Sei sulla pagina 1di 12

(Lezione 2 – 29\03\2023)

METABOLISMO

Insieme delle reazioni anaboliche che riguardano la formazione di macromolecole (processo


endoergonico che richiede energia) e cataboliche che consistono nella demolizione delle
macromolecole (reazioni esoergoniche che liberano energia).
Si tratta di molecole di ATP una molecola costituita da una adenosina alla quale sono legate tre
gruppo fosforici. Tutti e tre i legami potrebbero essere scissi perché sono tutti molto energetici ma
solitamente è il terzo legame che subisce questa rottura.
Come viene sintetizzato l’atp nella cellula batterica?

• Attraverso la fosforilazione ossidativa: quando un substrato organico cede elettroni e ioni


H+ e quindi si ossida e il substrato vicino si riduce. Attraverso le reazioni redox gli elettroni
verranno acquisiti da un substrato organico che può essere:
o l’ossigeno nella respirazione aerobia;
o substrato diverso dall’ossigeno (nitrati, carbonati) nella respirazione anaerobica;
• Attraverso la fosforilazione a livello del substrato: un substrato organico rilascia un gruppo
fosforico che viene legato dall’adp per sintetizzare l’atp che è proprio quello che avviene
nella glicolisi.
La adp viene principalmente prodotta per fosforilazione al livello del substrato quando un composto
intermedio fosforilato dona il suo gruppo fosforico all’atp ed è quello che avviene nella
fermentazione del glucosio. (via glicolitica).
Nei processi di ossidoriduzione la perdita di elettroni è accompagnata dalla perdita di deidrogenoni
infatti parliamo di deidrogenazione. Gli elettroni devono essere acquisiti legandosi a dei substrati,
in questo caso si legano a coenzimi. (NAD, FAD che si riducono).
Nella respirazione aerobica l’accettore finale di elettroni è l’ossigeno che verrà ridotto a acqua e
anidride carbonica
I batteri anaerobi e quelli aerobi e anaerobi facoltativi in assenza di ossigeno possono o attuare la
fermentazione o utilizzare la respirazione anaerobica.

La via glicolitica
Dall’ossidazione di una molecola di glucosio si formano 2 molecole di acido piruvico e per ogni
molecola di acido piruvico si formano due molecole di atp ma la resa finale è di 2 molecole di atp
perché 2 molecole di atp vengono utilizzate nelle fasi iniziali che portano alla formazione del
glucosio-6-fosfato e del fruttosio-6-fosfato.
Abbiamo la trasformazione del 3-fosfoglicerolfosfato in 3-fosfoglicerato quindi si perde un gruppo
fosfato e si ottiene il 2-fosfoenolpiruvato che viene trasformato in acido piruvico con la perdita di
un ulteriore fosfato.
Sia donatori di elettroni che accettori finali di elettroni vengono ridotti nei vari prodotti della
fermentazione che è l’acido lattico.
Gli streptococchi sono dei batteri anaerobi facoltativi che in assenza di ossigeno fermentano il
glucosio con produzione solo di acido lattico.
Quando c’è solo produzione di acido lattico si parla di fermentazione omolattica.
Oppure si può avere una fermentazione mista.
Si articola in varie fasi:
1. Idrolisi delle macromolecole ambientali mediata da isoenzimi rilasciati dalla cellula batterica;
2. Le molecole vengono degradate vengono trasportate all’interno della cellula
3. I metaboliti vengono trasformati attraverso varie vie metaboliche con un comune fattore
che è l’acido piruvico.
Qualsiasi via metabolica la cellula batterica utilizzi il comune denominatore è l’acido piruvico.
Nella fermentazione l’acido piruvico è l’accettore finale degli elettroni, nella respirazione l’acido
piruvico viene decarbossilato e trasformato in acido acetico che si lega al coenzima A e va a formare
l’acetilCoA che entra nel ciclo di Krebs.
Il glucosio viene completamente ossidato a acqua e anidrite carbonica; nella respirazione aerobia è
l’ossigeno l’accettore finale degli elettroni con formazione di acqua.
Nei batteri gli enzimi adibiti al trasporto di elettroni si trovano nei lisosomi e la respirazione è molto
più vantaggiosa della fermentazione perché si formano da 36 a 38 di ATP.

Come crescono i batteri?

Per comprendere la crescita batterica bisogna far riferimento alla curva di crescita batterica.
Quando si prende un campione si trasferiscono parte delle cellule batteriche in un terreno di coltura
e si va a misurare la crescita misurando la densità ottica nell’unità di tempo.
Densità ottica sull’asse delle y;
Tempo sull’asse delle x;

Questa curva ci dice che quando andiamo a trasferire i batteri all’inizio non crescono e quindi si
trovano in una fase di latenza o adattamento metabolico in cui non si hanno attività replicative
perché il batterio deve adattarsi al nuovo ambiente. A questa fase di latenza segue la fase
esponenziale o logaritmica ed è la fase in cui il 100% dei batteri replica e mediamente una cellula
batterica impiega 20 minuti per proliferare.
(Fanno eccezione i micobatteri impiegano 24h perché hanno una parete ricca di lipidi che ostacolano
gli scambi metabolici.)
Replicando cominciano a produrre metaboliti tossici, ecco che si entra nella fase stazionaria dove il
numero delle cellule batteriche rimane costante perché il 50% dei batteri continua a replicare e il
restante 50% inizia a morire proprio perché si accumulano i metaboliti tossici.
A questa fase segue la fase di morte in cui non si hanno più atti replicativi ma i batteri continuano a
morire. Non è più presente materiale che permette la replicazione.
I batteri sporigeni si fermano nella fase stazionaria, non raggiungono mai la fase di declino perché
sono in grado di produrre spore e quindi quando trovano condizioni ambientali avverse, la cellula
dalla fase vegetativa si trasforma nella fase sporigena e sopravvive sotto forma di spora.
Come vengono classificati i batteri sulla base della temperatura di crescita?

• I batteri termofili: che sono in grado di sopravvivere anche ad elevate temperature anche
intorno ai 70°, ma la maggior parte dei batteri patogeni per l’uomo è costituita da
• batteri mesofili: cioè quelli che crescono bene a temperature intermedie tra 20° e 45° con
una temperatura ideale di 37°C .
• I batteri psicrofili: sono quelli che crescono bene a basse temperature tra 0°C e 24°C come
la listeria (zoonosi trasmessa dagli animali all’uomo soprattutto in soggetti
immunocompromessi e donne incinte perché è un batterio che attraversa la placenta e può
causare aborti intrauterini. Viene acquisita tramite cibo, carne non adeguatamente cotta,
insaccati, pesce crudo, verdure crude non adeguatamente lavate).

Un altro fattore che influenza la crescita è il pH. La maggior parte cresce intorno ad un pH che va da
6 a 8. Ci sono però:
• Batteri acidofili: quelli che crescono bene a basso pH. (lactobacilli);
• batteri alcalofili crescono a pH superiore a 8;

I batteri non tollerano elevate concentrazioni saline tranne alcuni come gli stafilococchi.
Quelli che le sopportano sono detti alofili.
ALOFILIA: capacità di sopportare elevate concentrazioni saline. (fino a 7,5/9 %)

LE SPORE

Che cosa sono le spore?


La produzione di spore è a panaggio di batteri gram+, non esistono batteri gram- sporigeni, e
appartengono alla famiglia dei bacillacei. (genere Bacillus sporigeno aerobio, genere Clostridium
sporigeno anaerobico).
Le spore batteriche vengono prodotte dalle cellule vegetative quando la cellula batterica trova
condizioni ambientali generalmente avverse, quindi scarseggiano le sostanze nutritive, temperature
elevate, condizione di disidratazione.

• Nel genere Bacillus il diametro della spora non eccede il diametro del corpo, quindi, non
deforma la cellula batterica e le cellule non si colorano con la metodica di gram
• Nel genere Clostridium soprattutto nel Clostridium tethani il diametro della spora eccede il
diametro del corpo cellulare, la spora si localizza nell’estremità del corpo cellulare
conferendo una caratteristica forma detta a bacchetta di tamburo.
Perché le spore costituiscono una forma di virulenza? Perché nella forma di quiescenza (quindi sotto
forma di spora) permettono al batterio di sopravvivere in condizioni ambientali avverse per decine
e centinaia di anni.
Come si formano le spore? Quando il batterio trova condizioni ambientali avverse il cromosoma
duplica il dna e migra a un polo della cellula e a quel punto il batterio comincia a formare una serie
di involucri che separano completamente il cromosoma dalla restante parte della cellula. Finché si
forma un vero e proprio setto da cui si forma una vera e propria endospora che viene poi rilasciata
dalla cellula.
La SPORULAZIONE è il passaggio dalla cellula vegetativa alla forma sporale e richiede dalle 6 alle 8
ore.
La GERMINAZIONE che è il passaggio opposto ossia dalla forma sporale alla forma vegetativa è un
evento rapido che avviene in 60\90 minuti. Quando la spora trova condizioni ambientali favorevoli
quali giusta temperatura, acqua, sostanze nutritive, si libera di tutti gli involucri e ritorna ad essere
cellula vegetativa.
Inizialmente il nucleo della spora è costituito dal cromosoma, dal citoplasma, dai ribosomi, da
frammenti di peptoglicano, dopo di che la cellula comincia a formare la cortex o corteccia costituita
da acido dipicolinico che la rende resistente al calore. Successivamente va a formare le due
membrane una interna e una esterna che sono ricche di proteine in cisteina e ponti disolfuro della
cisteina conferiscono ulteriore resistenza e poi produce l’esosporio che è la parte più esterna
costituita da lipidi proteine.
Nella forma quiescente non contiene acqua e quindi è disidratata. La prima cosa che fa è prendere
acqua dall’ambiente esterno quindi si idrata, inizia a risintetizzare in nucleo e le varie membrane.
I batteri anaerobi obbligati non sopravvivono all’ambiente esterno perché c’è l’ossigeno e allora
ecco che quando incontrano l’ossigeno si trasformano in spore.
Le lesioni possono essere anche piccole (eg: ci siamo tagliati con il gambo spinato di una rosa) ma
se sono profonde e c’è un basso potenziale redox quindi una scarsa ossigenazione e un tessuto
necrotico quindi non irrorato ecco che la spora germina, si trasforma in batterio e produce la tossina.
Quella che viene è una vera e propria trasformazione.

Come si riproducono i batteri?

I batteri si riproducono per scissione binaria. Questa consiste innanzitutto nella duplicazione del
cromosoma batterico nel punto di attacco del cromosoma alla membrana cellulare che
successivamente si accresce per cui la cellula batteria si allunga e i punti di attacco vengono
allontanati e duplicati. Si crea un’invaginazione della membrana e della parete fino a formare un
setto completo che divide la cellula in due cellule.
PATOGENESI BATTERICA

Insieme di meccanismi di virulenza messi in atto da un microrganismo qualunque esso sia per
causare un danno a carico dell’ospite. Parliamo di malattia quando questo danno causa
un’alterazione delle condizioni fisiologiche.
L’ INFEZIONE è la colonizzazione di un microrganismo senza causare un danno e parliamo quindi dei
portatori sani (anche detti asintomatici). Sono pazienti sani che senza saperlo trasmettono il virus
essendo solo infetti senza mostrare sintomi. Questo accade o perché l’inoculo è stato basso, o
perché l’organismo è abbastanza forte da contrastare il patogeno.
L’infezione può passare:
• spontaneamente quando l’individuo elimina il patogeno;
• può progredire verso la malattia quando il patogeno ha la meglio sul sistema immunitario.
La malattia è la manifestazione del danno che è stato causato e può essere la conseguenza di una
risposta infiammatoria eccessiva come avviene nel caso del covid in cui la polmonite è la causa di
morte. (si parla di sepsi virale in cui avviene un’eccessiva produzione di citochine antinfiammatorie
che causano danni a carico della parete dei vasi e questo danno porta poi a difficoltà respiratorie)
Questo danno può essere causato dalla produzione di sostanze tossiche.
Nel rapporto organismo – ospite che è un rapporto simbiontico.
Quando due microrganismi interagiscono tra loro ci possono essere tre modalità di simbiosi:

• commensalismo: il microrganismo vive nell’ospite, traendone vantaggio ma senza causare


danno. Questi batteri si comportano da patogeni opportunisti cioè diventano patogeni
causando danni all’ospite quando si crea un’opportunità come quando si abbassano le difese
immunitario o quando colonizzano un ambiente diverso. I patogeni commensali vivono solo
a livello dello stomaco.
• mutualismo: sia il microorganismo che l’ospite traggono beneficio reciproco
dall’interazione.
• parassitismo: il microorganismo vive alla superficie o all’interno dell’ospite, a spese di
quest’ultimo.
MICROBIOTA
Il MICROBIOTA è l’insieme dei microrganismi che colonizzano diversi distretti corporei dalla pelle
alle mucose ecc.
Il MICROBIOMA in passato si credeva solo il genoma dei batteri ma invece si è visto essere l’insieme
di tutte le molecole associate, (elementi strutturali, tossine…)
Il METAGENOMA è l’insieme dei geni che costituiscono il microbioma;
Il nostro organismo è considerato un superorganismo dato dall’insieme delle cellule eucariotiche
che lo compongono e le cellule procariotiche associate alle cellule stelle. Il nostro organismo è
costituito più da cellule procariotiche che non da cellule eucariotiche. Questi batteri sono
rappresentati in vari distretti anatomici ma quello intestinale è quello maggiormente colonizzato
per l’ampia superficie a disposizione.
Il microbioma si acquisisce al momento della nascita quando il bambino fuoriesce dal corpo della
madre.
L’intestino alla nascita è sterile
I primi batteri che colonizzano il nostro corpo sono gli stafilococchi, successivamente il bambino
acquisisce altri batteri. I bifido batteri sono che subentrano durante l’allattamento al seno insieme
ai lactobacilli. Questi sono importanti per la eubiosi. I bambini che vengono allattati con altro latte
che non sia quello materno hanno una bassa percentuale di bifido batteri che sono quelli buoni e
un’alta percentuale di bacteroides che sono i batteri meno buoni.
I bambini che non hanno bidifobatteri nella flora intestinale sono quelli che poi svilupperanno
allergie o potrebbero diventare obesi o diabetici.
I bambini che nascono attraverso il parto cesareo hanno pochi di questi batteri e più stafilococchi.
Questi due tipi di bambini dovrebbero essere trattati con probiotici durante il primo anno di vita.
(con i batteri buoni)
I fattoti che influenzano il microbiota sono vari come l’età (tendono a diminuire con l’avanzare
dell’età), lo stato immunitario, il genotipo, la dieta.
Questi batteri colonizzano il nostro corpo in un rapporto qualitativo e quantitativo diverso nelle
varie del corpo così come la flora intestinale varia lungo tutto l’intestino a seconda dei valori del pH.
Al livello dello stomaco e del tenue abbiamo i lactobacilli per il pH acido, a mano a mano che
andiamo dal tenue al crasso e al colo il 99% della flora batterica è costituita da batteri anaerobi.
Qual è la funzione del microbiota intestinale?
Questo svolge diverse funzioni; Innanzitutto, i batteri
buoni costituiscono una barriera biologica che contrasta
lo sviluppo di batteri potenzialmente dannosi, poi la
conservazione della funzione intestinale poiché alcuni di
questi batteri producono acidi grassi a corta catena che
formano una sorta di gel a livello intestinale che hanno la
funzione di barriera, poi produzione di vitamine e
soprattutto cooperano con il sistema immunitario; a
livello intestinale quindi trasformano i polisaccaridi
complessi in fibre che poi digeriscono perché sono
presenti enzimi che solo questi batteri possiedono infatti
il nostro organismo non è in grado di digerire le fibre,
assunzione di alcune vitamine e producono energia. I
fattori che influenzano la flora microbica intestinale
alterandola sono:
• gli antibiotici;
• le infezioni intestinali;
• squilibri intestinali;
• stress psicofisici;
Questi causano la cosiddetta DISBIOSI.
Oggi la disbiosi intestinale è stata attribuita a diverse patologie. (morbo di Crohn, diabete di tipo 1,
diabete di tipo 2, malattie metaboliche, cancro del colon-retto, autismo, depressione, ansia)
La disbiosi può essere:
• per eccesso, quando diminuiscono i batteri buoni
perché aumentano quelli potenzialmente patogeni;
• per difetto quando aumentano i batteri buoni e
diminuiscono i batteri patogeni;
entrambe sono condizioni di disequilibrio, la condizione di
equilibrio prende il nome di EUBIOSI.
Ultimamente sono molto frequenti le disbiosi intestinali, un esempio può essere la candida che non
trovandosi più nell’ambiente intestinale prende il sopravvento e causa l’infezione.
L’intestino è esposto alle aggressioni da parte dei patogeni ma possiede tre tipi di barriere:
• barriere FISICHE: cellule epiteliali strettamente connesse tra loro tramite tight junctions e lo
strato di muco;
• barriere FUNZIONALI: il sistema immunitario associato alla mucosa, sostanze antimicrobiche
rilasciate e peristalsi;
• barriere BIOLOGICHE: microbiota;

Nell’intestino abbiamo del tessuto linfoide che permette un’ulteriore protezione da parte del
sistema immunitario. (follicoli linfoidi e placche del Peyer).
In che modo collaborano? Gli antigeni di questi batteri mantengono in costante allenamento il
sistema immunitario a livello intestinale e questo prende il nome di immunosorveglianza costante.
Perché questi batteri collaborano con il sistema immunitario? Perché vanno ad attivare sottoclassi
di linfociti regolatori (linfociti T).
La risposta Th1 è orientata in senso citotossico, è attiva nei confronti dei patogeni intracellulari,
stimola le cellule NK e l'immunità antitumorale. La risposta Th2 è orientata in senso umorale, è
attiva nella difesa da parassiti e nell'allergia, è attivata dai glucocorticoidi e predomina in corso di
stress.
Se la risposta TH2 è troppo eccessiva l’individuo va incontro ad allergie.
L’acido butirrico attiva le cellule T regolatorie. Finché vengono attivate le T regolatorie, che sono
attivate da una citochina chiave IGF- β, la nostra parete intestinale è integra. Il problema si viene a
creare quando si crea la condizione di disbiosi per cui diminuiscono i batteri buoni, aumenta la
proliferazione di batteri cattivi che innescano la riposta immunitaria eccessiva che porta poi a
un’alterazione della funzione della barriera per cui la mucosa diventa permeabile, gli antigeni
penetrano nello spessore attivando la risposta infiammatoria. Gli antigeni batterici passano poi
dall’intestino al torrente ematico innescando una risposta infiammatoria di basso grado sistemica
causa dell’obesità e del diabete.
L’intestino è considerato un secondo cervello perché vengono prodotti anche dei
neurotrasmettitori.
La dieta influenza il microbiota.
• Una dieta a base di carboidrati non glicemici vale a dire con fibre, frutta e verdura favorisce
la crescita di lactobacilli. (batteri buoni)
• Una dieta a base di carni rosse e grassi aumenta i bacteroides che producono metaboliti
potenzialmente cancerogeni perché si può creare una disbiosi putrefattiva.
• Una dieta completamente vegetariana non va del tutto bene poiché se un individuo assume
solo verdure e fibre queste favoriscono la proliferazione di batteri che causano la disbiosi
fermentativa, di batteri che fermentano i polisaccaridi complessi.
Aumentano i batteri gram – che attivano una riposta immunitaria che distrugge l’integrità
della mucosa ed ecco che gli antigeni batterici passano dall’intestino allo spessore della
mucosa questa volta attivando i Th17 che richiamano a loro volta i neutrofili fino a quando
non raggiungono il torrente ematico. Poi per una sorta di mimetismo molecolare gli antigeni
batterici e quelli self fanno insorgere le patologie autoimmunitarie. (artrite reumatoide,
psoriasi).
Per questo è necessario che la dieta sia equilibrata e bilanciata.
Nei soggetti obesi si è visto esserci uno squilibrio dei batteri della flora intestinale con una
percentuale maggiore di bacteroides.
A livello dell’intestino vengono stimolate la lipogenesi, la gluconeogenesi e diminuisce l’ossidazione
degli acidi grassi. Quindi gli acidi grassi non vengono metabolizzati.
Gli acidi in eccesso a livello epatico e muscolare vanno ad inibire il fattore TIAF, fattore attivato dal
digiuno che è importante perché va a frenare la produzione di glicoproteine. Se questo viene meno
abbiamo un’aumentata produzione delle lipasi e quindi un accumulo dei trigliceridi.
Il polisaccaride LDS va ad attivate un liporecettore delle cellule fagocitiche
Si è visto che nei pazienti obesi la citochina infiammatoria è presente in concentrazione 4 volte
maggiore di un paziente normopeso.
Perché questa citochina è anche la causa di altre malattie metaboliche? Perché va ad alterare il
segnale al livello del recettore dell’insulina che viene prodotta ma il recettore non funziona.
La citochina infiammatoria altera la trasduzione del segnale.
Da questa deriva l’insulinoresistenza e il diabete. (di tipo 2)

La patogenicità è la risultante di due fattori:


• Virulenza: esprime il grado di patogenicità dato dalla capacità di moltiplicarsi e di invadere i
tessuti;
• Tossigenicità: capacità di produrre sostanze tossiche che possono essere metaboliti,
esotossine ed endotossine;
è correlata allo stato di salute dell’ospite e alla carica batterica.
Abbiamo vari tipi di patogeni:
• batteri extracellulari: in grado di sopravvivere al di fuori delle cellule dell’ospite;
• batteri intracellulari facoltativi: possono crescere sia all’interno che all’esterno delle cellule
dell’ospite;
• batteri intracellulari obbligati (Chlamydie, Rickettsie) che in passato venivano considerati
virus perché devono necessariamente parassitare le cellule dell’ospite;
Come possono essere trasmessi i batteri?
Le cellule dell’ospite devono essere disposte in maniera orizzontale o verticale.
Orizzontale può essere
o diretta: attraverso il contatto con secrezioni mucose, sessuali, inoculazione involontaria con
insetti o trasfusioni;
o indiretta: attraverso veicoli come cibo, acqua, insetti;
Verticale dalla mamma al feto per via
o transplacentare;
o prenatale al momento della nascita quando il bambino passa attraverso il canale del parto;

Nelle varie tappe del processo patogenetico una delle tappe è l’esposizione durante la quale i
microbi entrano nell’organismo.
La sorgente di infezione può essere rappresentata dall’uomo tramite il contatto interumano e le
infezioni possono essere:
• Esogene: cioè tramandate al portatore sano;
• Endogene: quelle causate da batteri opportunisti;
oppure la sorgente può essere un animale che la trasmette all’uomo attraverso acqua, cibo o
terreno contaminati.
Una volta che i microrganismi hanno colonizzato le nostre superfici epiteliali devono contrastare i
meccanismi di difesa dell’ospite che sono:
• Aspecifici: che fanno parte dell’immunità innata;
L’immunità è suddivisa in:
• Innata: è presente sin dalla nascita (barriere chimico fisiche quali pelle, pH, microbiota,
apparato mucociliare, neutrofili, macrofagi, cellule dendritiche. Questi ultimi tre sono
definite antigen difensive cells e sono le cellule che presentano l’antigene ai linfociti T. cellule
natural killer
• Naturale
• Acquisita
Le barriere fisiche sono rappresentate per esempio dal lisozima che protegge dai batteri gram +
perché rompe il legame β 1-4 dell’acido muronico e dell’n acetilglucosammina della parete.
Nei batteri gram – questo lisozima non ha effetto perché questi hanno i lipopolisaccaridi.
(VIP: DOMANDA DI ESAME!!!)

Potrebbero piacerti anche