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Comunicazione Politica

27/09

Definizioni di comunicazione politica: “Le informazioni e i messaggi che circolano nel sistema politico, che
ad esso arrivano e da esso partono (Almond e Powell 1978). Negli anni 80 si parlava di informazione e
messaggi. Le informazioni sono l’input che però non ottiene un feedback, i messaggi creano un circolo con
altri attori.

Definizione di Mazzoleni (1998): lo scambio e il confronto dei contenuti di interesse pubblico-politico


prodotti dal sistema politico, dal sistema dei media e dal cittadino-elettore.

Questi sono i 3 grandi attori: -sistema politico, riguarda le organizzazioni, il singolo politico;

-sistema dei media:

-cittadino ed elettore

Con i social i cittadini possono interagire direttamente con gli attori politici.

Funzioni della comunicazione politica: -attirare, coinvolgere, persuadere il pubblico, istaurare un rapporto e
convincere in caso di campagna elettorale.

Mezzi: retorica e linguaggio, ma anche rituali e simboli. I social hanno aperto nuove possibilità come
l’utilizzo dei meme.

Il linguaggio è la realtà politica (Edelman 1988)

Interdisciplinarietà: scienza politica, sociologia della comunicazione, psicologia sociale, scienze del
linguaggio, antropologia, ecc.

Ci sono del modelli di comunicazione politica come prodotto dei 3 attori della polis.

MODELLO PUBBLICISTICO-DIALOGICO di comunicazione politica

A: spazio condiviso della comunicazione immediata (comunicazione bilaterale tra elite e pubblico)

B: spazio comunicativo (comunicazione bilaterale tra elite e media). Vi è un rapporto privilegiato tra attori
politici e giornalisti, i politici sfruttano le testate per poter raggiungere l’opinione pubblica. I giornalisti
sfruttano le notizie politiche (specialmente scoop) in modo che siano i primi a pubblicarle.

C: spazio comunicativo informativo (dai media al pubblico). Percezione dei gusti, pensieri su tematiche
dell’opinione pubblica (come i cittadini che vengono intervistati).

A,B,C ci saranno sempre. Ma potrà anche esserci un altro spazio.


D: spazio della comunicazione politica mediatizzata. I media fungono da perno della comunicazione
ascendente e discendente anche se la loro azione va a sommarsi all’azione dialogica degli altri attori.

MODELLO MEDIATIZZATO di comunicazione politica

D: spazio pubblico mediatizzato

Il ruolo dei media è centrale nello scambio tra altri 2 attori: ribalta dell’azione politica e interlocutori
privilegiati dei due attori.

Mediatizzazione politica: l’azione pubblica avviene all’interno dello spazio mediale. Gli output della politica
vengono condivisi in questo spazio.

Nelle moderne democrazie rappresentative la legittimazione dei rappresentanti passa attraverso il ruolo
della libera discussione delle decisioni. La comunicazione politica, a differenza della propaganda
(manipolazione), è possibile laddove vi è libertà e non coercizione. Dove esiste un’opinione pubblica
informata e critica.

Legittimità degli attori: maggiore influenza, attenzione da parte del pubblico. Alcuni potranno avere
maggiore legittimità per lo status (ruolo) oppure creandola nel tempo.

- I governanti sono designati attraverso elezioni che si tengono ad intervalli regolari;


- I governanti conservano, nelle loro decisioni, un certo livello di indipendenza rispetto ai voleri dei
loro elettori;
- I governanti possono esprimere, liberamente e senza censura, le loro opinioni e le loro volontà
politiche;
- Le decisioni pubbliche sono sottoposte alla “prova della discussione”

La prova di discussione avviene nel sistema dei media, permettendo la partecipazione dell’opinione
pubblica come combustibili della democrazia, ma per questo serve un sistema dei media che stimoli una
discussione.

Avere un’opinione pubblica informata e critica è difficile. Assistiamo ad una voglia di conoscenza, ma una
mancata partecipazione.
Processi politici decisionali:

-procedure non democratiche (dittature, ma anche all’interno della democrazia stessa): avvengono al di
fuori;

-procedure non deliberative: -negoziazioni cooperative antagoniste, il cittadino è chiamato a discutere temi
di interesse pubblico, per comunicare all’attore il proprio pensiero, il quale ne dovrà tenere conto.

-procedure aggregative: elezioni

-procedure deliberative: -dialogiche e argomentative (idea iniziale del movimento 5 stelle), la comunità
viene consultata nei temi di interesse pubblico. I caratteri di questa procedura sono –pubblico informato; -
informazione bilanciata, che non favorisca alcuna posizione; -argomentazione basata su una teoria; -fornire
giustificazioni per creare un’idea condivisa (Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda).

-negoziazioni deliberative: accordi temporanei e incompleti. Non vi è un necessario coinvolgimento della


base che tiene conto della razionalità e della mutua giustificazione.

Come la legge sulla deliberazione (attuata in alcune regioni come la Toscana, Sicilia, Lazio, ecc): nel
momento della deliberazione i cittadini capiscono le difficoltà in cui incombe l’attore politico, ma allo stesso
tempo possono confrontarsi per arrivare ad una decisione consensuale e quindi alle ….

28/09

Nel sistema democratico contemporaneo si osserva un trend: lo sviluppo dei nuovi mezzi di comunicazione.

Nel secondo dopo guerra siamo passati da una comunicazione basata sulla retorica (comizi) ad una
comunicazione politica che preferisce il rapporto individuale con l’elettore. Anche la scelta del mezzo.
Siamo passati da una comunicazione tramite TV, le tv private che hanno cambiato il modo e il tempo di fare
comunicazione e, infine, ad una comunicazione caratterizzata da nuovi media (internet, social) che ha
permesso un ulteriore cambiamento: il coinvolgimento dei cittadini.

La comunicazione politica è il prodotto evolutivo del duplice processo di democratizzazione e di sviluppo


dei mezzi di comunicazione di massa.

Cambiamento epocale nella comunicazione politica: -citizen engagement: viene privilegiato il rapporto
immediato e diretto tra leader e cittadini in contrapposizione alle democrazie rappresentative
(personalizzazione della politica, al partito si è sostituito il leader come guida politica, faccia di quel partito.
Nei manifesti elettorali prima c’era un simbolo, adesso una faccia). Come conseguenza di questa politica
fatta da un leader: -la forte volatilità dell’opinione pubblica, che si sposta in base all’umore, al carisma del
leader

-internet e nuova comunicazione: dialogica e veloce. La grammatica del mezzo modifica anche i contenuti, i
toni e forme comunicative, con i mainstream media (stampa, radio, televisione) che li rilanciano e
l’erosione del confine tra sfera pubblica e privata. Molti tg partono da un tweet di un polito, una sua
espressione ecc.

Vi è una comunicazione istantanea, veloce. Il nuovo foro della deliberazione e della rappresentanza politica
sono i media, la bacheca facebook o twitter, i sondaggi di opinione (usati dai politici per capire quanto sono
ben visti, cosa pensa il pubblico di loro ecc) e l’immagine.

Argomentazione ridotta e suggestiva, basata su presupposizioni e implicature che facciano emergere un


universo di lavori e significati ancorato a sentimenti talvolta prepolitici.

Queste rivoluzioni hanno avuto effetti sul messaggio politico: -manca l’attenzione per leggere messaggi,
interviste lunghe, spesso ci si basa su un tweet, su argomentazioni estrapolate da un discorso più ampio,
che prendono alcuni stimoli, li sfruttano nel momento presente per suscitare sostegno e approvazione di
chi le pronuncia e del rispettivo partito.

-comporta anche stabilire delle connessioni basate su valori, disposizioni che i nostri interlocutori hanno.
Nel momento in cui si trova un’insoddisfazione nei confronti della politica, alcuni movimenti hanno
sfruttato questa insoddisfazione per scopi propri, cercando di essere presenti e tenere conto delle loro
esigenze.

Avere conoscenza dell’elettorato (chi ascolta) per poter sfruttare gli atteggiamenti, predisposizioni che
potranno essere sfruttate nella comunicazione politica.

Importante è il Meccanismo dell’immedesimazione: politico uguale al cittadino. Il polito come un cittadino


tra i tanti, non è tale per le competenze o perché particolarmente selezionato. È un cittadino che ha le
stesse caratteristiche degli altri cittadini. Arriva da essi e rappresenterà i loro interessi.

Dal paradigma della superiorità (basato sulla competenza del leader) al paradigma del rispecchiamento
(basato sulla somiglianza tra èlite e base).

Che cos’è la politica? L’insieme delle attività, svolte da uno o più soggetti individuali o collettivi,
caratterizzate dal comando, potere e conflitto, ma anche da partecipazione, cooperazione e consenso,
inerenti al funzionamento della collettività umana alla quale compete la responsabilità primaria del
controllo della violenza e della distribuzione al suo interno di costi e benefici, materiali e non. (Cotta, Della
Porta, e Morlino 2008)

Da una parte c’è un potere decisionale, capire come gestire la res pubblica; dall’altra parte c’è la
cooperazione, la partecipazione che porti ad un consenso quanto più generalizzato.

La collettività umana è un gruppo definito dai confini (polity), l’interesse principale è di eliminare conflitto,
mettere in sicurezza (interesse principale). Distribuzione di costi e benefici (attività secondaria).

La politica riguarda la gestione della collettività responsabile dell’ordine pacifico.

Si procede stabilendo l’agenda setting (i temi da affrontare, gli argomenti sui quali investire risorse
pubbliche). Successivamente ci saranno le negoziazioni, fase di affinamento delle proposte politiche, per
poi arrivare all’implementazione della politica e l’attuazione ed infine gli effetti dell’attuazione
(assestement).
3 facce della politica:

-polity, la definizione dell’identità e dei confini della comunità politica organizzata e le relative
strutture/processi di mantenimento e di cambiamento (elementi territoriali, organizzativo-istituzionali,
socio-culturali).

Ha a che fare anche con i valori, che rappresentano tale comunità per esempio all’estero.

-politics: lo studio del potere (organizzazione), della competizione per il potere politico e della rete in cui
tale potere si formalizza, cioè della capacità di influire sulle decisioni (gli attori della politica,
l’organizzazione e la distribuzione del potere e le dinamiche e i limiti del processo politico-istituzionale).

Rientrano anche le regole che caratterizzano il sistema politico, il sistema di gioco.

-policy: i programmi di azione, il processo di produzione e attuazione delle politiche pubbliche (policy-
making), vale a dire gli output della politica.

POLITY: è sempre legata ad una collettività definita, anche se questa può non essere uno stato o un sistema
politico (ad esempio, la politica all’interno di un’associazione, di un’entità subnazionale o sovranazionale o
un altro tipo di collettività), che ha l’uso esclusivo della forza: ubiquità della politica. La politica è ovunque,
anche all’interno dell’università. Nelle relazioni con gli altri, con le istituzioni ci troviamo a definire la
valenza e il posizionamento di noi stessi rispetto all’autorità politica.

La politica è sempre legata ad una collettività definita anche se questa può non essere uno stato o un
sistema: la politica all’interno di un’associazione sovranazionale, nazionale.

Stabilisce dove le nostre politiche avranno attuazione, la sfera d’azione.

Esiste una forte connessione tra le diverse polity, le diverse comunità e anche un’interdipendenza nel
momento in cui si affrontano problemi complessi e si vuole produrre politiche su tali problemi.

“Il linguaggio politico contribuisce alla costruzione di un patrimonio valoriale e simbolico che esprime
significati codificati all’interno di una determinata collettività e che, naturalmente, dipende sia dal sistema
di valori condivisi dalla comunità che dalla capacità dell’oratore di individuarli e selezionale le scelte
linguistiche per evocarli”. (Baldi)

Il comune sentire caratterizza una comunità locale, nazionale o sovranazionale. Nel momento in cui si riesce
ad evocare tali valori e rendere partecipi i cittadini, il messaggio politico sarà efficace, poiché tocca punti
che accomunano le persone, ma bisogna stare attenti a non eccedere. Ovviamente gli attori politici cercano
di caratterizzare la loro azione politica, il loro programma sulla base di tali valori, seguendoli.

La costruzione dell’identità e della socialità è da sempre legata alla tecnologie della comunicazione.

Nuovi modelli di comportamento, nuove strutture sociali, spazio della realtà percepita e del modo di
rappresentarla.

L’oratore sfrutta i valori condivisi della polity, ma deve fare attenzione a non eccedere nell’utilizzo di questi.

Il modo in cui la politica cerca di rappresentare la nostra comunità è qualcosa che ci viene raccontato dai
media. Quindi c’è una relazione nel momento in cui la polity interagisce con la politics, interconnessione tra
comunità politica e attori che la compongono e il modo di elaborare un messaggio e i suoi contenuti che
caratterizzano la comunicazione politica nei momenti in cui si studia la polity.

C’è una forte connessione tra il sistema sociale e culturale (tutti gli elementi che contraddistinguono la
nostra società), il sistema mediale che racconta questi elementi e contribuisce a diffondere la conoscenza
dell’essere parte di tale comunità. Questa relazione tra società e individuo renderà possibile la procedure di
significazione: l’attribuzione di un significato ad una determinata comunicazione, un determinato
messaggio.

Sfruttare al meglio il sistema sociale valoriale per la creazione di un messaggio, attraverso i media, per
creare una connessione tra la preferenza dell’individuo-elettore e il sistema sociale nel quale è integrato.

POLITICS: riguarda tutti i processi legati all’acquisizione e alla gestione del potere politico che costituiscono
l’oggetto tradizionale dello studio della Scienza politica.

I processi riguardano sia l’attribuzione del potere come le elezioni, la formazione o l’abbattimento dei
governi (crisi), tutto il processo decisionale effettuato da questi attori. incluse manifestazioni extra
istituzionali come manifestazioni di protesta, scioperi. Sono presenti anche delle forme di partecipazione
invisibile.

L’attuale politics visualizzata è a livello nazionale, ma è possibile farlo anche a livello regionale, locale,
dell’unione europea, ecc.

Nelle democrazie contemporanee la politics è particolarmente evidente e centrale, dato il carattere


competitivo e pubblico dei processi politici e il ruolo determinante assunto dai mass media, per cui la
politica è divenuta (soprattutto grazie alla televisione) una sorta di spettacolo sotto gli occhi del cittadino,
anche se la massa dei cittadini vi partecipa saltuariamente e con poca intensità (essenzialmente quando, e
se, va a votare).
Da un lato c’è la necessità degli attori della politica di utilizzare i mezzi di comunicazione per interagire con
il loro bacino di elettori; dall’altra parte una cittadinanza sempre più disinteressata. Peculiarità che
contraddistingue i nuovi sistemi democratici.

Partecipazione visibile: ad un comizio, corteo, attività gratuita per un partito, finanziamento ad un partito.

Si può notare una decrescenza del trend, però bisogna considerare che tale percentuale è inferiore rispetto
all’affluenza elettorale (anche questa presenta una decrescenza).

Partecipazione invisibile: -parla di politica almeno 1 giorno alla settimana; si informa di politica almeno 1
giorno alla settimana

Qualcosa a cui il cittadino guarda con crescente estraneità e distacco.

C’è un disinteresse generale: mancata partecipazione, volatila del voto, mancato interesse. Tutte
componenti che determinano risultati nelle elezioni.

POLICIES: decisioni prodotte dalle istituzioni politiche che, direttamente o indirettamente, si ripercuotono
sulla vita quotidiana di tutti (individui, famiglie, gruppi, aziende, altri stati, ecc).

Nel momento in cui si analizzano le politiche pubbliche occorre focalizzarsi sia sulla natura e di come queste
riescono a distribuire costi e benefici tra i diversi gruppi della comunità; bisogna analizzare il processo
decisionale (formazione dell’agenda, quali tematiche affronteranno e delle proposte per fronteggiare
problemi, strategie).

Se le burocrazie e i destinatari della politica non collaboreranno con l’attuazione della politica, ci sarà
l’esigenza di riformulare la politica, per renderla efficace.
Modalità di valutazione: solo un’importante studio dell’impatto delle politiche pubbliche potrà permette un
miglioramento, correggere eventuali errori e raggiungere gli obiettivi che gli attori si erano prefissati.
Questa fase può avvenire prima dell’attuazione della politica, uno studio sul possibile impatto; sia in itinere,
sia ex post.

Tutti questi elementi sono fondamentali.

Fatti e prodotti della politica vengono percepiti e conosciuti dal cittadino tramite l’accesso ai media (nuovi e
Vecchi) oppure tramite fonti secondarie (opinion makers) appartenenti al network sociale di riferimento
che a loro volta sono stati esposti ai messaggi mediali (flusso a due stadi).

Coloro che hanno una alta conoscenza della politica utilizzano strumenti, per l’informazione, diversi rispetto
a coloro che hanno una scarsa conoscenza.

L’informazione politica utilizza nuovi strumenti come anche le altre tipologie di comunicazione.

29/09
La polity, politics e policy si influenzano a vicenda, ci sono delle relazioni molto forti. Gli attori politici
avranno un’influenza sia nelle polity sia nei prodotti della politica.

Una variazione della polity avrà delle ripercussioni anche nella politics. Lo spettro d’azione delle nostre
politiche sarà determinato dal territorio. La polity, le dimensioni e i confini saranno influenzati dalle
decisioni frutto dell’azione degli attori, delle istituzioni, delle regole decisionali (referendum in Ucraina. Le
decisioni degli attori potranno incidere sulla definizione dei confini e dei limiti, ma anche riforme strutturali
si ripercuoteranno sull’agire politico degli attori.

Relazione tra polity e politicies: la polity costituisce i confini di validità delle nostre politiche (le leggi italiane
hanno valore sul territorio italiano), ma vi sono delle sfere di competenza (Leggi normative europee, che
hanno un valore che interessa più paesi dell’unione).

Più politicies possono insistere nello stesso territorio: le regioni hanno la possibilità di prendere decisioni
anche di valore vincolante e dipenderà da come si è organizzata la comunità politica.

Le politiche possono rafforzare o indebolire la coesione interna: politiche territoriali.

Il modo in cui le politiche saranno sviluppate nel lungo periodo determinerà anche la struttura e la coesione
della nostra comunità politica.

Relazione inversa: il potenziale politico delle politiche pubbliche, queste sono in grado di influenzare la
sfera del potere presentando una loro forza inerziale: quando una politica sia legata ad un attore politico e
l’influenza del successo o dell’insuccesso (una politica associata ad una forza politica direttamente o
indirettamente come il reddito di cittadinanza con il M5S) di quella forza politica.

Le politiche si legano agli attori che le hanno “generate”. Le politiche sono il frutto degli attori della politica,
ma le politiche stesse andranno a determinare la sconfitta o il successo del politico o delle istituzioni.

Nel tempo ci sono state delle trasformazioni che hanno interessato queste dimensioni. La polity legata al
concetto di identità nazionale. Negli anni abbiamo visto lo sviluppo di nuove identità politiche, nuove politis
(organizzazioni sovranazionali, internazionali). Vi possono essere spinte che possono mettere in qualche
modo a repentaglio il potere della comunità politica.
Relazioni tra politics e politiche pubbliche, le politiche pubbliche sono il prodotto della politica, i loro
contenuti saranno influenzati dalle modalità dell’organizzazione del potere e dall’identità degli attori
politici.

La politics, l’affermazione della democrazia è stato un trend e un fenomeno che ha interessato molti paesi
negli ultimi anni, soprattutto dopo la caduta del muro di Berlino. Crisi della democrazia a causa della
mancata partecipazione, la sfiducia negli attori politici, nelle istituzioni, nel parlamento (che fino a poco
tempo fa vi era molta più fiducia). Anche se ci sono alcune figure istituzionali che godono di maggior fiducia
(Papà), mentre altre come i partiti, il parlamento, godono di scarsa fiducia.

-Sviluppo di gruppi di pressione che agiscono contro gli attori politici, determinando/influenzando politiche
pubbliche ai quali si erano espressi i cittadini. I gruppi di pressione possono avere a che fare con interessi
economici nazionali o internazionali.

-Spinte populiste: dettate dalla sfiducia del cittadino rispetto ad un attore politico, che porta il cittadino a
preferire un’azione diretta (la democrazia diretta che si sostituisce alla democrazia rappresentativa) o a
creare un rapporto diverso con il proprio rappresentante (come sottoporre alcune questioni ai cittadini).

Trasformazioni delle politiche: -cambiamento nelle dinamiche demografiche per via di diverse spinte: crisi
demografica dei paesi occidentali, necessarie delle politiche per risolvere questi problemi;

-concorrenza internazionale: per via della globalizzazione;

-privatizzazioni e depoliticizzazione: molte aree rispetto al passato sono state privatizzate, fuori dal
controllo della sfera politica e gli interessi e le logiche del mercato

Nonostante queste 3 dimensioni possono essere analizzate singolarmente, in realtà sono molto integrate
tra loro. Lo studio della comunità politica implica uno studio delle dinamiche e logiche del potere,
dell’organizzazione e di conseguenza anche le politiche prodotto che avranno dell’effetto su coloro che le
hanno proposte e sulla comunità.

Il concetto di potere, può essere definito già con riferimento alla definizione della politica (proteggere e
difendere i cittadini, influenza su ciò che gli atri possono fare, ecc, va un potere delegato ad una serie di
attori perché il singolo individuo non potrebbe gestire): la capacità di indirizzare i comportamenti di altri
soggetti (avere un’influenza, vi deve essere anche una collaborazione) nella direzione voluta è una
condizione degli attori politici. Nell’attività di questi la ricerca, la conquista, l’utilizzo e la difesa del potere
occupano un posto di rilievo, se non preminente. Dove ciascun attore politico avrà interesse ad usare il
potere per promuovere i propri interessi. Ma il potere non si limita all’agire politico, piuttosto è un
fenomeno diffuso nell’agire umano (politico, economico, spirituale, accademico, familiare). Anche nelle
interazioni in ambito lavorativo, anche a livello familiare.

Sistema politico: l’insieme delle istituzioni politiche che costituiscono l’ossatura della vita politica di un
paese (poteri legislativo, esecutivo, giudiziario + gli altri soggetti, quali partiti, movimenti, gruppi di
pressione).

Comunicazione istituzionale/pubblica: espressione delle istituzioni e non di chi ricopre i vari uffici (per
esempio la comunicazione di come si vota, pubblicazione della gazzetta, siti dei ministeri).

Comunicazione politico-partitica: prodotto della libertà di manifestazione del pensiero, di associazione e di


competizione per la rappresentanza e la difesa degli interessi. Alcuni attori fanno comunicazione al fine di
potere gestire il potere, guadagnare sempre di più e difenderlo. La necessità degli attori è di comunicare di
essere presenti nei vari mezzi mainstream o nella comunicazione diretta dei media. Può contribuire al
successo della sua politica. Ma il politico deve anche sempre essere pronto a legittimare la propria
posizione o scelta: per esempio un presidente di un paese democratico che decide l’uso della forza armata
nei confronti di un altro paese, sarà chiamato a giustificare il motivo del ricorso alla forza.

Sistema dei media: insieme delle istituzioni mediali che svolgono attività di produzione e di distribuzione
del sapere (informazioni, idee, cultura). Dovranno gestire le notizie e il dibattito che avviene: selezionando
porzioni di notizie.

Cittadino-elettore: diviene opinione pubblica quando la sua opinione (preferenze, atteggiamenti) è rilevata
da sondaggi; elettorato al momento del voto.

La comunicazione è importante per la politica per rendere legittima la politica stessa.

I flussi di comunicazione tra i diversi attori. Gli attori della politica utilizzeranno messaggi, campagne di
comunicazione, account personali per comunicare direttamente con il pubblico. La possibilità di avere uno
spazio all’interno dei media per proporre la propria politica, che fa si che quello che i media trasporteranno
al pubblico (media framing) sia in linea. Questo però non è possibile al 100%, potrebbe distorcere la visione,
attivando altri frames, altre comunicazioni di attori (competitor) che possono generare un’opinione
pubblica non in linea con il messaggio del politico.

I mass media devono garantire l’accesso agli attori per realizzare il pacchetto di informazioni che vengono
pubblicate. Avere una garanzia di una serie di attori che forniscono informazioni, possono essere delle fonti
nei momenti di crisi. Nel momenti in cui il pubblico cerca un’informazione su un argomento, avere
un’informazione privilegiata da parte di alcuni attori politici (frutto di una relazione) permette di essere tra i
primi a fornire quella notizia. Importantissimo per il giornalismo politico.
Gli attori utilizzano i social per vedere come gli altri attori stanno facendo politica, quali messaggi e in che
modo vengono veicolati e come risponde l’opinione pubblica.

Vengono usati studi di opinione pubblica dai nuovi media per capire le preferenze: sondaggi di opinione.
L’opinione pubblica può anche dialogare con gli attori: nel momento del voto, durante i sondaggi ma anche
con i mass media: comunicare la decisione del pubblico ai nostri decisori.

Avere una struttura che aiuti a comunicare sia comunicazione istituzionale, nel caso del ministero, sia
comunicazione politica-partitica, nel caso delle forze interne. Vi sono molti settori in cui un operatore
politico può operare.

Sapere comunicare per manifestare al meglio le proprie intenzioni. Molti politici hanno dei team che si
occupano di comunicazione specialmente con l’avvento dei social, mezzi in cui è semplice essere fraintesi
oppure essere attaccati, creare disinformazione.

4/10

I 3 attori che definiscono l’agire della comunicazione politica sono collegati e sempre più interconnessi
anche rispetto ai cambiamenti del sistema mediale.

Giornalmente scambio tra opinione pubblica, politici e media. Connessioni tra l’elite politica di un paese e
l’elettorato di un altro paese. Ogni giorno possiamo essere esposti alla comunicazione politica di altri paesi
e che potrà influenzare anche la nostra comunicazione politica.

Dal sistema politico (può riguardare anche singole persone) al sistema dei media: il sistema politico mira a
estendere il suo potere, influenzare e controllare il sistema dei media, imponendo i suoi criteri di selezione
(agenda setting) e costruzione della realtà. Può avvenire in vari modi, attraverso la

 Regolamentazione: politiche pubbliche che governano l’attività dei media nell’arena politica. Porre
dei paletti rispetto quanto possano fare i media, può andare a discapito della credibilità mediale del
messaggio se questo viene espressamente controllato dal governatore.
 Media e news management: sistema della politica cerca di condizionare l’attività dei media
attraverso relazioni pubbliche anche privilegiate, conferenza stampa (dove gli attori sono chiamati a
spiegare), lottizzazione, ecc.

Avere delle relazioni privilegiate per proporre la propria costruzione della realtà tra chi vuole fare
comunicazione politica e gli attori della politica.

Nella politica più un sistema è polarizzato più la rappresentazione di un tema politico sarà oggetto di
dibattito e ciascuno attore politico sarà interessato che il su messaggio, il suo frame sia difeso a fronte di
altre contro argomentazioni che potranno essere usate contro di lui.

 Fonte di informazione: alcune componenti del sistema politico stabiliscono rapporti di


collaborazione o scambio con news media.

Il sistema politico è la principale fonte di informazione per rappresentare fatti, attori ed eventi. Alcune
componenti del sistema politico hanno stabilito rapporti di collaborazione e di scambio con i news media
per fornire informazioni le quali sarebbero difficili da reperire. Una relazione anche di scambio: ti fornisco
informazioni, ottengo visibilità e possibilità di vendere la mia visione della politica.

Relazione di scambio che dall’attore politico va al sistema mediale, ma esiste anche la relazione opposta:

Dal sistema dei media al sistema politico: anche i media potranno influenzare l’agire degli attori, flusso che
assume forme diverse a seconda dei contesti culturali e istituzionali in cui i media si collocano:
 Informazione: sistema dei media svolge la tradizionale funzione referenziale, veicolando
informazioni e dati di interesse politico. Fornire un’arena per avere accesso alle opinioni pubbliche.
Fornire un’informazione ai cittadini ma anche ai governanti.
 Vigilanza/critica: i media assolvono alla funzione di portavoce del cittadino, controllando e
giudicando sui propri canali di informazione l’operato di istituzioni e partiti (controllare quanto i
politici dicono, funzione necessaria nelle democrazie, nel momento in cui salta la vigilanza,
sussistono dei problemi nel rapporto tra cittadino e politico).
 Partigianeria: i media, nei sistemi polarizzati e nei sistemi in cui sussiste lo scambio bilaterale tra
sistema dei media e sistema della politica, si fanno portavoce di partiti e interessi o lobby politiche.
Alcuni quotidiani in Italia si fanno portavoce di alcuni partiti, dei loro frames.
 Mediatizzazione: i media impongono i propri linguaggi e formati alla comunicazione degli attori
politici (spettacolarizzazione della politica).

C’è stata una progressiva personalizzazione della politica: l’attore politico che ha sostituito il partito, come il
movimento 5 stelle che ha utilizzato la faccia di Conte nei manifesti.

I media impongono il loro linguaggio, la forma e il formato della comunicazione. Oggi si parla di
Infotaiment: unire l’informazione all’intrattenimento, avere una politica maggiormente di intrattenimento
che interessi il pubblico e non spinga a cambiare canale. Una logica di scambio, c’è un interesse economico
da parte degli attori mediali, farsi largo in un sistema molto competitivo, essere seguiti. Dall’altro c’è
l’interesse a stare al centro del dibattito politico e avere la possibilità di pubblicizzare la propria offerta. Una
relazione di scambio che porta ad un’influenza reciproca, anche con riferimento al linguaggio.

Dal sistema politico al cittadino-elettore:

Comunicazione pubblica o istituzionale: le istituzioni politiche informano i cittadini (pubblicare sulla


gazzetta la legge)

Comunicazione fatta di contatto personale: politici interloquiscono direttamente con i cittadini (campagne
elettorali, social media).

Altro trend che osserviamo sempre più è la cosiddetta campagna elettorale permanente che si attenua in
un periodo post elettorale.

Altri sistemi prevedono governi di larghe intese che possono guidare il paese in un periodo di convivenza.

Propaganda e pubblicità: candidati e partiti si rivolgono al pubblico o all’elettorato per persuaderli della
bontà delle loro proposte o per chiedere consenso, che si potrà tradurre in voto o approvazione e sostegno
in un periodo che va da un elezione ad un’altra.

Possiamo avere un atteggiamento referente dell’attore politico nei confronti del cittadino (in sistemi
democratici, non di antagonismo, altrimenti ciò che si vuole offrire non troverà consenso e approvazione
necessaria affinché il politico governi. L’obiettivo del partito è stabilire un rapporto di fiducia, privilegiato
con l’opinione pubblica e il cittadino.

Dal cittadino-elettore al sistema politico Flusso che si sviluppa dalla risposta fornita dal cittadino ai messaggi
del sistema politico, può avvenire in vari modi:

 Voto (partecipazione visibile ha luogo quando manifestiamo, quando lo finanziamo). Purtroppo è


una partecipazione che sta diminuendo sempre.
 Dibattito pubblico, affrontare e sfidare il politico nel momento in cui è nel territorio, implicando una
relazione tra il politico rappresentante e un determinato territorio del nostro paese. Il politico
dovrà farsi vedere, stabilire delle interazioni con l’elettorato. Strumento sempre meno utilizzato;
 Interazione diretta (offline/online): mail, social, faccia a faccia.
 Sondaggio di opinione, un termometro usato dai leader per modificare, aggiustare talvolta solo la
comunicazione politica ma altre anche i contenti stessi della politica. Capire come rendere al meglio
rispetto al proprio segmento di opinione pubblica che interessa, usare quei frames, messaggi che
possono essere più efficaci ed efficienti

Dal sistema dei media al cittadino-elettore: le funzioni che il sistema dei media svolge

 Informazione: analoga alla funzione svolta dai media nei confronti del sistema politico. Di tipo
referenziale puro (es: TG) o misto (infotaintment)
 Informazione partigiana: prodotto dall’eventuale faziosità dei media che veicolano messaggi che
rispondono a interessi di determinate forze politiche e che cercano di vendere a settori particolari
dell’elettorato e dell’opinione pubblica. Usare un particolare linguaggio affinché quell’articolo sia
leggibile da un determinato pubblico. Questa informazione caratterizza il modo in cui noi
consumiamo informazione politica, ma anche il modo in cui media si rapportano all’audience di
riferimento e alla leadership di riferimento.
 Pubblicità: media prestano i loro canali (contenitori fondamentali per l’attore politico) alle
comunicazioni dell’attore politico rivolte ai cittadini. Determinate asserzioni vengono utilizzate per
fare notizia sull’argomento politico, montandole. Oppure la commistione di linguaggi e utilizzo di
più contenitori del medesimo prodotto di comunicazione politica: partire da un post di social media
per fare un post televisivo o un articolo. Il sistema multimediale che caratterizzata la nostra
interazione quotidiano e la comunicazione politica è ben visibile nel momento in cui noi cerchiamo
questa informazione e nel momento in cui gli attori politici cercano di sfruttare al meglio i canali
disponibili, non solo il contatto diretto, ma la possibilità di ritagliarsi uno spazio dall’interno di
questi contenitori per rappresentare e diffondere il messaggio, senza che gli altri possano
influenzare il contenuto. Più il messaggio viene preservato è più probabile avere consenso. Invece,
nel momento in cui vengono usate più fonti che in qualche modo attaccano il messaggio dell’attore
si creerà contrapposizione, polarizzazione e scarsa approvazione o distaccamento rispetto quanto
gli attori propongono. Questa conflittualità che influenzerà anche il modo in cui le opinioni
pubbliche guardano il politico.

Nel momento in cui c’è un frame che viene utilizzato e che riguarda la politica da più punti di vista (più
giornali/tg), questo messaggio sarà fortemente approvato: pensiamo a come viene presentata la guerra
in Ucraina come attacco da parte dell’esercito russo. Avere una rappresentazioni del conflitto ci
portano a sostenere determinate posizioni e rendere meno credibili altre. Avere più fonti credibili e
legittime del sistema politico contrapposte tra loro su una questione politica probabilmente creeranno
contrapposizioni.

Dal cittadino-elettore al sistema dei media: il fatto stesso di scegliere un mezzo rispetto ad un altro è un
modo per manifestare la propria approvazione o dissenso del mondo in cui un politico fa comunicazione
politica. In una situazione di successo dei contenitori dei prodotti mediali viene calcolata sulla base
dell’audience.

audience e readership: misurazione del successo di contenitori e prodotti mediali, l’audience che acquista
televisioni, click nei siti.

vi è la possibilità di manifestare dei feedback (positivi o negativi) possibile nell’era di internet e con
l’avvento delle nuove tecnologie della comunicazione (like, dislike, commento, click) . In questo modo vi è
la possibilità per il cittadino-elettore di interagire con organi di produzione dell’informazione politica,
lanciando feedback che possono portare gli attori a correggere cose che non vanno. Ci sono studi di
audience, per rendere il prodotto appetibile, vantaggioso, per attrarre per verificare che il messaggio si
recepito tramite studi di audience ma anche commenti.
Ruolo dei media nella comunicazione politica, anche nei contesti parlamentari rappresentativi

-great mentioner, il termine venne usato per la prima volta per indicare il fenomeno secondo il quale certe
persone sono “menzionate” come possibili candidati per importanti cariche politiche. Negli USA per
indicare i possibili candidati.

Dal 1968 la selezione dei candidati alla presidenza degli USA si svolge attraverso elezioni primarie.

Effetti dei media sulla contesa elettorale:

 Il ruolo dei dirigenti di partito nella selezione dei candidati viene indebolito (possibili outsider e
soggetti esterni all’establishment);
 Necessità di reperire rapidamente risorse finanziarie da parte degli attori della politica: le prime
tornate delle primarie sono fondamentali per poter proseguire la corsa;
 Diventa fondamentale acquisire visibilità sui media per essere votati. Ci possono essere dei non
politici che sulla base di una credibilità costruita al di fuori della politica, come anche persone poco
conosciute (come i federali negli usa) ma che comunque hanno la loro fetta di audience.
 Visibilità offerta sulla base di: denaro raccolto, sondaggi, giudizi dell’establishment del partito,
novità introdotte nella comunicazione e nell’organizzazione del potere all’interno del partito ma
anche per quanto riguarda l’offerta politica.

Queste condizioni possono avvantaggiare un determinato politico affinché ricopra il ruolo.

Il leader può permettere al partito di assumere una determinata posizione, non per forza sarà la strada
migliore e la più efficace. Es: quotidiani italiani che annunciano la vittoria della Meloni, non si parla del
partito ma della sua ascesa.

Identificare e selezionare la guida politica prima che effettivamente ci sia il mandato.

-setaccio (winnower), per effetto della lotta per la visibilità nelle primarie, i media detengono il potere di
tenere in corsa o di estromettere dalla corsa i candidati. Su circa 10 candidati alle primarie di ogni partito, i
media riducono ben presto la contesa a 2: favorito (front-runner) e sfidante (challenger). Piuttosto che
influire sull’esito finale delle elezioni, i media selezionano chi parteciperà alla competizione elettorale,
coloro che hanno la maggior probabilità di venire eletti. Tutti una serie di condizioni permettono di
individuare i competitors (disponibilità di risorse economiche, accesso ai media che caratterizzano la
visibilità del leader).

Il setaccio, è una funzione che viene svolta già nelle fasi preliminari della competizione presidenziale, nel
momento in cui i principali partiti scelgono il proprio candidato.

-agenda setter, i media influiscono su:

 Agenda politica percepita dagli elettori (agenda-setting): su quali questioni basarsi, su quale
porzione della realtà basarsi;
 Opinioni che gli elettori si fanno di eventi politici (framing);
 Giudizio relativo ai politici (alle loro azioni) nella gestione delle tematiche poste in agenda
(priming).

Non solo definire cosa è rilevante da presentare, definire anche il modo in cui tale tematiche vengano
presentate.

 Agenda della politica: -per imporre all’attenzione i temi desiderati, i politici devono negoziare
l’agenda con i media. Effetto che perdura nonostante l’avvento di Internet.
-media privilegiano temi che ritengono “notiziabili” e interessanti, presentando la politica come
competizione e scontro anziché soluzione a problemi comuni.

I politici dovranno garantirsi uno spazio influente nei media per poter mostrare la loro
rappresentazione, frame anche su temi che non si trovano nell’agenda, dovranno giustificare la
trattazione di quel tema.

-expectation setter, diversi momenti della comunicazione politica sono dedicati a una performance del
politico, spesso in competizione con altri. il governo meloni verrà giudicato sulla base delle soluzioni
intraprese sulla base dell’agenda). Performance che viene monitorata costantemente tramite le indagini di
opinione (cd, sondaggi) e l’azione dei media.

Cosa incide sulla valutazione della performance? –aspettative precedenti all’azione politica stessa create
dai media e che possono essere sfruttate e manipolate dai politici (framing: proposte per le problematiche,
sulla base di queste i cittadini valuteranno l’efficacia, poiché emergono delle aspettative in seguito a queste
proposte);

-effetto priming su temi in agenda: le promesse messe alla prova dai mass media, saranno utilizzate per
verificare il successo o l’insuccesso degli organi esecutivi

I media creano aspettative ma anche categorie, per semplificare.

-categorizzatori: i media creano immagini semplificate di candidati e leader politici che, seppur trivali e
ridicole, si fissano nella mente degli elettori più di programmi elettorali e discussioni politiche, servendo da
scorciatoie politiche.

Focus: uso dei “meme” nella comunicazione politica.

Studi sull’efficacia delle soft news, si tratta di programmi di intrattenimento con l’ospite politico, programmi
pomeridiani con altre persone normali. È stato riscontrato come tali programmi siano più efficaci rispetto
per lo spostamento delle opinioni pubbliche rispetto ad altri programma che fanno comunicazione politica
come attività principale (tg, ecc). Gli ospiti svolgono il compito di framing e priming più di quanto hanno
fatto i media mainstream di comunicazione politica.

-gatekeeper: criteri di rilevanza e veridicità applicati dai media alla selezione e alla diffusione delle notizie:
processo produttivo e decisionale che attiene a regole e prassi relative al sistema mediale domestico e alla
posizione occupata dal singolo outlet all’interno di esso.

Sull’esercizio di questa funzione di interposizione fra il sistema della politica e l’opinione pubblica,
dobbiamo considerare alcune possibili influenze all’esercito di questo ruolo:

-rapporti di forza (checks and balances) tra sistema dei media e sistema politico. Tra i dipendenti
(giornalisti, reporter), e gli attori politici (logiche di scambio) determineranno la capacità dei media di
essere dei controllori dell’azione della politica e di difendere e tutelare l’interesse del cittadino;

-ruolo dei new media e rapporto diretto leader-cittadini.

-critici lettura semiotica che serve a classificare il tipico di giornalismo.

Giornalismo interpretativo: giornalisti operano una mediazione rispetto al discorso politico e alla
comunicazione dei politici. Qualcuno che interroghi la realtà politica.

Adattamento del discorso politico alle logiche mediali e viceversa del discorso dei media (sulla politica) sulla
base di quello che offrono gli attori della politica: logiche televisive, utilizzo di tecniche di image-making che
i giornalisti cercano di scoprire (per rendere più chiara la politica) e denunciare, ma nel farlo utilizzano lo
stesso linguaggio.
Le relazioni e le associazioni che si possono fare tra giornalismo e politica possono essere anche fortemente
negative.

Giornalismo negativo: cinismo nei confronti della politica e dei suoi protagonisti, in parte superato dall’idea
diffusa che “alla gente non importa niente” e “ai politici non importa della gente”. Copertura mediale della
politica con toni negativi.

Toni negativi pervadono anche la competizione politica (il modo in cui questa viene raccontata), usati dai
politici per ottenere visibilità.

Le relazioni ed associazioni che si possono fare tra il sistema dei media e politico sono negativi: i media
possono avere un atteggiamento cinico e non costruttivo nei confronti dei politici, in parte supportato
dall’idea diffusa (populismo)

Anche i politici possono attaccare i media, incolpandoli di essere l’emblema del decadimento della società.

Toni negativi permangono nel modo di raccontare la comunicazione politica. Tutte le occasioni di scontro
creano attenzione su una cosa che potrebbe essere molto distante dal cittadino moderno, sempre meno
partecipe alla politica. Modi per suscitare interesse nella politica che possono spesso tradursi in dissenso,
insoddisfazione.

Dati di riferimento alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti, mostrano che l’utilizzo di toni negativi, di
accusa erano nei confronti dello “sfidante” molto accessi, specialmente nella campagna pro-Trump. È un
qualcosa che si verifica anche nelle elezioni del congresso (senato), quindi non soltanto tra 2 persone (nei
sistemi presidenziali), anche se è prevalentemente in questo contesto.

Qualche dato ci suggerisce il modo in cui la politica, come la campagna elettorale viene proposta ai
cittadini.

Modelli dell’interazione media-politica:

 Avversariale: equilibrio e reciproco controllo dei poteri (checks and balances), irriducibilità degli
interessi delle 2 sfere, pressioni del sistema politico denunciate dai media. Vi è un controllo
reciproco da parte degli attori della politica sui media e dai media sugli attori della politica, che
porta alla funzione di gatekeeping, un bilanciamento dei poteri.
 Collaterale: parallelismo tra media e politica (stessa distribuzione del potere), fiancheggiamento da
parte dei media che non sono al di sopra degli interessi politici ed economici, i media più vicini a
determinati partiti faranno l’interesse di quel determinato partito anche per logiche economiche
(poiché finanziati da quel partito o ne hanno aspettative rispetto a come i media dovranno gestire).
 Scambio: politici e media hanno bisogno gli uni degli altri, al conflitto si preferisce negoziazione e
contrattazione. È valido sia nella politica ordinaria (quel giornalista ha bisogno del politico per
raccontare la politica, al tempo stesso gli attori della politica hanno bisogno dei media per
raccontare il loro modo di vedere la politica, per vendere la loro offerta politica e renderla visibile).
Una logica di scambio, a volte gli scambi possono essere uno scandalo per media: la scoperta di una
rapporto (anche economico) con la politica.
 Competizione: media e politica si contendono i medesimi obiettivi: leadership dell’opinione
pubblica, consenso, legittimazione. Essere ritenuti come principali referenti dell’opinione pubblica
quando si va a costruire un’opinione. La competizione riguarda l’essere fonte di questa
organizzazione delle preferenze dell’opinione pubblica. Riguarda sia gli attori dall’interno del
proprio sistema ma anche la relazione che si instaura tra gli attori dei 2 sistemi.
Avere un vantaggio su altri competitors mediali, inciderà su questi modelli di interazione. Se il tg 1 mi
garantisce un audience più numerosa del tg5, io politico sarò più propenso a collaborare, generare lo
scambio, con un giornalista reporter del tg 1.

Esempi di interazione competitiva (delegittimazione, attacco): Tweet di trump, di Salvini contro Fabio Fazio
(entrambi delegettimano l’avversario politico e l’attore mediale per instaurare un rapporto diretto), video di
Berlusconi (delegittimazione del giornalista) e di Grillo (delegittimazione, rapporto non di collaborazione ma
di antagonismo, sicuramente utile a dare notizia, visibilità ma bisogna valutare anche come “risponderà”
l’opinione pubblica).

Relazioni tra sistema mediale e sistema politico in prospettiva comparata. Aspetti da considerare:

- Processo di socializzazione politica sia il modo in cui la politica si fa e sia il modo in cui viene
raccontata (polarizzazione usata per fare comunicazione politica)
- Strutture sociali, politiche ed economiche: il modo in cui un paese (una polity) è governato
- Interazione tra strutture e cultura della comunicazione politica sviluppata nel paese. Modo in cui la
politica si racconta. Vi sono delle influenze tra vari sistemi e possono derivare anche dall’esterno,
queste influenze possono riguardare anche il modo di fare comunicazione politica e l’efficacia di
questa.
- Percezione dei processi politici ed impatto della competizione e campagna elettorale
(organizzazione e copertura mediale) sulla formazione dell’opinione pubblica: il modo in cui questa
polarizzazione si presentare sull’opinione pubblica. Segue il ciclo elettorale generalmente prima
delle elezioni questa polarizzazione, competizione è visibile dai cittadini: antagonizzare le altre
forze politiche. Meno probabile da vedere nei periodi successivi alle elezioni.

-sistema elettorale; sistema partitico; regolamentazione; campagna elettorale; professionalizzazione


campagna; cultura politica nazionale

La competizione elettorale permanente crea di per sé una logica di scontro e di contrapposizione


permanente.

- Relazioni politiche pubbliche e loro effetti

Nello studio della politics, degli attori, ci siamo anche soffermati sulle politiche pubbliche, gli output e gli
effetti di queste sulla cittadinanza, sulla distribuzione del potere da considerare nel momento in cui si
studia la relazione tra sistema mediale e sistema politico.

Il potere dei media: “i media acquistano potere se la società (e gli organismi intermedi) difetta per
pluralismo e regolamentazione. Ciò è dimostrato dall’indebolimento dell’autorità dei politici a fronte del
ruolo esercitato dai media nella definizione degli argomenti (agenda setting) da trattare e del giudizio
morale che ne viene dato” (Baldi 2021).

Anziché esserne completamento e controllori, i media finiscono per diventarne parte integrante di questo
poter. Secondo Baldi, questo utilizzo del linguaggio politico si esaurisce in una commistione delle 2 sfere del
potere: mediale e politico. Uno a garanzia dei cittadini (media). Logiche di contrapposizione ma anche di
scambio, di commistione di interessi plurimi.

Percezione dei cittadini italiani “quale orientamento politico pensi abbiano i seguenti quotidiani italiani?”
(Yougov, campione rappresentativo).

In un sistema mediale neutrale non polarizzato basato su logiche di gatekeeping e di interesse collettivo i
segmenti in grigio saranno più rappresentati rispetto a quelli colorati- invece dalla percezione che il
cittadino ha dei quotidiani nazionali emerge una logica di polarizzazione e schematizzazione del sistema dei
media che rispecchia la stessa polarizzazione che troviamo nell’arco del panorama costituzionale politico.
Gran parte dei quotidiani che saranno posizionati più vicino o lontano alla forza politica sulla base degli
interessi (non del cittadino. Emerge un giornalismo troppo appiattito sugli interessi politici).

Un potere dinamico e disperso: il potere dei media non è statico ma può variare nel breve e nel lungo
periodo, perché i gusti nel consumare comunicazione politca possono cambiare e dipenderà dai temi in
agenda.

- Issues in agenda
- Reperibilità di informazioni
- Interessi nazionali e degli attori coinvolti
- Individualizzazione di consumi mediali e culturali
- Emergere di una sfera mediale integrata e transnazionale, che va oltre i confini nazionali. Anche
attori politici esteri influiscono nella politica italiana e viceversa.
- Permeabilità dei confini e assenza di barriere geografiche alla diffusione delle informazioni
(riprendendo le possibilità offerte dal mezzo, la facilità di avere un messaggio, i 3 attori del paese
possono essere connessioni con altri 3 attori di un altro paese.
- Acquisizione di potere da parte di attori non convenzionali con accesso diretto ai media, questi
attori non sono rappresentanti di un partito, persone che stanno al di fuori della politica.

Es: La campagna di organizzazioni terroristiche hanno sviluppato dei canali con dei settori che potevano
essere sfruttati con la loro logica. Vi è un potere di influenza da queste organizzazioni politiche che
valicano i confini internazionali.

06/10

ISSUES IN AGENDA

Forte pressione dell’esterno che porta il politico a concentrare le proprie forze, il sistema dei media si trova
ed essere un po’ schiavo, vittima.

Questo grafico dimostra il gap


informativo tra elite politiche e pubblico in concomitanza con crisi internazionali o quando si affrontano
nuovi temi nell’agenda. Sviluppato da Baum e Potter (2008).

Caso di studio: all’inizio di un conflitto t0 (come quello che sta coinvolgendo l’ucraina) vi è un gap
informativo tra opinione pubblica e leadership, tra cittadino e decisori, gli attori del governo verranno
utilizzati da media come principali risorse/mezzi per informare i cittadini su quello che sta accadendo.
Difficilmente le opposizioni avranno informazioni dirette poiché quelle istituzioni non hanno accesso a certi
canali privilegiati, invece attivabili dagli attori politici (ministro degli esteri, ambasciate). Durante le fasi del
conflitto il governo ha una certa libertà di manovra: cercare di porre il tema al centro dell’agenda o
sminuire l’importanza dell’argomento (agenda setting), ha manovra sul modo in cui rappresentarlo
(framing) può sfruttare questa situazione per essere il favorito dell’opinione pubblica (effetto priming).

Questo avviene nel fenomeno “Stringersi attorno alla bandiera”, quando un paese è direttamente coinvolto
in un conflitto, in un’azione militare e il cittadino si stringe attorno al proprio governo dando il proprio
sostegno a livello di opinioni, referenze, dando fiducia. Durante la crisi pandemica per esempio.

Una certa libertà nel definire il tema, posizionarlo al centro del dibattito politico, nel rappresentarlo e
nell’essere riconosciuti come una risorsa, credibilità da spendere con le altre forze politiche.

Nelle fasi successive anche altre fonti verranno utilizzate dai media per aggiornamenti dell’evento. Fonti
alternative. Se prima dell’avvento dei new media era un processo che richiedeva molto tempo, oggi le
informazioni vengono trasmesse con molta più facilità e velocità. Queste fonti alternative domestiche,
nazionali possono essere attivate con molta più facilità per coprire l’evento, darne una diversa
rappresentazione. Dare soluzioni alternative, diverse rappresentazioni cercare di battere con il governo con
le stesse armi, senza una posizione di squilibrio o di vantaggio a favore dell’esecutivo. Posizioni legittime.
Questo gap, piano piano diminuisce. Quello che racconta il governo non è l’unica rappresentazione del
conflitto, se ne aggiungono altre, creando un dibattito politico, sul quale i media insisteranno se il conflitto
è stato messo al centro dell’agenda. Sempre più attori saranno attivati, il divario delle conoscenze si riduce.

Nelle seconde fasi della crisi si crea discussione, dibattiti logici e cognitivi che portano a sostenere o
disapprovare le posizioni prese dagli attori (prima l’opinione pubblica non avendo altre informazioni ma
solo quelle del governo si era dimostrata d’accordo rispetto alle azioni intraprese; invece avendo
conoscenza di cosa realmente succede, il governo viene attaccato e verranno proposte soluzioni
alternative, attivando il filtro ideologico.

Quei frames che arrivavano dalle forze del governo non trovavano un contraltare dai frames provenienti..

Nel caso dello stringimento attorno alla barriera, in situazioni di forte popolarità del governo a causa di una
minaccia al paese, è molto difficile trovare modi per dar vita alla forza argomentativa del governo, si dovrà
cercare di proporre soluzioni alternative non conflittuali (rispetto a quanto stava facendo il governo in
carica).

Man mano che la crisi evolve questo divario informativo si va a ridurre tra cittadini e media e si attivano
quei filtri ideologici. Questa forte polarizzazione.

Siamo in un mondo molto integrato e interconnesso bisogna tenerlo presente nello studio della
comunicazione politica nazionale.

Gli attori della politica, mediali e pubblico sono soggetti a influenze esterne e possono loro stessi attivare
canali privilegiati di connessione con attori esterni, per produrre influenza. Le forze politiche italiane non
fanno solo comunicazione politica interna, fanno comunicazione anche con elite politiche straniere e attori
sociali degli altri paesi, attori economici portatori di interesse.

Queste connessioni avvengono sia a livello centrale/nazionale ma anche internazionali. Queste


interconnessioni sono molto più facili adesso. Una notizia pubblicata da un quotidiano italiano più
facilmente viene ripresa da un politico francese o inglese e far notizia, nonostante magari prima nel
territorio stesso era molto più influenti. Vi è la possibilità oggi di attivare altri canali, avere accesso ad altri
fonti per rappresentare questioni in modo alternativo. Una sfera mediale fortemente integrata, connessa e
transnazionale. Capita che un politico di un paese si rivolge direttamente all’opinione pubblica di un altro
paese. Ci sono paesi che più di altri sono influenti (Francia, Germania). Stesso discorso per le opinioni
pubbliche, queste possono lanciare dei messaggi direttamente alle leadership di altri paesi, affinché
agiscano, facciano pressione direttamente sui leader del governo. Nel nostro caso è meno visibile, ma ci
sono casi come nella Turchia, Iran dove vi è una rottura tra l’opinione pubblica interna e l’esecutivo
nazionale. Inverte la natura della relazione, non più diretta ma indiretta tra opinione pubbliche e leadership
politica all’interno del paese, mediata da attori esterni.

Mentre i progressi nei trasporti hanno favorito lo spostamento di persone, rendendo i viaggio più accessibili
ed economici (si sviluppano scambi e contatti personali), le nuove tecnologie della comunicazione stanno
diffondendo l’informazione più di quanto sia stato fatto nella storia (contatti mediati e digitali). Una sempre
più ampia fetta di popolazione mondiale ha accesso a questo potere grazie ai progressi tecnologici
(riduzione dei costi di trasmissione, accesso ed elaborazione dell’informazione).

Istogramma che mostra gli anni necessari per l’accesso a diverse tecnologie nel 50% delle famiglie
americane: per i telefoni, radio e pc abbiamo un accesso al mezzo molto lento che sicuramente crea un
divario tra chi ha accesso alla tecnologia e chi no.

Per quanto riguarda internet, gli smartphone vediamo che l’introduzione di questi mezzi è stata molto più
rapida rispetto al passato, rendendo possibile la trasmissione di informazioni e l’accesso ad informazioni
alternative con molta più facilità (leggere un quotidiano non italiano).

Il costo dei mezzi dei cellulari e di internet si è ridotto e di conseguenza si sono diffusi. Si è ridotto anche il
costo di internet. Dati utili per studiare la realtà politica e come i 3 attori si relazionano oggi giorno, una
relazione molto più dinamica rispetto al passato. La tv rimane lo strumento principe della comunicazione
politica: i minuti spesi davanti alle tv sono rimasti, negli ultimi dieci anni, più o meno lo stesso; mentre si è
avuto un incremento dei minuti/ore davanti ad un pc o altri schermi per fare essenzialmente altro. Si
passata più tempo su internet. Il mezzo televisivo viene consultato più per le serie, film.

Individui con accesso a internet: l’uso di internet ha avuto un aumento per tutti i cittadini del mondo anche
per i paesi in via di sviluppo, si può facilmente disporre del mezzo.

Questo gap diminuisce sempre di più, si arriverà ad un punto in cui addirittura le 2 linee si toccano: e tutti i
cittadini avranno a disposizione internet. L’inclinazione di queste curve dipenderà dal costo di questi mezzi.

Una trasformazione sistemica del mezzo:

 Difficoltà per i governi controllare le informazioni che giungono al pubblico a fronte dello sviluppo
di nuove tecnologie e globalizzazione;
 I cittadini hanno la possibilità di accedere direttamente e in tempo reale alle informazioni, ma
hanno anche la possibilità di produrre informazioni. Vi sono movimenti che possono prendere
parola;
 La responsabilità dei media nella definizione dei temi principali da includere nel discorso politico,
economico e sociale risulta indebolita dalla ricerca del consenso dell’audience (da parte dei attori e
per i media risulta difficile). Per i media mainstrem diventa sempre più difficile vincere questa
competizione poiché nell’ordinaria amministrazione, i media si trovano a competere con altri attori
in maniera sempre più accanita.

Capacità di segmentare porzioni di pubblico da privilegiare nel momento in cui, l’informatore o politico
vuole fare comunicazione politica e bisogna anche capire quali mezzi utilizzare e il linguaggio opportuno.

Le ricerche sul pubblico dei media si dividono in ricerche di un mezzo (su un pubblico) e ricerche
multimediali, che si basano o su ricerche ad hoc (svolte in un determinato momento per rilevare gusti,
preferenze) oppure ricerche panel (ripetute nel tempo, a cadenza regolare):
RICERCHE DI TIPO PANEL MA SU UN SOLO MEDIUM

Auditel, l’audience della televisione come si compone? È uno studio che viene fatto da diverso tempo
prendendo in considerazione la popolazione italiana da 4 anni in su che abbia un televisore. Il metodo
utilizzato è un meter collegato alla tv, un telecomando che preso in mano dal singolo componente della
famiglia permette di indicare la sua presenza di fronte alla televisione per capire, chi sta usufruendo del
mezzo e quali programmi guarda (ultimamente è stato sostituito da app). Fatto su un Campione della
popolazione che fosse rappresentativo della popolazione italiana. Casualmente si estraggono da una lista
(con il numero delle famiglie)

Audipress, La popolazione di riferimento è italiana sopra i 14 anni, un’intervista, ne esistono vari metodi, il
più comune è l’intervista con la CAPI (intervistatore va nelle singole case) viene fatta 3 volte l’anno alle
stesse persone per capire come la diffusione di determinate riviste stia evolvendo. Poi alcune persone
verranno sostituite con altre, perché ci sono dei meccanismi che si creano nell’intervistato da evitare.

Audiradio: popolazione italiana dagli 11 anni, metodo CATI (intervista via telefonica)

Audiocinema: popolazione italiana dai 3 anni in su, metodo CAWI (via web, tramite un link)

Audiweb popolazione italiana di età compresa tra gli 11 e i 75 anni, indagine che utilizza sia interviste (CAPI)
che catalogo, sistema censuario, software meter (dei computer con il meter che permette di vedere i siti in
cui navigano i componenti della famiglia).

Si garantisce l’anonimato e le famiglie devono garantire anche la collaborazione per evitare che i dati
raccolti siano falsificati.

A cosa servono questi strumenti? Per capire come fare ricerca sull’audience e che tipo di domande possono
essere poste per registrare il consumo reale. Anche perché non sempre le domande fatte hanno risposte
giuste, infatti si è notata una differenza consumo misurato con i dispositivi dell’auditel e dato riportato
rispetto alla domanda.

“quanti giorni guardi il tg?” Le persone, buona parte, hanno risposto che tutti i giorni guardano il tg. In
realtà i dati riportati dalle misurazioni hanno permesso di vedere che in realtà una piccolissima percentuale
guarda tutti i giorni il tg. La maggior parte dei casi le persone guardano il tg una volta o 2 alla settimana.

“quanti giorni guardi talk show?” fatto sulle stesse persone. Nella maggior parte non si guarda, in questo
caso il dato è meno sbilanciato rispetto al caso precedente. Ma comunque ci sono delle differenze da
quanto detto al dato riportato.

RICERCHE PANEL DI TIPO MULTIMEDIALI

Istat, sulla produzione italiana di età 3/6, modalità CAPI (intervista), tempi dal 2005 annualmente, numero
di famiglie superiore alle 20 mila famiglie.
Il web restituisce risposte più veritiere rispetto all’intervista faccia a faccia, soprattutto se non si è
instaurata una relazione; mentre le interviste via telefono sono meno attendibili perché pongono tutti una
serie di problematiche. Anche la costruzione del questionario deve rendere conto di tutta una serie di
elementi.

Eurisko: popolazione italiana dai 14 anni. 2 rilevazioni annuali ciascuna per 4 settimane (dovevano portare il
meter in giro per 4 settimane). Indagini fatte su quotidiani, televisione. CAPI e meter (un meter in cui si può
scansionare il codice a barre delle riviste, registrare la voce, ecc) su 7000 individui.

Dati per comporre l’audience nazionali, suddividere i gusti tra uomini e donne, cosa consumano di più.
Strumenti che possono aiutarci a segmentare il pubblico per capire quale canale utilizzare per comunicare
con tale pubblico e decidere se investire risorse e tempo su un determinato canale o un altro.

RICERCHE AD HOC SU UN MEZZO: Si utilizzano le survey telefonicamente, via web o faccia a faccia si
andranno a registrare i consumi senza utilizzare grandi software.

RICERECHE AD HOC SU UN SOLO MEDIUM, rientrano le ricerche su spettatore televisivo; studi sugli
internauti; ecc

Anche le indagini d’opinione possono essere panel. Indagini di opinioni hanno 2 metodi: -cross interview,
poche persone intervistate ciascun giorno a partire da qualche settimana prima al momento delle elezioni,
per vedere quanto la campagna elettorale incide sullo spostamento. Oppure si ripete la rilevazione sempre
sullo stesso campione, partendo da un campione più grande, per vedere quanto il voto incida sulle
preferenze politiche.

Nella maggior parte le indagini campionarie sono ad hoc.

RICERCHE AD HOC, MULTIMEDIALI: indagini su uso e fruizione dei media; segmentazione dei pubblici in
Italia.

Esaminare la composizione del nostro pubblico sulla base delle scelte che il nostro pubblico farà dell’offerta
mediatica (dei contenitori a disposizione) e capire come inviare questo input informativo e influenzare.

Studi sul consumo di notizie inerenti a questioni di politica interno (fatto nei 28 paesi europei): vi è un trend
che suggerisce uno spostamento dell’elettorato dell’opinione pubblica nel modo in cui si accede alla
comunicazione politica: sempre più persone utilizzano internet per farsi un’opinione della politica. Negli
ultimi anni c’è stata una crescita non solo di internet, ma anche dei social. Si preferisce un social network a
un sito di una testata giornalistica per approfondire una tematica di politica. Creando un paradosso: tanta
informazione disponibile ma manca l’attenzione.

La linea rossa che rappresenta l’uso di internet raggiunge la linea blu che rappresenta l’uso della
televisione. Arrivando quasi ad una frapposizione.

Altro studio, fatto di segmentazione di classi d’età su 36 paesi europei. I giovani utilizzano sempre di più lo
strumento online, specialmente i social media. Sempre meno si usa la radio, diventando un medium
residuale, “print” che riguarda la carta stampata sappiamo essere un settore ormai in declino. Per quanto
riguarda la televisione, è usata sempre meno dai giovani ma molto usata dagli anziani.

Il gap generazionale in Italia (2019), sempre suddiviso per classi d’età: anche qua internet è lo strumento
prediletto dai cittadini giovani. L’audience si sta trasformando, alternando i propri canali e i propri gusti.

Eurisko ha creato una mappa dei gusti multimediali, studi che permettono di classificare il pubblico secondo
i gusti e le preferenze.
Hallin and Mancini 2004, comparing media systems. Uno studio di comparazione dei sistemi mediali
contemporanei dei diversi paesi occidentali che cerca di classificarli in base ad alcune dimensioni, creando
un schema analitico. Usato negli anni da diversi studiosi. Negli anni ci è stata una evoluzione dei sistemi
mediali (l’avvento di internet; come il professionista guarda alla comunicazione). Si è parlato di una crisi del
sistema polarizzato e di una fuga verso il sistema liberale.

Individuano 4 dimensioni analitiche:

1. Sviluppo del mercato dei media: quanta scarsa vs. elevata circolazione della stampa nei diversi
paesi. Quando la stampa è diventata uno strumento di massa;
2. Parallelismo politico: grado e natura dei legami tra media e partiti politici, o grado con cui il sistema
dei media riflette divisioni politiche nella società (es: legami tra sistema televisione pubblica e
politica (come la Rai in italia); legami tra organismi regolatori e politica; affiliazione politica di
giornalisti, editori e media managers (come rappresentanti di una forza politica); contenuto
mediale (quanto riflette la polarizzazione dei sistema politico); patterns di consumo mediale per
indentificazione partitica. Nel momento in cui avremo una polarizzazione del pubblico dei media
che riflette quella polarizzazione del sistema partitico, saremo vicini ad un sistema mediterraneo).
3. Sviluppo giornalismo professionistico: norme e codici della professione giornalistica, tradizione
neutralità, imparzialità e oggettività 8difendere l’opinione pubblica da possibili manipolazioni) vs.
forme di giornalismo militante o advocacy (non autonomia dei giornalisti, consenso su standard
etici e professionali, ideologia del pubblico servizio. Un giornalista che diventa un politico).
4. Grado e natura dell’intervento statale nel sistema dei media: controllo governativo sui media
(impone degli schemi e norme che condizionano l’operato) vs. indipendenza dei media (es: forza
del sistema televisivo pubblico, sussidi alla stampa, regolamentazione della proprietà).

Queste 4 dimensioni vengono usate, da loro, per classificare i modelli occidentali.


Sulla base dell’attribuzione di queste caratteristiche ai singoli sistemi mediali, individuano 3 modelli
idealtipici ai quali ciascun sistema mediale può rifarsi:

-mediterraneo o pluralista polarizzato: sistemi Europa mediterranea. Stampa elite-oriented: non usata
dalle masse per farsi un’opinione sugli eventi, ma dalle elite, da coloro che avevano incarichi di potere
politico o economico. Giornalismo orientato al commento politico e non all’informazione.

Giornalisti che si schierano ad una forza politica.

Politicizzazione del servizio pubblico: una advocacy che si rifletterà nell’assegnazione di cariche e di diversi
canali.

-democratico corporativo: Europa centrale e settentrionale. Coesistenza di due diversi modi di fare
comunicazione politica: commerciali (come nel sistema liberale) e legati a interessi politici e sociali
organizzati (sistema mediterraneo). Servizio pubblico tutelato e non orientato dalla politica.

Autoregolamentazione istituzionalizzata: intervento del legislatore per definire queste tutele per la
protezione del giornalista.

-sistema liberale: sistemi anglosassoni (nord-atlantico). Il potere esecutivo o parlamentare sui media è
molto limitato se non quasi assente. Un sistema dei media che non si appiattisce sulle fatture politiche
(pluralismo interno). Un giornalismo di informazione interessato a tenere sottocchio e controllare gli affari
della politica.

Autoregolamentazione non istituzionalizzata (della professionalizzazione del giornalista): lasciata


all’iniziativa individuale

Dominato da logiche commerciali: è il cittadino che deciderà il successo o meno di una determinata testata
Ma vi sono stati degli spostamenti dovute alle alterazioni di una delle dimensioni, che hanno portato a delle
differenze rispetto al 2004.

Sul Portogallo c’è un dibattito, perché questa posizione andrebbe bene fino agli anni 90, poi il Portogallo è
stato invaso da logiche commerciali che lo avvicinerebbero di più al modello liberale.

Questi tipi sono determinati da cluster. Vi possono essere delle alterazioni momentanee che spostano un
determinato paese, ma gli studiosi prendono in considerazione logiche del lungo periodo.

Discutono sul modo in cui questa tipologia è stata utilizza in letteratura,- rispondendo alla domanda se vi sia
convergenza verso il modello liberale (la ricerca successiva ha cercato di rispondere anche attaccando la
classificazione di questa ricerca precedente);

-selezione dei casi in ricerche di tipo comparato, quante logiche influenzano il modo di fare comunicazione
oppure se c’è una comunanza di intenti che fanno capo alla produzione del giornalista e alla necessità di
trasmettere informazioni neutrali, spostamento verso un sistema neutrale.

-sviluppo di ipotesi rispetto all’esistenza di relazioni mediate o moderate dal sistema mediale, relazioni tra
cittadino e politico e capire quanto gli effetti dei media siano potenti e vanno ad impattare sulle preferenze
dei cittadini. Cosa succede dopo le elezioni in un paese polarizzato rispetto ad uno mediale liberale? Cosa
succede nel momento in cui vi è una crisi politica in un sistema polarizzato rispetto ad uno mediale?

-operazionalizzazione (trovare un indicatore che possa essere utile a misurare una variabile che si vuole
testare. Come il numero di copie vendute di un quotidiano. Individuare gli elementi delle 4 dimensioni e poi
trovare dei possibili indicatori per misurare questi aspetti) di variabili e dimensioni analitiche. Si può
verificare quanti e quali leggi vanno….
Rispondono che il loro studio era qualitativo (di discussione), anche se alcuni ne hanno fatto uno studio
quantitativo.

Cosa dicono rispetto all’introduzione dello strumento online? Alcuni aspetti suggeriscono uno spostamento,
che la circolazione delle informazioni sia più rapida e accessibile rispetto a quanto lo fosse prima (2004). È
possibile pensare che nuovi flussi di informazione andranno a influenzare vecchi media. Si può pensare ad
uno spostamento: un’informazione più neutrale che porterà alla riduzione del parallelismo politico o
quanto meno ad essere meno evidente oppure all’opposto, che i media online replicheranno quelle logiche
che si avevano nel sistema polarizzato.

Sicuramente qualcosa è successo: crisi della carta stampata. Logiche commerciali che caratterizzato le
istituzioni liberali ma anche quelle polarizzate.

Anche per il ruolo dello stato si impongono delle domande: quanto l’esecutivo o una forza politica debba
intervenire per regolamentare l’utilizzo di questo strumento. Anche qui i paesi hanno preso posizioni
diverse: quanta informazione online è normata? L’ingresso di un nuovo medium è qualcosa su cui
interrogarsi.

Quanto è successo durante la campagna di Trump è tipico di un sistema polarizzato.

Polarizzati vs. Liberali

Pratiche di giornalismo, livelli di parallelismo politico e intervento statale nei media.

Sistemi mediali polarizzati e pluralizzati: maggiore corrispondenza tra discorso mediale e discorso politico.
(media subordinati al sistema politico). Giornalisti si conformano alle posizioni dei principali partiti politici e
forniscono una fedele rappresentazione delle loro preferenze di policy. Non vi è un’autonomia del
giornalista e del mezzo che porti ad un rapporto di conflittualità, ma si crea un rapporto di scambio: il
giornalista che ha l’esigenza di una fonte di informazione, il politico ha bisogno di una cassa di risonanza
che porti il proprio messaggio all’opinione pubblica. Più un sistema è polarizzato più l’attore politico ha la
probabilità di avere il proprio messaggio diffuso senza influenze esterne. L’obiettivo di un ciascun politico è
quello di quando propone di un tema, il proprio discorso, arrivi senza essere influenzato o criticato da parte
di altri attori. avere una rappresentazione fedele del proprio discorso. Avviene spesso nei sistemi
polarizzati, con un giornalismo piatto e non indipendente.

Esisterà anche una maggiore contrapposizione: Se una fonte d’informazione sarà più propensa a riportare
le parole di un attore politico poiché più vicino alla sua posizione, quei toni accesi che caratterizzano il
sistema della politica probabilmente saranno anche presenti nel sistema mediale.

Sistemi liberali: giornalisti sono maggiormente indipendenti dai gruppi politici; utilizzano altre fonti per
raccontare eventi e fatti politici. Sono interessati a fornire una rappresentazione bilanciata e critica dei fatti
e degli eventi.

Queste logiche possono alternarsi nei diversi paesi, sono antitetiche, possono coesistere ma difficilmente
troveranno un momento in cui avverrà realmente.

Quanto detto tramite uno studio (GRK), di tipo Panel, di questa contrapposizione tra ideologia,
posizionamento degli attori politici e mediali. Studio iniziato prima delle elezioni europee, intervistati anche
dopo le elezioni e qualche anno dopo (10 giorni prima dell’intervista, il giorno dell’intervista e 3 giorni
dopo). È stato utilizzato il Rolling cross interview: più interviste al giorno per vedere se la campagna stava
spostando l’opinione pubblica. Sono stati inseriti anche nuovi intervistati. Sono stati monitorati anche i
consumi mediali delle persone, grazie ai dispositivi meters. Capire a quali mezzi erano esposti e quale
politico e messaggio stavano ricevendo. Permette di chiedere le preferenze politiche senza fare delle vere e
proprie domande che di solito ricevono risposte fuorvianti, influenzate dalla desiderabilità sociale.
Considerazioni: vi è consumo medio giornaliero di tv (maggiore per pochi minuti, mentre per più minuti e
ore vi è un consumo minore), ma complessivamente si può dire che la televisione viene guardata.

Mediaset viene vista meno, a livello di tempo, rispetto alla rai. Ma le differenze non sono così significative.

Quanti tg e talk show? Del talk show non esiste un’esposizione prolungata, si fa zapping, siamo esposti a
momenti. Il tg si segue più o meno per tutta la durata.

La 7 ha più o meno la stessa distribuzione dei talk show, si guarda meno in termine di durata rispetto agli
altri canali.
Ideologia e consumo di informazione politica in TV: quanto si guarda la televisione rispetto al
posizionamento del rispondente su una scala (da 0 a 10 dove viene chiesto di posizionarsi. Lo 0 rappresenta
la sinistra, il 10 la destra per capire l’appartenenza ideologica). Più ci si sposta sull’asse più si consuma
televisione. Gli elettori del centro sinistra consumano meno tv rispetto agli elettori del centro destra. Il
centro ha una posizione intermedia, simile alla sinistra. I non collocati aumentano il loro consumo di
televisione, seguendo un trend simile al centro destra.

Consumo di Rai: il centro sinistra, più sono esposti alla Rai più cresce il loro consumo. Per il centro destra
cresce ma poi decresce. Coloro che fanno maggior uso della rai sono il centro sinistra. Per il centro e i non
classificati non ci sono grandi differenze, abbiamo un trend uguale a quello del centro destra.

Consumo di Mediaset: il centro destra ha un trend crescente rispetto al centro sinistra.

Consumo per La7: sempre trend inverso per i lettori del centro destra, il centro sinistra diminuisce e poi
cresce.

Interessanti spunti per la polarizzazione nel sistema televisivo italiano. Da queste rappresentazioni sembra
esserci un ancoramento dei telespettatori a logiche partitiche. Gli lettori del centro sinistra prediligeranno
la Rai o La7; quelli di centro destra prediligono Mediaset.

Nel momento in cui si chiede quale partito voteranno: rispetto agli elettori della Lega quelli del pd guardano
meno tv. Quelli che fanno un alto consumo della televisione sono gli elettori della Lega.
Per quanto riguarda la Rai, il trend è sempre crescente per la sinistra; decrescente per la destra. Viceversa
nel caso di Mediaset.

Livello di populismo e consumo di informazione politica in Tv: scala del populismo sono state utilizzate varie
domande che studiano, mirate a cercare i rapporti tra cittadino e politiche, è stato valutato il livello di
populismo (da 1 a 4). Più cresce il populismo meno esposizione televisiva. Più cresce il populismo (nel
(quarto quartile) più siamo esposti alla tv e si utilizza per avere notizie politiche.

Per quanto riguarda la Rai, coloro che hanno un elevato livello id populismo consumano meno rispetto a
coloro che hanno uno scarso livello di populismo. Per mediaset avviene il contrario. Per la 7 c’è lo stesso
trend della Rai.

Il livello di parallelismo politico e polarizzazione, secondo contrapposizioni ideologiche o partitiche, può


essere facilmente misurato, questa dimensione analitica può essere facilmente operazionalizzata e
misurabile tramite questo strumento. I dati del 2019 manifestano ancora una certa polarizzazione del caso
italiano: gli elettori di centro destra, sinistra, pd hanno preferenze diverse tra di loro. Anche l’ideologia
populista o non populista è correlata fortemente con i consumi mediali. Si consuma più mediaset e meno la
rai e la7 nel momento in cui il nostro livello di populismo è elevato.

Questi dati saranno utili per capire cosa ci diranno in futuro.

12/10

Quali effetti con l’avvento dei nuovi media (rispetto al modello preso in esame)?

Ipotesi 1: media internet-based possono incentivare una convergenza verso un modello unico,
caratterizzato da logiche comunicative dettate dalla tecnologia, modelli economici e pratiche culturali
globalizzati (essere esposti a processi comunicativi provenienti da altri paesi; le influenze delle culture
asiatiche, cibo ed altro, che ritroviamo anche nella nostra società), indebolendo le differenze nazionali, quei
confini che delimitavano l’agire della politica.

Media che spingono ad una generale globalizzazione dei processi e di un modello competitivo e
commerciale basato su logiche (di profitto) come può essere il modello liberale.

Ipotesi 2: continuità nei sistemi mediali, con nuovi media che variano a seconda del sistema mediale in cui
operano e delle strutture e pratiche preesistenti.

Ipotesi 3: sviluppo differenziato dei nuovi media a seconda dei sistemi mediali e in modo da creare
discontinuità con i modelli precedenti (rottura e trasformazione con mantenimento delle differenze).
Un’influenza reciproca del sistema mediale tradizionale che dà delle direzioni al fare comunicazione politica
online; e l’influenza da parte del mezzo: internet e dei social. Un’influenza bidirezionale.

Mainstream e online si fondono permettendo la nascita di un sistema mediale nuovo con caratteristiche
che riportano al modello originale ma anche caratteristiche nuove tipiche dell’effetto dei new media sul
sistema.

Comunicazione mediata dal computer: globalizzazione ha trovato nel web – e nei social media in particolare
– uno strumento che consente un flusso di informazioni e di comunicazioni continuo. (L’informazione è
l’esercizio di un potere). Ciò rappresenta un potere enorme che coinvolge ogni emittente, dal singolo a
gruppi organizzati e istituzioni.

Le piattaforme di social networking non producono contenuti in proprio; traggono profitto dalla gestione
dei contenuti degli utenti, veri produttori dell’informazione e dell’intrattenimento. Rispetto al passato dove
il media tradizionale aveva un ritorno economico dal proprio lavoro; invece la globalizzazione ha creato
l’intermediazione che restituisce al singolo quello potere, di fare informazione, essere opinion maker, ma
non trae lui beneficio (economico) ma la piattaforma utilizzata.

La CMC si affianca (e non sostituisce) alla comunicazione interpersonale e quella tramite i media (ri-
mediazione).

Internet nasce come una rete per scopi militari (come anche la radio, il telegrafo), anni 60 (in mezzo alla
guerra fredda), negli anni si è sviluppata e integrata, permettendo di trasmettere il messaggio in tempi
brevi e di mettere in connessione gli statunitensi. Negli anni si è sviluppato e integrato permettendo anche
ad altri enti di ricerca di usufruirne.

Da reti di calcolo a reti di comunicazione.

1971: Raymond Tomlinson utilizza Arpanet per inviare la prima e-mail.

Negli anni 90, lo strumento viene reso disponibile alle masse, diventando un mezzo di informazione.

1991: Tim Berners-Lee e Robert Cailliau sviluppano il prototipo del word wide wev al CERN di Ginevra:
introduzione del linguaggio Hyper-text markup language (HTML).

In questi anni si pongono le condizioni per un tipo nuovo di comunicazione anche politica. Alcuni attori
anticiperanno i mezzi rispetto al competitor, altri lo utilizzeranno soltanto nel 2010 (utilizzo dei social per le
campagne elettorali, da parte delle istituzioni).

La comunicazione che permette all’istituzione di avvicinarsi ai pensieri, bisogni, opinioni dei cittadini e farsi
vedere dai cittadini.

Un ecostistema mediale ibrido che ha ridisegnato la comunicazione politica e le sue dimensioni (polity,
politics e policy):

-per quanto riguarda la polity, viene ridisegnata l’antica gerarchia emittente-ricevente, prima ci si
soffermava sulla produzione del messaggio, adesso acquisisce centralità l’interazione, dal modo in cui i due
partner o più interagiscono all’interno del mezzo. Disintermediata e orizzontale (non verticale perché gli
attori agiscono al pari) tra leader politici, media e cittadini/pubblici connessi (digital polity).

Superamento della comunicazione one-to-one e one-to-many, adesso integrante anche con la


comunicazione many-to-many.

Molta comunicazione politica – non solo in Italia – è ancora televisiva. Ciò che è mutato è il rapporto tra
politici e i loro pubblici, verso una webpolitica. I linguaggio della nuova webpolitica va a contaminare anche
il linguaggio della politica che aveva luogo nei media tradizionali: -necessità di essere brevi, di avere
messaggi diretti che possano essere trasmessi e focalizzare nell’immediato l’attenzione dei lettori; -la
possibilità di usare contesti familiari (il politico abbandona la sua elite, tende a presentarsi con
caratteristiche comuni ai cittadini). Una comunicazione che si rivolge direttamente al cittadino, non tiene
conto delle logiche comunicative dei mainstream media.

Una webpolitica che ha ampia le possibilità degli attori e che amplia la possibilità dei feedback dell’opinione
pubblica e che va a rafforzare il legame che prima era discontinuo o un legame che era evidente soltanto in
alcune situazioni come manifestazioni, campagne politiche. Altrimenti le occasioni per rivolgersi al cittadino
erano attraverso questo flusso molto complesso che aveva a che fare con l’utilizzo della retorica politica, il
suo processamento all’interno della macchina mediale e poi il raggiungimento del target.

Controllare, avere accesso a questa scatola era per i politici ragione di esistenza, non si poteva esistere se
non si poteva avere uno spazio nelle reti televisive.
I politici si possono ora rivolgere direttamente ai cittadini e ai propri sostenitori, bypassando la mediazione
dei media tradizionali e riconquistando un potere di agenda che la televisione aveva sequestrato alla
politica.

Importanza del mezzo:

Per i cittadini: internet e i new media diventano l’ambiente privilegiato per la partecipazione politica nelle
sue multiformi espressioni (postare opinioni e giudizi, mettere like a un post, condividere una foto o una
vignetta, rispondere a una sottoscrizione, mobilitare contatti per una manifestazione).

Oggi i social e internet sono le uniche occasioni per i cittadini per creare partecipazione o semplicemente
sapere quanto accade nel nostro paese.

Politici: pratiche di self-promotion. Tutto è lasciato alla potenza dell’immagine (potenziamento dei leader
professionale che si discosta dalle elite che lo hanno proceduto, uso della sfera privata e “intimizzazione”
(vi è stata una fusione tra la sfera pubblica e la sfera privata) per mettere in risalto la dimensione familiare e
amicale del leader direttamente o attraverso soggetti terzi. Es: presentare il leader come un amico. Non
presentare necessariamente le proprie competenze ma abbattere quelle barriere che si potevano
presentare tra chi era soggetto della comunicazione politica e chi ne era il produttore. Un politico bene
diverso dai classici immaginabili

Processi della CMC:

- Disintermediazione, una sfida al potere di gatekeeping del giornalismo tradizionale. Utilizzo di un


altro strumento o di più strumenti in base agli utenti;
- Spettacolarizzazione, con il leader che ruba la scena a quello televisivo e si assicura la copertura dei
media mainstream, relegandoli a una posizione subalterna (infotaintment: politica come
intrattenimento) per suscitare attenzione e rendere diversa la sua offerta dagli altri attori politici-
difficilmente si troverà un attore politico che non riesce a creare dinamismo all’interno dei dibattito
o creare conflitto e scontro, altrimenti senza queste caratteristiche la trasmissione non funzionerà e
il programma in sé avrà meno ascolti. Gli ospiti saranno chiamati a creare antagonismo, conflitto;
- Offerta di informazioni e narrazioni alternative: dotate di un frame (framing: quando si elaborano
soluzioni e problemi legati a cause, giudizi morali e narrazioni che sono attribuite dai nostri politici)
interpretativo proprio che genera un controllo dell’agenda del dibattito politico e la vicinanza del
leader al cittadino. Fare l’interesse del popolo, catapultarsi nella situazione familiare e cercare di
adottare quelle soluzioni che più facilmente portano l’elettore a provare simpatia per il leader.
Anche se distinguersi rispetto agli altri diventa complicato.

Webpolitica e sfera pubblica, come con la televisione, con i media online, la tecnologia ha:

- Creato nuovi bisogni per i cittadini, ampliando l’offerta di informazioni e di servizi (pensiamo ai
prodotti che riceviamo dagli altri paesi);
- Soddisfatto esigenze reali di maggiore interazione tra individui, la possibilità di connettersi e parlare
con amici e parenti lontani; possibilità di provare esperienze diverse (lezioni online in erasmus),
possibilità di essere partecipi;
- Sollecitato azioni e reazioni;
- Tolto potere a chi l’aveva da tempo e dato a chi non l’aveva;
- Reso obsolete ideologie consolidate e diffuse di nuove,
- Stimolato nuovi comportamenti nella società e nella politica sia di consumo che di informazione.

Ampliamento della sfera pubblica, si sta andando verso una sfera pubblica sempre più integrata
(transazionale), prende le sembianze di una sfera pubblica digitale connessa che comprende una
moltitudine di attori, non solo organizzazioni o entità collettive che si muovono attorno ad un interesse
comune, vi è una partecipazione diretta di soggetti individuali, collettivi e istituzionali che si confrontano
nella competizione per il potere, usando i canali della comunicazione interpersonale, mediata e online.

Nuove richieste, nuovi bisogni, nuove offerte e una sfera pubblica molto più competitiva. Questo ha effetti
devastanti, rispetto al modo di fare comunicazione politica e il pensare il rapporto tra società e cittadini;
politica e società; e politica e organi intermedi sia della sfera pubblica sia degli attori della comunicazione.

Potere e CMC: Analogamente ai media tradizionali e alla televisione, anche i nuovi media ereditano una
disuguaglianza di potere – molti guardano, pochi e grandi poteri politico-economici hanno accesso a dati su
azioni e preferenze di persone – ma nello stesso tempo rendono accessibile a milioni di persone la
comunicazione via internet.

Internet ci ha reso più liberi; ma al tempo stesso disuguaglianze proprie del sistema mediale precedente-
Adesso la distribuzione ha a che fare con logiche di algoritmi; promuovere con i propri fondi i propri post o
messaggi. Utilizzare il canale per acquisire informazione e generarla.

Equalizzazione: la rete ha offerto ai partiti marginali (organi intermedi) gli stessi vantaggi che i grandi partiti
avevano nell’era dei media offline (Gibson e McAllister 2015).

Il movimento 5 stelle ha fatto molta comunicazione online, che ha delegittimato molti media tradizionali
prima di prendere parola in questi ambienti.

Normalizzazione: si assiste però a una replica delle condizioni che distribuivano il potere nell’era pre-
internet, con i grandi partiti che continuano a godere del loro status dominante nell’ecosistema
comunicativo e a grandi interessi economici che terranno conto di questo potere nelle mani di alcuni attori
particolari.

I poteri di queste forze politiche sono avvantaggio del politico ma anche del network o di chi ne potrà
beneficiarne: una logica di scambio. Dopo una presa di posizione di alcuni social network in seguito
all’attacco al parlamento al congresso americano, vi è stata la chiusura di account di Trump. Si nota il
processo di normalizzazione: Trump si sposta in un’altra piattaforma.

Utilizzare il canale per acquisire informazione ma anche sfruttare la potenza del dato.

Le logiche del potere che erano presente nell’era pre internet si sono replicate nell’era post internet.

Alcune caratteristiche (non esaustive) dei new media: tutti quegli strumenti di comunicazione che nascono
dal connubio con l’informatica e la telematica e che consentono la diffusione delle informazioni (?),:

1. Digitalizzazione delle informazioni


2. Multimedialità e forte integrazione dei codici comunicativi (testo e immagine, passare da un utente
ad un altro)
3. Interattività tra user e produttori del messaggio politico e centralità dell’utente, che può scegliere
come utilizzare al meglio il messaggio, dare un feedback.
4. Ipertestualità
5. Pluridirezionalità: la possibilità di reagire a quanto ci è comunicato, diventare noi stessi
comunicatori
6. Cyber communication

1° fase della ricerca sulla CMC (anni 80): Una comunicazione socialmente povera basata su scambi digitali
(Kerr e Hiltz 1982), basati principalmente sul testo con assenza di stimoli non verbali e destrutturazione
delle relazioni interpersonali. Scambi che avvenivano in ambito principalmente lavorativo, email, più una
comunicazione one to one.

REDUCED SOCIAL CUES:


1. Scarsità di informazioni sul contesto sociale in cui la comunicazione avviene (comunicazione
orizzontale);
2. Scarsità di norme comunemente accettate che orientino lo sviluppo della comunicazione stessa
(comunicazione disordinata e fioriera di comportamenti antisociali e opinioni polarizzate).

Non vi era un collegamento tra l’ambiente comunicativo e il contesto sociale, con la possibilità di
esprimere opinioni che andavano oltre alle norme di comportamento comunemente accettate,
qualcosa che è rimasto nella comunicazione nuova.

2° fase della ricerca (anni 90)

Comunicazione socialmente ricca:

1. Attenzione al contesto sociale della CMC: contesto lavorativo (normato) o contesto ricreativo
(anomico);
2. Critica al modo di fare comunicazione, come all’uso di esperimenti di laboratorio per valutare il
livello di socialità che si può sviluppare in una situazione di CMC. Destrutturare le relazioni sociali
nuove che si creano nella rete senza usare strumenti (come laboratori) che venivano usati
precedentemente per capire come il flusso di comunicazione andava a generare effetti su chi era
esposto al messaggio.

3° fase (anni 2000): Espansione della CMC collegata a diffusione di computer e Internet. La fase che
conosciamo oggi

1. CMC come una costruzione interattiva e iterativa di senso e di realtà (attribuzione di significato,
diversa da soggetto a soggetto, ai messaggi che leggiamo, ai post, dipenderà dal contesto
comunicativo. Non è come prima un messaggio statico che avrà funzione nel momento in cui il
lettore conclude la letteura);
2. Informazione come prodotto sociale (società dell’informazione), la comunità stessa lo crea e
contribuisce a definire la sua diffusione ma anche a definire quella costruzione del messaggio che
prime aspettava al professionista del messaggio.
3. Concezione non riduzionistica (e non limitata alla comunicazione interpersonale) della dimensione
sociale;
4. Realtà come costruzione sociale, piuttosto che risultato di fattori esterni tecnologici o economici. La
possibilità di interessi economici non forti di prender parola ed essere influenti all’interno del
network.

Un’innovazione che dà maggior potere al singolo, una copartecipazione alla creazione del messaggio.

Comunicazione interpersonale offline vs comunicazione online:


Nella comunicazione online
parliamo di una comunicazione codificata che usa il codice del mezzo, una comunicazione che lascia spazio
ad una comunicazione che non per forza si sostanzia in un testo scritto o parlato ma prevede la costruzione
del messaggio a monte, la possibilità di avere delle codifiche errate è meno frequente di una
comunicazione interpersonale (lapsus, altre interpretazioni).

La rete ha mostrato che la comunicazione non verbale può avvenire: i messaggi lasciati nel mezzo possono
riprodotti e produrre effetti (come Trump che scriveva su twitter parole prive di senso che venivano subito
condivise).

Una comunicazione interpersonale spesso in funzione del ruolo che svolgiamo, della posizione all’interno
del gruppo. Nella comunicazione online questo è meno vero, vi è una maggiore libertà sia nell’esercitare
pressioni sull’altro, ma anche prendere parte ad argomentazioni che non rientrano nella propria sfera di
competenza: la possibilità di assumere una nuova identità che diventa frutto di una scelta individuale.
Un’identità che può organizzarsi all’interno del mezzo. L’individuo sceglie la sua situazione sociale: sceglie il
network.

Comunicazioni tra pubblici connessi vs. comunicazione faccia a faccia

 Persistenza dei messaggi, possibilità di condividerli, salvarli


 Ricercabilità quanto è stato scritto dagli attori della politica tramite la ricerca o hashtag oppure
tramite parole chiave, tag. Nulla è dimenticato dalla rete
 Replicabilità: Vi è la possibilità di riprodurre il messaggio.
 Scalabilità (involontaria o volontaria): gli effetti prodotti da questa riproduzione e la portata di
queste logiche possono essere sfruttate dagli attori per essere presenti nelle agende delle persone.

Attori che possono partecipare, non solo attori della politics: Singoli utenti, personaggi mediali, imprese
commerciali: web 2.0 e content sharing.

La situazione secondo Goffman

Qual è lo scopo delle nostre relazioni con gli altri? Definire la situazione (Goffman 1959):

 Farsi un’impressione degli altri, capire cosa pensano gli altri e anche cosa pensano di no (utile al
politico per generare un effetto positivo);
 Influenzare le impressioni che gli altri hanno di noi.

Vengono tratteggiate alcune variabili per creare questa situazione: Etichette, norme, modelli di
interpretazione, punteggiatura (flusso di relazioni istaurate tra più individui e che determinerà
l’assegnazione di un significato a una determinata asserzione sulla base di quello che c’è stato.
Importantissima anche dalla cultura, partire da uno scambio che è pre esistito per assegnare un valore o un
significato a un post o quello che seguirà. Tipico delle relazioni tra politici e cittadini) che definiscono il
nostro ruolo rispetto all’altro.

Nella rete vi è la possibilità di costruire significati, di scegliersi un ruolo e anche di lasciarlo quando non
siamo soddisfatti.

La metafora drammaturgica, comprende: la Ribalta (blog, sito personale, profilo social): avviene la
rappresentazione della propria facciata, costruiamo attentamente con gli strumenti più efficaci per
influenzare l’opinione che gli altri hanno di noi e per suscitare reazioni positive;

Retroscena (scelta di uno pseudonimo, costruzione di un sito, scelta di foto e altri contenuti per
sito/profilo, firma online): si prepara la nostra rappresentazione

Lo stesso vale per la politica. Possibilità di crearsi un’identità parallela, attraverso il social migliore, associata
all’identità pubblica del politico, che comunicherà con gli elettori e le opinioni pubbliche cercando di
esercitare un’influenza positiva. Una rappresentazione nuova della politica, che non deve tenere conto di
possibili intermediari, che potrà beneficiare anche delle strategie comunicative dei professionisti della
comunicazione per rendere al meglio l’identità del leader.

Comunità online:

 Aggregazione di persone stabili e coerenti che condividono interessi: collego l’identità online mia
(cittadino) con quella di un altro attore perché mi ritrovo in quello che dice, voglio sapere cosa dice.
 Comunicazione multi-livello, è probabile che il politico condivida qualcosa che sia interessante per i
cittadini ma allo stesso tempo permetta di percorrere il flusso di comunicazione in senso opposto: il
singolo cittadino che spinge l’attore politico a reagire su questioni rilevanti.
 Condivisione di un linguaggio, che identifichi l’attore politico e che sia interpretabile e condivisibile
da coloro che fanno parte della rete del politico (linguaggio proprio della comunità, utilizzo di
parole chiave che identifichino l’attore politico, Salvini che dice “bacioni”, associare l’attore politico
avversario ad un animale, qualcosa di animato come Beppe Grillo)
 Sviluppo di norme, rituali e ruoli sociali all’interno del mezzo, diverso dalla comunicazione
interpersonale. Pensiamo ai network che riconoscono coloro che partecipano più attivamente
 Permeabilità
 Volontarietà, talvolta non è necessariamente una caratteristica dei nuovi mezzi
 Specializzazione, l’attore politico deve capire quali linguaggi utilizzare a seconda del mezzo
impiegato. Molti politici si sono adattati ma è più difficile per le istituzioni pubbliche.
 Parità e reciprocità, l’utente ha la possibilità di prendere parola però bisogna differenziare tra i
diversi profili pubblici e istituzionali presenti nel network. Diverse istituzioni potranno usare la
comunicazione social per fornire informazioni anche solo per difendere o incrementare la propria
popolarità. Come l’università.

I social network utilizzati principalmente per rendere visibili relazioni e reti sociali già esistenti (social
network) piuttosto che per crearne di nuove (social networking).

Multimedialità e interazione attraverso differenti canali di comunicazione.

Comunicazione mediata dal computer vs comunicazione tramite i media

 Disintermediazione: individui produttori e fruitori di informazione e conoscenza (soggetti attivi)


 Aumento dell’informazione disponibile e accessibilità alla sfera pubblica
 Ridimensione della comunicazione one to many tipica dela precedente era di comunicazione;
 Si moltiplicano occasioni di relazione, confronto e scambio tra soggetti diversi.
Quali rischi nella CMC?

 Divario digitale: disuguaglianze nell’accesso e nell’uso delle tecnologie e di percepire le


informazioni della c. politica; c’è ancora un’ampia fetta di popolazione che continua a basare la
propria opinione su quanto detto nei social.
 Disfunzione nacronizzante: il cittadino finisce per confondere il conoscere i problemi del giorno col
fare qualcosa in proposito. Una conoscenza sempre più superficiale.
 Frammentazione del confronto politico e culturale: quando c’è una crisi diventa il tema principale
ciò avveniva anche in passato, ma in questa occasione si assiste ad una frammentazione del
confronto politico e culturale
 Logiche algoritmiche: nodi per l’accesso all’informazione e crocevia dei flussi comunicativi sono
gestiti da pochi intermediari particolarmente influenti e socialmente situati
 Gestione della privacy e accesso a contenuti privati: le tracce che lasciamo nei social vengono
sfruttate dagli attori sia per scopi economici

Anche il modo in cui si fa comunicazione politica adesso è diverso dal passato.

Contaminazione tra politica e intrattenimento: attraverso l’ironia che sollecita l’ilarità dei membri della
comunità online e il coinvolgimento di tipo emozionale, il messaggio (di molta comunicazione politica user-
generated, poiché l’utente contribuisce a creare una situazione comunicativa particolare) acquisisce
maggiori probabilità di raggiungere un audience vasta, la secondary audience non direttamente interessata
a un tema o a un politico, e di innescare un nuovo engagement, ma si trova esposta al politico perché
l’utilizzo della nuova comunicazione ha prodotto questa possibilità di engagment. Estendendo ad altri
soggetti che non fanno parte della cerchia, che magari in un futuro possono decidere di entrare a farne
parte.

Simili registri comunicativi offrono nuovi stimoli per sollecitare pratiche partecipative, specialmente tra
soggetti meno interessati alla partecipazione formale della politica tradizionale. L’utente che viene tirato in
ballo, specialmente coloro che non sono molto interessati alla politica. Non è una partecipazione classica,
ma una forma di partecipazione che si aggiunge a quelle precedenti.

Si arriva alla politica dei meme: punta più graffiante di un insieme di formati espressivi della comicità
politica appartenente alla cultura popolare. Utenti creano, condividono, trasformano i meme realizzando
delle unità di cultura popolare che vanno a costruire un’esperienza condivisa e riconosciuta dai
partecipanti. I meme divengono uno strumento sociale per fare circolare le idee e influenzare il discorso
pubblico (forma di vernacular creativity utilizzate dai politici per alimentare il dibattito o prendere di mira
altri avversari).

Gli attori della politica come oggetto dei meme oppure lasciare che la comunità svolga questo ruolo e
avvantaggiarsi del meme prodotto a scopi politici, senza arginare il diffondersi di questi prodotti, ma
contribuire a far parlare di sé.

Come si produce il meme? Attraverso la Contaminazione produttiva: remix di elementi già presenti nella
cultura popolare (qualcosa di molto conosciuto) e il messaggio politico che vi viene inserito. Più pop
(conosciuti) è il riferimento e più probabilità esiste che il meme venga accolto, apprezzato e condiviso.

Se invece si utilizza una cultura di élite o qualcosa conosciuto da pochi, associando una figura di un politico
la probabilità che il meme venga condiviso è molto ridotta.

Cos’è il meme? “un immagine, un video, un testo ecc. tipicamente di natura umoristica, che viene copiato e
diffuso rapidamente dagli utenti internet, spesso con alcune varianti” (oxford engllish dictionary)
Questo termine compare per la prima volta nel lavoro di The selfish gene di Richard Dawkins biologo (1976)
e deriva dalla parola greca mimema (qualsiasi cosa sia imitata).

“Elementi della cultura popolare che vengono diffusi, imitati e trasformati dagli utenti della rete, che creano
un’esperienza culturale condivisa” (Shifman 2013).

Cosa caratterizza il meme “Oggetto culturale, generalmente scherzoso, che acquista valenza nell’essere
trasmesso online” (Davison 2012):

 Velocità di diffusione;
 Fedeltà rispetto alla cornice memetica originaria (cultura popolare alla quale si rimanda);
 Processo trasformativo che subisce da parte degli utenti durante la sua propagazione: gli utenti che
danno significato diverso al meme al secondo del contesto considerato

Iter memetico: diversi soggetti riprendono un’idea, e la variano al seconda del contesto, rimettendola in
condivisione in un sistema aperto, in cui la presenza dell’autore svanisce progressivamente, fino a
scomparire, fagocitata dalla creatività collettiva. Si parte dal produttore del meme per poi perderne traccia,
è la comunità online che si appropria dell’elemento, attraverso una partecipazione. Diventa proprio della
collettività.

Il meme politico

“Nella memetic politics che si manifesta in rete si osserva un meccanismo progressivo di appropriazione e
reframing (trasformazione) dei temi presenti nell’agenda pubblica da parte di attori sociali, che si sviluppa
attraverso il remix tra contenuti prettamente politici ed elementi della cultura pop all’interno
dell’ecosistema comunicativo ibrido” (Mazzoleni e Bracciale 2019).

Prende alcune caratteristiche dell’Informazione online: informazione breve, veloce e immediata; prodotti
informativi che mischiano informazione politica e intrattenimento (e relativi correlati pop) in un contenuto
di tipo ibrido. Si adatta all’ambiente.

Deve collegarsi a qualcosa di comprensibile, non solo alla cultura pop ma qualcosa che fa parte della
tradizione comune e all’evento dell’attore politico (quando ne è stato artefice). Fare associazioni tra eventi
della politica noti e una cultura che ripesca una tradizione popolare.

Esempio: manipolazione della notizia da parte degli stessi utenti ma anche da parte di politici e
organizzazioni che la “riconfezionano” nei propri spazi e la condividono aggiungendovi i propri frame
interpretativi.

Normificazione del meme: anche l’utente non esposto a quella cultura popolare, immediatamente capisce
quello che si vuole dire, manifestando il successo del meme.

Elementi che contribuiscono alla popolarità di un meme

 Presenza di diverse gradazioni di humor, fare ironia, usare il sarcasmo;


 Mix di intertestualità (immagini associati a testi, video), che mescola elementi della cultura
popolare con la vita quotidiana;
 Accostamento di elementi simbolici, prevalentemente immagini, che producono cortocircuiti
comunicativi.

Nel caso italiano, il ricorso al meme sia associato anche alla visibilità del partito o del politico sui
mainstream media.
Nel 2017 l’avvento della presidenza di Trump è stata associata a una sempre più dirompente produzione
dei media nei confronti di Trump e del partito repubblicano, a discapito di altri attori. Ciò può comportare
dei problemi nei confronti dell’attore a cui il meme è rivolto (es: renzi e il suo inglese).

Potenziale memetico: capacità replicativa, idoneità trasformativa e carica umoristica. La capacità dei leader
di adattare il messaggio alle configurazioni.

Meccanismo della normificazione: sovrapposizione tra il personaggio che incarna il meme e la funzione
narrativa che rappresenta. Quando il meme si normifica diventa comprensibile a tutti gli utenti (anche a
coloro che non partecipano alle subculture in cui si è originariamente sviluppato) e genera cornici
memetiche condivise e riutilizzabili, in cui è possibile riconoscere un elemento fisso (associazione meme-
tema) e uno variabile (battute a esso associate).

Questo meccanismo può essere non ricercato da coloro che creano il meme, in questi casi il meme può
espandersi dalla situazione per cui era stato prodotto.

Meme come quintessenza della cultura partecipativa online:

 Sono aperti, progettati in maniera collaborativa, facilmente remixabili da parte degli utenti anche
meno informatizzati con app e siti;
 Si diffondono in maniera decentralizzata e non gerarchica. Una penetrazione del messaggio che
avviene in maniera orizzontale e che non tiene conto di possibili risorse di potere;
 Possono raggiungere una massa critica di utenti e propagarsi tra le piattaforme in poco tempo;
 Si basano su un modello di cultura digitale fortemente dipendente dagli usi degli utenti che,
attraverso i loro contributi, aprono a nuove visioni e nuove norme sociali, spingendo per la loro
circolazione e riutilizzo nell’ecosistema mediale.

Un’attivazione di una serie di soggetti: il creatore, gli spettatori e si innescano quei meccanismi di diffusione
che fanno si che il contenuto possa essere ripreso e trasformato diventando efficace anche in altre
occasioni.

Spesso il politico può condividere il meme che è stato fatto su di lui, per rendersi più visibile, per rendersi
più vicino all’elettorato.

Meme e visibilità del leader: La produzione dei meme sia dipendente anche dalla visibilità del leader e la
capacità che il leader ha di generare questi contenuti su di se, sul modo in cui si pone.

Nel caso di Trump, studiando gli effetti dei media che indicano i possibili leader come presidenti. Stessa
cosa con riferimento ai partiti. Studio pubblicato nel 2017 da forbes dove vengano fabbricati ma anche
prodotti meme di successo. Si può fare una ricerca quantitativa sui meme di collegamento tra correlazione
tra successo nelle piattaforme e la possibilità che vengano scelti.

Comunicazione politica digitale:

 Organizzazioni politiche usano il web non solo come un’estensione delle loro attività informative o
di marketing, ma come strumento per acquisire visibilità e influenzare l’azione di altri soggetti e
l’intero processo decisionale, come influenzare l’agenda, rendere una determinata organizzazione
efficace. Uno strumento per dare visibilità non solo all’attore ma anche al suo programma.
 Uso del web non solo per scopi informativi ma anche con scopi relazionali e di advocacy, creare
connessioni, come pure per stimare l’impatto del messaggio e di campagne mediali sviluppate ad
hoc. I social permettono di avere un ritorno immediato dell’efficacia della nostra comunicazione:
visualizzazioni, like, commenti, condivisioni.
 “Non è tanto una questione di piattaforma che consente di raggiungere un pubblico più facilmente
ed efficacemente, è anche una questione relativa ad una dimensione essenziale della
comunicazione, più precisamente, l’abilità di coinvolgere un gruppo (target) specifico (target).”
(Jora 2013). Generalmente l’elettorato.

Possibilità di creare alleanze con soggetti istituzionali governativi che possono aiutare per raggiungere lo
scopo. Può essere anche un soggetto non isituzionale, come la comunità.

Es: in Tiran, la comunità sta facendo comunicazione nei confronti delle popolazioni straniere in modo che
fanno pressione sulla leadership iraniana.

Il soggetto che fa comunicazione digitale non è esclusivamente un soggetto, ci sono una varietà di soggetti
coinvolti con potere legislativo ma anche coloro che dal basso spingono affinché questi attori prendano una
posizione. La possibilità di creare relazioni è la risorsa principali che gli elettori devono sfruttare.

Per fare ciò c’è il bisogno di innovazione e adattamento al contesto: internet e i social mediano stanno
rapidamente crescendo e influenzano le nostre vite, portando altre persone e nazioni più vicine a noi
rispetto al passato.

I social media stanno creando connessioni tra regioni e stati nel mondo. Si parla di “Essere glocal”: una
cultura globale associata a identità locali in una natura mondiale. Le connessioni sono maggiori e la
possibilità di usare lo strumento comunicativo per scopi politici è maggiore rispetto al passato.

Le persone sviluppano un senso di appartenenza a una cultura globale adottando pratiche, stili e
informazioni che sono parte di una cultura globale. Tuttavia, continuano a mantenere la loro identità locale.

Come agli imprenditori viene oggi chiesto di innovare e adattare il loro business al fine di incontrare le
preferenze e i gusti del pubblico, attori statali e non statali (media, opinione pubblica) devono sviluppare
nuove soluzioni per comunicare la loro immagine e i loro valori. Essere capaci di adattare la propria
immagine e il proprio frame interpretativo all’ambiente in cui la nostra interpretazione sarà ricevuta e
valutata. Ci sarà un’attenta valutazione se il nostro messaggio sarà efficace e ritenuto legittimo per crescere
le interazioni, visualizzazioni, alleanze strategiche.

Internetional: diversamente dalla comunicazione tradizionale, la comunicazione online consente a


molteplici attori, in ogni luogo e a qualsiasi ora di prendere parola e influenzare il flusso comunicativo della
e sulla politica. Utilizzare le proprie piattaforme e canali per spostare l’agenda. Questo tipo di
coinvolgimento, che avviene in tempo reale è divenuto virale, ha natura non gerarchica e può essere
personalizzato e ottimizzato dall’utente in base alla piattaforma utilizzata. Ogni piattaforma necessita di un
linguaggio diverso per tanto servono dei professionisti della comunicazione.

Caratteristiche:

 Attivazione di attori politici tradizionali e non;


 Processo continuo e in tempo reale, anche di adattamento al contesto comunicativo che si va a
creare;
 Multilivello e non gerarchico: possibilità di creare nuove direzioni, anche comunicazioni orizzontali
e non solo verticali, non solo dall’alta al basso ma anche il contrario;
 Personalizzabile e customizzabile: ciascun attore può usare il mezzo nel modo che crede più
efficace e credibile da parte degli utenti.

Malgrado ci siano degli elementi fissi all’interno di un sito o di un profilo, ci sono una serie di contenuti che
possono essere adattati alla natura dei soggetti e dell’istituzione: pubblico anziano, istruito o meno, rubblici
stranieri. Le strategie saranno diverse.

Efficacia della comunicazione digitale interna ed estera: ambasciate, istituzioni tradizionali stanno puntando
sulla presenza digitale. Ci sono vari studi, creando la digital diplomacy che studiano la presenza di efficacia
sul web e sui social da parte di istituzioni, nei confronti di un pubblico internazionale. Uno studio basato su
5 principali requisiti digitali di organizzazioni governative. Ciascun paese, l’efficacia comunicativa è basata
sulla presenza:

- Presenza nei vari social;


- Customizzazione, usare gli strumenti in modo migliore;
- Aggiornamento dei contenuti, in modo da avere un flusso continuo;
- Coinvolgimento
- Diplomazia 4.0, creare connessione e interazione con soggetti internazionali

Ciascun livello è caratterizzato da indicatori e variabili selezionate tra 166 criteri per misurare la
performance della diplomazia digitale di un’organizzazione.

Digital diplomacy index: classifica l’influenza globale online di ciascun paese del G20 su una scala da 0 a 10.
Attualmente basato su 9 indicatori chiave su dati di Twitter e aggiornato quotidianamente. Gli indicatori
usati sono:

- diplomatic network reach;


- Diplomatic weight, il peso all’interno del network
- Vocality, essere fonte di informazione, comunicazione e interazione
- Message efficiency
- Global conuntry visibility
- Format proficiency
- Momentum
- Diplomatic centrality
- Language diversification

Non solo nella comunicazione politica nazionale ma anche in quella internazionale, si tiene conto di questi
elementi e della capacità di adattarsi allo strumento per aumentare il proprio Il soft power, che indica il
potere di utilizzare la propria cultura, il proprio valore, l’identità politica rappresenta a soggetti esterni.

Qui abbiamo il soft power di diversi paesi, per mostrare quanto siano stati efficaci ad utilizzare uno
strumento.

Diverse fonti di dati, dati su pubblicazione digitale social (in particolar modo noi useremo twitter) e dati di
opinione pubblica (nazionale o internazionale).

Twitonomy

La democrazia del pubblico: la presenza di una opinione pubblica libera e informata è elemento
indispensabile di una democrazia rappresentativa dove la legittimazione dei rappresentanti passa
attraverso la libera discussione delle decisioni dei governanti. Deve esserci un elemento della legittimità i
rappresentanti cercheranno di risponde alle esigenze dei singoli cittadini e il cittadino riconoscerà nel
rappresentante qualcuno che ha competenze e caratteristiche per svolgere quel ruolo e rappresentare
l’opinione pubblica.

Questa democrazia passa attraverso una rappresentanza che sarà responsabile dei propri cittadini, i quali
parteciperanno direttamente alla discussione.

Democrazia rappresentativa, si basa su alcune caratteristiche:

 I governati sono designati attraverso elezioni che si tengono a intervalli regolati. Il cittadino può
scegliere il proprio leader;
 I governati conservano, nelle loro decisioni, un certo livello di indipendenza rispetto ai voleri dei
loro elettori, non c’è un vincolo di mandato. Il rappresentante non dovrà chiedere all’elettore come
dovrà comportarsi di volta in volta. Mentre alcuni partiti hanno introdotto questa attività
decisionale;
 I governati possono esprimere, liberamente e senza censura, le loro opinioni e le loro volontà
politiche;
 Le decisioni pubbliche sono sottoposte alla “prova della discussione”, gli output saranno messi alla
prova dalla discussione pubblica.

Può avere diverse configurazioni:

 Parlamentarismo (come nel caso italiano): i candidati sono eletti sulla base di una fiducia personale,
legata alla loro rete di relazioni locali e alla notorietà e deferenza che suscitano. Il rappresentante,
generalmente, non è vincolato a un’organizzazione partitica, è il fiduciario dei suoi elettori. Opinioni
pubbliche fanno pressioni su parlamento, concepito come luogo dove i rappresentanti si formano
le loro opinioni attraverso discussione aperta. Esistono degli organi intermedi rappresentati dai
partiti che hanno il compito di selezionare i candidati, di fornire alla nuova classe politica ma di
fatto il rapporto sarà tra l’elettore e il suo rappresentante, sostanziato nel momento delle elezioni.
Il rapporto con le opinioni pubbliche può essere più o meno strutturato a seconda del sistema dei
regimi federali o nel caso in cui il parlamentare è espressione di una comunità ben definita, questo
rapporto fiduciario ha a che fare con le esigenze di quella comunità.
 Democrazia dei partiti: elettori ripongono fiducia non in un politico ma nel partito a cui appartiene.
Identificazione partitica genera stabilità nel comportamento elettorale. Rappresentante tra risorse
necessarie alla carriera del partito politico e dipende perciò da esso. La discussione sulle scelte
politiche avviene all’interno delle organizzazioni partitiche. Prima si cerca di votare quei partiti che
si sapeva avrebbero vinto.
Anche i partiti al di fuori del centro della rappresentanza e piccoli hanno avuto una grande
percentuale di voti. Una democrazia che si spinge di più verso un rapporto diretto con il
rappresentante;
 Democrazia del pubblico: appartenenze partitiche e ideologiche si indeboliscono, mentre aumenta
per i candidati l’attenzione per le tecniche di comunicazione (personalizzazione) con uno
spostamento della discussione sui mass media: da sedi istituzionali ai partiti ai media. Interessi
molteplici si vanno a sommare per poi individuare un leader che li rappresenterà.

Una democrazia che evolve.

La sfera pubblica, la democrazia come governo di opinione: L’opinione pubblica è fondamento della
democrazia che si legittima tramite la sovranità popolare: pubblico depositario di strutture e processi della
democrazia. La possibilità di scegliere i propri leader per un periodo di tempo definito. Ma per esercitare
questo ruolo, l’opinione pubblica deve essere attiva (controllare ed essere informata sulle decisioni che la
riguardano collettività) ed autonoma (indipendente da possibili influenze).

“Per essere sovrano il popolo deve possedere ed esprimere un contenuto” e l’opinione pubblica è appunto
il contenuto che dà sostanza e operatività alla sovranità popolare (Sartori).

La sfera pubblica è stata definita in vario modo, spesso come ambito di società civile, non statale, ma
pubblicamente rilevante, dove si hanno discussioni pubbliche, visibili dall’esterno su temi di pubblico
interesse. L’argomentazione pubblica e relazionale è quello che definisce la nostra opinione pubblica
pubblicità pubblica; opinione qualcosa di privato; nel momento in cui questi aspetti, preferenze si sommano
e vengono misurate in qualche modo si crea un’opinione pubblica, che a differenza dell’elettorato non è
definita, non si sovrappone all’elettorato.
Si realizza nel momento in cui la società civile prende parola.

Peculiare della sfera pubblica è lo strumento utilizzato per il confronto politico: l’argomentazione pubblica e
razionale.

Altri concetti analoghi: spazio pubblico (pubblic realm) sviluppato da Hanna Arendt, analogo al concetto
liberale di sfera pubblica borghese di Habermas.

Mercato delle idee: altro concetto di stampo liberale classico secondo cui il cittadino, grazie all’accesso a
una pluralità di fonti informative e all’esposizione a opinioni differenti sulle questioni pubbliche, può
formarsi proprie idee e visioni su di esse, attrezzandosi così per il momento dell’azione, della presa di
parola, partecipazione politica.

Questo mercato delle idee è una sorta di calderone dove avvengono le discussioni, interazioni tra cittadini e
portatori di interessi e dove si creano le possibilità per la partecipazione visibile e invisibile del cittadino.
Ingrediente necessario per la democrazia rappresentativa.

Sartori sottolinea l’importanza di avere questo ambiente dinamico e razionale di cittadini attivi in modo che
prestano attenzione alla vita pubblica e ne partecipano.

Quali sono stati i luoghi della sfera pubblica nei diversi secoli?

 Fino alla prima metà del XIX secolo, quando vi era una sorta di ologarchia, la democrazia era di
pochi rappresentata dai salotti, società letterarie, circoli di elite e intellettuali dove avveniva la
discussione.
 Dalla seconda metà del XIX secolo: dibattito pubblico si sposta sui mass media (radio, case editrici)
creando questo ambiente per informare, con influenza, almeno per un certo periodo, da parte dei
partiti di massa.
 Dalla seconda metà del XX secolo: questi canali diventano più popolari attraverso la
commercializzazione mass media con perdita della capacità di controllo sul potere politico. I mass
media divengono complessi di potere sociale (agenzie di socializzazione) guidati dal profitto anziché
strumento per un’opinione pubblica raziocinante e informata. Ciò diventa maggiormente evidente
con l’avvento della TV e la crisi della stampa: videocrazia e conseguente spettacolarizzazione della
politica e semplificazione del dibattito politico (infotaintment)
 Fine XX e inizio XXI secolo: possibilità per interessi emergenti non ancora incanalati nel sistema
politico di rivolgersi all’opinione pubblica (es: azioni di protesta, movimenti, come il M5S che aveva
usato dei canali non accora occupati) accrescendo alla propria notiziabilità. Crescita del pluralismo
nelle fonti di informazione su scala globale, altri attori utilizzeranno lo strumento per contrastare
questi movimenti, ed è sempre più evidente una sfera pubblica molto più dinamica e partecipata.

Fattori trasformativi nel sistema politico: Passaggio da un sistema politico composto da partiti fortemente
ideologizzati e portatori di interessi di classe ben definiti a un sistema composto di partiti “pigliatutto” che
cercano il consenso di elettori provenienti da classi sociali diverse.

Si passa da un sistema politico composto da partiti come portatori di interessi di classe a un sistema
composto di partiti che si rivolgono ai cittadini, andando oltre alle ideologie (il M5S che si riferisce agli
elettori di sinistra, ma anche di destra). Partiti che non si basano sull’ideologia ma sul consenso di vari
settori dell’elettorato.

- Declina il ruolo delle appartenenze politiche, partitiche. Crollo del numero di iscritti: i partiti si
trasformano da associazioni in cui gli iscritti fanno politica attiva a gruppi professionali in cui uno
staff di esperti garantisce la comunicazione del partito attraverso i media: professionalizzazione
della comunicazione politica. Un elettorato molto più fluido che si sposta da un partito ad un altro e
che basa la sua scelta su quanto viene proposto all’interno dello spazio comunicativo mediatizzato.
- Il consenso elettorale diventa più instabile e legato a fattori come i candidati, leader (la persona in
sé e non il partito che rappresenta), programmi e la comunicazione scelta per promuovere il leader
e il partito.

Elementi che hanno contribuito a questo nuovo paradigma dei sistemi politici moderni sono: l’Introduzione
del sistema maggioritario (l’assegnazione della carica a chi ha ottenuto la maggioranza dei voti, la figura del
politico è molto più importante rispetto al passato) e l’elezione diretta per cariche locali (sindaci, presidenti
di regione), cambiamenti nella selezione delle élite (i partiti fanno da cornice anche istituzionali al politico
ma chi guiderà la coalizione sarà colui o colei che ha istaurato un rapporto privilegiato e che i media hanno
individuato come possibile leader).

Fattori trasformativi del sistema della politica e dei media: Maturazione del sistema dei media e d quello
televisivo in particolare.

- Televisioni commerciali competono con TV di stato e altri media, costringendoli a modernizzare e


semplificare il loro linguaggi e costringendo anche i politici ad adeguare la loro comunicazione.
- Declino della stampa di partito
- Emergere di nuovi media e di nuovi linguaggi: forme di comunicazione ibride e trasnmediali
- Attenzione sull’immagine del leader e personalizzazione della politica
- Frammentazione del discorso politico con aumento della conflittualità e dei contenuti negativi.
Qualcosa prodotto nell’immediato ad uso e consumo di quel
- Delegittimazione (sfiducia) della classe politica e dirigente (anti-politica) a cui è collegata una crisi
della partecipazione. Si mette in crisi il sistema rappresentativo in sé. Occorre fare attenzione che
questa delegittimazione non si trasformi in una crisi della democrazia.

La democrazia deliberativa: mira a costruire una sfera pubblica basata sia l’interazione/discussione tra i
partecipanti, sia sull’informazione. Offrire delle prese di posizioni che siano giustificate sulla base di
ragionamenti che anche altri possano capire.

“Una forma di governo in cui i cittadini liberi ed eguali giustificano le loro decisioni in un processo fornendo
ragioni che siano mutualmente accettabili ed accessibili, allo scopo di raggiungere conclusioni che siano
vincolanti allo stato attuale per tutti, ma suscettibili di essere modificate in futuro” (Gutmann e Thompson
2004). È importante attivare il dialogo che sia bilanciato sulle ragioni di tutti, attivare l’ascolto anche per
arrivare a decisioni comuni.

“Dibattito e discussione allo scopo di produrre opinioni ragionevoli e ben informate (informazione e
confronto con altri), in cui i partecipanti sono disponibili a rivedere le loro preferenze alla luce della
discussione, di nuove informazioni e degli argomenti avanzati dagli altri partecipanti alla discussione”
(Chambers, 2003). Nel momento in cui si entra in questa sfera deliberativa non si ha in mente l’idea di
mantenere il proprio pensiero, ma mi metto in gioco. All’interno dell’arena le preferenze si formano nel
momento stesso del confronto, la formazione dell’opinione pubblica non è esogena, ma endogena alla
democrazia perché all’interno di queste strutture si forma un’opinione pubblica diretta. Si va da una
democrazia elitista (classica rappresentativa) dove gli individui formano i loro interessi in maniera esogena
e in cui la democrazia è un mezzo per aggregare le preferenze; ad una democrazia deliberativa, dove gli
individui formano i loro interessi in maniera endogena (internamente) e la democrazia viene vista come
mezzo per trasformare gli individui. Democrazia come mezzo per trasformare i cittadini, creando una
cittadinanza più informata e partecipativa.

Quali sono i vantaggi? Facilita la scoperta del consenso e della governabilità: trasformando gli interessi
individuali in contrasto in interessi comuni non in contrasto; riduce il conflitto e, di conseguenza, anche il
ricorso al potere come mezzo di risoluzione del conflitto. Si crea consenso, condivisione e si crea la polity
più governabile con la capacità di raggiungere decisioni (outout) che non polarizzino l’opinione pubblica o
generino conflitto ma siano espressione di un interesse condiviso.

Favorisce lo sviluppo dell’autonomia: lungi dal rappresentare una minaccia ai diritti e all’autonomia
individuale, la democrazia favorisce l’auto-sviluppo e l’auto-governo. Fornire al rappresentante nuova
autorità per prendere una decisione.

Le condizioni della deliberazione:

 Libertà (caratteristica stessa di ogni democrazia, anche quella rappresentativa): - i partecipanti sono
vincolati solamente dal risultato della decisione, la quale avviene in maniera aperta senza
coercizione. Quindi sono vincolati a trovare una soluzione, raggiungere una scelta; - i partecipanti
sono legittimati ad agire per effetto del fatto che la decisione è conseguita tramite deliberazione;
 Ragione: -le parti devono offrire “ragioni” per le loro proposte nell’aspettative che “la forza
dell’argomento migliore” determina quale proposta prevarrà;
 Rispetto: -una precondizione per l’ascolto. I partecipanti, implicitamente o esplicitamente,
riconoscono i bisogni e i diritti dei differenti gruppi sociali. Rispetto per interessi e argomenti
diversi.
 Eguaglianza: i partecipanti sono eguali perché non è il potere o le risorse che determinano il loro
contributo alla deliberazione. È importante difendere chi partecipa da ingerenze esterne.
 Consenso (alcuni la inseriscono come condizione fondamentali; altri come qualcosa che può esserci
o non esserci) l’obiettivo è raggiungere una decisione consensuale alla quale tutti si sentono
impegnati.

Principi alla base del processo di attivazione del cittadino:

1. Inclusività: tutti partecipano, in maniera eguale, danno la possibilità di esprimere:


- Opinioni (indipendentemente dalla loro distribuzione nella popolazione di riferimento);
- Interessi (maggioritari-minoritari, generali-specifici) da definire;
- Specificità (soggetti deboli o a rischio, minoranze) delle persone che saranno chiamate a
partecipare;

2. Rappresentatività:
- Partecipanti = popolazione (in scala);
- Basato sul principio che tutte le unità della popolazione hanno eguale probabilità di fare parte del
campione;
- Variabili di campionamento: socio-demografiche, di contesto (+ eventuali correttivi).

I momenti del processo deliberativo:

- Organizzazione dell’evento deliberativo: interessi; chi lo sponsorizza; il tema;


- Pratiche deliberative durante l’evento;
- Effetti delle pratiche deliberative

Occorre individuare chi saranno i partecipanti, decidere l’orario, dare dei servizi che consentano alle
persone di partecipare (come il servizio babysitting, incentivi economici per eventuali costi di spostamento,
ecc.)

Cosa avviene durante la deliberazione? Dare informazione bilanciata (dare espressione a tutti gli interessi e
temi) e garantire un dibattito moderato. La moderazione è necessaria.
Quali effetti produce? Decisione informata e consensuale, misurare questa decisione che effetti ha sugli
effetti delle persone. Rispetto a quando, un’informazione è manipolata, ci sono dei bias.

26/10

Esistono vari disegni di democrazia deliberativa su 2 dimensioni: -inclusività, quanto questi siano inclusivi,
anche in termine di opinioni ecc;

-decisione, quanto la nostra rappresentanza si dovrà attenere a quanto deciso da queste esperienze, più
decisionale o più deliberative, o quanto saranno vincolanti o meno per i nostri politici. Più si spostano al
destra di questa asse più saranno volte ad incentivare la discussione ragionata ma senza avere risvolti
pratici a livello della decisione perché non saranno vincolanti per i politici.

Giurie dei cittadini: piccoli gruppi di persone che si riuniscono e che hanno un discreto potere decisionale,
reclutati casualmente all’interno di una cittadinanza, saranno correttamente informati, avranno la
possibilità di fare domande e poi sarà chiesto loro di trovare una decisione finale, consensuale, che indirizzi
l’operato dei politici.

Strumento di partecipazione deliberativa finalizzato ad ottenere un parere/giudizio/proposta da parte di un


gruppo di cittadini “rappresentativo” (intorno alle 20 unità possono arrivare anche alle 40 unità) che sia
informato ed abbia dibattuto su una determinata questione.

Possibilità di consultare il cittadino in maniera sistematica per questioni che coinvolgono tutta la comunità
e richiedono la partecipazione della cittadinanza stessa. Sia a livello nazionale sia sovranazionale.

Bilanci partecipativi, hanno un impatto sulla gestione delle risorse economiche. Si chiede ai cittadini di
decidere in determinati settori o budget comunità locale. Alta inclusività perché viene data a tutti la
possibilità di parola: negli incontri a porte aperte, ma questo ha anche degli aspetti negativi perché
parteciperanno solo coloro che saranno interessati e sono soliti farlo.

Modello basato su partecipazione e deliberazione della comunità interessata come strumento di supporto
al bilancio comunale. Riguarderà porzioni di bilancio, non tutto il bilancio, perché ci sono altre questioni che
non permettono di decidere.

Scopo: - individuare aspetti prioritari per la comunità;


- Trasparenza nella distribuzione delle risorse:

Nascita: Porto Alegre (Brasile), 1989

Esempi toscani: Monteriggioni, Terranuova Bracciolini

Metodo, sistema complesso:

1. Assemblee definiscono le priorità, le tematiche da affrontare, vi sono unità amministrative del


comune; associazioni del territorio (vicinato/quartieri); cittadini interessati; delegati del comune
(riunione 2 volte all’anno);
2. Consiglio del BP: rappresentanti delle assemblee (riunioni 1 volta a settimana da luglio a ottobre);
3. Sindaco e uffici tecnici che si occuperanno di studi di fattibilità sia sul lato economico sia
sull’impatto dei vari consigli sul territorio.

E poi il consiglio del BP voterà a maggioranza dei 2/3, una maggioranza qualificata nel prendere le decisioni.

Sondaggi deliberativi: gli organizzatori e i decisori reclutano persone da convocare dando anche degli
incentivi. Possono avvenire fisicamente o online, videoconferenza per unire e portare persone. Raccolgono
centinaia di persone.

Un esperimento sociale di democrazia deliberativa ideato nel 1988 da James s. Fishkin e successivamente
elaborato insieme a Robert C. Luskin.

Combina la forza della rappresentatività statistica, basata su campionamento casuale, tipico delle indagini
demoscopiche, con la deliberazione.

L’indagine d’opinione non viene fatta per rilevare le preferenze di un pubblico definito, ma serve a
costituire queste arene: portare le persone a queste aree di discussione o eventi plenari.

Obiettivi: esperimento contro-fattuale: conoscere il punto di vista del pubblico rappresentativo e informato
si questioni pubbliche, per poter eventualmente coinvolgerlo nel processo decisionale. Nel momento in cui
si introducono 2 elementi: l’informazione bilanciata e neutrale dando parola a tutti gli interessi che sono in
gioco, chiamando anche esperti. È importante avere sia esperti che politici. Dopo l’informazione si procede,
fornendo una documentazione in modo tale da giustificare la decisione presa. La discussione sarà
moderata, senza dare influenza.

Perché nasce: come altre pratiche deliberative, per affrontare le sfide che si pongono alle democrazia
moderne: -scarso interesse nei confronti della politica; -scarso coinvolgimento; -scarsa conoscenza della
cosa pubblica da parte dei cittadini e ridotto coinvolgimento dei cittadini nei processi di decision-making.
Quindi per colmare quel gap, quella distanza, che si crea tra decisori e cittadini.

Avviene un reclutamento casuale, si rilevano le opinioni dei cittadini in quel momento senza aver fornito
alcun tipo di stimolo e lo si fa sia con coloro che hanno partecipato all’evento sia per coloro che si sono
rifiutati di partecipare, per capire se ci sono delle differenze tra le caratteristiche dei partecipanti. Dopo si
procede con l’invio del materiale informativo (darà informazioni bilanciate e neutrali) che fornisca degli
elementi per approcciare alla discussione. A quel punto le opinioni verranno nuovamente rilevare per
capire se il materiale informativo ha avuto effetto sulle preferenze e dopo inizia la discussione. Al termine
di queste fasi si procede nuovamente a rilevare l’opinione per capire se sono cambiate durante le fasi.
Quanto sono efficaci questi dibattiti? Possono generare ragionamento, informazioni bilanciate, ridurre lo
stato d’ansia dell’opinione pubblica, possono creare una sfera pubblica nuova formata e partecipata

Dibattito pubblico e corretta informazione possono ridurre lo stato di “ansia” dell’opinione pubblica e la sua
influenzabilità da parte di poteri forti:

- Disponibilità e accessibilità di informazione neutrale riducono la percezione di vulnerabilità e


incertezza.

- Atteggiamenti e opinioni stereotipiche sono messe in discussione da una discussione aperta ed


informata.

- L’opinione pubblica può esercitare un ruolo importante nel processo politico e decisionale,
ammesso che il dibattito pubblico sia corretto e fondato su ragioni mutualmente accettabili.
Potrebbe sembrare un paradosso. Il cittadino è messo alla prova, chiamato a prendere una
decisione su un tema di cui prima aveva un’opinione magari basata su degli stereotipi. Si può
affrontare il tema sia con persone che la pensano come noi sia con persone che vivono quel
problema/tema, in modo da capire se la nostra opinione è mossa da impulsi o si può sviluppare
un’idea diversa. Prendendo in considerazione tutti gli aspetti del problema, dando legittimità agli
altri, come a chi la pensa diversamente.

Esempi di sondaggi: Europolis 2009 fatto in presenza, ma anche la versione online per vedere se vi fosse
qualche cambiamento (forum deliberativo online virtuale come ambiente quasi-sperimentale).

Praticamente si è notato in un leggero spostamento delle preferenze per esempio nella questione degli
immigrati.

Dell’esempio fatto è emerso che l’UE doveva coinvolgere i propri cittadini: SOLUZIONE: Dialogo tra élite
europee e il pubblico può aiutare a sviluppare un soluzioni accettabili, esaminandone gli obiettivi e
suggerendo riforme istituzionali fattibili ed efficaci.

Solamente soluzioni decise in maniera concertata da cittadini ed élite, attraverso l’utilizzo di meccanismi di
comunicazione più efficienti possono produrre un ri-equilibrio durevole del sistema di governance europeo.
Perché: -per studiare le dinamiche di interazione tra cittadini-politici;

- Per testare l’impatto della conoscenza (informazione) e discussione (deliberazione) sulla


formazione degli atteggiamenti ed il cambiamento di opinioni (preferenze individuali) come
collegate alla responsabilità istituzionale delle diverse proposte discusse ed emerse da una prima
ondata di indagini campionarie sulla popolazione
- Per aiutare cittadini e politici a generare nuove idee ed ipotesi sul disegno istituzionale e sulle loro
implicazioni per la soluzione della crisi e la responsabilità politica.

I politici avevano la possibilità di interagire in diversi modo: mandando audio, rispondendo ai quesiti dei
cittadini, ecc.

A differenza di quello che avviene nei social, in questi esempi erano presenti figure di moderatori che
facevano in modo che tutti parlassero garantendo la pace.

-consistenza della moderazione nelle diverse comunità;

-necessità di adattarsi ad eventi inattesi (positivi o negativi) durante la comunità di discussione.

Considerazioni:

- le persone desiderano interagire e discutere con i politici ;


- I politici sembrano apprezzare queste iniziative, sebbene con difficoltà nel reclutamento. I politici si
rivolgevano a poche persone rispetto a quanti sono soliti;
- Sessioni di Q&A molto partecipate
- Interesse per la dimensione europea, sia in termini critici sia rispetto a richieste per “più Europa”
e/o una “Europa differente”.

Town meeting: metodo deliberativo attraverso il quale un nutrito gruppo di cittadini è coinvolto in un
dibattito con esperti e rappresentanti attraverso le discussioni in piccoli gruppi (10-12) e sessioni plenarie
(dove partecipano tante altre persone), utilizzando tecnologie per la comunicazione (videoconferenze,
schermi, proiettori, ecc) e la decisione (tastiere di voto). Si occupano generalmente di temi complessi che
riguardano le politiche pubbliche.

Vi è l’importanza della tecnologia per permettere a persone di diversi paesi di interagire tra di loro.

27/10

La deliberazione non è uno strumento della democrazia diretto, non si chiede semplicemente di votare su
un quesito, ma ci sono delle regole da rispettare, quali la moderazione, discussione,ecc.

In questo caso abbiamo una deliberazione che va a sostegno della rappresentanza, non in sos

Questi esperimenti non sono delle sostituzioni a procedure democratiche consolidate, ma servono ad
avvicinare il cittadino alla politica, stimolando la partecipazione delle arene personali, a fine di stimolare un
dibattito orizzontale tra cittadini e politici, ma anche tra cittadini di nazionalità diverse.

Questi esperimenti dimostrano la possibilità di ridurre il gap:

- Portare l’UE più vicina ai cittadini;


- Coinvolgere i cittadini su questioni politiche, comportamenti sociali e atteggiamenti politici.

E condurli all’elezioni europee:

- Identificare modi per stimolare la partecipazione


- Stimolare il dialogo dei cittadini.
I partecipanti agli eventi fisici sono diversi da quelli online?

Gli uomini tendono a partecipare più delle donne sia nella deliberazione faccia a faccia sia in quella online.
Le persone più giovani tendono a partecipare meno delle generazioni più adulte nella deliberazione faccia a
faccia. Importante differenza tra deliberazione faccia a faccia e online per la corte di età 35-54 anni. La
corte anziana (dai 55) negli eventi faccia a faccia partecipano di più

I più istruiti sono molto più inclini a prendere parte a eventi deliberativi, soprattutto per gli eventi in
presenza. Tuttavia, le persone meno istruite sono meno inclini ad abbandonare la deliberazione nella
modalità online. Le persone con un titolo di istruzione più basso tendono a non essere presenti già nella
fase di intervista.

Non si riscontrano differenze sostanziali tra intervistati e partecipanti a livello di occupazione. Il campione è
più bilanciato nell’online rispetto al faccia a faccia: troppi partecipanti inattivi.

Coloro con un’ideologia di sinistra sono più propensi a prendere parte a esperienze deliberative faccia a
faccia. Il trend è meno evidente nelle modalità online, con individui che manifestano un’ideologia di destra
più propensi a prendere parte.

Non sussistono differenze significative tra intervistati e partecipanti ad Europolis, a livello di classe sociale e
reddito. Aumento di upper-middle vs diminuzione di lower class nell’online.

In merito alla soddisfazione della democrazia nel proprio paese e in Europa non ci sono differenze
significative.

Potere e comunicazione: il potere come influenza, di opinioni che le persone hanno delle istituzioni o di
altre opinioni pubbliche: gruppi che gestiscono questi spazi comunicativi.

“Il potere è la capacità di influenzare il comportamento degli altri per ottenere i risultati che uno desidera”
(Nye, 2004)

“A ha potere su B nella misura in cui egli può spingere B a fare qualcosa che B non avrebbe altrimenti fatto”
(Dahl, 1957)

La comunicazione politica può essere usata per entrare in contatto con politici e istituzioni straniere

Movimenti che usano i social media o altri strumenti per rendere visibile la loro

Potere come risorse: di un paese ma anche di una nazione

- dimensione: demografica, territoriale, economica e militare

 Demografica: popolazione totale e urbana


 Territoriale: dimensione di un paese, regione, risorse materiali
 Economica: produzione e consumi energetici, bilancia commerciale (quante industrie e quante
imprese sono presenti in quell’area)
 Militare: spese militari, risorse militari (personale e mezzi)

Su ciascuna di queste risorse il potere può essere pesato singolarmente: come il rapporto tra le risorse del
paese e la capacità del sistema.

Popolazione relativa di un paese X: popolazione di un paese X/popolazione mondiale

Spese militari relative di un paese X: spese militari del paese X/spese militari mondiali
Il potere non è statico, ma dinamico.

Nel momento in cui trasportiamo la nostra prospettiva in termini relativi (es: quanto spende lo stato in
spese militari secondo il prodotto interno lordo del proprio paese). In questo caso gli stati uniti che avevano
il primato, si spostano al quarto posto, preceduti dall’Arabia esaudita, Israele e Russia.

Quindi il potere militare può cambiare anche rispetto al periodo.

Strategie di influenza: utile usare una scala di influenza che è stata realizzata. Si parla di deterrenza,
solitamente si parla nel caso tra stati, nel caso uno minaccia l’altro nell’iniziare una azione, come negli
attacchi militari. Si può applicare anche a livello nazionale o regionale.

Spostandoci verso la destra dell’asse maggiore sarà la difficoltà di attuare questa strategia di influenza, è
facile persuadere l’avversario a non intraprendere un’azione (es: politica) più difficile invece persuadere
l’avversario a interrompere un’azione o a cambiare il contenuto dell’azione già iniziata (coercizione)

Il caso della Russia: più facile evitare che avvenga l’evento che persuadere ad abbandonare l’azione o a
cambiarla.

La cosa più difficile in assoluto è la compellenza: persuadere l’avversario a fare qualcosa che non avrebbe
altrimenti fatto. È un grande segno di forza in politica nelle relazioni internazionali o nazionali.

Potere strutturale di tipo “hard”. Hard power: sta nell’indurre a un’azione con pagamenti («carota» –
potere economico) oppure con la coercizione tramite minacce («bastone» – potere militare).

Basato sulla forza, sulle risorse tangibili. Potere di comando: l’abilità di cambiare cosa gli altri fanno,
economico, democratico.

Un potere soft, non basato su risorse tangibili. Talvolta si possono ottenere i risultati attesi senza minacce
tangibili (altra faccia del potere), semplicemente perché gli altri desiderano seguire il tuo esempio
(ammirano i tuoi valori, emulano i tuoi esempi, aspirano al tuo livello di prosperità e apertura). Portare gli
altri a seguire il nostro esempio sulla base di quello che noi rappresentiamo.
È un potere di tipo cooptativo: l’abilità di influenzare ciò che gli altri vogliono, che desiderano fare. Anche
un potere di coercizione.

L’importanza delle risorse intangibili

Transizione del mondo della “high politics”, incentrato sulla sicurezza nazionale, su dispute di potere di tipo
“hard” tra attori statali (modello realista) e sull’importanza delle capacità militari, alla “low politcs”,
determinata da variabili sociali e culturali, con crescente importanza di altri agenti internazionali
(neoliberalismo e razionalismo). Ci sono molti casi in cui il potere soft è molto più efficace del ricorso alla
seduzione, persuasione del potere hard.

Portare qualcuno a fare ciò che noi desideriamo, in linea con i nostri interessi e allo stesso tempo
desiderata dall’attore..

Importanza delle risorse intangibili: personalità, cultura, valori politici e sociali, istituzione e politiche che
sono percepite come legittime e aventi autorità morale. Queste risorse non sono misurabili come il potere
economico, ma si misurano chiedendo alle persone cosa pensano del politico, delle persone che sono
rappresentante da quell’attore politico.

Il potere di soft dell’Italia si misurerà chiedendo a cittadini stranieri qual è la loro opinion dell’Italia, dei
cittadini italiani, ecc.

La possibilità di una polity di esercitare influenze sulle altre sulla base delle opinioni che gli altri hanno
sviluppato rispetto a noi. Un potere di percezione, influenza.

Parole chiave: attrazione, cooptazione, persuasione, seduzione, percezione.

Nel caso dell’abbandono degli americani all’Afghanistan vi sono entrambi i poteri. Un hard power è in
termini di risorse militari che sono state investite; e al tempo stesso una delegittimazione della capacità
dell’esercizio di questo potere di security providers: servire sicurezza al mondo.

I tipi di comportamento tra comando e cooptazione spaziano in uno spettro che va dalla coercizione
all’incentivo economico, dall’agenda-setting alla pura attrazione.

Agenda setting: controllare le istituzioni sovranazionali e l’influenza dell’agenda politica europea. Portare la
nostra agenda all’interno dell’agenda dell’organizzazione.

Le risorse nel caso della cooptazione sono i valori (i nostri valori che ci rappresentano), la cultura e le
politiche (implementate dai governi).

02/11

Da aggiungere: i numeri di commenti.

Nel caso è un retweet ci interessa capire chi lo sta retwittando.


Bisogna anche scrivere che lingua è stata utilizzata, 4 possibili risposte.

Di cosa si compone il tweet?

Gli # fanno sempre parte del testo

Tra le funzioni:

- Advocacy/influenza: l’intenzione è quella di influenzare gli atteggiamenti, le opinioni e i


comportamenti del pubblico, e persuadere le opinioni pubbliche e gli altri attori della politica che le
politiche e le azioni dell’istituzione / paese meritano il loro sostegno. Questo approccio può
enfatizzare gli interessi dell’attore che produce il messaggio anziché gli obiettivi relazionali o le
preoccupazioni comuni e gli interessi condivisi.
- Funzione informativa (molto più neutra): è basata sul fatto che la funzione derl messaggio è
informare e istruire;
- L’obiettivo della funzione relazionale è stabilire e sostenere relazioni positive con altri attori al
quale il messaggio è indirizzato. Ha a che fare con la costruzione delle relazioni e ricerca il dialogo e
il coinvolgimento con il pubblico e gli attori ai quali il messaggio si rivolgono.
- Lo scopo della funzione promozionale è promuovere o vendere aspetti particolari di un paese
generando percezioni positive sulla sua cultura e sull’identità nazionale. Spesso ha a che fare con il
turismo, commercio, e gli investimenti.
- Warfare/propaganda: è l’uso della comunicazione politica come uno strumento di sicurezza
nazionale, generalmente utilizzato per sostenere e/o coadiuvare la politica di difesa o la politica
estera di un paese.
- La funzione politica riguarda il coinvolgimento nella politica interna di un paese, incluse le elezioni,
le politiche, la democrazia.

Queste funzioni non sono esclusive. Possono essere usate varietà di funzioni.

Il soft power è un concetto sviluppato da Joseph Nye (anche se era stato sviluppato già durante la Guerra
Fredda) in diversi articoli di ricerca (Bound to Lead, ecc): è l’abilità di raggiungere ciò che si desidera
attraverso l’attrazione piuttosto che la coercizione (mezzi militari o economici).

Ma il soft power è più che persuadere o l’abilità di muovere le persone con argomenti. È anche l’abilità di
attrarre. Le risorse del soft power sono quelle che producono tale attrazione che può essere misurata
sondando le persone tramite indagini di opinione o focus groups.

Chiedere alle persone cosa pensano (intervistando o facendo indagini di opinioni e focus grup) e valutare la
loro attività nel contesto nazionale o internazionale sulla base della loro comunicazione e delle politiche
prodotte dal governo o da un’istituzione.

Risorse del soft power:

- Gli aspetti della cultura (alta o popolare) percepiti come attraenti dall’interlocutore. In casi di
governo, anche da parte di un’amministrazione locale are riferimento alla musica, alla cucina,
cantanti ecc;
- I valori politici quando questi sono percepiti come positivi da altri attori (democrazia, inclusione,
servizi, libertà, diritti, rispetto per l’ambiente) e che possono generare attrazione;
- Le politiche (interne od estere) quando sono percepite come legittime dall’esterno (credibilità);

Importante la relazione tra interno ed esterno. Se un paese si dichiara attento al rispetto dell’ambiente, ma
poi a livello di politiche interne a livello nazionale o locale genera problemi nella credibilità.
Soft power e cultura: “Un’azione di soft power non può essere equiparata alle risorse culturali che talvolta
aiutano a produrla. Le risorse culturali non devono essere confuse con il comportamento che genera
l’attrazione. La cultura popolare è spesso una risorsa del soft power, ma l’efficacia di qualsiasi risorsa di
potere dipende dal contesto” (Nye 2004)

Il soft power dipende dal contesto in cui il prodotto culturale verrà ricevuto, può generare una diversa
reazione. Dipende dal contesto ma anche dal periodo in cui questo viene ricevuto. È evidente nel caso di
relazioni culturali tra soggetti e partner che non condividono la cultura, che viene usata per creare
situazioni di controllo. Anche piccole iniziative che incentrano il proprio soft power sull’utilizzo della cultura
sono stati molto efficaci.

La cultura, quando è sotto il controllo diretto di un governo, può non produrre l’esatto risultato politico
atteso che un governo desidera. Variabili da considerare:

- Tempo = influenza della cultura non è statica


- Spazio = influenza della cultura non è uniforme

(Aspetti situazionali dove la cultura è ricevuta e prodotta, deve essere considerato)

NOTA: il fondamento del soft power generalmente implica l’utilizzo della cultura per più ampi interessi
nazionali ed economici, ma anche comunitari (piccole città, regioni, contesti utilizzano la cultura per creare
profitti economici, attrazione ed associare il luogo ad un brand/prodotto culturale che può contribuire allo
sviluppo economico e politico della località, come alcune province della regione toscana che insistono
nell’utilizzo del vino)

È un potere dinamico. L’attrazione può esserci un determinato momento ma può affievolirsi ed essere
meno percepita dai lettori ai quali il soggetto politico si rivolge.

Soft power e valori “I valori politici, come la democrazia e i diritti umani, possono essere potenti risorse di
attrazione, ma non è abbastanza proclamarli. Come un paese si comporta interamente può migliorare la
sua immagine e la legittimità percepita, e ciò può aiutare a raggiungere i suoi obiettivi di politica estera”
(Nye 2004)

L’ipocrisia non è ammessa perché dichiarare di perseguire interessi collettivi e di essere attenti a questioni
di carattere globale e poi non agire di conseguenza, può innescare un conflitto tra comunicazione e azione e
questo conflitto può generare una incongruenza che si rifletterà nell’immagine dell’attore politico (sia
governo che attore politico).

Variabili da considerare:

- Congruenza tra valori e comportamenti (politici);


- Qualità della società e della attrattività delle politiche interne (messaggio che esce dalla polity,
comunità, e politiche realmente percepite dai cittadini saranno il termine di paragone per valutare
il poter soft.

NOTA: Problemi/questioni non condivisi da altri paesi possono più probabilmente influenzare l’immagine di
un paese o comunità all’estero. Come l’Iran, in una situazione in cui i diritti non vengono rispettati; il
giudizio che le opinioni pubbliche si faranno di quel paese sarà basato su quelle immagini che emergono,
poiché si tratta di valori non condivisi.

Soft power e politica estera “Tutti i paesi perseguono i loro interessi nazionali in politica estera, ma ci sono
scelte che devono essere fatte riguardo a quanto ampia o circoscritta è la nostra definizione di interesse
nazionale, come pure i mezzi attraverso i quali lo perseguiamo” (Nye 2004)

Una questione di legittimità


Variabili da considerare:

- Sostanza delle politiche (natura e contenuti)


- Stile / Narrativa e Framing utilizzati per rappresentare le nostre politiche e le nostre risposte ad
alcuni problemi.

Sono variabili volatili e suscettibili al controllo del governo in quel determinato momento. I governi
ambiscono ad essere eletti, nel momento in cui metteranno a frutto i loro sforzi per mettere in pratica
quanto da loro proposto, questa azione per definizione avrà una prospettiva di medio-corto periodo,
difficilmente abbiamo un’azione strategica di lungo periodo perché gli attori politici dovranno produrre
entro il termine in cui l’elettore valuterà se merita il sostegno o meno. Sulla base dei risultati prodotti dalle
politiche promosse e presentate dal governo, l’elettore valuterà la strategia messa in atto per rispondere.
Se la strategia è valutata efficace ed efficiente il cittadino ripagherà il politico con un sostegno. Se sarà
giudicata inefficace non ci sarà alcun sostegno.

NOTA: Le politiche basate su definizioni ampiamente inclusive di interesse nazionale e che esprimono valori
condivisi generano più facilmente attrazione delle altre: si parla di consultazione e iniziative multilaterali
(come la crisi energetica che riguarda le famiglie, le imprese, ecc). nel caso in cui si vanno ad incrementare
politiche che privilegiano un settore piuttosto che un altro si può creare una polarizzazione e quindi anche
una contrapposizione non solo a livello di élite ma anche all’interno di dibattiti di istituzioni politiche e
nell’ambito dell’elettorato.

L’importanza è che l’azione politica abbia un termine di riferimento di medio-lungo termine, sviluppare
politiche che possono essere ereditate dai governi successivi e produrre benefici non solo nell’immediato
ma anche nel futuro.

Gli attori più efficienti sono le monarchi o organizzazioni terroristiche che hanno network sviluppati e
possono agire in più sedi e hanno prospettive di medio lungo termine e produrre effetti sia nell’immediato
sia nel futuro.

Condizioni e limiti del soft power:

- Congruenza culturale: la cultura popolare più probabilmente genererà attrazione nelle persone e
produrrà soft power in situazioni nelle quali le culture sono simili piuttosto che marcatamente
differenti. Es: il cinema, film che sono percepiti in modo diverso rispetto all’appartenenza
geografica;
- Regimi democratici: il soft power sarà più probabilmente importante quando il potere è disperso
(democrazie) anziché concentrato (autocrazie). Quando a genere influenza saranno le democrazie e
non le autocrazie, di solito le persone ambiscono ad avere diritti piuttosto che avere i diritti negati;
- Obiettivi generali: il soft power avrà più probabilmente un impatto sugli obiettivi generali perseguiti
da un paese (promozione della democrazia, diritti umani e liberi mercati) piuttosto che sugli
obiettivi specifici (prevenire un attacco, controllo dei confini, protezione degli alleati), in questi casi
sarà necessario attingere a risorse hard: forze armate, risorse economiche. È più facile attrarre le
persone alla democrazia che obbligarle a essere democratiche. Il poter soft può essere sfruttato
creando attrazione, emulazione da parte di alcune società che possono vedere in altri attori
internazionali dei modelli da seguire.
- Attori: imprese, università, fondazioni e chiese e altri gruppi non governativi (ma anche
organizzazioni terroristiche) sviluppano soft power che può rinforzare o contrastare i rispettivi
obiettivi politici. Le risorse private sono sempre più importanti nell’era dell’informazione globale
perché anche soggetti non pubblici, privati, possono competere con soggetti pubblici nel creare
attrazione e competere nella sfera mediale e transazionale (per esempio le competizioni tra
università);
- Survey (strumento di indagine di opinione): la popolarità non è un fine di per se stessa in politica
estera. Nondimeno, i sondaggi offrono una buona approssimazione di quanto attrattivo sia un
paese e dei costi in cui può incorrere a causa di politiche impopolari, particolarmente quando i dati
raccolti siano costanti tanto tra sondaggio e sondaggio quanto nel tempo. Nel momento in cui
viene fatta la rilevazione e i dati vengono confermati da un altro studio, il fatto che vi sia questa
ripetizione del dato dà solidità a quanto è emerso dalla studio. Quando vi è una regolarità del trend
di medio o lungo periodo nel misurare l’attrattività di un politico e in particolar modo nel misurare il
poter soft di una comunità politica abbiamo un campanello di allarme per l’attore che ambisce a
generare attrazione. Utilizzare questo strumento è importante non solo per gli attori politici
nazionali per valutare la loro performance oggettiva del pubblico e la loro comunicazione, ma
altrettanto utile per attori politici esteri nel momento in cui si cerca di creare vantaggi economici
tangibili per i paesi e la comunità e anche per creare altre attività per la comunità stessa. Questo
strumento sarà la fonte utilizzata per valutare l’efficacia di una strategia comunicativa e la
persuasione di un attore politico nei confronti di altri soggetti nazionali e internazionali.

08/11

“Non è abbastanza avere risorse di poteri visibili. Nel caso del soft power, la questione è quali messaggi
siano inviati e da chi essi siano ricevuti, in quali circostanze e come essi influenzino la nostra capacità di
ottenere i risultati attesi. Non sempre i risultati sono quelli sperati, si possono creare delle incongruenze
specialmente quando vi è una difformità tra il contenuto del messaggio e l’azione. Effetti differenti su
diversi destinatari in contesti differenti e dalle caratteristiche culturali. Il soft power non è una costante, ma
qualcosa che varia nel tempo e nello spazio” (Nye).

Il soft power deve risuonare con le credenze e i valori del destinatario al fine di essere efficace. Quanto sia
importante la dimensione individuale? Quindi le caratteristiche, atteggiamenti di ciascuno di noi che
introducono l’elaborazione del messaggio e la sua trasformazione ricevuta in un’opinione o
comportamento politico e quanto sia in portate il contesto nel quale viene recepito. Quindi è più
importante la dimensione individuale o la sfera sociale e culturale in cui il messaggio viene catturato? Ci
sono diversi studi empirici. Alcuni dicono che i filtri culturali non sono così importanti; altri invece
sostengono che I filtri culturali influenzano come una determinata audience ascolta il messaggio, per avere
un quadro completo.

Viene considerato il potere della percezione. Una forma di potere che riconosce l’influenza dell’opinione
pubblica mondiale e che ha le seguenti caratteristiche:

- Non è concentrato ma distribuito: deve tener conto di una pluralità di attori che possono rendere e
creare persuasione attorno all’attore che produce il messaggio, importanza di attori statali e non-
statali (riferimento all’opinione pubblica, soggetti privati);
- Dinamico: evolve sulla base delle dinamiche di potere ed eventi mondiali;
- Psicologico: importanza delle idee (semantica, gli aspetti che costituiscono le componenti dei
messaggi stessi e come queste vadano ad impattare sui messaggi esistenti) e della persuasione;
- Influente: impatta in modo rilevante sulle altre forme di potere (militare, economico, politico). Nel
momento in cui si somma con questi altri poteri prenderà il nome di potere smart, la capacità di
mettere a sistema le risorse tangibili di cui l’autore/governo/paese dispone con risorse intagibili
generate dal potere soft.

Il potere nel 21° secolo:

- Potere militare: Unipolare (USA)


- Potere economico: Multipopolare (3 attori principali: USA, Europe, China,…)
- Relazioni transnazionali tra i diversi attori della politica e altre entità che gravitano attorno agli
attori: Disperse. La sfera diventerà una sfera non solo in cui si eserciterà il potere soft ma anche una
sfera transnazionale altamente complessa.

Molte questioni transnazionali (cambiamento climatico, crimini internazionali, immigrazione, terrorismo,


pandemie) non possono essere risolti con la forza militare, servono relazioni e sinergie. Tali questioni sono
per natura multilaterali e richiedono cooperazione per essere risolte. Non si possono gestire nazionalmente
o localmente. La gestione di queste questioni prioritarie per l’agenda nazionale.

Tutte le tre facce del potere sono necessarie per affrontare simili questioni.

Smart power:

il soft power è spesso usato congiuntamente con altre forme più risolute e intimidatorie di ottemperanza e
persuasione.

Nye sostiene che i tre tipi di potere, quando esercitati in maniera giudiziosa e combinati con il soft power,
conducono a quello che lui definisce smart power “la capacità di combinare potere hard e soft per una
determinata strategia di politica estera.” Rimette a sistema risorse tangibili e capacità persuasiva del
sistema delle relazioni transnazionali.

Comunicazione e informazione: la gestione di queste risorse richiede l’intervento governativo, spesso degli
attori politici nelle aree della comunicazione e dell’informazione che possa essere persuasiva e accrescere il
potere dell’attore.

- Maggiore accesso a mezzi e canali di comunicazione e quindi maggiore sarà per gli attori olitici la
possibilità di agire con altri interlocutori, opinionmakers, opinione pubblica con cui collaborare e
fornire vantaggi nel comento in cui si cerca di istaurare una relazione;
- Più influenza su come le questioni sono presentate dai media;
- Più opportunità di veicolare il messaggio pubblico. La relazione tra attori mediali e attori governativi
spesso è legata da interessi comuni, hanno bisogno gli uni degli altri. I nuovi mezzi di
comunicazione danno voce ad una serie di attori non governativi e consentono agli attori di essere
impattanti anche su come una questione viene rappresentata, spingendo gli attori di governo ad
agire e reagire ad argomentazioni poste dal pubblico.

Nel momento in cui si parla di comunicazione politica estera si parla anche di diplomazia pubblica.

“La diplomazia pubblica è fondamentalmente un processo duplice in cui intervengono sia la sostanza del
policymaking (costruzione degli output della politica) estero sia la capacità di condividere un messaggio
nelle comunicazioni internazionali e transnazionali” (Kelley, 2009)

È l’azione comunicativa rivolta al pubblico estero da parte di attori politici nazionali (non solo del nostro
esecutivo, ma anche una serie di soggetti che possono avere interesse ad istaurare un rapporto con
opinioni pubbliche straniere. Anche le opinioni pubbliche nazionali possono avere interessi ad attivare le
opinioni degli altri paesi per promuovere la loro azione comunicativa di governi esteri, come le attuali
proteste in Iran).

Ci sono delle triangolazioni che vedono di nuovo protagonisti i 3 attori ma non a livello nazionale,
espandendo il processo anche in altri paesi in quanto siamo in un ambiente mediale integrato fortemente
connesso che permette a soggetti non dotati di potere e risorse tangibili, utilizzando questi canali, di
generare persuasione e influenza nei confronti di altri attori esterni. Generare influenza nel processo di
costruzione delle politiche.
L’informazione è il potere: “ i paesi che più probabilmente genereranno questo potere (soft power) nell’era
dell’informazione sono quelli che beneficiano dei molteplici canali di comunicazione che aiutano questi
attori di governo a creare frames (cornici interpretative) per le questioni politiche; quegli attori la cui
cultura e idea sono più vicine alle norme prevalenti della cultura globale, la cui credibilità è aumentata dalle
loro politiche e dai valori sia a livello nazionale che internazionale”. È più facile generare attrazione quando
si promuovono valori quali democrazia, libertà, ecc, piuttosto che quando si generano scontri con altri
attori, creando opposizione. La congruenza tra ciò che si dice e ciò che si fa, mostrando come alcune
situazioni vengono affrontate.

Diplomazia pubblica: origine del genere:

Nelle prime definizione di diplomazia pubblica si insisteva molto sulla relazione di influenza tra l’attore
(produttore del messaggio) e chi lo riceveva. Lo sforzo di difendere il messaggio da influenze esterne, in
modo che generasse influenza.

“La diplomazia pubblica ha a che fare con l’influenza sugli atteggiamenti del pubblico relativi alla
formazione e l’esecuzione delle politiche estere. Comprende le dimensioni delle relazioni internazionali
oltre la diplomazia tradizionale; la coltivazione da parte dei governi dell’opinione pubblica di altri paesi;
l’interazione tra gruppi privati e interessi in un paese come quelli di un altro; la presentazione degli affari
esteri e il suo impatto sulla policy; la comunicazione tra coloro che praticano la professione di comunicatori,
come diplomatici e reports esteri; e il processo di comunicazioni interculturali,”

“Centrale alla diplomazia pubblica è il flusso transnazionale di informazioni e di idee” Edmund Gullion
(1965)

Il termine comunicazione nasce come punto di frattura dalla propaganda (manipolazione delle opinioni
pubbliche), ma l’idea dell’influenza è sempre presente. La capacità dei media di spostare le opinioni
pubbliche sulla base dei contenuti del messaggio.

Successivi tentativi di definire la diplomazia pubblica: “La diplomazia pubblica cerca di promuovere
l’interesse nazionale e la sicurezza nazionale tramite la comprensione, l’informazione e l’influenza dei
pubblici stranieri e l’ampliamento del dialogo tra cittadini e istituzioni (nazionali) e istituzioni e le loro
controparti all’estero”. (USA).

“La DP si riferisce a programmi sponsorizzati dal governo intesi a informare e influenzare l’opinione
pubblica di altri paesi; i suoi principali strumenti sono le pubblicazioni, i film, gli scambi culturali, la radio e
la televisione.” (US Department of State, Dictionary of International Relations Terms, 1987, p.85)

“La DP è il termine comune per quelle iniziative pubbliche destinate ai paesi esteri, specialmente nei settori
dell’informazione, dell’istruzione e della cultura. Lo scopo della DP è influenzare i cittadini di altri paesi per
generare un atteggiamento positivo nei confronti del proprio paese.” Malone (1988)

L’utilizzo dei media tradizionali dagli attori mediali (come giornalisti) per promuovere l’interesse del paese
in un altro paese per generare interconnessioni che possono essere utili per lo sviluppo di una politica
estera, nell’interesse nazionale.

Altre definizioni, più recenti: “Sforzi dei governi per condizionare l’ambiente comunicativo estero nel quale
la politica estera americana va in scena con il fine di ridurre il grado con il quale errate percezioni e
fraintendimenti complicano le relazioni tra USA e altri paesi.» (Tuch 1990)

«La DP crea o rinforza un’immagine positiva di una determinata entità sulla scena internazionale
influenzando l’opinione pubblica, alimentando atteggiamenti positivi nei confronti di tale entità e
facilitando il raggiungimento dei suoi scopi nel settore della politica estera.» (Ociepka 2008)
«La DP consente di modellare la reputazione di un paese in un modo tale che determinerà il suo
posizionamento nella scena internazionale. La reputazione è radicata nell’opinione pubblica e indica se un
paese ha un mandato per le sue iniziative.” (Wang 2006)

“La DP come un mezzo per coinvolgere i pubblici esteri direttamente, aggirando i loro governi, nel tentativo
di sostenere la pace e la sicurezza del [paese]” (Armstrong 2009)

Definizioni legati all’interesse nazionali, all’attivazione di una canale comunicativo con opinioni pubbliche
internazionali e la possibilità di generare una vera comunicazione.

Queste definizioni mostrano come la disciplina si è evoluta includendo nuovi attori e nuovi effetti della
comunicazione imprevisti, quindi non l’influenza unidirezionale ma anche la possibilità per il destinatario di
lanciare un feedback e influenzare di conseguenza, interagire con altri attori creando un network dinamico.

Hanno un limite: -ruolo preminente dei governi e degli attori statali: presumere che i governi e gli attori
statali hanno una capacità di influenza maggiore di altri attori (non governativi, statali che popolano il
sistema senza le risorse tangibili di cui dispongono l’attore governativo). La presunzione che l’attore
governativo fosse più influente rispetto ad altri attori che non hanno tali risorse;

-ci si conferma sulle componenti della comunicazione e dell’informazione, successivamente anche


sull’istaurazione di un dialogo con altri attori;

-influenza e persuasione sono l’obiettivo ultimo finalizzate a produrre cambiamenti negli atteggiamenti, ma
non si tiene conto di possibili letture alternative o oppositive del messaggio. Quindi la possibilità delle
opinioni pubbliche con le loro caratteristiche di leggere il messaggio, interpretarlo e sviluppare opinioni
contrarie;

-i pubblici stranieri sono considerati il bersaglio, non diverso da quanto accadeva con la propaganda, e non
come partner di questo scambio comunicativo.

Punto di vista tradizionale sulla diplomazia pubblica: Governi parlano con i pubblici globali con il fine di
informarli, influenzarli e coinvolgerli nel sostegno agli obiettivi nazionali e alle politiche estere.

Quali sono i tratti evolutivi che ci portano verso un’altra conformazione della diplomazia pubblica e politica
estera?

- Ruolo preminente dei governi e degli attori statali

Gli attori non statali stanno minacciando il monopolio dei governi sulla diplomazia pubblica. A differenza dei
governi sono spesso ritenuti più credibili, non legati ad interessi specifici come possono essere interessi
nazionali. La loro capacità comunicativa di agire in queste dimensioni è maggiore rispetto ad altri attori.
Hanno politiche che si protraggono nel tempo. Le organizzazioni non governative hanno strategie e
politiche che si sviluppano nel lungo periodo e non nel breve periodo. Gli attori governativi sono sfidati
dagli attori non governative.

- Componenti della comunicazione e dell’informazione

Importanza dei contatti relazionali come fonti di informazione e conoscenza

- Influenza e persuasione finalizzate a produrre cambiamenti negli atteggiamenti

Bisogna concentrarsi sulla costruzione delle relazioni per coltivare fiducia, dialogo e comprensione
reciproca tra persone. In modo da creare quel potere soft e quelle risorse di credibilità e legittimità nei
confronti dell’attore.

- Non più pubblici esteri come bersagli


Legittimazione percepita agli occhi dei pubblici interni non deve essere ignorata. Il modo in cui le nostre
opinioni pubbliche saranno attivate tramite l’engagement da parte del politico. Non più un processo
dall’alto verso il basso; ma anche dal basso verso l’alto e orizzontale. Capacità di creare network

Differenze diplomazia pubblica (nata con il desiderio di superare l’accezione negativa che l’uso della
propaganda aveva realizzato) e propaganda:

DIPLOMAZIA PUBBLICA:

- È basata sulla verità, sulla rappresentazione degli interessi in maniera trasparente


- Spesso è a due vie, processo comunicativo ideologico e non solo di influenza e manipolazione
- Si ascolta per imparare, per avere un’azione comunicativa, per capire l’altro prima ancora di
sviluppare un altro messaggio/politica
- Può cambiare anche il mittente
- È flessibile nella comunicazione
- Tende a essere rispettosa degli altri, dare legittimità all’interlocutore
- È aperta alla partecipazione di una moltitudine di soggetti
- È etica
- È sostenibile

PROPAGANDA:

- È basata sulla selezione della verità;


- È raramente a due vie
- Ascolta per colpire
- È finalizzata a cambiare solo il destinatario
- Ha un’agenda definita, senza adattamenti
- Presuppone che gli altri ignorino o sbaglino
- È chiusa
- Può essere amorale
- Rimbalza, con ritorni che possono contribuire a delegittimare l’attore politico e a creare
un’opposizione o una percezione negativa dell’attore ma anche di quello che lui rappresenta

Dimensioni della diplomazia pubblica, bisogna fare riferimento al tempo (capacità di produrre messaggi che
siano rapidi ed efficaci nell’immediato anche per gestire possibili crisi di reputazione) e del modo in cui gli
altri attori sono coinvolti, e i contesti:

- Comunicazioni quotidiane: comprendono spiegare il contesto di decisioni di politica interna ed


estera (utilizzando stampa estera) come pure gestire crisi e contrastare attacchi (capacità di
risposta rapida per replicare a informazioni fuorvianti). Capacità di generare comunicazione politica
nel quotidiano al fine di proteggere l’identità governativa da parte di attacchi esterni o chiarire la
posizione dell’identità rispetto ad una crisi;
- Comunicazione strategica: sviluppo di un insieme di tematiche semplici come nel caso di una
campagna di natura politica o pubblicitaria. Questa è un’azione comunicativa di medio periodo e
non di reazione. Azione comunicativa sviluppata da professionisti indirizzata ad accompagnare
politiche di medio lungo termine;
- Sviluppo di relazioni durature con individui chiave: attori politici, culturali attraverso scambi,
training, seminari, conferenze, accesso ai canali mediali. Coinvolgere nella comunicazione non solo i
professionisti della comunicazione e i media tradizionali esteri ma anche i cittadini e intermediari
culturali che accrescano la reputazione del paese verso le opinioni pubbliche straniere.
Il miglior modo per curare crisi e difendere il paese da una delegittimazione è investire nelle relazioni di
lungo periodo. Dare una credibilità all’attore che durerà nel tempo in modo da preservare l’immagine nel
lungo periodo.

Queste dimensioni sono rilevanti sia nel caso di comunicazione politica estera sia interna.

Nella prospettiva relazionale i due soggetti collaborano, lavorano insieme. È una partnership e non una
strategia di influenza. Si possono avere anche situazioni in cui si crea una opposizione tra i due, più si
oppongono e più l’azione del governo o contro il governo sarà posta l’attenzione a soggetti che guardano la
crisi dall’esterno (paradosso), quindi sarà giudicata da soggetti esterni. La struttura de network viene estesa
alla costruzione e rafforzamento di relazioni. Si studia non la reazione immediata al messaggio, ma la durata
delle relazioni, quanto queste rimarranno nel tempo e la forza di espansione, in un’ottica di medio-lungo
termine, di una relazione. Si misura la capacità di generare attrazione e la capacità reciproca di credere
quello che l’altro a trasmesso.

2 prospettive diverse tra loro che possono combinarsi nel momento in cui si parla di una prospettiva
network integrata in cui sia la relazione di medio periodo sia quelle di lungo periodo sono rilevanti per
posizionare un attore politico nel sistema integrato e transnazionale di una comunicazione politica
contemporanea e della diplomazia pubblica e internazionale.
Nel momento in cui si crea una frattura tra le relazioni internazionali occorre usare la comunicazione
politica estera diretta nei confronti di altri governi indiretta tramite la società civile e agire tramite la
diplomazia tradizionale e modificare il contenuto.

Laboratorio:

nei media inserire i giornalisti;

opinion leaders: esperti, coloro che partecipano ai talk show

militari: istituzioni anche (come la nato)

Per le amministrazioni locali bisogna mettere come target “funzionari”

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Complementarità delle due prospettive: Trasferimento di informazioni e costruzione di relazioni possono


rinforzarsi vicendevolmente.

La comunicazione strategica e le relazioni culturali non sono necessariamente mutualmente esclusive.

Le iniziative relazionali possono integrare la strategia comunicativa ufficiale di un governo.

La diplomazia pubblica convenzionale enfatizza il ruolo del pubblico in maniera sporadica e saltuaria, più
spesso si riferisce a sforzi asimmetrici di tipo unidirezionale finalizzati a informare e costruire
un’opportunità per rafforzare la posizione di una paese (comunicazione persuasiva).

La nuova diplomazia pubblica, al contrario, implica partecipazione e coinvolgimento dei pubblici nazionali e
stranieri, comunicazione basata su verità e sincerità, la creazione di un clima di comprensione reciproca.

Si passa da una comunicazione strategica di tipo persuasivo ad una comunicazione basata sul
coinvolgimento dell’altro soggetto che è esso stesso parte della comunicazione. Un atteggiamento
proattivo, anziché reattivo.

La nuova comunicazione politica in generale è basata sulla trasparenza, verità non una circolazione di
informazione per giochi strategici ma la rappresentazione di fatto degli interessi, interessi politici del
soggetto all’altra parte della conversazione e possibilmente anche l’adattamento di queste preferenze alle
reazioni della società.

è importante avere una


massima congruenza tra il messaggio che si vuole trasmettere e le azioni politiche. Nel momento in cui si
crea una prestazione politica è importante che essa sia sostenuta da messaggi congruenti con l’azione
politica. Non si può utilizzare un messaggio che sia difforme dal contenuto dell’azione politica perché
facendo ciò si crea una repulsione, anche la reputazione dell’attore stesso vien meno.

Per l’esercizio di questo soft power basato sulla rispettabilità e reputazione, non è una pratica unilaterale
perché è basato sulla percezione che gli altri hanno di noi e se viene meno questa credibilità e la capacità di
realizzare influenza sugli altri avremmo una crisi di credibilità, non capacità di generare attrazione. l’attore
politico ricadrà nell’errore si isolarsi, in soluzioni unilaterali e creerà una crisi nella gestione delle
problematiche. Questo avviene spesso per la questione immigratoria. Nell’isolamento dell’attore, sarà
difficile ricreare questo ciclo positivo che genera attrazione nei confronti degli altri.

La rispettabilità e unire una comunicazione strategica e una comunicazione politica efficace ma soprattutto
congruente all’azione di governo è una condizione fondamentale per risolvere questioni complicate.

Tratti della diplomazia pubblica: questi due modelli (Uno basato sull’informazione e influenza e l’altro
basato sul coinvolgimento) possono essere basati su dei tratti

Tratto 1: DP come ‘scienza’ di manipolazione politica (propaganda, per orientare le opinioni) VS. proiezione
di comunicazioni affidabili e credibili (trasparenza).

Tratto 2: DP come sforzo a breve termine a sostegno di politiche estere (transitorie, magare nel caso di
rappresentazioni che non favoriscono l’attore politico) VS. iniziative di lungo periodo che estendono alle
popolazioni estere il patrimonio della cultura e dei valori politici, basato sulla coltivazione della relazione.
Tratto 3: Reazione temporanea a situazioni di crisi che mettono a rischio la reputazione di un paese con
particolari popolazioni (atteggiamento reattivo) o proattivo, in entrambi i casi si può avere l’utilizzo della
comunicazione come reazione in situazioni temporanee oppure campagne studiate da soggetti
professionisti che mirano a creare un clima favorevole. Nel caso dell’influenza ci sarà una comunicazione
strategica di breve termine per mettere l’attore in buona luce o gestire crisi che possono riguardare l’attore
politico VS. campagne proattive finalizzate a stabilire un’opinione pubblica favorevole.

Stabilire una relazione e un coinvolgimento con il proprio elettorato significa utilizzare risorse di medio
lungo termine e non basarsi sulla comunicazione di breve periodo, questa esercitata per reagire a crisi
politiche, dove è importante esserci.

Elementi per raggiungere tale obiettivo in diplomazia pubblica:

• Accesso a molteplici canali di comunicazione, così che un attore possa influenzare come le questioni sono
presentate nei media internazionali. Qualche anno fa questo aspetto se considerato dai politici costituiva
un punto a favore nei loro confronti, con l’avvento dei nuovi media;

• La cultura e le idee di un paese combaciano con le norme globali prevalenti;

• La credibilità di un paese è incrementata dal comportamento domestico e internazionale. Le due sfere


della politica: nazionale e internazionale sono strettamente interconnesse. Come i nostri politici si
comportano a livello nazionale contribuisce all’immagine del paese e alla promozione degli interessi del
paese all’estero. La credibilità dei politici da spendere nelle relazioni bilaterali e non e la capacità di sedare
possibili conflitti.

Il valore di influenzare le opinioni pubbliche straniere cresce con l’emergere dello stato nazione.

La DP emerge dalla due guerre mondiali e dall’equilibrio di potenza venutosi a formare durante la Guerra
Fredda: bisogno di controbattere all’offensiva informativa comunista nei paesi alleati e neutrali ma anche
nel blocco orientale. L’esigenza di esercitare influenza sull’opinione pubblica nazionale e internazionali si è
materializzata affinché sostenessero l’azione militare e politica.

Quindi inizialmente c’era l’esigenza di coltivare le opinioni pubbliche nazionali e internazionali.


Successivamente, a fronte della guerra fredda, si tratta più di influenzare le opinioni pubbliche della propria
sfera di influenza (es: gli stati uniti nei confronti dei paesi occidentali che potevano “aiutarli” nello scontro
con l’unione sovietica) e comunicare con le realtà della sfera di influenza del nemico. Essere attrattivi non
solo con gli amici ma anche con coloro che stavano “sotto” al nemico, e anche con i paesi/opinioni
pubbliche che non facevano parte di nessuna delle due sfere d’influenza.

Influenza strategica: coinvolgere nel discorso i pubblici stranieri al fine di svelare le menzogne e l’inganno
del nemico. Delegittimare il nemico e promuovere la propria posizione.

Organizzazione istituzionale: USA struttura gerarchica e centralizzata

Negli anni 50 si creò una vera e propria macchina (proprio nel momento della guerra fredda). Era
importante distinguere l’azione comunicativa strategica sviluppata durante i conflitti mondiali, quindi di
matrice propagandistica da un’azione comunicativa più equilibrata e trasparenza che mostrasse alle
opinioni pubbliche mondiali cosa rappresentavano realmente gli stati uniti. Quindi esercitando influenza
non tramite la manipolazione, ma usando la persuasione.

Attività informative portate avanti da:

- International Information Administration del Dipartimento di Stato

- Technical Cooperation Administration (TCA),


- Mutual Security Agency (MSA).

Uffici per le operazioni all’estero: US Information Service (USIS)

Questa organizzazione è stata concepita come indipendente dal governo americano, sebbene il
Dipartimento di Stato fornisse linee guida in politica estera.

La Us information Agency viene fondata nell’agosto del 53 dal presidente Eisenhower e verrà usata anche
durante la caduta del muro di Berlino, e rimarrà fino al 1978.

DIREZIONE: 1. Ufficio del Direttore (Direttore e Vice Direttore: nominati dal Presidente e confermati dal
Senato)

1A. Segretariato esecutivo e Centro delle operazioni

1B. Ufficio per l’Informazione Pubblica: relazioni con pubblico e Congresso

2. Ufficio di Policy e Pianificazione: pianificazione, guida e valutazione delle attività USIA.

3. Ufficio per la Ricerca: Ricerca sull’opinione pubblica straniera,reportistica su reazioni media, valutazioni e
analisi speciali.

UFFICI DI STAFF: 1. Ufficio di Amministrazione e Management: management e amministrazione, budget

2. Ufficio del Consiglio Generale: affari legali

UFFICI DISTACCATI, per analizzare il modo in cui gli attori della politica americana erano visti

1. Servizio di Telecomunicazione (Broadcasting): operazioni di telecomunicazione (Voice of America) per


rappresentare gli Stati Uniti alle altre opinioni pubbliche.

2. Centro per Servizi di Informazione: disseminazione all’estero di informazioni (centri di informazione,


biblioteche, centri bi-nazionali, distribuzione di libri e altre pubblicazioni, pubblicazione di libri tradotti,
insegnamento lingua inglese, programmi musicali, esibizioni e mostre internazionali, altre attività).

3. Servizio per l’Industria del Cinema e della Televisione: Programmazione cinematografica e televisiva.

4. Servizio Stampa e Pubblicazioni: materiali editoriali, magazines, pamphlets, ristampe di pubblicazioni


americane, articoli commissionati a esperti americani, fotografie, cartoni animati, ecc.

5. Ufficio di Cooperazione Privata: stimolare, guidare e coordinare gli sforzi USIA per ottenere il più ampio
uso possibile di servizi e strutture di agenzie e gruppi non-governativi al fine di perseguire gli obiettivi della
programmazione informativa internazionale. Abolito in 1967.

Tutti i settori della comunicazione (presenti in quel periodo) erano gestiti e usati.

Vi era una struttura gerarchica con a capo l’ambasciatore, affianco:

• Public Affairs Officer (PAO) Responsabile della gestione delle attività informative e culturali
dell’ambasciata. Il PAO è il consigliere senior dell’Ambasciatore/Ambasciata sulle strategie pubbliche
relative all’implementazione di politiche e altre attività dell’ambasciata, sull’opinione pubblica e i mass
media stranieri, sulle questioni relative all’istruzione e agli affari culturali. Controllava come altri media
nazionali rappresentavano gli Stati Uniti, il loro interesse e la cultura. Supervisiona il lavoro dell’IO e del
CAO.

• Information Officer (IO) Svolge il ruolo di portavoce dell’ambasciata, redige le linee guida su questioni
chiave per l’interesse pubblico, organizza eventi stampa, rilascia comunicati stampa, lavora con i media
locali e internazionali per spiegare le politiche statunitensi e pubblicizzare le attività dell’ambasciata. Aiuta
anche i giornalisti americani che devono lavorare nel paese dove ha sede l’ambasciata. Questa figura si
basa più sull’informazione. Chiariva le posizioni degli stati uniti rivolgendosi alla stampa e agli attori mediali,
istaurando con loro relazioni in modo da influenzare. LE informazioni e le relazioni erano entrambi
importanti.

• Cultural Affairs Officer (CAO) Amministra i programmi di scambio in materia di istruzione e cultura,
organizza lezioni e seminari con relatori americani, gestisce i centri di informazione e culturali americani,
organizza eventi culturali e spesso aiuta gli editori locali nella ristampa e traduzione di opere americane.
Lavora con la commissione bi-nazionale o la fondazione che supervisiona il programma di scambio
Fulbright, che forniva a vari attori (studenti, ecc). Si tratta di progetti a lungo termine. Rafforzava
l’immagine culturale degli stati uniti.

Chi trattava vantaggio da queste attività avranno una diversa immagine da chi per esempio non ha mai
tratto beneficio da tale programma.

L’USIA era conosciuta all’estero come Servizio di Informazione (USIS).

Missione dell’USIA presentata dallo stesso governo: Comprendere, informare e influenzare le opinioni
pubbliche straniere nella promozione dell’interesse nazionale, rafforzare il dialogo tra cittadini e istituzioni
statunitensi e le loro controparti estere:

• Spiegando e sostenendo le politiche statunitensi in modo che siano credibili e significative nelle culture
straniere;

• Fornendo informazioni riguardo alle politiche ufficiali degli USA e riguardo alle persone, ai valori e alle
istituzioni che influenzano tali politiche. Creare un clima che chiarisca i contenuti delle politiche ma anche la
posizione degli attori che gravitano attorno alle politiche;

• Portando i benefici dell’impegno internazionale ai cittadini e alle istituzioni nazionali aiutandoli a costruire
relazioni durature con le loro controparti all’estero, per creare un ampio coinvolgimento della polity
americana, creando relazioni con altri paesi. Una strategia di influenza che non è operata soltanto
dall’attore governativo nei confronti di soggetti passivi esteri ma attraverso il coinvolgimento di altre
culture;

• Consigliando il Presidente e i decisori americani sui modi con cui gli atteggiamenti esteri abbiano rilevanza
per l’efficacia delle politiche statunitensi. (USIA; Chodkowski 2012 – American Security Project)

Si tratta di 2 blocchi: i primi due sono concentrati sull’approccio informativo; gli altri due sull’approccio
relazionale.

Il coinvolgimento di un’ampia cerchia di attori per la promozione dell’interesse nazionale. Coinvolgendo gli
stati uniti a possibili critiche al loro paese testimoniavano la superiorità di una democrazia rispetto ad
un’autocrazia. La possibilità per un cittadino di criticare o mettere in luce i difetti del proprio paese rispetto
a controparti estere.

Confezionare e indirizzare informazione verso pubblici al fine di generare una specifica risposta

VOICE OF AMERICA: network televisivo utilizzato come trasmissione one-to-many che utilizza la lingua del
soggetto che produce il messaggio per creare influenza. Durante la guerra fredda e successivamente,
l’obiettivo era creare informazioni e indirizzarli verso l’opinione pubblica per generare sostegno nei
confronti delle politiche americane.

Inaugurata nel luglio 1942 come uno strumento del US Office of the Coordinator of Information (e
successivamente, Office of War Information). Dal 1953, ha operato sotto il controllo della United States
Information Agency (USIA) e successivamente il Broadcasting Board of Governors.
Missione: creare notizie accurate, obiettive e comprensive che rappresentino l’America e non il settore
specifico degli stati uniti, rappresentando una presentazione bilanciata e comprensiva del significato
dell’America attraverso le istituzioni. Voice of America presenterà le politiche degli stati uniti in maniera
chiara ed efficace e presenterà anche una discussione responsabile di opinioni politiche a sostegno della
comunicazione politica estera del paese.

Trasmette in più di 40 lingue (audience settimanale stimala nel mondo: 240 milioni).

Negli anni 90 vi è stato il collasso dell’Unione Sovietica (quindi del principale avversario), la riunificazione
tedesca, nuovi regimi politici nell’Europa dell’est e la recessione economica.

Chiusura del network globale dei centri USIS (US Information Service); taglio ai periodici nelle regioni
straniere; riduzione del sostegno all’esportazione di arti performative e visive e al programma Fulbright,
taglio del personale.

Le funzioni dell’USIA sono trasferite al Dipartimento di Stato (1999) dopo l’approvazione del Foreign Affairs
Reform and Restructuring Act. L’International Broadcasting Bureau, che includeva Voice of America, diviene
un’agenzia indipendente, sebbene continui a ricevere guida politica dal Segretario di Stato. Si decide di
vietare agli operatori mediali, le comunicazioni destinate ai pubblici stranieri e delle quali l’opinione
pubblica nazionale non poteva avere conoscenza. Quindi era vietato diffondere informazione riguardante
pubblici stranieri sul territorio nazionale. Si decide poi di eliminare questo e aumentare la trasparenza della
comunicazione tra ambiente, comunità politica nazionale e sfera estera.

Al fine di coordinare e supervisionare i vari programmi del Dipartimento di Stato, viene creata una nuova
carica: Sotto Segretario di Stato per la Diplomazia Pubblica è CENTRALIZZAZIONE delle funzioni.

L’ambiente successivo all’11 settembre 2001, dominato da globalizzazione, informazione e tecnologie della
comunicazione, e la crescita di attori non-statali globali (networks terroristici, bloggers, ONG, diaspore, ecc.)
che minacciano la politica e il discorso governativo perché presentano la loro opinione su discorsi globali e
la comunicazione associata alla politica che hanno messo in atto. Non abbiamo soltanto attori politici e
opinione pubblica, c’è anche una serie di attori che coopartecipano alla rappresentazione dell’immagine di
un attore politico.

Nozione di comunicazione strategica sottesa alla diplomazia pubblica (abilità di controllare indirettamente
o influenzare il comportamento) è stata rimpiazzata da un’enfasi sul controllo delle narrative, saper
generare influenza su come gli altri rappresenteranno la nostra posizione rispetto a un determinato
problema. Questa comunicazione strategica sarà capace di controllare direttamente o indirettamente
l’agenda politica e influenzare il comportamento di tutta una serie di attori che contribuiscono alla
presentazione della politica e dell’azione politica dell’attore stesso.

Maggiore accesso ai canali mainstream delle comunicazioni

2012: Lo Smith-Mundt Modernization Act emenda il US Information and Educational Exchange Act (1948) e
il Foreign Relations Authorization Act (1987), rimuovendo il bando alla disseminazione interna di
informazioni da parte delle agenzie governative americane per la diplomazia pubblica.

Si crea un nuovo ambiente informativo:

-vantaggi di hardware: principali potenze (come gli Usa) hanno maggiore controllo sulla tecnologia della
comunicazione e accesso a canali di comunicazione multipli.

-Abilità “soft” nella guerra per l’informazione: Il contenuto dei messaggi globali prende forma in un
ambiente informativo estremamente competitivo e frammentato dove tutta questa serie di attori che non
hanno accesso ai canali hanno un vantaggio competitivo considerando i nuovi mezzi. Talvolta sono più abili
dell’attore politico a generare influenza, spingendo anche i governi all’azione.

Nuovo ruolo degli attori non-governativi nella diplomazia pubblica.

Le nuove tecnologie contribuiscono a spostare la diplomazia pubblica da attori statali ad attori non-statali

“La nuove tecnologie hanno reso possibile l’interazione con un audience globale composta tanto di
individui quanto di organizzazioni, creando un’ampia rete che consente agli attori non- statali (es. ONG,
imprese transnazionali, gruppi religiosi, think tanks, movimenti sociali, università, esperti, ecc.) di
condividere conoscenza e sviluppare azioni congiunte per dare una nuova connotazione ad azioni politiche
ed impegnare direttamente attori statali e non statali” (Jora 2013).

Questi attori stanno accrescendo la loro autonomia e hanno iniziato a definire regole, spesso agendo più
efficacemente degli attori statali. Uno studio del 2017 ha registrato un ampio uso dei social network e di
internet da parte delle organizzazioni governative. La comunicazione politica strategica online hanno
inventano nuove risorse per accrescere il proprio seguito, recuperare fondi e nuove risorse per creare
network con organizzazioni simili.

L’ambiente offre nuove opportunità a questa serie di attori.

22/11

Sia per trasformazione sistemiche sia per atteggiamento dei politici nazionali e non abbiamo una
comunicazione politica rilevante per gli attori nazionali e internazionali. Un sistema mediale integrato e
transnazionale è inevitabile nella comunicazione che viene prodotto in un paese estero che vada ad
integrarsi con la comunicazioni di altri politici (di altri paesi).

Nelle lezioni democratiche, politiche non ci sono comunicazioni che rimangono nel paese ma hanno una
rilevanza internazionale (come in Italia).

Da approcci analitici incentrati sui governi centrali (istituzioni politiche nazionali) ad approcci multilivello
(transnazionale)

Se sono pochi gli attori capaci di esercitare una comunicazione politica e una diplomazia pubblica (nella
capacità di gestire il mezzo digitale per bersagliare gli attori alle opinioni pubbliche), vi sono degli attori non
governativi e non statali che sono molto più efficaci degli organi governativi istituzionali (partiti, ministero
che hanno una comunicazione politica più rigida):

Sebbene vi siano relativamente pochi stati con una strategia di diplomazia pubblica pronunciatamene di
tipo networked, vi sono numerosi attori non- statali altamente interconnessi.

Oggi il monopolio da parte dei governi nella diplomazia pubblica è messo in discussione dal crescente
intervento di organizzazioni sovranazionali, autorità regionali e locali (Paquin 2004), e gruppi della società
civile (Castells 2009).

Costruzione delle relazioni: il vantaggio degli attori non-statali

 CREDIBILITA’: Attori non-statali sono meno soggetti allo scetticismo che accompagna le attività degli
attori statali poiché beneficiano di maggiore neutralità e credibilità. Gli attori statali sono spesso
legati ad un interesse personale (nazionale, potere, ecc)
 OLTRE L’INTERESSE NAZIONALE: Gli attori non-statali sono maggiormente inclini verso valori
universali poiché non sono necessariamente visti come egoisti e attenti al loro interesse particolare.
Sono attive su questione di interesse comune e spesso globale (clima, immigrazione)
 COMPETENZA: La loro credibilità deriva dalla loro competenza (sono collegate) e know-how sul
territorio con adeguata conoscenza della situazione locale.
 ADVOCACY: Gli attori non-statali hanno più visibilità sul territorio di attori politici raramente vicini
alla comunità, radicata nelle loro azioni che conducono a relazioni interpersonali più solide in
contrapposizione a relazioni simboliche mediate.
 LUNGO TERMINE: Gli attori non-statali sono più impegnati in sforzi di lungo periodo. Avere una
prospettiva di medio-lungo termine, di conseguenza non hanno interessi in materia di campagna
elettorale che si concludono con la vittoria di questa. Gli attori politici hanno interessi a vincere le
lezioni.

ONG (organizzazione non governative, anche queste comunicazioni producono comunicazione politica e
devono essere capaci di produrla specialmente nel momento in cui vengono prese sotto accusa da attori
politici oppure sono sotto il riflettore mediatico, è importante che difendano le loro azioni e obiettivi. E le
caratteristiche viste prima devono riflettersi nella loro comunicazione): Organizzazioni private che operano
sempre più in ambito transnazionale, con l’ambizione di espandersi. Sviluppano nuove norme spingendo
direttamente governi e attori economici a cambiare le loro politiche; indirettamente, operano una
sensibilizzazione delle opinioni pubbliche riguardo a ciò che governi e imprese dovrebbero fare (anche
tematiche globali, indirizzando l’azione di governo). Il loro «potere hard» (economico) è limitato ma l’era
della rivoluzione della comunicazione ha accresciuto considerevolmente il loro «potere soft», capacità di
sollecitare influenza, determinando una nuova lettura di queste tematiche. Poiché sono capaci di attrarre
sostenitori, i governi devono considerare le ONG sia come possibili alleati sia come avversari. ONG e loro
networks sono flessibili e particolarmente efficaci nel varcare i confini nazionali (creano una polity) e creare
un nuovo di tipo di coalizioni politiche transnazionali (Nye 2004).

Hanno il vantaggio di essere presenti in più territori. Sono interessati a usare la comunicazione sia per i loro
donatori ma anche per le fonte beneficiarie delle loro azioni. Sono attive nei social. Grande interesse ma
anche un riconoscimento perché talvolta sono più capaci dei politici ad usare il mezzo, ma non siano
pienamente soddisfatti nel come magari i social o i siti vengano utilizzati per scopi propri
dell’organizzazione stessa.

Il 66% dice che lo staff esecutivo dell’organizzazione supporta che la comunicazione e i social media
abbiano la priorità nella strategia di foundraising: attrarre risorse economiche è lo scopo di queste
organizzazioni, perché sulla base delle donazioni si finanziano le loro attività.

I donatori, coloro che finanziano queste attività, chiedono maggiore intervento attraverso programmi
sostenibili nei paesi in via di sviluppo o territori nazionali, e guardano alle ONG internazionali che hanno
esperienza e competenza per affrontare i problemi che interessano questi paesi o comunità locali (il
donatore, in base a quelli che sono i suoi interessi).

Principale preoccupazione: Dove viene speso il mio denaro? Come vengono utilizzate le mie donazioni?

L’organizzazione dovrà creare la campagna educativa rispondendo a questi quesiti.

‘Apertura’ e Trasparenza:

 Condividere progetti e dimostrare che le azioni sono in linea con i valori della ONG. La
comunicazione sia allineata alla politica, altrimenti viene meno la credibilità (come avviene nel caso
degli attori politici);
 Collegare i donatori con i beneficiari (attraverso Mail, Web, Social Media, Crowd-sourcing).

Visitando alcuni siti all’inizio appare proprio quello che è il loro fine. Alcuni pulsanti sono ben evidenziati:
come quelli sulle campagne attuali e per la donazione. Presentano l’organizzazione e quei valori che legano,
possibilmente, l’organizzazione ai possibili donatori. Vengono elencate le campagne, in modo da vedere
cosa l’organizzazione fa in diversi ambiti. E infine messaggi che cercano di incrementare la credibilità
dell’organizzazione per creare una percezione positiva.

Una comunicazione che è interessata a dimostrare che le azioni sono in linea con la missione e creare la
relazione con possibili donatori.

Possibilità di inserire progetti anche individuali. Sulla base di una serie di parametri si può selezionare il
settore nel quale si vuole cercare una richiesta di finanziamento, selezionare il progetto, decidere quanto
contribuire, successivamente l’organizzazione ha controllato le richieste da parte di un possibile
beneficiario siano legittime o meno. Dopo la donazione viene distribuita nei vari progetti
dell’organizzazione, e non solo si crea una relazione tra donator e beneficiario, consentendo al donatore di
monitorare come vengono usati i soldi; ma soprattutto il beneficiario dovrà restituire con la sua attività i
soldi ricevuti, restituendoli (nel momento in cui l’obiettivo è stato raggiunto). I donatori potranno decidere
se usare quel denaro per finanziare altri progetti o se riprendere il denaro, ritirando il prestito; o lasciare
quei soldi allo stesso beneficiario e stesso progetto. Stabilendo un rapporto individuale tra donatore e
beneficiario e l’organizzazione fa da garante.

I beneficiari, il destinatario dell’intervento dell’organizzazione.

Domandano risoluzione di problemi

Principale preoccupazione: La ONG è al corrente dei reali bisogni delle persone? Quanto responsabile è
rispetto a chi deve beneficiare delle iniziative della ONG?

Conoscenza e Responsabilità, la comunicazione è volta:

 Spiegare il lavoro della ONG al pubblico locale e coinvolgerlo nelle decisioni relative alle attività
future.
 Acquisire una migliore conoscenza degli interventi e raggiungere la missione e gli obiettivi della
ONG in maniera efficace.
 Allargare i servizi alle richieste di nuove comunità.

Il caso dell’infrastruttura per il collegamento ad alta velocità in (Kenya): Un’interessante iniziativa è


Netwop, un network fatto di organizzazioni, tecnici, esperti che mettono a disposizione delle infrastrutture
della comunicazione (connessione internet, ricaricare i dispositivi mobili) per soggetti che si trovano in
situazioni di disagio.

Un caso di studio: il sistema di feedback per beneficiari in Somalia (2011/12): Un meccanismo innovativo su
piattaforma mobile e Internet finanziato dal Humanitarian Innovation Fund e sviluppato dal Danish Refugee
Council (DRC) per rafforzare la comunicazione e il feedback tra beneficiari, agenzie di sviluppo, comunità
somale e la diaspora (in un luogo in cui non vi era l’accesso ad internet). Il sistema usava la messagistica
anziché la connessione per creare questo engagement tra beneficiari. Un meccanismo su piattaforma
mobile, ma anche la possibilità di condividere i contenuti su internet e nei social. Funzionava con una sorta
di messaggio inviato al beneficiario giunge in forma di email, viene caratterizzato in base ad alcune variabili,
e viene mandato ai diversi partner dell’organizzazione, in modo poi da mandare il feedback.

+ possibilità di condividere contenuti media (foto/video) con social media.


La tecnologia e la comunicazione non solo per
ottenere risorse e creare engagement, ma anche per svolgere operativamente la missione
dell’organizzazione stessa. Creare una relazione tra i nostri donatori e beneficiari, non solo un flusso di
risorse che dai primi vanno ai secondi, svolgere una funzione di mediazione. Dall’altro lato abbiamo
comunicazioni orizzontali che l’organizzazione stessa deve avere con il governo di quella polity (magari
attraverso influenze reciproche), con altre ONG, creando un coordinamento; e con la società civile
costituita da altri portatori di interessi (come il beneficiario) non necessariamente interessati al fine
dell’organizzazione stessa.

Comunicazione, relazione, comunicazione politica.

Comunità delle diaspore

Internet consente a un numero molto elevato di persone geograficamente isolate e con una storia
condivisa di organizzarsi in grandi comunità virtuali.

Esempio: La comunità ghanese di espatriati raccolse sostegno e denaro per il candidato di opposizione e
svolse campagna elettorale per il cambiamento di regime nelle prime elezioni democratiche tenutesi nel
2000.

Altri attori non statali e interstatali:

Movimenti religiosi organizzati: la Chiesa Cattolica Romana, Chiese protestanti, organizzazione religiose
islamiche e buddiste.

Organizzazioni intergovernative: ONU, Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO). Il loro potere di
tipo soft dipende dalla legittimità percepita delle loro istituzioni, leaders, comportamenti di politica estera e
valori condivisi. È necessario fare una comunicazione creando fiducia e proteggendo le istituzioni da errate
presentazioni. Spesso queste organizzazioni soffrono di una cattiva reputazione.

Anche società civile e mondo della cultura: calciatori, persone del mondo dell’arte, cantanti possono fare
comunicazione politica, con la loro visibilità possono influenzare opinioni dei cittadini (del loro paese e
non). Anche qui abbiamo una transnazionalità.

Non solo gli attori non-statali istituzionalizzati, ma anche pubblici (attori istituzionali organizzati) nazionali
ed esteri sono importanti stakeholders la cui soddisfazione e collaborazione (o resistenza e pressione)
possono essere vitali per la sopravvivenza delle iniziative di diplomazia pubblica (Lee e Ayhan 2015) interna
ed esterna.

Avere rapporti di comunicazione con questi movimenti facilita la manovra politica.

Tipi di collaborazione tra attori statali e attori non statali: Gli attori non-statali possono fornire aiuto allo
stato nella creazione e implementazione di iniziative di diplomazia (Young 2006).
In questo rapporto teorizzato da Lee e Ayhan, strutturato su due dimensioni. Si domanda quali obiettivi
hanno priorità nella collaborazione tra attore statale e non statale e propone una collaborazione. L’attore
statale che ha bisogno dell’attore non statale per conciliare il clima politico e viceversa, avviene una
collaborazione attiva o passiva (a seconda dell’obiettivo).

“La diplomazia pubblica è uno strumento usato da attori statali e non-statali per obiettivi quali advocacy,
influenza, posizionare una questione nell’agenda pubblica o politica (agenda-setting) e mobilitazione;
rinforzare altri obiettivi di politica estera; promozione e prestigio; correggere errate percezioni; dialogo e
comprensione reciproca; armonia basata su valori universali.” (Lee e Ayhan 2015: 60)

Gruppi/organizzazioni terroristiche/autocratiche che si trovano ad agire in una nuova sfera mediale. Prima
vi era la possibilità per l’opinione pubblica di non accedere a dei canali e quindi delle informazioni per poter
essere informati su determinati eventi. Ma nel caso del nuovo governo telebano c’è stata la necessità di
usare questi strumenti sia per presentarsi all’opinione pubblica nazionale sia ai governi e opinione
pubbliche esteri. La presa del potere del regime telebano in Afghanistan: Strategia di DP finalizzata a
persuadere sia l’audience interna sia quelle estere che l’organizzazione era stata riformata, e fosse adesso
liberale, patriottica e inclusiva.

Obiettivi:

1) Erodere il sostegno della popolazione afghana nei confronti del governo rispetto alla capacità di
governare e garantire la sicurezza del paese. Dire che quel governo non aveva più l’autorità sulla
popolazione, non riuscendo più a garantire la sicurezza (principale ragione d’essere di un governo);

2) Fiaccare il morale delle forze di sicurezza afghane presentando la superiorità militare dei talebani;

3) Dichiarare che la conquista del potere da parte dei talebani era inevitabile alla luce degli accordi di Doha
(Febbraio 2020);

4) Veicolare una nuova immagine dei talebani come un movimento riformato che avrebbe governato in
maniera trasparente, inclusiva e nel rispetto dei diritti umani.

...ma non vi sono segni che il gruppo abbia modificato il proprio comportamento per guadagnare
legittimità. Il governo aveva fallito in un test di inclusione (pensiamo alla condizione delle donne). Quella
legittimità e credibilità che fanno di un attore colui che può spendersi nelle opinioni pubbliche ma anche a
livello internazionale.

I telebani erano stati conosciuti 20 anni prima: -nel marzo 2001 con la distruzione dei Budda di Bamiyan su
ordine del Mullah Mohammed Omar dopo che questi erano stati dichiarati idoli.

-settembre 2001: Attacchi a NY e al Pentagono. Successivamente, il presidente Bush autorizza l’uso della
forza contro il responsabili.

Effettivamente delle azioni di organizzazioni che definiremo terroristiche.


Nel 2021 i media presentavano questo governo come sotto l’autorità militare (gruppo armato), in cui la
condizione femminile tornava indietro e le opinioni pubbliche nazionali e internazionali che cercavano una
via di fuga, fuori.

Che messaggi i telebani ci inviavano? Di un Afghanistan pacifica, senza forme di protesta, senza uso della
forza militare. Attraverso immagini dove mostravano il loro divertimento. Immagini contrastanti che
testimoniavano da immagini e dalle commissioni che arrivavano. Una rappresentazione che non coincideva
con l’azione, di conseguenza la legittimità e la credibilità dell’attore verrà distrutta.

È importante tornare al ciclo del softpower. La congruenza e il ponderazione to tra messaggi e azione va ad
impattare inevitabilmente la credibilità dell’attore. E il multilateralismo e le relazioni che lo rendono
influente ne risentiranno. L’esercizio di questa forma di potere unilaterale del potere hard. È necessario
partire da questa congruenza per generare credibilità nelle relazioni con gli altri.

30/11

Come strutturare il rapporto

1: risultati principali

Bullet points con una descrizione molto breve dei risultati principali per dare un feedback immediato

2: Introduzione

Breve nota sul periodo e il twitter account analizzato.

Fornisci alcune informazioni sull’uso di Twitter da parte del politico a partire dalla creazione dell’account OR
durante il periodo in cui sono stati prodotti gli ultimi 3200 tweets: es, quali sono gli utenti mezionati, il
numero medio di twett al giorno, quanti sono re-tweet, numero medio di likes ricevuti (informazioni nei
file) comparare queste informazioni con quelle del periodo che abbiamo analizzato.

3: Risultati (rispondere ad alcune domande)

Si possono usare sottosezioni in base alle variabili e alle domande di ricerca esplorate. Ad esempio:

CONTENUTI MEDIALI: il politico è stato in grado di differenziare la sua comunicazione e usare diversi
contenuti oltre al testo? Risponder attraverso le variabili media

RETWEETS: ci sono degli utenti più retweet di altri?

Lingua: QUAL è la percentuale di tweets in lingua italiana e in altre lingue?

Target:

funzioni

4 conclusioni: considerazioni finali e suggerimenti (es: se è consigliato usare una determinata functiorn
perché ha maggiore interazione, ecc)

5: nota metodologica

Opinione pubblica

Un concetto “controverso” composto dall’affiancamento di due termini che sembrano essere tra loro in
aperta contraddizione;

- Elemento della pubblicità: implica un fenomeno aggregato, cioè l’esistenza di un’entità collettiva
che è qualcosa di differente dalla mere somma di singole unità.
- Elemento della soggettività individuale: un’opinione è un giudizio di valutazione che può essere
razionale come istintivo, stabile e volatile, espresso o taciuto.

Elementi che sono stati sempre in contrapposizione, i primi studi della letteratura davano dei giudizi
sull’opinione pubblica, dicendo che non era molto interessato alla politica, ma la partecipazione della
masse al processo politico non è qualcosa che deve generare allarme o preoccupazione. Ciò è quanto la
democrazia prescrive per una corretta gestione del potere politico (Bryce 1888). Ciò di cui le persone hanno
bisogno sono le risorse necessarie per divenire più competenti, informate e attive (Dewey 1927).

Aveva bisogno di più competenze per sviluppare un giudizio da parte dell’elettore. Era anche un pubblico di
cui non si poteva avere paura.

Altri sostenevano che a causa dell’incapacità del pubblico di massa di gestire l’informazione politica
quotidiana e a causa dell’impatto negativo del pubblico sul processo decisionale, il ruolo dell’opinione
pubblica nella politica dovrebbe essere limitato in modo da evitare iniziative incoerenti ed erratiche
(Lippmann 1922)

Il ruolo doveva essere limitato in modo da evitare il cosiddetto populismo

Si propendeva inizialmente per un approccio minimalista nello studio e considerazione dell’opinione


pubblica, un attore definito irrazionale, umorale, privo di competenza e di atteggiamenti di risposta non
coerenti (per effetto della desiderabilità sociale).

Negli anni si è sviluppato un approccio revisionista: l’opinione pubblica come una forza razionale e
coerente che rispondeva a stimoli somministrati. Cambia il contesto politico e i fenomeni e cambiano anche
le risposte. Possibili e prevedibili cambiamenti nell’opinione pubblica sono determinati da aggiustamenti a
nuove condizioni e informazioni comunicate al pubblico

Ciò che spiega l’evoluzione dell’opinione pubblica sono gli eventi e le informazioni che vengono
comunicate, non l’irrazionalità come si pensava. Studi mostrano come l’utilizzo di un verbo diverso porta a
risultati diversi a causa di un atteggiamento diverso (es: positivo se il verbo era permettere; negativo se il
verbo era vietare).

L’influenza top down: inevitabile dipendenza dell’opinione pubblica di massa dalle informazioni e analisi
prodotte dal discorso politico e mediale. Ciò comporta che l’opinione pubblica possa essere ingannata e
persino manipolata se ad essa vengono fornite informazioni incorrette, parziali o selettive

una serie di studi hanno mostrato come l’o. p può essere ingannata se vengono fornite delle informazioni
incorrette. Nell’attuale sistema mediale ciò è più difficile, ci sono vari siti di informazioni per verificare.

Dall’altra parte è stato dimostrato come l’opinione pubblica è capace di influenzare il processo di
costruzione delle politiche di un paese democratico e il modo in cui i politici presentano le politiche
(influenza bottom up). Non si cambia il contenuto della politica, ma in modo in cui presentarla, usando una
strategia comunicativa che facilita l’approvazione delle medesime proposte politiche. Non si tratta di
manipolazione, ma utilizzo di strategie comunicative adoperate e che portano ad un risultato che senza
queste strategie non si avrebbe.

Negli anni sono state sviluppate diverse concezioni di pubblico;

- Di massa, sistema unico da analizzare nel suo insieme; con un sistema di preferenza determinato
dalle caratteristiche dei diversi pubblici;
- Si iniziano a studiare le caratteristiche individuali, dagli atteggiamenti, dimensione psicologica che
andavano a comporre l’aggregato
- Si è scomposto l’aggregato e segmentando e trovando delle ricorrenze che permettessero di
rivolgersi a un certo gruppo omogeneo (più vicino ai partiti di sinistra per esempio; uno più liberale)
- Un pubblico interconnesso e attivo, lancia feedback condizionando le strategie politiche e gli output
della politcs. Questo è accaduto fino agli ultimi anni dagli anni 70.

La ricerca sull’opinione pubblica viene fatta utilizzando metodi quantitativi; ma sono presenti anche metodi
qualitativi

Approccio quantitativo (quello che useremo noi) il target (molto grande) (campioni statisticamente
rappresentativi con margine di errore misurabile) è la popolazioni anche di una comunità circoscritta (es:
comunità studentesca); sulla base della popolazione andremo ad estrarre campioni rappresentativi tramite
la casualità per fare delle stime e lavorare su distribuzioni di frequenze che possono consentire di affinare
alcune tecniche.

Quali sono le tecniche?

- Indagini di opinione: questionario strutturato (domande e opzioni di risposta predefinite) può


avvenire per telefono, online, di persona.
- Trasversale: cross-selectional più unità di osservazione vengono intervistati in quel determinato
momento x (di solito le indagini si concludono in pochi giorni; non possono durare anni). Quindi è
importante definire il tempo dell’intervista.
- Panel: creare studi longitudinali (stesse persone intervistate nel tempo per vedere se sono
cambiate le preferenze), molto più difficile ma anche molto utile per verificare quanto eventi
esterni condizionano le preferenze dei soggetti.

Metodi di raccolta dati:

- Questionario autosomministrato (PAPI)


- Faccia a faccia (CAPI)
- Telefonico (CATI, CAMI)
- Online (CAWI)

Metodo di analisi: analisi statistica dei dati raccolti

Approccio qualitativo, ci si rivolge a gruppi piccoli o categorie specifiche

PRINCIPALI TECNICHE E APPROCCI

- Interviste in profondità: questionari non strutturati (c’è un’idea delle domande da fare e nel corso
dell’intervista si possono fare tutte o non o aggiungere altre, opzioni di risposta predefinite);
questionari semi-strutturati
- Focus group (discussioni moderate da un ricercatore)
- Storie di vita
- Approccio etnografico
- Osservazione (partecipante, non partecipante)

Metodo di analisi: interpretazione e studi “in profondità”, nessun uso di statistica

Flusso di lavoro

- Definire gli obiettivi di ricerca


- Impostare il periodo di rilevazione (fiedlwork)
- Identificare la popolazione target
- Quadro di campionamento: Gli individui che fanno parte di questa popolazione sono elencati in una
lista di contatti?
- Strategia di campionamento: il campionamento casuale è il miglior modo di assicurare la
rappresentatività

Campionamento

2 modi di raccogliere i dati

- Censimento: raccolta d’informazione dell’intera popolazione


- Indagini campionarie: raccolta delle informazioni da un campione della popolazione (n) ci
permettono di fare inferenza, ovvero estendere il dati presi a tutta la popolazione

Stima dell’errore:

- Errore di campionamento (è una percentuale che va aggiunta o sottratta alle nostre stime) e livello
di confidenza
- Validità (interna, processo causale, relazione causa ed effetto tra lo stimolo dell’intervista e la
risposta che registriamo; ed esterna, raggiungiamo delle stime su un campione ma a noi interessa la
validità esterna del dato: generalizzandolo a migliaia di persone).

Metodo di somministrazione Faccia-a-faccia (CAPI), telefonico (CATI, CAPI), on-line (CAWI) o misto?

Metodo di selezione dell’intervistato Chi devo intervistare? Casuale!

Disegno di ricerca: Diversi tipi di disegno sono possibili:

- Disegno sperimentale
- Disegno quasi sperimentale
- Disegno non-sperimentale (anche chiamato correlazionale o osservazionale)

Altri approcci alla ricerca includono: casi di studio, analisi di serie temporali, e metodo qualitativi (es:
focus group).

Il metodo sperimentale
Esperimento list, possibilità di introdurre una manipolazione. I trattamenti ’list’ sono ideati per consentire la
manifestazione e approvazione di posizioni/comportamenti controversi senza richiedere al rispondente di
ammetterli direttamente. Invece di sostenere apertamente una determinata posizione o ammettere un
particolare comportamento, l’intervistato risponde indirettamente riportando il numero di ‘items’ che si
applicano al suo caso da una lista di diverse attività. LOGICA: Sottraendo la media della condizione base
(senza ‘item’ problematico) dalla media del trattamento sperimentale (con ‘item’ problematico) si ottiene
una stima aggregata dell’effetto dell’item in questione sulla distribuzione delle risposte, dovuta alla
desiderabilità sociale (percentuale di rispondenti che si oppongono all’item

Punti di forza: Questa tecnica è stata utilizzata per ricavare stime più accurate su argomenti sensibili (es.,
questioni razziali, genere, religione), comportamenti socialmente non desiderabili e in situazioni in cui le
persone tendono a mentire su comportamenti attesi (es., partecipazione alle elezioni negli studi elettorali).
Limiti - Incapacità di produrre misure di livello individuale: tuttavia, questo esperimento può indicare quali
tipi di persone sia soggette all’influenza della desiderabilità sociale (comparazioni aggregate). - Analisi
multivariate sono limitate

01/12

Flusso di lavoro:

Sviluppo questionario

- Linguaggio e terminologia del questionario devono essere chiari, inequivocabili e coerentemente


compresi;
- Categorie di risposta devono essere mutualmente esclusive e comprensive;
- Se la traduzione in altra lingua è richiesta, l’equivalenza semantica, concettuale e normativa devono
essere assicurate.

Questionario programmato: Competenze in ambito IT sono richieste

Selezione degli intervistatori e briefing: personale per field

Consolidata esperienza nel field è raccomandata; equilibrio di genere (ed età) è preferibile; limite sul
numero di interviste condotte da ciascun intervistatore (<5%)

Impostare quote per controllare l’andamento dell’indagine (no campionamento per quote!!)
Prima di lanciare un’indagine si fa un pre test, per verificare che non ci siano problemi di varia natura.
Generalmente, 3-5% del campione richiesto (n) a seconda del numero di ’splits’ e presenza di condizioni
sperimentali.

• Individuare problemi di campionamento;

• Testare la metodologia impiegata per contattare i rispondenti e la somministrazione dell’indagine (e.g.,


strumentazione CATI e procedure di raccolta dati per lo studio);

• Testare l’introduzione alla survey e il modo in cui gli intervistatori presentano l’indagine ai potenziali
rispondenti;

• Testare le istruzioni fornite agli intervistatori durante il briefing e de-briefing;

• Testare la traduzione del questionario;

• Testare la formulazione e la comprensibilità delle domande;

• Identificare domande o sequenze di domande critiche all’interno del questionario;

• Individuare items problematici, che determinino non risposte.

• Controllare errori di codifica (‘wild codes’) e dati mancanti

Una volta che l’indagine è stata realizzata e i dati sono stati raccolti, occorre verificare i dati ottenuti
rispetto alla popolazione, quanto è sbilanciato il nostro campione?

Sulla base di questa distribuzione di creano dei pesi che servano a bilanciare la popolazione e applicare i
risultati anche l’esterno.

Raccolta dati – intervista

• Supervisione della raccolta dati

• Controllo quote

• Controllo di qualità (es., ‘speeders’, ‘straight-liners’ in ambiente CAWI)

• Estrazione dei dati (dataset) – MS Access, Excel, CSV, txt, Stata, SPSS, R, Triple-S

Alcune informazioni devono essere fornite con il margine d’errore, il tasso di risposta, cooperazione,
rifiuto e contatto. Vengono calcolati con l’utilizzo di tassi standard: AAPOR

La pesatura di post-stratificazione: i soggetti del campione di questa fascia d’età conteranno 3 volte rispetto
alla popolazione.

Validità della ricerca:

-interna: grado con cui i risultati della ricerca possono essere utilizzati per fare inferenza causale. Un buon
esperimento rispetta i criteri dell’inferenza causale e consente di testare una relazione di causa-effetto.

Nell’indagini d’opinion c’è la possibilità di farlo

-esterna: fare inferenza estendendo i risultati del campione alla popolazione. grado con cui il contesto di
ricerca rispecchia le condizioni del mondo reale che interessano il ricercatore; uno studio che utilizza una
situazione palesemente artificiale non rispecchia alcuna situazione nel mondo reale e ha scarsa validità
esterna.
Iniziare a collezionare dati di opinione pubblica rispetto all’attore analizzato, nel periodo e con riferimento
alla crisi in Ucraina.

20/12

Opinioni pubbliche che possono mandare messaggi per manifestare il loro sostegno ad altri paesi
(movimenti in iran), magari rendendo quella questione come argomento dell’agenda setting.

La possibilità di condividere informazioni e di essere creduti è un importante risorsa di attrazione e di


potere sia per gli attori della politics sia per i pubblici globali, che chiedono una maggiore partecipazione e
impatto sulle politiche pubbliche. Ma “i pubblici globali non consentono che si parli loro soltanto”, essi
“chiedono una più ampia partecipazione basata sul dialogo e sul feedback attraverso l’aiuto delle
tecnologia della comunicazione Web 2.0 e i nuovi media.”

Gli studiosi hanno definito come fenomeno del populismo: crescente distanza delle opinioni pubbliche dalle
elite politiche e una maggior richiesta di impatto nelle politiche. Una maggiore richiesta di parola. Ci sono
diversi casi di movimenti dal basso: le primavere arabe: utilizzo dei social per creare e organizzare proteste
e rendere visibile e allargare l’engagement di altri pubblici.

Alcuni studiosi, in particolare Zaharna e Uysal, hanno cercato di sintetizzare queste relazioni e queste
dinamiche tra l’opinione pubblica, governo e attori statali. Hanno stabilito 2 dimensioni:

- chi inizia l’attività di engagement (cooperazione o scontro con gl’altro attore);


- quali obiettivi sono privilegiati e prioritari nella relazione.

4 possibilità:

1° l’attore statale e il pubblico sono separati tra di loro, possono avere relazioni sia positive, negative,
neutrali. L’azione di engagement arriva dallo stato che privilegia le sue necessità e obiettivi, con un
controllo dell’azione. Tipica rappresentazione dell’opinione pubblica come attore passivo, che non reagisce,
viene considerato un pubblico bersaglio. Lo stato cerca di influenza l’opinione pubblica cercando di trovare
sostegno in essa (teoria del pacco postale). Si usa come canale tipico il broadcasting (media, televisione,
nation branding: il Qatar che ha cercato, nei mondiali, di dare un’impressione di un paese diverso)

2° iniziativa promossa dall’attore governativo, ma con una relazione che dà priorità alle esigenze, obiettivi e
ambizioni del pubblico. Lo stato come sponsor di un’azione politica promossa dall’opinione pubblica, che è
più partecipativa (strategie di coinvolgimento o approcci relazionali). Ma l’attività è proposta dallo stato.
una Relazione pubblico centrica sebbene l’azione sia iniziata dallo stato

3° azione iniziata dal pubblico ma che è in linea con gli obiettivi dello stato. Lo stato è un partner di primo
livello a fine di raggiungere quegli obiettivi “scelti dal pubblico”. Relazioni neutrali o positive perché no n c’è
contrasto nelle esigenze delle 2 parti, gli obiettivi dei 2 attori sono in linea o comunque non contrastati
dall’altro.

4° relazione complicata: oppositiva. Il pubblico inizia l’attività di comunicazione strategiche ma per obiettivi
propri non in linea con lo Stato (movimenti di protesta), quindi la comunicazione è veicolata dal pubblico
per contrastare l’attore. Non c’è l’utilizzo di media tradizionali, bensì dei new media a cui il pubblico ha un
accesso facile: campagne comunicative con l’utilizzo di new media e social media e in secondo luogo dei
media tradizionali.
In questa 4° situazione si determina un paradosso relazionale.

“Lo stato e i pubblici manifestano interessi e obiettivi ampiamente divergenti, tuttavia più ciascuno di essi
cerca di raggiungere il proprio obiettivo attraverso la separazione e il confronto [es: respingendo,
contrattaccando e screditando la narrativa dell’altro], più le loro relazioni finiscono per saldarsi (essere
legate le due azioni tra di loro)”.

Generando una maggiore visibilità dello stato alle audience nazionali ed estere; maggiore vulnerabilità a
domande di legittimità (richieste dal basso); maggiore esposizione a pressioni e ostilità da parte del
pubblico (nazionale e internazionale).

Questo paradosso si unisce ad un altro: paradosso dell’abbondanza. Oggi giorno c'è molta informazione,
un’abbondanza che produce una scarsità di attenzione. Attenzione anziché informazione diventa la risorsa
mancante e gli attori governativi competono con attori statali e non-statali per ottenere quest’attenzione,
creando una competizione, gli attori devono prestare attenzione perché qualcun altro potrebbe esprimersi
nella questione prendendo il posto del leader stesso (come la questione migratoria: quanti partiti di sinistra
hanno sofferto una carenza di prese di posizione rispetto a questa tematica rispetto ai partiti di destra) sia
per questioni di carattere nazionale, sia internazionali. Se non si comunica, qualcuno comunicherà al posto
tuo.

Si passa da una relazione a una prospettiva networked interconnessa, le cui condizioni sono:

- crescente influenza di attori non statali: le opinioni pubbliche hanno strumenti per promuovere un'azione
di protesta per esercitare un'influenza politica;

- pubblici interni e stranieri possono accrescere o limitare l'abilità di un paese di raggiungere i suoi obiettivi
di politica estera (pubblici strategici);

-dipendenza dal contesto in cui si trovano ad interagire, e aspetto situazionale. Il soft power, l'importanza
del contesto. Quando c'è una concordanza tra elementi comunicativi, ideologici e mediali maggiormente si
realizzerà l'influenza. Le opinioni pubbliche che condividono un'ideologia con un partito reagiranno in
maniera diversa rispetto alle opinioni che non condividono tale corrispondenza ideologica.

Quali sono le implicazioni per iniziative DP:

-l'attore politico deve identificare i pubblici strategici per il successo della sua politica, e le sue iniziative
dovrebbero concentrarsi su questi pubblici (ovviamente dipende dall'obiettivo), quindi definendolo:
segmentando il bacino di utenti (che potrebbe essere specifico). Lo Stato dovrebbe identificare pubblici
strategici (segmentazione) e iniziative di DP dovrebbero concentrarsi su di esse (priorità);

-maggiore adattabilità alle nuove condizioni, al contesto che si va ad affermare

- la comunicazione politica nazionale e quella estera (CP e DP) si espandono da interazioni diadiche
(relazione limitata ai due poli) a interazioni multiple e interdipendenti più dinamica che coinvolge attori
statali e non statali.
- Stati devono considerare l'impatto delle interazioni tra pubblici per raggiungere i loro obiettivi di politica
estera o per attuare delle azioni di politica nazionale che hanno dei riscontri anche con altri cittadini.
Relazioni trasversale, bidirezionali (top down e bottom up).

La prospettiva networked, una prospettiva di scambio, vede l'attivazione di attori politici ma anche altri
attori che sono connessi con la politica, ma non direttamente parte di una politics nazionale.

Anziché cercare di sviluppare un messaggio che sia indipendente dall'audience attesa e successivamente
usare i mass media come canale comunicativo per superare eventuali barriere culturali, ci si concentra sulla
struttura del network, com'è composto, entro quale la relazione si crea e poi ci si concentra sulle dinamiche
che caratterizzano la relazioni, coinvolgendo diversi canali e attori, che serviranno a creare il network stesso
e il messaggio.

Questa prospettiva è incentrata sull’informazione e comunicazione: interazione bidirezionale. Il messaggio


non è creato a monte secondo i propri obiettivi, il messaggio è co-creato dai diversi attori che strutturano il
network stesso.

3componenti interconnesse:

-struttura

-sinergia

-strategia

STRUTTURA: lo scambio comunicativo e il flusso di informazione sono risorse per costruire la propria
credibilità dell'attore politico, acquisire riconoscimento, attrarre attenzione su questioni specifiche. Ciò vale
non solo per gli attori statali ma anche per quelli non-statali. Sia organizzazione politica e di governo; sia dal
basso. Si attuerà nel momento in cui gli altri capiscono l'importanza.

Le strutture comunicative che aumentano il flusso di informazione e facilitano lo scambio comunicativo


aumentano l’efficacia complessiva di un’organizzazione.

Vari tipi di struttura, che consentono di avere ambienti e spazi comunicativi separati:

- coinvolgimento diretto: ambiente in cui le nostre identità non sono interconnesse (non sono legate fra
loro), ciascuna identità fa fronte alle proprie capacità per esercitare influenza su altri attori, di acquisire e
processare informazione. I diversi attori non sono collegati tra di loro, vi è un'iniziativa individuale di voler
esercitare influenza. Non vi sono feedback o input da altri attori vicini o collegati, Il messaggio è spesso
statico.

-coinvolgimento alla base, network a catena (passaparola): l'attore per parlare con un altro attore deve
servirsi di altri attori, poiché non è direttamente collegato con quello con cui vorrebbe parlare. I membri
lavorano insieme per esercitare una strategia di influenza, raccogliere le risorse necessarie e implementare
un’azione in un’alleanza informale. Le entità sono collegate, interconnesse, in un disegno lineare. Il flusso di
informazione in maniera lineare, non c'è una connessione tra i diversi attori: uno deve fare riferimento sugli
altri per raggiungere gli obiettivi. L’informazione è di tipo consequenziale

- coinvolgimento organizzazione: network stella: presenza di un attore centrale. Individui lavorano


attraverso un’organizzazione centrale che controlla lo scambio informativo, fornisce leadership e sviluppa
strutture governative per pianificare e coordinare il lavoro. In un contesto nazionale: organizzazione
partitica a cui fanno capo più attori e gli interessi sono condivisi. Oppure le alleanze tra paesi. L'attore
centrale ha un'influenza sugli altri, creando relazioni che lui stesso modera.
- coinvolgimento network-centrico: network integrato: integrazione delle diverse unità (organizzazioni
governative e non) rilevante per l'azione politica. Ciascun membro è collegato ad altri, non serve passare
attraverso altri attori. Si agisce in un interscambio simultaneo e multidirezionale. L’efficienza comunicativa
fa affidamento sulla condivisione, non sul controllo dell’informazione. Non c'è il tentativo di spostare l'altro
attore sulla base di comunicazione forte o strategica. Il messaggio viene coprodotto da tutti gli attori,
nessuno è principale. Tutti agiscono e interagiscono su basi paritetiche. Un flusso di comunica complesso e
dinamico, che attira i politici ma anche organizzazioni non governative.

La comunicazione di massa in un ambiente interconnesso:

Nello studiare queste relazioni va fatto riferimento al filtro culturale, ideologico, sociale applicato. Nel
modello tradizionale si può avere un flusso a una via: one-to-many. Modello che non considera le
dinamiche interattive che avvengono nel network oppure concentrandoci su quelle variabili culturali,
relazioni sociali che agirano in un'ambiente integrato che definisce il messaggio. L'attivazione di diversi
utenti che forniscono l'interpretazione del messaggio, fornendola agli altri.

Anziché comportarsi come una massa di individui autonomi, le persone sono inserite in una vasta rete di
networks sociali, professionali e personali. L’audience è essa stessa un network integrato.

Il messaggio mediale è amplificato e i mass media servono da veicolo per la comunicazione con un’audience
ampia se questa e i mass media condividono la stessa cultura.

Mentre le emittenti, gli inserzionisti e gli sviluppatori di campagne disegnano i messaggi in modo che questi
risuonino nell’audience attesa, i filtri culturali emergono tra la fonte che origina il messaggio, da un lato, e
l’audience culturalmente divergente, dall’altro. Questo filtro modifica inevitabilmente l’informazione e può
persino distorcerla.

Un mass media guidato dall’estero può essere relativamente incapace di aggirare un messaggio distorto
quando questo inizia a circolare in un network integrato.

I filtri culturali tra la comunicazione dell'attore e il pubblico interconnesso: possono far si che il messaggio
venga compreso oppure che si creano incomprensioni e mancata applicazione della comunicazione.

Tanti esempi: il tentativo dell'attore americano di interagire con le o pubbliche arabe che presentassero gli
Stati Uniti in maniera diversa rispetto alla loro idea diffusa. Un mass media guidato dall'esterno può essere
relativamente incapace di aggirare un messaggio distorto quando inizia a circolare in un network integrato.
È più facile quando il rapporto viene coltivato nel tempo. È importante assumere un ruolo proattivo,
considerando le barriere ideologiche e culturali che si possono frapporre. Occorre utilizzare comunicazioni
pertinenti e adeguate.

Nella comunicazione politica strategica ed estera il poter soft deve essere contestualizzato, certe
caratteristiche culturali possono essere molto attrattive in alcuni paesi e meno in altri. Le idee e
informazioni che entrano all’interno dei networks sono scaricate nel contesto della politica nazionale ce
delle culturale locali, che agiscono come filtri selettivi. Dell’informazione modificando ciò che arriva.

Ambienti politici, economici e sociali sono differenti nei singoli paesi. Campagne comunicative o strategie di
nation branding possono confliggere con valori e comportamenti.

Es: utilizzando l'industria cinematografica, i film di Hollywood, da uno studio emerge che molti pubblici
sono esposti ai contenuti della produzione cinematografica, alcuni li considerano fruibili con piacere; altri
credono siano dannosi, e che rappresentino in modo accurata la cultura araba. Ci sono dei pro e dei contro,
dei gusti tengono conto della cultura nazionale e come questa è vissuta dai cittadini stessi.

Le barriere culturali e ideologiche possono essere un confine.


Attori che hanno studiato il framing si sono espressi dicendo che "un argomento risulterà efficace e
risuonerà nell’audience generando attrazione e mobilizzando il gruppo sociale di riferimento – se esso
troverà corrispondenza (Snow and Benford 1988, 2005):"

- negli eventi reali (credibilità empirica);


- nell’esperienza quotidiana e nel senso comune dei membri del gruppo (commensurabilità
esperenziale);
- nei loro modelli culturali (fedeltà narrativa rispetto al modello culturale).

L’elemento culturale è privilegiato.

Le argomentazioni più convincenti saranno quelle pienamente congruenti con gli schemi culturali e il
registro comunicativo utilizzati dalla maggioranza dei membri del gruppo sociale (Entman 2004).

Si passa da uno stimolo che viene prodotto che sia congruente o incongruente con l'ambiente culturale in
cui lo stimolo verrà ricevuto. L’incongruenza può portare ad un'opposizione.

SINERGIA: avviene e si attua quando gli sforzi dei singoli attori si sommano tra loro, moltiplicando la forza
del network ma anche quella comunicativa e le possibilità che vengono messe a disposizione. Un processo
sinergico e combinato di costruzione delle relazioni tra i membri; tra gli attori del network e gli attori che
non ne fanno parte ma sono esposti alla comunicazione; e attori del tutto esterni. Gli attori che fanno parte
del network contribuicono a rendere attrattivo il network per questi attori esterni.

Un processo combinato di costruzione delle relazioni:

- Costruzione di relazioni interne tra i membri del network;


- Costruzione di relazioni esterne che allargano le risorse e il raggio del network;
- Incorporazione della diversità con varie prospettive culturali che contribuiscono ad affrontare
problemi complessi e sfaccettati.

Più i membri di un network sono connessi tra loro, più i singoli attori avranno fiducia negli altri, e più
saranno inclini a scambiare risorse (tangibili e intangibili), generando così benefici per l’intero network.
(Bourdieu 1986).

Prendere in considerazione la diversità culturale, per chi vuole influenza le opioni pubbliche estere.
Incorporazione della diversità (delle diverse prospettive culturali che non sono una barriera, ma delle
prospettive che rafforzano e contribuiscono all'essenza del network stesso in modo che sappia rispondere a
situazioni/problematiche che possono realizzarsi e gli attori si trovano ad affrontare.
Esercitare un'influenza esterna: pensiamo alle alleanze estere, generando capacità attrattiva per soggetti
terzi. Se invece gli attori prediligono interessi propri si creano delle fratture, opposizioni e talvolta delle crisi
di governo.

STRATEGIA:

Politica dell’informazione: abilità di genere informazione politica velocemente e in maniera credibile e


indirizzarla laddove questa avrà il maggiore effetto. Uso dell'informazione per co-creare credibilità,
narrative (frames) e un’identità condivisa o per rafforzarla per l'attore e per l'identità condivisa da tutti i
partecipanti.

Il fatto che tutti contribuiscono al network con azioni e comunicazione, generando un'identità condivisa,
sentirsi parte di quella organizzazione.

Elementi della credibilità:

- la credibilità, come la fiducia, è sviluppata nel tempo (impresa di lungo periodo), alleanze internazionali,
sviluppo di identità europea, ecc

-La credibilità è basata sulle percezioni che hanno gli altri, non sulle auto-proclamazioni fatte da
un’organizzazione (elemento soggettivo).

Questa è co-creata, identità condivisa – indipendentemente da identità culturale e nazionale – consente


agli individui di unirsi e partecipare a un network che si estende oltre i confini nazionali e culturali.

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