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Anatomia II Lezione 13-05-2022
Anatomia II Lezione 13-05-2022
Possiamo localizzare l’apparato genitale femminile a livello della cavità pelvica che appartiene alla cavità
addomino-pelvica, che è localizzata sotto il diaframma, ed insieme alla cavità toracica va a costituire la
cavità ventrale o splancnica del corpo umano.
La funzione dell’apparato genitale è duplice: ha una funzione gametogenica ed endocrina. Quindi a
livello dell'apparato genitale femminile avviene la produzione delle cellule germinali aploidi o gameti
femminili, che chiameremo oociti e una funzione endocrina quindi avviene la produzione degli ormoni
sessuali femminili: estrogeni e progesterone, la cui funzione è quella di preparare la mucosa dell’utero
ad un eventuale impianto della cellula uovo fecondata.
Inoltre un altro compito è quello di mantenere la gravidanza. Infatti l'apparato femminile è anche sede
della fecondazione quindi dell’incontro tra il gamete femminile e il gamete maschile che
avverrà a livello della tuba uterina.
Inoltre l’apparato femminile fornisce il microambiente idoneo, per lo sviluppo della cellula uovo fecondata
prima in embrione e dopo in feto e al termine della gestazione dello sviluppo parte dell'apparato
femminile è anche il canale del parto, quello che consentirà l’espulsione del feto all’esterno.
Da cosa è costituito?
- Dalle gonadi femminili, ossia le ovaie;
- Le vie genitale femminile: utero, tube uterine e vagina;
- Genitale esterni che formano la vulva e che includono il monte di venere, le grandi e piccole labbra,
organi erettili e le ghiandole vestibolari.
OVAIE
Le ovaie sono responsabili della duplice funzione: gametogenica ed endocrina legata all’apparato
genitale femminile; a livello dell’ovaia avverrà la produzione degli oociti e saranno anche prodotti gli
organi sessuali femminili.
VIE GENITALI
Le vie genitali iniziano a livello delle tube uterine che si estendono dalle ovaie fino all’utero, la tuba
uterina accogli l’oocita che vien espulso dall’ovaia nel momento dell’ovulazione e sempre nella tuba
uterina l’oocita può essere fecondato, quindi si forma lo zigote e sempre a livello della tuba uterina inizia
il processo della segmentazione quindi va incontro a divisioni mitotiche ripetute. Le tube uterine sono
connesse alla cavità uterina.
L’UTERO
L’utero può essere definito come l’organo della gestazione perché la mucosa uterina è quella che si
modifica per accogliere un eventuale annidamento della cellula uovo fecondata e il suo successivo
sviluppo.
Di conseguenza le contrazioni della parete uterina permetteranno poi l’espulsione del feto all’esterno
durante il parto.
L’utero a sua volta è connesso alla vagina (che costituisce il canale del parto) ma è anche definito
l’organo della copula, quindi è attraversata dagli spermatozoi che sono diretti prima alla cavità uterina e
poi alla tuba uterina così dopo può avvenire la fecondazione.
Infine, ci sono i genitali esterni che possono includere delle strutture cutanee modificate tra cui: il monte
di venere, le grandi e piccole labbra, gli organi erettili (clitoride e bulbi del vestibolo) e le ghiandole
vestibolari ( sono ghiandole che lasciano il loro secreto a livello delle vie genitali).
OVAIE
Sono le gonadi femminili responsabili della produzione dei gameti femminili e della produzione degli
ormoni sessuali femminili: estrogenici e progesterone.
Le ovaie hanno origine nella cavità addominale e durante lo sviluppo intrauterina migrano nella cavità
pelvica, accompagnate da un cordoncino mesenchimale chiamato gubernaculum ovarii.
In particolare le ovaie originano nello spazio retroperitoneale della cavità addominale (il peritoneo è una
membrana sierosa formata da un duplice foglietto: foglietto parietale che riveste le pareti interne della
cavità addominale e della cavità pelvica, il foglietto viscerale è quella parte che
avvolge i visceri degli organi contenuti all’interno della cavità addominale e pelvica, che sono
definiti organi intraperitoneali. Poiché i due foglietti sono in continuità l’uno con l’altro questo permette di
stabilizzare gli organi e mantenerli adesi alle pareti delle cavità stesse), quindi le ovaie originano nello
spazio retroperitoneale e anche a seguito della loro discesa nella loro cavità pelvica, le ovaie continuano
a non essere rivestite da peritoneo, questo perché durante la ovulazione l’ovaio deve rilasciare nella
cavità pelvica l'oocita quindi se il peritoneo rivestisse l’ovaio ciò non potrebbe avvenire, quindi il
peritoneo dovrebbe rompersi per consentire la rottura dell’oocita.
All’interno della cavità pelvica, le ovaie occupano una parte detta fossa ovarica, che è una piccola
depressione scavata presente nelle pareti laterali della cavità pelvica stessa.
Se consideriamo una vista dall’alto delle ovaie, sono localizzate anteriormente all’articolazione sacro-
iliaca, lateralmente risetto all’utero e posteriormente e medialmente risetto alle fibre e tube uterina, e le
ovaie poggiano sul legamento largo, che è un legamento peritoneale che si sviluppa ai lati dell’utero.
La posizione delle ovaie all’interno della cavità pelvica deve essere stabilizzata. Questo avviene
attraverso 4 strutture che costituiscono i mezzi di fissità delle ovaie all’interno della cavità pelvica.
Queste strutture includono:
- il mesovario: non è un vero legamento, ma viene definito come una piega ispessita di peritoneo che
congiunge quello che chiameremo margine anteriore dell’ovaia al legamento largo (legamento
peritoneale che si forma ai lati dell’utero) all’interno del mesovario si inserisce ilo ovarico che viene
attraversato dall’arteria e dalla vena ovariche, nervi e vasi linfatici.
- Legamento utero ovarico : si estende dall’ovaia all’utero e in particolare dal polo inferiore mediale
dell’ovaia o estremità uterina dell’ovaio perché è rivolta verso l’utero fino all’angolo supero laterale
dell’utero, anche detto angolo tubarico, sotto il punto in cui si inserisce la tuba uterina. Questo legamento
deriva dal gubernaculum ovarii (cordoncino mesenchimale)
- Legamento tubo ovarico : si muova dall’ovaia alla tuba uterina, in particolare dal polo supero laterale
dell’ovaia fino ad una delle fimbrie che si schioccano dalle estremità della tuba uterina.
- Legamento sospensore : è il mezzo di fissità della ovaia all’interno ella cavità pelvica. È un legamento
peritoneale che si estende dal polo supero laterale dell’ovaia fino alle pareti della cavità pelvica. Al suo
interno decorrono l’arteria e la vena ovarica che entrano all’interno dell’ovaia per mezzo dell’ilo ovarico
che si costituisce all’interno del mesovario.
Le ovaie sono degli organi pari e simmetrici di forma ovulare appiattita e in ciascun ovaio distingueremo:
- Due facce ( una anterolaterale e l’altra posteromediale)
- Due margini ( posteriore o libero che guarda verso le strutture posteriore della cavità pelvica, e un
margine antieroe detto anche mesovarico)
- Due poli ( infero mediale o estremità uterina e supero laterale o estremità tubarica)
Nel corso della vita di una donna, le ovaie subiscono delle modiche morfologiche sono collegate con la
funzione svolta.
- In età prepubere, l’ovaio appare di piccole dimensioni con un colorito bianco rosato, consiste elastica e
superficie liscia;
- Nell’età fertile, l’ovaio si ingrossa il colore è più rosso e la superfice è irregolare, perché compaiono quelli
che chiamerei follicoli ovarici, corpi lutei e cicatrici connettivali che si formano ogni qual volta che l’ovaio
si rompe per rilasciare l’oocita nel corso della ovulazione;
- In menopausa, le dimensioni si riducono nuovamente, la consistenza si fa più fibrosa e il colorito diventa
grigio giallastro.
Per quanto riguarda la vascolarizzazione , le ovaie vengono irrorate principalmente dalle arterie
ovariche, che sono rami che si originano dall’aorta addominale discendente.
L’arteria ovarica scende lateralmente all’uretere e poi tramite il legamento sospensore, raggiunge il polo
supero laterale dell’ovaio. Ma prima di inserirsi all’interno dell’ovaio per mezzo dell’ilo ovarico, genera
due rami :
- un ramo tubarico che irrora la tuba uterina, in particolare l’estremità distale
- un ramo mesovarico che entra nell’ovaio per mezzo dell’ilo e garantisce l’irrorazione.
Il drenaggio venoso viene delle vene ovariche, che si originano dal plesso pampiniforme e
rilasciano il sangue drenato nella vena cava inferiore, in particolare a destra la vena ovariche drena nella
cava inferiore ed a sinistra la vena ovarica drena nella vena cava inferiore indirettamente per mezzo
della vena di sinistra.
Le ovaie sono degli organi pieni, parenchimatosi e sono rivestite esternamente da un epitelio cubico
semplice che prende il nome di epitelio germinativo che a sua volta ,va rivestire uno strato di tessuto
connettivo denso che prende il nome di tonaca albuginea.
L’epitelio germinativo e tonaca albuginea rivestono il parenchima dell’organo, nel quale distingueremo
due zone:
- una esterna chiamata zona corticale
- una interna chiamata zona midollare
● La zona corticale, è quella dove verranno prodotti i gameti femminili, quindi a livello della zona
corticale del parenchima ovarica troveremo i follicoli ovarici, circondati in uno stroma connettivale.
Il follicolo ovarico è una struttura cellula complessa in cui distinguiamo diversi citotipi, troveremo
sempre lo oocito in diversi stadi di maturazione, circondato da cellule follicolare e poi a partire da
quello che chiameremo follicolo secondario comprare un terzo citotipo, che è quello che ha
funzione endocrina.
● La zona midollare è più interna del parenchima ovarico, è costituita da tessuto connettivo, ricco di
nervi, vasi linfatici e vasi sanguigni che risentono delle modifiche che ormonali che si avranno nel
corso del ciclo ovarico. In particolare , i vasi sanguigni durante la fase pre ovulatoria si ingrossano
e tendono a spingere quello che chiameremo follicolo ovarico maturo verso la superficie dell’ovaia
stesso, per consentire poi al momento dell’ovulazione il rilascio dell’oocita in esso contenuto.
Sono presenti anche le cellule ilari, che sotto il controllo dell’ormone LH, producono androgeni che
verranno convertiti in estrogeni.
L’oocita secondario formatosi poi entra in una seconda divisione meiotica , bloccandosi alla
metafase , e questo oocita secondario che troveremo all’interno del follicolo terziario va incontro
all’ovulazione, quindi quello che viene espulso dall’ovaio , accolto all’interno della tuba uterina
dove solamente se fecondato dallo spermatozoo completa questa seconda divisione meiotica
formando la cellula uovo fecondata .
In particolare il ciclo ovarico dura complessivamente 28 giorni , regolato da 2 ormoni prodotti
dall’adenoipofisi, chiamati ormone luteinizzante LH e ormone follicolostimolante FSH che ,
regolando il ciclo ovarico regolano la produzione degli estrogeni e del progesterone , ossia gli
ormoni sessuali femminili .
FOLLICOLO PRIMARIO
A partire dalla pubertà, e poi ciclicamente ogni mese, uno solo dei follicoli primordiali che formano
un nido va incontro a maturazione sotto l’azione dell’ormone FSH, mentre tutti gli altri follicoli
ovarici presenti nel nido degenerano. Durante questa prima maturazione da follicolo primordiale a
follicolo primario, si verifica una prima attivazione delle cellule follicolari che circondano sempre
l’ovocita primario e che formano un epitelio cilindrico pluristratificato intorno ad esso, e iniziano ad
essere chiamate “cellule della granulosa”. Inoltre, tra le cellule follicolari e l’ovocita primario si crea
uno spazio detto “zona pellucida” pieno di glicogeno.
FOLLICOLO SECONDARIO
Successivamente, sempre sotto l’azione dell’ormone FSH, il follicolo primario matura a follicolo
secondario. Qui avremo sempre l’ovocita primario bloccato nella profase della prima divisione
meiotica è circondato dalle cellule della granulosa. Tra le cellule della granulosa iniziano a
comparire degli spazi che si riempiono del cosiddetto “liquor follicoli”, prodotto dalle cellule della
granulosa stessa. È un liquido ricco di ormoni steroidei e fattori di crescita e svolge una funzione
atrofica nei confronti dell’ovocita. Inoltre nella fase di follicolo secondario compare un terzo citotipo
che è quello delle cellule tecali, le quali si dispongono a formare due diversi strati:
-la teca interna, costituita da cellule epitelioidi con funzione endocrina;
-la teca esterna, costituita da cellule e fibre connettivali.
FOLLICOLO TERZIARIO
Nel decimo e il quattordicesimo giorno del ciclo ovarico si ha la formazione del follicolo terziario,
anche detto “follicolo antrale o maturo”, antrale perchè ha un aspetto cistico, infatti gli spazi che si
erano creati tra le cellule della granulosa nella fase di follicolo secondario e pieni di liquor follicoli,
si fondono tra di loro a creare un’unica cavità contenente liquido follicolare, sempre circondata da
cellule della granulosa.
Inoltre compaiono altri tipi due citotipi:
-le cellule del cumulo ooforo che creano la nicchia all’interno della quale è presente l’ovocita;
-le cellule della corona radiata che all’interno del cumulo ooforo vanno a circondare direttamente
l’ovocita e lo accompagneranno durante l’ovulazione.
Infatti nelle fase del follicolo terziario si completa la prima divisione meiotica dell’ovocita primario,
quindi si forma l’ovocita secondario apolide che entra nella seconda divisione meiotica fermandosi
alla metafase, ed è quello che va incontro all’ovulazione quindi che viene espulso dall’ovaio.
Il follicolo terziario può essere considerato una struttura endocrina nella quale vengono prodotti
grazie sia alle cellule della granulosa sia alle cellule della teca interna, androgeni che saranno
convertiti in estrogeni.
FASE FOLLICOLARE
Quindi al quattordicesimo giorno del ciclo ovarico l’ovocita secondario presente all’interno del
follicolo terziario va incontro ad ovulazione, quindi espulso dall’ovaio e accolto dalla tuba uterina,
dove può essere fecondato; e solo se fecondato completa la seconda meiosi per andare a
costituire la cellula uovo fecondata; mentre se non avviene rimane bloccato nella metafase della
meiosi 2 e poi prosegue il viaggio lungo la tuba uterina fino alla cavità uterina, per essere poi
eliminato durante la mestruazione.
FASE LUTEINICA
Nel momento in cui il follicolo ovarico terziario ha rilasciato l’ovocita, va incontro a degenerazione e
si trasforma in corpo luteo, che ha una struttura papillare e all’interno del quale inizialmente si crea
una piccola emorragia dovuta alla rottura dei capillari che si verifica durante la rottura del follicolo
iniziale stesso al momento dell’ovulazione, cioè quando rilascia l’ovocita secondario.
Sempre nel corpo luteo si verifica un’attiva proliferazione sia delle cellule della granulosa (che
adesso prendono il nome di cellule luteiniche e sono coinvolte nella produzione del progesterone)
sia delle cellule della teca interna (che adesso sono dette cellule paraluteiniche e che invece
producono androgeni che vengono poi convertiti in estrogeni). Quindi di fatto il corpo luteo è una
struttura endocrina che produce alti livelli di progesterone ed estrogeni. Si mantiene nei primi tre
mesi della gravidanza se l’ovocita secondario che era stato espulso viene fecondato, e si parla in
questo caso di corpo luteo gravidico che appunto serve a produrre estrogeni e progesterone per
preparare la mucosa uterina al’annidamento della cellula uovo fecondata e al suo successivo
sviluppo in embrione e feto, e in questa funzione di produzione di estrogeni e progesterone poi
verrà sostituito dalla placenta.
Se invece l’ovocita secondario non viene fecondato, anche il corpo luteo degenera formando il
corpus Albicans, e nel momento in cui degenera in questo corpo si verifica il crollo dei livelli di
estrogeni e progesterone che il corpo luteo produceva e questo calo ormonale segna la fine del
ciclo ovarico e l’inizio del successivo.
VIE GENITALI FEMMINILI
Le vie genitali femminili includono le tube uterine, l’utero e la vagina.
LE TUBE UTERINE
Sono condotti muscolo membranosi lunghi dai 10 ai 12 cm e rivestiti da peritoneo parietale che
crea anche una piega ispessita chiamata “mesosalpinge” che connette il peritoneo parietale che
riveste la tuba uterina con il peritoneo parietale che costituisce il legamento largo dell’utero.
La tuba uterina accoglie l’ovocita secondario che è stato espulso dall’ovaio nel momento
dell’ovulazione e qui può essere fecondato dallo spermatozoo (si forma la cellula uovo fecondata o
zigote).
*si perde la connessione *
*discorso iniziale saltato per la connessione*
INFUNDIBOLO= Dall’infundibolo si originano una serie di prolungamenti di citiformi, le fibre
uterine, che vanno ad avvolgere il polo supero-laterale dell’ovaio, ma solo una di queste contatta
direttamente l’ovaio e prende il nome di fibra ovarica.
La tonaca mucosa che riveste la tuba uterina a livello dell’infundibolo è ricca di cellule ciliate, il cui
movimento verso la porzione successiva della tuba uterina stessa serve proprio a favorire
l’avanzamento dell’ovocita.
AMPOLLA= segue l’infundibolo ed è il tratto più largo e lungo della tuba uterina. È qui che l’ovocita
secondario può essere fecondato. In questo caso la tonaca mucosa che riveste la tuba uterina a
livello dell’ampolla si solleva a creare una serie di pliche che servono a rallentare l’avanzamento
dell’ovocita per consentirne la fecondazione.
ISTMO= breve tratto che si trova in prossimità della parete uterina.
PORZIONE INTRAMURALE o PARTE UTERINA= è quella scavata all’interno della parete
dell’utero che si andrà ad aprire nella cavità uterina per mezzo dell’ostio tubarico.
MORFOLOGIA MACROSCOPICA
L’utero è un organo muscolo-membranoso e intra-peritoneale (quindi avvolto dal peritoneo) e ha la
forma di una pera capovolta nella quale si distinguono:
Una faccia anteriore, che prende contatto con la superficie superiore e posteriore della
vescica;
Una faccia posteriore, che entra in contatto con la parete anteriore del retto;
Due margini laterali;
Due corni supero-anteriori, che corrispondono agli angoli tubarici, cioè quelli a livello dei
quali si vanno ad inserire le tube uterine.
In particolare, l’utero è rivestito dal peritoneo parietale che proviene dalla faccia interna della
parete addominale anteriore. Questo peritoneo parietale prima scende e va a rivestire la superficie
superiore e posteriore della vescica, quindi riveste la faccia anteriore dell’utero, risale a rivestire il
fondo dell’utero e la faccia posteriore dell’utero fino al cosiddetto istmo, quindi di nuovo risale per
rivestire la parete anteriore del retto.
A livello tra la faccia anteriore dell’utero e la superficie superiore della vescica, questo peritoneo
crea una piega che prende il nome di cavo vescico-uterino; analogamente tra la faccia posteriore
dell’utero e la parete anteriore del retto, il peritoneo crea un’ulteriore piega che prende il nome di
cavo retto-uterino.
Il peritoneo parietale che riveste la faccia posteriore dell’utero, e quello che riveste la faccia
anteriore dell’utero, lateralmente all’utero si congiungono, creano il legamento largo, il quale si
estende fino alla parete laterale della cavità pelvica. Si tratta di un legamento peritoneale di forma
triangolare che crea sia la piega di connessione con la tuba uterina chiamata mesosalpinge, sia la
piega di connessione con il margine anteriore dell’ovaio definita mesovario.
Oltre al legamento largo, vi sono altri legamenti che servono a mantenere stabile la posizione
dell’utero all’interno della cavità pelvica; i più importanti sono:
Legamenti rotondi, che si originano dai margini laterali dell’utero e si portano
anteriormente, limitando i movimenti posteriori dell’organo;
Legamenti utero-sacrali, che si originano dalle pareti laterali dell’utero e si estendono fino
alla faccia anteriore del sacro, limitando i movimenti dell’organo verso il basso e in avanti;
Questi 3 diversi strati dell’endometrio non sono sempre tutti e 3 presenti durante il cosiddetto ciclo
uterino. Quest’ultimo, a sua volta, è costituito da 3 fasi (che corrispondono alle 3 fasi del ciclo
ovarico):
1. Proliferativa, che corrisponde alla fase follicolare del ciclo ovarico;
2. Secretiva, che corrisponde alla fase luteinica del ciclo ovarico;
3. Mestruale;
I 3 strati dell’endometrio non sono sempre presenti tutti e 3 in queste fasi del ciclo uterino, in
particolare:
Nella fase mestruale avremo solo lo strato basale;
Nella fase proliferativa si verifica la maturazione delle ghiandole endometriali che iniziano
ad allungarsi, assumendo un aspetto tubulare, e vengono circondate da un epitelio cubico
semplice. Insieme a queste ghiandole endometriali, maturano e si allungano attorno ad
esse dei rami arteriosi, provenienti dalla lamina basale localizzata tra l’endometrio e il
miometrio;
Nella fase secretiva le ghiandole endometriali maturano ulteriormente ed iniziano ad
assumere un aspetto più tortuoso, infatti si parla di ghiandole endometriali contorte; sono
rivestite da un epitelio cilindrico. Si allungano anche i rami arteriosi che iniziano a
spiralizzarsi attorno alle ghiandole stesse.
I rami arteriosi sono i primi a risentire, al termine della fase luteinica, del calo dei livelli di estrogeni
e progesterone, infatti la fase secretiva corrisponde alla fase luteinica del ciclo ovarico. Va
ricordato che al termine della fase luteinica, nel momento in cui il corpo luteo degenera in corpus
albicans, si ha un calo dei livelli di estrogeni e progesterone. Nel momento in cui si verifica questo
calo, i rami arteriosi si rompono dando inizio all’emorragia mestruale e allo sfaldamento degli strati
spugnoso e compatto dell’endometrio che saranno persi durante la mestruazione. La mestruazione
segna la fine di un ciclo uterino e l’inizio di quello successivo.
MIOMETRIO
Il miometrio è a sua volta costituito da 3 diversi strati:
1. Sottomucoso interno. È localizzato in prossimità dell’endometrio ed è formato da fibre
muscolari lisce disposte longitudinalmente;
2. Vascolare. È uno strato intermedio, è quello più sviluppato, è ricco di vasi sanguigni ed è
formato da fibre muscolari lisce con decorso obliquo e circolare;
3. Muscolare esterno. È definito anche sottosieroso perché è quello che entra in contatto con
la tonaca sierosa esterna ed è formato anch’esso da fibre muscolari lisce con decorso
longitudinale.
Nel corso della gravidanza, lo strato vascolare del miometrio va incontro a fenomeni di ipertrofia e
iperplasia, cioè si ha un aumento del numero di fibre muscolari lisce e un aumento della loro
dimensione/lunghezza. Questo serve a favorire l’aumento delle dimensioni dell’utero stesso che
deve ospitare l’embrione e successivamente il feto, e ovviamente la camera annessa.
CERVICE UTERINA
La parete della cervice uterina prevede sempre 3 diversi strati:
1. Tonaca avventizia (strato esterno). È formata da tessuto connettivo che prende il nome di
parametrio;
2. Tonaca muscolare. È formata da fibre muscolari lisce il cui numero però è notevolmente
ridotto rispetto al numero di fibre muscolari lisce del miometrio. Si ha infatti un maggior
numero di fibre connettivali elastiche;
3. Tonaca mucosa. A livello dell’endocervice è formata da un epitelio monostratificato
ghiandolare, costituito quindi da cellule muco-secernenti che rilasciano il loro secreto
all’interno del canale cervicale stesso. A livello dell’esocervice è formata da un epitelio
squamoso pluristratificato non cheratinizzato, del quale distinguiamo più strati:
Basale, guarda verso il lume;
Parabasale;
Intermedio;
Superficiale;
A livello degli strati intermedio e superficiale sono presenti cellule che producono
glicogeno, che viene riversato nel lume del canale cervicale stesso.
Il punto di transizione tra l’epitelio monostratificato ghiandolare dell’endocervice e l’epitelio
squamoso pluristratificato dell’esocervice prende il nome di giunzione squamo-colonnare.