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In collaborazione con: Megachip
IN QUESTO NUMERO
1 Quelli che la lettera della BCE la rinviano al mittente [ pag. 1/2 ] 2 Cremaschi: lettera bce: unaggressione reazionaria alla costituzione italiana. Di: Giulietto Chiesa [ pag. 2 ] 3 Il debito non lo paghiamo Di: Giulietto Chiesa [ pag. 3 ] 4 30 milioni di euro di multa per ogni blog , grazie al diritto di rettifica Di: Claudio Messora [ pag. 4 ] 5 Scoprire di essere creditori Di: Carmine Tomeo [ pag. 4 ] 6 Un corso per capire la crisi Di: Debora Billi [ pag. 5 ] 7 La finta pace sia con tutti voi Di: Giulietto Chiesa [ pag. 6 ] 8 Inaccettabile BCE Di: Loris Campetti [ pag. 6 ] 9 Il 15 Ottobre protestiamo contro il debito Di: Giulietto Chiesa [ pag. 7 ] 10 Gli ambientalisti che vogliono tassare gli ambientalisti ( e i poveri) Di: Debora Billi [ pag. 7 ] 11 Come lopposizione salva Berlusconi Da: Informare per resistere [ pag. 7 ] 12 A questo punto serve un referendum sullEuropa Di: Salvatore Cannav [ pag. 8 ] 13 Battaglia per salvare le api. In scadenza il divieto di trattare il mais con neonicotinoidi Di: Maria Fernanda Piva [ pag. 8 ]
Quelli che la lettera della BCE la rinviano al mittente Documento finale dellassemblea svoltasi il 1 ottobre al teatro Ambra Jovinelli di Roma,
approvato allunanimit (meno 2 astenuti e 2 contrari) dalle/dai 700 partecipanti allassemblea nazionale delle/dei firmatari dellappello Dobbiamo fermarli. Noi partecipanti allassemblea del 1 ottobre a Roma: Noi il debito non lo paghiamo. Dobbiamo fermarli ci assumiamo limpegno di costruire un percorso comune. Tale percorso ha lo scopo di affermare nel nostro paese uno spazio politico pubblico, che oggi viene negato dalla sostanziale convergenza, sia del governo sia delle principali forze di opposizione, nellaccettare i diktat della Banca Europea, del Fondo Monetario Internazionale, della Confindustria e della speculazione finanziaria. Vogliamo costruire uno spazio politico pubblico, che rifiuti le politiche e gli accordi di concertazione e patto sociale, che distruggono i diritti sociali e del lavoro. Vogliamo costruire uno spazio politico pubblico nel quale si riconoscono tutte e tutti coloro che non vogliono pi pagare i costi di una crisi provocata e gestita dai ricchi e dal grande capitale finanziario e vogliono invece rivendicare sicurezza, futuro, diritti, reddito, lavoro, uguaglianza e democrazia. Vogliamo partire dai cinque punti attorno ai quali stata convocata questa assemblea Non pagare il debito, far pagare i ricchi e gli evasori fiscali, nazionalizzare le banche No alle spese militari e cessazione di ogni missione di guerra, no alla corruzione e ai privilegi di casta Giustizia per il mondo del lavoro. Basta con la precariet. Siamo contro laccordo del 28 giugno e larticolo 8 della manovra finanziaria. Per lambiente, i beni comuni, lo stato sociale. Per il diritto allo studio nella scuola pubblica. Una rivoluzione per la democrazia. Uguale libert per le donne. Parit di diritti per i migranti. Nessun limite alla libert della rete. Il vincolo europeo deve essere sottoposto al nostro voto. Ci impegniamo a portare i temi affrontati in questa assemblea diffusamente in tutto il territorio nazionale, costruendo un movimento radicato e partecipato. Cos pure vogliamo approfondire i singoli punti della piattaforma con apposite iniziative e con la costruzione di comitati locali aperti alle firmatarie e ai firmatari e a chi condivide il nostro appello. Intendiamo organizzare una petizione di massa sul diritto a votare sul vincolo europeo. Nel mese di dicembre, a conclusione di questo percorso a cui siamo tutti impegnati a dare il massimo di diffusione e partecipazione, verr convocata una nuova assemblea nazionale, che raccoglier tutti i risultati e le proposte del percorso e che definir la piattaforma, le modalit di continuit delliniziativa, le mobilitazioni e anche eventuali proposte di mobilitazione e di lotta. Intendiamo costruire un fronte comune di tutte e tutti coloro che oggi rifiutano sia le politiche del governo Berlusconi, sia i diktat del governo unico delle banche. Diciamo no al vincolo europeo che uccide la nostra democrazia. Chi non disposto a rinviare al mittente la lettera della Banca Europea non sta con noi. Questo fronte comune non ha scopo elettorale, ma vuole intervenire in maniera indipendente nella vita sociale e politica del paese, per rivendicare una reale alternativa alle politiche del liberismo e del capitalismo finanziario. Questo fronte comune vuole favorire tutte le iniziative di mobilitazione, di lotta, di
autorganizzazione che contrastano le politiche economiche liberiste. Questo percorso si inserisce nel contesto dei movimenti che, in diversi paesi europei e con differenti modalit e percorsi, contestano le politiche di austerit e la legittimit del pagamento debito a banche e imprese. Su queste basi i partecipanti allassemblea saranno presenti attivamente anche alla grande manifestazione del 15 ottobre a Roma sotto lo striscione Noi il debito non lo paghiamo.
Cremaschi:
"Lettera
Bce:
unaggressione
Finalmente
scala. b) C' anche l'esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d'impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi pi rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione. L'accordo del 28 Giugno tra le principali sigle sindacali e le associazioni industriali si muove in questa direzione. c) Dovrebbe essere adottata una accurata revisione delle norme che regolano l'assunzione e il licenziamento dei dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori pi competitivi. 2.Il Governo ha l'esigenza di assumere misure immediate e decise per assicurare la sostenibilit delle finanze pubbliche. a) Ulteriori misure di correzione del bilancio sono necessarie. Riteniamo essenziale per le autorit italiane di anticipare di almeno un anno il calendario di entrata in vigore delle misure adottate nel pacchetto del luglio 2011. L'obiettivo dovrebbe essere un deficit migliore di quanto previsto fin qui nel 2011, un fabbisogno netto dell'1% nel 2012 e un bilancio in pareggio nel 2013, principalmente attraverso tagli di spesa. possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo pi rigorosi i criteri di idoneit per le pensioni di anzianit e riportando l'et del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico, cos ottenendo dei risparmi gi nel 2012. Inoltre, il Governo dovrebbe valutare una riduzione significativa dei costi del pubblico impiego, rafforzando le regole per il turnover (il ricambio, ndr) e, se necessario, riducendo gli stipendi. b) Andrebbe introdotta una clausola di riduzione automatica del deficit che specifichi che qualunque scostamento dagli obiettivi di deficit sar compensato automaticamente con tagli orizzontali sulle spese discrezionali. c) Andrebbero messi sotto stretto controllo l'assunzione di indebitamento, anche commerciale, e le spese delle autorit regionali e locali, in linea con i principi della riforma in corso delle relazioni fiscali fra i vari livelli di governo. Vista la gravit dell'attuale situazione sui mercati finanziari, consideriamo cruciale che tutte le azioni elencate nelle suddette sezioni 1 e 2 siano prese il prima possibile per decreto legge, seguito da ratifica parlamentare entro la fine di Settembre 2011. Sarebbe appropriata anche una riforma costituzionale che renda pi stringenti le regole di bilancio. 3. Incoraggiamo inoltre il Governo a prendere immediatamente misure per garantire una revisione dell'amministrazione pubblica allo scopo di migliorare l'efficienza amministrativa e la capacit di assecondare le esigenze delle imprese. Negli organismi pubblici dovrebbe diventare sistematico l'uso di indicatori di performance (soprattutto nei sistemi sanitario, giudiziario e dell'istruzione). C' l'esigenza di un forte impegno ad abolire o a fondere alcuni strati amministrativi intermedi (come le Province). Andrebbero rafforzate le azioni mirate a sfruttare le economie di scala nei servizi pubblici locali. Confidiamo che il Governo assumer le azioni appropriate. Con la migliore considerazione, Mario Draghi, Jean-Claude Trichet.
esplicite che partono per me da una dichiarazione di partenza: questo debito non va pagato, perlomeno non lo deve pagare la gente, questo debito deve essere pagato da coloro che lo hanno creato e cio in Italia in particolare da coloro che non hanno pagato le tasse e che stando al potere non le hanno fatte pagare ai ricchi, ai mafiosi e hanno esercitato il loro potere con un voto di scambio elargendo benefici che erano superiori alle possibilit del paese per essere mantenuti al potere, quindi hanno ingannato la gente. Questo debito un debito in larga parte inaccettabile e giuridicamente insostenibile. Vogliamo un audit generalizzato, un dibattito pubblico e addirittura un referendum per decidere cosa questo debito, come lo si paga, chi lo deve pagare, che riforma fiscale bisogna fare, che modifiche sostanziali del reperimento del reddito, cio nella politica delle tasse di questo paese etc.. Fino a che non ci sar un chiarimento su questo, i poteri politici italiani non hanno il diritto di chiedere alla gente di pagare questo debito! Credo che la Grecia "molto vicina" all'Italia, anche se la struttura del debito pubblico privato delle aziende greche diverso nella struttura di quello italiano: sotto un certo profilo noi siamo peggio, nel senso che abbiamo un debito statale pi alto di quello greco, e di gran lunga. In un altro senso stiamo meglio perch abbiamo un pi alto risparmio delle famiglie etc. Per la situazione pressoch identica dal punto di vista di quello che sta accadendo. Il taglio al tenore di vita che si sta chiedendo a greci, italiani, spagnoli, portoghesi etc. un taglio che non sopportabile dalla gran parte della popolazione, ci saranno milioni di persone gettati letteralmente allo sbando. Ho il sospetto che presto saremo vicini alla Grecia anche nella protesta, di fatto la manifestazione del 15 vuole proprio unificare, dare una piattaforma comune a tutte queste proteste. Cosa penso del "finto" broker che finito sulla BBC? In questo caso caso un incidente involontario, il giovanotto, mi sono letto l'intervista che ha rilasciato a Forbes, un uomo che fa il suo mestiere, giovane ma molto esperto, un operatore indipendente, non parlava a nome di nessuno e questo gli ha consentito di dire cose che nessuna delle istituzioni direbbe, cio ha detto la verit, bastava guardare la faccia dell'intervistatrice, il suo sconcerto per capire che questo giovanotto uscito dal politically correct e ha detto cose che in realt nell'ambiente sanno tutti, ma nessuno ha il coraggio di dirle. Le fonti ufficiali, anche i giornalisti ufficiali che scrivono di economia, stanno molto
attenti a non dire le cose vere e quello che ha detto lui che i governi non contano niente perch conta Goldman Sachs. E allora, ripeto, per quale motivo io dovrei pagare un debito che di fatto stato deciso da un gruppo di banchieri mondiali che sono al di fuori del controllo di tutti e che operano per una speculazione gigantesca che potrebbe determinare il crollo superiore a quello del 29/30? Perch dovremmo pagare questo debito se questa gente, com' stato detto da questo signore niente pop di meno che alla televisione pi importante dell'Inghilterra, la Bbc, perch dovremmo pagare un debito se questi signori faranno un sacco di soldi sul fatto di mettere sul lastrico centinaia di milioni di famiglie? Questa la verit che sta accadendo e quindi lo dobbiamo ringraziare, un ingenuo, un giovanotto molto simpatico che pensava di dire delle cose, ha detto nell'intervista che poi ha rilasciato, "volevo raccontare la verit, volevo che la gente si preparasse". Grazie, lo ringraziamo molto. Ha detto delle cose che nessuno avrebbe detto, un incidente informativo ogni tanto dice un pezzo di verit!
Oggi
. venuto in mente di verificare. Il totale parziale di 2354 (duemilatrecentocinquantaquattro!) possibili richieste di rettifica, a cui ne vanno aggiunte tantissime altre che non ho preso in considerazione. Basta mettersi d'accordo e mandarmele a mazzette di 50 al giorno, al costo di una semplice email, per paralizzare qualsiasi attivit del blog e comminare sanzioni per almeno 30 milioni di euro. E' per questo che dovete condividere, copiare e incollare questo post sulle vostre bacheche, sui vostri spazi sociali, sui vostri blog, nel corpo delle vostre email, ovunque. Perch oltre alla mia libert di tenere un blog, ad essere in gioco c' il vostro diritto a non essere tagliati fuori dal mondo, dove una simile sciocchezza applicata ai blog non esiste. Dobbiamo ricordare a tutti coloro che ancora non l'hanno capito che il reato di diffamazione esiste gi e si applica a chiunque, in rete come fuori dalla rete. Se proprio vogliamo aggiungere una rettifica a un articolo online, basta sedersi intorno a un tavolo e studiare la maniera migliore di usare la tecnologia. Se volutamente ignorano questa possibilit, significa appunto che sono ignoranti. O, pi probabilmente, che sono in malafede.
stato, ad esempio, per la grave crisi economica che colp a fine anni ottanta le cosiddette tigri asiatiche: Taiwan, Sud Corea, Singapore e Hong Kong, che per decenni e fino alla fine degli anni novanta, ebbero uno sviluppo economico forte ed ininterrotto. Poi la crisi e linterruzione dei flussi di capitali verso quei Paesi del Sud-Est asiatico. Anche in quelloccasione, lintervento del FMI si materializz nellimposizione di misure ultraliberiste: liberalizzazioni selvagge e interventi sulle condizioni di lavoro furono i principali obiettivi. Naomi Klein, nel suo Shock Economy, ricorda che il New York Times defin quelloperazione finanziaria condotta sulle Tigri asiatiche, la svendita per cessata attivit pi grande del mondo. Non siamo di fronte a casi isolati o estremi. Sempre Naomi Klein, analizzando casi di riforme in senso ultraliberiste ad esempio in Polonia, Russia, Cile, Stati Uniti, fa notare come messi in ginocchio dalliperinflazione, e solitamente troppo indebitati per opporsi alle pretese che accompagnavano i prestiti stranieri, i governi accettarono un trattamento shock con la promessa che ci li avrebbe salvati da un disastro ben peggiore. Promesse non mantenute, come dimostrano i dati di crescita delle povert, della disoccupazione e del disagio sociale in quei Paesi. E affinch la shockterapia economica possa essere applicata necessario un qualche grosso trauma collettivo, come pu essere, appunto, una grave crisi economica, perch in questi casi le popolazioni si rassegnano a perdere cose che altrimenti avrebbero protetto con le unghie e con i denti. Ma forse questa volta stato commesso un errore: la troika ha atteso troppo tempo per intervenire con le sue ricette neoliberiste nei Paesi in crisi. Le popolazioni che nelle ipotesi di FMI, BCE e UE dovrebbero subire gli effetti delle cosiddette riforme strutturali hanno avuto del tempo per conoscere questa crisi economica, per rendersi conto che noi, donne e uomini in carne ed ossa siamo semmai creditori e che perci non spetta a noi pagare questa crisi. E c stato il tempo anche per avanzare valide proposte di uscita dalla crisi alternative al modello neoliberista. Il prossimo 15 ottobre sar una data fondamentale per rivendicare la necessit di unalternativa ai modelli economici che la troika vorrebbe imporci con il ricatto ed in maniera antidemocratica.
Un corso per capire la crisi - di Debora Billi. Ci volevano i mitici traduttori volontari di Transition Italia ed
Indipendenza Energetica, per mettere finalmente a disposizione del pubblico italiano il celebre "Crash Course" di Chris Martenson, che tanto successo ha riscosso in tutto il mondo nell'originale inglese. Il corso dura pi di 4 ore, ed stato suddiviso dagli infaticabili traduttori in una trentina di parti disponibili su YouTube. Ma non fate come me, che odio i video (preferisco di gran lunga leggere) e ne rimando la visione da tempo: come sostengono gli stessi di Transition, se non ci sbrighiamo l'intero Crash Course potrebbe persino venir superato dagli eventi. Dice Chris: Il Crash Course integra temi diversi ed apparentemente scollegati in una unica storia. Discuteremo di Economia, Energia ed Ambiente, perche' e' dove questi campi si sovrappongono e si intersecano che la storia piu' importante di ogni generazione sara' raccontata. Dopo aver sentito questa presentazione guarderete e penserete all'economia in una maniera completamente nuova. Vi daro' una struttura che vi permettera' di capire quello che per molte persone e' una materia molto difficile da capire. Insomma, se amate dissertare (o trollare!) sui blog commentando questioni di catastrofi finanziarie, energetiche, economiche, sistemiche, ecologiche, necessario che vi prepariate molto bene. Il Corso lo trovate qui: La conoscenza del Crash Course stata suggerita come importante per i partecipanti al movimento della transizione da Rob Hopkins il fondatore del movimento (http://transitionculture.org/2009/01/28/the-crash-courseessential-viewing/). Il Crash Course cerca di darvi una conoscenza di base dell'economia in modo che possiate capire meglio i rischi che stiamo correndo. E' stato ideato da Chris Martenson, cittadino statunitense laureato in Scienze Americane alla Duke University di Durham, North Carolina, ed ha riscosso un notevole successo nella sua versione originale in inglese. Quello che state per vedere e' la versione molto condensata di un seminario che sta facendo da circa 4 anni e nel quale presenta informazioni per la durata di circa 6/8 ore. Il Crash Course cerca di farvi capire la natura di alcune sfide e rischi estremamente gravi per la nostra economia e la sua futura prosperita'. "Salve, il mio nome e' Chris Martenson e saro' il conduttore di questa presentazione. Il Crash Course integra temi diversi ed apparentemente scollegati in una unica storia. Discuteremo di Economia, Energia ed Ambiente, perche' e' dove questi campi si sovrappongono e si intersecano che la storia piu' importante di ogni generazione sara' raccontata. Dopo aver sentito questo presentazione guarderete e penserete all'economia in una maniera completamente nuova. Vi daro' un struttura che vi permettera' di capire quello che per molte persone e' una materia molto difficile da capire. Mi ci sono voluti parecchi anni per raccogliere le informazioni presenti in questo corso e svilupparle in questa storia cosi' densa. Vi devo avvisare che non sara' facile per alcuni di voi. Lo so per aver visto le reazioni di numerosi ascoltatori in questi anni. Parleremo di grandi cambiamenti che sono effettivamente difficili da capire. Cerchero' di farvi cambiare idea. Mettero' in discussione alcune delle vostre convinzioni piu' profonde e cerchero' di convincervi che e' giunta l'ora di imparare, fare attenzione ed agire. Vi raccomando di seguire il Crash Course dall'inizio alla fine almeno una volta ed in seguito di ripassarlo, se necessario. In ogni momento potete accelerare il video utilizzando il cursore qui in basso o potete saltare da una diapositiva all'altra cliccando sui numeri in alto. Con il vostro aiuto ed i vostri commenti miglioreremo questa presentazione. Se notate qualche errore, o qualcosa che puo' essere migliorata fatemelo sapere. Una parte di questo materiale puo' essere mia originale, ma la maggior parte deriva dal lavoro di altri che io ho solo messo insieme. Questa
presentazione dovrebbe essere considerata come un lavoro di interesse per chiunque ed in ogni luogo. Vorrei che seguiste il Crash Course al vostro ritmo. Mi interessa moltissimo che riceviate e capiate questo materiale." QUANTO CI VUOLE PER SEGUIRE TUTTO IL CRASH COURSE? Ogni capitolo dura dai 2 ai 15 minuti circa (alcune sezioni sono state divise in due parti a causa del limite per il nostro canale di max 15 minuti a video). Ci vogliono un totale di 4 ore e 15 minuti per guardare tutte e 30 le sezioni ma ne vale la pena. I video caricati in questa versione sono stati rallentati rispetto all'originale per facilitare la lettura dei sottotitoli e la comprensione dei concetti. Su http://www.chrismartenson.com si trova, oltre ad altre informazioni, il Crash Course completo in inglese, francese, spagnolo. Altre traduzioni (libri, video, documenti) sono disponibili su http://www.indipendenzaenergetica.it
gli estremisti palestinesi. Neanche ora tratteranno. Spero che la mia previsione si riveli errata. Lo spero vivamente. Ma temo che sar un errore, come lo sempre stato in passato, quello di applicare allo Stato di Israele le categorie del politically correct. Il fatto che il sionismo fanatico degli attuali dirigenti di Israele non pu essere, per definizione, politically correct. Se lidea fondante della politica di questo Stato confessionale che la terra di Palestina stata data da Dio al popolo eletto, allora non pu esserci nessun ragionamento politically correct, capace di convincere quella gente. Poich non ci pu essere alcun negoziato con Dio. Lidea stessa equivale a una bestemmia. Ecco: siamo gi fuori da ogni politica, da ogni diplomazia. Ne consegue che ci sar un solo modo perch il centonovantaquattresimo stato delle Nazioni Unite possa vivere: costringere Israele a cedere quello che ha rubato. Non potr farlo Davide. Dovranno farlo, prima che il peggio precipiti, coloro che, fino a oggi, hanno consentito a Golia di diventare un aguzzino. Cio Stati Uniti e Europa. Se qualcuno vede segni di saggezza a Washington e a Bruxelles, mi faccia un fischio.
INACCETTABILE BCE
di Loris Campetti - il manifesto. olevamo abolire le province e invece adesso ci ordinano di abolire lo stato. Purtroppo non la vivificazione del sogno di Karl Marx, l'estinzione dello stato. Intanto, il soggetto rivoluzionario committente non animato dallo spirito dell'internazionalismo proletario ma dal pensiero unico liberista, che un po' diverso. In secondo luogo, la tappa intermedia non , come scriveva il grande vecchio di Treviri, la dittatura del proletariato ma quella della finanza. La lettera segreta della Bce al governo italiano, pubblicata ieri dal Corriere della sera, straordinaria tanto per la sua lucida coerenza quanto per la sua prepotenza, una prepotenza legittimata, prima ancora che dalle regole, dalla sua assunzione passiva da parte dei governi di tutti i colori. Se lo dice la Bce vero, cos come ha ragione Standard&Poor's se ci declassa. Si potrebbe dire che il segreto che copriva la lettera era il segreto di Pulcinella: chi non immaginava che avrebbe ordinato tagli allo stato sociale, alle pensioni e ai salari, privatizzazioni e liberalizzazioni? Eppure, persino il segreto di Pulcinella ci pu stupire, e anche farci incazzare. JeanClaude Trichet e Mario Draghi, pi che una lettera hanno stilato un manifesto
ideologico per indicare le ricette draconiane e antipopolari per uscire dalla crisi, ma anche le forme con cui le bastonate dovrebbero essere assestate (decreto legge, il tempo danaro). Dunque, abbattimento del debito anticipando di un anno l'iter della manovra di luglio, buona ma insufficiente; liberalizzazione dei servizi pubblici e dei beni comuni con privatizzazioni su larga scala; innalzamento dell'et pensionabile, portando a 65 anni la soglia per le donne anche nel privato, da subito; riduzione dei costi nel pubblico impiego, se necessario, riducendo gli stipendi. Poi, e qui c' l'aspetto ideologico e di rivincita classista contro le conquiste dei lavoratori del XX secolo, si ordina a un governo che non aspettava altro, un'ulteriore riforma del sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi a livelli d'impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende. Ora, si pu capire - accettare o no una libera scelta - che la Bce decida i numeri necessari a rientrare dal debito pubblico, e persino i tempi. Non tollerabile invece che entri nel merito dei provvedimenti, che ordini di bastonare operai e pensionati invece che evasori e ricconi, o di tagliare la spesa sanitaria invece di quella militare, di risparmiare sui salari degli impiegati invece che sul ponte di Messina. Soprattutto, non accettabile che la Bce ordini al governo di imporre a tutti il modello Marchionne che cancella i diritti fondamentali di chi lavora. Enrico Letta ha detto che i contenuti della lettera rappresentano la base su cui impostare politiche per far uscire l'Italia dalla crisi... qualunque governo succeder a Berlusconi dovr ripartire dai contenuti di quella lettera. Difficile accusare di qualunquismo chi dice sono tutti uguali, tanto varrebbe tenersi Berlusconi. Una sinistra che sceglie di restare nel recinto di Draghi e Trichet, quello in cui si prodotta la manovra economica con annesso articolo 8, non va da nessuna parte.
Gli ambientalisti che vogliono tassare gli ambientalisti (e i poveri) - di Debora Billi. Ogni tanto leggo qualche proposta ambientalista che mi lascia di stucco. Come l'ultima ideona sul bollo auto: far pagare di pi, in base
alle emissioni di CO2. Stabilire il pagamento di una tassa in base alle emissioni, si traduce in "Devi comprarti la macchina nuova altrimenti cacci il grano", ovvero una tassa su chi non cambia l'auto ogni tre anni. Molto ambientalista. Considero le emissioni importanti, ossia il problema #318 sulla lista delle questioni ambientali. Una specie di specchietto per le allodole riservato a bambini ed ignoranti, e vlto ad ignorare i veri problemi ambientali che sono il massiccio inquinamento del territorio, il consumo delle risorse e il problema energetico. Gli ambientalisti che concepiscono queste proposte non sanno che un'auto nuova, magari "a basse emissioni", appena uscita dall'autosalone ha gi consumato tanto petrolio quanto ne consumer per il resto della sua vita. Lo scrivevo tanti anni fa: Forse non tutti sanno che un'auto appena uscita dalla fabbrica ha gi consumato tanto petrolio quanto ne consumer per il resto della sua vita sulle strade. Petrolio servito per estrarre le materie prime necessarie, trasportarle in fabbrica, produrre le plastiche e le vernici, alimentare la catena di montaggio, trasportare le auto dai rivenditori. Tanto petrolio quanto ne metter, in seguito, il proprietario nel serbatoio. Non considerano che la bella invenzione di Euro 5, Euro 6 e cos via, lungi dall'essere un provvedimento "ecologico" consumismo forzato, che impone di gettare in discarica, ogni 5 anni, milioni di tonnellate di metalli, plastica, schiume resi inutilizzabili per legge e che resteranno a distruggere l'ambiente molto pi di un po' di CO2. Stimolo alle "nuove tecnologie" lo chiamano, ma per adottarle dobbiamo buttare e ricomprare. Non si vergognano di imporre una tassa in base alle emissioni anzich alla cilindrata, in modo che chi ha il macchinone di lusso ultimo modello paghi meno di chi ha un'utilitaria vecchia e non pu permettersi di cambiarla. Questo l'ambientalismo attaccato al paradigma, un ambientalismo che non vuole cambiare niente, un ambientalismo a presa per i fondelli a parer mio. Ma basta guardare chi ha firmato la proposta: Legambiente a braccetto con l'ACI. Ah beh, allora non valeva neanche la pena di arrabbiarsi.
COME LOPPOSIZIONE SALVA BERLUSCONI Da: informare per resistere Lassociazione Openpolis pubblica Lopposizione che salva la maggioranza
fonte: openpolis
Rapporto sul voto in Parlamento nella XVI legislatura. Prosegue il lavoro per conoscere lattivit dei nostri rappresentanti e svelare i meccanismi della politica italiana. Maggioranza salvata. Il rapporto, attraverso lanalisi di tutte le votazioni elettroniche daula, si concentra sulle votazioni con maggioranza salvata, ovvero quelle in cui la maggioranza di Governo riuscita a far approvare le sue proposte grazie ai voti e alle assenze dei parlamentari di opposizione. In questi casi quindi, se tutti i parlamentari di opposizione fossero stati presenti e avessero votato contro la maggioranza, questultima sarebbe stata battuta nella votazione. Pi di un voto su tre. Il non-voto dellopposizione talmente ricorrente da assumere un carattere sistemico rispetto lattivit parlamentare. Infatti, finora in questa legislatura su un totale di 14.494 votazioni le situazioni di maggioranza salvata sono state 5.098, ovvero il 35%. Opposizione part-time. Tutti i deputati e i senatori dellopposizione hanno contribuito almeno una volta a salvare la maggioranza, non partecipando al voto. Se li mettiamo in classifica, risaltano nelle prime posizioni i nomi dei segretari di partito: alla Camera, Bersani primo (2.306 salvataggi), Di Pietro terzo (2.019 salvataggi) e Cesa quattordicesimo (1.437 salvataggi) mentre al Senato, Bonino prima (1.331 salvataggi). Le leggi. Molti provvedimenti sono stati approvati anche grazie alle assenze dellopposizione nelle votazioni finali. Quei voti cio che rappresentano un passaggio decisivo nelliter di approvazione di una legge perch consentono al provvedimento di passare allaltro ramo del Parlamento o di diventare legge. Fra i pi significativi: Salvataggio Alitalia, Contrasto immigrazione clandestina, Rifiuti in Campania, Riforma Brunetta della Pubblica amministrazione, Terremoto in Abruzzo e Scudo fiscale. Aggiornamenti. I dati analizzati sono tratti dai siti di Camera e Senato e, come da prassi per openpolis, sono disponibili online aggiornati quotidianamente, nel sito www.openparlamento.it, dove possono essere consultati nelle nuove pagine, Maggioranza salvata e Maggioranza battuta, allinterno della sezione dedicata alle Votazioni. Per conoscere il comportamento di voto di ogni parlamentare, si pu andare nelle pagine loro dedicate nello stesso openparlamento.it, e, nella sezione i suoi voti, si possono trovare tutti i dettagli.
La lettera della Bce pubblicata dal Corriere della Sera davvero illuminante perch, oltre ai contenuti economici e sociali, pone un grande problema di democrazia. Va sgombrato innanzitutto il campo da una tentazione: siccome la lettera commissaria un governo impresentabile, come quello Berlusconi il peggior governo della storia repubblicana allora vuol dire che hanno ragione i tecnocrati europei, in questo caso Trichet e Draghi, che non si limitano pi a dare lezioni allItalia ma impartiscono veri e propri diktat. La lettera, invece, paradossalmente peggiore della manovra economica, pure durissima, approvata ad agosto dal governo. Il quale, ovviamente, ha fatto di tutto per obbedire alla Bce ma ha pure dovuto tenere conto del proprio elettorato. Si tratta di un manifesto liberista di inusitata durezza. Chiede, infatti, misure che ancora non sono state varate come la liberalizzazione totale dei servizi pubblici locali, in spregio del referendum che la scorsa primavera ha bocciato la privatizzazione dellacqua; interviene sul mercato del lavoro addirittura con una intromissione eclatante sul piano delle relazioni sindacali, dando i suoi giudizi sullaccordo del 28 giugno e sulla necessit di aumentare ancora la flessibilit del lavoro; si spinge per una revisione delle norme che regolano assunzioni e licenziamenti (misura prontamente recepita dal ministro Sacconi con larticolo 8 della manovra); chiede di andare ancora oltre sul piano della riforma delle pensioni; infine, si spinge fino a consigliare non pi solo il blocco del turn-over ma la riduzione degli stipendi pubblici, tra i pi bassi dEuropa, come gi successo in Grecia. Non dice nulla, al contrario, su rendite finanziarie, grandi patrimoni, evasione fiscale. Unomissione che la dice lunga sul movente allagire dellattuale e del futuro presidente della Banca centrale europea. I quali si preoccupano di rassicurare i mercati, cio i forzieri delle grandi banche, assicurazioni e societ finanziarie, pieni di titoli di Stato italiani e che temono la pur minima forma di insolvenza. Colpisce, tra laltro, che a consigliare di tagliare le pensioni e ridurre gli stipendi pubblici sia un uomo come lattuale governatore della Banca dItalia che percepisce una ricchissima pensione pubblica, di oltre 14 mila euro lordi al mese. Quella della Bce non quindi solo una lettera di intenti, un consiglio affettuoso a un governo dellUnione ma un manifesto shock che non tiene conto delle lezioni degli ultimi venti anni tutte allinsegna della flessibilit del lavoro, dei tagli alle pensioni, del congelamento dei salari, con i risultati che sappiamo e deve far riflettere sul futuro che ci aspetta, anche dopo un eventuale caduta del governo Berlusconi. E chiaro, infatti, che un probabile governo tecnico oggi non potrebbe che fondare la sua ricetta economica su quel tipo di misure e sul rapporto organico con la Banca centrale. Non vanno in questa direzione le preoccupazioni del buon padre di famiglia, Giorgio Napolitano? Come la mette in questo caso il Pd e che dicono i suoi alleati? Ma la lettera pone anche un problema serissimo di democrazia. Chi decide del nostro futuro, della nostra vita, delle nostre condizioni sociali? N Trichet, n Draghi, n la Commissione europea sono espressione del voto popolare. LUnione europea una struttura non democratica che, incurante di questa condizione, pretende di imporsi quale attore politico sui governi e sui parlamenti nazionali. Nella lettera questa contraddizione si esprime in modo eclatante sulla questione dei servizi pubblici locali: la Bce ne chiede la privatizzazione, la maggioranza assoluta dei cittadini italiani si espressa per la loro pubblicit. Non si tratta di contrapporre unastratta sovranit nazionale alla tecnocrazia europea come pretende di fare il ministro Tremonti quando avanza la candidatura di Vittorio Grilli alla Banca dItalia. Si tratta di discutere seriamente di democrazia. E oggi abbiamo davanti a noi due strade: o si realizza unUnione europea davvero democratica, con un Parlamento e un governo centrale che rispondano al corpo elettorale, oppure i popoli europei non avranno altra scelta che quella di non riconoscesi nel volto della tecnocrazia. E per fare questa scelta non c altra strada che un referendum, nelle forme rese possibili dalle attuali norme, magari solo consultivo. Ma un referendum per provare a decidere davvero del nostro futuro.
PAGINA 8 Alternativa news n45
Battaglia per salvare le api. In scadenza il divieto di trattare il mais con neonicotinoidi
Di: Maria Ferdinanda Piva fine mese scade il divieto di conciare (cio trattare) la semente del mais con i pesticidi neonicotinoidi, una pratica ritenuta dagli apicoltori responsabile della moria di api e per questo oggetto anche di indagini giudiziarie. Rilancio volentieri linvito del presidio Bastaveleni (i due apicoltori tuttora in sciopero della fame per chiedere di vietare completamente luso dei neonicotinoidi, e non solo nella concia del mais): trasformare in un evento internazionale lo sciopero indetto per il 15 ottobre dagli apicoltori francesi contro i neonicotinoidi. Sia chiaro: il miele non mi piace. Ma la produzione di miele solo lo zerovirgola dei problemi legati alla moria di api. Avete presente cosa significa fare un deserto, e poi chiamarlo campagna? I neonicotinoidi sono gli insetticidi di ultima generazione, i pi potenti. Ovviamente, prima di essere messi in commercio, i produttori hanno dovuto dimostrare che non danneggiano le api. Eppure gli apicoltori ne sono convinti il patatrac succede ugualmente. Se muoiono le api gli unici insetti domestici ovviamente qualcuno se ne accorge. Ma cosa succede alle coccinelle, a tutti gli altri insetti? Quando avete visto per lultima volta una farfalla grande, bella e superbamente colorata? Qui accanto ce n una, il podalirio, forse la pi nota fra le italiane: io la incontro talvolta quando la incontro solo pi in citt, o magari fra le villette delle periferie residenziali. Se gli insetti spariscono, spariscono anche gli animali che se ne cibano. I rospi e le rane, i pipistrelli, gli uccelli insettivori come le rondini E il problema risale verso i vertici della catena alimentare: gli aironi che mangiano le rane, gli sparvieri che mangiano gli uccelli. E cos via. Non pi campagna, un deserto messo a coltura. E se non vi interessano le farfalle e gli aironi, vi interesseranno almeno le pesche e le susine, no? Ebbene, senza api sugli alberi da frutto crescerebbe ben poco. Pi in generale, si calcola che dallimpollinazione effettuata dalle api dipenda un terzo dei raccolti. Un terzo del cibo che finisce sulle nostre tavole. La battaglia degli apicoltori non una questione di nicchia, un problema magari anche grave ma che interessa solo una limitatissima parte della societ. E una faccenda che riguarda tutti: anche quelli che come me proprio non mangiano il miele.