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Lez.

5-6 10/03/2023

SISTEMA ENDOCRINO

L’omeostasi è molto diversa nel sistema endocrino


rispetto al sistema nervoso.

Il sistema nervoso mette in connessione anche i


nervi, invece il sistema endocrino è costituito da
ghiandole che non sono in diretta connessione con
gli organi target in quanto producono delle
molecole che andranno ad agire principalmente su
organi che sono distanti dal loro punto di
secrezione.

In questa tabella vediamo il confronto tra il sistema nervoso ed il sistema endocrino.

SPECIFICITÀ  per quanto riguarda il sistema nervoso, ogni neurone avrà una singola cellula
bersaglio o un limitato numero di cellule bersaglio. Al contrario, il sistema endocrino avrà molte
cellule che saranno esposte all’azione del loro ormone.

NATURA DEL SEGNALE  il segnale nel neurone è di tipo elettrico, mentre dal punto di vista
ormonale il segnale è di tipo chimico (anche se ovviamente il segnale elettrico è mediato dal fatto
che c’è la produzione ed il rilascio dei neurotrasmettitori).

VELOCITÀ  riguarda la velocità di risposta che nel sistema nervoso è molto rapida, mentre per
quanto riguarda gli ormoni è molto più lenta perché ci deve essere prima la secrezione dell’ormone
per poi andare in circolo prima di arrivare alla cellula bersaglio.

DURATA DELL’AZIONE  dal punto di vista del sistema nervoso è molto rapida, mentre nel sistema
endocrino è molto più lunga.
CODIFICAZIONE DELL’INTENSITÀ DELLO STIMOLO  per il sistema nervoso è dato dalla frequenza
dei potenziali d’azione, mentre per quanto riguarda l’ormone l’entità della risposta dipende dalla
quantità di ormone prodotto dalla ghiandola.

Gli ormoni, per definizione, dal greco significano stimolare. Sono dei messaggeri chimici che
vengono riversati nel circolo sanguigno, vengono trasportati fino alle cellule bersaglio ed esercitano
la loro funzione a concentrazioni molto basse (nanomolare, picomolare).
Ci sono diversi effetti che possono fare a livello del nostro organismo, e si possono suddividere in 4
grosse classi:
1. ORMONI DELLA RIPRODUZIONE  agiscono a livello dei testicoli e dell’ovaio
2. ORMONI CHE REGOLANO CRESCITA E SVILUPPO  agiscono a livello di ossa e muscoli
3. OMEOSTASI  regolazione del pH, della temperatura, della glicemia, del volume dei liquidi
corporei, della pressione arteriosa
4. ORMONI PER UTILIZZO E DEPOSITO DI ENERGIA  possono agire a livello dei mitocondri e
del tessuto adiposo

Il sistema endocrino in generale risponde a delle variazioni che possono derivare sia dall’ambiente
esterno sia quello interno dell’organismo.

Le caratteristiche comuni a tutti gli ormoni sono: essere sintetizzati, secreti, trasportati nel circolo
sanguigno a livello dei tessuti bersaglio, e devono esserci dei recettori specifici in modo tale da
determinare le variazioni all’interno delle cellule che spesso portano alla sintesi di nuove proteine.
Questo permette di mettere in comunicazione le diverse parti dell’organismo attraverso 4 grandi
metodi:

METODO ENDOCRINO  l’ormone viene secreto dalle


ghiandole e passa in circolo per arrivare alle cellule bersaglio.
Permette inoltre di avere una comunicazione a distanza.

METODO PARACRINO  secrezione dell’ormone non nel


circolo sanguigno ma a livello del liquido interstiziale nello
stesso organo

METODO AUTOCRINO  l’ormone è prodotto da una cellula e


agirà direttamente sulla stessa cellula

METODO NEUROENDROCRINO  l’ormone viene prodotto da


un neurone e viene immesso in circolo direttamente dal
neurone stesso

Una volta che l’ormone è stato secreto, la molecola può rimanere libera a livello del sangue e
arrivare al suo target, oppure può essere legata a delle proteine di trasporto.
Il fatto di essere legata a delle proteine di trasporto, influenza non soltanto la modalità con cui
l’ormone arriva alla cellula target, ma influenza anche l’emivita.

L’emivita è il tempo necessario affinché ci sia il dimezzamento della quantità di ormone circolante.
Gli ormoni che sono liberi, quindi che non hanno una proteina di trasporto, hanno una emivita molto
breve, perché la proteina di trasporto permette di impedire la degradazione rapida dell’ormone.
Le proteine di trasporto vengono generalmente sintetizzate a livello epatico.

La concentrazione di un ormone circolante dipende da:


VELOCITÀ DI SINTESI  questo è legato a dei meccanismi di feedback negativo o positivo
VELOCITÀ DI TRASPORTO  velocità attraverso il quale l’ormone riesce a raggiungere l’organo
bersaglio
VELOCITÀ DI DEGRADAZIONE  legata al tipo di ormone

Concetto di feedback
Feedback, tradotto in italiano, potrebbe essere una risposta. Quindi, la concentrazione dell’ormone
può dare una risposta negativa o positiva (generalmente è di tipo negativo) che regola la secrezione
dell’ormone stesso. Il feedback può essere suddiviso in lungo, corto ed ultracorto.

Anticipazione prossima lezione:

L’ipotalamo produce degli ormoni ipotalamici,


che andranno ad agire sull’ipofisi, la quale
secernerà ormoni ipofisari che andranno a loro
volta ad agire sulla ghiandola bersaglio.
La regolazione può avvenire a diversi livelli,
possiamo parlare di feedback ultracorto
perché sono gli ormoni prodotti dall’ipotalamo
stesso, feedback corto quando invece saranno
gli ormoni ipofisari a comunicare all’ipotalamo
l’eccesso di produzione, infine feedback lungo
che partirà dalla ghiandola bersaglio.

Dopo che gli ormoni sono stati prodotti, e dopo l’intervento del feedback che ne regola la
concentrazione, la maggior parte degli ormoni dev’essere degradata.

Degradazione
La degradazione solitamente avviene a livello epatico ed una minima parte può essere degradata
anche a livello renale. Questo catabolismo può essere mediato dai recettori che catturano l’ormone
per poi venire degradato all’interno della cellula.
Esempio: insulina viene degradata tramite un recettore, mentre il glucagone che è l’antagonista
dell’insulina ha una degradazione indipendente dal recettore.
Per quanto riguarda gli ormoni steroidei, la degradazione può avvenire a livello epatico, nelle urine,
ed anche per vie intestinali.
Recettori
Ogni ormone ha il proprio recettore specifico, ma la differenza generali dei recettori è la loro
localizzazione. Possono essere sulla membrana cellulare della cellula bersaglio, oppure possono
essere all’interno del citoplasma ed in alcuni casi anche sulla membrana nucleare.

Distinguiamo in questo modo le tre possibili classi:

1. Ormoni in possesso di recettore a livello della


membrana  quello che succederà è che ci sarà
un’attivazione di un sistema a cascata messaggero
all’interno della cellula, generalmente con
attivazione anche di attività enzimatiche tipo la
fosforilazione di proteine particolari, per poi
arrivare alla risposta dell’ormone.
2. Ormoni steroidei  per la natura chimica che
hanno, possono entrare all’interno della cellula
(vengono definiti “lipofili”), quindi avranno un
recettore citoplasmatico che determina
solitamente delle modificazioni a livello genetico. A
livello del DNA ci sarà la sintesi di altre proteine che
determinano le alterazioni delle attività
enzimatiche.
3. Ormoni tiroidei  permette l’ingresso
dell’ormone direttamente all’interno del nucleo
determinando delle alterazioni di tipo genetico.

Quello che succede quindi, è che posso avere dei recettori diversi, così come per i neurotrasmettitori
ci sono diversi tipi di recettori che rispondono diversamente nonostante siano espressi nella stessa
cellula, anche in questo caso la cellula bersaglio può avere più di un tipo di recettore e quindi
rispondere a più ormoni.
Questo può provocare degli effetti diversi a seconda della quantità di ormoni che agisce in
contemporanea, quindi i recettori nello stesso tessuto possono provocare effetti diversi.

Esempio: adrenalina, prodotta dalla ghiandola surrenale, può


agire su due tipi di recettori: α-adrenergico, β₂-adrenergico.
Questi recettori si possono trovare sui vasi quindi, quando un
recettore α-adrenergico si lega con adrenalina determina la
vasocostrizione, mentre se adrenalina si lega con un recettore
β₂-adrenergico determina la vasodilatazione.
Questo per dire che sono i recettori che modulano la risposta
dell’ormone a seconda di dove sono localizzati.
Possiamo avere tre grandi casi di effetti di ormone diversi sullo stesso organo bersaglio:
- SINERGISMO  più ormoni determinano lo stesso effetto su un organo
- PERMISSIVITÀ  un ormone determina un determinato effetto solo nel caso in cui ci sia
unsecondo ormone presente
- ANTAGONISMO  due ormoni che agiscono in modo opposto

Gli ormoni possono essere classificati anche dal punto di vista chimico.

La prima suddivisione va fatta in due grandi classi: ormoni steroidei ed ormoni non steroidei.

Gli ormoni steroidei sono: cortisolo e aldosterone (prodotti a livello della ghiandola surrenale),
estrogeni e progesterone (prodotti a livello delle ovaie), testosterone (prodotto a livello dei
testicoli).

Gli ormoni non steroidei invece, possono essere a loro volta suddivisi in altre 4 classi:
PROTEINE  ormone dell’accrescimento, prolattina, paratormone, calcitonina, insulina,
glucagonee l’ormone adrenocorticotropo.

GLICOPROTEINE (ormoni prodotti dall’ipofisi)  ormone follicolo-stimolante, ormone


luteinizzante,ormone stimolante tiroide, gonadotropina corionica.

PEPTIDI  ormone antidiuretico, ossitocina, ormone melanocito-stimolante, somatostatina,


ormone rilasciante tirotropina, ormone rilasciante gonadotropina, ormone natriuretico atrale.

ORMONI RILASCIATI DA SINGOLI AMMINOACIDI  ammina, noradrenalina, adrenalina,


melatonina,tiroxina, triiodotironina.

Ormoni peptidici

Gli ormoni proteici sono prodotti da piùaminoacidi (3 o


più), generalmente vengono sintetizzati nel reticolo
endoplasmatico e sono formati da pre-pro-ormone.
Il pre-pro-ormone ha la funzione di impedire che
l’ormone agisca prima del tempo.
Gli ormoni glicoproteici vengono sintetizzati a livello
del reticolo endoplasmatico, ma a differenza degli
ormoni proteici devono subire una modificazione,
modificazione post traduzionale,che è quello di avere
l’aggiunta di zuccheri a livello dell’Apparato del Golgi
per poter agire.
Visto che il pre-pro-ormone ha la funzione di impedire
che l’ormone agisca prima del tempo, adun certo
punto arriva un segnale (input) per attivare l’ormone,
quindi avverrà una digestione incui la parte “pro”
viene staccata, avremo così la pro-insulina processata
poi in insulina ed in un peptide C.
Gli ormoni amminici

Gli ormoni amminici sono sintetizzati a partire da un solo amminoacido, e sono:


- dalla tirosina gli ormoni tiroidei e le catecolammine
- dal triptofano la melatonina.
Gli ormoni tiroidei che sono prodotti dalla tiroide si comportano come gli ormoni steroidei
quindi si legano a recettori che stanno all’interno della cellula, non sulla membrana. Le
catecolammine come l’adrenalina sono quelle che sono prodotte dalla midollare del
surrene e sono ormoni che si legano a recettori di membrana come i peptidici perchè non
sono steroidei.

La tiroide con le cellule follicolari


andrà a produrre gli ormoni tiroidei,
essi andranno a controllare lo
sviluppo delle persone.
Le catecolammine prodotte dalla
midolllare del surrene che sono
l’adrenalina e noradrenalina hanno
una funzione simile a quella del
sistema nervoso simpatico. La
dopamina che è anche una
catecolammina è un
neurotrasmettitore che agisce al
livello centrale, LA DOPAMINA È UN
NEUROTRASMETTORE NON UN
ORMONE.

Gli ormoni di tipo peptidico e amminico hanno un trasporto che è quello di un ormone liberi,
quindi ci sarà secrezione, l’ormone è libero di circolare a livello del sangue andrà incontro a
degradazione, l’emivita è quindi molto breve, l’eccezione fra questi ormoni peptidici e amminici è
quello degli ormoni tiroidei che hanno una proteina di trasporto, quindi la loro emivita non è così
breve.
Gli ormoni peptidici hanno dei recettori tirosina
chinasi, quindi hanno dal lato citoplasmatico
rispetto alla membrana cellulare una tirosina
chinasi che permette la fosforillazione e
trasferisce un gruppo fosfato a una tirosina di una
proteina che sta all’interno del citoplasma, questa
proteina fosforillata terminerà la risposta della
cellula.

Gli ormoni steroidei

Hanno la caratteristica di essere derivati tutti dal colesterolo, il colesterolo è necessario per la
sintesi la sintesi degli ormoni della riproduzione come testosterone, progesterone, ma anche
cortisolo e aldosterone a livelli delle ghiandole surrenali.
La biosinsesi degli ormoni steroidei

Questa è la biosintesi degli ormoni steroidei (non la dovete ricordare), hanno la caratteristica di
essere lipofili, quindi non vengono mai immagazzinati nelle vescicole secretorie che sono
importanti per gli ormoni di tipo proteico, in base al tipo di enzima che si trova nei vari tessuti io
potrò avere tutti i derivati del colesterolo, quindi nella corticale del surrene avró gli enzimi che mi
trasformeranno il colesterolo in cortisolo.

Trasporto di ormoni steroidei e tiroidei

Questi ormoni steroidei sono legati alle proteine di trasporto in cui ci sarà una riserva di ormone
circolante per cui non è necessario avere costantemente la sintesi dell’ormone, ci saranno ormoni
che possono essere sintetizzati a fasi e poi ci sono queste riserve che aumentano l’emivita
dell’ormone circolante.
Recettori per gli ormoni steroidei
I recettori si trovano al livello del nucleo o
citoplasma, si legano al DNA che puó
attivare o reprimere la trascrizione di
alcuni geni e poi si formeranno altre
proteine, avrò un effetto di tipo genomico
quindi gli ormoni che agiscono al livello
della superficie della cellula sono ormoni
che fanno effetti di tipo non genomico e
non viene modificata la trascrizione del
DNA sulla membrana.

Tabella riassuntiva
Organi endocrini

Abbiamo organi endocrini di tipo primario e di tipo


secondario.
Gli organi endocrini primari sono:
- La ghiandola pineale
- l’ipotalamo
- l’ipofisi
- la tiroide
- il timo
- la ghiandola surreale
- il pancreas
- la placenta.

Gli organi secondari sono:


- il cuore
- lo stomaco
- il fegato
- il rene
- l’intestino tenue
- la cute.

Gluconeogenesi e glicolisi

Questo è il ciclo che avviene per il glucosio, dal


sangue puó passare nel muscolo, dove avviene
da glicolisi, viene trasformato in piruvato, dal
muscolo può passare al sangue e al fegato dice
viene ritrasformato in glucosio. Abbiamo la
gluconeogenesi e la glicolisi influenzati da due
ormoni principali che sono l’insulina e il
glucagone che sono prodotti dal pancreas. In
condizioni fisiologiche la concentrazione di
glucosio ematico varia da 65-75 mg/dl, dopo i
pasti puó raggiungere una concentrazione di 130-150 mg/dl. Nel corso delle 24h noi abbiamo
questa alternanza dei pasti e ci saranno dei periodi di digiuno in cui si abbassa la glicemia e periodi
dopo il pasto dove la glicemia si alza, quindi la corretta quantità di glicemia a livello di sangue è
importante, soprattutto se pensiamo al cervello poichè è l’organo che riceve più glucosio di tutti.

Quali sono i fattori che influenzano la glicemia?

Il glucosio viene assorbito


attraverso i pasti dal canale
alimentare, poi ci puó essere la
produzione di glucosio da parte
del fegato che svolge la
funzione di magazzino del
glucosio, in cui avviene la
glicogenolisi poiché il glicogeno
viene trasformato in glucosio,
oppure si può avere la gluconeogenesi a partire dagli amminoacidi. Poi ci sono dei fattori che
possono diminuire la glicemia, quindi avremo il trasporto del glucosio all’interno delle cellule. Poi
ci puó essere un fattore che determina la diminuzione della glicemia ma che in questo caso è
patologico, quando ci sarà la secrezione di glucosio, questa escrezione avviene solo quando la
quantità di glucosio nel sangue supera o è uguale ai 300 mg/dl di sangue, quando avviene questo
nel rene non c’è più la possibilità di cattura del glucosio del filtrato che è saturato e quindi il
glucosio andrà nelle urine, questo è indice di diabete.

Ormoni che controllano la glicemia

 insulina

 Glucagone

Sono prodotti dalle isole del


Lamgherans del pancreas ma ci sono
anche le catecolammine come il
cortisolo prodotto dal surrene e
l’ormone della crescita prodotto dal
l’ipofisi. Il controllo della glicemia è dato
da un bilanciamento, in condizioni di
sazietà avremo più insulina in circolo
perchè il glucosio deve essere mandato
all’interno delle cellule e deve essere o utilizzato o depositato. In condizioni di digiuno abbiamo
bisogno di energia, avremo il glucagone che prevale rispetto all’insulina, nella bilancia peserà di
più il glucagone rispetto all’insulina. Dunque il glucagone è importante per impedire che ci sia
l’ipoglicemia che ci potrebbe dare dei problemi.
Pancreas

Il pancreas è fatto da due grosse porzioni, una parte rosa esocrina che secerne enzimi necessari
per la digestione è una parte bianca endocrina che comprende le isole del Langherans dove
vengono prodotti insulina e glucagone.

Parte endocrina

Le isole del Langherans sono


costituite da 4 tipi di cellule
diverse che prendono il nome
dalle cellule dell’alfabeto
greco, abbiamo le cellule alpha
che costituiscono il 10-20%
delle isole di Langherans che
producono il glucagone, poi
abbiamo le cellule beta che
sono più numerose 75-80% che producono l’insulina, le cellule delta 3-4% che producono la
somatostatina, poi ci sono delle cellule che vengono chiamate cellule F che sono 1-2% che
producono il polipeptide pancreatico.
Questi ormoni vengono riversati al livello del circolo portale. Il fegato ha due vascolarizzazione
diverse, la vena porta dove vengono riversati gli ormoni e l’arteria epatica che fornisce ossigeno
al fegato.

All’interno delle isole del Langherans abbiamo l’insulina


che è costituita da due catene che sono a di 21
amminoacidi e la catena b di 30, sono unite tra di loro da
2 ponti di solfuro e in questo modo viene secreta al
livello del sangue. Il principale stimolo di secrezione
dell’insulina è quando la concentrazione di glucosio
aumenta al di sopra dei 100 mg/dl. La secrezione è
circadiana, quindi in condizioni normali se i pasti sono
stati consumati alle 9, 13,18 in corrispondenza di questi
picchi c’è l’aumento dell’insulina. In condizioni di obesità
questi picchi sono meno distinguibili, ci sarà sempre una
maggiore secrezione di insulina e questo è un motivo per
cui ci sarà più accumulo di glucosio è grasso.

Questo grafico fa vedere come la concentrazione di insulina nelle ordinate rispetto alla
concentrazione di glucosio ematico che si trova sulle ascisse troviamo questo picco in coincidenza
del pasto, e in corrispondenza del digiuno non c’è.
La secrezione dell’insulina

La secrezione di insulina è quindi regolata dalla concentrazione del glucosio. Il glucosio viene
catturato da un trasportatore da glucosio 2 - GLUT2 viene fosforillato in glucosio-6- glucosio, va
incontro a glicolisi e il piruvato indurrà la fosforillazione ossidativa all’interno del mitocondrio per
cui si produrrà energia, questo ATP andrà a legarsi a un canale del potassio che è selettivo per
l’ATP, quindi quando si lega all’ATP il canale del potassio si chiude, la cellula avendo più potassio
all’interno andrà incontro a depolarizzazione che fa sì che si apra il canale del calcio, entra il calcio
nella cellula e questi calcio induce l’esocitosi di vescicole che contengono l’insulina.

Fattori che influenzano la secrezione dell’insulina

I fattori che influenzano la


concentrazione di insulina
sono: la presenza di acidi
grassi in particolare l’arginina,
quindi anche un lato ricco di
proteine aumenta la
secrezione di insulina. Poi ci
sono gli ormoni
gastrointestinali che devono
essere prodotti in vista del
pasto. Il sistema nervoso
autonomo regola la secrezione
anche dell’adrenalina, dunque
in risposta allo stress posso avere un aumento dell’adrenalina e produzione di insulina poiché ho
necessità di avere glucosio in quella situazione. Ci sono farmaci che vengono utilizzati per il
diabete, il glucagone aumenta la secrezione di insulina stimolata dal glucosio, mentre la
somatostatina ne inibisce la secrezione, quindi il glucagone una volta che mi ha aumentato il
glucosio circolante stimola la produzione di insulina per regolare la glicemia.

Meccanismo d’azione dell’insulina

Agisce su diversi tessuti,


nella maggior parte dei
tessuti determina
assunzione del glucosio, di
amminoacidi, sintesi di
proteine e catabolismo
delle proteine. A livello del
tessuto adiposo determina
la sintesi di acidi grassi e
trigliceridi e la lipolisi, a
livelli di fegato influenza la
sintesi di glicogeno e diminuisce la glicogenolisi, favorisce il deposito di glucosio e al livello del
fegato determina una diminuzione di glucogenesi e determina un’aumento di acidi grassi e di
trigliceridi.
Il recettore dell’insulina è un recettore tirosin
chinasico, agisce in modo diverso a livelli degli
epatociti. L’insulina che si lega al suo recettore
tirosinchinasico questo entra, determina una cascata
del segnale, il glucosio che si trova all’interno della
cellula curva trasportato con il GLUT2 e l’insulina con
l’attivazione della cascata del segnale determina la
conversione del glucosio in glucosio 6 fosfato che
viene trattenuto all’interno della cellula, questo
avviene nello stato assimilativo.

Quando il glucosio deve uscire dalla cellula ci sarà una bassa concentrazione di insulina per cui il
deposito di glucosio si scinde e ci sarà un’uscita attraverso il trasportatore GLUT2 del glucosio
all’esterno della cellula. Al livello di tessuto adiposo e muscolare noi abbiamo un trasportatore
diverso che è il GLUT4 quindi in assenza di insulina il glucosio rimane al di fuori della cellula, se
invece c’è l’insulina quest’ultima si lega al suo recettore, ci sarà la cascata di trasfusione del
segnale dell’insulina, il GLUT 4 che non si trova sulla membrana come il GLUT 2, ma in vescicole
all’interno della cellula, il segnale dell’insulina a questo punto determina un inserimento del
GLUT4 all’interno della membrana cellulare per cui il glucosio riuscirà ad entrare all’interno della
cellula, quindi abbiamo questi due meccanismi diversi tra epatocita, tessuto adiposo e tessuto
muscolare.

Effetti biologici dell’insulina


L’effetto più importante è sulla glicemia, riducendola.
Nel muscolo l’aumento di glucosio si associa a stimolazione sintesi di glicogeno e incremento di
sintesi proteica.
Nel tessuto adiposo determina aumento di captazione e sintesi di acidi grassi e deposito sotto
forma di trigliceridi.
Nel fegato stimola la sintesi di glicogeno, dei trigliceridi, del colesterolo, delle proteine e delle
lipoproteine a densità molto bassa (VLDL).
Stimolando la sintesi proteica e l’utilizzazione del glucosio favorisce la crescita dell’organismo.

Difetti di produzione di insulina


Diabete mellito
La diagnosi di diabete viene fatta quando la glicemia supera i 125 mg/dl, sotto i 110 mg/dl è
normale, da 111 a 125 c’è un’alterazione. Se la soglia dei 300 mg/dl sarà superata si avrà
estrazione al livello delle urine. Il diabete determina un sacco di complicanze gravi.

Tipi di diabete
 Diabete di tipo 1 è insulino-dipendente e colpisce dai 5 ai 10% della popolazione affetto
dal diabete.
 Diabete di tipo 2, è insulino- dipendente colpisce il 90% di persone affette da diabete.
 Diabete gestazionale si sviluppa durante la gravidanza.

In tutto il mondo nel 2030 si pensa che ci stanno 366 milioni di persone, quindi 4.4% degli adulti al
di sopra dei 20 anni affetti da diabete. Questo aumenterà nei paesi in corso di sviluppo come
l’Asia.

Sintomatologia del diabete:


 Poliuria, quindi frequenza della minzione.
 Glicosuria, glucosio nelle urine.
 Polidipsia, aumento della sensazione di sete.
 Polifagia, aumento appetito.
 Nel tipo 1 perdita di peso
 In tutti affaticamenti e debolezza
Aumentando e diminuendo l’insulina a livello
dell’ipotalamo avremo una diminuzione della sazietà è
per questo ci sarà la polifagia. A livello del plasma ci sarà
un’aumento del glucosio, quest’ultimo comporterà a
livello renale un aumento della pressione osmotica per
cui ci sarà una maggiore filtrazione di liquido, ci sarà
maggiore escrezione di acqua e da qui la poliuria, quindi
per compensare questa perdita di acqua avremo
un’aumento della sete che è determinata dall’azione
dell’angiotensina 2 a livello dell’ipotalamo peró
combinato con gli effetti a livello renale.
Il diabete gestazionale
La funzione del pancreas non è in grado di bilanciare un’insulino resistenza che è data dagli
ormoni della placenta, questo si verifica nell’1-14% delle gravidanze e mette a rischio non solo la
gestante poiché porta ipertensione ma può portare a rischio il feto poiché le alterazioni vanno
dalla ipoglicemia a delle alterazioni come la macrosomia, ipocalcemia, policitemia.

Il diabete di tipo 1

È una malattia di tipo autoimmune, ci sono diversi fattori che scatenano una risposta immunitaria
contro le cellule beta che producono insulina, vengono distrutte e quindi non ci sarà più insulina in
circolo quindi i malati devono assumere insulina per poter sopravvivere, di solito succede che la
distruzione di queste cellule vera è molto lenta, non si ci accorge subito dell’insorgenza della
malattia e si arriva a un dimagrimento.

Diabete di tipo 2

È caratteristico della resistenza all’insulina, i


tessuti non riescono a rispondere in modo
adeguato ai livelli di insulina in circolo, il glucosio
non entra all’interno della cellula e l’organismo
continua a produrre insulina per ovviare a questo
problema. Potrebbe essere dovuto anche a difetti
del trasportatore del glucosio a livello della cellula.
Si accumula insulina e glucosio all’interno
dell’organismo, si va incontro a obesità.
Probabilmente c’è un problema di assorbimento, ci
potrebbero essere delle mutazioni a livello dei
trasportatori GLUT 2 e GLUT4 per cui il glucosio rimane esterno e viene sempre più prodotta
insulina. Ci puó essere una predisposizione genetica che non è stata ancora individuata.

Complicanze del diabete


Tipo acuto
Sono legate a cause di ipoglicemia, per esempio un paziente prende troppa insulina e quindi la
glicemia si abbassa completamente, oppure c’è un’attività fisica imprevista, c’è più consumo di
glucosio corrispondente anche a una dose normale di insulina, si mangia un pasto glucidico
insufficiente, se abbiamo ipoglicemia noi possiamo avere una sofferenza a livello cerebrale,
dunque ci sarà il coma ipoglicemico, questo se si riesce ad avere una compensazione tramite la
secrezione di glucosio o l’attivazione del sistema simpatico, quindi l’ipoglicemia si ha quando
si ha un valore di glucosio al di sotto dei 60-70 mg/dl.

Tipo cronico
Nelle fasi iniziali sono:
 Poliuria
 Polifagia
 Polidipsia
 Stress ossidativo
 Danni al microcircolo
 Chetoacidosi diabetica
 Sindrome iperglicemica iperosmolare
Chetoacidosi

Si ha uno shift del consumo di acidi grassi che vengono utilizzati per ottenere energia, c’è una
formazione di chetoni che derivano dalla produzione di acetil coenzima A.

Danni al microcircolo

Con l’iperglicemia si puó avere un aumento della vaso dilatazione, aumento dello stress
ossidativo. Dal ribosio vengono prodotti dei polioli che causano la formazione di radicali. Questo
danno si vede al livello dell’occhio, ci sono delle retinopatie diabetiche che colpiscono molti
pazienti. Quindi il 60% dei malati di diabete di tipo 2 possono avere una retinopatia che puó
portare alla cecità.
Questo è un esempio di retinopatia, possiamo avere una retinopatia non proliferativa in cui ci
sono meno vasi oppure ci puó essere una proliferazione di cellule della retina.

Nefropatie

C’è un livello della pressione arteriosa che influisce nel rene, quindi c’è un danneggiamento del
neurone, i vasi e la capsula di Bowman.

Neuropatie
Ci sono pazienti che soffrono di neuropatie dovute al fatto che vengono danneggiati i nervi
periferici, per cui perdono la sensibilità degli altri, formicolii e qui di scarsa sensibilità.

Danni alla cicatrizzazione

C’è una ridotta capacità di avere una coagulazione corretta, quindi la formazione di ulcere a livello
dei piedi (piede diabetico)

Glucagone

È l’ormone iperglicemizzante agisce al livello del


fegato, e attiva gli enzimi che determinano la
glicogenolisi e la gluconeogenesi. Viene
rilasciato glucosio a livello del fegato e
contemporaneamente inibisce la glicogeno
sintesi. Agisce in opposizione all’insulina. Agisce
al livello del digiuno. I picchi di glucagone
variano a livello di ritmo circadiano.
Somatostatina
Agisce al livello di inibizione della liberazione di insulina e di glucagone, ci sarà peró un
meccanismo a feedback, il glucagone permette di il rilascio di somatostatina che determinerà il
blocco della produzione di insulina.

Il polipeptide pancreatico
Agisce a livello di sistema gastrointestinale aumentando la secrezione di insulina.

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