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Docsity Lautremont e de Sade
Docsity Lautremont e de Sade
Filosofia
Accademia di belle arti di Brera
10 pag.
Il suo linguaggio è ricco ma preciso e fermo, si vuole far capire. Qual’è il pensiero di
Sade?
L’ordine del suo sistema dove inizia e dove finisce? Non è chiaro perché in realtà è
complesso.
Per il tema della NEGAZIONE subentra Klossowski che spiega il rapporto tra LA
COSCIENZA SADIANA e DIO e la loro relazione di NEGAZIONE, ma dio allo stesso
tempo seppur negato è indispensabile alla coscienza del libertino.
Il concetto di distruzione di oggetti ritenuti NULLA questo ATEISMO di sade non è a
SANGUE FREDDO, L’idea di DIO è la grande colpa dell’uomo che lo rende NULLO
davanti a DIO e quindi davanti al LIBERTINO è la prova della sua nullità, DIO è cio
che autorizza e giustifica il CRIMINE
L’eroe sadico non si considera uomo ma DIO Klossowski parte parlando di questo
Dio MALVAGIO e che necessita di essere IMITATO, dopo aver negato DIO sade
nega anche la NATURA MALVAGIA E IMITABILE
Per KLOWSSOWSKI questo RAPPORTO CON DIO nasconda in sé una nozione di
FEDE, le azioni malvagie servono come esca per costringere dio a USCIRE ALLO
SCOPERTO ma per Blanchot DIO a Sade serve come supporto del suo odio.
Ma la costate in Sade è L’ODIO come sentimento REALE:
L’odio per DIO è dato dall’ODIO per L’uomo che si è dato un simile signore, perché
cio che odia è L’ONNIPOTENZA perché cio che è grande ed e su tutto, è lo spirito di
DISTRUZIONE che si IDENTIFICA CON LA NATURA. È infatti in nome della
NATURA che combatte contro DIO in particolare contro la MORALE
RAPPRESENTATA DA DIO.
LA NATURA è LA DIVINIZZAZIONE DELL’IMMORALE, non esiste morale esistono
fatti neutrali.
Tenata cosi di instaurare una nuova scala di valori al cui apice c’è il CRIMINE.
Il CRIMINE è CONFORME ALLO SPIRITO DELLA NATURA perché è movimento e
dunque Vita, la natura che vuole creare ha bisogno del CRIMINE che DISTRUGGA
CIO CHE AVEVA CREATO PRIMA PER DARE SPAZIO AL NUOVO.
Ma a forza di dover rendere sempre conto alla natura Sade si altera per due ragioni:
-La prima è che gli sembra inaudito che la distruzione che lui rappresenta non abbia
che il fine ultimo di quello del CREARE.
-Sente che più offende la natura e meglio la serve.
FONTI
Una delle fonti principali per questo LIBRO è L’APOCALISSE DI SAN GIOVANNI
Altra figura necessaria come FONTE è BAUDELAIRE, il quale aveva fatto di satana
una figura poetica molto viva nei FIORI DEL MALE, sogno di onnipotenza nel male
per LAUTREMONT Baudelaire era una FONTE INEVITABILE. Tanto da coglierlo in
flagrante in un plagio, un plagio che serve a dare valore alla sua opera.
Dietro a un unica IMMAGINE DI MALDOROR si vedono numerose
REMINESCENZE che non portano a collegamenti diretti, e significa che Lautremont
è ENTRATO IN SINTONIA CON UN IMMAGINARIO COLLETTIVO prendendo in
considerazione solo le loro risorse.
L’immaginazione di L. È circondata da libri, sogni vaghi delle religioni e delle
mitologie senza memoria.
Lautr. Lavora con la potenza di immagine del DISEGNO visiva.
Tanto da farli ricordare certi dipinti.
ANALISI
La differenza tra il primo canto e gli altri è che nei successivi vengono inserite queste
strane figure di animali, il primo canto è molto vicino e risente della memoria di
BAUDELAIRE , DANTE.
SI è LANCIATO nella letteratura della sua epoca seguendo il tema del MALEDETTO,
La differenza con gli altri canti è che il primo ha composizioni ben studiate che
ambiscono alla poesia, successivamente questa perfezione letteraria gli servirà a
portare lo spirito lontano, diventerà più che un esercizio di stile, il primo canto è
malinconico e ironico, assente di METAMORFOSI.
Anche se già nel primo esistono i primi germi della METAMORFOSI di MALDOROR,
appaiono i primi sogni di un cambiamento che parte dalle profondità del mare:
‘’Ossa sporgenti simili alle lische’’ questo simili lascia intravedere i germi del
cambiamento. Si cala in queste figure retoriche, che si prestano sotto il pretesto dell
analogia morale.
QUESTE METAFORE SONO CHIAMATE DA UNA FORZA PIU GRANDE DI LUI,
una tentazione, il libro afferma il suo legame con il MARE essendo la ricchezza
mitica dell’oceano inesauribile nella quale molte immagini possono avere origine.
Immagini senza lIMITE vanno verso l’ignoto, un IGNOTO CHE E L’OCEANO, figura
che rompe con quelle precedenti, oceano che spinge L, a sentimenti di amore, odio,
amicizia e fratellanza.
Ducasse parte da un tema semplicissimo, nel quale si presenta l’idea del MALE,
Maldoror non è un MALEDETTO QUALUNQUE, una volta è umano e altre è un
MITO.
Il TEMA DEL MALE è scelto per delle varietà PERSONALI oltre che letterarie, la sua
IL TEMA DELL’INFANZIA
Il tema dell’infanzia sparisce con il primo libro per riapparire sotto forma di ricordi e
reminiscenze, vi sono AUTENTICITA DEI RICORDI, ma che RAPPRESENTANO UN
OSSESSIONE PER UN TEMPO PASSATO e il bisogno di ricordare, poi allude a un
incidente violento che pose fine alla sua infanzia.
Nel secondo canto diventa una tematica PRINCIAPALE, si vede un infanzia repulsa,
a volte direttamente affermata, travestita e personificata. A volte impersonificata in
una fanciulla che loro ripugna perché non sembra adulta.
Un CONCETTO DI INFANZIA OPPRESSO, da DIO DAI GENITORI. Sempre
appesantita dalla forza di potenze superiori. Nella MENZOGNA NELLA PREGHIERA
SI CREA UN ANIMA DOPPIA, respingendo fuori da se la realtà del male
LAUTREMONT E DIO
I RAPPORTI CON DIO si vedono nelle parti in cui più lui è presente più l’erotismo è
attivo. Questo puo essere un motivo per associare DIO alle AZIONI DELL’UOMO
ABOMINEVOLI
Dio viene UMANIZZATO, e trascinato in basso, per fare in modo che in un confronto
non possa giudicarlo, lo si vede degno di compassione si ride di lui e gli si riconosce
la sua non onnipotenza.
Dio rappresenta il DIALOGO TRA IL BENE E IL MALE, un pretesto di sfida e
CONFRONTO, in KAFKA dio rappresenta la nostalgia di una legge smarrita di
SPAVENTO PER IL VUOTO MA IN DUCASSE NO.
Lautremopnt HA BISOGNO DI DIO COME AVVERSARIO SUPERIORE per
esercitarsi a SUPERARE SE STESSO agendo in una dimensione sovrumana.
A volte Dio viene combattuto, altre volte si nasconde dietro di lui per divenire cio che
vorrebbe essere. DIO E AL SERVIZIO DI MALDOROR.
l’ASSOLUZIONE UNICA POSSIBILE è QUELLA DELLA parte enigmatica e
tenebrosa DELLA POTENZA EROTICA.
IL CUORE DELL’UNIVERSO
Si puo notare come L parla dei misteri tra cui soffoca la nostra esistenza, parla allo
stesso tempo attraverso se stesso, mettendo se stesso in primo luogo nel
ragionamento rispetto al mondo.
Ancora subentra DIO e L che diventano la stessa persona, tutto diviene esperienza
di metamorfosi.
Questo sogno di superpotenza, sfocia in una ricerca nella quale il MALE serve a
distruggere il mondo a farlo tremare.
Linder supponeva che questo sonno di dieci anni possa rappresentare l’esilio di
Lucifero nel regno degli inferi per poi essere liberato.
Ma tralascia il fatto che vi è molto di personale e biografico nelle sue storie i primi 5
canti parlano di una realtà personale, lautremont alla fine del romanzo quando si
sveglia dagli incubi, ha dovuto attraversare queste forze passive, questa paralisi che
gli bloccava la penna, un esperienza che lo eleva al di fuori dei propri limiti attraverso
il confronto e contrasto con DIO ovvero con se stesso.
Nel momento in cui Maldoror si LIBERA DAL SONNO E DALLA PARALISI, in lui
subentra UN SENSO DI APATIA nei confronti della realtà, il senso di aver
conquistato una vita irrisoria e la NOIA DI UN ESISTENZA SICURA, UN APATIA
CHE COGLIE UN UOMO GUARITO O LIBERATO, lascia apparire una prospettiva
della sua morte (DIVERSO DA DE SADE, PERCHE LA SUA APATIA LO PORTAVA
AD AGIRE QUI INVECE è SIMBOLO DI SCONFITTA).
Ad un certo punto, dopo aver concluso i Canti di Maldoror, Lautremont scrive delle
poesie, nelle quali dimostra non solo il suo senso critico nei confronti della sua
stessa opera, (che non pubblico perché temeva la censura) Ma NELLE POESIE
LAUTREMONT RIBALTA I SUOI VALORI A FAVORE DEL BENE
Perché?
In queste poesie AFFERMA CIO CHE E’ STATO E CIO CHE NON VUOLE PIU
ESSERE, criticando i romantici e gli scrittori come lui, definendoli poco più che
BESTIE. Questo VOLTAFACCIA o CONTRADDIZIONE non è affatto nuova, a
testimonianza di cio anche i suoi stessi scritti, che affermano che in passato cio che
amava troppo arrivava a detestarlo, MALDOROR, quando faceva del male lo faceva
a fin di bene, lo faceva per ECCESSO DI PIETA’, perché il male non era per
semplice un idolo teorico.
Si potrebbe dire che LUI ERA IL MALE, che non RIUSCIVA A LIBERARSI DA SE
STESSO, cosi da creare una lotta combattendo il MALE CON IL MALE, se oggi
infatti predica l’ordine e la ragione non si puo dire che rinneghi se stesso perché la
sua lotta è sempre stata a favore del GIORNO E DELLA CHIAREZZA.
TRA MALDOROR E LE POESIE vi è una ROTTURA in Maldoror c’è una prospettiva
di MORTE che manda alla rassegnazione.
Nelle POESIE si traggono due IMPRESSIONI:
-LA LORO ANALISI VA AL DI SOPRA DEI SENTIMENTI
-VI E UN ELOGIO ALLA CHIAREZZA
Dopo aver concluso i canti si condanna a una visione positiva , con le poesie prende
coscienza di questa visione, infatti in una sua lettera di presentazione parla
dell’impossibilita di pubblicare i canti e che questo fallimento gli ha aperto gli occhi,
facendogli cosi rinnegare MALDOROR, dicendo che se LA POESIA DEL DUBBIO
ARRIVA COSI DISPERATA è FALSA, perché in essa si discutono PRINCIPI CHE
NON SI DEVONO DISCUTERE, uno sforzo di guardare soltanto il rovescio puerile
delle cose.
L’insuccesso della sua opera l’ha portato a prendere coscienza del suo
cambiamento, avvenuto grazie alla coscienza di quest’opera. Vede nei canti la sua
parte sconfitta.
Non solo il libro non ha avuto successo ma non ha nemmeno visto la luce,
evidentemente SCRIVENDOLO ASPIRAVA ALLA GLORIA, dei capolavori.
Nelle poesie ha la stessa sicurezza degli ultimi canti ma indirizzandoli verso la
speranza.
Lautremont si è SEMPRE LIBERATO DA SE STESSO ATTRAVERSO I LIBRI E
ORA SI LIBERA DEI LIBRI ATTRAVERSO LE POESIE, quando scrive la prefazione
delle poesie crede che basti invertire i termini.
Si rende conto CHE IL PROBLEMA ERA L’ECCESSO DELLE SUE PASSIONI, per
parlare del BENE crea strani metodi plagiando se stesso, RISCRIVENDO IN BENE
LE PAROLE CHE INCORAGGIAVANO IL MALE. A amano mano che scriveva la
prefazione Lautremont si rende conto che la sua fedeltà alla chiarezza e luce
necessita LA RINNEGAZIONE DI SE STESSO INTRODUCENDO IL LATO
IMPERSONALE, ‘’La poesia non è scritta da uno ma è scritta da tutti’’.