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Alberto Sordi e la sua Roma (2013)

A dieci anni dalla scomparsa, il Complesso del Vittoriano ospita dal 15 febbraio al 31 marzo 2013 la grande
mostra “Alberto Sordi e la sua Roma”. L'evento ci offre l'occasione di parlare di questo attore tanto amato e
stimato dagli italiani e di conoscerlo più da vicino. Come potete vedere dal titolo della mostra, Roma viene
definita "la sua Roma", ossia la città di Alberto Sordi. Chi non amerebbe Roma? Una città che si fa adorare
per la sua arte, la sua storia e la sua bellezza. Roma è infatti il luogo in cui l’attore è nato, nel cuore di
Trastevere, il 15 giugno 1920, ha vissuto e ha ambientato la maggior parte dei suoi film.

Al Vittoriano si ripercorre non solo la sua vita artistica, ma anche e soprattutto quella privata attraverso
fotografie, filmati, lettere autografe, materiali audio e video, sceneggiature, oggetti e documenti, molti dei
quali inediti, provenienti dalla sua casa e dai suoi archivi.

La mostra, inoltre, offre ai visitatori la possibilità di vedere o rivedere molti degli articoli che ha pubblicato
su "Il Messaggero" tra il 1988 e il 2002 in cui Sordi parla di Roma, dei costumi di quegli anni, dei mutamenti
(перемены) della società e delle difficoltà della convivenza. Roma, per Sordi, era una fonte inesauribile di
spunti, episodi di cronaca, tipi umani, comportamenti da commentare alla luce della sua vasta esperienza di
attore e della sua condizione di cittadino. Le mode esterofile (любитель иностранного) come il fast food, la
solitudine degli anziani, l’indolenza (равнодушие) intesa come saggezza tipica dei romani, l’energia dello
slang: sono alcuni dei temi che l’attore affronta con ironia e un tono bonario.

Tra i suoi film spiccano "Lo sceicco bianco", diretto da Federico Fellini (1951), "I vitelloni, anch'esso diretto
da Fellini nel 1953, con cui Sordi conquista definitivamente il pubblico e la critica, "Un americano a Roma"
di Steno (Stefano Vanzina) nel 1954.

La carriera cinematografica di Alberto Sordi, da questo momento in poi, è una lista interminabile di titoli:
"La grande guerra" (1959) di Mario Monicelli e "Il vigile" (1960), di Luigi Zampa, dove crea uno dei suoi
personaggi più divertenti. Nel 1965 Alberto Sordi esordisce come regista nel film "Fumo di Londra", poi, nel
1968, ottiene un successo straordinario con "Il medico della mutua" di Luigi Zampa e anche con
"Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?", diretto da Ettore Scola.

E poi ancora "Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata"(1971), "Lo scopone
scientifico"(1972), "Polvere di stelle" (1973), "Un borghese piccolo piccolo", con un Sordi mattatore* che
conferma di saper utilizzare abilmente anche il registro drammatico e di poter mescolare con sapienza il
comico al grottesco, e poi "Il marchese del Grillo" (1980).

Lo ricordiamo in coppia con Monica Vitti nel celebre "Io so che tu sai che io so" (1982) e poi insieme a Carlo
Verdone in "In viaggio con papà" (1982) e "Troppo forte" (1986). Alberto Sordi riceve negli anni Ottanta
molti riconoscimenti internazionali, che culminano al Carnegie Hall Cinema di New York dove, nel
novembre del 1985, si svolge la rassegna "Alberto Sordi - Maestro of Italian Comedy"

Una sua celebre frase: «Quando si scherza bisogna essere seri.»

*mattare – брать верх, убивать, ставить мат. Mattatore - Il mattatore è una denominazione, utilizzata nel
gergo teatrale, che indica l'attore (solitamente riferito ai soli attori di sesso maschile), che fa convergere su
di sé l'attenzione del pubblico.

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