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Appunti Psicologia Mentalizzazione
Appunti Psicologia Mentalizzazione
TRE TEORIE:
facciamo riferimento a un processo che chiama in causa diverse componenti (somatico sensoriale,
endocrina, linguistica ecc)
– teoria della differenziazione : il neonato all inizio vive in uno stato di generica attivazione
(positiva o negativa) ma la distinzione tra le emozioni avviene in subordine a quello
cognitivo
– teoria differenziale: le emozioni di base (per il loro valore adattivo)sono presenti alla nascita
e compaiono presto, le emozioni complesse (sociali, secondarie) compaiono in seguito.
– Approccio funzionale o organizzazionale = E' una sintesi dei precedenti. L'organizzazione
generale delle emozioni è presente poco dopo la nascita, ma le sue componenti si sviluppano
grazie a processi simili a quelli dello sviluppo cognitivo
Impariamo col tempo a mostrare le emozioni nei modi e nei tempi più adatti (quindi sviluppo
emotivo è anche sviluppo della competenza emotiva)
METODI DI STUDIO
Approccio differenziale
I neonati già provano emozioni con funzione adattiva
– interesse
– gioia
– disgusto
– dispiacere
Rabbia e paura compaiono con la deambulazione
Rischio di assegnare alla mimica degli infanti il significato che ha per gli adulti
La manifestazione dell emozione inoltre non coincide con la consapevolezza dell'emozione
Empatia è simile a teoria della mente ma non è la stessa cosa( sono costrutti psicologici che si
toccano ma non si sovrappongono esattamente)
“si comporta così perchè è arrabbiato/perchè vuole farmi ceredere che/ ecc) → il buon esito di una
conversazione spesso sta nello spiegare il perchè di un comportamento..Quindi la teoria della mente
è adattiva (capire l'altro ti permette di capire di più il mondo sociale e agire meglio in base al
contesto)
ù
NS COMPORTAMENTO GUIDATO Da
(differente dalla mentalizzazione che chiama in causa non solo elementi cognitivi ma anche
emotivo-affettivi)
2)- Il compito di falsa credenza di primo ordine della scatola ingannevole
Incacapcità di prevedere ciò che l'altro dirà basandosi non sulla sua conoscenza ma sulla propria
falsa credenza, Il soggetto deve mettersi nei panni dell altro per vedere la sua realtà.
– Compiti di falsa credenza: hanno permesso, nella loro semplicità, di farci capire quando il
bimbo inizia a ragionare in termini di verità/falsità soggettivamente fondata
– 4 anni : spartiaque. Prima dei 4 annni i bimbi faliscono in questi compiti , dopo cominciano
a ragionare con questa modalità( anche prima dei 4 anni però hanno qualche una qualche
forma di mentalismo)
– capire che la mente rappresenta il mondo e che tali rappresentazioni guidano l'azione è la
tappa cruciale per l'acquisizione del ToM
– tappe evolutive della ToM : Precursori 0-2 anni, psicologia del desiderio (2 anni circa),
psicologia della vera credenza (3 anni circa)
MENTALIZZAZIONE
→ AZIONE:
Anche la teoria della mente ora ha un ottica life span (del ciclo di vita)
08/03/2019
:
TEORIA DELLA MENTE (DIFFERENZA CON MENTALIZZAZIONE
– capacità degli individui di attribuire stati mentali a sé e agli altri e di prevedere il proprio e
altrui comportamento sulla base di tali stati
– concetto prevalentemente cognitivo
– gli studi riguardao principalmente l'attribuzione di stati interni agli altri
– Consequenzialità : studiare la teoria della mente significa (…)
MENTALIZZAZIONE (DIFFERENZA CON EMPATIA)
Empatia = costrutto molto vicino alla mentalizzazione
– mettersi nei panni dell'altro, sentire ciò che l'altro prova. Quindi ha un rapporto con la
mentalizzazione (alcuni autori dicono che solo la stessa cosa, altri dicono che l empatia è
uno strumento della mentalizzazione)
– Risposta emotiva provocata dallo stato emotivo dell altro o dalla condizione della altro, che
è congruente con o stato emotivo o situazione dell'altro. (molto vicina se non identica)
– capire emozioni degli altri e non le proprie
– poco implicata sulla riflessione esplciita sugli stati emotivi (che sono per lo più agiti nell'
empatia fine a se stess) → quindi la mentalizzazione ha in più che comprende anche i miei
stati emotivi, recuperando quel distacco che ci permetta di accompagnare l'altro e essergli di
aiuto. La mentalizzaizone quindi ci fa rappresentare lo stato dell'altro, ce lo fa capire, però
riesco anche a darti quell aiuto che in questo momento necessiti.
Empatizzare è una componente del mentalizzare
– Empatizzare implica conoscere lo stato emotivo dell'altro, si lega allo sviluppo della
competenza emotiva. Inizalmente in termini DIRETTI (contagio emotivo, frequente nei
bimbi che piangono se piange uno)
– Quindi richiede una chiara differenziazione Sè-altro, una buona regolazione di Sè
combinazione adeguata di consapevolezza di Sè e dell'altro
MENTALIZZAZIONE LIVELLI
ESPLICITA: ogni volta che facciamo gli stati mentali oggetto di ragionamento in modo
consapevole, se riflettiamo sul ns comportamento in termini mentalistici
– la mentalizzazione è un processo simbolico, perchè comporta un attività di costruzione e
maipolazione di stati mentali ( io racconto la mia esperienza all altro, e l'altro mi da una
chiave di lettura diversa)
– cosciente e volontaria
– si esprime con una narrazione (centrale x es nella psicoterapia)
In quanto narrativa, la mentalizzazione:
– si applica a se stessi e agli altri, ridefinizione dell esperienza raccontata è faticosa
– coinvolge il fattore tempo (passato, presente e futuro, direzione in cui voglio andare)
IMPLICITA
Ripensando a qualcosa, mi vengono in mente aspetti che al momento non riuscivo a cogliere, a
freddo rimetto insieme i pezzi.
Diventare bravi a mentalizzare significa esserlo all'interno dell'interazione (ascoltarsi molto, quindi,
capire le proprie emozione e altrui, perchè certe cose ci danno fastidio ecc). E' faticoso
mentalizzare, perchè tieni presente le emozioni dell altro e la mia. Ciò implica una grande
conoscenza di sé
TMA =
Tenere a mente le emozioni in psicoterapia
Nlel testo “affettività mentalizzata”
– Significa dare senso alle emozioni alla luce della propria memoria autobiografica e della
propria storia
– concetto/costrutto simile a quello di regolazione emotiva (lo sviluppo delle emozioni
implica la capacità di esprimerle, capirle, regolarle) ma è radicato nel sé e nel senso di sé ma
coglie un quadro che può inserirsi all interno di un azione terapeutica.
– Lo psicoterapeuta ascolta e mentalizza il paziente per permettergli di mentalizzare
autonomamente, capacità che dipendono dalla ns storia
tre fattori, self report su tre scale misurati dal questionario :per valutare la capacità di mentalizzare
sulle proprie emozioni, (non di gestione delle emozioni)
– identificazione delle emozioni → dare significato e nome alle emozioni alla luce della storia
personale
– elaborazione emotiva: capacità di regolazione emozioni (durata e intensità)
– espressione emotiva= comunicare emozioni e pensieri lungo un continuum che va
dall'espressione interna a quella esterna
Ricerche per capire quanto Capacità di mentalizzazione dei genitori incida sulla capacità di
mentalizzazione dei bambini.
I test fatti all estero sono stati poi provati in italia per validare che valgano anche lì. (il questionario
che ha fatto)
lezione 14/05/2019
La Teoria della mente
ToM = accezione cognitiva, su capacità di spiegare emozioni proprie e altrui in termini sempre più
complessi dal punto di vista mentalistico
Capacità di presentarsi gli stati mentali propri e altrui per spiegare e prevedere in base a essi il
comportamento proprio e altrui
Premack,woodruff 1978
IL COMPITO DI :
2) scatola ingannevole: si mostra una scatola, le viene chiesto (domanda di realtà) di dire cosa
pensi ci sia dentro, lei dice smarties, e alla fine ci sono le matite.
→ Allora vengono fatte domande di falsa credenza della bambina (cosa pensavi ci fosse?)
→ e se ci fosse stato un altro bambino cosa ti avrebbe detto che c'era dentro? E la bimba risponde le
matite → quindi ciò che il bimbo conosce viene esteso anche all'altro.
La credenza falsa è che crede che le cose siano come le ha lasciate. Quindi bisogna accantonare la
propria visione della realtà x rappresentarsi lo stato mentale altrui
→ C'è un età a cui la credenza falsa non cè più: 4 anni., anche se forme di mentalismo ci sono anche
prima.
Prima dei 4 anni: costruzione progressiva della comprensione della mente
2-4 anni
Quindi si studia teoria della mente nelle condizioni d patologia nell'infazia, nell età adulta ecc
Lezione 15/05/2019
Problema verso fine anni 90: Per lo studio della ToM nel ciclo di vita non posso usare i compiti di
falsa credenza di 1° e 2° ordine.
→ quindi compiti di teoria della mente AVANZATI (più complessi e più ecologiche, cioè legate
all esperienza di vita del soggetto)
→ EYES test (in 2 versioni per bimbi e adulti) : vengono date etichette e bisogna scegliere
quella che descrive lo stato mentale della persona.
-Per valutare capacità di mind-reading, che ci porta a farci un idea di quale
Questo compito ha ampia applicazione anche su gente di oltre 65 anni (per vedere quali aree del
cervello si attivavano in questa comprensione mentalistica)
Mette a fuoco difficoltà che le persone autistiche, hanno nei rapporti sociali
Gli autistici hanno difficoltà a mentalizzare, ad andare oltre allo stimolo apparente.
E' criticato perchè da alcuni è considerato un test che non valuta tanto la ToM quanto la capacità di
comprendere le emozioni.
Sono storie che mettono a tema diversi comportamenti. Per esempio: una donna ansiosa vede un
uomo avvicinarsi e pensa la voglia derubare : mette attenzione sul guardare alle intenzioni dell altro
da vari punti di vista. Oppure donna che per manipolare dice che se nessuno prenderà i suoi gatti li
ucciderà.
Spesso questi compiti vengono usati sotto forma di batterie (partendo dalle credenze di primo e 2
ordine e facendole via via più avanzate)
Il decadimento (per es nel caso di Alzhaimer) comincia con i compiti più avanzati
→ Fopà → Storie molto brevi in cui si verifica una GAF (qualcosa di detto e non appropriato al
contesto) ci fa capire quanto nella quotidianità siamo impegnati nella mentalizzazione e bisogna
capire la GAF.
Le persone con disturbo dello spettro autistico fanno fatica a capire dove sta la Gaf, hanno soglie di
reazioni agli stimoli diverse da noi. Loro hanno una lettura “ letterale” del mondo a dispetto di
quello mentalistico.
L'imprevedibilità del contesto mette ansia alle persone autistiche.
→ Prova di Kindermann: per misurare livelli di ricorsività sempre crescenti. (primo, secondo,
terzo ordine ecc) cioè lei pensa, che lui pensa, che...
Ci permette di cogliere la variabilità all interno anche della tipicità. (chi ha tratti un po più paranoici
ecc, chi più macchiavellici ecc)
Tizio vuole invitare Sara a prendere un ape ma non sa se lei rinuncerebbe alla lezione per lui e
quindi non sa chiedere all amico. Lui incontra pamela amica di Sara e gli chiede. Tizio chiede se
pamela e Sara vogliono andare. Pam rimane sorpresa perchè si fa pare.
Situazione ecologica: situazione sociale molto comune.
Si fanno domande che valutano:
– controllo se si ha capito la storia (per avere certezza che le risposte sbagliate/giuste siano
date solo dalla falsa credenza)
Perchè lo spartiacque è a 4 anni? In età prescolare
– fattori sociali/ contestuali (per l'ambiente che spinge a migliorare queste capacità)
– Si sviluppa il linguaggio( strumento che ci permette di dare un nome ai processi della mente,
inoltre la struttura sintattica del linguaggio richiama alla ricorsività del pensiero (io penso
che lui pensa ecc, con le varie subordinate)
– sviluppo funzioni esecutive che mi fanno distogliere attenzione da un elemento e
concentrarmi su un altro.
L'AMBIENTE → nella svolta contestualistica ( che si sispira a Vigovskij) ci spiega che essa ha un
ruolo sullo sviluppo della capacità di mentalizzazione.
Lezione 17/05/2019
Origine relazionale della mentalizaazione (il caregivere attribuisce significati ai gesti del bimbo)
Mentalizzare significa:
– avere presente la mente propria e altrui (in modo da percepirne i contenuti e potervi riflettere
sopra) → riflessività
Creerò contesti mentalizzanti se rendo consapevoli le persone di questa capacità. I conflitti gestiti
grazie a questa capacità. (Paul Back) → lavorare su popolazioni di caregiver (fenomeni di bullismo
ecc tendono a recedere)
Sforzarsi di mettersi nei panni dell altro, vedere dal punto di vista dell'altro → importanza di
mentalizzare (non fermarsi alla prima lettura del comportamento ma andare oltre)
Il bimbo piccolo ha già capacità (es predilige volto, voce umana, ha delle preferenze) → Non è
totalmente incompetente
– successo nel gruppo dei pari → perchè l'ascolto, il conforto che so dare mi fa apprezzare
dall'altro
– competenza sociale
– risultati accademici
ATTIVITA'
→ funzionamento del cervello : cervello pensante e sistema di allarme (cosa succede quando posso
usare la mia capacità di mentalizzazione e quando no)
→ cosa posso fare io? Spostare l attenzione su oggetti esterni e interni
→ l'io pensante: riflettere sui propri pensieri e quelli altrui
→ Resilienza : allenare l IO pensante e individuare strategie di pensiero resilienti
→ L'allenamento: racconti che allenano la mente
es= “la torcia dell'attenzione” = ci fa capire che a volte guardiamo solo da un punto di vista o
prendiamo in considerazione solo una piccola parte ignorando le altre.
MENTALIZZAZIONE
Linee evolutive coinvolte
Effetto emotivo: (man mano che aumenta l'età)
1) Rispecchiamento
2) Intersoggettività
3) Attaccamento
Cognitivo: (man mano che aumenta l'età)
1) L’attenzione congiunta
2) Linguaggio
3) Teoria della mente
Ambiente materno:
-FISICO: la madre contiene fisicamente il bambino nel periodo di gestazione
-AFFETTIVO-EMOTIVO: la madre contiene mentalmente il bambino all’interno del
proprio mondo rappresentazionale, costruendo per lui/lei uno spazio entro il quale
crescere à -il bambino della notte- (FINZI)
Nel periodo prenatale importante due aspetti:
- Primi scambi con l’ambiente (la madre)
- Creazione di una rappresentazione del bimbo (i genitori pensano il bambino e si
creano le aspettative)
Le competenze presenti costituiscono le precondizioni per la formazione nei legami sociali
Il feto è già predisposto a interagire con l’altro.
- Neuroni mirror si attivano quando compio un’azione e quando l’altro la compie, base
di riconoscimento dell’altro come simile a me
- L’adulto: predisposizione genetica a vedere il proprio figlio attiva nella madre area
del cervello che analizza informazioni affettive per interagire col piccolo, specifiche regioni
del cervello si attivano osservando il sorriso con il piccolo, il pianto e il sorriso del bambino
attivano nella madre ossitocina ormone che porta a prendersi cura del piccolo.
- Il neonato considera il mondo esterno e quello interno come un’unica realtà, senza
effettuare alcuna distinzione (EQUIVALENZA PSICHICA) à incapacità di :
· Riconoscere che esiste un mondo mentale contrapposto al mondo degli oggetti
· Riconoscere che questi due contenuti diversi
· Capire che i mondi mentali sono tanti quanti gli individui con cui si entra in contatto
· Capire che tali mondi costituiscono il sé proprio e quello altrui
-Fenomeno del biofeedback sociale: l’esperienza ripetuta di risposte contingenti in modo
imperfetto consente al neonato di cominciare a differenziare mondi interni e esterni. Ciascun
componente della diade intensifica la sua interazione spingendo l’altro in un’orbita
superiore. sorridendo la madre suscita il sorriso del bambino e in questo modo rinforza il
suo successivo sorriso ad un livello ancora maggiore.
1) -Rispecchiamento emotivo: fedele = la madre coglie la corretta emozione del bambino e
lo rispecchia. La madre rispecchia il comportamento del bambino in modo fedele ma non
identico
→ Non identico= usa dei marcatori compie delle pause in cui propone espressioni
alternative di rassicurazione, mimica esagerata per intensificare alcune emozioni. Il
bambino percepisce la propria emozione sul volto della madre e può farla propria
associandola sensazioni fisiologiche esperite in quel momento (madre come traduttore delle
emozioni del piccolo). Il neonato impara a conoscere le proprie emozioni, inizia a
interiorizzarne una rappresentazione delle proprie emozioni inizia a interiorizzare una
rappresentazione e a differenziare i propri stati interni da quelli dell’altro.
Acquisisce un senso di agency sociale : percezione di poter influenzare con il proprio
comportamento non solo il mondo degli oggetti.
Se la madre non rispecchia l’emozione corretta: il bambino non impara a riconoscere e
differenziare le proprie emozioni, il bambino non ha accesso alla propria mente. Se la madre
non usa correttamente i marcatori : il bambino non coglie la differenza se/altro, il bambino
non comprende la relazione tra emozioni e azioni e non è in grado di prevedere le
conseguenze del proprio comportamento.
2)Intersoggettività:
– contenuto di esperienza condivisa con un altro essere umano, o “contatto mentale” con
l'altro, che ha luogo durante la comunicazione inetrpersonale.
– Coregolazione, condivisione di stati soggettivi interni
– si basa sul rispecchiamento affettivo
– ciò che passa in quello scambio ha un senso.
– Il bimbo capisce che le menti di lui e della mamma sono separate ma possono connettersi.
Ovviamente è una capacità acquisita dal bimbo ma non è un ragionamento fatto dal bimbo
DIVERSI LIVELL DI INTERSOGGETTIVITA'
– Primaria = dalla nascita ai primi 3 mesi, grazie a scambio diadico bimbo genitore,
imitazione reciproca, condivisione emozione
→ indicatori:
1) predisposizioni ad imitare
2) protoconversazioni (interazioni spontanee con connotazione affettiva positiva
– secondaria (4-6 mesi)
– Il bimbo sposta attenzione verso oggetti del mondo esterno Conversazioni da Diadiche
diventano Triadiche
– caregiver = funzione fondamentale di scaffolding (il caregiver riconosce oggetti su cui porta
l'attenzione)
3) ATTACCAMENTO
Versante Cognitivo
1) Attenzione congiunta
→ 8/9 mesi (dirigere attenzione di un altra persona(partner) su un oggetto per condividere
attenzione.
→ indicare (pointing) : con intento richiestivo/ dichiarativo (sono simili ma cambia la finalità
comunicativa)
Il pointing ci indica che il bimbo percepisce l'altro come partner con cui condividere la realtà.
Quindi già sotto l'anno, il bimbo percepisce l'altro come dotato di mente.
(attenzione congiunta e pointing dichiarativo sono precursori di capacità di mentalizzazione)
→ riferimento sociale = il bimbo in una nuova situazione, usa la reazione del caregiver (cerca il suo
sguardo)per vedere cosa fare nella situazione nuova. In base alla lettura del caregiver verifica cosa
fare nella situazione
2) linguaggio
LA RESILIENZA
→ la mentalizzazione è un fattore che promuove la resilienza
→ nasce in fisica: un corpo sottoposto a forti sollecitazioni risponde in modo funzionale, senza
spezzarsi → trasposizione nelle scienze sociali: capacità di resistere agli urti della vita uscendone
rinforzati o addirittura trasformati.
→ studio della resilienza ha portato a cambio di focus: attenzione non solo a fattori di rischio ma
anche a fattori di riuscita e rinascita (modello dinamico e complesso, non statico)
(fattori di rischio = dinamico e relativo)
CARATTERISTICHE RESILIENZA
→ Presenta sfumature e gradi diversi
→ è soggetta a circostanze e tempi, cambiare nel ciclo di vita