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BIOLOGIA 1 Aprile 2011 Le cicline regolano il ciclo cellulare legandosi alle proteine ciclino chinasi, che sono degli

enzimi fosforilanti. Una volta che la chinasi stata attivata pu fosforilare altre proteine che sono importanti per il ciclo cellulare. Vi sono cicline che sono attive durante la fase g1, altre cicline che sono attive durante la fase g2 e la fase m, infine delle proteine controlleranno luscita della cellula dalla mitosi. Vi sono 3 controlli nel ciclo cellulare: -dalla fase g1 a s (se non vi abbastanza adp e non avvengono innescati i segnali cellulari allora la cellula non pu passare da g1 a s). una volta che lo stadio di start viene innescato la cellula continua il ciclo cellulare. - tra fase s e g2 ( se il dna ha subito mutazioni o non stato replicato in maniera corretta si ha un blocco per permettere la regolazione e il riparo del danno; una volta riparato il danno la cellula pu andare in mitosi) - Lultimo controllo avviene prima della mitosi. Il controllo in g1 esercitato dalla proteina rb e p53. La proteina rb inibisce i fattori di trascrizione. La ciclina una volta espressa fosforila il retinoblastoma. La fosforilazione di rb la fa staccare dal fattore di trascrizione edf. Un altro controllo viene esercitato dalla p53 che pu bloccare la sintesi del dna. La p53 si trova in forma inattiva legata alla proteina MDM2 se vi un danno viene attivata una proteina chinasi. La p53 fosforilata attiva la trascrizione di un gene il cui prodotto p21 che legando al complesso ciclina-ciclina chinasi inattivava la traduzione della fase s. Nel controllo in g2 avviene dopo che il DNA stato tutto replicato prima della mitosi. Deve essere controllato se il DNA stato danneggiato o se stato replicato in maniera errata e che le varie origini di replicazione vengano replicate una sola volta, perch nel DNA linizio della replicazione eucariotica avviene in pi punti al contrario di quanto avviene nei dna circolari che avviene in un solo punto. Nella pre replicazione vi sono dei complessi di controllo. Il terzo controllo avviene al passaggio della mitosi in cui interviene un sistema chiamato apc. Il controllo avviene dopo la mitosi. Vi un complesso apc-cd20 che inibisce la securina (una proteina che serve a tenere uniti i cromosomi quando si trovano nella metafase). Vi un altro complesso apc-cdh1 che degrada le cicline mitotiche. Se i cromosomi non sono allineati correttamente lugo le fibre del fuso la mitosi viene bloccata. Il fattore mpf una ciclina. dato dallunione di una ciclina b di una ciclina chinasi. Questo fattore ha la funzione di demolire la membrana nucleare. Infatti una delle prime cose che avviene nella mitosi la rottura della membrana nucleare. anche causa della condensazione della cromatina per opera dellistone h1. Prima della mitosi deve essere formato il fuso mitotico che avviene grazie alla fosforilazione delle varie proteine filamentose che costituiscono i 3 tipi di tubuli. Vi lattivazione di un complesso che promuove lanafase chiamato apc. Infine attiva i vari enzimi proteolitici per la degradazione della ciclina b. Le cicline sono degradate tramite la poliubiquitizione. Vengono fosforilate delle proteine che formano la lamina nucleare e che si trovano nella regione interna della lamina. La fosforilazione della serina porta alla degradazione della lamina nucleare. Tramite la fosforilazione dellistone h1 provoca la condensazione dei cromosomi; vengono fosforilate le proteine associate ai

microtubuli contrinbuendo alla formazione del fuso mitotico. Le fosforilazioni vengono attivate dal cdk. La completa attivazione di mpf induce lattivazione di enzimi che coniugano lubiquitinazione alla ciclina b, che diventa il target per la degradazione attraverso un sistema ben caratterizzato che protealizza le proteine poliubiquitina. Prima di g2 deve essere controllato che vi sia stata una sola volta lattivazione delle origini di replicazione. Lorigine di replicazione sono sequenze specifiche che vengono riconosciute da proteine chiamate Ars. Lmcm 2 si legano a ARS. Mcm 2 sono delle elicasi che formano un complesso di pre replicazione. Per passare dalla forma pre alla replicazione vera e propria devono essere espresse delle chinasi che attivano il complesso. Nella g2-m allinizio vi assenza di cicline. Nella fase g1 vi il complesso di replicazione inattivo finch quando non viene attivata la ciclina chinasi della fase s che fosforila le proteine mcm e cicline e si attiva il complesso di attivazione della replicazione del dna. lmcm sono delle elicasi quindi sono necessarie per la replicazione. Nella fase g2-m la cdk non pi attiva perch le cicline sono state demolite e rimosse. Le cicline fosforilate non si possono legare al complesso di replicazione mentre quando sono desforilate si possono legare formando il complesso di pre replicazione. Fosforilazione e desforilazione di particolari cicline permettono la replicazione del dna. IL CANCRO In una popolazione che formata da pi cellule differenziate vi deve essere un equilibrio tra proliferazione, differenziamento, senescenza e apoptosi (ovvero la morte cellulare programmato). Spesso lapoptosi preferita dalla cellula per non far discendere una progenie con ad esempio geni mutati: lapoptosi pu essere utilizzata anche come strumento di difesa. Nel caso della cellula tumorale la proliferazione avviene in maniera non controllata. Una cellula anche se ha avuto un normale differenziamento pu proliferare in modo incontrollato. Si possono formare quindi tumori benigni e maligni. Nel caso del tumore benigno le cellule pur proliferando in maniera anomalo mantengono ancora le caratteristiche differenziative oppure possono essere localizzate solo nei tessuti di origine e non perturbano i tessuti circostanti. Pu anche essere incapsulato in modo da isolare il tumore benigno. Se diviene molto esteso pu interferire con i tessuti circostanti. Nei tumori maligni le cellule si sdifferenziano, ovvero perdono le caratteristiche originali poich proliferano in maniera incolntrollata con una velocit. Vengono persi i controlli in g1 e g2 e ci comporta un passaggio diretto dalla fase s alla mitosi. Pu invadere nel tessuto circostante, quindi entrare nel tessuto circolatorio e quindi diffondersi in altri tessuti. Nel caso dei tumori metastatici la cellula proliferante si sviluppa in una sede ben precisa fa rompere la membrana cellulare e perdere ladesione cellula-cellula alle cellule vicine. La cellula proliferante si pu anche diffondere nei vasi sanguigni andando a finire in cellule, anche distanti, incominciando a far proliferare il tumore. Un esempio sono il tumore al seno o alla prostata. Le neoplasie possono essere di vari tipi classificati secondo le origini. I carcinomi, anche se meno frequenti, sono fra i tumori pi aggressivi. Due esempi sono il carcinoma della prostata e quello della mammella. Altri tipi di tumori sono quelli i tessuti che implicano i tessuti embrionali. Collegato ai tumori vi langiogenesi, ovvero la proliferazione dei vasi sanguigni.

Negli anni 70-80 vi stato il boom della terapia genica ma poi stata abbandonata. Come vettori erano utilizzati o plasmidi o virus modificati. Prima il virus doveva essere testato, poi testato su animali e infine sulluomo. Utilizzando la terapia genica si potevano avere dei miglioramenti ma anche per curare la malattia ADA. In tale malattia manca unadenosina e tramite la terapia genica si pu inserire ladenosina mancante. Nel caso dei tumori stato utilizzata soprattutto nei casi dei linfomi. Per il tumore celebrale era stata utilizzata la timidino chinasi. Si discusse soprattutto sullorigine del tumore: se questo era di origine policlonale o se fosse di origine monoclonale. Se un tumore policlonale vuol dire che pi cellule dello stesso tessuto possono dar luogo a una proliferazione incontrollata. Il tumore monoclinale deriva da solo una cellula che sa riprodursi in maniera incontrollata. Queste due ipotesi sono state sperimentate e si arrivati alla conclusione che il tumore di origine monoclonale. Si osservata la trasmissione e limprinting del cromosoma X materno. Alcune cellule esprimono solo il cromosoma X materno e altre al contrario esprimono quello paterno. Nel caso di cellule tumorali esprimono un solo tipo di cromosoma X. Questa sta a significare che tutte le cellule derivano da ununica cellula, ovvero il tumore deriva da un unico clone e si dice quindi che il tumore monoclonale. La probabilit di avere un tumore aumenta con lavanzare dellet. Aumenti statistici del tumore derivano sia da una maggiore conoscenza sui tumori ma anche dallaumento dellaspettativa di vita. La maggior probabilit di sviluppare un tumore si ha dopo i 70 anni. Negli anni 70 incominci la ricerca sulle cause del tumore. Il tumore pu essere causato da virus a Dna come (epatite B o virus herpetici come il papilloma) o da virus a RNA. Ci che ha fatto avanzare lo studio sui tumori stato lo studio de cellule in coltura. Cellule normali, messe in coltura, a un certo punto muoiono per inibizione da contatto e forma un solo strato. Le cellule tumorali invece perdono linibizione da contatto e continuano a crescere e vengono a formare un pluristrato formando dei focolai. Mentre per crescere le cellule normali necessitano del siero con fattori di crescita. Una cellula cancerosa cresce in maniera esponenziale in un terreno di coltura anche senza la presenza di fattori di crescita. Una cellula tumorale: - pu crescere in maniera disorganizzata - non soggetta a inibizione da contatto - non hanno bisogno di molecole di ancoraggio - se immesse in un tessuto possono sviluppare il tumore Il proto-oncongene il gene cellulare che pu anche essere chiamato C-ONC. Il proto oncongene pu divenire un gene oncogeno. Ci stato dimostrato che gli oncongeni potevano trasformare cellule di tessuti diversi. Sono state prese delle cellule tumorali umani in cui stato isolato il dna. sono state transfettate con questo dna tumorale fiblroblasti di topo. Dopo 2 settimane il fibloblasto non cresceva pi in un solo strato e si formava un focolaio. Sono stati messi in coltura dei fagi. Una volta che il fago fa il suo ingresso nell'ospite, il suo genoma pu integrarsi all'interno del genoma dell'ospite stesso. In questa fase il profago duplica con la duplicazione del DNA dell'ospite, che avviene prima di ogni divisione cellulare. Il fago riattivato inizia a produrre grandi quantit di mRNA a partire dal proprio DNA, al fine di costituire un elevato numero di unit fagiche. I proto-oncongeni hanno delle controparte nel ciclo cellulare. La trasformazione da

proto oncogeni in in oncogeni pu avvenire in tre maniere diverse: - mutazione o delezion - duplicazione genetica - una sequenza regolatrice del dna traslocata da un sito distante altera lespressione a valle Il gene MYC spesso amplificato nel genoma o riarrangiato come risultato di uninversione o di una traslocazione cromosomica. Michele Romeo

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