Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Tesi Finale Su Ennio Morricone Arrangiatore Di Musica Leggera (1) - 26-38
Tesi Finale Su Ennio Morricone Arrangiatore Di Musica Leggera (1) - 26-38
specificatamente alla distinzione tra musica colta e musica popolare28 cioè tra un
inglese viene tradotta con il termine “Folk Music“. In questa visione del mondo
la Popular Music è da intendersi come musica media che può propendere una
volta nel medio-alto e nel medio basso. Ma di fatto le distinzioni fra livelli nel
XXI secolo, come detto, appaiono quantomeno singolari, tanto frequenti sono le
C’è da puntualizzare il punto di vista “aristocratico” dello scrittore stesso, che lamenta una
possibile estinzione della cultura alta. In questa prospettiva del Masscult fa parte tutto ciò che è
pop, medio, mediocre, prodotto appositamente per essere consumato dalle masse, non ha
finalità necessariamente artistiche ed è tuttavia, proprio per questa sua decisa prerogativa,
onesto e del Midcult quei prodotti con grandi ambizioni galleggiano sopra al livello medio con
qualche exploit senza raggiungere mai vette assolute.
23
gli anni ’50 e ’60.)
Ne tratta anche Umberto Eco in un suo articolo dal titolo “Alto medio basso”30
soltanto in tempi vicini31. <<La distinzione tra due (o tre) culture si fa netta solo
musica classica, per esempio Berio, si sono interessati anche alla musica rock,33
contenuti, o dalla loro forma artistica, al modo di fruirli.>>. Questo significa che
ovvero quella ”musica d’amebleument” tanto cara a Satie; e allo stesso tempo
all’interno della popular music, considerando l’utilizzo che viene fatto di questi,
30 U. Eco, Alto medio basso, ”La bustina di Minerva”, <<L’Espresso>>, 56., n°16
31 Si parla infatti delle tragedie di Sofocle a cui partecipavano anche i meno abbienti o del fabbro
che storpiava i versi di Dante, ma si può inserire anche il teatro di Shakespeare, tutti segni
evidenti della ”popolarità” dei prodotti.
32 U. Eco, op.cit.
34 La musica da spaghetti western sembra riecheggiare tanto la figura di Morricone che tanto si è
dedicato al genere, ma soprattutto a quelle polemiche di fine anni ’80 che vedevano il
compositore scisso in due personalità, da una parte l’autore colto, dall’altra il compositore di
musica da film, dimenticando il Morricone arrangiatore, cioè il principale artefice della canzone
di consumo italiana.
24
cioè una musica proposta dalle radio, dalla televisione e realizzata per il
pubblico medio.
25
Capitolo 3
di musica leggera, tra gli anni '50 e '60, è ascrivibile nella definizione di
far comprendere musicalmente dal pubblico e allo stesso tempo rimanere fedele
può essere dato da uno dei brani facente parte della triade di Morandi formata
da “In ginocchio da te”, “Non sono degno di te” e “Se non avessi più te”. In
1 E. Morricone, Inseguendo quel suono, Mondadori Editore, Milano Aprile 2016, p. 173.
Specifichiamo che la sua definizione di “doppia estetica” contestualmente è riferita alla pratica
compositiva per musica da film, ma può essere utilizzata, per estensione, anche per la sua
poetica in generale.
2 M. Becker, C’era una volta la RCA, conversazioni con Lilli Greco, Coniglio Editore, 2017, p.48
26
uscite nei juke-box. Lo stesso avvenne ne “Il pullover” di Gianni Meccia, brano
che provocò una diatriba: Morricone voleva infatti eliminare nel refrain una
frase strumentale proposta dopo la frase: “Il pullover che mi hai dato tu”,
studi della RAI e successivamente in quelli della RCA. Molte volte infatti
Come già accennato nel paragrafo 1.2 del primo capitolo, Morricone fu un
della cosiddetta “Seconda scuola di Vienna” intorno agli anni '20 del
insieme ad alcuni suoi amici a Darmstadt per alcuni corsi estivi, vero fulcro
che fece senza dubbio scalpore, segnò una sorta di spartiacque tra coloro che
3Ivi p.50
4 Il serialismo integrale è una tecnica compositiva che comporta un’organizzazione seriale della
composizione non soltanto al livello di altezze, come in Shönberg ma anche ad altri parametri
quali il timbro, le dinamiche, la durata. Questo significa che tutti i parametri musicali
tenderanno ad essere serializzati e saranno rigorosamente controllati. La composizione si
avvicina in questo senso ad una progettazione scientifica.
27
distaccarono completamente da questa.5 Morricone ed i suoi compagni si
schierarono a fianco del compositore americano. Cage era solito utilizzare nelle
delle corde del pianoforte a coda, per distorcere e modificare in qualche modo il
suono. La sua è una musica nel complesso elementare ma particolare dal punto
una musica nella quale le note vengono considerate dei punti, simboli isolati tra
musica leggera.
Morricone, come lui stesso afferma,7 fa sua questa pratica utilizzando i soli sette
suoni che compongono la scala musicale e che l'orecchio medio del pubblico è
scrittura che in teoria è tonale ma in questo senso qui i suoni acquisiscono pari
importanza, vi è una democrazia dei suoni, e non una gerarchia tipica della
5 V. Mattioli, Superonda: storia segreta della musica italiana, Baldini Castoldi, 9 giugno 2016
6 La musica dodecafonica o dodecafonia è un sistema di composizione nel quale i dodici suoni
della scala cromatica presentano lo stesso valore a livello gerarchico, differentemente dal
sistema tonale nel quale le note sono rapportate le une con le altre secondo gerarchie ben
definite. Come avviene nel serialismo integrale, estremizzazione della dodecafonia, le note sono
disposte secondo una serie, scelta dal compositore.
Per ulteriori approfondimenti cfr. G. Salvetti, La nascita del Novecento, EDT Srl, Torino 1991
7 E. Morricone, Inseguendo quel suono, cit., pp. 173-175
28
scrittura tradizionale8. Dal punto di vista armonico sente ad esempio, in alcune
proprio della melodia stessa, e che si sono consolidati nel corso dei secoli
piuttosto che verticale dei suoni. In aggiunta, egli si propone una integrazione
dell'Oro del Reno9. Tutto ciò aveva il fine intimo e non programmatico di
interessanti attuati proprio all'interno degli studi della RCA per gli
8 Sulla dodecafonia in Morricone ne parla Lilli Greco che afferma che egli ha ricevuto da
Petrassi un‘educazione musicale rivolta alla musica del Novecento, e per questo può essere
definito un musicista in origine dodecafonico. Ma Morricone, come detto da l compositore
stesso ha due idoli musicali: da una parte Bach, dall'altra Stravinksy, due anime unite
comunque da una “razionalità poetica” che ha senza dubbio influenzato l'artista. Greco poi
parla più che di ispirazione dodecafonica, di un forte influsso dei poemi sinfonici di fine
Ottocento, come quello di Lizst il quale verrà ripreso e sviluppato nell'impressionismo di Ravel
e Debussy.
9 E. Morricone, op.cit., p. 173
10 La musica concreta nasce da un’idea di Pierre Schaeffer nel 1948 e può considerarsi
29
barattolo”12. Ricorda l’episodio lo stesso Morricone nel libro ”Made in Italy,
Studies in Popular music“: nel 1963, anno d‘uscita della canzone, la RCA
per farsi costruire uno scivolo su cui far rotolare il barattolo14 ma il suono non
era quello auspicato, pertanto fece costruire uno scivolo di pietra ed anche in
questo caso il risultato non fu soddisfacente. Il problema più grande era quello
di far rotolare “a tempo” il barattolo stesso. Ciò venne risolto da Lilli Greco
ognuna doveva suonare poche note che dovevano incastrarsi alla perfezione nel
quadro generale; una sorta di mosaico. A tal proposito per i musicisti solisti era
difficile rimanere a tempo senza sbagliare.15 In lui vi era una propensione alla
riduzione dei materiali, che non era soltanto una riduzione dei suoni, da dodici
12 A questo proposito si fa presente che ”Il barattolo” fu uno dei primi arrangiamenti di
Morricone all’interno della RCA. Fu una sorta di test per il compositore. Nonostante la
precarietà in cui versava la casa discografica a quell’altezza, e nonostante un organico che nel
caso de ”Il barattolo” comprendeva semplicemente chitarra, organo, basso e batteria, il brano
ebbe un enorme successo tanto che vendette trecentomila copie e salvò la RCA dal dissesto
economico.
13 F. Fabbri e G. Plastino, Made in Italy: studies in Popular music, Routledge, 30 ottobre 2013,
(traduzione mia)
14 Ivi, pag. 50
16 Ivi p.277
30
3.4 Citazionismo colto
versione di “Voce 'e notte”, presente nel 45 giri Just say I love him del 1961, nella
Schumann, così come Donizetti. In “Napoli” del 1963, anche non utilizzando un
fungere da ricordo, ancora vivo nella memoria, della melodia presente nella
17 Ibidem.
18 Quindi un mezzo compositivo classico
19 E. Morricone, Inseguendo quel suono, Mondadori Editore, Milano Aprile 2016, p. 23.
20 Gli esperimenti attuati da Morricone furono criticati dai Napoletani, poiché egli si era
discostato dalla tradizione napoletana. Sebbene lei cantasse in modo tradizionale infatti,
l’accompagnamento era differente.
31
3.5 Alcuni elementi caratterizzanti gli arrangiamenti morriconiani
affinché si possa avere una visione d’insieme sul lavoro svolto all’interno della
RCA in quegli stessi anni, che poneva grande attenzione all’elemento ritmico.
dopo dedicandosi alla forma e alla struttura dei brani21. Le sue sono
volte anche tonalità con molte alterazioni in chiave, ad esempio il Sol bemolle o
l’orchestra suonasse: << Ciò che già tentai allora era di conferire autonomia
doveva essere a sé stante ed avere una firma distintiva [...] mi sembrava anche
melodia e l’artista che cantava23>>. E’ bene ribadire che Morricone non fosse
32
musica leggera e forzava la mano solo quando ciò era possibile, come nei
Morricone, vale la pena menzionare anche altri due brani. Il primo è “Sapore di
sale” di Gino Paoli: nella prima sezione del ritornello è presente una risposta
veloce della mano destra, con rapidi salti di ottava, e poi una sezione più lenta
in cui il pianoforte ripete alcune melodie della voce, come se fosse un leitmotiv
possono rintracciare due elementi: in primo luogo il brano inizia con una sorta
registrò la prima parte della canzone ad una velocità maggiore, utilizzando una
terza maggiore, per poi abbassarla dalla stessa terza e collegandola con la parte
suonata in live. Quindi la parte abbassata era stata registrata più alta ma
risultava più scura. Quando arrivava la normale parte registrata c’era una sorta
di switch nel suono: era stato aggiunto un colore che dava un impulso ricercato
alla canzone27.
24 Gli album venivano infatti registrati per ragioni contrattuali ma solo poche copie venivano
effettivamente vendute. Un esempio di album totalmente arrangiati da Morricone possono
essere quelli di Miranda Martino.
25 F. Fabbri e G. Plastino, Made in Italy..., cit. (traduzione mia)
Il leitmotiv è una frase, un tema, o un frammento che può essere melodico, ritmico o armonico
che ritorna più volte nel corso del lavoro musicale. Trova la sua massima applicazione in
Wagner il quale lo utilizzò sistematicamente.
26 F. Fabbri e G. Plastino, Made in Italy..., cit. (traduzione mia)
33
“Se telefonando”
L'avventura di questo brano inizia nel 1966 quando Maurizio Costanzo e Ghigo
programma per la televisione di cui questi erano autori. La cantante scelta per
tale brano fu Mina. Come ricorda lo stesso Morricone l'ispirazione musicale gli
venne in mente mentre era in fila per pagare le bollette insieme alla moglie28.
raggiunge la 14ª posizione nella classifica delle vendite settimanali, a fine 1966
una storia avvenuta telefonicamente, terminata senza aver dato il tempo di una
spiegazione dell'accaduto.
tempo: la melodia infatti si basa su una progressione tutt'ora molto comune nel
panorama “popular” sono presenti infatti tre suoni: Sol, Fa diesis e Re-. (vedi
foto n.1). L'imprevedibilità è data invece dalla struttura melodica che ha accenti
successione dei tre accenti non viene ripetuta. In questo modo le tre note Sol, Fa
34
aggiunge un'altra ricavata dagli stessi suoni dilatati, come se fosse un cantus
firmus30.
figura n.1
30 E. Morricone, op cit.
31 F. Fabbri, Il suono in cui viviamo: saggi sulla popular music, Il Saggiatore, 25 Settembre 2008
32 Si rimanda a questo proposito al paragrafo 2.2 del Capitolo secondo.
35