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APPARATO GENITALE FEMMINILE

Possiamo localizzare l’apparato genitale femminile a livello della cavità pelvica che appartiene alla cavità
addomino-pelvica, che è localizzata sotto il diaframma, ed insieme alla cavità toracica va a costituire la
cavità ventrale o splancnica del corpo umano.
La funzione dell’apparato genitale è duplice: ha una funzione gametogenica ed endocrina. Quindi a
livello dell'apparato genitale femminile avviene la produzione delle cellule germinali aploidi o gameti
femminili, che chiameremo oociti e una funzione endocrina quindi avviene la produzione degli ormoni
sessuali femminili: estrogeni e progesterone, la cui funzione è quella di preparare la mucosa dell’utero
ad un eventuale impianto della cellula uovo fecondata.
Inoltre un altro compito è quello di mantenere la gravidanza. Infatti l'apparato femminile è anche sede
della fecondazione quindi dell’incontro tra il gamete femminile e il gamete maschile che
avverrà a livello della tuba uterina.
Inoltre l’apparato femminile fornisce il microambiente idoneo, per lo sviluppo della cellula uovo fecondata
prima in embrione e dopo in feto e al termine della gestazione dello sviluppo parte dell'apparato
femminile è anche il canale del parto, quello che consentirà l’espulsione del feto all’esterno.

Da cosa è costituito?
- Dalle gonadi femminili, ossia le ovaie;
- Le vie genitale femminile: utero, tube uterine e vagina;
- Genitale esterni che formano la vulva e che includono il monte di venere, le grandi e piccole labbra,
organi erettili e le ghiandole vestibolari.
OVAIE
Le ovaie sono responsabili della duplice funzione: gametogenica ed endocrina legata all’apparato
genitale femminile; a livello dell’ovaia avverrà la produzione degli oociti e saranno anche prodotti gli
organi sessuali femminili.

VIE GENITALI
Le vie genitali iniziano a livello delle tube uterine che si estendono dalle ovaie fino all’utero, la tuba
uterina accogli l’oocita che vien espulso dall’ovaia nel momento dell’ovulazione e sempre nella tuba
uterina l’oocita può essere fecondato, quindi si forma lo zigote e sempre a livello della tuba uterina inizia
il processo della segmentazione quindi va incontro a divisioni mitotiche ripetute. Le tube uterine sono
connesse alla cavità uterina.

L’UTERO
L’utero può essere definito come l’organo della gestazione perché la mucosa uterina è quella che si
modifica per accogliere un eventuale annidamento della cellula uovo fecondata e il suo successivo
sviluppo.
Di conseguenza le contrazioni della parete uterina permetteranno poi l’espulsione del feto all’esterno
durante il parto.
L’utero a sua volta è connesso alla vagina (che costituisce il canale del parto) ma è anche definito
l’organo della copula, quindi è attraversata dagli spermatozoi che sono diretti prima alla cavità uterina e
poi alla tuba uterina così dopo può avvenire la fecondazione.

Infine, ci sono i genitali esterni che possono includere delle strutture cutanee modificate tra cui: il monte
di venere, le grandi e piccole labbra, gli organi erettili (clitoride e bulbi del vestibolo) e le ghiandole
vestibolari ( sono ghiandole che lasciano il loro secreto a livello delle vie genitali).
OVAIE

Sono le gonadi femminili responsabili della produzione dei gameti femminili e della produzione degli
ormoni sessuali femminili: estrogenici e progesterone.
Le ovaie hanno origine nella cavità addominale e durante lo sviluppo intrauterina migrano nella cavità
pelvica, accompagnate da un cordoncino mesenchimale chiamato gubernaculum ovarii.
In particolare le ovaie originano nello spazio retroperitoneale della cavità addominale (il peritoneo è una
membrana sierosa formata da un duplice foglietto: foglietto parietale che riveste le pareti interne della
cavità addominale e della cavità pelvica, il foglietto viscerale è quella parte che
avvolge i visceri degli organi contenuti all’interno della cavità addominale e pelvica, che sono
definiti organi intraperitoneali. Poiché i due foglietti sono in continuità l’uno con l’altro questo permette di
stabilizzare gli organi e mantenerli adesi alle pareti delle cavità stesse), quindi le ovaie originano nello
spazio retroperitoneale e anche a seguito della loro discesa nella loro cavità pelvica, le ovaie continuano
a non essere rivestite da peritoneo, questo perché durante la ovulazione l’ovaio deve rilasciare nella
cavità pelvica l'oocita quindi se il peritoneo rivestisse l’ovaio ciò non potrebbe avvenire, quindi il
peritoneo dovrebbe rompersi per consentire la rottura dell’oocita.
All’interno della cavità pelvica, le ovaie occupano una parte detta fossa ovarica, che è una piccola
depressione scavata presente nelle pareti laterali della cavità pelvica stessa.
Se consideriamo una vista dall’alto delle ovaie, sono localizzate anteriormente all’articolazione sacro-
iliaca, lateralmente risetto all’utero e posteriormente e medialmente risetto alle fibre e tube uterina, e le
ovaie poggiano sul legamento largo, che è un legamento peritoneale che si sviluppa ai lati dell’utero.

La posizione delle ovaie all’interno della cavità pelvica deve essere stabilizzata. Questo avviene
attraverso 4 strutture che costituiscono i mezzi di fissità delle ovaie all’interno della cavità pelvica.
Queste strutture includono:
- il mesovario: non è un vero legamento, ma viene definito come una piega ispessita di peritoneo che
congiunge quello che chiameremo margine anteriore dell’ovaia al legamento largo (legamento
peritoneale che si forma ai lati dell’utero) all’interno del mesovario si inserisce ilo ovarico che viene
attraversato dall’arteria e dalla vena ovariche, nervi e vasi linfatici.
- Legamento utero ovarico : si estende dall’ovaia all’utero e in particolare dal polo inferiore mediale
dell’ovaia o estremità uterina dell’ovaio perché è rivolta verso l’utero fino all’angolo supero laterale
dell’utero, anche detto angolo tubarico, sotto il punto in cui si inserisce la tuba uterina. Questo legamento
deriva dal gubernaculum ovarii (cordoncino mesenchimale)
- Legamento tubo ovarico : si muova dall’ovaia alla tuba uterina, in particolare dal polo supero laterale
dell’ovaia fino ad una delle fimbrie che si schioccano dalle estremità della tuba uterina.
- Legamento sospensore : è il mezzo di fissità della ovaia all’interno ella cavità pelvica. È un legamento
peritoneale che si estende dal polo supero laterale dell’ovaia fino alle pareti della cavità pelvica. Al suo
interno decorrono l’arteria e la vena ovarica che entrano all’interno dell’ovaia per mezzo dell’ilo ovarico
che si costituisce all’interno del mesovario.
Le ovaie sono degli organi pari e simmetrici di forma ovulare appiattita e in ciascun ovaio distingueremo:
- Due facce ( una anterolaterale e l’altra posteromediale)
- Due margini ( posteriore o libero che guarda verso le strutture posteriore della cavità pelvica, e un
margine antieroe detto anche mesovarico)
- Due poli ( infero mediale o estremità uterina e supero laterale o estremità tubarica)

Nel corso della vita di una donna, le ovaie subiscono delle modiche morfologiche sono collegate con la
funzione svolta.
- In età prepubere, l’ovaio appare di piccole dimensioni con un colorito bianco rosato, consiste elastica e
superficie liscia;
- Nell’età fertile, l’ovaio si ingrossa il colore è più rosso e la superfice è irregolare, perché compaiono quelli
che chiamerei follicoli ovarici, corpi lutei e cicatrici connettivali che si formano ogni qual volta che l’ovaio
si rompe per rilasciare l’oocita nel corso della ovulazione;
- In menopausa, le dimensioni si riducono nuovamente, la consistenza si fa più fibrosa e il colorito diventa
grigio giallastro.
Per quanto riguarda la vascolarizzazione , le ovaie vengono irrorate principalmente dalle arterie
ovariche, che sono rami che si originano dall’aorta addominale discendente.
L’arteria ovarica scende lateralmente all’uretere e poi tramite il legamento sospensore, raggiunge il polo
supero laterale dell’ovaio. Ma prima di inserirsi all’interno dell’ovaio per mezzo dell’ilo ovarico, genera
due rami :
- un ramo tubarico che irrora la tuba uterina, in particolare l’estremità distale
- un ramo mesovarico che entra nell’ovaio per mezzo dell’ilo e garantisce l’irrorazione.

Il drenaggio venoso viene delle vene ovariche, che si originano dal plesso pampiniforme e
rilasciano il sangue drenato nella vena cava inferiore, in particolare a destra la vena ovariche drena nella
cava inferiore ed a sinistra la vena ovarica drena nella vena cava inferiore indirettamente per mezzo
della vena di sinistra.

Le ovaie sono degli organi pieni, parenchimatosi e sono rivestite esternamente da un epitelio cubico
semplice che prende il nome di epitelio germinativo che a sua volta ,va rivestire uno strato di tessuto
connettivo denso che prende il nome di tonaca albuginea.
L’epitelio germinativo e tonaca albuginea rivestono il parenchima dell’organo, nel quale distingueremo
due zone:
- una esterna chiamata zona corticale
- una interna chiamata zona midollare
● La zona corticale, è quella dove verranno prodotti i gameti femminili, quindi a livello della zona
corticale del parenchima ovarica troveremo i follicoli ovarici, circondati in uno stroma connettivale.
Il follicolo ovarico è una struttura cellula complessa in cui distinguiamo diversi citotipi, troveremo
sempre lo oocito in diversi stadi di maturazione, circondato da cellule follicolare e poi a partire da
quello che chiameremo follicolo secondario comprare un terzo citotipo, che è quello che ha
funzione endocrina.
● La zona midollare è più interna del parenchima ovarico, è costituita da tessuto connettivo, ricco di
nervi, vasi linfatici e vasi sanguigni che risentono delle modifiche che ormonali che si avranno nel
corso del ciclo ovarico. In particolare , i vasi sanguigni durante la fase pre ovulatoria si ingrossano
e tendono a spingere quello che chiameremo follicolo ovarico maturo verso la superficie dell’ovaia
stesso, per consentire poi al momento dell’ovulazione il rilascio dell’oocita in esso contenuto.
Sono presenti anche le cellule ilari, che sotto il controllo dell’ormone LH, producono androgeni che
verranno convertiti in estrogeni.

L’oogenesi è il processo che porta la produzione dei gameti femminili.


Nella donna l’oogenesi ha inizio prima della nascita già nella vita intrauterina nelle ovaie sono
presenti cellule staminali diploidi chiamate oogoni che vanno incontro a ripetute mitosi e poi tra il
secondo e quinto mese nella vita intrauterina si originano, gli oociti primari che sono cellule
diploidi.
Gli oociti primari entrano in una prima divisone meiotica bloccandosi negli step inziali di questa
divisione meiotica riduzionale ,cioè nella profase e rimangono bloccati nella profase fino alla
pubertà. Quindi alla nascita, ciascuna delle due ovaie contiene circa un milione di oociti primari che
sono localizzati all’interno dei follicoli ovarici e in particolare nei follicoli primordiali bloccati nella
profase della meiosi I.
Nei primi 12- 14 anni di vita, il nucleo di questi oociti primari si riduce da un milione a circa 400
mila.
Dopo la pubertà ciclicamente ogni mese un oocita primario completa la prima divisione meiotica,
formando un secondo oocita aploide, e il completamento di questa prima divisione meiotica
avviene durante la maturazione del follicolo ovarico che contiene l’oocita stesso.

L’oocita secondario formatosi poi entra in una seconda divisione meiotica , bloccandosi alla
metafase , e questo oocita secondario che troveremo all’interno del follicolo terziario va incontro
all’ovulazione, quindi quello che viene espulso dall’ovaio , accolto all’interno della tuba uterina
dove solamente se fecondato dallo spermatozoo completa questa seconda divisione meiotica
formando la cellula uovo fecondata .
In particolare il ciclo ovarico dura complessivamente 28 giorni , regolato da 2 ormoni prodotti
dall’adenoipofisi, chiamati ormone luteinizzante LH e ormone follicolostimolante FSH che ,
regolando il ciclo ovarico regolano la produzione degli estrogeni e del progesterone , ossia gli
ormoni sessuali femminili .

OOGENESI E CICLO OVARICO


In particolare, il ciclo ovarico ha una durata complessiva di 28 giorni ed è regolato da due ormoni,
prodotti dalla adenoipofisi, chiamati: ormone luteinizzante LH e ormone follicolo-stimolante FSH; a
loro volta regolando il ciclo ovarico regolano la produzione degli estrogeni e del progesterone,
ossia degli ormoni sessuali femminili.
Nel ciclo ovarico possiamo distinguere tre diverse fasi:
1. Fase follicolare (12-14 giorni)= in questa fase si ha la maturazione del follicolo ovarico da
primordiale a follicolo terziario; si ha un progressivo aumento del livello di LH, mentre l’FSH ha
un livello maggiore nei primi step di questa fase follicolare e poi si riduce; e
contemporaneamente si ha anche un progressivo innalzamento dei livelli dell’estradiolo. Al
14esimo giorno, quando si è formato il follicolo terziario che contiene l’ovocita secondario
apolide che si è formato nel momento in cui l’ovocita primario ha completato la prima divisione
meiotica, si verifica il fenomeno dell’ovulazione.
2. Ovulazione= l’ovocita secondario viene espulso dal follicolo terziario, viene espulso dall’ovaio,
e sarà poi accolto dalla tuba uterina. Al momento dell’ovulazione si osservano i più alti livelli sia
di LH che FSH, il più alto livello di estradiolo e si verifica anche un primo aumento dei livelli di
progesterone.
3. Fase luteinica (dura 14 giorni)= dopo aver rilasciato l’ovocita secondario, il follicolo terziario
degenera a corpo luteo, responsabile della produzione di estrogeni e progesteroni; infatti come
si può osservare nella fase luteinica di ciclo ovarico si hanno i livelli più alti sia di progesterone
che di estrogeni, che servono a preparare la mucosa dell’intero ad un eventuale annidamento
della cellula uovo fecondata, perchè durante l’ovulazione l’ovocita secondario accolto all’interno
della tuba uterina può eventualmente essere fecondato dallo spermatozoo. Se invece non
avviene la fecondazione, anche il corpo luteo degenera e nel momento in cui degenera si ha un
improvviso calo dei livelli sia di estrogeni che di progesterone. Tale calo dei livelli ormonali
segna la fine del ciclo ovarico e l’inizio del successivo.
Vediamo le varie tappe di maturazione del follicolo ovarico, primordiale.
FOLLICOLO PRIMORDIALE
Il primo step è quello del follicolo primordiale. Alla nascita ciascun ovaio contiene circa un milione
di follicoli primordiali, ognuno contenente un oocita primario bloccato nella profase della meiosi 1, e
questi follicoli primordiali sono raggruppati a formare dei nidi. Oltre all’oocita primario, ciascun
follicolo primordiale è costituito da altre cellule, le cellule follicolari, che hanno un aspetto
pavimentoso semplice.

FOLLICOLO PRIMARIO
A partire dalla pubertà, e poi ciclicamente ogni mese, uno solo dei follicoli primordiali che formano
un nido va incontro a maturazione sotto l’azione dell’ormone FSH, mentre tutti gli altri follicoli
ovarici presenti nel nido degenerano. Durante questa prima maturazione da follicolo primordiale a
follicolo primario, si verifica una prima attivazione delle cellule follicolari che circondano sempre
l’ovocita primario e che formano un epitelio cilindrico pluristratificato intorno ad esso, e iniziano ad
essere chiamate “cellule della granulosa”. Inoltre, tra le cellule follicolari e l’ovocita primario si crea
uno spazio detto “zona pellucida” pieno di glicogeno.
FOLLICOLO SECONDARIO
Successivamente, sempre sotto l’azione dell’ormone FSH, il follicolo primario matura a follicolo
secondario. Qui avremo sempre l’ovocita primario bloccato nella profase della prima divisione
meiotica è circondato dalle cellule della granulosa. Tra le cellule della granulosa iniziano a
comparire degli spazi che si riempiono del cosiddetto “liquor follicoli”, prodotto dalle cellule della
granulosa stessa. È un liquido ricco di ormoni steroidei e fattori di crescita e svolge una funzione
atrofica nei confronti dell’ovocita. Inoltre nella fase di follicolo secondario compare un terzo citotipo
che è quello delle cellule tecali, le quali si dispongono a formare due diversi strati:
-la teca interna, costituita da cellule epitelioidi con funzione endocrina;
-la teca esterna, costituita da cellule e fibre connettivali.

FOLLICOLO TERZIARIO
Nel decimo e il quattordicesimo giorno del ciclo ovarico si ha la formazione del follicolo terziario,
anche detto “follicolo antrale o maturo”, antrale perchè ha un aspetto cistico, infatti gli spazi che si
erano creati tra le cellule della granulosa nella fase di follicolo secondario e pieni di liquor follicoli,
si fondono tra di loro a creare un’unica cavità contenente liquido follicolare, sempre circondata da
cellule della granulosa.
Inoltre compaiono altri tipi due citotipi:
-le cellule del cumulo ooforo che creano la nicchia all’interno della quale è presente l’ovocita;
-le cellule della corona radiata che all’interno del cumulo ooforo vanno a circondare direttamente
l’ovocita e lo accompagneranno durante l’ovulazione.
Infatti nelle fase del follicolo terziario si completa la prima divisione meiotica dell’ovocita primario,
quindi si forma l’ovocita secondario apolide che entra nella seconda divisione meiotica fermandosi
alla metafase, ed è quello che va incontro all’ovulazione quindi che viene espulso dall’ovaio.
Il follicolo terziario può essere considerato una struttura endocrina nella quale vengono prodotti
grazie sia alle cellule della granulosa sia alle cellule della teca interna, androgeni che saranno
convertiti in estrogeni.
FASE FOLLICOLARE
Quindi al quattordicesimo giorno del ciclo ovarico l’ovocita secondario presente all’interno del
follicolo terziario va incontro ad ovulazione, quindi espulso dall’ovaio e accolto dalla tuba uterina,
dove può essere fecondato; e solo se fecondato completa la seconda meiosi per andare a
costituire la cellula uovo fecondata; mentre se non avviene rimane bloccato nella metafase della
meiosi 2 e poi prosegue il viaggio lungo la tuba uterina fino alla cavità uterina, per essere poi
eliminato durante la mestruazione.
FASE LUTEINICA
Nel momento in cui il follicolo ovarico terziario ha rilasciato l’ovocita, va incontro a degenerazione e
si trasforma in corpo luteo, che ha una struttura papillare e all’interno del quale inizialmente si crea
una piccola emorragia dovuta alla rottura dei capillari che si verifica durante la rottura del follicolo
iniziale stesso al momento dell’ovulazione, cioè quando rilascia l’ovocita secondario.
Sempre nel corpo luteo si verifica un’attiva proliferazione sia delle cellule della granulosa (che
adesso prendono il nome di cellule luteiniche e sono coinvolte nella produzione del progesterone)
sia delle cellule della teca interna (che adesso sono dette cellule paraluteiniche e che invece
producono androgeni che vengono poi convertiti in estrogeni). Quindi di fatto il corpo luteo è una
struttura endocrina che produce alti livelli di progesterone ed estrogeni. Si mantiene nei primi tre
mesi della gravidanza se l’ovocita secondario che era stato espulso viene fecondato, e si parla in
questo caso di corpo luteo gravidico che appunto serve a produrre estrogeni e progesterone per
preparare la mucosa uterina al’annidamento della cellula uovo fecondata e al suo successivo
sviluppo in embrione e feto, e in questa funzione di produzione di estrogeni e progesterone poi
verrà sostituito dalla placenta.

Se invece l’ovocita secondario non viene fecondato, anche il corpo luteo degenera formando il
corpus Albicans, e nel momento in cui degenera in questo corpo si verifica il crollo dei livelli di
estrogeni e progesterone che il corpo luteo produceva e questo calo ormonale segna la fine del
ciclo ovarico e l’inizio del successivo.
VIE GENITALI FEMMINILI
Le vie genitali femminili includono le tube uterine, l’utero e la vagina.

LE TUBE UTERINE
Sono condotti muscolo membranosi lunghi dai 10 ai 12 cm e rivestiti da peritoneo parietale che
crea anche una piega ispessita chiamata “mesosalpinge” che connette il peritoneo parietale che
riveste la tuba uterina con il peritoneo parietale che costituisce il legamento largo dell’utero.
La tuba uterina accoglie l’ovocita secondario che è stato espulso dall’ovaio nel momento
dell’ovulazione e qui può essere fecondato dallo spermatozoo (si forma la cellula uovo fecondata o
zigote).
*si perde la connessione *
*discorso iniziale saltato per la connessione*
INFUNDIBOLO= Dall’infundibolo si originano una serie di prolungamenti di citiformi, le fibre
uterine, che vanno ad avvolgere il polo supero-laterale dell’ovaio, ma solo una di queste contatta
direttamente l’ovaio e prende il nome di fibra ovarica.
La tonaca mucosa che riveste la tuba uterina a livello dell’infundibolo è ricca di cellule ciliate, il cui
movimento verso la porzione successiva della tuba uterina stessa serve proprio a favorire
l’avanzamento dell’ovocita.
AMPOLLA= segue l’infundibolo ed è il tratto più largo e lungo della tuba uterina. È qui che l’ovocita
secondario può essere fecondato. In questo caso la tonaca mucosa che riveste la tuba uterina a
livello dell’ampolla si solleva a creare una serie di pliche che servono a rallentare l’avanzamento
dell’ovocita per consentirne la fecondazione.
ISTMO= breve tratto che si trova in prossimità della parete uterina.
PORZIONE INTRAMURALE o PARTE UTERINA= è quella scavata all’interno della parete
dell’utero che si andrà ad aprire nella cavità uterina per mezzo dell’ostio tubarico.

MORFOLOGIA MICROSCOPICA DELLA PARETE


Si distinguono tre diversi strati o tonache:
⁃ quello più esterno è la TONACA SIEROSA che corrisponde al peritoneo parietale che avvolge
la tuba uterina;
⁃ La TONACA MUSCOLARE è formata da strati concentrici di muscolatura liscia, e in particolare
uno più interno costituito da fibre muscolari lisce disposte circolarmente e uno più esterno dove
le fibre sono disposte longitudinalmente. La contrazione coordinata di questi due strati
concentrici di muscolatura liscia produce dei movimenti peristaltici, che sono quelli che poi
accompagnano il movimento dell’ovocita all’interno della tuba uterina stessa.
⁃ quello più interno è la TONACA MUCOSA, quindi guarda verso il lume della tuba uterina. È
costituita da un epitelio colonnare monostratificato semplice che poggia su una lamina propria
di tessuto connettivo. In questo epitelio colonnare monostratificato semplice si distinguono tre
diversi citotipi: cellule ciliate (provviste di ciglia il cui movimento è sempre diretto verso la cavità
uterina); cellule secernenti ( dotate a livello del loro polo apicale di granuli che rilasciano il loro
secreto nel lume della tuba uterina stessa e che permette la cosiddetta capacitazione degli
spermatozoi, cioè li rende capaci di riconoscere l’ovocita); cellule basali che sono piccole
cellule staminali indifferenziate che poi tramite uno specifico differenziamento andranno a
formare uno degli altri due citotipi che formano l’epitelio (quindi ciliate o secernenti) per
garantirne il continuo ricambio.
VASCOLARIZZAZIONE
Le tube uterine sono vascolarizzate dai rami tubarici dell’arteria ovarica (raggiunto il polo supero
laterale emette dei rami, il mesovarico che entra all’interno dell’ovaio e il tubarico che irrora
l’estremità più distale della tuba uterina, quindi l’infundibolo e l’ampolla) e uterina (il suo ramo
tubarico irrora l’estremità più mediale della tuba uterina, quindi quella più vicina all’utero stesso). Il
drenaggio venoso è a carico di vene che seguono un percorso satellite a quelli dei rami arteriosi.
Le tube uterine si aprono poi a livello della cavità uterina.
UTERO
Altra via genitale è l’utero, che viene definito come l’organo della gestazione perchè fornisce un
ambiente idoneo per lo sviluppo della cellula uovo fecondata in embrione e in feto.
L’utero è localizzato all’interno della cavitá pelvica, in particolare superiormente e posteriormente
rispetto alla vescica e anteriormente rispetto al retto.
Ha una posizione definita antiflessa e antiversa, quindi sia l’angolo di flessione (che è l’angolo che
si forma tra l’asse del corpo dell’utero e l’asse della cervice uterina) che l’angolo di versione
(angolo che si forma tra l’asse del collo uterino e l’asse vaginale) sono aperti anteriormente.

MORFOLOGIA MACROSCOPICA
L’utero è un organo muscolo-membranoso e intra-peritoneale (quindi avvolto dal peritoneo) e ha la
forma di una pera capovolta nella quale si distinguono:
 Una faccia anteriore, che prende contatto con la superficie superiore e posteriore della
vescica;
 Una faccia posteriore, che entra in contatto con la parete anteriore del retto;
 Due margini laterali;
 Due corni supero-anteriori, che corrispondono agli angoli tubarici, cioè quelli a livello dei
quali si vanno ad inserire le tube uterine.

In particolare, l’utero è rivestito dal peritoneo parietale che proviene dalla faccia interna della
parete addominale anteriore. Questo peritoneo parietale prima scende e va a rivestire la superficie
superiore e posteriore della vescica, quindi riveste la faccia anteriore dell’utero, risale a rivestire il
fondo dell’utero e la faccia posteriore dell’utero fino al cosiddetto istmo, quindi di nuovo risale per
rivestire la parete anteriore del retto.
A livello tra la faccia anteriore dell’utero e la superficie superiore della vescica, questo peritoneo
crea una piega che prende il nome di cavo vescico-uterino; analogamente tra la faccia posteriore
dell’utero e la parete anteriore del retto, il peritoneo crea un’ulteriore piega che prende il nome di
cavo retto-uterino.

Il peritoneo parietale che riveste la faccia posteriore dell’utero, e quello che riveste la faccia
anteriore dell’utero, lateralmente all’utero si congiungono, creano il legamento largo, il quale si
estende fino alla parete laterale della cavità pelvica. Si tratta di un legamento peritoneale di forma
triangolare che crea sia la piega di connessione con la tuba uterina chiamata mesosalpinge, sia la
piega di connessione con il margine anteriore dell’ovaio definita mesovario.
Oltre al legamento largo, vi sono altri legamenti che servono a mantenere stabile la posizione
dell’utero all’interno della cavità pelvica; i più importanti sono:
 Legamenti rotondi, che si originano dai margini laterali dell’utero e si portano
anteriormente, limitando i movimenti posteriori dell’organo;
 Legamenti utero-sacrali, che si originano dalle pareti laterali dell’utero e si estendono fino
alla faccia anteriore del sacro, limitando i movimenti dell’organo verso il basso e in avanti;

 Legamenti laterali, tra cui il principale è il legamento cardinale. Questi legamenti si


originano dalla parete laterale di quella che chiamiamo cervice uterina e vagina, e si
estendono fino alle pareti laterali della cavità pelvica, limitando i movimenti dell’organo
verso il basso.

Nell’utero è possibile distinguere 4 differenti porzioni:


1. Fondo. Si estende fino ai due angoli tubarici, cioè quegli angoli dove si vanno ad inserire le
tube uterine;
2. Corpo. Va dai due angoli tubarici fino all’istmo e contiene la cavità uterina. Quest’ultima,
secondo una visione sagittale appare come una fessura, perché sia la parete anteriore che
la parete posteriore di questa cavità si congiungono/toccano. Secondo una visione frontale,
invece, la cavità uterina presenta una forma triangolare con la base rivolta verso il fondo
dell’utero, i due vertici che corrispondono agli osti tubarici a livello degli angoli tubarici, e
l’apice rivolto verso il basso, verso l’istmo.
3. Istmo. È un breve tratto che di fatto corrisponde all’orifizio uterino interno;
4. Cervice (o collo uterino) contiene il canale cervicale, che è compreso tra l’orifizio uterino
interno che separa il canale cervicale dalla cavità uterina, e l’orifizio uterino esterno che
separa il canale cervicale dalla vagina.

Macroscopicamente, la cervice uterina viene suddivisa in 2 porzioni:


1. Sovra-vaginale, chiamata endocervice;
2. Porzione che si aggetta all’interno della vagina, chiamata esocervice.
La parete interna del canale cervicale è attraversata da un rilievo longitudinale da cui si originano
delle pieghe obliquamente rivolte verso l’alto, a costituire una struttura che prende il nome di Arbor
vitae.

MORFOLOGIA MICROSCOPICA DELLA PARETE UTERINA


È importante fare una distinzione tra il fondo e il corpo dell’utero e la cervice uterina.
A livello del fondo e del corpo dell’utero, la parete è costituita da 3 diversi strati:
1. Tonaca sierosa, più esternamente. Corrisponde al peritoneo parietale che avvolge l’organo
e che prende il nome di perinetrio;
2. Tonaca muscolare, più centralmente. È particolarmente sviluppata e prende il nome di
miometrio;
3. Tonaca mucosa, più internamente. E’ rivolta verso la cavità uterina e prende il nome di
endometrio.
STRUTTURA ENDOMETRIO
L’endometrio, a sua volta, è costituito da 3 diversi strati:
1. Compatto. Guarda verso il lume della cavità uterina ed è costituito dagli apici di strutture
ghiandolari chiamate ghiandole endometriali;
2. Spugnoso. È formato dai corpi delle ghiandole endometriali, immerse in un tessuto
connettivo;
3. Basale. Entra a contatto con il miometrio ed è costituito dalle basi delle ghiandole
endometriali.

Questi 3 diversi strati dell’endometrio non sono sempre tutti e 3 presenti durante il cosiddetto ciclo
uterino. Quest’ultimo, a sua volta, è costituito da 3 fasi (che corrispondono alle 3 fasi del ciclo
ovarico):
1. Proliferativa, che corrisponde alla fase follicolare del ciclo ovarico;
2. Secretiva, che corrisponde alla fase luteinica del ciclo ovarico;
3. Mestruale;

I 3 strati dell’endometrio non sono sempre presenti tutti e 3 in queste fasi del ciclo uterino, in
particolare:
 Nella fase mestruale avremo solo lo strato basale;
 Nella fase proliferativa si verifica la maturazione delle ghiandole endometriali che iniziano
ad allungarsi, assumendo un aspetto tubulare, e vengono circondate da un epitelio cubico
semplice. Insieme a queste ghiandole endometriali, maturano e si allungano attorno ad
esse dei rami arteriosi, provenienti dalla lamina basale localizzata tra l’endometrio e il
miometrio;
 Nella fase secretiva le ghiandole endometriali maturano ulteriormente ed iniziano ad
assumere un aspetto più tortuoso, infatti si parla di ghiandole endometriali contorte; sono
rivestite da un epitelio cilindrico. Si allungano anche i rami arteriosi che iniziano a
spiralizzarsi attorno alle ghiandole stesse.

I rami arteriosi sono i primi a risentire, al termine della fase luteinica, del calo dei livelli di estrogeni
e progesterone, infatti la fase secretiva corrisponde alla fase luteinica del ciclo ovarico. Va
ricordato che al termine della fase luteinica, nel momento in cui il corpo luteo degenera in corpus
albicans, si ha un calo dei livelli di estrogeni e progesterone. Nel momento in cui si verifica questo
calo, i rami arteriosi si rompono dando inizio all’emorragia mestruale e allo sfaldamento degli strati
spugnoso e compatto dell’endometrio che saranno persi durante la mestruazione. La mestruazione
segna la fine di un ciclo uterino e l’inizio di quello successivo.
MIOMETRIO
Il miometrio è a sua volta costituito da 3 diversi strati:
1. Sottomucoso interno. È localizzato in prossimità dell’endometrio ed è formato da fibre
muscolari lisce disposte longitudinalmente;
2. Vascolare. È uno strato intermedio, è quello più sviluppato, è ricco di vasi sanguigni ed è
formato da fibre muscolari lisce con decorso obliquo e circolare;
3. Muscolare esterno. È definito anche sottosieroso perché è quello che entra in contatto con
la tonaca sierosa esterna ed è formato anch’esso da fibre muscolari lisce con decorso
longitudinale.

Nel corso della gravidanza, lo strato vascolare del miometrio va incontro a fenomeni di ipertrofia e
iperplasia, cioè si ha un aumento del numero di fibre muscolari lisce e un aumento della loro
dimensione/lunghezza. Questo serve a favorire l’aumento delle dimensioni dell’utero stesso che
deve ospitare l’embrione e successivamente il feto, e ovviamente la camera annessa.

CERVICE UTERINA
La parete della cervice uterina prevede sempre 3 diversi strati:
1. Tonaca avventizia (strato esterno). È formata da tessuto connettivo che prende il nome di
parametrio;
2. Tonaca muscolare. È formata da fibre muscolari lisce il cui numero però è notevolmente
ridotto rispetto al numero di fibre muscolari lisce del miometrio. Si ha infatti un maggior
numero di fibre connettivali elastiche;
3. Tonaca mucosa. A livello dell’endocervice è formata da un epitelio monostratificato
ghiandolare, costituito quindi da cellule muco-secernenti che rilasciano il loro secreto
all’interno del canale cervicale stesso. A livello dell’esocervice è formata da un epitelio
squamoso pluristratificato non cheratinizzato, del quale distinguiamo più strati:
 Basale, guarda verso il lume;
 Parabasale;
 Intermedio;
 Superficiale;
A livello degli strati intermedio e superficiale sono presenti cellule che producono
glicogeno, che viene riversato nel lume del canale cervicale stesso.
Il punto di transizione tra l’epitelio monostratificato ghiandolare dell’endocervice e l’epitelio
squamoso pluristratificato dell’esocervice prende il nome di giunzione squamo-colonnare.

POSIZIONE ENDOCERVICE ED ESOCERVICE


La posizione dell’endocervice e dell’esocervice cambia nel corso della vita della donna.
 In età prepubere il canale cervicale è correttamente localizzato tra l’orifizio uterino interno
che lo separa dalla cavità uterina, e l’orifizio uterino esterno che lo separa dalla vagina, con
l’esocervice che si aggetta nella vagina stessa.
 In età fertile si verifica il fenomeno dell’ectropion, quindi l’endocervice si abbassa
avvicinandosi maggiormente alla vagina. Dato che l’endocervice è rivestita da un epitelio
monostratificato ghiandolare, nel momento in cui si verifica il fenomeno dell’ectropion
questo epitelio diventa pluristratificato e il muco prodotto dalle cellule che lo formano, non
potendo più essere rilasciato nel canale cervicale, si accumula all’interno di cisti benigne
che prendono il nome di cisti di Naboth.
 Durante la menopausa si verifica una risalita del canale cervicale ed in particolare
dell’endocervice.
VAGINA
Rappresenta l’ultimo tratto dell’apparato genitale femminile ed è definito come l’organo della
copula, in quanto riceve il pene durante l’accoppiamento e poi gli spermatozoi diretti all’utero e
successivamente alla tuba uterina, dove avviene la fecondazione. La vagina viene anche
attraversata dal flusso mestruale e rappresenta anche il canale del parto tramite il quale, al termine
della gestazione, il feto viene espulso all’esterno. Si tratta di un canale muscolo-membranoso con
asse obliquo, con decorso supero-inferiore e postero-anteriore: anteriormente prende rapporti con
il tessuto connettivale che circonda l’uretra e con l’uretra stessa; posteriormente, invece, entra in
contatto superiormente con la parete anteriore del retto, inferiormente sia con la parete anteriore
del retto, sia con il canale anale.
La vagina, come visto, superiormente circonda l’esocervice che si aggetta all’interno del canale
vaginale stesso creando delle strutture con forme ad arco che prendono il nome di fornici vaginali.
In particolare, si distinguono un fornice vaginale anteriore e un fornice vaginale posteriore; nel
canale vaginale si avranno quindi una parete anteriore e una parete posteriore. Quella anteriore è
solitamente più corta rispetto alla posteriore a causa del decorso obliquo della vagina stessa. Nello
specifico, lungo la parete anteriore del canale vaginale si trova un rilievo longitudinale che prende il
nome di canale uretrale della vagina, che si crea proprio per il rapporto che la vagina contrae
anteriormente con l’uretra. Inoltre, sia sulla parete anteriore che su quella posteriore del canale
vaginale, la tonaca mucosa, che riveste lo stesso canale, si solleva a formare delle pliche che
prendono il nome di rughe vaginali.
Anche per la vagina, essendo un organo cavo, si descrive la morfologia microscopica della parete,
della quale si distinguono 3 diversi strati:
1. Tonaca avventizia, che è lo strato più esterno, formata da tessuto connettivo;
2. Tonaca muscolare, formata da fibre muscolari lisce con decorso obliquo, longitudinale o
siprale;
3. Tonaca mucosa, che è lo strato più interno rivolto verso il lume del canale vaginale, formata
da epitelio pavimentoso pluristratificato non cheratinizzato che poggia su una lamina
propria di tessuto connettivo.
VASCOLARIZZAZIONE DI UTERO E VAGINA
I due organi vengono irrorati rispettivamente dalle arterie uterine e vaginali, che sono dei rami delle
arterie iliache interne; in particolare, l’arteria uterina, risalendo lungo il margine laterale dell’utero,
emette una serie di rami, detti rami elicini, che vanno proprio ad irrorare il corpo dell’utero.
Il drenaggio venoso avviene ad opera delle vene uterine e delle vene vaginali, che seguono un
percorso satellite alle arterie e ai rami arteriosi e drenano appunto il sangue raccolto, nelle vene
iliache interne.

SCHEMA ORGANI GENITALI ESTERNI


Vanno a costituire la cosiddetta vulva e includono strutture cutanee modificate (monte di Venere,
piccole labbra, grandi labbra), gli organi erettili (clitoride, bulbi del vestibolo) e poi tutta una serie di
ghiandole vestibolari che rilasciano il loro secreto nelle vie genitali.

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