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FEDERICA BARUCHELLO

Tra il dire e il fare


c’è di mezzo il pensare
Come aiutare i bambini a trasformare
il “non saprei” in “come potrei”

ILLUSTRATO DA
JAN ALEKSANDER PRUSALOWICZ
Prima edizione aprile 2023

ISBN 978-88-96069-55-4

© 2023 Themis s.r.l.


via Veturia, 44 – 00181 Roma

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Impaginazione: Paolo Alberti


Un bambino senza il supporto dei genitori
è come un film senza una regia.
A Gea e Benedetta,
i miei più grandi amori.
SOMMARIO

PREMESSA 11
PREFAZIONE 13
INTRODUZIONE 17
IL FUMETTO E L’ABC 23
IL FUMETTO: L’ELEMENTO CENTRALE DI QUESTO LIBRO 32
I PERSONAGGI DEI FUMETTI:
SORELLA PAURA ED EVITAMENTO “FALSI AMICI” 37
I PERSONAGGI DEI FUMETTI:
FRATELLO CORAGGIO E SFIDA “VERI AMICI” 44
LE PAURE NEI TRE FUMETTI 52
AFFRONTARE IL BUIO IN COMPAGNIA DEGLI AMICI
E DEI FALSI AMICI (BAMBINA) 60
AFFRONTARE IL BUIO IN COMPAGNIA DEGLI AMICI
E DEI FALSI AMICI (BAMBINO) 69
AFFRONTARE IL TEMPORALE IN COMPAGNIA DEGLI AMICI
E DEI FALSI AMICI (BAMBINA) 78
AFFRONTARE IL TEMPORALE IN COMPAGNIA DEGLI AMICI
E DEI FALSI AMICI (BAMBINO) 88
AFFRONTARE LA SCUOLA IN COMPAGNIA DEGLI AMICI
E DEI FALSI AMICI (BAMBINA) 98
AFFRONTARE LA SCUOLA IN COMPAGNIA DEGLI AMICI
E DEI FALSI AMICI (BAMBINO) 107
ORA DISEGNA TU! 116
PENSIERO SFIDANTE E OTTIMISMO 122
FICO O CORNIOLO 132
LA LUMACA DI MARTINA 140
TU LO PENSI, MA NON È VERO. IL CASO DELL’ALLOCCO 150
LA GIUSTA DISTANZA NELLA SEPARAZIONE:
I PORCOSPINI DI ARTHUR SCHOPENHAUER 156
LA PENNA DELLA MAESTRA MIRANDA 161
IO MI ARRABBIO 167
IL POMPIERE CAMOMILLO 172
ESEMPIO ABC DEL POMPIERE CAMOMILLO IN AZIONE 175
L’ANSIA E IL QUADERNO MAGICO “DOUBLE FACE” 176
L’ASTERISCO COGNITIVO 182
ESEMPI DI ASTERISCHI 183
CONCLUSIONI 185
APPENDICE 1 – SCHEMA ABC COMPILATO 189
APPENDICE 2 – ABC DA COMPILARE 192
I PERSONAGGI DA RITAGLIARE 193
POSTER (BAMBINA) CON I PERSONAGGI DEI FUMETTI 195
POSTER (BAMBINO) CON I PERSONAGGI DEI FUMETTI 197
BIBLIOGRAFIA 199
RINGRAZIAMENTI 202
NOTE SULL’AUTRICE E SUL DISEGNATORE 203
“Quando si agisce cresce il coraggio,
quando si rimanda aumenta la paura”
Publilio Siro
PREMESSA

Lo scopo del presente volume è fornire uno strumento efficace


per consentire ai caregiver di aumentare competenze e senso di
adeguatezza nel far modificare al bambino l’approccio verso gli
eventi che teme e, pertanto evita. La tesi dimostrata è riportata
nel titolo: “Noi siamo quello che pensiamo”. Un genitore, come
ogni caregiver, attraverso la lettura dei fumetti potrà individuare i
pensieri disfunzionali presenti nel bambino ed orientarlo verso la
Sfida inibendo così l’Evitamento. Ciascun bambino verrà accom-
pagnato per mano dalla coppia dei veri amici “Fratello Coraggio
e Sfida” e conoscerà le conseguenze della subdola amicizia della
coppia di falsi amici “Sorella Paura ed Evitamento”. Le attività
giocose, insieme ai racconti, sono strumenti molto utili per per-
mettere ai bambini di rielaborare le proprie paure. Per questo, at-
traverso un fumetto “vuoto”, pensato appositamente per essere di-
segnato e personalizzato, ciascun caregiver potrà verbalizzare la
paura del proprio bambino ed accompagnarlo verso un pensiero
ricco di alternative sfidanti.

Il volume ha diversi punti di forza: la Terapia Razionale Emo-


tiva (REBT) di Albert Ellis con focus sull’ABC per ristrutturare
l’auto-dialogo interiore del bambino; il pessimismo e l’ottimismo
di M. Seligman; l’apprendimento per imitazione, il genitore (o
qualunque caregiver) incaricato ad essere fonte di apprendimento
vicariale come “specchio emotivo” del bambino (Albert Bandura);
la saggezza contenuta nel breve racconto “I porcospini” del filosofo
Arthur Schopenhauer per individuare la giusta distanza che non fa
12 TRA IL DIRE E IL FARE C’È DI MEZZO IL PENSARE

male nonché la saggezza nell’arte di saper porre le domande prima


di punire e reagire con rabbia e disfunzionalità (filosofo Socrate);
la frase “tu lo pensi ma non è vero” per proteggersi dai bulli; il
pompiere Camomillo per regolare le reazioni emotive; il nuovo
ed importante concetto dell’asterisco cognitivo. Questo termine,
da me coniato, sta ad indicare la possibilità di disegnare ed indi-
viduare ben otto alternative cognitive per cercare di affrontare una
situazione temuta; senza l’asterisco sono fatalmente destinati a ri-
petersi quei comportamenti dettati sempre dagli stessi pensieri di
sfiducia, che producono solo rallentamenti scolastici, pianti in-
controllati, situazioni di disagio e sensazioni di inadeguatezza.

La copertina, pensata e realizzata per il libro, prende spunto


dalla scena del film “L’attimo fuggente” in cui il professore, inter-
pretato magistralmente da Robin Williams, facendo salire gli stu-
denti sulla cattedra, li invita a sperimentare nuove prospettive.
Così i bimbi, sorretti dagli adulti significativi, possono realmente
vedere nuove strade, soluzioni e punti di vista diversi.

I personaggi Amici e Falsi Amici sono stati ispirati dalla frase:


“Quando si agisce cresce il coraggio, quando si rimanda cresce la
paura.” (Publilio Siro, drammaturgo romano, I secolo A.C.).

La prefazione è scritta dalla pediatra, dr.ssa Fabiana Caracci,


professionista che stimo e ringrazio profondamente per il prezioso
scambio avuto in questi lunghi anni, vòlto a confermare, sempre
più, il forte collegamento tra mente e corpo.
PREFAZIONE

La maternità, così come la paternità, non si esaurisce con le


sole azioni fisiche tipiche della genitorialità ma implica, necessa-
riamente, la costruzione di un rapporto più ampio in cui assume
grande rilievo la capacità di riflessione e di azione mentale da parte
delle figure genitoriali.

Ciascun bambino, infatti, per crescere sano, nell’accezione più


ampia del termine, ha bisogno di attenzione e cure fisiche ma
anche di amore: la tenerezza e la presenza costante dei genitori
sono medicine importanti al pari degli stessi rimedi farmacolo-
gici, poiché la mente ed il corpo interagiscono in modo profondo
tra loro. Pertanto, aiutare i genitori a comprendere meglio e ad
assistere i propri figli nel percorso necessario per affrontare i disagi
psicologici, è importante tanto quanto istruirli sull’utilità di un
farmaco e sul corretto metodo della sua somministrazione.

Ogni adulto minimamente sensibile percepisce, in modo istin-


tivo, quanto i bambini siano maggiormente vulnerabili dinanzi
alle esperienze dolorose che possono capitargli; è altrettanto istin-
tivo provare per loro un forte senso di protezione, nutrire il desi-
derio di assumere su di sé il dolore che il piccolo prova, sia esso do-
vuto ad un accadimento fisico o emotivo, e quindi evitarglielo.
Ma, come ben sappiamo, nel corso della vita non saremo mai
in grado di impedire che un bambino, magari nel mentre è im-
pegnato a giocare, possa ritrovarsi con una sbucciatura e quindi
con un cerotto; né potremo mai impedirgli quel duro impatto col
14 TRA IL DIRE E IL FARE C’È DI MEZZO IL PENSARE

senso di vuoto e di tristezza generato dalla perdita di un parente


o di un amico, che muore o semplicemente va via, a cui egli è
molto affezionato.

Tuttavia, i genitori possono fare molto per compiere insieme ai


propri figli quel delicato percorso che porta a cicatrizzare le ferite,
fisiche e soprattutto emotive e aiutarli a vivere un confronto col
dolore trasformandolo in una esperienza di vita attraverso cui for-
tificarsi.

Se da un lato abbiamo chiaro come i bambini siano più vul-


nerabili dinanzi ai traumi in cui possono incorrere, dall’altro dob-
biamo riflettere sul fatto che essi, attraverso un adeguato supporto
dei genitori e delle altre figure di riferimento all’interno della loro
rete affettiva, dimostrino quasi sempre una capacità di recupero
più veloce di quella degli adulti stessi. Dunque, un bambino, gui-
dato dall’innato spirito di imitazione del comportamento degli
adulti, avrà ottime probabilità di affrontare con successo gli osta-
coli che la vita gli metterà di fronte, di superarli con senso di ade-
guatezza e coraggio, quanto più i genitori mostreranno equilibrio
emotivo e la capacità di sapersi orientare con sicurezza.

Affiancare il bambino nel suo percorso di crescita implica per


i genitori, oltre che rendergli disponibile quanto essenziale sotto
il profilo dei beni materiali, anche una grande sensibilità tesa a sa-
perne cogliere gli atteggiamenti, le sfumature dell’umore, il non
detto che può costituire un campanello d’allarme rispetto al suo
rapporto col mondo che lo circonda.

Ai genitori, pertanto, spetta l’arduo compito di applicarsi,


senza distrazioni e nonostante i problemi della vita quotidiana, al-
l’ascolto e all’osservazione costante del “cucciolo d’uomo” che sta
PREFAZIONE 15

crescendo, non esitando, quando ne intuiscono la necessità, a ri-


volgersi ad una guida psicologica che affianchi, su un versante di-
verso ma altrettanto essenziale, quella del pediatra.
In questo senso il libro della dott.ssa Federica Baruchello, che
ho il piacere di introdurre, può rivelarsi uno strumento prezioso
e di facile comprensione per chi è chiamato al duro compito di ge-
nitore; un mestiere, ricordiamolo, che nessuno può insegnare ma
che può avvalersi, oggi più che in passato, del sostegno di profes-
sionisti qualificati e sensibili.

Dr.ssa Fabiana Caracci


Pediatra
INTRODUZIONE

Il titolo di questo libro richiama subito un concetto che tornerà


spesso utile. Qualcosa in cui come psicologa ad approccio cogni-
tivo comportamentale, credo in maniera profonda:

“è il pensare che fa la differenza”.

Dire e fare possono non essere consequenziali, anzi spesso non


lo sono: gli uomini lo hanno appreso da molto tempo, tanto da ri-
cavarne un noto proverbio. Il motivo di questa non consequen-
zialità risiede in ciò che dimora in mezzo a queste due azioni ossia
il “ponte del pensare”: il proverbiale “mare” posizionato “tra il dire
e il fare” è costituito dal pensiero, anzi dai pensieri, ossia dal dia-
logo interiore (auto-dialogo) che ciascuno è capace di elaborare
per tutelare o sabotare il proprio benessere psico-fisico.
Anche il sottotitolo di questo lavoro vuole essere un indizio del
viaggio che stiamo per compiere: il “non saprei” di un bambino
può trasformarsi in “come potrei”. Questa trasformazione avviene
dopo aver allenato sia la mente del genitore che quella del suo bam-
bino o bambina, a pensare in un modo sfidante e non evitante. Se
il pensiero resta ancorato al “non saprei” e pertanto al “meglio evi-
tare” non si può, in alcun modo, concretizzare la possibilità di
esplorare tutte le potenzialità cognitive e comportamentali.
Sia l’adulto che il bambino, in tale malaugurato caso, si au-
tolimitano ad inutili giri simili a quelli compiuti sulle ruote per
i criceti o si confinano in sterili recinti psicologici. La nostra
bussola, quella che ci consentirà di avventurarci in questo pro-
18 TRA IL DIRE E IL FARE C’È DI MEZZO IL PENSARE

cesso di cambiamento, è la terapia


razionale-emotiva comportamen-
tale, che resa in sigla è conosciuta
come REBT. Il suo ideatore, Albert
Ellis, è uno psicologo statunitense
ormai entrato a pieno titolo nel no-
vero dei grandi della psicologia in-
ternazionale. Il cuore della REBT è,
inequivocabilmente, l’ABC che in-
trodurrò, gradatamente, attraverso
un susseguirsi di esempi. Il primo
dei quali è il seguente: un bambino
ha preso un’insufficienza a scuola, magari frutto di un tema che,
secondo la valutazione dell’insegnante, è stato svolto in modo in-
completo o insoddisfacente. Cosa penserà il giovane studente una
volta ricevuto il compito che riporta questa valutazione negativa?

La A, per la terapia razionale-emotiva comportamentale, è co-


stituita dal così detto “evento attivante”. Qualcosa che succede e
che in modo inevitabile innesca un pensiero. In questo caso, la
nostra A è il ricevere una valutazione negativa ad un compito. La
B, per il modello di Ellis, è costituita dai “pensieri e/o convin-
zioni” mediante cui il bambino sceglierà di reagire alla notizia del-
l’insufficienza ricevuta. In queste circostanze, il bambino - a se-
conda delle reazioni che percepirà dalle figure di riferimento
nonché dalle proprie interpretazioni - potrebbe arrivare a pensare
di essere inadeguato e incapace di scrivere. Tale pensiero finisce
per innescare una o più conseguenze, ossia la C del modello: tali
conseguenze potrebbero inizialmente far percepire e far vivere allo
studente un senso di demotivazione e tristezza, fino a spingerlo
all’assenza di stimoli nello studio e perfino all’idea di voler ab-
bandonare il percorso scolastico.
INTRODUZIONE 19

“Voler abbandonare”: se a tale convincimento, dopo una doz-


zina di rifiuti ricevuti da parte di varie case editrici, fosse arrivata,
per esempio, la giovane J.K. Rowling, la scrittrice che ci ha donato
Harry Potter, l’universo letterario avrebbe perso tantissimo. La no-
stra giovane Rowling, invece di pensare al rifiuto, e quindi di far
prevalere il “non saprei”, ha deciso di pensare al “come potrei”.

I pensieri cambiano la storia: non se ne può dubitare. Proprio


per questo, un buon genitore - come un buon insegnante - ha il
compito di individuare quali pensieri stanno prendendo il so-
pravvento nel bambino ed orientarlo - sempre e comunque - verso
la “sfida”; vale a dire che deve aiutare il proprio figlio a crescere e
maturare attraverso il potenziamento delle sue qualità personali,
proponendogli nuovi e graduali obiettivi da realizzare.
Nell’esempio fatto una buona B potrebbe quindi essere un pen-
siero che recita più o meno così: “Ho preso un’insufficienza per un
tema, ma questo non vuol dire che la prossima volta andrà alla stessa
maniera”. Oppure: “Potrei studiare con una mia compagna e ripro-
vare applicandomi meglio”. E ancora: “Impegnandomi, potrei riuscire
a convertire quel brutto voto in una valutazione migliore”.
20 TRA IL DIRE E IL FARE C’È DI MEZZO IL PENSARE

Dalla B, come sopra spiegato, dipende la C del modello di Ellis,


ossia la conseguenza; la C è l’effetto diretto della B. Un bambino
convinto di non essere in grado di scrivere un tema scolastico po-
trebbe sentirsi triste, generare ansia in prossimità del successivo
compito d’italiano e, più in generale, potrebbe scoraggiarsi, av-
vertendo così una sensazione d’incapacità. Una brutta B, pur-
troppo, può anche farlo scivolare in convinzioni false, come quelle
che gli suggeriscono di non essere in grado di fare qualcosa.
Il pensare in modo sfidante, al contrario, può produrre una
conseguenza – quindi una C – ricca di alternative e piena di aper-
ture alla vita. Sia chiaro, non è detto che, attraverso una B edifi-
cante, il bambino impari a scrivere in italiano alla perfezione o di-
venga noto al mondo per la sua abilità di narratore o storyteller;
però è certo che una B fondata sul “pensare sfidante”, a seconda
dell’evento attivante e delle sue implicazioni emotive, impedirà
alla rabbia, alla vergogna, all’ansia, all’umore depresso o al senso
di colpa di dominare, per una semplice insufficienza ricevuta nel-
l’attività scolastica.
Inoltre, proseguendo con determinazione il suo percorso sco-
lastico, lo stesso bambino potrebbe scoprire di essere un portento
in altri ambiti e non dare eccessiva importanza al suo mancato ta-
lento per la scrittura creativa. Affinché la C - la conseguenza - in-
dirizzi i talenti, è necessario che la B semini le premesse: se la B di
J.K Rowling non fosse stata propositiva, con buone probabilità
non avremmo mai conosciuto le imprese di Harry Potter.
Hermione Granger e Ron Weasley non si sarebbero mai innamo-
rati tra un incantesimo e un altro, Severus Piton non avrebbe mai
rappresentato un tipo ideale di antieroe (poi peraltro scopertosi
buono) e così via. Una C negativa ed evitante avrebbe portato la
Rowling molto lontana da Hogwarts e la cerimonia di smistamento
tra le case - quella coordinata dal cappello parlante - non sarebbe
mai esistita (e tutti noi, insieme ai nostri bambini, non avremmo
INTRODUZIONE 21

mai potuto sognare ad occhi aperti di farne parte). Soltanto una B


fortemente resiliente ha consentito alla Rowling di aprire scenari
inimmaginabili per la sua vita e per i suoi milioni di lettori.
In particolare, non si tratta solo di credere in se stessi, ma anche
di riuscire a sviluppare un auto-dialogo attraverso cui non credere
alle bugie che possono provenire tanto dall’ambiente esterno
quanto da errate convinzioni interne. Per verificare se una convin-
zione è corretta sarà pertanto necessario insegnare al bambino come
mettersi alla prova con coraggio e sfida. Poi, come ci suggerisce il
metodo scientifico, se i fatti dovessero dimostrare il contrario di
ciò che affermano le idee, si procede a modificarle. È, senza dub-
bio, un percorso che richiede tanta pazienza perché col bambino si
è nel pieno del “gioco dell’oca”, pertanto capiterà di andare avanti
ma anche di fare passi indietro. L’importante, per il genitore, è non
demordere e credere fermamente nella possibilità di rappresentare
uno stimolo essenziale che permetta, al proprio bambino, di su-
scitare un fluire di pensieri volti all’esperienza sfidante.

È rilevante, infine, sottolineare come i bambini quando si tro-


vano ad interpretare gli eventi che accadono intorno a loro, non
possono contare su una capacità critica completa quale può essere
quella dell’adulto. Per meglio specificare, potrei fare l’esempio di
un bambino che, intorno ai cinque anni di età, nel corso della vi-
sita al bioparco oppure da spettatore di uno spettacolo circense,
vede per la prima volta un elefante. Per un senso innato di imita-
22 TRA IL DIRE E IL FARE C’È DI MEZZO IL PENSARE

zione, il bambino si volgerà immediatamente ad osservare la rea-


zione emotiva dell’adulto che lo accompagna per capire se
l’evento, in questo caso l’animale sconosciuto, costituisce un pe-
ricolo o meno. Ne possiamo dedurre che la reazione dei genitori
o dei caregiver, ossia il modo di aiutare il bambino a comprendere
ed inquadrare in maniera adeguata le nuove esperienze, risulti
spesso più determinante delle esperienze medesime per invogliarlo
ad andare nella direzione di una sfida ragionevole e costruttiva.
IL FUMETTO E L’ABC

Il fumetto è un utilissimo strumento educativo poiché, grazie


alla natura comunicativa diretta dei disegni, consente a chi legge
(senza distinzione di età) di comprendere meglio le espressioni fac-
ciali, le situazioni, i contesti ambientali e di identificarsi con velo-
cità nella storia che viene illustrata. Per tale motivo, in questo libro
sono stati inseriti tre fumetti specifici - chiari ed intuitivi - pensati
e realizzati affinché sia l’adulto che i bambini, leggendoli insieme,
possano creare tra loro una fluida comunicazione vòlta alla com-
prensione di alcune paure che, ahimè, sempre più spesso impedi-
scono ai più piccoli di vivere le proprie giornate con leggerezza e se-
renità. Il confronto e lo scambio permetteranno il graduale
passaggio verso le tre C ossia la C della Conoscenza, la possibilità
quindi di conoscere come pensiamo, la C della Consapevolezza dei
blocchi creati dal nostro stesso pensiero disfunzionale e l’auspicata
C del Cambiamento verso lo sblocco perché, non finirò mai di ri-
cordarlo, “noi siamo quello che pensiamo”.

Ipotizziamo che vostra figlia si avvicini di soppiatto al tavolino


della vostra cucina su cui avete lasciato, in bella vista, un barattolo
di biscotti fatti in casa.
24 TRA IL DIRE E IL FARE C’È DI MEZZO IL PENSARE

Immaginiamo, quindi, che la bimba faccia cadere l’intero ba-


rattolo di vetro contenente tutti i biscotti, proprio quelli per cui
avete impiegato l’intera mattinata, perché avete preferito impa-
starli a mano e cuocerli al forno piuttosto che comprarli in un su-
permercato.

Come dovrebbe reagire un genitore quando sua figlia ha fatto ca-


dere il barattolo dei biscotti?
IL FUMETTO E L’ABC 25

Certo non con irruenza, offese e giudizi sommari. In funzione


di una situazione di questo tipo, tutti, almeno dal punto di vista
teorico, ipotizzano il giusto atteggiamento da tenere. In realtà, ca-
pita spesso che i nervosismi del momento influiscano sul com-
portamento di un genitore. Non abbiamo bisogno di colpevoliz-
zarci. Possiamo tuttavia migliorare. Se volessimo davvero aiutare
un bambino ad acquisire delle “abilità emozionali” equilibrate,
converrebbe evitare atteggiamenti che portino esattamente dalla
parte opposta rispetto al nostro obiettivo.
Siamo d’accordo che urlare nei confronti della “responsabile”
della malefatta non comporta nulla di positivo. Un bambino cre-
sce armoniosamente quando si sente compreso e supportato,
quando riesce ad osservare che nel proprio ambiente ci sono tante
cose meravigliose. Le urla, viceversa, impediscono la visione di tali
elementi. Il fatto che vostra figlia abbia fatto cadere il barattolo di
biscotti è l’evento scatenante, ossia la A secondo il modello di Ellis.
Alla A - come abbiamo avuto modo di approfondire nelle pagine
precedenti - segue una B,
cioè un pensiero, che indica
la strada della C, cioè l’ef-
fetto del nostro pensiero. Nel
caso concreto, la B probabil-
mente sarà questa:

“Mia figlia è una cretina e


ha fatto cadere l’intero barat-
tolo di biscotti ... è un disastro.
Ho impiegato l’intera matti-
nata per prepararli e ora dovrò
ripulire tutto.
Non ce la faccio più, ora la
concio per le feste!”
26 TRA IL DIRE E IL FARE C’È DI MEZZO IL PENSARE

La C: “percepite tantissima rabbia e iniziate a rincorrerla per


darle delle sculacciate”.
Ebbene, nel caso volessimo mettere alla prova la nostra capa-
cità di giungere a delle competenze emotive diverse (e decisamente
più adeguate), la B potrebbe essere questa:

“Mia figlia ha fatto cadere l’intero barattolo dei biscotti dopo aver
impiegato tutta la mattinata a prepararli, ma è una bambina, dun-
que può accadere, adesso puliremo insieme. La prossima volta metterò
il barattolo in un posto meno accessibile alla bambina”.

Con questo pensiero (B) la C sarà portatrice di un momento


di condivisione, equilibrio e capacità di gestire l’imprevisto. E per
la bambina, la C conterrà la possibilità di apprendere il pensiero
consequenziale poiché, frequentemente, l’apprendimento avviene
per tentativi ed errori. La bambina, prima di riprendere i biscotti
senza permesso, penserà a quando - insieme alla mamma - ha do-
vuto raccogliere i vetri e alla sua delusione di non aver potuto
mangiare i dolcetti che tanto desiderava.

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