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VI Congresso Provinciale
Lodi – 4 Febbraio 2007
Documento politico a sostegno della candidatura di Dario Leone alla carica di Segretario Provinciale
“…immagina tutta la gente condividere il mondo intero…”
John Lennon
Il voto di aprile ha visto la maggioranza dei giovani italiani dare fiducia al centrosinistra, e ha aperto
la strada ad alcune importanti innovazioni operate dal nuovo governo, contenute nelle proposte che la
Sinistra giovanile ha portato avanti per anni: l’istituzione del Ministero per le Politiche Giovanili,
l’alta attenzione alle giovani generazioni nelle prime grandi manovre: la Finanziaria; il ddl sulla
riforma degli ordini professionali; il percorso di liberalizzazioni…; senza contare la nuova politica
estera del nostro Paese, finalmente incentrata sul dialogo, sulla cooperazione, sullo sviluppo, e sul
rifiuto dell’unilateralismo.
Il nostro ruolo, in questa nuova fase politica italiana, dovrà essere duplice: dobbiamo sì sostenere
l’attività del Governo, soprattutto con la diffusione e la comunicazione alla cittadinanza delle manovre
che più interessano le nostre sensibilità, mettendo soprattutto i giovani a conoscenza delle reali
innovazioni e possibilità che le nostre idee introducono, e contrastando la disinformazione di alcuni,
soliti, canali mediatici; ma allo stesso tempo dobbiamo mantenere più che mai vivo e forte il nostro
carattere propositivo, e critico dove necessario, per indirizzare l’iniziativa politica del governo sulla
strada migliore, in particolar modo in quelle tematiche che vedono la nostra generazione in una
posizione di maggior interesse, tematiche nelle quali i partiti della coalizione, DS in primis, non
possono permettersi il lusso di non accogliere le nostre osservazioni e le nostre proposte.
Insomma dovremo sostenere una sorta di “bidirezionalità” della nostra azione politica, che dovrà
essere forte nello svilupparsi contemporaneamente dall’ambito nazionale a quello locale e, viceversa,
dal locale al nazionale.
Abbiamo per le mani un’occasione storica, in cui il nostro contributo è fondamentale per rinnovare
questo Paese, per modernizzarlo socialmente e culturalmente, per restituire dignità alla legalità, per
estendere eguali diritti a tutti, per far sì che le giovani generazioni non siano più considerate un
problema, ma la parte più attiva e vivace della società, da cui essa stessa può e deve trarre le energie
per evolversi.
Abbiamo quest’occasione storica, che non ci è capitata addosso, ma che abbiamo conquistato grazie a
chi ha dato fiducia alle nostre proposte, alle nostre idee, dopo anni di battaglie per un’Italia nuova, e
non possiamo, nella maniera più assoluta, permetterci di sprecarla.
Scuola
Dopo l’uragano Moratti, che aveva trasformato le scuole in “diplomifici”, togliendo rigore ai debiti
formativi, sminuendo la serietà dell’esame di maturità con la cancellazione dei membri esterni di
commissione, abolendo l’esame di quinta elementare, …, la direzione intrapresa dal neo-ministro
Fioroni restituisce alla scuola la sua dignità di luogo di apprendimento e crescita. Ottimi segnali sono
l’innalzamento dell’obbligo scolastico e dell’età minima di ingresso nel mondo del lavoro a 16 anni,
la ricomparsa delle commissioni miste d’esame, l’annunciato ritorno del rigore dei debiti formativi, il
ritrovato impegno per la costruzione di asili nido…
La Sinistra giovanile deve riuscire a battersi affinché questi siano solo dei buoni punti di partenza: è
ampiamente conosciuto il legame tra livello medio di studio e progresso sociale di una popolazione, e
noi crediamo fortemente nell’apprendimento non solo come crescita professionale ma soprattutto
umana. Dobbiamo riuscire ad ampliare il diritto allo studio, a superare l’obbligo dei 16 anni e porre
tutte le condizioni affinché ogni studente italiano sia spinto a continuare il percorso di studi almeno
fino ai 18 anni. Dobbiamo pretendere il ritorno dell’esame di quinta elementare, perché rappresenta il
primo momento di grande responsabilità diretta nella vita. Dobbiamo continuare a batterci, soprattutto
in Lombardia, terra delle politiche di Formigoni, contro la distribuzione di buoni scuola in favore delle
famiglie che scelgono scuole private.
La nostra azione politica all’interno delle scuole deve essere, come sempre, seria e concreta; in
particolare, a livello locale, per poter contrastare la campagna qualunquista cavalcata da gruppi
giovanili di destra che già due volte ha portato in piazza molti studenti per protestare semplicemente
contro il fatto che, secondo il provvedimento del ministro Fioroni, in mancanza di recupero dei debiti
formativi non è prevista l’ammissione all’anno successivo di studio. In pratica una protesta contro
l’aumento di serietà del percorso di studi.
Noi dobbiamo riuscire a sconfiggere il qualunquismo basato sugli slogan, e diffondere tra gli studenti
la convinzione della totale assurdità di tali proteste, e la determinazione a migliorare la qualità e i
mezzi di crescita umana e professionale che la scuola fornisce per il resto della vita. E quindi
moltiplicare le iniziative interne, i momenti di confronto e dibattito, utilizzando soprattutto in modo
serio e concreto, oltre che ovviamente “leggero”, lo strumento delle assemblee d’istituto e di classe.
Università
L’impegno sui temi legati all’università e ai diritti degli studenti universitari è naturalmente
caratterizzante delle federazioni in cui si trovano città universitarie, in primis, in Lombardia, Milano e
Pavia, pertanto l’impegno della nostra federazione in questo ambito è sempre stato “secondario”, cioè
legato alla diffusione di volantini o altro materiale nei pressi della stazione ferroviaria di Lodi negli
orari di transito degli studenti, o di supporto nelle occasioni di campagna elettorale universitaria.
La nuova realtà universitaria che sta nascendo nel lodigiano dovrà spingerci ad ampliare la nostra
attività in proposito.
Abbiamo già avuto modo di riscontrare le grandi difficoltà di operare in quella che per ora è solo una
“sede universitaria distaccata”, e che quindi vede la presenza di pochi studenti solo per qualche ora
alla settimana. Di conseguenza il nostro progetto iniziale di creare le basi per un sindacato degli
studenti universitari, come l’UdU, subisce evidenti rallentamenti.
Ciò però non deve distoglierci da questo obbiettivo, che dovrà comunque essere seguito, seppur nei
tempi che lo permetteranno, in relazione alle tempistiche di trasferimento dei corsi. E’ infatti molto
importante, con la nuova presenza dell’università, creare una forte politica studentesca anche a livello
universitario, e dare vita quindi ad una realtà come quella dell’UdU, che difenda i diritti degli studenti
universitari, a partire dalla questione degli affitti, argomento su cui già la Finanziaria 2007 interviene
positivamente e che investirà anche il nostro territorio nonappena il trasferimento dei corsi e degli
studenti diventerà definitivo; per poi ampliare la battaglia del diritto di voto per gli studenti fuori sede;
la battaglia contro il numero chiuso, freno all’accesso allo studio; per ribadire la nostra contrarietà alla
proliferazione universitaria. E poi, naturalmente, per diffondere tra gli studenti universitari il dibattito
relativo a vari temi di interesse nazionale e locale.
Con l’Università, a Lodi si sposteranno circa 2000 studenti. Chiaramente non tutti verranno a vivere
nel nostro territorio, ma sia per chi si stabilirà qui, sia per chi vivrà da pendolare, dobbiamo, anche
attraverso la collaborazione con i compagni nelle amministrazioni locali, promuovere un’apertura ed
un ampliamento delle possibilità culturali-ricreative del territorio, perché questo possa essere
pienamente vissuto dagli studenti, senza dimenticare che questa può essere la molla per rendere
finalmente più vivace Lodi e il Lodigiano.
Chiaramente di pari passo vanno aumentate le possibilità di collegamento dell’Università con la città,
e va portato avanti un lavoro, rivolgendoci ai cittadini che già vivono a Lodi, di informazione sulle
opportunità che offre al territorio l’arrivo di questa nuova realtà.
Lavoro
Noi crediamo nel lavoro come strumento di realizzazione personale ancor prima che come fonte di
reddito. La nostra parola d’ordine dovrà continuare ad essere “lotta alla precarietà”, per giungere
finalmente ad una situazione in cui la flessibilità sia lo strumento per poter rendere più ricca la propria
vita, e non una gabbia da cui diventa impossibile uscire. La riduzione del cuneo fiscale e le
agevolazioni sull’IRAP per ogni assunzione a tempo indeterminato muovono il primo grande passo in
questo senso, come abbiamo per mesi sostenuto in campagna elettorale: questi provvedimenti infatti
evitano che ad un datore di lavoro convenga assumere un lavoratore a tempo determinato piuttosto che
stabilmente. Tuttavia la strada da fare è ancora molto lunga, molti sono i punti su cui lavorare, a
partire dall’emersione del lavoro nero, che costituisce un importante punto a favore della lotta
all’evasione fiscale nonché un ancor più grande vittoria per i diritti dei lavoratori coinvolti, in
particolar modo per il loro diritto alla sicurezza sul lavoro.
Siamo contrari alle reiterate resistenze a mettere in discussione il sistema previdenziale del nostro
Paese: è più che condiviso che il sistema attuale non potrà garantire una pensione dignitosa per gli
attuali giovani, per coloro che entrano ora nel mercato del lavoro, di conseguenza il non voler neanche
discutere di una riforma in questo campo, corrisponde ad una mancanza di volontà di difendere i diritti
di una grande fetta di lavoratori.
Accesso alla Cultura
Crediamo che la partecipazione alla cultura, nello svilupparsi delle sue infinite ramificazioni e
sfumature, sia l’elemento principale della possibilità di vivere la società e la propria vita il più
pienamente possibile.
Per questo consideriamo l’accesso alla cultura un diritto che deve essere sempre più difeso ed esteso.
Il problema è da considerarsi duplice: i cittadini, soprattutto giovani, trovano difficoltà ad accedere sia
“passivamente” che “attivamente” alla cultura.
Per quanto riguarda l’accesso passivo, sicuramente grandi problemi derivano dalla spesso gigantesca
dimensione dei prezzi, poco accessibili soprattutto per i giovani. Consultando il calendario di una
stagione teatrale o musicale, siamo costretti a scegliere uno o due spettacoli a cui assistere; non va
molto meglio per le stagioni cinematografiche, per non parlare dei costi dei dischi. Oggi, complice la
diffusione gratuita di musica e film sulla rete, vediamo chiudere molte sale cinematografiche e negozi
di dischi. E’ il momento giusto, quindi, di sfruttare questa sensibilità del mercato per riprendere la
nostra vecchia campagna sui costi della musica, ed estenderla agli altri settori dello spettacolo in crisi,
per una normalizzazione dei costi di accesso, e un contemporaneo sostegno alla diffusione in rete del
materiale artistico. A conferma di quanto grande sia l’influenza di tipo economico, può benissimo
essere presa in considerazione la grande partecipazione di cittadini alle iniziative culturali come le
“notti bianche”: ciò mostra che il tanto discusso allontanamento dalla cultura in realtà non è che una
ristrettezza delle possibilità di accesso, o quantomeno ne è conseguenza.
Parallelamente alla difficoltà economica, spesso corre la ristretta varietà delle proposte, quasi fossero
considerate manifestazioni culturali solo quelle rientranti in alcuni ambiti. Non crediamo
assolutamente che esista una cittadinanza che si allontana dalla cultura, convinzione ignorante ed
elitaria dietro cui vediamo spesso nascondersi troppi personaggi. Crediamo al contrario che gli
interessi culturali siano di infinite forme e sfumature, e che quanto più ampie saranno le possibilità e
le proposte, tanto più crescerà e continuerà a crescere la disponibilità e la voglia di partecipazione nei
cittadini.
Fortunatamente nel nostro territorio questa strada è in parte stata intrapresa, grazie al buon lavoro di
molti giovani assessori alla cultura che proprio nella Sg, o nel contatto con essa, hanno accresciuto
questa importante apertura nella concezione della proposta. Ma non per questo il nostro ruolo viene
meno: dobbiamo far sì che tale orientamento continui ad essere sempre più marcato, sia tramite i
nostri rappresentanti nelle amministrazioni, sia nell’organizzazione dei momenti di aggregazione,
come le Feste de l’Unità.
Relativamente all’accesso “attivo” (ambito in cui interviene favorevolmente, almeno per iniziare a
muovere i primi passi, l’ultima Finanziaria) il problema è legato agli spazi, fisici e non, di cui possono
disporre i giovani artisti. Se si scorgono solo pochi spiragli per gli artisti emergenti in ambito
musicale, ancora peggio va per tutto il rimanente panorama atristico-culturale. Se non si ha alle spalle
un curriculum artistico più che qualificante, se non si è in qualche modo professionisti, è pressoché
esclusa la possibilità di mettere in mostra i frutti delle proprie passioni. Questa situazione porta ad una
pericolosa cristallizzazione della realtà, bloccando sul nascere la creazione di un “humus culturale”
fondamentale per giungere ad una reale vivacizzazione del modo di vivere le nostre città.
Nostro impegno quindi dovrà essere la continua ricerca dei mezzi per favorire un facile accesso attivo
alla cultura, dando il più possibile spazio, sia alle nostre Feste, sia nell’organizzazione delle iniziative
culturali nei Comuni dove siamo rappresentati, alle nuove proposte; e la ricerca, ove possibile, di spazi
fisici da poter adibire a “laboratori artistici” in cui poter mettere in pratica le proprie capacità.
Immigrazione
“fino a quando il colore della pelle non sarà importante quanto può esserlo il colore degli occhi, ci sarà da lottare”
-Bob Marley-
Dopo la vergognosa pagina della Bossi-Fini, le premesse per una nuova politica nazionale
sull’immigrazione, basata sull’integrazione ed il riconoscimento di diritti e doveri del cittadino
immigrato, sono positive, a partire dalla proposta, nata nell’estate, di poter conferire la cittadinanza
agli immigrati che da 5 anni vivono nel nostro Paese. Anche a livello locale il fenomeno
dell’immigrazione è molto visibile, occorre dare una spinta al nostro impegno in questo campo.
In questo contesto, uno degli ambiti in cui la Sinistra giovanile deve operare è quello scolastico, in cui
vanno necessariamente costruite le basi per una formazione personale all’insegna del rispetto, del
dialogo e quindi della convivenza tra le culture.
Tramite la collaborazione con Atlantide Studenti dovremo proporre l’elaborazione di progetti di
mediazione culturale all’interno delle scuole, ai quali far partecipare tutti gli studenti, progetti ampi
che vadano a toccare anche aspetti quali la letteratura, le religioni, la musica ed altre espressioni
artistiche e culturali. Contemporaneamente dovremo proporre, ove necessario, che gli istituti scolastici
prevedano la possibilità di istituire corsi di lingua italiana per gli studenti provenienti dall’estero.
Questo sarebbe già un primo passo verso un obiettivo altrettanto importante, cioè evitare “l’auto-
ghettizzazione” degli immigrati in ristrette aree delle nostre città, ed evitare che i luoghi di studio o di
lavoro siano gli unici momenti di convivenza tra persone di diversa appartenenza culturale.
Altrettanto utile a questo scopo sarebbe la collaborazione dei nostri amministratori con le associazioni
o i gruppi di persone immigrate residenti nel nostro territorio, per la realizzazione di momenti di
aggregazione ludici e culturali, come possono essere feste etniche o multietniche. Anche alle nostre
feste de l’Unità dovremmo prevedere il ritorno della presenza di spazi etnici.
Ambiente
Il tema dello sviluppo ecologicamente sostenibile è finalmente, anche se lentamente, entrato a far
parte delle priorità delle scelte politiche in Italia. Certamente, dati gli allarmanti annunci di ONU e
WWF, serve, in questo campo, una rapidissima accelerazione, che coinvolga principalmente i settori
dell’utilizzo di energie alternative e della viabilità.
Il tema dell’utilizzo di energie alternative è particolarmente attuale nel nostro territorio, che ci sta
vedendo impegnati nella lotta contro la costruzione della centrale di Turano-Bertonico. Dobbiamo
necessariamente continuare ed intensificare questa lotta, dal momento che viviamo già nell’area più
inquinata d’Europa ed il Lodigiano produce già molta più energia di quanta ne consumi; e dobbiamo
parallelamente lavorare assieme ai nostri amministratori all’investimento sulle energie rinnovabili,
soprattutto, date le caratteristiche rurali del nostro territorio, allo sviluppo delle biomasse.
Altro tema di cui dobbiamo occuparci è quello relativo allo smaltimento dei rifiuti: in molte aree del
lodigiano la differenziazione dei rifiuti è ormai un atteggiamento consolidato, ma ci sono realtà locali,
anche governate dalla nostra coalizione, dove questo non avviene completamente, soprattutto per
quanto riguarda la separazione della frazione umida. In alcuni casi si registrano vere e proprie
resistenze a questa importante introduzione. La Sinistra giovanile deve lavorare tramite i propri
consiglieri comunali affinché questa pratica prima di tutto civile sia completata in ogni parte del
territorio.
Liberi di amare
Una delle caratteristiche del nostro modo di concepire la vita è sempre stata la grande attenzione alla
difesa dei diritti di ognuno. Siamo fermamente convinti che ogni diritto conquistato sia una
grandissima vittoria per il senso stesso che diamo alla parola società. Oggi si dibatte sull’estensione
del diritto di amare, sull’estensione dei diritti di coppia alle “coppie di fatto” omosessuali ed
eterosessuali, argomento sul quale l’Italia è molto indietro rispetto al resto d’Europa. Convinti come
siamo dell’assoluta uguaglianza tra tutti gli esseri umani, rifiutiamo la logica di chi definisce questo,
tema sociale, un tema eticamente sensibile, come se si parlasse di scelta tra vita e morte. Contestiamo
con ogni forza l’idea secondo cui l’allargamento dei diritti alle coppie di fatto comporterebbe lo
sminuire dell’importanza della famiglia. La Sinistra giovanile considera questa una primaria battaglia
di civiltà, e continuerà a battersi perché siano garantiti a tutti pari diritti.
Venendo al merito, non crediamo sia utile assumere posizioni aprioristiche, contrarie come favorevoli
a questo percorso, per questo abbiamo più volte chiesto di abbandonare un metodo di discussione che
ritenevamo sbagliato. Questa fase sembra finalmente superata, e finalmente il vero dibattito sembra
prendere corpo.
Indubbiamente, in Italia come nel mondo, la società ha subito, negli ultimi anni, variazioni complesse
quanto rapide, ed è condivisa da tutti, nella sinistra italiana, la necessità di dare una risposta politica a
questa evoluzione, affinché anche nella nuova società, oggi come in futuro, restino forti i valori che da
sempre contraddistinguono il nostro pensiero. Il progresso è nel DNA stesso della sinistra, che quindi
vede nel continuo rinnovo di se stessa una condizione prioritaria, ma a patto che la sinistra stessa si
riconosca pienamente nelle sue nuove vesti.
Crediamo quindi che l’idea di creare un nuovo soggetto politico moderno, riformista e progressista,
non debba essere esclusa a priori, ma che sia una scelta percorribile solo se quel nuovo partito fosse
espressione della nostra convinzione politica, un partito con carattere democratico, riformista,
progressista, socialdemocratico, con aspetti che riteniamo irrinunciabili:
Innanzitutto crediamo che, perché davvero di evoluzione si possa parlare, il confronto sul futuro del
centrosinistra italiano non possa ridursi ad un dibattito tra DS e DL, in questo modo si sta perdendo
l’essenza stessa dell’iniziale progetto dell’Ulivo, che portò il centrosinistra al governo nel ’96. Si sta
perdendo cioè l’apporto politico e culturale che ad una nuova forza riformista di sinistra può arrivare
dai socialisti dello SDI, l’apporto ambientalista proveniente dal partito dei Verdi, e quello legato al
tema della legalità dall’IdV.
Insomma crediamo che in questo percorso sia assolutamente necessario allargare l’orizzonte
politico del dibattito.
Altrimenti non si assisterebbe a nessuna evoluzione, e anzi ci troveremmo di fronte ad un semplice
cartello elettorale destinato a perdere la sua spinta propulsiva in poco tempo. Molteplici sono le
dichiarazioni che sostengono che un nuovo partito non potrebbe essere la somma di DS e Margherita,
dichiarazioni più che condivisibili, ma che purtroppo non hanno evitato, fin qui, che proprio quella
fosse la strada intrapresa.
Crediamo che un eventuale nuovo partito riformista non potrà che essere di chiara ispirazione
socialdemocratica, e collocato internazionalmente nel Partito Socialista Europeo e
nell’Internazionale Socialista. Crediamo che ciò sia imprescindibile, come è necessario che la
Sinistra giovanile continui a far parte, e anzi rinforzi i suoi rapporti con la IUSY e l’ECOSY.
Il rapporto con queste grandi associazioni politiche non dovrà essere di semplice “collaborazione”, ma
un rapporto strutturale.
Siamo la prima generazione di cittadini europei, vediamo con soddisfazione affievolirsi i confini
nazionali, la nostra associazione partecipa da sempre ad iniziative politiche di ampio orizzonte, come i
social forum e i global forum, e per noi è tutt’altro che marginale il rapporto che la politica e la
società italiane hanno con la politica e la società europee e mondiali.
Inoltre consideriamo il PSE il gruppo parlamentare europeo che meglio possa essere garante delle
nostre istanze, dei nostri sogni per il futuro dell’Europa, del rinnovamento che vogliamo attuare nella
politica.
Crediamo fortemente nella laicità dello Stato e nella difesa dei diritti di ognuno, crediamo che il
progresso e la libertà di scelta e di vita vadano di pari passo, e debbano essere l’orizzonte di ogni
formazione riformista e progressista. Pur considerando legittimo che le rappresentanze religiose
dichiarino la propria opinione su ogni argomento, siamo assolutamente e fermamente convinti che
la funzione della politica debba essere del tutto indipendente da ogni convinzione religiosa. Solo
in questo modo, infatti, la politica può svolgere la più meravigliosa delle sue funzioni, quella cioè di
migliorare la vita dei cittadini sotto ogni punto di vista. Di conseguenza l’azione politica di un
soggetto progressista non può che essere del tutto laica. Diversamente non assisteremo ad alcun
progresso politico né sociale, ma ad una vera e propria regressione della gestione della cosa pubblica.
Per fare un esempio calato nell’attualità, crediamo che, su un tema come quello dei PACS, o
dell’utilizzo delle scoperte della ricerca medica scientifica, un nuovo partito riformista e progressista
non possa avere posizione contraria, semplicemente perché l’estensione di diritti a chi non li ha non
porta nella maniera più assoluta alla regressione della condizione di chi quei diritti li ha già.
In particolare non possiamo permettere che un tema sociale, come quello dei diritti civili, sia
considerato “eticamente sensibile”, come possono essere quelli legati al valore della vita.
A riprova di quanto la mancanza di questa indipendenza tra politica e religione rallenti fino quasi a
bloccare la funzione stessa della politica al servizio della società, possiamo prendere i sondaggi
relativi all’istituzione dei PACS in Italia: diversamente da quanto accade nell’universo partitico, la
stragrande maggioranza dei cittadini italiani sarebbe favorevole all’estensione dei diritti alle coppie di
fatto, e lo sarebbero anche la maggior parte dei cittadini credenti (sondaggio Swg commissionato dai
cristiano-sociali). Questo non avviene tra i partiti, proprio a causa di un permanente vincolo di potere
con le gerarchie cattoliche. Di conseguenza in questo ambito, come si sente dire spesso, la società
risulta “più avanti” della politica.
Riteniamo fondamentale il dibattito su quale debba essere l’orientamento di un nuovo soggetto
riformista relativo ai diritti civili, argomento che fino ad oggi è stato del tutto accantonato.
Per quanto riguarda la struttura dell’eventuale nuovo partito, respingiamo l’idea di un “partito dei
gazebo”, al contrario riteniamo necessaria la “forma partito”, basata sulla passione e la
partecipazione dei militanti e degli iscritti.
Noi ci siamo iscritti alla Sinistra giovanile perché crediamo che nella visione “di sinistra” del mondo
ci siano le caratteristiche del nostro stesso modo di sognare il futuro, e riteniamo quindi irrinunciabili
queste caratteristiche, questi valori fondanti, per un eventuale nuovo partito.
Siamo convinti che non possano esistere partiti senza alcuna differenza interna, ma siamo altrettanto
convinti che l’adesione ad un partito politico derivi da una condivisione dei suoi valori di fondo,
delle sue linee guida. Si aderisce ad un partito politico per una passione mossa dai suoi stessi valori
fondanti, la stessa passione che porta i militanti ad utilizzare il proprio tempo per quello in cui
credono, per inseguire i propri sogni per un mondo migliore, a passare ore a discutere e costruire, a
sudare e a lavorare volontariamente nelle sue feste, a renderlo vivo e presente nella società.
Se questi valori fondanti venissero meno, verrebbe meno la passione che porta i militanti a
“rimboccarsi le maniche” e svolgere la loro meravigliosa funzione, ed il partito diventerebbe una
fredda associazione di amministratori pubblici, o una semplice etichetta elettorale. Quindi è necessario
introdurre, nel progetto, una forte spinta ideale.
Quella scelta si è rivelata vincente: oggi la Federazione del Lodigiano comprende tre circoli territoriali
che permettono all’organizzazione di aumentare la propria capacità propositiva e il proprio contatto
con i ragazzi e le ragazze del Lodigiano. I primi risultati di questa importante innovazione si sono già
fatti sentire: nel 2006 la Sinistra Giovanile del Lodigiano ha raggiunto il record storico di adesioni,
superando il numero di 100 iscritti e diventando per numero una delle più grandi Federazioni della
Lombardia, pur essendone la provincia più piccola. Oltre all’ottimo dato numerico, l’incremento di
energie a disposizione ha permesso di moltiplicare le iniziative politiche e la creazione e la diffusione
di nuovi mezzi di comunicazione, come le pubblicazioni periodiche e la nascita del nuovo sito
internet.
Questi buoni risultati devono servirci come stimolo per proseguire su questa strada e per accrescere
ulteriormente la nostra capacità di dialogo con la cittadinanza giovanile lodigiana, rilanciando
l’impegno per la nascita di nuovi ulteriori circoli territoriali nelle zone dove ancora la Sinistra
giovanile non è presente, e, ovviamente, continuando con il coinvolgimento dei responsabili di ogni
circolo in ogni attività intrapresa a livello provinciale. Dobbiamo considerare la presenza di vari
circoli non come punto di arrivo ma come punto di partenza, sia utilizzando i circoli per diffondere le
nostre iniziative e le nostre campagne di livello provinciale, regionale o nazionale, sia, soprattutto,
fornendo ai circoli l’autonomia e il sostegno perché essi stessi promuovano iniziative nei propri
territori.
Questa è la cosa più importante di questo percorso: che ogni circolo territoriale arrivi ad essere
abbastanza organizzato per promuovere iniziativa politica autonomamente.
Un obbiettivo che dovremo seguire, poi, dovrà essere quello di avere uno spazio della Sinistra
giovanile in ogni festa de l’Unità organizzata in zone dove esistono nostri circoli territoriali.
-Amministratori Sg-
Negli ultimi anni, nelle file della Sinistra giovanile del Lodigiano, è andato crescendo il numero degli
eletti nelle amministrazioni locali. Questo, oltre ad essere per noi un riconoscimento di merito da parte
del Partito che ha inserito nostri compagni nelle liste elettorali e da parte dei cittadini che ci hanno
dato fiducia, deve essere uno strumento in più, che si affianchi all’opera dei circoli territoriali, di
diffusone delle nostre politiche nelle istituzioni. Grazie ad un maggiore coinvolgimento dei nostri
consiglieri ed assessori, infatti, potrà essere maggiore il peso di qualsiasi nostra iniziativa che
proponga provvedimenti locali.
-Formazione politica-
Nelle nostre assemblee, o nelle iniziative pubbliche che abbiamo organizzato fino ad ora, abbiamo
affrontato vari argomenti, molti dei quali, per approfondire le nostre conoscenze, assieme ad ospiti più
preparati di noi che ci chiarissero gli aspetti più profondi del tema in questione.
Questo strumento, utilissimo, è stato usato fin qui in maniera saltuaria, e sarebbe utile aumentarne
l’utilizzo, e quindi l’efficacia. Per chi come noi è interessato ai più vari argomenti legati alla politica, e
fa parte di un’associazione che ambisce ad avvicinare i giovani ai grandi temi e a partecipare al
miglioramento della società, sarebbe utile organizzare dei veri e propri momenti di formazione
politica, dei forum provinciali su temi che di volta in volta verranno proposti e per i quali verranno
contattati autorevoli “esperti”. Oltre ad un ottimo modo per formarci, per affrontare con maggior
consapevolezza la costruzione della politica che vogliamo, quella del confronto e della passione, è un
ottimo modo per “fare gruppo” e consolidare il legame tra ognuno di noi, e per vivere ancor più
intensamente questa fantastica avventura umana ancor prima che politica.