a tal
punto, da avvalersi di me come formatore e, per così dire, maestro del suo carattere. Il che è raro nei
nostri giovani. In e etti i più da subito si ritengono sapienti, conoscitori di tutto, e non rispettano e
non prendono a modello nessuno e traggono esempio solo da se stessi.

Ma non Avito, il quale riteneva gli altri più esperti (di lui) e da essi desiderava sempre imparare cose
nuove. Quel giovane di valore andava sempre alla ricerca di qualcosa da chiedere riguardo
all’apprendimento culturale e ai doveri dell’esistenza e sempre ne era (reso migliore) migliorato. Sono
oppresso dal dolore per (la sua giovinezza stroncata) la sua morte prematura, sono rattristato per la
sventura dei suoi congiunti. Aveva una madre anziana, aveva una giovane moglie che aveva sposato
da poco, aveva una glia che (aveva riconosciuto) era nata poco tempo prima.Tante speranze e tanta
gioia (un solo giorno ha convertito all’opposto) sono state sconvolte dal lutto in un solo giorno!
Appena nominato edile, marito e padre da poco tempo, egli ha lasciato intatta la carica, priva la
madre, vedova la moglie, orfana la glia, nell’impossiblità di conoscere il (all’oscuro del) padre. Ed ero
così angosciato quando ti ho scritto queste parole, che queste solamente ero in grado di scriverti;
infatti in un simile momento a nient’altro posso rivolgere il mio pensiero o le mie parole. Stammi bene.

Gli animali e il cibo

Ma la natura ha procurato con larga abbondanza agli animali il cibo che era adeguato a ciascuno. E
sono anche in grado di conteggiare quali parti del corpo siano adatte negli animali nel portare a
termine il pasto. In e etti la natura stessa ha indicato agli altri animali la strada alternativa per
assumere il cibo.

E già realmente alcuni animali camminando, altri strisciando si accostano al cibo, altri volando, altri
nuotando, assumono il cibo in parte spalancando la bocca e (in parte) con gli stessi denti, in parte lo
a errano con la tenacità degli artigli e in parte con la curvatura degli artigli, altri li succhiano, altri li
a errano, altri li divorano, altri li masticano.

Ed è anche questa loro bassa statura a far sì che raggiungano facilmente con il becco il cibo della
terra; quelli che invece sono più alti, come le oche, come i cigni, come le gru, come i cammelli
vengono favoriti dalla lunghezza del collo; anche all’elefante è stata data un specie di mano, dato che
a causa dell’imponenza sica aveva un di cile accesso al pasto.

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