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Opera in Italia Nel 700
Opera in Italia Nel 700
italiano
DAL TEATRO DI CORTE AL TEATRO IMPRESARIALE
Dopo le esperienze di Firenze e Mantova, altre corti italiane vollero realizzare
intermedi o favole pastorali
Nonostante questa tendenza, il teatro musicale aveva ancora forti limiti di diffusione
DAL TEATRO DI CORTE AL TEATRO IMPRESARIALE
L’unicità dello spettacolo realizzato per una specifica occasione della vita di corte e
quindi irripetibile
L’evento era destinato a un pubblico esiguo e selezionato. Fu usata una sala di 13 m x 17 m all’interno
del palazzo Barberini.
Successivamente fu costruito uno spazio esterno al palazzo grande il doppio della sala precedente. Un
vero e proprio teatro, ma ancora esclusivo
Il teatro del tempo si basa ancora su una mera concezione di diletto della classe nobiliare o
dell’insegnamento di valori spirituali nell’epoca della controriforma romana
Furono scritte opere ispirate a temi morali (Chi soffre speri, Dal Male il Bene) e numerose storie di santi.
Es. Sant’Alessio (musica di Stefano Landi e testo di Rospigliosi)
UNA SVOLTA STORICA: VENEZIA 1637
Nel 1637 a Venezia fu inaugurato il primo teatro destinato al pubblico pagante, il
Teatro San Cassiano. Originariamente destinato alla Commedia dell’Arte e
successivamente all’opera
Nel corso di pochi decenni vennero aperti ben 12 teatri a Venezia, tra cui il San
Moisè. Entro la fine del secolo il modello si diffuse in tutta Italia nei piu grandi centri:
Genova, Roma, Bologna, Napoli, Milano, Palermo, Vicenza, Pesaro, Pistoria
UNA SVOLTA STORICA: VENEZIA 1637
In alcuni casi i teatri cominciarono a ricevere fondi pubblici per la gestione. Il teatro
quindi comincia ad avere un valore civico. Altri teatri invece erano legati ad
Accademie culturali
L’impresa aveva un forte rischio economico, le spese erano così alte da poter essere
ammortizzate solo con un gran numero di repliche. La chiave del successo stava nel
gradimento del pubblico pagante
L’IMPRESARIO E IL TEATRO
Si sviluppa un modello di teatro all’italiana, frutto dell’opera dei piu grandi architetti del tempo.
Nacque l’aggiunta dei primi palchetti riservati ai nobili, dapprima in legno (quindi fragili se
esposti al fuoco) e poi in muratura
Il teatro all’italiana ha una platea a pianta a U dove inizialmente furono messi tavoli e panche per
il pubblico piu umile e una serie di palchi per quello aristocratico
Qui nasce il mito del «cantante divo», figura che ha attraversato il 900 fino al nostro pop e
rock. Anche allora c’erano eventi di delirio e adorazione da parte del pubblico.
I maggiori divi dell’epoca erano i cosiddetti «castrati», cantanti evirati, vittime di una pratica
brutale. Subivano in età pre-puberale l’asportazione dei testicoli, ormone legato allo sviluppo
della laringe. Le corde vocali rimanevano di piccole dimensioni e ciò garantiva un timbro
vocale di una leggerezza unica.
I castrati furono proibiti nel teatro musicale solo dall’800 in poi con una bolla di Papa Pio X
I CANTANTI: IL DIVISMO TRA IERI E OGGI
I cantanti si formavano per vie ecclesiastiche, conventi o maestri privati che spesso
pretendevano una percentuale sui guadagni del virtuoso
Nel corso del 700 si perfezionano i conservatori a Napoli, Venezia, con funzione di
orfanotrofio
Lavorava in tempi molto ristretti (circa 3 mesi) sulla base del libretto, adattando la scrittura vocale
alle caratteristiche dei cantanti.
Non esisteva il diritto d’autore, che sarà istituito in Italia solo nel 1865. L’opera rimaneva di
proprietà del teatro dove era stata rappresentata e per le riprese spesso il nome del compositore
scompariva
La partitura rimaneva quasi sempre manoscritta e subiva numerosi adattamenti rispetto ai nuovi
interpreti che la andavano ad eseguire. L’impresario effettuava tagli, aggiunte, sostituzioni
Erano necessari effetti scenici per colpire il pubblico, per mezzo di macchinari si
evocavano terremoti, naufragi.
Ci si confrontava con impresario e librettista per gli effetti scenici ed erano lavori che
richiedevano mesi
Il librettista era un uomo di alta cultura e alto ceto sociale. Era considerato il vero
autore dell’opera al di sopra del compositore