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DIEF

DIPARTIMENTO
DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE

Statica dei fluidi


Corso di Fluidodinamica

Francesco Poli

Dipartimento di Ingegneria Industriale


Università degli studi di Firenze

Anno accademico 2022-2023


DIEF Fluidostatica
DIPARTIMENTO
DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Sommario

1 Statica dei fluidi pesanti incomprimibili

2 Statica dei gas perfetti pesanti

3 Modello di atmosfera standard

2/7
DIEF Fluidostatica
DIPARTIMENTO
DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Statica dei fluidi “pesanti” incomprimibili


Esempio: manometro differenziale con più di un liquido
z Manometro differenziale
olio B
A x che collega due tubi A e

h5
B per misurare la
H2 O F
h1

differenza di pressione.
D

h4
h2

h3
C Date le densità ρH2 O ,
E ρHg , ρolio e i dislivelli h1 ,
h2 , h3 , h4 , h5 , calcolare
Hg pA − pB

3/7
DIEF Fluidostatica
DIPARTIMENTO
DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Statica dei fluidi “pesanti” incomprimibili


Esempio: manometro differenziale con più di un liquido
z Manometro differenziale
olio B
A x che collega due tubi A e

h5
B per misurare la
H2 O F
h1

differenza di pressione.
D

h4
h2

h3
C Date le densità ρH2 O ,
E ρHg , ρolio e i dislivelli h1 ,
h2 , h3 , h4 , h5 , calcolare
Hg pA − pB

Nel manometro i liquidi si considerano incomprimibili, “pesanti” (cioè soggetti al peso


come unica forza di volume) ed in equilibrio ⇒ ∆p = −ρg∆z (legge di Stevino)
Si ha pC − pA = ρH2 O g h1
pD − pC = −ρHg g h2
pE − pD = ρolio g h3
pF − pE = −ρHg g h4
pB − pF = −ρH2 O g h5

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INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Statica dei fluidi “pesanti” incomprimibili


Esempio: manometro differenziale con più di un liquido
z Manometro differenziale
olio B
A x che collega due tubi A e

h5
B per misurare la
H2 O F
h1

differenza di pressione.
D

h4
h2

h3
C Date le densità ρH2 O ,
E ρHg , ρolio e i dislivelli h1 ,
h2 , h3 , h4 , h5 , calcolare
Hg pA − pB

Sommando:
 
pB − pA = ρH2 O (h1 − h5 ) − ρHg (h2 + h4 ) + ρolio h3 g

 
pA − pB = ρH2 O (h5 − h1 ) + ρHg (h2 + h4 ) − ρolio h3 g

che è l’incognita cercata.

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Statica dei fluidi “pesanti” incomprimibili


Esempio: manometro differenziale con più di un liquido
z
olio B Supponendo il tubo a
A x sezione costante, dato

h5
F un incremento ∆pA−B
H2 O
h1

D della differenza di

h4
h2

h3 pressione
C
E pA−B = pA − pB ,
calcolare l’incremento
∆h1 di h1
Hg

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Statica dei fluidi “pesanti” incomprimibili


Esempio: manometro differenziale con più di un liquido
z
olio B Supponendo il tubo a
A x sezione costante, dato

h5
F un incremento ∆pA−B
H2 O
h1

D della differenza di

h4
h2

h3 pressione
C
E pA−B = pA − pB ,
calcolare l’incremento
∆h1 di h1
Hg
 
∆pA−B = ρH2 O (∆h5 − ∆h1 ) + ρHg (∆h2 + ∆h4 ) − ρolio ∆h3 g
Troppe incognite per una sola equazione, ma gli incrementi dei dislivelli sono legati
tra loro poiché ogni liquido incomprimibile mantiene volume costante:

∆h2 = 2∆h1 ∆h4 = 2∆h1


∆h3 = 2∆h1 ∆h5 = −∆h1

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Statica dei fluidi “pesanti” incomprimibili


Esempio: manometro differenziale con più di un liquido
z
olio B Supponendo il tubo a
A x sezione costante, dato

h5
F un incremento ∆pA−B
H2 O
h1

D della differenza di

h4
h2

h3 pressione
C
E pA−B = pA − pB ,
calcolare l’incremento
∆h1 di h1
Hg

Sostituendo  
∆pA−B = −2ρH2 O + 4ρHg − 2ρolio g∆h1
da cui si ottiene l’incognita

∆pA−B ∆pA−B
∆h1 =  = 
4ρHg − 2ρH2 O − 2ρolio g 2 2ρHg − ρH2 O − ρolio g

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Statica dei fluidi “pesanti” incomprimibili


Esempio: manometro differenziale con più di un liquido
B
A

H2 O
h1

Quale è il vantaggio di un manometro a


z liquido multiplo rispetto ad un più
x semplice manometro a singolo liquido?

Hg

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Statica dei fluidi “pesanti” incomprimibili


Esempio: manometro differenziale con più di un liquido
B
A

H2 O
h1

Quale è il vantaggio di un manometro a


z liquido multiplo rispetto ad un più
x semplice manometro a singolo liquido?

Hg
È facile vedere che per il manometro a singolo liquido si ha:

∆pA−B
∆h1 = 
2 ρHg − ρH2 O g

Perciò, dato che ρHg /ρH2 O ≈ 13.6 e ρolio /ρH2 O < 1, si vede che nel manometro a
mercurio-olio il ∆h1 è più che dimezzato rispetto al più semplice manometro a
mercurio, a parità di ∆pA−B . È quindi più facile estendere la scala di un manometro
a liquido multiplo, senza aumentare troppo l’ingombro verticale.
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INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Statica dei gas perfetti “pesanti”


E se la densità varia?
In molti casi la densità di un fluido “pesante” non può essere considerata costante.
Per integrare l’equazione
dp
= −ρg
dz
si deve allora conoscere come la densità dipende dalla pressione e dalla quota:
ρ = ρ(p, z) .

Questa dipendenza può essere ottenuta sfruttando la conoscenza delle proprietà


del fluido e di un’equazione di stato.

Il modello più semplice per il comportamento di un gas è quello di gas perfetto:

R
p = ρRg T Rg =
Mm
L’ipotesi di gas perfetto introduce però una ulteriore variabile nel problema: la
temperatura (termodinamica assoluta) T .
Per poter determinare il campo di pressione in funzione della quota, è quindi
necessario conoscere l’andamento della temperatura.

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Statica dei gas perfetti “pesanti”


E se la densità varia?
In molti casi la densità di un fluido “pesante” non può essere considerata costante.
Per integrare l’equazione
dp
= −ρg
dz
si deve allora conoscere come la densità dipende dalla pressione e dalla quota:
ρ = ρ(p, z) .

Questa dipendenza può essere ottenuta sfruttando la conoscenza delle proprietà


del fluido e di un’equazione di stato.

Il modello più semplice per il comportamento di un gas è quello di gas perfetto:

R
p = ρRg T Rg =
Mm
L’ipotesi di gas perfetto introduce però una ulteriore variabile nel problema: la
temperatura (termodinamica assoluta) T .
Per poter determinare il campo di pressione in funzione della quota, è quindi
necessario conoscere l’andamento della temperatura.

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DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Statica dei gas perfetti “pesanti”


E se la densità varia?
In molti casi la densità di un fluido “pesante” non può essere considerata costante.
Per integrare l’equazione
dp
= −ρg
dz
si deve allora conoscere come la densità dipende dalla pressione e dalla quota:
ρ = ρ(p, z) .

Questa dipendenza può essere ottenuta sfruttando la conoscenza delle proprietà


del fluido e di un’equazione di stato.

Il modello più semplice per il comportamento di un gas è quello di gas perfetto:

R
p = ρRg T Rg =
Mm
L’ipotesi di gas perfetto introduce però una ulteriore variabile nel problema: la
temperatura (termodinamica assoluta) T .
Per poter determinare il campo di pressione in funzione della quota, è quindi
necessario conoscere l’andamento della temperatura.

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Statica dei gas perfetti “pesanti”


E se la densità varia?
In molti casi la densità di un fluido “pesante” non può essere considerata costante.
Per integrare l’equazione
dp
= −ρg
dz
si deve allora conoscere come la densità dipende dalla pressione e dalla quota:
ρ = ρ(p, z) .

Questa dipendenza può essere ottenuta sfruttando la conoscenza delle proprietà


del fluido e di un’equazione di stato.

Il modello più semplice per il comportamento di un gas è quello di gas perfetto:

R
p = ρRg T Rg =
Mm
L’ipotesi di gas perfetto introduce però una ulteriore variabile nel problema: la
temperatura (termodinamica assoluta) T .
Per poter determinare il campo di pressione in funzione della quota, è quindi
necessario conoscere l’andamento della temperatura.

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Statica dei gas perfetti “pesanti”


Esempio: gas perfetto con variazione lineare di temperatura
Ipotizzando che la variazione della temperatura con la quota sia lineare
(T = T0 − mz), determinare il campo di pressione di un gas perfetto pesante in
equilibrio.

Applicando l’equazione per i fluidi pesanti in equilibrio e l’equazione di stato dei gas
perfetti, si ottiene un’equazione differenziale a variabili separabili:

dp pg pg
= −ρg = − = −
dz Rg T Rg (T0 − mz)

che può essere integrata imponendo una condizione al contorno (p = p0 per z = 0):
Z p Z z Z z
dp gdz g −mdz
= − =
p0 p 0 Rg (T0 − mz) mRg 0 T0 − mz

da cui
  mRg
p g T0 − mz g T T g
ln = ln = ln ⇒ p = p0
p0 mRg T0 mRg T0 T0

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Statica dei gas perfetti “pesanti”


Esempio: gas perfetto con variazione lineare di temperatura
Ipotizzando che la variazione della temperatura con la quota sia lineare
(T = T0 − mz), determinare il campo di pressione di un gas perfetto pesante in
equilibrio.

Applicando l’equazione per i fluidi pesanti in equilibrio e l’equazione di stato dei gas
perfetti, si ottiene un’equazione differenziale a variabili separabili:

dp pg pg
= −ρg = − = −
dz Rg T Rg (T0 − mz)

che può essere integrata imponendo una condizione al contorno (p = p0 per z = 0):
Z p Z z Z z
dp gdz g −mdz
= − =
p0 p 0 Rg (T0 − mz) mRg 0 T0 − mz

da cui
  mRg
p g T0 − mz g T T g
ln = ln = ln ⇒ p = p0
p0 mRg T0 mRg T0 T0

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INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Statica dei gas perfetti “pesanti”


Esempio: gas perfetto con variazione lineare di temperatura
Ipotizzando che la variazione della temperatura con la quota sia lineare
(T = T0 − mz), determinare il campo di pressione di un gas perfetto pesante in
equilibrio.

Applicando l’equazione per i fluidi pesanti in equilibrio e l’equazione di stato dei gas
perfetti, si ottiene un’equazione differenziale a variabili separabili:

dp pg pg
= −ρg = − = −
dz Rg T Rg (T0 − mz)

che può essere integrata imponendo una condizione al contorno (p = p0 per z = 0):
Z p Z z Z z
dp gdz g −mdz
= − =
p0 p 0 Rg (T0 − mz) mRg 0 T0 − mz

da cui
  mRg
p g T0 − mz g T T g
ln = ln = ln ⇒ p = p0
p0 mRg T0 mRg T0 T0

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DIPARTIMENTO
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INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Statica dei gas perfetti “pesanti”


Esempio: gas perfetto con variazione lineare di temperatura
Ipotizzando che la variazione della temperatura con la quota sia lineare
(T = T0 − mz), determinare il campo di pressione di un gas perfetto pesante in
equilibrio.

Applicando l’equazione per i fluidi pesanti in equilibrio e l’equazione di stato dei gas
perfetti, si ottiene un’equazione differenziale a variabili separabili:

dp pg pg
= −ρg = − = −
dz Rg T Rg (T0 − mz)

che può essere integrata imponendo una condizione al contorno (p = p0 per z = 0):
Z p Z z Z z
dp gdz g −mdz
= − =
p0 p 0 Rg (T0 − mz) mRg 0 T0 − mz

da cui
  mRg
p g T0 − mz g T T g
ln = ln = ln ⇒ p = p0
p0 mRg T0 mRg T0 T0

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Modello di atmosfera standard


Come variano le proprietà dell’aria atmosferica?
Le grandezze termo-fluidodinamiche
(T , p, ρ, . . . ) dell’aria atmosferica
80
dipendono primariamente dalla
quota, ma anche da latitudine,

Quota z s.l.m. [km]


longitudine, condizioni meteo in un
dato istante, etc. 60

In certi casi è utile avere un modello


idealizzato dei valori medi in funzione 40
della quota rispetto al livello del mare.

Esistono diversi modelli, tra cui


20
l’atmosfera standard USA.
Proprietà Simbolo Valore a z = 0
Temperatura T 288.15 K
Pressione p 101.3 kPa
0
150 200 250 300
Densità ρ 1.225 kg/m3
Viscosità µ 1.789 × 10−5 Pa·s Temperatura T [K]

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INDUSTRIALE

Calcolo di forze idrostatiche


Corso di Fluidodinamica

Francesco Poli

Dipartimento di Ingegneria Industriale


Università degli studi di Firenze

Anno accademico 2022-2023


DIEF Calcolo forze idrostatiche
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Sommario

1 Calcolo di forze idrostatiche su superfici immerse

2 Campo di pressione uniforme su superfici chiuse

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Forze idrostatiche su superfici immerse


Esempio: forze idrostatiche su parete inclinata o curva di un serbatoio
Serbatoio di larghezza L costante
aria pa (nella direzione dell’asse y ) con
acqua in equilibrio fino al livello H .
Aria sopra e intorno a pressione
z
⃗n uniforme pa .
acqua
H

Calcolare la risultante netta R⃗ delle

a
forze di pressione esercitate
x
O a dall’acqua e dall’aria sulla parete
inclinata.

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DIEF Calcolo forze idrostatiche
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Forze idrostatiche su superfici immerse


Esempio: forze idrostatiche su parete inclinata o curva di un serbatoio
Serbatoio di larghezza L costante
aria pa (nella direzione dell’asse y ) con
acqua in equilibrio fino al livello H .
Aria sopra e intorno a pressione
z
⃗n uniforme pa .
acqua
H

Calcolare la risultante netta R⃗ delle

a
forze di pressione esercitate
x
O a dall’acqua e dall’aria sulla parete
inclinata.
Consideriamo l’acqua come un fluido pesante, incomprimibile in equilibrio:

∆p = −ρg∆z ⇒ p = pa + ρg (H − z)

Per calcolare la risultante netta si potrebbe usare la formula generale:


Z
⃗ = −
R (p − pa ) ⃗n dA
A

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Forze idrostatiche su superfici immerse


Esempio: forze idrostatiche su parete inclinata o curva di un serbatoio
Serbatoio di larghezza L costante
aria pa (nella direzione dell’asse y ) con
acqua in equilibrio fino al livello H .
Aria sopra e intorno a pressione
z
⃗n uniforme pa .
acqua
H

Calcolare la risultante netta R⃗ delle

a
forze di pressione esercitate
x
O a dall’acqua e dall’aria sulla parete
inclinata.
Applichiamo invece la formula particolare valida per A piana e fluido pesante,
incomprimibile in equilibrio:
⃗ = −R ⃗n
R R = (pC − pa ) A = ρg (H − zC ) A

A è un rettangolo inclinato di area 2 aL e centro geometrico a quota zC = a/2:


 a√
R = −R n ⃗ R = ρg H − 2 aL
2
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Forze idrostatiche su superfici immerse


Esempio: forze idrostatiche su parete inclinata o curva di un serbatoio
Serbatoio di larghezza L costante
aria pa (nella direzione dell’asse y ) con
acqua in equilibrio fino al livello H .
Aria sopra e intorno a pressione
z
⃗n uniforme pa .
acqua
H

Calcolare la risultante netta R⃗ delle

a
forze di pressione esercitate
x
O a dall’acqua e dall’aria sulla parete
inclinata.
Il versore ⃗n è: √ √
2⃗ 2⃗
⃗n = − i + k
2 2
Perciò:
√ √ √ !

⃗ = −ρg H − a 2 ⃗i + 2 ⃗k = ρgLa H − a ⃗i −⃗k
  
R 2 aL −
2 2 2 2

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Forze idrostatiche su superfici immerse


Esempio: forze idrostatiche su parete inclinata o curva di un serbatoio
Serbatoio di larghezza L costante
aria pa (nella direzione dell’asse y ) con
acqua in equilibrio fino al livello H .
Aria sopra e intorno a pressione
z
⃗n uniforme pa .
acqua
H

Calcolare la risultante netta R⃗ delle

a
forze di pressione esercitate
x
O a dall’acqua e dall’aria sulla parete
inclinata.
Alla stessa conclusione si può giungere con la strategia per componenti come nel
caso di A non piana e fluido pesante, incomprimibile in equilibrio:

Rx = (pC − pa ) |Ax | = ρg (H − zC ) |Ax |

Ax è un rettangolo verticale di area aL e centro geometrico a quota zC = a/2:


 a
Rx = ρgLa H −
2
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Forze idrostatiche su superfici immerse


Esempio: forze idrostatiche su parete inclinata o curva di un serbatoio
Serbatoio di larghezza L costante
aria pa (nella direzione dell’asse y ) con
acqua in equilibrio fino al livello H .
Aria sopra e intorno a pressione
z
⃗n uniforme pa .
acqua
H

Calcolare la risultante netta R⃗ delle

a
forze di pressione esercitate
x
O a dall’acqua e dall’aria sulla parete
inclinata.
−) al
La componente z si calcola in base al peso della colonna di acqua (di volume V
di sopra di A:  
1 2
Rz = −ρg− V = −ρgL a (H − a) + a =
2
 
1  a
= −ρgLa H − a + a = −ρgLa H −
2 2
Dalle due componenti Rx ed Rz si riottiene la risultante precedentemente calcolata.

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Forze idrostatiche su superfici immerse


Esempio: forze idrostatiche su parete inclinata o curva di un serbatoio

aria pa

Cosa cambia se la parete inclinata


z viene sostituita da una parete curva
acqua a sezione circolare (un quarto di
H

+ a
circonferenza di raggio a)?
x
O

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Forze idrostatiche su superfici immerse


Esempio: forze idrostatiche su parete inclinata o curva di un serbatoio

aria pa

Cosa cambia se la parete inclinata


z viene sostituita da una parete curva
acqua a sezione circolare (un quarto di
H

+ a
circonferenza di raggio a)?
x
O
Per la componente orizzontale non cambia nulla, essendo la proiezione Ax la stessa:
 a
Rx = ρgLa H −
2
− della colonna
La componente verticale invece cambia perché cambia il volume V
d’acqua:
h π i h  π i
Rz = −ρg−V = −ρgL a (H − a) + a2 = −ρgLa H − 1 − a
4 4

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Forze idrostatiche su superfici immerse


Esempio: forze idrostatiche su paratia curva
aria pa Paratia curva di larghezza L
z
costante (nella direzione
z2 dell’asse y ) con acqua in
x=
a h equilibrio alla sua destra fino al

H
acqua livello H .
Aria sopra e intorno a pressione
x uniforme pa .
O
Calcolare, se esiste, un’unica forza equivalente all’insieme di forze di pressione
esercitate dall’acqua e dall’aria su ambo le facce della paratia.

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Forze idrostatiche su superfici immerse


Esempio: forze idrostatiche su paratia curva
aria pa Paratia curva di larghezza L
z
costante (nella direzione
z2 dell’asse y ) con acqua in
x=
a h equilibrio alla sua destra fino al

H
acqua livello H .
Aria sopra e intorno a pressione
x uniforme pa .
O
Calcolare, se esiste, un’unica forza equivalente all’insieme di forze di pressione
esercitate dall’acqua e dall’aria su ambo le facce della paratia.
Consideriamo l’acqua come un fluido pesante, incomprimibile in equilibrio:

∆p = −ρg∆z ⇒ p = pa + ρgh = pa + ρg (H − z)

Per calcolare risultante e momento risultante netti si potrebbero usare le formule


generali: Z Z
⃗ = − (p − pa ) ⃗n dA
R M⃗O = − (P − O) ∧ (p − pa ) ⃗n dA
A A

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Forze idrostatiche su superfici immerse


Esempio: forze idrostatiche su paratia curva
aria pa Paratia curva di larghezza L
z
costante (nella direzione
z2 dell’asse y ) con acqua in
x=
a h equilibrio alla sua destra fino al

H
acqua livello H .
Aria sopra e intorno a pressione
x uniforme pa .
O
Calcolare, se esiste, un’unica forza equivalente all’insieme di forze di pressione
esercitate dall’acqua e dall’aria su ambo le facce della paratia.
z aria pa
Applichiamo invece la strategia per componenti con A non
piana e fluido pesante, incomprimibile in equilibrio.
acqua
Se si scambiano aria ed acqua sulle due facce della
h

H
paratia, cambiano di verso tutte le forze di pressione: si
può considerare la situazione invertita e poi cambiare aria
verso al risultato finale. x
O

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Forze idrostatiche su superfici immerse


Esempio: forze idrostatiche su paratia curva
aria pa Paratia curva di larghezza L
z
costante (nella direzione
z2 dell’asse y ) con acqua in
x=
a h equilibrio alla sua destra fino al

H
acqua livello H .
Aria sopra e intorno a pressione
x uniforme pa .
O
Calcolare, se esiste, un’unica forza equivalente all’insieme di forze di pressione
esercitate dall’acqua e dall’aria su ambo le facce della paratia.
Trattiamo prima l’insieme dei componenti x delle forze di pressione e riduciamolo ad
una sola forza equivalente.

Poi riduciamo l’insieme dei componenti z ad un’altra forza equivalente.

Successivamente si ridurrà l’insieme di queste due forze ad un’unica equivalente


(se possibile).

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Forze idrostatiche su superfici immerse


Esempio: forze idrostatiche su paratia curva
aria pa Paratia curva di larghezza L
z
costante (nella direzione
z2 dell’asse y ) con acqua in
x=
a h equilibrio alla sua destra fino al

H
acqua livello H .
Aria sopra e intorno a pressione
x uniforme pa .
O
Calcolare, se esiste, un’unica forza equivalente all’insieme di forze di pressione
esercitate dall’acqua e dall’aria su ambo le facce della paratia.
Si calcola la risultante dei componenti x (cambiata di verso):
 
−R ⃗ x = (pC − pa ) Ax ⃗i = ρghC Ax ⃗i

Ax è un rettangolo verticale di area HL e centro geometrico a profondità hC = H/2:


2
⃗ x = ρgL H ⃗i
 
−R
2

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INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Forze idrostatiche su superfici immerse


Esempio: forze idrostatiche su paratia curva
aria pa Paratia curva di larghezza L
z
costante (nella direzione
z2 dell’asse y ) con acqua in
x=
a h equilibrio alla sua destra fino al

H
acqua livello H .
Aria sopra e intorno a pressione
x uniforme pa .
O
Calcolare, se esiste, un’unica forza equivalente all’insieme di forze di pressione
esercitate dall’acqua e dall’aria su ambo le facce della paratia.
Si trova la retta d’azione h = h′ sfruttando il momento di inerzia delle aree di Ax :
 3  3
′ Jŷ ŷ 1 LH H 1 LH H H 2
h = hC + = hC + = +H = + = H
hC Ax hC Ax 12 2 2 HL
12 2 6 3

2 H
Quindi la retta d’azione è z = z ′ dove z ′ = H − h′ = H − H =
3 3

5/9
DIEF Calcolo forze idrostatiche
DIPARTIMENTO
DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Forze idrostatiche su superfici immerse


Esempio: forze idrostatiche su paratia curva
aria pa Paratia curva di larghezza L
z
costante (nella direzione
z2 dell’asse y ) con acqua in
x=
a h equilibrio alla sua destra fino al

H
acqua livello H .
Aria sopra e intorno a pressione
x uniforme pa .
O
Calcolare, se esiste, un’unica forza equivalente all’insieme di forze di pressione
esercitate dall’acqua e dall’aria su ambo le facce della paratia.
Si calcola la risultante dei componenti z (cambiata di verso):
3
⃗ z = −ρgΣL ⃗k = −ρgL H ⃗k
 
−R
3a
ΣL è il volume della colonna d’acqua al di sopra di A:
Z H Z z2 Z H 2  3 H
z z H3
Z
a
Σ = dΣ = dx dz = dz = =
Σ 0 0 0 a 3a 0 3a

5/9
DIEF Calcolo forze idrostatiche
DIPARTIMENTO
DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Forze idrostatiche su superfici immerse


Esempio: forze idrostatiche su paratia curva
aria pa Paratia curva di larghezza L
z
costante (nella direzione
z2 dell’asse y ) con acqua in
x=
a h equilibrio alla sua destra fino al

H
acqua livello H .
Aria sopra e intorno a pressione
x uniforme pa .
O
Calcolare, se esiste, un’unica forza equivalente all’insieme di forze di pressione
esercitate dall’acqua e dall’aria su ambo le facce della paratia.
Si trova la retta d’azione x = x ′ passante per il centro geometrico (≡ baricentro)
della colonna d’acqua al di sopra di A:
2
Z H Z z2 Z H  2  za
1 1 1 x
Z
a
x′ = x dΣ = x dx dz = dz =
Σ Σ Σ 0 0 Σ 0 2 0
H
1 H z4 3a z 5 3 H2
Z 
= dz = =
Σ 0 2a2 H 3 10a2 0 10 a

5/9
DIEF Calcolo forze idrostatiche
DIPARTIMENTO
DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Forze idrostatiche su superfici immerse


Esempio: forze idrostatiche su paratia curva
z ⃗ x ed R⃗z
Le due forze ortogonali R
⃗ 3 H2 sono complanari (giacciono sul
R 10 a
piano y = costante di mezzeria) e
⃗ x = −ρgL H 2 ⃗i
R quindi possono essere ridotte
2
alla loro somma applicata nel

H
3
x punto di intersezione delle due
O ⃗ z = ρgL H 3 ⃗k
R rette d’azione.
3a

6/9
DIEF Calcolo forze idrostatiche
DIPARTIMENTO
DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Forze idrostatiche su superfici immerse


Esempio: forze idrostatiche su paratia curva
z ⃗ x ed R⃗z
Le due forze ortogonali R
⃗ 3 H2 sono complanari (giacciono sul
R 10 a
piano y = costante di mezzeria) e
⃗ x = −ρgL H 2 ⃗i
R quindi possono essere ridotte
2
alla loro somma applicata nel

H
3
x punto di intersezione delle due
O ⃗ z = ρgL H 3 ⃗k
R rette d’azione.
3a

Perciò l’insieme di forze di pressione esercitate dall’acqua e dall’aria su ambo le


facce della paratia equivale all’unica forza
 
⃗ 1⃗ H ⃗
R = ρgLH − i +
2
k
2 3a

applicata nel punto (del piano y = costante di mezzeria) di coordinate

3 H2 H
x′ = z′ =
10 a 3

6/9
DIEF Calcolo forze idrostatiche
DIPARTIMENTO
DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Campo di pressione uniforme su superfici chiuse


Una proprietà utile
Legge di Archimede: un corpo immerso in un
fluido pesante in equilibrio è sottoposto a forze
di pressione equivalenti ad un’unica forza
(“spinta di Archimede”) verticale ascendente, di
fluido
modulo pari al peso del fluido spostato,
pesante
applicata in un punto (“centro di spinta”)
coincidente con il baricentro del fluido spostato.
A La legge di Archimede vale anche per superfici
chiuse ideali che non delimitano un corpo
fluido pesante solido, ma una porzione di fluido.

7/9
DIEF Calcolo forze idrostatiche
DIPARTIMENTO
DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Campo di pressione uniforme su superfici chiuse


Una proprietà utile
Legge di Archimede: un corpo immerso in un
fluido pesante in equilibrio è sottoposto a forze
di pressione equivalenti ad un’unica forza
(“spinta di Archimede”) verticale ascendente, di
fluido
modulo pari al peso del fluido spostato,
pesante
applicata in un punto (“centro di spinta”)
coincidente con il baricentro del fluido spostato.
A La legge di Archimede vale anche per superfici
chiuse ideali che non delimitano un corpo
fluido pesante solido, ma una porzione di fluido.
Se il fluido pesante in equilibrio è incomprimibile di densità ρ, dalla legge di Stevino
si ottiene:
p = p0 − ρg (z − z0 )
Se la densità ρ tende a zero, si ha p → p0 e quindi p = p0 uniforme.
Perciò un campo di pressione p0 uniforme può essere visto come il campo di
pressione che si ha in un fluido pesante in equilibrio avente densità nulla.

7/9
DIEF Calcolo forze idrostatiche
DIPARTIMENTO
DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Campo di pressione uniforme su superfici chiuse


Una proprietà utile

Calcoliamo risultante e momento risultante


delle forze di pressione dovute ad un campo
di pressione uniforme p0 su una superficie
chiusa A .

Queste forze di pressione esercitate su A


equivalgono all’opposto del peso del “fluido
A
spostato” (applicato nel baricentro del “fluido
spostato”).
pressione uniforme p0

8/9
DIEF Calcolo forze idrostatiche
DIPARTIMENTO
DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Campo di pressione uniforme su superfici chiuse


Una proprietà utile

Calcoliamo risultante e momento risultante


delle forze di pressione dovute ad un campo
di pressione uniforme p0 su una superficie
chiusa A .

Queste forze di pressione esercitate su A


equivalgono all’opposto del peso del “fluido
A
spostato” (applicato nel baricentro del “fluido
spostato”).
pressione uniforme p0

Ma il “fluido spostato” ha densità nulla e volume finito, quindi peso nullo. Perciò
risultante e momento risultante sono nulli:

I I
− p0 ⃗n dA = ⃗0 − (P − O) ∧ p0 ⃗n dA = ⃗0
A A

(p0 uniforme, A chiusa)

8/9
DIEF Calcolo forze idrostatiche
DIPARTIMENTO
DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Campo di pressione uniforme su superfici chiuse


Una proprietà utile

Questa proprietà può essere molto utile in


alcune situazioni.
⃗ e
Ogni volta che si deve calcolare risultante R

momento risultante MO delle forze di
pressione esercitate su una superficie chiusa
A, si può togliere risultante e momento
A
risultante dovuti ad una pressione p0 uniforme
arbitraria.
pressione qualsiasi p

9/9
DIEF Calcolo forze idrostatiche
DIPARTIMENTO
DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Campo di pressione uniforme su superfici chiuse


Una proprietà utile

Questa proprietà può essere molto utile in


alcune situazioni.
⃗ e
Ogni volta che si deve calcolare risultante R

momento risultante MO delle forze di
pressione esercitate su una superficie chiusa
A, si può togliere risultante e momento
A
risultante dovuti ad una pressione p0 uniforme
arbitraria.
pressione qualsiasi p
I I
⃗ = −
R p ⃗n dA = − (p − p0 ) ⃗n dA
IA A I
M⃗O = − (P − O) ∧ p ⃗n dA = − (P − O) ∧ (p − p0 ) ⃗n dA
A A
In altre parole, per il calcolo di risultante e momento risultante delle forze di
pressione p su una superficie chiusa, si può usare p − p0 (sovrapressione rispetto
a p0 ) al posto di p (pressione).
9/9
DIEF
DIPARTIMENTO
DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE

Statica dei fluidi in sistemi non inerziali


Corso di Fluidodinamica

Francesco Poli

Dipartimento di Ingegneria Industriale


Università degli studi di Firenze

Anno accademico 2022-2023


DIEF Statica non inerziale
DIPARTIMENTO
DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Sommario

1 Problemi di statica dei fluidi in sistemi non inerziali

2/4
DIEF Statica non inerziale
DIPARTIMENTO
DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Problemi di statica dei fluidi in sistemi non inerziali


Esempio: contenitore di acqua in moto traslatorio accelerato
aria pa Contenitore di acqua aperto
⃗a = ax ⃗i superiormente. Deve essere trasportato
e

su un’automobile e quindi sarà soggetto

E
ad accelerazioni.
h

y
d

acqua Limitiamoci a considerare


x un’accelerazione costante orizzontale ⃗a
b nella direzione dell’asse x.
Data l’altezza h del contenitore e la base b (nella direzione dell’asse x), calcolare il
massimo livello d tale da evitare che si rovesci dell’acqua durante il trasporto.

3/4
DIEF Statica non inerziale
DIPARTIMENTO
DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Problemi di statica dei fluidi in sistemi non inerziali


Esempio: contenitore di acqua in moto traslatorio accelerato
aria pa Contenitore di acqua aperto
⃗a = ax ⃗i superiormente. Deve essere trasportato
e

su un’automobile e quindi sarà soggetto

E
ad accelerazioni.
h

y
d

acqua Limitiamoci a considerare


x un’accelerazione costante orizzontale ⃗a
b nella direzione dell’asse x.
Data l’altezza h del contenitore e la base b (nella direzione dell’asse x), calcolare il
massimo livello d tale da evitare che si rovesci dell’acqua durante il trasporto.
Nel sistema di riferimento non inerziale del contenitore, l’acqua è soggetta a due
campi di forze di volume:

⃗fP = ⃗g = −g⃗j (forza peso)


⃗fT = −⃗a = −ax ⃗i (forza di trascinamento)

La forza di Coriolis è nulla poiché la velocità di rotazione di trascinamento è nulla.

3/4
DIEF Statica non inerziale
DIPARTIMENTO
DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Problemi di statica dei fluidi in sistemi non inerziali


Esempio: contenitore di acqua in moto traslatorio accelerato
aria pa Contenitore di acqua aperto
⃗a = ax ⃗i superiormente. Deve essere trasportato
e

su un’automobile e quindi sarà soggetto

E
ad accelerazioni.
h

y
d

acqua Limitiamoci a considerare


x un’accelerazione costante orizzontale ⃗a
b nella direzione dell’asse x.
Data l’altezza h del contenitore e la base b (nella direzione dell’asse x), calcolare il
massimo livello d tale da evitare che si rovesci dell’acqua durante il trasporto.
Questi due campi di forze di volume sono uniformi e quindi, sommati, costituiscono
un campo di forze di volume ⃗f uniforme.

Nel sistema di riferimento non inerziale del contenitore, l’acqua è in equilibrio (dopo
un transitorio iniziale più o meno breve).

Si può dunque applicare l’equazione fondamentale della statica dei fluidi:

ρ⃗f − ⃗∇p = ⃗0 ⇒ ⃗∇p = −ρax ⃗i − ρg⃗j

3/4
DIEF Statica non inerziale
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DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Problemi di statica dei fluidi in sistemi non inerziali


Esempio: contenitore di acqua in moto traslatorio accelerato
aria pa Contenitore di acqua aperto
⃗a = ax ⃗i superiormente. Deve essere trasportato
e

su un’automobile e quindi sarà soggetto

E
ad accelerazioni.
h

y
d

acqua Limitiamoci a considerare


x un’accelerazione costante orizzontale ⃗a
b nella direzione dell’asse x.
Data l’altezza h del contenitore e la base b (nella direzione dell’asse x), calcolare il
massimo livello d tale da evitare che si rovesci dell’acqua durante il trasporto.
Considerando l’acqua incomprimibile, si ha ρ = costante e quindi anche
⃗∇p = costante con componenti:

∂p ∂p
= −ρax = −ρg
∂x ∂y

Di conseguenza la superficie libera è un piano inclinato.

3/4
DIEF Statica non inerziale
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DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Problemi di statica dei fluidi in sistemi non inerziali


Esempio: contenitore di acqua in moto traslatorio accelerato
aria pa Contenitore di acqua aperto
⃗a = ax ⃗i superiormente. Deve essere trasportato
e

su un’automobile e quindi sarà soggetto

E
ad accelerazioni.
h

y
d

acqua Limitiamoci a considerare


x un’accelerazione costante orizzontale ⃗a
b nella direzione dell’asse x.
Data l’altezza h del contenitore e la base b (nella direzione dell’asse x), calcolare il
massimo livello d tale da evitare che si rovesci dell’acqua durante il trasporto.
Si ha:
∂p ∂p
p = pa = costante ⇒ dp = dx + dy = 0 ⇒
∂x ∂y
⇒ ax dx + g dy = 0 ⇒ ax (x − x0 ) + g (y − y0 ) = 0
Consideriamo il punto più alto della superficie libera e quello più in basso:

ax (−b) + g (e + E) = 0

3/4
DIEF Statica non inerziale
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INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Problemi di statica dei fluidi in sistemi non inerziali


Esempio: contenitore di acqua in moto traslatorio accelerato
aria pa Contenitore di acqua aperto
⃗a = ax ⃗i superiormente. Deve essere trasportato
e

su un’automobile e quindi sarà soggetto

E
ad accelerazioni.
h

y
d

acqua Limitiamoci a considerare


x un’accelerazione costante orizzontale ⃗a
b nella direzione dell’asse x.
Data l’altezza h del contenitore e la base b (nella direzione dell’asse x), calcolare il
massimo livello d tale da evitare che si rovesci dell’acqua durante il trasporto.
Tenendo conto che il volume di acqua è rimasto lo stesso rispetto alla situazione di
equilibrio con ⃗a = ⃗0, si ha e = E, per cui:

b ax
ax (−b) + 2ge = 0 ⇒ e =
2 g

Affinché non si rovesci acqua, deve essere:


b ax
d +e < h ⇒ d < h−e = h−
2 g
3/4
DIEF Statica non inerziale
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INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Problemi di statica dei fluidi in sistemi non inerziali


Esempio: contenitore di acqua in moto traslatorio accelerato
aria pa Contenitore di acqua aperto
⃗a = ax ⃗i superiormente. Deve essere trasportato
e

su un’automobile e quindi sarà soggetto

E
ad accelerazioni.
h

y
d

acqua Limitiamoci a considerare


x un’accelerazione costante orizzontale ⃗a
b nella direzione dell’asse x.
Data l’altezza h del contenitore e la base b (nella direzione dell’asse x), calcolare il
massimo livello d tale da evitare che si rovesci dell’acqua durante il trasporto.

Due considerazioni:
• una volta stimato un valore massimo ragionevole per ax , sarà opportuno che la
diseguaglianza sia soddisfatta con un certo margine di sicurezza!
• come conviene orientare il contenitore? se i due lati orizzontali non hanno la
stessa lunghezza, è meglio orientare nella direzione dell’asse x quello più corto
(così si riduce e, a parità di ax )

3/4
DIEF Statica non inerziale
DIPARTIMENTO
DI INGEGNERIA
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Problemi di statica dei fluidi in sistemi non inerziali


Esempio: liquido in contenitore rotante
z aria pa
Contenitore cilindrico circolare aperto

ω superiormente e rotante intorno al suo asse
(verticale) a velocità angolare ω ⃗ costante. Dopo
un breve transitorio, il liquido contenuto si muove
rigidamente insieme al contenitore (⇒ è fermo
h0

liquido rispetto ad esso).


h1

R Determinare la forma della superficie libera.


+
O

4/4
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Problemi di statica dei fluidi in sistemi non inerziali


Esempio: liquido in contenitore rotante
z aria pa
Contenitore cilindrico circolare aperto

ω superiormente e rotante intorno al suo asse
(verticale) a velocità angolare ω ⃗ costante. Dopo
un breve transitorio, il liquido contenuto si muove
rigidamente insieme al contenitore (⇒ è fermo
h0

liquido rispetto ad esso).


h1

R Determinare la forma della superficie libera.


+
O
Nel sistema di riferimento del contenitore adottiamo un sistema di coordinate polari
cilindriche r , θ , z .
Il sistema di riferimento è non inerziale ⇒ il liquido è soggetto alle seguenti forze di
volume:
⃗f = ⃗g + ⃗fT + ⃗fC

(peso + forze apparenti)

4/4
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Problemi di statica dei fluidi in sistemi non inerziali


Esempio: liquido in contenitore rotante
z aria pa
Contenitore cilindrico circolare aperto

ω superiormente e rotante intorno al suo asse
(verticale) a velocità angolare ω ⃗ costante. Dopo
un breve transitorio, il liquido contenuto si muove
rigidamente insieme al contenitore (⇒ è fermo
h0

liquido rispetto ad esso).


h1

R Determinare la forma della superficie libera.


+
O
In generale, le forze apparenti sono date da:

⃗fT = −⃗aO,A − ω ⃗˙ T ∧ (P − O) − ω
⃗ T ∧ [ω
⃗ T ∧ (P − O)]
⃗fC = −2ω⃗ T ∧ ⃗V

dove O è un punto fisso rispetto al sistema di riferimento non inerziale e ⃗V è la


velocità relativa (al sistema non inerziale).

4/4
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Problemi di statica dei fluidi in sistemi non inerziali


Esempio: liquido in contenitore rotante
z aria pa
Contenitore cilindrico circolare aperto

ω superiormente e rotante intorno al suo asse
(verticale) a velocità angolare ω ⃗ costante. Dopo
un breve transitorio, il liquido contenuto si muove
rigidamente insieme al contenitore (⇒ è fermo
h0

liquido rispetto ad esso).


h1

R Determinare la forma della superficie libera.


+
O
Nel nostro caso, scegliamo O sull’asse di rotazione (fisso in entrambi i sistemi di
riferimento):

⃗aO,A = ⃗0 ⃗T = ω
ω ⃗ = costante ⇒ ⃗˙ T = ⃗0
ω

Inoltre il liquido è in equilibrio (nel sistema non inerziale) ⇒ ⃗V = ⃗0

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Problemi di statica dei fluidi in sistemi non inerziali


Esempio: liquido in contenitore rotante
z aria pa
Contenitore cilindrico circolare aperto

ω superiormente e rotante intorno al suo asse
(verticale) a velocità angolare ω ⃗ costante. Dopo
un breve transitorio, il liquido contenuto si muove
rigidamente insieme al contenitore (⇒ è fermo
h0

liquido rispetto ad esso).


h1

R Determinare la forma della superficie libera.


+
O
Sostituendo: h  i
⃗fT = −ω ⃗k ∧ ω ⃗k ∧ r ⃗ir + z ⃗k = ω 2 r ⃗ir
⃗fC = ⃗0

e quindi
⃗f = ω 2 r ⃗ir − g ⃗k

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Problemi di statica dei fluidi in sistemi non inerziali


Esempio: liquido in contenitore rotante
z aria pa
Contenitore cilindrico circolare aperto

ω superiormente e rotante intorno al suo asse
(verticale) a velocità angolare ω ⃗ costante. Dopo
un breve transitorio, il liquido contenuto si muove
rigidamente insieme al contenitore (⇒ è fermo
h0

liquido rispetto ad esso).


h1

R Determinare la forma della superficie libera.


+
O
Scrivendo il gradiente della pressione in componenti polari cilindriche:

⃗∇p = ∂ p ⃗ir + 1 ∂ p ⃗iθ + ∂ p ⃗k


∂r r ∂θ ∂z
applichiamo l’equazione fondamentale della statica dei fluidi:

∂ p⃗ 1 ∂p⃗ ∂p ⃗
ρ⃗f − ⃗∇p = ⃗0 ⇒ ρω 2 r ⃗ir − ρg ⃗k − ir − iθ − k = ⃗0
∂r r ∂θ ∂z

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Problemi di statica dei fluidi in sistemi non inerziali


Esempio: liquido in contenitore rotante
z aria pa
Contenitore cilindrico circolare aperto

ω superiormente e rotante intorno al suo asse
(verticale) a velocità angolare ω ⃗ costante. Dopo
un breve transitorio, il liquido contenuto si muove
rigidamente insieme al contenitore (⇒ è fermo
h0

liquido rispetto ad esso).


h1

R Determinare la forma della superficie libera.


+
O
Si ha perciò
∂p ∂p ∂p
= ρω 2 r = 0 = −ρg
∂r ∂θ ∂z
La pressione non dipende da θ ⇒ p = p(r , z)
Nel punto r = 0, z = h1 si ha p = pa
Inoltre, considerando il liquido incomprimibile, si ha ρ = costante

4/4
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Problemi di statica dei fluidi in sistemi non inerziali


Esempio: liquido in contenitore rotante
z aria pa
Contenitore cilindrico circolare aperto

ω superiormente e rotante intorno al suo asse
(verticale) a velocità angolare ω ⃗ costante. Dopo
un breve transitorio, il liquido contenuto si muove
rigidamente insieme al contenitore (⇒ è fermo
h0

liquido rispetto ad esso).


h1

R Determinare la forma della superficie libera.


+
O
Calcoliamo il campo di pressione:

∂p ∂p
dp = dr + dz = ρω 2 r dr − ρg dz
∂r ∂z

Z p Z r Z z
1
p − pa = dp = ρω 2 r dr − ρg dz = ρω 2 r 2 − ρg (z − h1 )
pa 0 h1 2

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Problemi di statica dei fluidi in sistemi non inerziali


Esempio: liquido in contenitore rotante
z aria pa
Contenitore cilindrico circolare aperto

ω superiormente e rotante intorno al suo asse
(verticale) a velocità angolare ω ⃗ costante. Dopo
un breve transitorio, il liquido contenuto si muove
rigidamente insieme al contenitore (⇒ è fermo
h0

liquido rispetto ad esso).


h1

R Determinare la forma della superficie libera.


+
O
Ponendo p = pa si trova l’equazione della superficie libera:

1 (ωr )2
0 = ρω 2 r 2 − ρg (z − h1 ) ⇔ z = h1 +
2 2g

che è un paraboloide di rivoluzione.

Rimane da determinare h1 : lo si può calcolare in funzione del livello h0 che si ha in


assenza di rotazione.
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DIEF Statica non inerziale
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Problemi di statica dei fluidi in sistemi non inerziali


Esempio: liquido in contenitore rotante
z aria pa
Contenitore cilindrico circolare aperto

ω superiormente e rotante intorno al suo asse
(verticale) a velocità angolare ω ⃗ costante. Dopo
un breve transitorio, il liquido contenuto si muove
rigidamente insieme al contenitore (⇒ è fermo
h0

liquido rispetto ad esso).


h1

R Determinare la forma della superficie libera.


+
O
Il volume di liquido è lo stesso in assenza di rotazione:

− = πR 2 h0
V

e in presenza di rotazione (si sfrutta il teorema di Pappo-Guldino):

ω2 2
Z RZ z Z R Z R  
− = 2π
V r dz dr = 2π rz dr = 2π r h1 + r dr
0 0 0 0 2g

4/4
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Problemi di statica dei fluidi in sistemi non inerziali


Esempio: liquido in contenitore rotante
z aria pa
Contenitore cilindrico circolare aperto

ω superiormente e rotante intorno al suo asse
(verticale) a velocità angolare ω ⃗ costante. Dopo
un breve transitorio, il liquido contenuto si muove
rigidamente insieme al contenitore (⇒ è fermo
h0

liquido rispetto ad esso).


h1

R Determinare la forma della superficie libera.


+
O
Proseguendo con il calcolo dell’integrale si ottiene:
R
ω2 2 r 2 ω2 r 4 ω2 4
Z R     
2
− = 2π
V r h1 + r dr = 2π h1 + = π h1 R + R
0 2g 2 2g 4 0 4g

− si ha:
Uguagliando le due espressioni di V
ω2 4 (ωR)2
 
2 2
πR h0 = π h1 R + R ⇒ h1 = h0 −
4g 4g
4/4
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Problemi di statica dei fluidi in sistemi non inerziali


Esempio: liquido in contenitore rotante
z aria pa
Contenitore cilindrico circolare aperto

ω superiormente e rotante intorno al suo asse
(verticale) a velocità angolare ω ⃗ costante. Dopo
un breve transitorio, il liquido contenuto si muove
rigidamente insieme al contenitore (⇒ è fermo
h0

liquido rispetto ad esso).


h1

R Determinare la forma della superficie libera.


+
O
Sostituendo, si ottiene l’equazione finale della superficie libera:
( )
(ωR)2 (ωr )2
z = h0 − +
4g 2g

(ωR)2 1  r 2
 
z = h0 − −
2g 2 R

4/4
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DIPARTIMENTO
DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE

Applicazione delle equazioni integrali


Corso di Fluidodinamica

Francesco Poli

Dipartimento di Ingegneria Industriale


Università degli studi di Firenze

Anno accademico 2022-2023


Equazioni integrali
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DIPARTIMENTO
DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Sommario

1 Applicazione delle equazioni integrali

2/7
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Applicazione delle equazioni integrali


Esempio: tubo a gomito con distorsione del flusso
y Condotto bidimensionale di larghezza
v costante h (e spessore L nella direzione
vmax vmin dell’asse z). Acqua entra con velocità
x
2 uniforme u, fa una curva a gomito (di un
h
u angolo retto) ed esce con velocità v non
uniforme. Il profilo di velocità v ha
acqua andamento lineare con vmax = 2vmin
h

1 Calcolare vmax e vmin

3/7
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INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Applicazione delle equazioni integrali


Esempio: tubo a gomito con distorsione del flusso
y Condotto bidimensionale di larghezza
v costante h (e spessore L nella direzione
vmax vmin dell’asse z). Acqua entra con velocità
x
2 uniforme u, fa una curva a gomito (di un
h
u angolo retto) ed esce con velocità v non
uniforme. Il profilo di velocità v ha
acqua andamento lineare con vmax = 2vmin
h

1 Calcolare vmax e vmin

Applichiamo l’equazione integrale di continuità:


Z I

V+
ρ d− ρ ⃗V ·⃗n dA = 0
∂t −
V −
∂V

al volume di controllo in figura.


− = costante, la
L’acqua si considera incomprimibile (ρ = costante). Essendo anche V
derivata temporale è zero.

3/7
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INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Applicazione delle equazioni integrali


Esempio: tubo a gomito con distorsione del flusso
y Condotto bidimensionale di larghezza
v costante h (e spessore L nella direzione
vmax vmin dell’asse z). Acqua entra con velocità
x
2 uniforme u, fa una curva a gomito (di un
h
u angolo retto) ed esce con velocità v non
uniforme. Il profilo di velocità v ha
acqua andamento lineare con vmax = 2vmin
h

1 Calcolare vmax e vmin

Perciò:
I Z     Z   Z Z
0 = ⃗V ·⃗n dA = u⃗i · −⃗i dA + v ⃗j ·⃗j dA = −u dA + v dA =

∂V A1 A2 A1 A2
Z h Z hh
xi
= −uhL + vL dx = −uhL + L vmax + (vmin − vmax ) dx =
h
0 0

h 1
= −uhL + vmax h + (vmin − vmax ) L = −uhL + (vmax + vmin ) hL
2 2

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Applicazione delle equazioni integrali


Esempio: tubo a gomito con distorsione del flusso
y Condotto bidimensionale di larghezza
v costante h (e spessore L nella direzione
vmax vmin dell’asse z). Acqua entra con velocità
x
2 uniforme u, fa una curva a gomito (di un
h
u angolo retto) ed esce con velocità v non
uniforme. Il profilo di velocità v ha
acqua andamento lineare con vmax = 2vmin
h

1 Calcolare vmax e vmin

Si ottiene così:
1 1
0 = −uhL + (vmax + vmin ) hL ⇒ (vmax + vmin ) = u
2 2

Sostituendo vmax = 2vmin , si ricava 32 vmin = u e quindi:

2 4
vmin = u vmax = u
3 3
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Esempio: diminuzione di densità in un serbatoio
y
Serbatoio di volume V − contenente aria
x a pressione elevata.
ρ1 Nell’istante t = 0 l’aria del serbatoio
ρ fuoriesce attraverso una valvola di
⃗V1
1 scarico 1 avente area A1 , con una
velocità ⃗V1 = V1⃗i e una densità ρ1 .

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Applicazione delle equazioni integrali


Esempio: diminuzione di densità in un serbatoio
y
Tutte le proprietà dell’aria nel resto del
serbatoio possono essere considerate
x
uniformi istante per istante.
ρ1
ρ
⃗V1 Calcolare la derivata temporale della
1 densità ρ dell’aria nel serbatoio
all’istante t = 0 .

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Applicazione delle equazioni integrali


Esempio: diminuzione di densità in un serbatoio
y
Tutte le proprietà dell’aria nel resto del
serbatoio possono essere considerate
x
uniformi istante per istante.
ρ1
ρ
⃗V1 Calcolare la derivata temporale della
1 densità ρ dell’aria nel serbatoio
all’istante t = 0 .

− in figura e applichiamo l’equazione integrale di


Scegliamo il volume di controllo V
continuità: Z I

V+
ρ d− ρ ⃗V ·⃗n dA = 0
∂ t V− −
∂V

La densità ρ dell’aria nel serbatoio può essere considerata uniforme, ma


tempo-variante, per cui si ha:
 Z  I

ρ V +
d− ρ ⃗V ·⃗n dA = 0
∂t −
V −
∂V

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Applicazione delle equazioni integrali


Esempio: diminuzione di densità in un serbatoio
y
Tutte le proprietà dell’aria nel resto del
serbatoio possono essere considerate
x
uniformi istante per istante.
ρ1
ρ
⃗V1 Calcolare la derivata temporale della
1 densità ρ dell’aria nel serbatoio
all’istante t = 0 .
R
Ma −
V d− − = costante, perciò:
V =V


I

V + ρ ⃗V ·⃗n dA = 0
dt −
∂V

L’unica parte della superficie di controllo dove c’è attraversamento di materia è la


sezione 1, dove il moto dell’aria può essere considerato circa uniforme. Di
conseguenza, si ha:

Z

V + ρ1⃗V1 ·⃗i dA = 0
dt A1

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Esempio: diminuzione di densità in un serbatoio
y
Tutte le proprietà dell’aria nel resto del
serbatoio possono essere considerate
x
uniformi istante per istante.
ρ1
ρ
⃗V1 Calcolare la derivata temporale della
1 densità ρ dell’aria nel serbatoio
all’istante t = 0 .

Essendo ⃗V1 = V1⃗i, si ottiene:




V + ρ1 V1 A1 = 0
dt

dρ ρ1 V1 A1
= −
dt −
V
All’istante t = 0, sono noti i valori di ρ1 e V1 : è quindi possibile calcolare il valore

della derivata temporale della densità in tale istante.
dt
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Esempio: spinta su un tubo a gomito
aria pa Tubo a gomito (curva di un angolo α) in cui
⃗V1 scorre acqua in moto stazionario. All’uscita
pa + pg
acqua (sezione di area A2 ) l’acqua sbocca in aria
a pressione atmosferica pa (uniforme).
1 All’ingresso (sezione A1 ) l’acqua ha una
sovrapressione pg = p − pa rispetto alla
z 2 ⃗V2 pressione atmosferica e una velocità
α ⃗V1 = V1⃗i .
x
Calcolare la componente orizzontale Fx della risultante delle forze che sono
applicate al gomito mediante la flangia, per mantenerlo in equilibrio.

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Esempio: spinta su un tubo a gomito
aria pa Tubo a gomito (curva di un angolo α) in cui
⃗V1 scorre acqua in moto stazionario. All’uscita
pa + pg
acqua (sezione di area A2 ) l’acqua sbocca in aria
a pressione atmosferica pa (uniforme).
1 All’ingresso (sezione A1 ) l’acqua ha una
sovrapressione pg = p − pa rispetto alla
z 2 ⃗V2 pressione atmosferica e una velocità
α ⃗V1 = V1⃗i .
x
Calcolare la componente orizzontale Fx della risultante delle forze che sono
applicate al gomito mediante la flangia, per mantenerlo in equilibrio.
Scegliamo il volume di controllo in figura e applichiamo l’equazione integrale di
continuità e l’equazione integrale della quantità di moto (da proiettare sull’asse x):
 Z I


 V+
ρ d− ρ ⃗V ·⃗n dA = 0
∂ t ZV− −
∂IV
∂
 
 ⃗V ρ d−
V+ ⃗V ρ ⃗V ·⃗n dA = R
⃗B +R
⃗S
∂ t V− −
∂V

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Applicazione delle equazioni integrali


Esempio: spinta su un tubo a gomito
aria pa Tubo a gomito (curva di un angolo α) in cui
⃗V1 scorre acqua in moto stazionario. All’uscita
pa + pg
acqua (sezione di area A2 ) l’acqua sbocca in aria
a pressione atmosferica pa (uniforme).
1 All’ingresso (sezione A1 ) l’acqua ha una
sovrapressione pg = p − pa rispetto alla
z 2 ⃗V2 pressione atmosferica e una velocità
α ⃗V1 = V1⃗i .
x
Calcolare la componente orizzontale Fx della risultante delle forze che sono
applicate al gomito mediante la flangia, per mantenerlo in equilibrio.
• Acqua considerata fluido incomprimibile ⇒ ρ = costante

• Moto stazionario ⇒ =0
∂t
• Proiezione sull’asse x orizzontale ⇒ RBx = 0
I
• Forze della flangia + forze di pressione ⇒ RSx = Fx − p ⃗n ·⃗i dA

∂V

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Esempio: spinta su un tubo a gomito
aria pa Tubo a gomito (curva di un angolo α) in cui
⃗V1 scorre acqua in moto stazionario. All’uscita
pa + pg
acqua (sezione di area A2 ) l’acqua sbocca in aria
a pressione atmosferica pa (uniforme).
1 All’ingresso (sezione A1 ) l’acqua ha una
sovrapressione pg = p − pa rispetto alla
z 2 ⃗V2 pressione atmosferica e una velocità
α ⃗V1 = V1⃗i .
x
Calcolare la componente orizzontale Fx della risultante delle forze che sono
applicate al gomito mediante la flangia, per mantenerlo in equilibrio.
− è una superficie chiusa (è il bordo di una regione
Ma la superficie di controllo ∂ V
−), perciò si può calcolare la risultante
compatta di spazio: il volume di controllo V
delle forze di pressione sfruttando la sovrapressione p − pa rispetto alla pressione
uniforme pa :
I I Z
RSx = Fx − p ⃗n ·⃗i dA = Fx − (p − pa ) ⃗n ·⃗i dA = Fx − pg ⃗n ·⃗i dA = Fx + pg A1

∂V −
∂V A1

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Esempio: spinta su un tubo a gomito
aria pa Tubo a gomito (curva di un angolo α) in cui
⃗V1 scorre acqua in moto stazionario. All’uscita
pa + pg
acqua (sezione di area A2 ) l’acqua sbocca in aria
a pressione atmosferica pa (uniforme).
1 All’ingresso (sezione A1 ) l’acqua ha una
sovrapressione pg = p − pa rispetto alla
z 2 ⃗V2 pressione atmosferica e una velocità
α ⃗V1 = V1⃗i .
x
Calcolare la componente orizzontale Fx della risultante delle forze che sono
applicate al gomito mediante la flangia, per mantenerlo in equilibrio.
Sostituendo e calcolando gli integrali di flusso con l’approssimazione di velocità
uniformi sulle sezioni 1 e 2, si ottiene:

−V1 A1 + V2 A2 = 0 A1
⇒ V2 = V1

A2
−V ρV A + V ρV A = F + p A

1x 1 1 2x 2 2 x g 1

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Esempio: spinta su un tubo a gomito
aria pa Tubo a gomito (curva di un angolo α) in cui
⃗V1 scorre acqua in moto stazionario. All’uscita
pa + pg
acqua (sezione di area A2 ) l’acqua sbocca in aria
a pressione atmosferica pa (uniforme).
1 All’ingresso (sezione A1 ) l’acqua ha una
sovrapressione pg = p − pa rispetto alla
z 2 ⃗V2 pressione atmosferica e una velocità
α ⃗V1 = V1⃗i .
x
Calcolare la componente orizzontale Fx della risultante delle forze che sono
applicate al gomito mediante la flangia, per mantenerlo in equilibrio.
Essendo
A1
V1x = V1 V2x = V2 cos α = V1 cos α
A2
si ottiene:
 
A1
Fx = −pg A1 − V1x ρV1 A1 + V2x ρV2 A2 = −pg A1 + ρV12 A1 cos α − 1
A2
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Esempio: forza di resistenza su un corpo
u
U∞ B Un corpo (per es.: un profilo alare)
è investito da un flusso d’aria
2 y
aria orizzontale a bassa velocità U∞⃗i .
1 3 x Il campo di velocità è misurato su
h

5 due sezioni. Sulla sezione a monte


4 la velocità è orizzontale e
uniformemente uguale a U∞⃗i .
A

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Esempio: forza di resistenza su un corpo
u
U∞ B Sulla sezione a valle
2 y la componente x di velocità è u:
aria non uniforme tra i punti A e B,
1 3 x uguale a U∞ al di sotto di A e al di
h

5 sopra di B.
4 La pressione a distanza dal corpo
è uniforme.
A

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Esempio: forza di resistenza su un corpo
u
U∞ B
Calcolare la forza di resistenza FD
2 y (drag force) per unità di lunghezza
aria
L (nella direzione dell’asse z),
1 3 x
h

5 considerando l’aria
approssimativamente
4 incomprimibile.
A

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Applicazione delle equazioni integrali


Esempio: forza di resistenza su un corpo
u
U∞ B
Calcolare la forza di resistenza FD
2 y (drag force) per unità di lunghezza
aria
L (nella direzione dell’asse z),
1 3 x
h

5 considerando l’aria
approssimativamente
4 incomprimibile.
A
Scegliamo il volume di controllo in figura (dove 2 e 4 sono linee di flusso) e
applichiamo l’equazione integrale di continuità e l’equazione integrale della quantità
di moto (da proiettare sull’asse x):
 Z I


 V+
ρ d− ρ ⃗V ·⃗n dA = 0
∂ t ZV− −
∂IV
∂
 
 ⃗V ρ d−
V+ ⃗V ρ ⃗V ·⃗n dA = R
⃗B +R
⃗S
∂ t V− −
∂V

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INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Applicazione delle equazioni integrali


Esempio: forza di resistenza su un corpo
u
U∞ B
Calcolare la forza di resistenza FD
2 y (drag force) per unità di lunghezza
aria
L (nella direzione dell’asse z),
1 3 x
h

5 considerando l’aria
approssimativamente
4 incomprimibile.
A

• Moto stazionario ⇒
=0
∂t
• Proiezione sull’asse x orizzontale ⇒ RBx = 0
• Pressione uniformeI e sforzi viscosi trascurabili su 1, 2, 3, 4
⇒ RSx = −FD − p ⃗n ·⃗i dA = −FD
1,2,3,4
• Aria circa incomprimibile a basse velocità ⇒ ρ ≈ costante
• 2 e 4 sono linee di flusso ⇒ non c’è attraversamento di materia

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INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Applicazione delle equazioni integrali


Esempio: forza di resistenza su un corpo
u
U∞ B
Calcolare la forza di resistenza FD
2 y (drag force) per unità di lunghezza
aria
L (nella direzione dell’asse z),
1 3 x
h

5 considerando l’aria
approssimativamente
4 incomprimibile.
A
Dall’equazione integrale di continuità:
Z yB Z yB Z yB
1 u
−ρU∞ hL + ρuL dy = 0 ⇒ h = u dy = dy
yA U∞ yA yA U∞

Dall’equazione integrale della quantità di moto (proiettata sull’asse x):


Z yB
−ρU∞2 hL + ρu 2 L dy = −FD
yA

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Applicazione delle equazioni integrali


Esempio: forza di resistenza su un corpo
u
U∞ B
Calcolare la forza di resistenza FD
2 y (drag force) per unità di lunghezza
aria
L (nella direzione dell’asse z),
1 3 x
h

5 considerando l’aria
approssimativamente
4 incomprimibile.
A
Da cui si ottiene:
" #
u 2
Z yB Z yB  
FD
= ρU∞2 h − ρu 2 dy = ρU∞2 h − dy
L yA yA U∞

e, sostituendo l’espressione trovata per h:


Z yB  
FD u u
= ρU∞2 1− dy
L yA U∞ U∞

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Esempio: forza di resistenza su un corpo
u
U∞ B Calcolare FD /L nell’ipotesi che il
profilo di velocità misurato u risulti
2 y simmetrico rispetto a y = 0 e pari
aria
a:
1 3 x
h

5  
U sin π |y |

∞ 0 ⩽ |y | ⩽ a
4 u= 2a
U∞ |y | > a

A

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Esempio: forza di resistenza su un corpo
u
U∞ B Calcolare FD /L nell’ipotesi che il
profilo di velocità misurato u risulti
2 y simmetrico rispetto a y = 0 e pari
aria
a:
1 3 x
h

5  
U sin π |y |

∞ 0 ⩽ |y | ⩽ a
4 u= 2a
U∞ |y | > a

A
u
Per |y | > a si ha 1 − = 0 e la funzione integranda si annulla.
U∞
Data la simmetria si può integrare tra 0 e a e raddoppiare il risultato:
Z ah
FD  πy   πy i
cos 2ϕ = 1 − 2 sin2 ϕ
= ρU∞2 2 sin − 2 sin2 dy =
L 0 2a 2a ⇓
Z ah  πy   πy  i
= ρU∞2 2 sin + cos − 1 dy 2
−2 sin ϕ = cos 2ϕ − 1
0 2a a

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Applicazione delle equazioni integrali


Esempio: forza di resistenza su un corpo
u
U∞ B Calcolare FD /L nell’ipotesi che il
profilo di velocità misurato u risulti
2 y simmetrico rispetto a y = 0 e pari
aria
a:
1 3 x
h

5  
U sin π |y |

∞ 0 ⩽ |y | ⩽ a
4 u= 2a
U∞ |y | > a

A
Si ha così: Z ah
FD  πy  i  πy 
= ρU∞2 2 sin − 1 dy =
+ cos
L 0 2a a
 a
4a  πy  a  πy 
= ρU∞2 − cos + sin −y =
π 2a π a 0
   
2 4a 2 4
= ρU∞ + 0 − a = ρU∞ a −1
π π

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Applicazione delle equazioni integrali


Esempio: potenza richiesta da un compressore
⃗V2 Compressore (rappresentato in modo
p2 T2
2 schematico). Entra aria a pressione p1 e
p1 temperatura T1 con velocità ⃗V1 . Esce aria a
pressione p2 = β p1 e temperatura T2 > T1 con
T1
⃗V1 velocità ⃗V2 .

1 β > 1 è il rapporto di compressione. La portata


di massa in ingresso è Pm1 = Pm .

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Applicazione delle equazioni integrali


Esempio: potenza richiesta da un compressore
⃗V2
p2 T2
2 Un sistema di refrigerazione sottrae una data
p1 quantità specifica |q| di calore (potenza termica
divisa per la portata di massa dell’aria).
T1
⃗V1
Calcolare la potenza meccanica (media) che
1 l’albero deve fornire al compressore.

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Applicazione delle equazioni integrali


Esempio: potenza richiesta da un compressore
⃗V2
p2 T2
2 Un sistema di refrigerazione sottrae una data
p1 quantità specifica |q| di calore (potenza termica
divisa per la portata di massa dell’aria).
T1
⃗V1
Calcolare la potenza meccanica (media) che
1 l’albero deve fornire al compressore.

Dovendo calcolare una potenza meccanica mediata nel tempo, non siamo
interessati alle fluttuazioni, ma solo al regime di funzionamento. Anche se il moto
dell’aria dentro il compressore non può essere stazionario (ci sono parti
meccaniche in movimento relativo), consideriamo il moto mediamente stazionario:

≈0
∂t
Perciò, dall’equazione integrale di continuità si ottiene:

Pm2 ≈ Pm1 = Pm

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INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Applicazione delle equazioni integrali


Esempio: potenza richiesta da un compressore
⃗V2
p2 T2
2 Un sistema di refrigerazione sottrae una data
p1 quantità specifica |q| di calore (potenza termica
divisa per la portata di massa dell’aria).
T1
⃗V1
Calcolare la potenza meccanica (media) che
1 l’albero deve fornire al compressore.

Applichiamo l’equazione integrale dell’energia totale al volume di controllo in figura:


Z I

ut ρ d−
V+ ht ρ ⃗V ·⃗n dA = WT − WM
∂t −
V −
∂V

trascurando l’effetto delle forze di volume (l’unica forza di volume è il peso,


trascurabile se trascuriamo le differenze di quota).
• Aria considerata come gas perfetto a cp costante ⇒ ht = h + 21 V 2 = cp T + 12 V 2
• Potenza termica sottratta ⇒ WT = −|q|Pm
• Potenza delle forze viscose trascurabile ⇒ WM = −Walbero

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INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Applicazione delle equazioni integrali


Esempio: potenza richiesta da un compressore
⃗V2
p2 T2
2 Un sistema di refrigerazione sottrae una data
p1 quantità specifica |q| di calore (potenza termica
divisa per la portata di massa dell’aria).
T1
⃗V1
Calcolare la potenza meccanica (media) che
1 l’albero deve fornire al compressore.

Si ottiene così:
Pm (ht2 − ht1 ) = −|q|Pm + Walbero

Walbero = Pm (ht2 − ht1 + |q|)

 
1 2 
Walbero = Pm cp (T2 − T1 ) + V2 − V12 + |q|
2

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Applicazione del teorema di Bernoulli


Corso di Fluidodinamica

Francesco Poli

Dipartimento di Ingegneria Industriale


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DIEF Teorema di Bernoulli
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Sommario

1 Applicazione del teorema di Bernoulli

2 Applicazione del teorema di Bernoulli e delle equazioni integrali

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DIEF Teorema di Bernoulli
DIPARTIMENTO
DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Applicazione del teorema di Bernoulli


Esempio: massima altezza di un sifone
S Acqua che scorre in un sifone, con moto
stazionario. Si considerano trascurabili gli
aria pa

h
effetti viscosi. La portata volumetrica è Q e la
sezione del tubo ha area A.

acqua Calcolare il valore massimo dell’altezza h tale


che la pressione dell’acqua nel punto S
z rimanga al di sopra di un valore pmin prefissato
(per es.: tensione di vapore ⇒ per impedire la
x cavitazione).
Q

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Applicazione del teorema di Bernoulli


Esempio: massima altezza di un sifone
S Acqua che scorre in un sifone, con moto
stazionario. Si considerano trascurabili gli
aria pa

h
effetti viscosi. La portata volumetrica è Q e la
sezione del tubo ha area A.

acqua Calcolare il valore massimo dell’altezza h tale


che la pressione dell’acqua nel punto S
z rimanga al di sopra di un valore pmin prefissato
(per es.: tensione di vapore ⇒ per impedire la
x cavitazione).
Q
Consideriamo l’acqua incomprimibile.
Sono quindi soddisfatte le ipotesi del teorema di Bernoulli:
1 fluido pesante
2 incomprimibile
3 non viscoso
4 in moto stazionario

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Applicazione del teorema di Bernoulli


Esempio: massima altezza di un sifone
S Acqua che scorre in un sifone, con moto
stazionario. Si considerano trascurabili gli
aria pa

h
effetti viscosi. La portata volumetrica è Q e la
sezione del tubo ha area A.

acqua Calcolare il valore massimo dell’altezza h tale


che la pressione dell’acqua nel punto S
z rimanga al di sopra di un valore pmin prefissato
(per es.: tensione di vapore ⇒ per impedire la
x cavitazione).
Q
Consideriamo perciò una linea di flusso da un qualche punto della superficie libera
al punto S:
pa 1 2 p 1
+ Va + gza = S + VS2 + gzS
ρ 2 ρ 2
ma zS = za + h e Va ≈ 0 (se la superficie libera è sufficientemente ampia), per cui:

pa p 1
= S + VS2 + gh
ρ ρ 2
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Applicazione del teorema di Bernoulli


Esempio: massima altezza di un sifone
S Acqua che scorre in un sifone, con moto
stazionario. Si considerano trascurabili gli
aria pa

h
effetti viscosi. La portata volumetrica è Q e la
sezione del tubo ha area A.

acqua Calcolare il valore massimo dell’altezza h tale


che la pressione dell’acqua nel punto S
z rimanga al di sopra di un valore pmin prefissato
(per es.: tensione di vapore ⇒ per impedire la
x cavitazione).
Q
Dato che conosciamo il valore della portata volumetrica Q, possiamo calcolare
VS = Q/A e quindi:
 2  2
pa p 1 Q pS pa 1 Q
= S+ + gh ⇒ = − − gh
ρ ρ 2 A ρ ρ 2 A

Come si vede, all’aumentare di h, diminuisce pS .


Affinché pS ⩾ pmin si deve avere h ⩽ hmax .

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Applicazione del teorema di Bernoulli


Esempio: massima altezza di un sifone
S Acqua che scorre in un sifone, con moto
stazionario. Si considerano trascurabili gli
aria pa

h
effetti viscosi. La portata volumetrica è Q e la
sezione del tubo ha area A.

acqua Calcolare il valore massimo dell’altezza h tale


che la pressione dell’acqua nel punto S
z rimanga al di sopra di un valore pmin prefissato
(per es.: tensione di vapore ⇒ per impedire la
x cavitazione).
Q
Si determina il valore di hmax ponendo pS = pmin :

pa 1 Q 2
 
pmin
= − − ghmax
ρ ρ 2 A

1 Q 2
 
pa − pmin
hmax = −
ρg 2g A

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Applicazione del teorema di Bernoulli


Esempio: venturimetro
1 In un condotto convergente-divergente fluisce
2 un liquido di densità ρ in moto stazionario. Il
liquido condotto è orizzontale e gli effetti viscosi
Q
possono essere considerati trascurabili.

z Tra le sezioni 1 e 2 è installato un manometro


h

differenziale ad U (che sfrutta mercurio di


x densità ρHg ) con il quale si misura la differenza
Hg di pressione p1 − p2 , tramite il dislivello h .

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Applicazione del teorema di Bernoulli


Esempio: venturimetro
1
2 Questo dispositivo si chiama “tubo di Venturi”
liquido
Q o “venturimetro”.
È un misuratore di portata.
z
h

Calcolare la portata volumetrica Q del liquido


x che fluisce nel venturimetro.
Hg

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Applicazione del teorema di Bernoulli


Esempio: venturimetro
1
2 Questo dispositivo si chiama “tubo di Venturi”
liquido
Q o “venturimetro”.
È un misuratore di portata.
z
h

Calcolare la portata volumetrica Q del liquido


x che fluisce nel venturimetro.
Hg
Il liquido si considera incomprimibile.
Sono quindi soddisfatte le ipotesi del teorema di Bernoulli:
1 fluido pesante
2 incomprimibile
3 non viscoso
4 in moto stazionario

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Applicazione del teorema di Bernoulli


Esempio: venturimetro
1
2 Questo dispositivo si chiama “tubo di Venturi”
liquido
Q o “venturimetro”.
È un misuratore di portata.
z
h

Calcolare la portata volumetrica Q del liquido


x che fluisce nel venturimetro.
Hg
Consideriamo quindi una linea di flusso dal centro della sezione 1 al centro della
sezione 2:
p1 1 2 p2 1 2
+ V1 + gz1 = + V2 + gz2
ρ 2 ρ 2
Dall’equazione integrale di continuità (essendo il fluido incomprimibile), si ricava:

Q1 = A1 V1 = A2 V2 = Q2 = Q

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Applicazione del teorema di Bernoulli


Esempio: venturimetro
1
2 Questo dispositivo si chiama “tubo di Venturi”
liquido
Q o “venturimetro”.
È un misuratore di portata.
z
h

Calcolare la portata volumetrica Q del liquido


x che fluisce nel venturimetro.
Hg
Essendo inoltre z1 = z2 , si ha:
 2  2
p1 1 Q p2 1 Q
+ = +
ρ 2 A1 ρ 2 A2

!
2 (p1 − p2 ) 1 1
= 2
− 2 Q2
ρ A2 A1

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Applicazione del teorema di Bernoulli


Esempio: venturimetro
1
2 Questo dispositivo si chiama “tubo di Venturi”
liquido
Q o “venturimetro”.
È un misuratore di portata.
z
h

Calcolare la portata volumetrica Q del liquido


x che fluisce nel venturimetro.
Hg
Si ottiene così: v v
u 2 (p − p ) u 2ρ g h
1 2 Hg
Q = u ! = u
u !
u
tρ 1 − 1 tρ 1 − 1
u u
A22 A21 A22 A21

essendo p1 − p2 = ρHg g h la differenza di pressione misurata dal manometro (si


trascurano le differenze di pressione tra le interfacce del mercurio e i centri delle
sezioni 1 e 2, in quanto si suppone ρ ≪ ρHg ).

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Applicazione del teorema di Bernoulli


Esempio: massima altezza raggiunta dal getto di un idrante
aria pa 2 Idrante che emette un getto d’acqua inclinato
acqua di un angolo θ rispetto al piano orizzontale. Il
getto raggiunge (in aria a pressione pa
⃗v θ
H uniforme) l’altezza massima H rispetto alla
z quota della sezione di uscita 1.
1
x Indichiamo con 2 il punto di altezza massima.

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Applicazione del teorema di Bernoulli


Esempio: massima altezza raggiunta dal getto di un idrante
aria pa 2
acqua Considerando l’acqua in moto stazionario e
⃗v trascurando gli effetti viscosi, calcolare il
θ
H modulo v = ⃗v della velocità del getto nella
z
1 sezione di uscita 1 .
x

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Applicazione del teorema di Bernoulli


Esempio: massima altezza raggiunta dal getto di un idrante
aria pa 2
acqua Considerando l’acqua in moto stazionario e
⃗v trascurando gli effetti viscosi, calcolare il
θ
H modulo v = ⃗v della velocità del getto nella
z
1 sezione di uscita 1 .
x

Trascurando gli effetti viscosi si ha:

ρ⃗a = ρ⃗f − ⃗∇p

ma la pressione dell’acqua nel getto (a valle di 1) è uguale a quella dell’aria che lo


circonda e quindi è uniforme:

p = pa ⇒ ⃗∇p = ⃗∇pa = ⃗0 ⇒ ρ⃗a = ρ⃗f ⇒ ⃗a = ⃗f

Proiettando sull’asse x si ottiene:


ax = fx

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Applicazione del teorema di Bernoulli


Esempio: massima altezza raggiunta dal getto di un idrante
aria pa 2
acqua Considerando l’acqua in moto stazionario e
⃗v trascurando gli effetti viscosi, calcolare il
θ
H modulo v = ⃗v della velocità del getto nella
z
1 sezione di uscita 1 .
x

L’unica forza di volume presente è il peso:


⃗f = ⃗g ⇒ ax = fx = gx = 0

La componente orizzontale dell’accelerazione è dunque nulla e quindi la


componente orizzontale della velocità rimane invariata:

ax = 0 ⇒ Vx2 = Vx1 = v cos θ

Nel punto 2 di altezza massima la componente verticale di velocità è nulla:

Vz2 = 0 ⇒ V22 = Vx2


2
= v 2 cos2 θ
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Applicazione del teorema di Bernoulli


Esempio: massima altezza raggiunta dal getto di un idrante
aria pa 2
acqua Considerando l’acqua in moto stazionario e
⃗v trascurando gli effetti viscosi, calcolare il
θ
H modulo v = ⃗v della velocità del getto nella
z
1 sezione di uscita 1 .
x

Nel getto tra 1 e 2 sono soddisfatte le ipotesi del teorema di Bernoulli:


1 fluido pesante
2 incomprimibile (l’acqua si considera incomprimibile)
3 non viscoso
4 in moto stazionario
Consideriamo perciò una linea di flusso da 1 a 2:

p1 1 2 p2 1 2
+ V1 + gz1 = + V2 + gz2
ρ 2 ρ 2

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Applicazione del teorema di Bernoulli


Esempio: massima altezza raggiunta dal getto di un idrante
aria pa 2
acqua Considerando l’acqua in moto stazionario e
⃗v trascurando gli effetti viscosi, calcolare il
θ
H modulo v = ⃗v della velocità del getto nella
z
1 sezione di uscita 1 .
x

Ma
p1 = p2 = pa V12 = v 2 z2 = z1 + H
per cui si ha:

1 2 1 1 2 2
v = v 2 cos2 θ + gH ⇒ v sin θ = gH ⇒
2 2 2
2gH 1 p
⇒ v2 = ⇒ v = 2gH
sin2 θ sin θ

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Applicazione del teorema di Bernoulli


Esempio: forma di un getto verticale d’acqua in caduta
z Getto d’acqua verticale diretto verso il basso che
fuoriesce da un condotto e sbocca in aria a
A0 pressione pa uniforme. Il getto fuoriesce a bassa
V0 z0 velocità V0 (alla quota z0 , area di uscita A0 ); la
velocità può essere considerata uniforme su A0
aria acqua e si possono trascurare gli effetti viscosi e non
pa stazionari.
A
z Calcolare l’area A del getto in funzione di z .

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Applicazione del teorema di Bernoulli


Esempio: forma di un getto verticale d’acqua in caduta
z Getto d’acqua verticale diretto verso il basso che
fuoriesce da un condotto e sbocca in aria a
A0 pressione pa uniforme. Il getto fuoriesce a bassa
V0 z0 velocità V0 (alla quota z0 , area di uscita A0 ); la
velocità può essere considerata uniforme su A0
aria acqua e si possono trascurare gli effetti viscosi e non
pa stazionari.
A
z Calcolare l’area A del getto in funzione di z .
Consideriamo l’acqua incomprimibile.
Sono quindi soddisfatte le ipotesi del teorema di Bernoulli:
1 fluido pesante
2 incomprimibile
3 non viscoso
4 in moto stazionario

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Applicazione del teorema di Bernoulli


Esempio: forma di un getto verticale d’acqua in caduta
z Getto d’acqua verticale diretto verso il basso che
fuoriesce da un condotto e sbocca in aria a
A0 pressione pa uniforme. Il getto fuoriesce a bassa
V0 z0 velocità V0 (alla quota z0 , area di uscita A0 ); la
velocità può essere considerata uniforme su A0
aria acqua e si possono trascurare gli effetti viscosi e non
pa stazionari.
A
z Calcolare l’area A del getto in funzione di z .
Consideriamo perciò una linea di flusso da un punto della sezione a quota z0 ad un
punto della sezione alla generica quota z:

p0 1 2 p 1
+ V0 + gz0 = + V 2 + gz
ρ 2 ρ 2

D’altra parte il getto d’acqua è circondato da aria a pressione uniforme pa (al di


sotto della quota z0 ) e quindi anche la sua pressione è pari a pa :

p = p0 = pa ⇒ V 2 = V02 + 2g (z0 − z)
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Applicazione del teorema di Bernoulli


Esempio: forma di un getto verticale d’acqua in caduta
z Getto d’acqua verticale diretto verso il basso che
fuoriesce da un condotto e sbocca in aria a
A0 pressione pa uniforme. Il getto fuoriesce a bassa
V0 z0 velocità V0 (alla quota z0 , area di uscita A0 ); la
velocità può essere considerata uniforme su A0
aria acqua e si possono trascurare gli effetti viscosi e non
pa stazionari.
A
z Calcolare l’area A del getto in funzione di z .
Applicando l’equazione integrale di continuità alla porzione di getto compresa tra le
quote z0 e z, si ottiene:
V0
A0 V0 = AV ⇒ A = A0
V
Sostituendo l’espressione trovata per V , si ha:
v
V0 u 1
A = A0 q = A0 u
u 2g
V02 + 2g (z0 − z) t
1 + 2 (z0 − z)
V0

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Applicazione di teorema di Bernoulli ed eq. integrali


Esempio: spinta su una lastra piana inclinata investita da un getto
aria
Un getto d’acqua orizzontale (con velocità
z pa
2 ⃗v = v ⃗i ed area A) investe una lastra piana
x θ inclinata (di un angolo θ ) montata su un
⃗v sostegno fisso.

1 Calcolare la componente x della risultante


delle forze che la lastra esercita sul
sostegno (Fx ), trascurando gli effetti
−⃗F viscosi.
⃗F

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Applicazione di teorema di Bernoulli ed eq. integrali


Esempio: spinta su una lastra piana inclinata investita da un getto
aria
Un getto d’acqua orizzontale (con velocità
z pa
2 ⃗v = v ⃗i ed area A) investe una lastra piana
x θ inclinata (di un angolo θ ) montata su un
⃗v sostegno fisso.

1 Calcolare la componente x della risultante


delle forze che la lastra esercita sul
sostegno (Fx ), trascurando gli effetti
−⃗F viscosi.
⃗F
L’acqua si considera incomprimibile. Scegliamo il volume di controllo in figura e
applichiamo l’equazione integrale di continuità e l’equazione integrale della quantità
di moto (da proiettare sull’asse x):
 Z I


 V+
ρ d− ρ ⃗V ·⃗n dA = 0
∂ t ZV− −
∂IV
∂
 
 ⃗V ρ d−
V+ ⃗V ρ ⃗V ·⃗n dA = R
⃗B +R
⃗S
∂ t V− −
∂V

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Applicazione di teorema di Bernoulli ed eq. integrali


Esempio: spinta su una lastra piana inclinata investita da un getto
aria
Un getto d’acqua orizzontale (con velocità
z pa
2 ⃗v = v ⃗i ed area A) investe una lastra piana
x θ inclinata (di un angolo θ ) montata su un
⃗v sostegno fisso.

1 Calcolare la componente x della risultante


delle forze che la lastra esercita sul
sostegno (Fx ), trascurando gli effetti
−⃗F viscosi.
⃗F
• Acqua considerata fluido incomprimibile ⇒ ρ = costante

• Moto dell’acqua considerato stazionario ⇒ =0
∂t
• Proiezione sull’asse x orizzontale ⇒ RBx = 0
• Per il terzo principio della dinamica, il sostegno
I esercita una risultante −⃗F di
forze sulla lastra ⇒ RSx = −Fx − p ⃗n ·⃗i dA

∂V

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Applicazione di teorema di Bernoulli ed eq. integrali


Esempio: spinta su una lastra piana inclinata investita da un getto
aria
Un getto d’acqua orizzontale (con velocità
z pa
2 ⃗v = v ⃗i ed area A) investe una lastra piana
x θ inclinata (di un angolo θ ) montata su un
⃗v sostegno fisso.

1 Calcolare la componente x della risultante


delle forze che la lastra esercita sul
sostegno (Fx ), trascurando gli effetti
−⃗F viscosi.
⃗F
− è una superficie chiusa (è il bordo di una regione
Ma la superficie di controllo ∂ V
−).
compatta di spazio: il volume di controllo V

− (incluse A1 e A2 , sezioni di un
Inoltre la pressione è p = pa uniforme su tutta ∂ V
getto circondato da aria), perciò:
I
p ⃗n ·⃗i dA = 0 ⇒ RSx = −Fx

∂V

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Applicazione di teorema di Bernoulli ed eq. integrali


Esempio: spinta su una lastra piana inclinata investita da un getto
aria
Un getto d’acqua orizzontale (con velocità
z pa
2 ⃗v = v ⃗i ed area A) investe una lastra piana
x θ inclinata (di un angolo θ ) montata su un
⃗v sostegno fisso.

1 Calcolare la componente x della risultante


delle forze che la lastra esercita sul
sostegno (Fx ), trascurando gli effetti
−⃗F viscosi.
⃗F
Sostituendo e calcolando gli integrali di flusso (con l’approssimazione di velocità
uniformi sulle sezioni 1 e 2) si ottiene:

−V1 A1 + V2 A2 = 0

−V1x ρV1 A1 + V2x ρV2 A2 = −Fx


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Applicazione di teorema di Bernoulli ed eq. integrali


Esempio: spinta su una lastra piana inclinata investita da un getto
aria
Un getto d’acqua orizzontale (con velocità
z pa
2 ⃗v = v ⃗i ed area A) investe una lastra piana
x θ inclinata (di un angolo θ ) montata su un
⃗v sostegno fisso.

1 Calcolare la componente x della risultante


delle forze che la lastra esercita sul
sostegno (Fx ), trascurando gli effetti
−⃗F viscosi.
⃗F
Si ha:
A1 = A
V1x = V1 = v
V2x = V2 cos θ

Sono inoltre soddisfatte le ipotesi del teorema di Bernoulli: fluido pesante


incomprimibile non viscoso in moto stazionario.

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Applicazione di teorema di Bernoulli ed eq. integrali


Esempio: spinta su una lastra piana inclinata investita da un getto
aria
Un getto d’acqua orizzontale (con velocità
z pa
2 ⃗v = v ⃗i ed area A) investe una lastra piana
x θ inclinata (di un angolo θ ) montata su un
⃗v sostegno fisso.

1 Calcolare la componente x della risultante


delle forze che la lastra esercita sul
sostegno (Fx ), trascurando gli effetti
−⃗F viscosi.
⃗F
Consideriamo una linea di flusso da un punto della sezione 1 ad un punto della
sezione 2:
pa 1 2 pa 1 2
+ V1 + gz1 = + V2 + gz2
ρ 2 ρ 2
per cui, trascurando la differenza di quota tra le sezioni 1 e 2, si ottiene:
z2 ≈ z1 ⇒ V2 ≈ V1 = v

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Applicazione di teorema di Bernoulli ed eq. integrali


Esempio: spinta su una lastra piana inclinata investita da un getto
aria
Un getto d’acqua orizzontale (con velocità
z pa
2 ⃗v = v ⃗i ed area A) investe una lastra piana
x θ inclinata (di un angolo θ ) montata su un
⃗v sostegno fisso.

1 Calcolare la componente x della risultante


delle forze che la lastra esercita sul
sostegno (Fx ), trascurando gli effetti
−⃗F viscosi.
⃗F
Quindi si ha:

−A1 + A2 = 0 ⇒ A2 = A1 = A

−v ρvA + (v cos θ ) ρvA = −Fx


Da cui si ottiene infine:


Fx = ρAv 2 (1 − cos θ )

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Esempio: spinta su una pala Pelton fissa e su una che trasla
⃗V2′

aria
2′
z pa y
B ⃗c1 B ⃗c1
x x
1 1
−⃗F

β ⃗V2 2
⃗F B-B
Un getto d’acqua fuoriesce da un ugello fisso (non rappresentato in figura) con
velocità orizzontale ⃗c1 = c1⃗i ed area A. Il getto colpisce una pala Pelton montata su
un sostegno fisso. La pala (a doppia cucchiaia) divide il getto in due metà che
vengono deflesse ed escono con angolo β .

Calcolare la componente x della risultante delle forze che la pala esercita sul
sostegno (Fx ), trascurando gli effetti viscosi.

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Applicazione di teorema di Bernoulli ed eq. integrali


Esempio: spinta su una pala Pelton fissa e su una che trasla
⃗V2′

aria
2′
z pa y
B ⃗c1 B ⃗c1
x x
1 1
−⃗F

β ⃗V2 2
⃗F B-B
L’acqua si considera incomprimibile. Scegliamo il volume di controllo in figura e
applichiamo l’equazione integrale di continuità e l’equazione integrale della quantità
di moto (da proiettare sull’asse x):
 Z I


 V+
ρ d− ρ ⃗V ·⃗n dA = 0
∂ t ZV− −
∂IV
∂
 
 ⃗V ρ d−
V+ ⃗V ρ ⃗V ·⃗n dA = R
⃗B +R
⃗S
∂ t V− −
∂V

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Applicazione di teorema di Bernoulli ed eq. integrali


Esempio: spinta su una pala Pelton fissa e su una che trasla
⃗V2′

aria
2′
z pa y
B ⃗c1 B ⃗c1
x x
1 1
−⃗F

β ⃗V2 2
⃗F B-B
Il volume di controllo è fisso rispetto al sistema di riferimento della pala.

• Moto dell’acqua considerato stazionario (in questo sistema di rif.) ⇒ =0
∂t
• Proiezione sull’asse x orizzontale ⇒ RBx = 0
• Per il terzo principio della dinamica, ilI sostegno esercita una risultante −⃗F di
forze sulla pala ⇒ RSx = −Fx − p ⃗n ·⃗i dA

∂V

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Applicazione di teorema di Bernoulli ed eq. integrali


Esempio: spinta su una pala Pelton fissa e su una che trasla
⃗V2′

aria
2′
z pa y
B ⃗c1 B ⃗c1
x x
1 1
−⃗F

β ⃗V2 2
⃗F B-B
− è una superficie chiusa (è il bordo di una regione
Ma la superficie di controllo ∂ V
−).
compatta di spazio: il volume di controllo V

− (incluse A1 , A2 , A2′ ), perciò:


Inoltre la pressione è p = pa uniforme su tutta ∂ V
I
p ⃗n ·⃗i dA = 0 ⇒ RSx = −Fx

∂V

8/9
DIEF Teorema di Bernoulli
DIPARTIMENTO
DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Applicazione di teorema di Bernoulli ed eq. integrali


Esempio: spinta su una pala Pelton fissa e su una che trasla
⃗V2′

aria
2′
z pa y
B ⃗c1 B ⃗c1
x x
1 1
−⃗F

β ⃗V2 2
⃗F B-B
Sostituendo e calcolando gli integrali di flusso (con l’approssimazione di velocità
uniformi sulle sezioni 1, 2, 2′ ) si ottiene:

−V1 A1 + V2 A2 + V2′ A2′ = 0

−V1x ρV1 A1 + V2x ρV2 A2 + V2′ x ρV2′ A2′ = −Fx


8/9
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DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Applicazione di teorema di Bernoulli ed eq. integrali


Esempio: spinta su una pala Pelton fissa e su una che trasla
⃗V2′

aria
2′
z pa y
B ⃗c1 B ⃗c1
x x
1 1
−⃗F

β ⃗V2 2
⃗F B-B
Si ha:
A1 = A V1x = V1
A2′ = A2 V2′ = V2 V2′ x = V2x = −V2 cos β
avendo supposto perfetta simmetria.

Sono inoltre soddisfatte le ipotesi del teorema di Bernoulli: fluido pesante


incomprimibile non viscoso in moto stazionario.

8/9
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DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Applicazione di teorema di Bernoulli ed eq. integrali


Esempio: spinta su una pala Pelton fissa e su una che trasla
⃗V2′

aria
2′
z pa y
B ⃗c1 B ⃗c1
x x
1 1
−⃗F

β ⃗V2 2
⃗F B-B
Consideriamo due linee di flusso. Da un punto della sezione 1 ad uno della sezione
2 e da un punto di 1 ad uno di 2′ :
pa 1 2 pa 1 2 pa 1 2
+ V1 + gz1 = + V2 + gz2 = + V2′ + gz2′
ρ 2 ρ 2 ρ 2
per cui si ottiene:
z1 = z2 = z2′ ⇒ V1 = V2 = V2′

8/9
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INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Applicazione di teorema di Bernoulli ed eq. integrali


Esempio: spinta su una pala Pelton fissa e su una che trasla
⃗V2′

aria
2′
z pa y
B ⃗c1 B ⃗c1
x x
1 1
−⃗F

β ⃗V2 2
⃗F B-B
Quindi si ha:

−A1 + 2A2 = 0 1 1
⇒ A2 = 2 A1 = 2A
F = ρV 2 A + ρV 2 1 A cos β + ρV 2 1 A cos β = ρAV 2 (1 + cos β )
x 1 12 12 1

Dato che la pala è fissa rispetto all’ugello, si ha ⃗V1 = ⃗c1 e quindi:


Fx = ρAc12 (1 + cos β )

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INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Applicazione di teorema di Bernoulli ed eq. integrali


Esempio: spinta su una pala Pelton fissa e su una che trasla

aria
Cosa cambia se la pala trasla
z pa con velocità costante
⃗c1
x
⃗V1 ⃗u ⃗u = u⃗i
⃗u
rispetto all’ugello?

9/9
DIEF Teorema di Bernoulli
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INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Applicazione di teorema di Bernoulli ed eq. integrali


Esempio: spinta su una pala Pelton fissa e su una che trasla

aria
Cosa cambia se la pala trasla
z pa con velocità costante
⃗c1
x
⃗V1 ⃗u ⃗u = u⃗i
⃗u
rispetto all’ugello?

Scegliendo ancora il volume di controllo V− fisso rispetto al sistema di riferimento


della pala e ripetendo tutto il ragionamento in tale sistema di riferimento, l’unica
cosa che cambia è la relazione tra ⃗V1 e ⃗c1 .

La velocità “assoluta” ⃗c1 è data dalla somma della velocità “relativa” ⃗V1 e della
velocità di trascinamento ⃗u:

⃗c1 = ⃗V1 +⃗u ⇒ ⃗V1 = ⃗c1 −⃗u

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INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Applicazione di teorema di Bernoulli ed eq. integrali


Esempio: spinta su una pala Pelton fissa e su una che trasla

aria
Cosa cambia se la pala trasla
z pa con velocità costante
⃗c1
x
⃗V1 ⃗u ⃗u = u⃗i
⃗u
rispetto all’ugello?

Le velocità ⃗c1 ed ⃗u sono parallele ed equiverse.

Purché c1 > u, si ha:


V1x = V1 = c1 − u
e quindi:
Fx = ρAV12 (1 + cos β ) = ρA (c1 − u)2 (1 + cos β )

9/9
DIEF
DIPARTIMENTO
DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE

Calcolo delle perdite nei condotti


Corso di Fluidodinamica

Francesco Poli

Dipartimento di Ingegneria Industriale


Università degli studi di Firenze

Anno accademico 2020-2021


DIEF Perdite in condotti
DIPARTIMENTO
DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2020-2021

Sommario

1 Calcolo delle perdite nei condotti

2 / 14
DIEF Perdite in condotti
DIPARTIMENTO
DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2020-2021

Calcolo delle perdite nei condotti


Riepilogo delle formule sulle perdite in un condotto (1)
Consideriamo le seguenti ipotesi:
1 fluido pesante
2 incomprimibile
3 in moto stazionario all’interno di un condotto
L’equazione dell’energia totale tra le sezioni 1 e 2 del condotto può essere scritta
nella seguente forma:
p1 α1 2 p2 α2 2
+ w1 + gz1 = + w2 + gz2 + H12
ρ 2 ρ 2

dove il coefficiente di energia cinetica è dato da:

1
Z
α = ρw 3 dΣ
Pm wavg
2
A

e vale 2.0 per un profilo di velocità parabolico (regime perfettamente laminare),


mentre si riduce fino ad approssimarsi ad 1.0 per profili di velocità più ‘tozzi’ (regime
sempre più turbolento).
3 / 14
DIEF Perdite in condotti
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INDUSTRIALE Anno accademico 2020-2021

Calcolo delle perdite nei condotti


Riepilogo delle formule sulle perdite in un condotto (1)
Consideriamo le seguenti ipotesi:
1 fluido pesante
2 incomprimibile
3 in moto stazionario all’interno di un condotto
L’equazione dell’energia totale tra le sezioni 1 e 2 del condotto può essere scritta
nella seguente forma:
p1 α1 2 p2 α2 2
+ w1 + gz1 = + w2 + gz2 + H12
ρ 2 ρ 2

dove il coefficiente di energia cinetica è dato da:

1
Z
α = ρw 3 dΣ
Pm wavg
2
A

e vale 2.0 per un profilo di velocità parabolico (regime perfettamente laminare),


mentre si riduce fino ad approssimarsi ad 1.0 per profili di velocità più ‘tozzi’ (regime
sempre più turbolento).
3 / 14
DIEF Perdite in condotti
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INDUSTRIALE Anno accademico 2020-2021

Calcolo delle perdite nei condotti


Riepilogo delle formule sulle perdite in un condotto (1)
Consideriamo le seguenti ipotesi:
1 fluido pesante
2 incomprimibile
3 in moto stazionario all’interno di un condotto
L’equazione dell’energia totale tra le sezioni 1 e 2 del condotto può essere scritta
nella seguente forma:
p1 α1 2 p2 α2 2
+ w1 + gz1 = + w2 + gz2 + H12
ρ 2 ρ 2

dove il coefficiente di energia cinetica è dato da:

1
Z
α = ρw 3 dΣ
Pm wavg
2
A

e vale 2.0 per un profilo di velocità parabolico (regime perfettamente laminare),


mentre si riduce fino ad approssimarsi ad 1.0 per profili di velocità più ‘tozzi’ (regime
sempre più turbolento).
3 / 14
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INDUSTRIALE Anno accademico 2020-2021

Calcolo delle perdite nei condotti


Riepilogo delle formule sulle perdite in un condotto (2)
Con il simbolo H12 si è indicata la somma di tutte le perdite tra le sezioni 1 e 2.
Se la sezione 1 è a monte della sezione 2, si ha H12 > 0 .

Le perdite si suddividono in perdite distribuite (major losses) e perdite concentrate


(minor losses):
(d) (c)
H12 = ∑ H12 + ∑ H12
In ogni tratto dritto di condotto a sezione costante si ha una perdita distribuita data
da:
(d) L w2
H12 = f
D 2
Il fattore d’attrito f è calcolabile sfruttando il diagramma di Moody, oppure con le
seguenti formule:
64

f = NRe


 per moto laminare
 
 1 2.51 ε/D
 √ = −2 log10 √ + formula di Colebrook per moto turbolento


f NRe f 3.7

4 / 14
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Calcolo delle perdite nei condotti


Riepilogo delle formule sulle perdite in un condotto (2)
Con il simbolo H12 si è indicata la somma di tutte le perdite tra le sezioni 1 e 2.
Se la sezione 1 è a monte della sezione 2, si ha H12 > 0 .

Le perdite si suddividono in perdite distribuite (major losses) e perdite concentrate


(minor losses):
(d) (c)
H12 = ∑ H12 + ∑ H12
In ogni tratto dritto di condotto a sezione costante si ha una perdita distribuita data
da:
(d) L w2
H12 = f
D 2
Il fattore d’attrito f è calcolabile sfruttando il diagramma di Moody, oppure con le
seguenti formule:
64

f = NRe


 per moto laminare
 
 1 2.51 ε/D
 √ = −2 log10 √ + formula di Colebrook per moto turbolento


f NRe f 3.7

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Calcolo delle perdite nei condotti


Riepilogo delle formule sulle perdite in un condotto (2)
Con il simbolo H12 si è indicata la somma di tutte le perdite tra le sezioni 1 e 2.
Se la sezione 1 è a monte della sezione 2, si ha H12 > 0 .

Le perdite si suddividono in perdite distribuite (major losses) e perdite concentrate


(minor losses):
(d) (c)
H12 = ∑ H12 + ∑ H12
In ogni tratto dritto di condotto a sezione costante si ha una perdita distribuita data
da:
(d) L w2
H12 = f
D 2
Il fattore d’attrito f è calcolabile sfruttando il diagramma di Moody, oppure con le
seguenti formule:
64

f = NRe


 per moto laminare
 
 1 2.51 ε/D
 √ = −2 log10 √ + formula di Colebrook per moto turbolento


f NRe f 3.7

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Calcolo delle perdite nei condotti


Riepilogo delle formule sulle perdite in un condotto (2)
Con il simbolo H12 si è indicata la somma di tutte le perdite tra le sezioni 1 e 2.
Se la sezione 1 è a monte della sezione 2, si ha H12 > 0 .

Le perdite si suddividono in perdite distribuite (major losses) e perdite concentrate


(minor losses):
(d) (c)
H12 = ∑ H12 + ∑ H12
In ogni tratto dritto di condotto a sezione costante si ha una perdita distribuita data
da:
(d) L w2
H12 = f
D 2
Il fattore d’attrito f è calcolabile sfruttando il diagramma di Moody, oppure con le
seguenti formule:
64

f = NRe


 per moto laminare
 
 1 2.51 ε/D
 √ = −2 log10 √ + formula di Colebrook per moto turbolento


f NRe f 3.7

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Calcolo delle perdite nei condotti


Riepilogo delle formule sulle perdite in un condotto (3)

In corrispondenza di ogni variazione geometrica nel condotto (cioè ogni deviazione


dalla geometria semplice di condotto dritto a sezione costante: gomiti, restringimenti
o allargamenti di sezione, imbocchi da o sbocchi in serbatoi, valvole, . . . ) si ha una
perdita concentrata data da:
(c) w2
H12 = K
2
Il valore del coefficiente di perdita concentrata K si trova in tabelle o diagrammi per i
vari tipi di variazione geometrica.

Per alcune variazioni geometriche si trovano in alternativa i valori della lunghezza


equivalente di condotto Le , in base alla quale la perdita concentrata si esprime con
la seguente formula:
(c) Le w 2
H12 = f
D 2

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Calcolo delle perdite nei condotti


Riepilogo delle formule sulle perdite in un condotto (3)

In corrispondenza di ogni variazione geometrica nel condotto (cioè ogni deviazione


dalla geometria semplice di condotto dritto a sezione costante: gomiti, restringimenti
o allargamenti di sezione, imbocchi da o sbocchi in serbatoi, valvole, . . . ) si ha una
perdita concentrata data da:
(c) w2
H12 = K
2
Il valore del coefficiente di perdita concentrata K si trova in tabelle o diagrammi per i
vari tipi di variazione geometrica.

Per alcune variazioni geometriche si trovano in alternativa i valori della lunghezza


equivalente di condotto Le , in base alla quale la perdita concentrata si esprime con
la seguente formula:
(c) Le w 2
H12 = f
D 2

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Calcolo delle perdite nei condotti


Riepilogo delle formule sulle perdite in un condotto (3)

In corrispondenza di ogni variazione geometrica nel condotto (cioè ogni deviazione


dalla geometria semplice di condotto dritto a sezione costante: gomiti, restringimenti
o allargamenti di sezione, imbocchi da o sbocchi in serbatoi, valvole, . . . ) si ha una
perdita concentrata data da:
(c) w2
H12 = K
2
Il valore del coefficiente di perdita concentrata K si trova in tabelle o diagrammi per i
vari tipi di variazione geometrica.

Per alcune variazioni geometriche si trovano in alternativa i valori della lunghezza


equivalente di condotto Le , in base alla quale la perdita concentrata si esprime con
la seguente formula:
(c) Le w 2
H12 = f
D 2

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Calcolo delle perdite nei condotti


Categorie di problemi in sistemi a singolo condotto
Consideriamo un sistema costituito da un unico condotto, arbitrariamente
complicato (ma privo di ramificazioni): il fluido si muove all’interno di un dominio
semplicemente connesso.

Si suppone nota la configurazione del sistema: materiale e lavorazione dei tratti di


condotto (e quindi la scabrezza assoluta ε), numero e disposizione dei tratti di
condotto dritti a sezione costante, numero e disposizione delle variazioni
geometriche (gomiti, valvole, . . . ), differenze di quota. Si suppone anche noto il
fluido (densità ρ e viscosità dinamica µ o viscosità cinematica ν = µ/ρ).

Le variabili (legate tra loro) che possono essere tipicamente incognite in un


problema riguardante un tale condotto sono:
1 le differenze di pressione ∆p
2 le lunghezze dei tratti di condotto L
3 la portata volumetrica Q
4 i diametri dei tratti di condotto D
Le principali categorie di problemi sono le quattro in cui si deve determinare una di
queste variabili, note le altre tre.
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Calcolo delle perdite nei condotti


Categorie di problemi in sistemi a singolo condotto
Consideriamo un sistema costituito da un unico condotto, arbitrariamente
complicato (ma privo di ramificazioni): il fluido si muove all’interno di un dominio
semplicemente connesso.

Si suppone nota la configurazione del sistema: materiale e lavorazione dei tratti di


condotto (e quindi la scabrezza assoluta ε), numero e disposizione dei tratti di
condotto dritti a sezione costante, numero e disposizione delle variazioni
geometriche (gomiti, valvole, . . . ), differenze di quota. Si suppone anche noto il
fluido (densità ρ e viscosità dinamica µ o viscosità cinematica ν = µ/ρ).

Le variabili (legate tra loro) che possono essere tipicamente incognite in un


problema riguardante un tale condotto sono:
1 le differenze di pressione ∆p
2 le lunghezze dei tratti di condotto L
3 la portata volumetrica Q
4 i diametri dei tratti di condotto D
Le principali categorie di problemi sono le quattro in cui si deve determinare una di
queste variabili, note le altre tre.
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Calcolo delle perdite nei condotti


Categorie di problemi in sistemi a singolo condotto
Consideriamo un sistema costituito da un unico condotto, arbitrariamente
complicato (ma privo di ramificazioni): il fluido si muove all’interno di un dominio
semplicemente connesso.

Si suppone nota la configurazione del sistema: materiale e lavorazione dei tratti di


condotto (e quindi la scabrezza assoluta ε), numero e disposizione dei tratti di
condotto dritti a sezione costante, numero e disposizione delle variazioni
geometriche (gomiti, valvole, . . . ), differenze di quota. Si suppone anche noto il
fluido (densità ρ e viscosità dinamica µ o viscosità cinematica ν = µ/ρ).

Le variabili (legate tra loro) che possono essere tipicamente incognite in un


problema riguardante un tale condotto sono:
1 le differenze di pressione ∆p
2 le lunghezze dei tratti di condotto L
3 la portata volumetrica Q
4 i diametri dei tratti di condotto D
Le principali categorie di problemi sono le quattro in cui si deve determinare una di
queste variabili, note le altre tre.
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Calcolo delle perdite nei condotti


Problemi del tipo L, D, Q → ∆p

Questo tipo di problemi si può risolvere in maniera diretta.

Dalla conoscenza di portata Q e diametri D si ricavano le velocità ed i numeri di


Reynolds:
Q 4Q ρwD
w = = 2
NRe =
A πD µ
Essendo noti i diametri D si possono calcolare anche le scabrezze relative ε/D e
così si può valutare il fattore d’attrito:
 ε
f = f NRe ,
D
Utilizzando anche i coefficienti di perdita concentrata K , si possono così calcolare le
perdite H, essendo note anche le lunghezze L .

Dall’equazione dell’energia totale si ottengono infine le differenze di pressione ∆p .

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Calcolo delle perdite nei condotti


Problemi del tipo L, D, Q → ∆p

Questo tipo di problemi si può risolvere in maniera diretta.

Dalla conoscenza di portata Q e diametri D si ricavano le velocità ed i numeri di


Reynolds:
Q 4Q ρwD
w = = 2
NRe =
A πD µ
Essendo noti i diametri D si possono calcolare anche le scabrezze relative ε/D e
così si può valutare il fattore d’attrito:
 ε
f = f NRe ,
D
Utilizzando anche i coefficienti di perdita concentrata K , si possono così calcolare le
perdite H, essendo note anche le lunghezze L .

Dall’equazione dell’energia totale si ottengono infine le differenze di pressione ∆p .

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Calcolo delle perdite nei condotti


Problemi del tipo L, D, Q → ∆p

Questo tipo di problemi si può risolvere in maniera diretta.

Dalla conoscenza di portata Q e diametri D si ricavano le velocità ed i numeri di


Reynolds:
Q 4Q ρwD
w = = 2
NRe =
A πD µ
Essendo noti i diametri D si possono calcolare anche le scabrezze relative ε/D e
così si può valutare il fattore d’attrito:
 ε
f = f NRe ,
D
Utilizzando anche i coefficienti di perdita concentrata K , si possono così calcolare le
perdite H, essendo note anche le lunghezze L .

Dall’equazione dell’energia totale si ottengono infine le differenze di pressione ∆p .

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Problemi del tipo L, D, Q → ∆p

Questo tipo di problemi si può risolvere in maniera diretta.

Dalla conoscenza di portata Q e diametri D si ricavano le velocità ed i numeri di


Reynolds:
Q 4Q ρwD
w = = 2
NRe =
A πD µ
Essendo noti i diametri D si possono calcolare anche le scabrezze relative ε/D e
così si può valutare il fattore d’attrito:
 ε
f = f NRe ,
D
Utilizzando anche i coefficienti di perdita concentrata K , si possono così calcolare le
perdite H, essendo note anche le lunghezze L .

Dall’equazione dell’energia totale si ottengono infine le differenze di pressione ∆p .

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Calcolo delle perdite nei condotti


Problemi del tipo L, D, Q → ∆p

Questo tipo di problemi si può risolvere in maniera diretta.

Dalla conoscenza di portata Q e diametri D si ricavano le velocità ed i numeri di


Reynolds:
Q 4Q ρwD
w = = 2
NRe =
A πD µ
Essendo noti i diametri D si possono calcolare anche le scabrezze relative ε/D e
così si può valutare il fattore d’attrito:
 ε
f = f NRe ,
D
Utilizzando anche i coefficienti di perdita concentrata K , si possono così calcolare le
perdite H, essendo note anche le lunghezze L .

Dall’equazione dell’energia totale si ottengono infine le differenze di pressione ∆p .

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Calcolo delle perdite nei condotti


Problemi del tipo ∆p, D, Q → L

Anche questo tipo di problemi si può risolvere in maniera abbastanza diretta.

Dalla conoscenza di portata Q e diametri D si ricavano le velocità w ed i numeri di


Reynolds NRe .

Essendo noti i diametri D si possono calcolare anche le scabrezze relative ε/D e


così si può valutare il fattore d’attrito f .

Utilizzando i coefficienti di perdita concentrata K , si possono calcolare le perdite


concentrate:
w2
H (c) = K
2
Sfruttando la conoscenza delle differenze di pressione ∆p, dall’equazione
dell’energia totale si ottengono le perdite distribuite H (d) , dalle quali si ricavano le
lunghezze:
L w2 2D (d)
H (d) = f ⇒ L = H
D 2 fw 2

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Calcolo delle perdite nei condotti


Problemi del tipo ∆p, D, Q → L

Anche questo tipo di problemi si può risolvere in maniera abbastanza diretta.

Dalla conoscenza di portata Q e diametri D si ricavano le velocità w ed i numeri di


Reynolds NRe .

Essendo noti i diametri D si possono calcolare anche le scabrezze relative ε/D e


così si può valutare il fattore d’attrito f .

Utilizzando i coefficienti di perdita concentrata K , si possono calcolare le perdite


concentrate:
w2
H (c) = K
2
Sfruttando la conoscenza delle differenze di pressione ∆p, dall’equazione
dell’energia totale si ottengono le perdite distribuite H (d) , dalle quali si ricavano le
lunghezze:
L w2 2D (d)
H (d) = f ⇒ L = H
D 2 fw 2

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Calcolo delle perdite nei condotti


Problemi del tipo ∆p, D, Q → L

Anche questo tipo di problemi si può risolvere in maniera abbastanza diretta.

Dalla conoscenza di portata Q e diametri D si ricavano le velocità w ed i numeri di


Reynolds NRe .

Essendo noti i diametri D si possono calcolare anche le scabrezze relative ε/D e


così si può valutare il fattore d’attrito f .

Utilizzando i coefficienti di perdita concentrata K , si possono calcolare le perdite


concentrate:
w2
H (c) = K
2
Sfruttando la conoscenza delle differenze di pressione ∆p, dall’equazione
dell’energia totale si ottengono le perdite distribuite H (d) , dalle quali si ricavano le
lunghezze:
L w2 2D (d)
H (d) = f ⇒ L = H
D 2 fw 2

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Calcolo delle perdite nei condotti


Problemi del tipo ∆p, D, Q → L

Anche questo tipo di problemi si può risolvere in maniera abbastanza diretta.

Dalla conoscenza di portata Q e diametri D si ricavano le velocità w ed i numeri di


Reynolds NRe .

Essendo noti i diametri D si possono calcolare anche le scabrezze relative ε/D e


così si può valutare il fattore d’attrito f .

Utilizzando i coefficienti di perdita concentrata K , si possono calcolare le perdite


concentrate:
w2
H (c) = K
2
Sfruttando la conoscenza delle differenze di pressione ∆p, dall’equazione
dell’energia totale si ottengono le perdite distribuite H (d) , dalle quali si ricavano le
lunghezze:
L w2 2D (d)
H (d) = f ⇒ L = H
D 2 fw 2

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INDUSTRIALE Anno accademico 2020-2021

Calcolo delle perdite nei condotti


Problemi del tipo ∆p, D, Q → L

Anche questo tipo di problemi si può risolvere in maniera abbastanza diretta.

Dalla conoscenza di portata Q e diametri D si ricavano le velocità w ed i numeri di


Reynolds NRe .

Essendo noti i diametri D si possono calcolare anche le scabrezze relative ε/D e


così si può valutare il fattore d’attrito f .

Utilizzando i coefficienti di perdita concentrata K , si possono calcolare le perdite


concentrate:
w2
H (c) = K
2
Sfruttando la conoscenza delle differenze di pressione ∆p, dall’equazione
dell’energia totale si ottengono le perdite distribuite H (d) , dalle quali si ricavano le
lunghezze:
L w2 2D (d)
H (d) = f ⇒ L = H
D 2 fw 2

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Calcolo delle perdite nei condotti


Problemi del tipo ∆p, L, D → Q
La risoluzione di questo tipo di problemi risulta invece meno semplice.

Essendo incognita la portata Q, non si possono calcolare direttamente velocità e


numeri di Reynolds e quindi neanche il fattore d’attrito.

Si può però procedere in maniera iterativa: si ipotizza un valore di primo tentativo


per il fattore d’attrito fI (una possibile scelta è il valore completamente turbolento,
che non dipende dal numero di Reynolds).

Essendo note lunghezze L e diametri D, e utilizzando i coefficienti di perdita


concentrata K , si possono calcolare le perdite distribuite e concentrate a meno delle
velocità quadrate moltiplicative (che dipendono dalla portata incognita Q). Dato che
sono note anche le differenze di pressione ∆p, dall’equazione dell’energia totale si
può così calcolare la portata di primo tentativo Q I e le corrispondenti velocità di
primo tentativo w I .

Si calcolano dunque i numeri di Reynolds NRe I e, tenuto conto delle scabrezze

relative note ε/D, si può valutare il fattore d’attrito di secondo tentativo fII , e così via,
fino a convergenza.

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Problemi del tipo ∆p, L, D → Q
La risoluzione di questo tipo di problemi risulta invece meno semplice.

Essendo incognita la portata Q, non si possono calcolare direttamente velocità e


numeri di Reynolds e quindi neanche il fattore d’attrito.

Si può però procedere in maniera iterativa: si ipotizza un valore di primo tentativo


per il fattore d’attrito fI (una possibile scelta è il valore completamente turbolento,
che non dipende dal numero di Reynolds).

Essendo note lunghezze L e diametri D, e utilizzando i coefficienti di perdita


concentrata K , si possono calcolare le perdite distribuite e concentrate a meno delle
velocità quadrate moltiplicative (che dipendono dalla portata incognita Q). Dato che
sono note anche le differenze di pressione ∆p, dall’equazione dell’energia totale si
può così calcolare la portata di primo tentativo Q I e le corrispondenti velocità di
primo tentativo w I .

Si calcolano dunque i numeri di Reynolds NRe I e, tenuto conto delle scabrezze

relative note ε/D, si può valutare il fattore d’attrito di secondo tentativo fII , e così via,
fino a convergenza.

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Calcolo delle perdite nei condotti


Problemi del tipo ∆p, L, D → Q
La risoluzione di questo tipo di problemi risulta invece meno semplice.

Essendo incognita la portata Q, non si possono calcolare direttamente velocità e


numeri di Reynolds e quindi neanche il fattore d’attrito.

Si può però procedere in maniera iterativa: si ipotizza un valore di primo tentativo


per il fattore d’attrito fI (una possibile scelta è il valore completamente turbolento,
che non dipende dal numero di Reynolds).

Essendo note lunghezze L e diametri D, e utilizzando i coefficienti di perdita


concentrata K , si possono calcolare le perdite distribuite e concentrate a meno delle
velocità quadrate moltiplicative (che dipendono dalla portata incognita Q). Dato che
sono note anche le differenze di pressione ∆p, dall’equazione dell’energia totale si
può così calcolare la portata di primo tentativo Q I e le corrispondenti velocità di
primo tentativo w I .

Si calcolano dunque i numeri di Reynolds NRe I e, tenuto conto delle scabrezze

relative note ε/D, si può valutare il fattore d’attrito di secondo tentativo fII , e così via,
fino a convergenza.

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Problemi del tipo ∆p, L, D → Q
La risoluzione di questo tipo di problemi risulta invece meno semplice.

Essendo incognita la portata Q, non si possono calcolare direttamente velocità e


numeri di Reynolds e quindi neanche il fattore d’attrito.

Si può però procedere in maniera iterativa: si ipotizza un valore di primo tentativo


per il fattore d’attrito fI (una possibile scelta è il valore completamente turbolento,
che non dipende dal numero di Reynolds).

Essendo note lunghezze L e diametri D, e utilizzando i coefficienti di perdita


concentrata K , si possono calcolare le perdite distribuite e concentrate a meno delle
velocità quadrate moltiplicative (che dipendono dalla portata incognita Q). Dato che
sono note anche le differenze di pressione ∆p, dall’equazione dell’energia totale si
può così calcolare la portata di primo tentativo Q I e le corrispondenti velocità di
primo tentativo w I .

Si calcolano dunque i numeri di Reynolds NRe I e, tenuto conto delle scabrezze

relative note ε/D, si può valutare il fattore d’attrito di secondo tentativo fII , e così via,
fino a convergenza.

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Calcolo delle perdite nei condotti


Problemi del tipo ∆p, L, D → Q
La risoluzione di questo tipo di problemi risulta invece meno semplice.

Essendo incognita la portata Q, non si possono calcolare direttamente velocità e


numeri di Reynolds e quindi neanche il fattore d’attrito.

Si può però procedere in maniera iterativa: si ipotizza un valore di primo tentativo


per il fattore d’attrito fI (una possibile scelta è il valore completamente turbolento,
che non dipende dal numero di Reynolds).

Essendo note lunghezze L e diametri D, e utilizzando i coefficienti di perdita


concentrata K , si possono calcolare le perdite distribuite e concentrate a meno delle
velocità quadrate moltiplicative (che dipendono dalla portata incognita Q). Dato che
sono note anche le differenze di pressione ∆p, dall’equazione dell’energia totale si
può così calcolare la portata di primo tentativo Q I e le corrispondenti velocità di
primo tentativo w I .

Si calcolano dunque i numeri di Reynolds NRe I e, tenuto conto delle scabrezze

relative note ε/D, si può valutare il fattore d’attrito di secondo tentativo fII , e così via,
fino a convergenza.

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Calcolo delle perdite nei condotti


Problemi del tipo ∆p, L, Q → D
Questo tipo di problemi di progettazione (in cui è richiesto di dimensionare i diametri
dei tubi) presenta difficoltà simili alla categoria precedente. In effetti, essendo i
diametri D incogniti, non sono direttamente calcolabili neanche le scabrezze
relative.

Si potrebbe sfruttare un procedimento iterativo, ma, da un punto di vista economico,


conviene in molti casi scegliere diametri di tubi standard o comunque disponibili in
commercio (piuttosto che ricorrere a tubi fatti su misura).

Si può quindi procedere per tentativi ragionati, provando diametri commerciali.

Si parte da un diametro di primo tentativo D I (scelto tra quelli presenti in catalogo) e


si risolve il problema come se fosse della prima categoria: L, D I , Q → ∆pI

Si confrontano quindi le cadute di pressione ottenute e desiderate:


∆pI > ∆p ⇒ si sceglie un diametro D II > D I
∆pI < ∆p ⇒ si sceglie un diametro D II < D I
Si ripete il processo, fino a determinare il diametro più vicino a quello ‘perfetto’.
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Problemi del tipo ∆p, L, Q → D
Questo tipo di problemi di progettazione (in cui è richiesto di dimensionare i diametri
dei tubi) presenta difficoltà simili alla categoria precedente. In effetti, essendo i
diametri D incogniti, non sono direttamente calcolabili neanche le scabrezze
relative.

Si potrebbe sfruttare un procedimento iterativo, ma, da un punto di vista economico,


conviene in molti casi scegliere diametri di tubi standard o comunque disponibili in
commercio (piuttosto che ricorrere a tubi fatti su misura).

Si può quindi procedere per tentativi ragionati, provando diametri commerciali.

Si parte da un diametro di primo tentativo D I (scelto tra quelli presenti in catalogo) e


si risolve il problema come se fosse della prima categoria: L, D I , Q → ∆pI

Si confrontano quindi le cadute di pressione ottenute e desiderate:


∆pI > ∆p ⇒ si sceglie un diametro D II > D I
∆pI < ∆p ⇒ si sceglie un diametro D II < D I
Si ripete il processo, fino a determinare il diametro più vicino a quello ‘perfetto’.
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Problemi del tipo ∆p, L, Q → D
Questo tipo di problemi di progettazione (in cui è richiesto di dimensionare i diametri
dei tubi) presenta difficoltà simili alla categoria precedente. In effetti, essendo i
diametri D incogniti, non sono direttamente calcolabili neanche le scabrezze
relative.

Si potrebbe sfruttare un procedimento iterativo, ma, da un punto di vista economico,


conviene in molti casi scegliere diametri di tubi standard o comunque disponibili in
commercio (piuttosto che ricorrere a tubi fatti su misura).

Si può quindi procedere per tentativi ragionati, provando diametri commerciali.

Si parte da un diametro di primo tentativo D I (scelto tra quelli presenti in catalogo) e


si risolve il problema come se fosse della prima categoria: L, D I , Q → ∆pI

Si confrontano quindi le cadute di pressione ottenute e desiderate:


∆pI > ∆p ⇒ si sceglie un diametro D II > D I
∆pI < ∆p ⇒ si sceglie un diametro D II < D I
Si ripete il processo, fino a determinare il diametro più vicino a quello ‘perfetto’.
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Calcolo delle perdite nei condotti


Problemi del tipo ∆p, L, Q → D
Questo tipo di problemi di progettazione (in cui è richiesto di dimensionare i diametri
dei tubi) presenta difficoltà simili alla categoria precedente. In effetti, essendo i
diametri D incogniti, non sono direttamente calcolabili neanche le scabrezze
relative.

Si potrebbe sfruttare un procedimento iterativo, ma, da un punto di vista economico,


conviene in molti casi scegliere diametri di tubi standard o comunque disponibili in
commercio (piuttosto che ricorrere a tubi fatti su misura).

Si può quindi procedere per tentativi ragionati, provando diametri commerciali.

Si parte da un diametro di primo tentativo D I (scelto tra quelli presenti in catalogo) e


si risolve il problema come se fosse della prima categoria: L, D I , Q → ∆pI

Si confrontano quindi le cadute di pressione ottenute e desiderate:


∆pI > ∆p ⇒ si sceglie un diametro D II > D I
∆pI < ∆p ⇒ si sceglie un diametro D II < D I
Si ripete il processo, fino a determinare il diametro più vicino a quello ‘perfetto’.
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Problemi del tipo ∆p, L, Q → D
Questo tipo di problemi di progettazione (in cui è richiesto di dimensionare i diametri
dei tubi) presenta difficoltà simili alla categoria precedente. In effetti, essendo i
diametri D incogniti, non sono direttamente calcolabili neanche le scabrezze
relative.

Si potrebbe sfruttare un procedimento iterativo, ma, da un punto di vista economico,


conviene in molti casi scegliere diametri di tubi standard o comunque disponibili in
commercio (piuttosto che ricorrere a tubi fatti su misura).

Si può quindi procedere per tentativi ragionati, provando diametri commerciali.

Si parte da un diametro di primo tentativo D I (scelto tra quelli presenti in catalogo) e


si risolve il problema come se fosse della prima categoria: L, D I , Q → ∆pI

Si confrontano quindi le cadute di pressione ottenute e desiderate:


∆pI > ∆p ⇒ si sceglie un diametro D II > D I
∆pI < ∆p ⇒ si sceglie un diametro D II < D I
Si ripete il processo, fino a determinare il diametro più vicino a quello ‘perfetto’.
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Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: perdite in un tubo inclinato
Un liquido a temperatura media
Tavg fluisce in un tubo liscio, dritto
L e inclinato di diametro interno D .
1 Il tratto di condotto tra le sezioni 1
z e 2 è lungo L e la pressione è
uguale alle due estremità 1 e 2.
La portata volumetrica è Q .
x Q
2 Calcolare la differenza di quota
∆z = z1 − z2

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Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: perdite in un tubo inclinato
Un liquido a temperatura media
Tavg fluisce in un tubo liscio, dritto
L e inclinato di diametro interno D .
1 Il tratto di condotto tra le sezioni 1
z e 2 è lungo L e la pressione è
uguale alle due estremità 1 e 2.
La portata volumetrica è Q .
x Q
2 Calcolare la differenza di quota
∆z = z1 − z2
Il liquido si considera pesante, incomprimibile e in moto stazionario. Si può così
scrivere l’equazione dell’energia totale tra le sezioni 1 e 2:
p1 α1 2 p2 α2 2
+ w1 + gz1 = + w2 + gz2 + H12
ρ 2 ρ 2
con
Q 4Q
p1 = p2 w1 = w2 = = α1 ≈ α2
A πD 2

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Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: perdite in un tubo inclinato
Un liquido a temperatura media
Tavg fluisce in un tubo liscio, dritto
L e inclinato di diametro interno D .
1 Il tratto di condotto tra le sezioni 1
z e 2 è lungo L e la pressione è
uguale alle due estremità 1 e 2.
La portata volumetrica è Q .
x Q
2 Calcolare la differenza di quota
∆z = z1 − z2
Quindi si ottiene:
1 1 L w12 1 8Q 2 L
∆z = H12 = f = f 2 5
g g D 2 g π D
avendo solo perdite distribuite da considerare.

Conoscendo la temperatura media Tavg del liquido (e sapendo di che liquido si


tratta!), possiamo stimare la sua viscosità dinamica µ .

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Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: perdite in un tubo inclinato
Un liquido a temperatura media
Tavg fluisce in un tubo liscio, dritto
L e inclinato di diametro interno D .
1 Il tratto di condotto tra le sezioni 1
z e 2 è lungo L e la pressione è
uguale alle due estremità 1 e 2.
La portata volumetrica è Q .
x Q
2 Calcolare la differenza di quota
∆z = z1 − z2
Si calcola così:
ρw1 D 4ρQ
NRe = =
µ πDµ
Sfruttando la curva per tubi lisci del diagramma di Moody, si ricava il valore del
fattore d’attrito f e si calcola di conseguenza:

1 8Q 2 L
∆z = f
g π 2D5

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Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: incremento di temperatura dell’acqua in una tubatura
z
p0 Dell’acqua fluisce nel tubo in
0 figura da un ampio serbatoio
x L3
pressurizzato. Il tubo è di
ghisa (cast iron) ed ha un
∆z

Q
3
L2
diametro interno D .
acqua aria L’acqua fuoriesce in aria a
L1 pa pressione atmosferica pa e la
portata volumetrica è Q .

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Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: incremento di temperatura dell’acqua in una tubatura
z La temperatura media
p0 0 dell’acqua è Tavg e l’intero
x L3 sistema è termicamente
isolato.
∆z

Q
3
L2
Calcolare la pressione p0 nel
acqua aria serbatoio e l’incremento
L1 pa T3 − T0 di temperatura
dell’acqua.

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Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: incremento di temperatura dell’acqua in una tubatura
z La temperatura media
p0 0 dell’acqua è Tavg e l’intero
x L3 sistema è termicamente
isolato.
∆z

Q
3
L2
Calcolare la pressione p0 nel
acqua aria serbatoio e l’incremento
L1 pa T3 − T0 di temperatura
dell’acqua.

L’acqua si considera pesante, incomprimibile e in moto stazionario. Si può così


scrivere l’equazione dell’energia totale tra le sezioni 0 e 3:
p0 α0 2 p3 α3 2
+ w0 + gz0 = + w3 + gz3 + H03
ρ 2 ρ 2
con
Q 4Q
p3 = pa w0 ≈ 0 w3 = = α3 ≈ 1 z3 − z0 = L2 − ∆z
A πD 2
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Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: incremento di temperatura dell’acqua in una tubatura
z La temperatura media
p0 0 dell’acqua è Tavg e l’intero
x L3 sistema è termicamente
isolato.
∆z

Q
3
L2
Calcolare la pressione p0 nel
acqua aria serbatoio e l’incremento
L1 pa T3 − T0 di temperatura
dell’acqua.

Quindi si ottiene:
8Q 2
 
p0 = pa + ρ 2 4 + g (L2 − ∆z) + H03
π D
ma
L1 + L2 + L3 w32 w2 Le w32
H03 = f + Ki 3 + 2 f =
D 2 2 D 2
8Q 2
 
L1 + L2 + L3 + 2Le
= f + Ki
D π 2D4
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Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: incremento di temperatura dell’acqua in una tubatura
z La temperatura media
p0 0 dell’acqua è Tavg e l’intero
x L3 sistema è termicamente
isolato.
∆z

Q
3
L2
Calcolare la pressione p0 nel
acqua aria serbatoio e l’incremento
L1 pa T3 − T0 di temperatura
dell’acqua.

Conoscendo la temperatura media Tavg dell’acqua, possiamo stimarne la viscosità


dinamica µ . Si calcola così:

ρw3 D 4ρQ
NRe = =
µ πDµ

Per la ghisa ε ≈ 0.26 mm, da cui si calcola ε/D .


Sfruttando il diagramma di Moody, si ricava il valore del fattore d’attrito f .

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Esempio: incremento di temperatura dell’acqua in una tubatura
z La temperatura media
p0 0 dell’acqua è Tavg e l’intero
x L3 sistema è termicamente
isolato.
∆z

Q
3
L2
Calcolare la pressione p0 nel
acqua aria serbatoio e l’incremento
L1 pa T3 − T0 di temperatura
dell’acqua.

Supponendo che i due gomiti abbiano il raggio di curvatura ottimale (in rapporto al
diametro D) si ha Le /D ≈ 12 .
Se invece l’ingresso del tubo dal serbatoio è squadrato si ha Ki ≈ 0.5 .

Si calcola così:
8Q 2
  
L1 + L2 + L3 + 2Le
p0 = pa + ρ 1+f + Ki + g (L2 − ∆z)
D π 2D4

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Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: incremento di temperatura dell’acqua in una tubatura
z La temperatura media
p0 0 dell’acqua è Tavg e l’intero
x L3 sistema è termicamente
isolato.
∆z

Q
3
L2
Calcolare la pressione p0 nel
acqua aria serbatoio e l’incremento
L1 pa T3 − T0 di temperatura
dell’acqua.

Rimane da calcolare l’incremento di temperatura dell’acqua.


Come noto dalla teoria, si ha:

H03 = u3 − u0 − q03

ma il sistema è termicamente isolato, quindi la quantità specifica di calore


scambiato è zero:
q03 = 0 ⇒ H03 = u3 − u0

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Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: incremento di temperatura dell’acqua in una tubatura
z La temperatura media
p0 0 dell’acqua è Tavg e l’intero
x L3 sistema è termicamente
isolato.
∆z

Q
3
L2
Calcolare la pressione p0 nel
acqua aria serbatoio e l’incremento
L1 pa T3 − T0 di temperatura
dell’acqua.

L’energia interna specifica di un fluido incomprimibile è u = cV T , quindi:

H03
H03 = cV (T3 − T0 ) ⇒ T3 − T0 =
cV

Il calore specifico a volume costante dell’acqua cV ≈ 4.2 kJ/(kg · K) è piuttosto alto,


quindi l’incremento di temperatura è tipicamente modesto. Questo giustifica l’utilizzo
di una temperatura media per valutare la viscosità dinamica µ (considerata
sostanzialmente costante).
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Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: potenza richiesta da una pompa in un circuito idraulico
Circuito idraulico in cui fluisce acqua
refrigerata (per un impianto di
2 y condizionamento) a temperatura
1
media Tavg . Il tubo è orizzontale, è
x
lungo L, ha un diametro interno D ed
Q è di acciaio.
La portata volumetrica è Q ed il
L rendimento della pompa è ηp .

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Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: potenza richiesta da una pompa in un circuito idraulico

Calcolare la caduta di pressione


2 ∆p = p2 − p1 , la potenza meccanica
1 y
(media) assorbita (all’albero) dalla
x pompa e la potenza elettrica (media)
assorbita dal motore elettrico (di
Q
rendimento ηe ) che alimenta la
pompa.
L

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Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: potenza richiesta da una pompa in un circuito idraulico

Calcolare la caduta di pressione


2 ∆p = p2 − p1 , la potenza meccanica
1 y
(media) assorbita (all’albero) dalla
x pompa e la potenza elettrica (media)
assorbita dal motore elettrico (di
Q
rendimento ηe ) che alimenta la
pompa.
L
L’acqua si considera pesante, incomprimibile e in moto stazionario. Si può così
scrivere l’equazione dell’energia totale tra le sezioni 2 e 1:
p2 α2 2 p1 α1 2
+ w2 + gz2 = + w1 + gz1 + H21
ρ 2 ρ 2
con
Q 4Q
w1 = w2 = = α1 ≈ α2 z1 = z2
A πD 2

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Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: potenza richiesta da una pompa in un circuito idraulico

Calcolare la caduta di pressione


2 ∆p = p2 − p1 , la potenza meccanica
1 y
(media) assorbita (all’albero) dalla
x pompa e la potenza elettrica (media)
assorbita dal motore elettrico (di
Q
rendimento ηe ) che alimenta la
pompa.
L
Quindi, trascurando le perdite concentrate, si ottiene:

L w12 8Q 2 L
∆p = p2 − p1 = ρH21 = ρf = ρf 2 5
D 2 π D
Conoscendo la temperatura media Tavg dell’acqua, possiamo stimarne la viscosità
cinematica ν = µ/ρ . Si calcola così:

w1 D 4Q
NRe = =
ν πDν

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Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: potenza richiesta da una pompa in un circuito idraulico

Calcolare la caduta di pressione


2 ∆p = p2 − p1 , la potenza meccanica
1 y
(media) assorbita (all’albero) dalla
x pompa e la potenza elettrica (media)
assorbita dal motore elettrico (di
Q
rendimento ηe ) che alimenta la
pompa.
L
Per l’acciaio ε ≈ 0.046 mm, da cui si calcola ε/D .

Sfruttando il diagramma di Moody, si ricava il valore del fattore d’attrito f .

Si può di conseguenza calcolare il valore della caduta di pressione:

8Q 2 L
∆p = p2 − p1 = ρf
π 2D5
valore che, da questo punto in poi, sarà considerato noto.

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Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: potenza richiesta da una pompa in un circuito idraulico

Calcolare la caduta di pressione


2 ∆p = p2 − p1 , la potenza meccanica
1 y
(media) assorbita (all’albero) dalla
x pompa e la potenza elettrica (media)
assorbita dal motore elettrico (di
Q
rendimento ηe ) che alimenta la
pompa.
L
Rimangono da calcolare le due potenze.
Applichiamo dunque l’equazione integrale dell’energia totale ad un volume di
controllo che comprenda la pompa tra le sezioni 1 e 2:
Z I

ut ρ dV + htp ρ ~w ·~n dΣ = WT − WM
∂t V ∂V

Dovendo calcolare una potenza meccanica mediata nel tempo, non siamo
interessati alle fluttuazioni, ma solo al regime di funzionamento.

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DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2020-2021

Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: potenza richiesta da una pompa in un circuito idraulico

Calcolare la caduta di pressione


2 ∆p = p2 − p1 , la potenza meccanica
1 y
(media) assorbita (all’albero) dalla
x pompa e la potenza elettrica (media)
assorbita dal motore elettrico (di
Q
rendimento ηe ) che alimenta la
pompa.
L
Anche se il moto dell’acqua dentro la pompa non può essere stazionario (ci sono
parti meccaniche in movimento relativo), consideriamo il moto mediamente
stazionario:

≈0
∂t

• Dall’equazione integrale di continuità si ha Pm2 = Pm1 = Pm = ρQ


• Potenza termica assorbita ⇒ WT = q Pm
• Potenza meccanica erogata ⇒ WM = ` Pm < 0
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INDUSTRIALE Anno accademico 2020-2021

Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: potenza richiesta da una pompa in un circuito idraulico

Calcolare la caduta di pressione


2 ∆p = p2 − p1 , la potenza meccanica
1 y
(media) assorbita (all’albero) dalla
x pompa e la potenza elettrica (media)
assorbita dal motore elettrico (di
Q
rendimento ηe ) che alimenta la
pompa.
L
Inoltre si ha:
1 1 p 1
htp = h + w 2 + gz = u + pv + w 2 + gz = u + + w 2 + gz
2 2 ρ 2

Dall’equazione integrale dell’energia totale scritta precedentemente si ottiene quindi:


   
p 2 α2 2 p 1 α1 2
u2 + + w2 + gz2 Pm − u1 + + w1 + gz1 Pm = q Pm − ` Pm
ρ 2 ρ 2

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Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: potenza richiesta da una pompa in un circuito idraulico

Calcolare la caduta di pressione


2 ∆p = p2 − p1 , la potenza meccanica
1 y
(media) assorbita (all’albero) dalla
x pompa e la potenza elettrica (media)
assorbita dal motore elettrico (di
Q
rendimento ηe ) che alimenta la
pompa.
L
Dividendo ambo i membri per Pm :
   
p2 α2 2 p1 α1 2
u2 + + w2 + gz2 − u1 + + w1 + gz1 = q − `
ρ 2 ρ 2


   
p 2 α2 2 p 1 α1 2
(−`) = + w2 + gz2 − + w1 + gz1 + (u2 − u1 − q)
ρ 2 ρ 2 | {z }
“perdite”

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INDUSTRIALE Anno accademico 2020-2021

Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: potenza richiesta da una pompa in un circuito idraulico

Calcolare la caduta di pressione


2 ∆p = p2 − p1 , la potenza meccanica
1 y
(media) assorbita (all’albero) dalla
x pompa e la potenza elettrica (media)
assorbita dal motore elettrico (di
Q
rendimento ηe ) che alimenta la
pompa.
L
Il rendimento della pompa è definito come il rapporto tra l’effetto utile (in termini di
incremento del trinomio ρp + α2 w 2 + gz) ed il lavoro specifico richiesto (−`):
   
p2 α2 2 p1 α1 2
+ w2 + gz2 − + w1 + gz1
effetto utile ρ 2 ρ 2
ηp = =
lavoro richiesto (−`)

   
p2 α2 2 p1 α1 2
(−`) ηp = + w2 + gz2 − + w1 + gz1
ρ 2 ρ 2
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INDUSTRIALE Anno accademico 2020-2021

Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: potenza richiesta da una pompa in un circuito idraulico

Calcolare la caduta di pressione


2 ∆p = p2 − p1 , la potenza meccanica
1 y
(media) assorbita (all’albero) dalla
x pompa e la potenza elettrica (media)
assorbita dal motore elettrico (di
Q
rendimento ηe ) che alimenta la
pompa.
L
Nel nostro caso si ha

w1 = w2 α1 ≈ α2 z1 = z2

e quindi:
   
p2 α2 2 p1 α1 2 ∆p
(−`) ηp = + w2 + gz2 − + w1 + gz1 =
ρ 2 ρ 2 ρ

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Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: potenza richiesta da una pompa in un circuito idraulico

Calcolare la caduta di pressione


2 ∆p = p2 − p1 , la potenza meccanica
1 y
(media) assorbita (all’albero) dalla
x pompa e la potenza elettrica (media)
assorbita dal motore elettrico (di
Q
rendimento ηe ) che alimenta la
pompa.
L
Dividendo per il rendimento:
1 ∆p
(−`) =
ηp ρ
Rimoltiplicando per la portata di massa Pm = ρQ:

1 ∆p 1
(−WM ) = (−`) Pm = ρQ = Q ∆p
ηp ρ ηp

che è la potenza meccanica (media) assorbita (all’albero) dalla pompa.

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Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: potenza richiesta da una pompa in un circuito idraulico

Calcolare la caduta di pressione


2 ∆p = p2 − p1 , la potenza meccanica
1 y
(media) assorbita (all’albero) dalla
x pompa e la potenza elettrica (media)
assorbita dal motore elettrico (di
Q
rendimento ηe ) che alimenta la
pompa.
L
Infine, dalla definizione del rendimento del motore elettrico:
(−WM )
ηe =
WE
e quindi:
(−WM ) 1
WE = = Q ∆p
ηe ηe ηp
che è la potenza elettrica (media) assorbita dall’elettropompa.

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Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: serbatoi doppiamente collegati
1 aria pa
Due serbatoi aperti

h
2 superiormente sono collegati da
due tubi A e B, come mostrato in
acqua A figura. L’acqua fluisce da un
serbatoio all’altro a causa del
z B dislivello h .
x

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Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: serbatoi doppiamente collegati
1 aria pa I due tubi hanno uguale
lunghezza L, ma diametri diversi

h
2
DA e DB . Il loro materiale è ferro
galvanizzato.
acqua A
Calcolare le portate volumetriche
z B QA e QB nei due tubi.
x

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Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: serbatoi doppiamente collegati
1 aria pa I due tubi hanno uguale
lunghezza L, ma diametri diversi

h
2
DA e DB . Il loro materiale è ferro
galvanizzato.
acqua A
Calcolare le portate volumetriche
z B QA e QB nei due tubi.
x
L’acqua si considera pesante, incomprimibile e in moto stazionario. Si può così
scrivere l’equazione dell’energia totale per uno dei due tubi, estendendo poi fino alle
superfici libere 1 e 2:
p1 α1 2 p2 α2 2
+ w1 + gz1 = + w2 + gz2 + H12
ρ 2 ρ 2
con
p1 = p2 = pa w1 ≈ 0 w2 ≈ 0 z1 = z2 + h

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INDUSTRIALE Anno accademico 2020-2021

Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: serbatoi doppiamente collegati
1 aria pa I due tubi hanno uguale
lunghezza L, ma diametri diversi

h
2
DA e DB . Il loro materiale è ferro
galvanizzato.
acqua A
Calcolare le portate volumetriche
z B QA e QB nei due tubi.
x
Si ottiene così:
gh = H12
Quindi le perdite sono uguali per i due tubi.
Le perdite sono date dalla seguente espressione:

L w2 w2 Le w 2 w2
H12 = f + Ki + 2f + Ku =
D 2 2 D 2 2
  2
L + 2Le w
= f + Ki + Ku
D 2

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Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: serbatoi doppiamente collegati
1 aria pa I due tubi hanno uguale
lunghezza L, ma diametri diversi

h
2
DA e DB . Il loro materiale è ferro
galvanizzato.
acqua A
Calcolare le portate volumetriche
z B QA e QB nei due tubi.
x
In altre parole, le perdite, pur essendo uguali per i due tubi, corrisponderanno a
velocità e portate diverse, poiché i diametri sono diversi.
Supponendo che i due gomiti abbiano il raggio di curvatura ottimale (in rapporto al
diametro D) si ha
Le
≈ 12
D
Se invece gli ingressi dal serbatoio 1 sono squadrati si ha Ki ≈ 0.5
Le uscite dai tubi nel serbatoio 2 sono allargamenti di sezione con rapporto delle
aree approssimativamente zero, per cui si ha Ku ≈ 1.0

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Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: serbatoi doppiamente collegati
1 aria pa I due tubi hanno uguale
lunghezza L, ma diametri diversi

h
2
DA e DB . Il loro materiale è ferro
galvanizzato.
acqua A
Calcolare le portate volumetriche
z B QA e QB nei due tubi.
x
Si può dunque scrivere per il tubo A:
    2
L LeA wA
gh = fA +2 + Ki + Ku
DA DA 2

Per il ferro galvanizzato ε ≈ 0.15 mm, da cui si calcola ε/DA .


Supponendo di conoscere la temperatura media dell’acqua, possiamo stimarne la
viscosità cinematica ν = µ/ρ .
Tuttavia, non conoscendo ancora il valore di wA , non possiamo ancora calcolare il
numero di Reynolds.
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Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: serbatoi doppiamente collegati
1 aria pa I due tubi hanno uguale
lunghezza L, ma diametri diversi

h
2
DA e DB . Il loro materiale è ferro
galvanizzato.
acqua A
Calcolare le portate volumetriche
z B QA e QB nei due tubi.
x
Procediamo in maniera iterativa: ipotizziamo che il numero di Reynolds sia
sufficientemente alto da far sì che fA dipenda solo da ε/DA .
Con questo valore di primo tentativo per il fattore d’attrito fIA , si calcola il valore di
primo tentativo per la velocità nel tubo A:
v
I
u 2gh
wA = u 
u 
t I L LeA
fA +2 + Ki + Ku
DA DA

e quindi il numero di Reynolds di primo tentativo: I = wI D / ν


NRe A A

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Calcolo delle perdite nei condotti


Esempio: serbatoi doppiamente collegati
1 aria pa I due tubi hanno uguale
lunghezza L, ma diametri diversi

h
2
DA e DB . Il loro materiale è ferro
galvanizzato.
acqua A
Calcolare le portate volumetriche
z B QA e QB nei due tubi.
x
Sfruttando il diagramma di Moody, si ricava il valore del fattore d’attrito di secondo
tentativo fIIA , e così via, fino a quando i valori calcolati smettono di cambiare in
maniera apprezzabile.
Una volta ottenuto il valore definitivo di wA , si può calcolare la portata volumetrica:
π 2
QA = D wA
4 A
Per calcolare la portata volumetrica QB nel tubo B, si può ripetere il procedimento in
maniera del tutto identica. Il risultato numerico sarà diverso, a causa del diverso
valore del diametro DB .
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Applicazioni con fluidi comprimibili


Corso di Fluidodinamica

Francesco Poli

Dipartimento di Ingegneria Industriale


Università degli studi di Firenze

Anno accademico 2022-2023


Fluidi comprimibili
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DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Sommario

1 Applicazioni con fluidi comprimibili

2/5
Fluidi comprimibili
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Applicazioni con fluidi comprimibili


Esempio: flusso d’aria refrigerata in un condotto

Pm T1 In un lungo condotto a sezione costante


p1 p2 fluisce aria in moto stazionario. In un
V1 corto tratto tra le sezioni 1 e 2 l’aria è
refrigerata (attraverso le pareti del
1 2 condotto) da azoto liquido, che sottrae
|WT | una potenza termica |WT | .

3/5
Fluidi comprimibili
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INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Applicazioni con fluidi comprimibili


Esempio: flusso d’aria refrigerata in un condotto

Pm T1
p1 p2 Nella sezione 1 la portata di massa è
V1 Pm , la velocità (approssimativamente
uniforme) è V1 , la pressione p1 e la
1 2 temperatura T1 (anch’esse uniformi).
Nella sezione 2 la pressione è p2 .
|WT |

3/5
Fluidi comprimibili
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INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Applicazioni con fluidi comprimibili


Esempio: flusso d’aria refrigerata in un condotto

Pm T1
p1 p2 Calcolare l’area A della sezione del
V1 condotto e le variazioni di entalpia
specifica ∆h = h2 − h1 , di energia interna
1 2 specifica ∆u = u2 − u1 e di entropia
specifica ∆s = s2 − s1 tra le sezioni 1 e 2 .
|WT |

3/5
Fluidi comprimibili
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DI INGEGNERIA
INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Applicazioni con fluidi comprimibili


Esempio: flusso d’aria refrigerata in un condotto

Pm T1
p1 p2 Calcolare l’area A della sezione del
V1 condotto e le variazioni di entalpia
specifica ∆h = h2 − h1 , di energia interna
1 2 specifica ∆u = u2 − u1 e di entropia
specifica ∆s = s2 − s1 tra le sezioni 1 e 2 .
|WT |
L’aria si considera un gas perfetto:

R
p = ρRg T Rg = ≈ 287 J/(kg · K)
Mm
per cui si può scrivere:
p1 = ρ1 Rg T1
Considerando le grandezze uniformi sulla sezione 1, la portata di massa è:
Z
Pm = ρ1 V1 dA = ρ1 V1 A
A1

3/5
Fluidi comprimibili
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Applicazioni con fluidi comprimibili


Esempio: flusso d’aria refrigerata in un condotto

Pm T1
p1 p2 Calcolare l’area A della sezione del
V1 condotto e le variazioni di entalpia
specifica ∆h = h2 − h1 , di energia interna
1 2 specifica ∆u = u2 − u1 e di entropia
specifica ∆s = s2 − s1 tra le sezioni 1 e 2 .
|WT |
Si ricava perciò:
1 Rg T1
A = Pm = Pm
ρ1 V1 p1 V1
Avendo calcolato la prima incognita (area A), rimangono da calcolare le variazioni
entalpia, energia interna ed entropia specifiche ∆h, ∆u, ∆s .

Supponendo di poter considerare uniformi anche le grandezze sulla sezione 2, la


portata di massa che attraversa tale sezione è:
Z
Pm2 = ρ2 V2 dA = ρ2 V2 A
A2

3/5
Fluidi comprimibili
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Applicazioni con fluidi comprimibili


Esempio: flusso d’aria refrigerata in un condotto

Pm T1
p1 p2 Calcolare l’area A della sezione del
V1 condotto e le variazioni di entalpia
specifica ∆h = h2 − h1 , di energia interna
1 2 specifica ∆u = u2 − u1 e di entropia
specifica ∆s = s2 − s1 tra le sezioni 1 e 2 .
|WT |
Scegliamo il volume di controllo in figura (delimitato dalle sezioni 1 e 2 e dalle pareti
del condotto) e applichiamo l’equazione integrale di continuità:

Pm = Pm2 = ρ2 V2 A

avendo tenuto conto che il moto è stazionario.


Applichiamo l’equazione integrale dell’energia totale allo stesso volume di controllo:
Z I

ut ρ d−
V+ ht ρ ⃗V ·⃗n dA = WT − WM
∂t −
V −
∂V

trascurando l’effetto del peso (unica forza di volume presente).


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Fluidi comprimibili
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Applicazioni con fluidi comprimibili


Esempio: flusso d’aria refrigerata in un condotto

Pm T1
p1 p2 Calcolare l’area A della sezione del
V1 condotto e le variazioni di entalpia
specifica ∆h = h2 − h1 , di energia interna
1 2 specifica ∆u = u2 − u1 e di entropia
specifica ∆s = s2 − s1 tra le sezioni 1 e 2 .
|WT |

• Moto stazionario =0 ⇒
∂t
• Aria considerata come gas perfetto a cp costante ⇒ ht = h + 12 V 2 = cp T + 12 V 2
• Potenza termica sottratta ⇒ WT = − |WT |
• Potenza delle forze viscose (sulle sezioni 1 e 2) trascurabile ⇒ WM = 0
Si ottiene così:
Pm (ht2 − ht1 ) = − |WT |
|WT | 1 |WT |
ht2 = ht1 − = cp T1 + V12 −
Pm 2 Pm

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Applicazioni con fluidi comprimibili


Esempio: flusso d’aria refrigerata in un condotto

Pm T1
p1 p2 Calcolare l’area A della sezione del
V1 condotto e le variazioni di entalpia
specifica ∆h = h2 − h1 , di energia interna
1 2 specifica ∆u = u2 − u1 e di entropia
specifica ∆s = s2 − s1 tra le sezioni 1 e 2 .
|WT |
Ora che il valore di ht2 è stato calcolato, cerchiamo di determinare la temperatura
T2 . Si ha:
1
ht2 = cp T2 + V22
2
ma
ρ1 V1 ρ1 Rg V1 (p1 /T1 )V1 p1 V1
Pm = ρ1 V1 A = ρ2 V2 A ⇒ V2 = = T2 = T2 = T2
ρ2 ρ2 Rg T2 p2 p2 T1

Sostituendo si ottiene:  2
1 p1 V1
ht2 = cp T2 + T22
2 p2 T1
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Applicazioni con fluidi comprimibili


Esempio: flusso d’aria refrigerata in un condotto

Pm T1
p1 p2 Calcolare l’area A della sezione del
V1 condotto e le variazioni di entalpia
specifica ∆h = h2 − h1 , di energia interna
1 2 specifica ∆u = u2 − u1 e di entropia
specifica ∆s = s2 − s1 tra le sezioni 1 e 2 .
|WT |
Cioè, riordinando i termini:
 2
1 p1 V1
T22 + cp T2 − ht2 = 0
2 p2 T1
equazione di secondo grado in T2 , con una radice negativa (priva di significato
fisico) ed una radice positiva: s
p1 V1 2
 
2
−cp + cp + 2 ht2
p2 T1
T2 =
p1 V1 2
 

p2 T1
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Applicazioni con fluidi comprimibili


Esempio: flusso d’aria refrigerata in un condotto

Pm T1
p1 p2 Calcolare l’area A della sezione del
V1 condotto e le variazioni di entalpia
specifica ∆h = h2 − h1 , di energia interna
1 2 specifica ∆u = u2 − u1 e di entropia
specifica ∆s = s2 − s1 tra le sezioni 1 e 2 .
|WT |
Ora che il valore di T2 è noto, si possono calcolare:

∆h = h2 − h1 = cp (T2 − T1 )
∆u = u2 − u1 = cV (T2 − T1 )
T2 p2
∆s = s2 − s1 = cp ln − Rg ln
T1 p1

avendo sfruttato le espressioni valide per un gas perfetto a cp costante note dalla
termodinamica.

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Applicazioni con fluidi comprimibili


Esempio: stati termodinamici e totali in un condotto
In un condotto a sezione variabile
T1 M2
p1 termicamente isolato fluisce aria in
moto stazionario.
V1 pt2 Le grandezze possono essere
considerate circa uniformi sulle
1 sezioni.
2

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Applicazioni con fluidi comprimibili


Esempio: stati termodinamici e totali in un condotto

T1 M2 Nella sezione 1 la pressione è p1 , la


p1
temperatura T1 e la velocità V1 .
V1 pt2
Nella sezione 2 il numero di Mach è
M2 e la pressione totale è pt2 .
1
2

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Applicazioni con fluidi comprimibili


Esempio: stati termodinamici e totali in un condotto
Calcolare la pressione totale pt1 e la
T1 M2 temperatura totale Tt1 nella sezione
p1 1, la pressione p2 e la temperatura
V1 pt2 T2 nella sezione 2 .
Localizzare i due stati termodinamici
1 e i due stati totali in un diagramma
2 T -s .

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Applicazioni con fluidi comprimibili


Esempio: stati termodinamici e totali in un condotto
Calcolare la pressione totale pt1 e la
T1 M2 temperatura totale Tt1 nella sezione
p1 1, la pressione p2 e la temperatura
V1 pt2 T2 nella sezione 2 .
Localizzare i due stati termodinamici
1 e i due stati totali in un diagramma
2 T -s .
L’aria si considera un gas perfetto a cp costante, per cui la velocità del suono può
essere calcolata come:
q cp R
c = k Rg T k= ≈ 1.4 Rg = ≈ 287 J/(kg · K)
cV Mm
ed il numero di Mach come:
V V
M = = p
c k Rg T

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INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Applicazioni con fluidi comprimibili


Esempio: stati termodinamici e totali in un condotto
Calcolare la pressione totale pt1 e la
T1 M2 temperatura totale Tt1 nella sezione
p1 1, la pressione p2 e la temperatura
V1 pt2 T2 nella sezione 2 .
Localizzare i due stati termodinamici
1 e i due stati totali in un diagramma
2 T -s .
Si può così scrivere:
q V1
c1 = k Rg T1 M1 = p
k Rg T1

e ricavare la pressione totale nella sezione 1:


k k
 k ! k −1 ! k −1
k − 1 V12 V12

k − 1 2 k −1
pt1 = p1 1 + M1 = p1 1 + = p1 1 +
2 2 k Rg T1 2cp T1

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Applicazioni con fluidi comprimibili


Esempio: stati termodinamici e totali in un condotto
Calcolare la pressione totale pt1 e la
T1 M2 temperatura totale Tt1 nella sezione
p1 1, la pressione p2 e la temperatura
V1 pt2 T2 nella sezione 2 .
Localizzare i due stati termodinamici
1 e i due stati totali in un diagramma
2 T -s .
Infatti:
k −1 1 cp − cV 1 1
= =
2 k Rg 2 cp Rg 2cp
Analogamente si può ricavare la temperatura totale nella sezione 1:
! !
k − 1 V12 V12 V2
 
k −1 2
Tt1 = T1 1 + M 1 = T1 1 + = T1 1 + = T1 + 1
2 2 k Rg T1 2cp T1 2cp

che poteva anche essere ottenuta direttamente dalla definizione di temperatura


totale.

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Applicazioni con fluidi comprimibili


Esempio: stati termodinamici e totali in un condotto
Calcolare la pressione totale pt1 e la
T1 M2 temperatura totale Tt1 nella sezione
p1 1, la pressione p2 e la temperatura
V1 pt2 T2 nella sezione 2 .
Localizzare i due stati termodinamici
1 e i due stati totali in un diagramma
2 T -s .
La pressione nella sezione 2 può essere calcolata immediatamente dai dati noti:
  k   −k
pt2 k − 1 2 k −1 k − 1 2 k −1
= 1+ M2 ⇒ p2 = pt2 1 + M2
p2 2 2

Per determinare la temperatura nella sezione 2, scegliamo il volume di controllo in


figura (delimitato dalle sezioni 1 e 2 e dalle pareti del condotto) e applichiamo
l’equazione integrale dell’energia totale trascurando l’effetto del peso (unica forza di
volume presente):
Z I

ut ρ d−
V+ ht ρ ⃗V ·⃗n dA = WT − WM
∂ t V− −
∂V

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INDUSTRIALE Anno accademico 2022-2023

Applicazioni con fluidi comprimibili


Esempio: stati termodinamici e totali in un condotto
Calcolare la pressione totale pt1 e la
T1 M2 temperatura totale Tt1 nella sezione
p1 1, la pressione p2 e la temperatura
V1 pt2 T2 nella sezione 2 .
Localizzare i due stati termodinamici
1 e i due stati totali in un diagramma
2 T -s .

• Moto stazionario =0 ⇒
∂t
• Equazione integrale di continuità ⇒ Pm1 = Pm2 = Pm
• Condotto termicamente isolato ⇒ WT = 0
• Potenza delle forze viscose (sulle sezioni 1 e 2) trascurabile ⇒ WM = 0
Si ottiene così:
Pm (ht2 − ht1 ) = 0 ⇒ ht2 = ht1 ⇒
V12
⇒ cp Tt2 = cp Tt1 ⇒ Tt2 = Tt1 = T1 +
2cp

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Applicazioni con fluidi comprimibili


Esempio: stati termodinamici e totali in un condotto
Calcolare la pressione totale pt1 e la
T1 M2 temperatura totale Tt1 nella sezione
p1 1, la pressione p2 e la temperatura
V1 pt2 T2 nella sezione 2 .
Localizzare i due stati termodinamici
1 e i due stati totali in un diagramma
2 T -s .
Si ha quindi:
Tt2 k −1 2
= 1+ M2
T2 2

V12
T1 +
Tt2 2cp
T2 = =
k −1 2 k −1 2
1+ M2 1+ M2
2 2

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Applicazioni con fluidi comprimibili


Esempio: stati termodinamici e totali in un condotto
Calcolare la pressione totale pt1 e la
T1 M2 temperatura totale Tt1 nella sezione
p1 1, la pressione p2 e la temperatura
V1 pt2 T2 nella sezione 2 .
Localizzare i due stati termodinamici
1 e i due stati totali in un diagramma
2 T -s .
Per localizzare gli stati termodinamici e gli stati totali sul diagramma T -s abbiamo
bisogno delle temperature e delle temperature totali (tutte già note) e delle entropie
specifiche. L’entropia specifica è definita a meno di una costante additiva arbitraria,
quindi solo la differenza tra i due valori è significativa:

T2 p2 Tt2 pt2 pt2


s2 − s1 = cp ln − Rg ln = cp ln − Rg ln = −Rg ln
T1 p1 Tt1 pt1 pt1

avendo sfruttato un’espressione valida per un gas perfetto a cp costante nota dalla
termodinamica. L’espressione può essere applicata indifferentemente agli stati
termodinamici oppure agli stati totali, che hanno le stesse entropie specifiche.

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Applicazioni con fluidi comprimibili


Esempio: stati termodinamici e totali in un condotto
Calcolare la pressione totale pt1 e la
T1 M2 temperatura totale Tt1 nella sezione
p1 1, la pressione p2 e la temperatura
V1 pt2 T2 nella sezione 2 .
Localizzare i due stati termodinamici
1 e i due stati totali in un diagramma
2 T -s .

Quale è il segno di s2 − s1 ? Applichiamo la disequazione integrale dell’irreversibilità


(che esprime il secondo principio della termodinamica) al volume di controllo in
figura:
1
Z I I

sρ d−
V+ sρ ⃗V ·⃗n dA ⩾ − ⃗ϕ ·⃗n dA
∂ t V− −
∂V −T
∂V

dove ⃗ϕ è la densità di flusso termico. Nel nostro caso, con moto stazionario e
condotto termicamente isolato, si ha:

Pm (s2 − s1 ) ⩾ 0 ⇒ s2 ⩾ s1 ⇒ pt2 ⩽ pt1

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Applicazioni con fluidi comprimibili


Esempio: stati termodinamici e totali in un condotto
Calcolare la pressione totale pt1 e la
T1 M2 temperatura totale Tt1 nella sezione
p1 1, la pressione p2 e la temperatura
V1 pt2 T2 nella sezione 2 .
Localizzare i due stati termodinamici
1 e i due stati totali in un diagramma
2 T -s .
T

Tt1 = Tt2
1t 2t
pt1 pt2
T1
1
p1
T2
p2 2
s2 − s1
s
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Applicazioni con fluidi comprimibili


Esempio: portata di un ugello convergente-divergente
Un grande serbatoio fornisce elio
T0 (approssimabile come un gas
p0 pb perfetto di costante specifica del
gas Rg e rapporto di calori specifici
M1 k costante) attraverso un ugello
convergente-divergente che
scarica in un ambiente a pressione
1 uniforme pb .

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Applicazioni con fluidi comprimibili


Esempio: portata di un ugello convergente-divergente
La pressione p0 e la temperatura
T0 T0 nel serbatoio rimangono
p0 pb costanti e il moto del gas
nell’ugello è isoentropico con
M1 numero di Mach di uscita M1 > 1 .
Calcolare la portata di massa Pm
dell’ugello, conoscendo l’area della
1 sezione di uscita A1 .

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Applicazioni con fluidi comprimibili


Esempio: portata di un ugello convergente-divergente
La pressione p0 e la temperatura
T0 T0 nel serbatoio rimangono
p0 pb costanti e il moto del gas
nell’ugello è isoentropico con
M1 numero di Mach di uscita M1 > 1 .
Calcolare la portata di massa Pm
dell’ugello, conoscendo l’area della
1 sezione di uscita A1 .
Il moto del gas si considera stazionario, adiabatico e monodimensionale (all’interno
dell’ugello). Dato che il moto è anche isoentropico, le grandezze totali si
mantengono costanti lungo tutto l’ugello: la temperatura totale rimane T0 e la
pressione totale p0 .

Sulla sezione di uscita 1 si ha:


  k   −k
p0 k − 1 2 k −1 k − 1 2 k −1
= 1+ M1 ⇒ p1 = p0 1 + M1
p1 2 2

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Applicazioni con fluidi comprimibili


Esempio: portata di un ugello convergente-divergente
La pressione p0 e la temperatura
T0 T0 nel serbatoio rimangono
p0 pb costanti e il moto del gas
nell’ugello è isoentropico con
M1 numero di Mach di uscita M1 > 1 .
Calcolare la portata di massa Pm
dell’ugello, conoscendo l’area della
1 sezione di uscita A1 .
Essendo il numero di Mach di uscita M1 > 1, l’ugello è sicuramente saturato
(choked). Una volta calcolato il valore della pressione di uscita p1 , possiamo
confrontarlo con il valore noto della contropressione pb . A seconda dei casi,
potrebbe essere:
• p1 < pb ⇒ l’ugello è in condizione di funzionamento sovraespanso
• p1 = pb ⇒ l’ugello è in condizione nominale di progetto
• p1 > pb ⇒ l’ugello è in condizione di funzionamento sottoespanso

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Applicazioni con fluidi comprimibili


Esempio: portata di un ugello convergente-divergente
La pressione p0 e la temperatura
T0 T0 nel serbatoio rimangono
p0 pb costanti e il moto del gas
nell’ugello è isoentropico con
M1 numero di Mach di uscita M1 > 1 .
Calcolare la portata di massa Pm
dell’ugello, conoscendo l’area della
1 sezione di uscita A1 .
La portata di massa dell’ugello può essere calcolata come segue:
p1 p1 q
Pm = ρ1 V1 A1 = c1 M1 A1 = k Rg T1 M1 A1 =
Rg T1 Rg T1
s s   12
k k T0
= p1 M1 A1 = p1 M1 A1
Rg T1 Rg T0 T1
D’altra parte:   −k
k − 1 2 k −1 T0 k −1 2
p1 = p0 1 + M1 = 1+ M1
2 T1 2
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Applicazioni con fluidi comprimibili


Esempio: portata di un ugello convergente-divergente
La pressione p0 e la temperatura
T0 T0 nel serbatoio rimangono
p0 pb costanti e il moto del gas
nell’ugello è isoentropico con
M1 numero di Mach di uscita M1 > 1 .
Calcolare la portata di massa Pm
dell’ugello, conoscendo l’area della
1 sezione di uscita A1 .
Perciò:
  −k s  1
k − 1 2 k −1 k k −1 2 2
Pm = p0 1 + M1 1+ M1 M1 A1 =
2 Rg T0 2
s
k M1
= p0 A1  1 k +1
Rg T0
1 + k −1
2 M1
2 2 k −1

−k 1 −2k + k − 1 −k − 1 1 k +1
avendo sommato gli esponenti: + = = = −
k −1 2 2 (k − 1) 2 (k − 1) 2 k −1

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Il codice XFoil

Roberto Pacciani

22/10/2020
XFoil

Ø Sito web:
https://web.mit.edu/drela/Pu
blic/web/xfoil/

Ø Flusso non viscoso + strato


limite

Ø Soluzione non viscosa: flusso a


potenziale, metodo a
"pannelli”

2
XFoil

Ø Strato limite: approccio integrale + correlazioni

Ø Metodo iterativo: profilo geometrico + spessore di spostamento

<latexit sha1_base64="D0etI3yVUoKiXpb+ZA3KNtGtoNw=">AAAB/XicbVC7TsNAEDyHVwivACXNiQiJKrIRAsoIGsogkYfkhGh92YRTzmfrbo0UWRFfQQsVHaLlWyj4FxyTAhKmGs3samcniJW05LqfTmFpeWV1rbhe2tjc2t4p7+41bZQYgQ0Rqci0A7CopMYGSVLYjg1CGChsBaOrqd96QGNlpG9pHGM3hKGWAymAMsnv9FER3HXAUq9ccatuDr5IvBmpsBnqvfJXpx+JJERNQoG1vufG1E3BkBQKJ6VOYjEGMYIh+hnVEKLtpnnkCT9KLFDEYzRcKp6L+HsjhdDacRhkkyHQvZ33puJ/np/Q4KKbSh0nhFpMD5FUmB+ywsisC+R9aZAIpsmRS80FGCBCIzkIkYlJVk4p68Ob/36RNE+q3ln19Oa0UrucNVNkB+yQHTOPnbMau2Z11mCCReyJPbMX59F5dd6c95/RgjPb2Wd/4Hx8AzRFld4=</latexit>

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