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JOURNAL OF ROMAN ARCHAEOLOGY

SUPPLEMENTARY SERIES NUMBER SIX

THE INSCRIBED
JBCONOMY
ProductioD and distribution
in. the Raman empire in the light of
instrumentum domesticum

edited by
W. V. Harris
r .~. ;:,· .• ' ' •'

JOURNAL OF THE INSCRIBED


ROMAN ARCHAEOLOGY ECONOMY
Production and distribution
SUPPLEMENTARY SERIES NUMBER 6
in the Roman empire in the light of
instrumentum domesticum
GENERAL EDITOR: J. H. HUMPHREY

The proceedings of a conference held at


The American Academy in Rome
on 10-11 January, 1992

edited by
W. V. Harris

ANN ARBOR, MI
AN INTERNATIONAL JOURNAL
1993

S6LtH
LIST OF SPEAKERS: TABLE OF CONTENTS
JEAN-JACQUES AUBERT, Columbia University & Istituto Svizzero List of speakers
ANDREA DI PORTO, University of Turin Abbreviations used frequently in this volume
J. CLAYTON FANT, University of Akron & AAR
W. V. HARRIS, Columbia University Preface
DANIELE MANACORDA, University of Siena Part 1: INTRODUCTORY
VINCENZA MORIZIO, University of Rome W. V. Harris Conceming this book 7
GLORIA OLCESE, University of Siena W. V. Harris Bctwcen archaic and modern: sorne current problems in the
SILVIO PANCIERA, University of Rome history of the Roman economy 11
CLEMENTINA PANELLA, University of Rome Silvio Panciera Un gruppo romano per lo studio dell'instrumentum domesticum 31
CARLO PAVOLINI, Soprintendenza Archeologica di Roma
J. THEODORE PENA, State University of New York, Albany
GIUSEPPE PUCCI, University of Siena Part 2: SOME SPECIFIC STAMPED PRODUCTS
JOSÉ REMESAL RODRÎGUEZ, University of Barcelona Daniele Manacorda Appunti sulla bollatura in età romana 37
EMILIO RODRÏGUEZ-ALMEIDA, Rome Daniele Manacorda &
GERWULF SCHNEIDER, Freie Universitat, Berlin Clementina Panella An fore 55
MARGARETA STEINBY, Institutum Romanum Finlandiae Carlo Pavolini I bolli sulle lucerne fittili delle officine centro-italiche 65
MARA STERNINI, University of Siena
Giuseppe Pucci I bolli sulla terra sigillata: fra epigrafia e storia economica 73
ANDRÉ TCHERNIA, Université de Provence
Mara Sternini I vetri 81
Emilio Rodrfguez-Almeida Graffiti e produzione anforaria della Betica 95
ABBREVIATIONS USED FREQUENTLYIN THIS VOLUME
In general the contributors have used easily recognized bibliographical abbreviations, as found in the Part 3: HELP FROM LABORATORY ANALYSIS
American Journal of Archaeology or Archiiologische Bibliographie. The following are special to this
volume or may otherwise be unfarniliar to sorne readers: j. Theodore Pefia Two studies of the provenience of Roman pottery
Amphores grecques =Recherches sur les amphores grecques (BCH Suppl. 13, 1986) through neutron activation analysis 107
Amphores romaines =Amphores romaines et histoire économique. Dix ans de recherche (CollEFR 114, Gloria Olcese Archeologia e archeometria dei laterizi bollati urbani:
Roma 1989) primi risultati a prospettive di ricerca 121
Atlante = Atlante delle forme ceramiche II. Ceramiche fine romane del bacino mediterraneo (tarda
ellenismo e primo impero) (Enciclopedia dell'Arte Antica suppl. Roma 1985) Gerwulf Schneider X-Ray fluorescence analysis and the production and distribution
Bloch, Bolli = H. Bloch, I bolli laterizi e la storia edilizia romana (Roma 1947), originally published in of terra sigillata and Firmalampen 129
BullCom 64 (1936), 65 (1937), 66 (1938)
Conspectus = Conspectus formarum Terrae Sigillatae Italico modo confectae (Materialien zur rômisch-
gerrnanischen Keramik 10, Bonn 1990) Part 4: THE ORGANIZATION OF PRODUCTION AND DISTRIBUTION
CVArr = A. Oxé and H. Comfort, Corpus vasorum Arretinorum (Bonn 1968) Margareta Steinby L'organizzazione produttiva dei laterizi:
Garnsey, Trade = P. Garnsey, K. Hopkins & C.R. Whittaker (edd.), Trade in the ancient economy (London, un modello interpretativo per l'instrumentum in genere? 139
1983)
j. Clayton Fant Ideology, gift, and trade:
Giardina & Schiavone = A. Giardina & A. Schiavone (edd.), Società romana e produzione schiavistica, 3 a distribution mode! for the Roman imperial marbles 145
vols. (Roma and Bari, 1981)
Producci6n y comercio del aceite I, II = Producci6n y comercio del aceite en la antigüedad. Primer congreso jean-jacques Aubert Workshop managers 171
internacional (Madrid 1980); Secundo congreso internacional (Madrid 1983).
CONCLUSIONS
Copyright© 1993 The individual authors
André Tchernia Des timbres d'amphores à l'organisation du commerce 183
Camera-ready copy produced in the Department of Classical Studies, University of Michigan.
Printed by Cushing-Malloy lnc., 1350 N. Main, Ann Arbor, Michigan. W. V. Harris Production, distribution, and instrumentum domesticum 186
This journal is printed on acid-free paper.
This volume is published with the assistance of The University of Michigan Index 190
This book may be ordered from: fRA, 2016 Angel! Hall, Uni v. of Michigan, Ann Arbor, MI 48109
94 Mara Sternini

E' stato ipotizzato che i semplici cerchi concentrici avessero la funzione di elementi decorativi/8 ad
imitazione dei fondi di certi vasi in metallo; questo sarebbe confermato dalla presenza, a volte, di Graffiti e produzione anforaria della Betica
elementi a L disposti ai quattro angoli del fondo, in funzione di piedini. Tuttavia non è da escludere che
questi elementi fossero simboli funzionali alla commercializzazione.79 Emilio Rodriguez-Almeida
E' molto probabile che uno studio comparato di tutte le composizioni presenti sui fondi potrebbe dare 1 graffiti nell'economia generale del processo produttivo anforario
risultati interessanti riguardo al ]oro numero e ai tipi più ricorrenti, indicando forse anche delle arce di
diffusione di quelli tra essi numericamente più attesta ti. Università di Siena La presenza del graffito nell'anfora, come oggi siamo in condizione di vederla, tende a caratterizzare
quest'iscrizione non più come un capriccio dei singoli lavoranti (come sembra che finora sia stata conside-
rata),1 ma come una parte importante del 'corredo' epigrafico legato alla complessa procedura di fabbri-
cazione di contenitori tanto specializzati in sè e tanto particolari nella ]oro destinazione quanto ne!
sistema di handling fiscal-annonario in cui i romani li hanno inquadratï.2 Fra la miriade di dettagli
ancora incerti in tutto il processo di fabbricazione, imbottigliatura, spedizione, e distribuzione, alcuni
hanno già preso e altri vanno a poco a poco prendendo sempre maggiore rilievo. Non entreremo ora a fondo
negli aspetti legali che precedono propriamente la fabbricazione stessa, perchè queste sono questioni che
riguardano piuttosto gli specialisti di diritto antico. Per esempio, per noi rimane oscura e discutibile la
relazione tra praedium olearium (produttore della materia commercializzata) e fundi o praedia che sono
base di figlinae (produttrici di contenitori); se in qualche caso queste due realtà possono fondersi,3 nella
maggioranza dei casi cio non sembra probabile; la produzione di contenitori fa capo a proprietari e a
iniziative commerciali parallele, ma diverse, rispetto alla produzione agricola a cui i contenitori sono
destina ti.
Le stesse figlinae, il fundus in cui gravitano, le fodinae cretariae da cui dipendono, la legna di cui si
servono, le operae che le attivano, sono sempre di un'unica proprietà e/o gestione? Come per tanti altri
aspetti della produzione nell'antichità di beni di consumo, intervengono sicuramente, ne! processo, dei
meccanismi di legge certi (contratti fra dominus e conductor), tra diversi domini che appaltano diverse
proprietà, tra comunità e redemptores, tra conductores e prestatori d'opera, sia domini di operae servili,
che liberi che la prestano direttamente; etc), ma la cui applicazione in practica è condizionata da
circostanze e da esperienze locali-occasionali a noi ignote. Pcr cui non è neanche producente avventurarsi
troppo in questi dettagli; dobbiamo limitarci ai concetti più generali e probabili.
Ne! caso delle nostre anfore, già una prima osservazione sembra condizionare largamente certi aspetti
della produzione e dei suoi meccanismi: la massiccia indus tria sussidiaria delle anfore olearie sviluppa i

È forse ozioso ricordare che stiamo trattando non di anfore in generale, ma di anfore betiche. Le caratteristische
del tutto particolari di questa zona, sia dal punto di vista della quantità del prodotto, che riguardo
all'organizzazione dell'esportazione, mettono in evidenza il fatto che anche la produzione di contenitori oleari
doveva essere condizionata da fattori altrettanto particolari. Inutile, dunque, tentare confronti (e tanto mena
paralleli stretti) tra la manifattura di queste anfore olearie e quelle africane, tra anfore olearie e anfore vinarie,
etc. Il vastissimo spettro di possibilità interpretative dei problemi legati alla fabbricazione e
commercializzazione di questi contenitori è gia stato messo in evidenza moite volte, ma in particolare nelle
comunicazioni degli specialisti del tema al convegno di Siena (v. ora Amphores romaines).
2 Probabilmente è ugualmente inutile ricordare che non tratteremo dei graffiti post cocturam, che nulla hanno a
che fare con la figlina. Anche questo, certamente, risulta essere globalmente un aspetto del corredo epigrafico
delle anfore, ma si tratta del corredo che potremmo dire "da magazzino". Non sarà neanche superfluo
ricordare che esiste il costume di scrivere su altri tipi di argille cotte post cocturam delle annotazioni, tanta in
ambiente privato (iscrizioni di proprietà) quanta in figlina; ma in questi casi si tratta di un fenomeno del tutto
diverso, comparabile al nostro solo marginalmente e di riflesso. Il caso più noto è quello dei graffiti sulla
sigillata, come a La Graufesenque, con annotazioni relative alla produzione, amministrazione diversificata,
Figs.23-27.
pagamenti, etc., delle fabbriche di sigillata gallica.
3 Si presta a varie interpretazioni il fatto che certi controlli delle nostre anfore (CIL XV 3814, 3943, 3945, 3950 etc.)
indicano che l'operazione di diffusio o invasatura dell'olio avviene in figlina. Ma, come vedremo più avanti, ciO
identici tra loro~ e perchè assomigliano molto a quelli che si possono trovare in Occidcnte. Tali motivazioni non
dovrebbe indicare semplicemente che il luogo di carico, un portus in cui i contenitori giacevano aspettando
ci sembrano sufficienti per pcnsare esclusivamente ad importazioni dall'Occidcnte.
78 Roffia (supra n.S5).90; id. (supra n.63) 118 nota 17. l'operazione di carico, era abbinato alla figlina in questione c non che la figlina si trovasse nel praedium o
79 Priee (supra n.60) 86. fundus oleario. (Per le future citazioni dal CIL XV useremo solo CIL.)
96 Emilio Rodriguez-Almeida 97

.,-----/-
per locationœJ
\ / '
\;
suai impianti (noti oggi a centinaia) lunga le rive de Guadalquivir (antico Baetis) e del Genil (Singi/is),4
mentre la zona agraria che offre il prodotto olio è una vastissima area di molle centinaia di kilometri
fo:iina
ërëtaï='ia =ucroR.I operae ad ligna
quadri. E cio evidenzia l'impossibilità di fare un parallelismo fundus oleario-fundus di produzione dei
contenitori; oltre all'interdipendenza puramente commerciale, niente lega le duc realtà, se non ne! casa
.
REDE>!PIDR

(non accertato) di fundi olearii con sbocco diretto al fiume. Parleremo dopa delle operazioni di -1
spostamento del prodotto agricola fino agli stabilimenti manifatturieri dei contenitori, mentre ara ci
soffermeremo brevemente su qucsti stabilmenti e il sis tema produttivo che sembrano evidenziare.
Il
Perla produzione anforaria si pub, a grandi linee, immaginare una situazione come quella che presenta
schematicamente la nostra fig.l.
1 praedia in cui si trovano le manifatture potrebbero essere di proprietà di un dominus priva ta; ma già
la situazione generale delle istallazioni in zone strettamente rivicrasche induce a pensarc che si tratti di
1
terreni al mena in gran parte demaniali, amministrati dalle comunità (municipia). Giuridicamente non __ J, __ --1-
cambierebbe di molto la figura del contralto che legherebbe gli appaltatori (conductores, se il contralto è j (altera
1
CDNDUCI'IO?)'
con un dominus privato; redemptores, se la proprietà è pubblica), che lascerebbe intatto il resto dell' 1_ - - - -·

organigramma gerarchico inferiore: vi/ici, officinatores, operae. A seconda della diversificazione di


proprietà dei servizi collaterali (acqua, legna, cave d'argilla, fornaci), il conductor doveva controllare il
complesso organico attraverso responsabili diversi (nè si pua escludere che in molli casi cio che noi
vediamo come una industria sola e unitaria comprendesse in realtà duc diverse industrie, parallele e
complementari: figulinae da una parte e fornaces dall'altra). Casa importante da rilevare èche a noi non 1

risulta con chiarezza che le operae che intervengono in questo processo produttivo siano prevalentemente a 1
base servile (v'è forse una sola menzione sicura di un servus in uno dei passaggi tra figlina e fornacc, cioè,

~: \~
nei bolli), ma piuttosto prezzolata (a salario o a cottimo? Non ci cons ta neanche qucsto).5
Il fatto che tutti questi graffiti che troviamo sull'anfora siano stati fatti ante cocturam e collocati in 1 operae ad fornaces_

'l __ 1,-------""---~-=-------,
posizione rovesciata sul fonda del vasa (prevalentemente) ci dicc che essi sono stati apposti durante il

~
primo stadio di fabbricazione dell'oggetto, e, di riflesso, mette in evidenza il fatto che l'operazione di J_;
apposizione della scritta riguarda il controllo della produzione proprio in questo primo stadio, prima che S T A G I 0 N A L I (p::>rtus?) -----------1
l'anfora venga spostata in altri luoghi e altri stadi di elaborazione (cioè, prima della finitura e del ~----.,---------~ : vi lieus et ooorae 1 1
, ad portum 1
passaggio all'asciugatoio e alla fornace). Il pesantissimo oggetto che è l'anfora Dr. 20 obbligava, anche acq
durante questo primo stadio, a più passaggi in un processo che potremmo dcfinire 'a catcna di montaggio',
con ~ ~1
~----__.J'-
per cui prima venivano fabbricate le grandi 'balle' sferichc dei ven tri, fini te le quali un graffita sul fonda Uscita stagionale per
attestava al meno la sigla o il nome (qualchc volta anche la data calendarialc e perfino quclla consolare) invasatura ed esporta-
del lavorante o responsabile. 6 Il passaggio segucnte vedeva l'anfora, ancora in proccsso di consolida-
mcnto, completarsi con l'aggiunta di colla e manici; ad un certo punto, anche questo passaggio veniva scg-

4 1 primi passi di una ricerca che è ormai secolare vennero mossi nella Betica dallo studioso americano E. Bonsor
(The archneological expedition along the Guadalquivir, New York, Hispanie American Society, 1931). La \consegna-acquisto\
r
spedizione venne realizzata a più riprese da questo autore durante l'ultimo decennia del secalo passa ta, alla
ricerca di conferme ai risultati ottenuti da Dresse} net Testaccio, che dimastravano la pravenienza betica del
materiale anforario del monte; ma l'opera venne pubblicata solo trent'anni più tardi. È merita di M. Ponsich,
della Casa de Velazquez (scuola francese) di Madrid, la ripresa degli studi in questo importante campo. Da MERCATOR-DIFFUSOR
questi lavori prende le masse la armai pluriennale ricerca realizzata da J. Remesal su questo argomento, cosl ll~êUWBI!!\il!t~'t, tinalel
come altri studi zonali realizzati da G. Chic.
5 Cf. infra n.11. Tutto quanto è stato scritto di recente a proposito della grande produzione (specialmente, ma non
solo, agricola) su base di lavoro schiavistico non sembra applicabile al caso spccifico della nostra zona e della
nostra produzione. Una casa è la produzione di un singolo fundus e rclativa villa e operae, altra è quella di un
vasto comprensorio come qucllo della Betica, in cui le municipalità hanna dovuto avere un ruolo tutto Stcx:ruisto finale
particalare. Per cui è per lo mena azzardata ccrcare di applicarvi schemi che, validissimi e più a mena ANNONA ( PLIN,
dimastrabili ait rove, qui non trovano effettivo riscontro. ~~j~"' <:------
6 1 nomi finora noti in questi graffiti no lasciano moiti appigli per giudicarc della condizione, servile o mena, dei
firmanti; ma il predominio del nomi latini (Fortunatus, Marianus, Martinus, Quintus, Tuscianus, etc.) fa
propendere per una origine libera della maggior parte dei persanaggi coinvolti in queste operazioni di controllo. Fig. L Organigrarnma ipotetico della produzione anforaria della Betica destinata all'esportazione dell'olio.
98 Emilio Rodriguez-Almeida Graffiti e produzione anforaria della Betica 99

, · · d" ltr raffito uesta volta contenente non nomi di persona, ma cifre (reparti, dell'uscita per la fornace. La bollatura, applicata non su tutte, ma solo su alcune anfore, trova forse
~:~~o~~~:::r~s~~~~;~ig;i~~?~. ~~~quand~ l'anfora è fin;ta si ~fg~~n;~ ~~~~ :~~~~~~~~~~ec~~k~~~;: spiegazione ne! modo in cui venivano dispaste le anfore (in Ire, quattro, o più file, di cui solo la prima
parla va il bollo) duran te questa provvisoria sistemazione. Ancora: la zona betica non era (e non è) partico-
'corredo epigrafico da figlina':. il bollo, che ?ppare ra~e vo tlel su a. ~~ll'anfora finita.10 L'operazion'e di larmente ricca di zone boschive; il che significa che le fornaci andavano sfruttate il più razionalmente
1 e 2 sec ) alla radiee del mamco,s sul mamco stesso o su a pancm . h .
bollatur; chiude il 'ciclo-figlina' e apre il passa al seguente 'ciclo-forna~e', indicand? ~oba~ll7en~e c ~ passibile, tenendo presente l'enorme bisogno di contenitori che imponeva la produzione olearia che si
bolli sono solo elementi di contrassegno destina ti proprio a distinguere Il prodotto, Sia uran e a g~acen protraeva per tutto l'anno, come abbiamo detto. Cio significa che le diverse fornaci erano usa te, a volte a
in asciugatura che all'uscita dalla fornace stessa.11 . •
turno, a volte insieme, da diversi ateliers e che la produzione infornata doveva essere distinguibile. 13
Sul significato e sulla funzione dei bolli si è sempre molto dis~usso e non è n?stra p~etesa ~Iso!~~~~~ Pare, dunque, che la funzione di questi bolli dovesse esaurirsi con l'arriva delle anfore ai parti di
1 · Si è voluto vedere in essi il proprietano del fonda agnco1oc. e_pro uc~' . stoccaggio o alla diffusio. Se avevano qualche scopo 'propagandistico' in favore del contenitore, esso era

~;~~~!~:~~~'u~~~~~1:~~~r~s~::;::i~~:~~ t~~~f:;;~~~ftl~~~~~~~~~:~~~pe:~i!;e:~!~~b~!r~~-:~i~
rivolto, al massimo, al traspartatore.
Non è difficile, a questo punta, capire che cio che abbiamo definito prima in modo convenzionale come
tutti uesti casi avremmo, sostanzialmente, un 'bollo da propag~n a' ~~a e , ' ' è il 'corredo epigrafico da figlina' (contrassegni e iscrizioni graffite, bolli) doveva essere impasto, se non da
dell'a1tività commerciale. Decisamente in contrasta con una tale Idea.è Il fatto ch~ l oâgetto-anfor:en~a~ta dispasizioni di legge (che non ci sono pervenute in modo alcuno), al mena da una prassi, da una consuetudo
tanta raffinato o vistoso (specialmente ne! nostro casa) da pres~a~si ali? s.c?pa, ~e oveva esse dettata dall'esperienza, indirizzata sopra tutto a limitare il contenzioso tra i diversi produttori e sezioni
propaganda i tituli picti sarebbero stati molto più adatti, im~ed1a~1 _e ~h~anficaton. È,_comunque, mol~1~ che intervenivano in un processo di fabbricazione estremamente complesso e che muoveva interessi
robabile che una rispasta univoca alla funzione dei bolli nei divers~ tipi d~ anf?ra non SI passa proparre, economici sicuramente giganteschi.1 4 Quanta questo modello abbia influito su altri simili (come quelli
~a se prendiamo come paradigma le Dr 20 bisognerà tenere presenti alcum dai!. nordafricani) e quanta esso stesso dipenda da consuetudines ancora più antiche dettate da altre esperi-
rima è che nessun'altra regione olearia dell'impero puo competere _con la Betica in qu~~to a
Il enze,15 è casa lutta da accertare. Ma non si puo ignorare che il parallelo Ira questo corredo e quello 'da
dJzione È lo ico dun ue che anche tra il numero di fornaci scoperte non VI passa essere competlZione. spedizione' (il titulus pictus dell'anfora) si fonda su uguali dati di base: operazione complessa
~~ d' altra. par~, s~ le ~r;aci la scia no traccie relativamente facili a trovar~ ~ ~ e~plorar~, non hè :a (diversificazione della amministrazione, numerosi passaggi nella manipolazione, notevoli spastamenti,
ste;sa casa per quanta riguarda gli ateliers _ceramici che le .servivano; e non è d_Ifhcii;a:~~!~~~r: ~i::U~ quantità massicce di prodotto) e fortemente vigilata dall'alto (autorità municipale per le figline e
fomaci, annona e/o fiscus 16 perla spedizione del prodotto), che muove interessi economici e risorse enormi

ê~gg;,~~~:fi~ËJ~~~~i~t~:f?.i~?l;Ig~~€~:~~:::~:
Ira metropoli, provincia e relative amministrazioni, Ira privato e pubblico.

Che il prodotto di una stessa figlina venisse eventualmente disperso fra diversi portus o magazzini apparc
dei depasiti di cui moite flgline sfruttavano le capacità logistiche. A questo punta, x~r~ chia~o che soto
13
confermato dai fatto che gli stessi bolli si trovino, lungo le sponde del Guadalquivir, in punti piuttosto lontani;
mediante contrassegni (quali sono i bolli) le diverse produzioni potessero essere Istmte a momen o tale è il caso di CIL 2816 (Alcolea-Canama e Huerta del Rfo-Arva), di 3213 (Cantillana-Naeva e Villar de
Brenes), di 3617 (Huerta Belén, quasi allo sbocco del Genil, eLa Reina, poco sotto Cordoba!), etc.
14 È questo un altro aspetto che fa del modello betico qualcosa di particolare riguardo ad altri esempi di
t~~~~~o::~~~~:~~ ~~~Ù ':{t~~oa~:~~i~;~~:•r:~~~::::t~: ~;;;;;, ~~~me CIL 2~6) sia~~/~~~~!~ fi~~~~emd:~
2 1
7 produzione industriale', allo stesso tempo emblcmatico e difficile da applicare con rigore.
8 15 Bisognerebbe (e non è questo il nostro scopo, ora) csaminare il problcma bollo sin dalle origini dell'uso (anfore
piccolo formata del fr.ammen!o, che! non per~ettel d!n~:d:~co~ap~~h~!tr~~t~nn:~~r~opo la metà. del 2o secolo egizie e giudaiche del VII s. a.C.; prime anfore greche bollate, al meno sin dalla fine del IV) e valutare tutte le
antico, comparendo gtà nel 1 sec~ ~ e, o~cas10na rn , variazioni di senso o di scopo presenti in tutte le latitudini c su ogni tipo di anfore: uno sforza, per ora,
sembra sparire, sostituito dalla postztone m ventre. . . 1
improponibile.
· d" · 1· soin ogni epoca della v1ta d1 quest anfora.
9
10 t•c~:t:~!~i C:~:,.;:e,i~·~:n~~~a,n~nu è fino;a chiaram~n:e ;t:e~tat~ ~~!m:-e~àelXt~ s~';;';~~:·~ ~~:;~d~i~~~
16 Annona, da perse, è scmplicemcnte "l'approvigionamento annuo" o, pura e semplicemcnte "l'approvigiona-
mento". Il concetto è inizialmente materiale e riguarda le derrate o vettovaglie di consuma immediato; la
ripetere. c,he, etame pneorscallutrt•a· dna~ine:epr~~n!~c~~~:r=t~~: :ert: n:~i:àc co~incino ad .apparire proprio allora. Il scarsità si designa come arta o gravior a., l'abbondanza come laxior, etc. Passa poi a significare la "cura degli
sostanzta men e seo 1
approvigionamenti" (cura annonae) tenuta dai potere centrale, e questo è il senso prevalente nelle fonti

11
·or parte i bolh contengono, pm o meno 3
t?~~~:n:~:;: :;:::r~~~~' ~~::~ ~e':p~~ ~~;:~~ament eb~~~~~;;~tid;!~~~e
'
:;~~~: ~~:s~~~::b~:~~l~:~~;~ipr:)
. . d 1 III
1
:
.
storiche. Le disposizioni di legge di un Augusto (Suet., Aug. 41.5, 42.4) o un Claudio (Suet., Claud. 18) portarono
alla creazione di un servizio pubblico stabilc, la praefectura annonae, con titolari dell'ordine equestre. Non
magg~ . ' estori della fi lina. 1 bolli con soli cognomina exarata non sono co.mum pnma. e . ~ec.,
siamo precisamente informati in quale maniera l'annona effettuasse la sua vigilanza e prendesse le sue
propnetan o (b) ~ g_ 1 g (f uli? vi/ici?) della figlina. Il nome di quest'ulhma (abbrev•ato f/•glma}, provisioni nella Bctica affinchè il flusso di olio fosse continuo e proporzionato alle necessità sia del1a città di
~ov:ebbe trattarst dt ~~sona e ~r~;~;: s~fio s.tesso bono che in stampo separato anche in epoca antica. U~o dei Roma che dell'esercito, ma è presumibile che fisco e annona collaborassero strettamente. Cosi sembra dedursi
f•g/hn~! etc.) e della o,ffit.cèmCa,ILap2p938 da Villa Ludovisi e di data flavio-traianea, dotato del doppio stampo C.I.R dai tituli picti dell'epoca severiana (non più a nome di privati, ma di Severo e dei figli) c postseveriana (a nome
cast pm van e comp et ' . · · · 'd t la rnenzione di della ratio stessa). Il prefetto della annona e i suai subalterni, nel curare questo vitale servizio, probabilmente si
. · " "JANV ARI S(ervi?)"· unico caso tra i nostn bollt m cm pare evt en e
:~r~~~~~n:~r~~R~llee dipendenze di qu~st~ fabbriche. '(Arrius sarebbe qui il vilicus o l'officinator; Januarius il
servivano dell'apparato amministrativo del fisco imperiale in loco. Plin., Paneg. 29, sembra adombrare le regale
generali di procedura con la frase emit fiscus quidquid videtur emere; inde copia, inde annona, de qua inter

12 i~u~~;;i ambienti di produzione del tutto diversi, specialrnente ncl.la p~od~zione


vifnariad.italica.
licentem vendentemque conveniat ("Il fisco ha in carico tutto ciO che riguarda gli acquisti; questa è la base
1
del1 abbondanza nell'approvigionamento, in modo da assicurare l'equilibrio offerta-domanda.") E questa
· d h esso in evidenza la presenza nm bolh dt certe an ore t nomt
tardorepubbhcana, D. Manacor a a rn . . · 443-<i7) E li stesso aveva anche sembra essere stata la base anche pcr il commercio dcll'olio bctico destinato a Roma. Pcr i problemi di
delllaristocrazia sia urbana che municipale (da ulttrno, m Amphores romames . . g . dl 't II 173 approvigionamento degli eserciti, cf. J. Rernesal, La annona militaris y la exportaci6n de aceite bético a
sottolineato un~~videnza si mile per le anfore olearie della Tripolitania, Producct6n y comercw e acez e ' -
Germania (Madrid 1986). La prefettura dell'annona esisteva già in tempi repubblicani (Liv. 4.16.2, relativo a
204. Minucius Augurinus, il primo prefctto nota), ma sembra che fosse una carica pro tempore, non stabile. Cf. H. G.
lOO Emilio Rodriguez-Almeida Graffiti e produzione anforaria della Betica 101

Per quanto riguarda la seconda parte del processo (cioè, la produzione, spostamenti, invasatura e
spedizione del prodotto), qualche parola che metta a confronta le similarità accennate.
Sulla base dello schema della fig.2, possiamo descrivere sinteticamente una situazione che vedeva,
attorno alla via d'acqua del Baetis, dei fundi olearii probabilmente molto simili quanto a consistenza
geografica a quelli che tuttora ne caratterizzano la vallata: la più grande concentrazione di piante
d'oliva esistente al mondo. La disposizione collinare di questa area che va de Siviglia (non si considerano
• •j
\•
le zone a valle, per le quali non conosciamo il regime di sfruttamento e di esportazione) fino all'alto

i •
Guadalquivir oltre Cordoba, e l'assenza di figline fuori dalla striscia fluviale, obbliga a supporre che,
dopo la stagionatura invernale nei /acus dei rispettivi fundi, l'olio decantato (co/atum) venisse avviato
ai portus rivieraschi median te carri a cu lieus (grandi otri di pelle incassati ne! cassero e fasciati con
cerchioni di tenuta esterna; fig.3). Questi sarebbero i portus nominati certamente o probabilmente in
qualche bollo17 (il che significa che o in questi pochi casi la figlina e il portus appartenevano alla stessa
proprietà o il portus stesso aveva previamente commissionato la produzione) e, di recente, anche in un
controllo IP 8 (e cio significa che l'operazione di imbottigliamento ebbe luogo nell'area di immagazzina-
• •
mento delle anfore). lncidentalmente e sulla base di queste ultime osservazioni, si puo orrnai escludere che
il portus nominato nei tituli li sia, come ipotizzava senza moita convinzione Dresse!, il portus Cadi tanus
(Cadiz attuale); 19 si tratterebbe di un portus populi (possibile allusione ad una impresa a carattere
municipale), localizzabile a La Catria, riva sinistra del Guadalquivir.20 1
1 controlli li di queste anfore attestano che le operazioni di invasatura potevano avvenire direttamente
in fig/ina; e, difatti, moite di queste ci risultano note non da bolli, ma proprio da questi controlli.21 È
chiaro che in questi casi la figlina disponeva di un portus o grande magazzino proprio.
La diffusio o imbottigliamento che inizia la commercializzazione del prodotto, come gli altri passaggi
relativi alla fabbricazione del contenitore, era rigidamente regolata da controlli che trovano espressione
ne! 'corredo epigrafico da esportazione', cioè, il titulus pictus dell'anfora. Dell'ordine in cui i diversi
elementi di questo titulus venivano posti rende conto l'organigramma della fig.!. 1 mensores pesavano
prima il vuoto (a, scritto sul collo); durante la riempitura, e sicuramente prima di sigillare l'anfora col
tappo di ceramica, si effettuava un nuovo pesaggio; solo allora si scriveva il netto y (]ordo - a) sulla
spalla dell'anfora. Sigillato il tappo, gli stessi mensores (pondera tores o acceptores) scrivevano presso
l'ansa destra, obliquamente e in piccolo corsivo a ca/am us, il controllo (recensio li) con tutti i da ti utili
all'amministrazione e alla futura utilizzazione dell'anfora: il segno iniziale '1<: (recensitum, -a) la città
competente per territorio ela certificazione del peso precedentemente registrato in y; il nome dell'acceptor
o ponderator; il nome dell'olio invasato ed eventualmente del produttore/proprietario (che solo in

Pflaum, Les carrières procuratoriennes équestres sous le Haut-Empire romain (Paris 1960); per l'annona di
principali cent ri di éontrollo
Roma e Ostia-Portus, R. Meiggs, Rotn11n Ostia (2' ed., Oxford 1973); G. Houston, "The administration of Italian dell' in v as at ur a (diffu sio).
seaports," MAAR 36 (1980) 157s.; P. Le Roux, "L'huile de Bétique et le Prince" in Hommages à Robert Étienne
(Paris 1988) 247-70.
17 Il portus populi appare nel doppio stampo CIL 3094 in anfore fabbricate nei dintorni di La Catria, come hanno
dimostrato le prospezioni di Ponsich e Remesal. Nella zona ne esistevano altri, come il por(tus) Odu(ciensis?) di
CIL 3058 e 2636 (anch'essi prodotti a La Catria), etc.
18 Si tratta di un controllo con il testo: ...... xxxii as(ligi? )j .... nianu(m ad) populi portum clop( )j ..... d(omino) n(ostro) ~.pagu_!

imp(eratore) Antoninoj[iii et Com]azonte cos (a.220 d. C.). 1 bolli con la menzione di questo portus sono Ullll
~a-~
anch'essi (per contesto nel Testaccio e, sopratutto, nello scavo) della stessa epoca. 0
19 CIL 3976, 4371; l'opinione, oltre che nel primo articolo, "Ricerche sul Monte Testaccio," Anninst 1878, è espressa

20
da Dresse! dubitativamente nell'introduzione al CIL XV, p.562.
A meno che populus non stia qui per "il pioppo" (cosa possibile, alla vista di altri casi simili), il fatto che questo
portus e moiti altri si trovino pressa Arva (la quale, a sua volta, appare citata in diverse famiglie di bolli in cui
\- limiti ideali delle principali zone
di controllo della ~-
compare l'abbreviazione P( ), come nel caso di CIL 2711-2713) fa pensare che si tratti di imprese legate in
qualche modo alla amrninistrazione del municipium. Il modello, forse, non era unico tra i municipi rivieraschi. Fig.2. Produzio.ne ol~i~ ~ell'entro.terra del Baetis (Guadalquivir) e produzione anforaria rivierasca. 11 trasporto del
21 Vedasi una lista (aggiornata al 1984) di quelle note sia dai CIL che da prospezioni recenti in E. Rodrfguez- prodotto fino at luoght dt tmbotttghamento (portus anforari,figlinae) doveva avvenire per mezzo di carri a cul/eus
Almeida, Il monte Testaccio (Roma 1984) 244ss. addatti al trasporto terrestre dell 'olio. '
102 Emilio Rodriguez-Almeida Graffiti e produzione anforaria della Betica 103

qualche casa risulta essere un diffusor che Jo aveva precedentement acquistato) 22; numerali di incerto
significato; nome dello scriptor (probabilmente uno dei mensores). Di questi clementi ne mancano nei
controlli ora uno, ora un altro, a volte diversi, senza che si riesca a capirne la ragione.
Si pub escludere che la competenza del controllo su queste anfore appartenga direttamente alla
amministrazione del conventus, sebbene siano le capitali dei conventus quelle che compaiono nella
maggioranza dei casi; infatti, in certe anfore compaiono municipia come Carmo,23 Malaca,24 e perfino una
sconosciuta Lacca di cui si è parecchio discusso.25 Ma è il caso di Malaca il più sorprendente, in quanto che,
2
collocata come si trova (attuale Malaga) sulla costa sud, oltre il sistema montagnoso della Sierra
Nevada, e non presentando le anfore che ne portano il nome differenza alcuna con quelle che venivano
imbarcate Iungo il fiume, non si capisce (a) come i vuoti, e tanta meno i contenitori a pieno carico, potessero
arrivare dalla vallata del Guadalquivir; e (b) per quale ragione Malaga dovesse avere competenza
territoriale su una parte del comprensorio del fiume. D'altre parte, se le anfore con menzione di Malaca
a vessera contenuto olio prodotto nella fascia costiera a sud della Sierra Nevada, avrebbero probabilmente
3 presentato qualche differenza morfologica ris petto a quelle prodotte pressa il Baetis; ma questo non è stato
mai osservato finora.
Ultimo elemento, dei quattro fissi di cui consta il titulus pictus, dovrebbe essere p, il quale, scritto a
pennello fine e collocato tra a e y, contiene il nome del diffusor-negotiator che si incarica del trasporto. II
fatto che qualche raro carico di anfore parti ne! controllo, come proprietario del prodotto, un diffusor,26
4
potrebbe far pensare che il nome sia stato scritto non per ultimo, ma per primo. Ma cio appare finora
indimostrabile.
Come si vede, esiste un parallelismo sufficientemente chiara tra i due sistemi di controllo, quello in
5
figlina o 'di produzione', e quello in portu, 'da esportazione'.27 II primo si esprime in un corredo epigrafico
che attesta due passaggi diversi nel processo manifatturiero; il seconda sembra avere anch'esso due

22 CIL 3973, anfora trasportata dai diffusores L. Ocratius Modestus e i Cassii Apolaustus et Art( ); presenta, ne!
6 controllo S, il nome di Cassius Apolaustus al genitivo, nel luogo in cui normalmente compare un nome di olio
seguito da un genitivo di persona. Sirnile l'anfora CIL 3981, di M. Ovius Avillianus, il cui nome compare ancora
nel controllo; e la stessa cosa sembra succedere con l'anfora di M. Lucretius Optatus, CIL 3940 (Clodianese
Optati, ne! controllo). Che il genitivo (specialmente se Jo accompagna il nome dell'olio; ma anche quando
questo non è espresso) indichi la "proprietà" del prodotto sembra suggerito ancora da un caso particolare di
7
controllo in cui, non essendo espresso il nome dell'olio, lo sostituisce in modo del tutto eccezionale il
qualificativo derivato dalla località di origine del personaggio, un Iunius Optatus, Arve(n)sis (data ii Augustis
cos., del161). Cf. "Los tituli picti" e n.140 in Excavaciones espanolas en el Monte Testaccio 1 1989 (Madrid 1992
10 (in stampa]).
23 La citazione di Carma in questi controlli è tutt'altro che sicura, rna sembra probabile in al meno due controlli di
età antoniniana; in entrambi i casi il nomi appare incomplcto: CIL 3830, anfora di C. Cornelius Karus; 3955,
anfora apparentemente di L. Marius Phoebus e dei Vibii Viator et Res( tutus, -stitutus).
24 Se nel Testaccio i controlli con menzione di Malaca erano finora pochi, le nuove prospezioni e, soprattutto, lo
scavo, ne vanna aumentando notevolmente la consistenza numerica (oltre una decina di esemplari, oggi).
25 Dalle ricerche sulla toponomastica antica andalusa, spccialmente attraverso le fonti medioevali arabe, scrnbra
. dedursi che la località Lacca dovesse trovarsi net distrctto gaditano, nei pressi della maderna Arcos de la
Frontera, provincia di Cadice. La zona, anticamcnte ricca di oliva, lo è ancora archeologicamente e tra i
'
' ritrovamenti sembrano figurare un buon numero di figline; ma manca una prospezione sistematica alla ricerca
di anfore Dr.20. Che tuttavia la zone avesse, nel tempo che ci interessa, un certo peso nell'csportazione di olio,
pare suggerito dai bo1lo CIL 3333, OLEASTR(o), contenente, sombra, il nome di una ben nota !ocalità
stipendiaria del conventus Gaditanus (P!in., NH 3.1.15; Mela 3.4). Perla questione Lacca, allâ base della ricerca
v'è un'articolo di C. Sanchez Albornoz, "Otra vez Guadalete y Covadonga" in Cuadernos de Historia de Espana
1.2 (Buenos Aires 1944) 11-114. Su questo e altri studi sul tema, cf. G. Chic Garda, "Lacca," Habis 1979-80, 255-76.
26 Cf. supra n.22.
'Z7 Sembra triviale ricordare che la parola "esportazione" deriva da portus e che, all'origine, altro non è se non
Fig.3. Tipi di graffiti identificati nelle anfore Dr.20. Manca il tipo 8 (numerali in ventre), finora insufficientemente "l'uscita di una merce dalluogo di stoccaggio o immagazzinamento". Solo il grande commercio a lungo raggio
documcntato. le fa prenderc il scnso definitivo, odierno, di "spostamento di merci tra due paesi".
104 Emilio Rodriguez-Almeida Graffiti e produzione anforaria della Betica 105

passaggi alquanto più sfumati (controllo fiscale-annonario generale e consegna all'esportatore o


5.no~i iso~ati al nominativo. ~ale per !oro l'avvertenza fatta per il gruppo precedente. Pochi
mercator). Sta alla futura ricerca scoprire, fin dove sarà possibile, se queste 'affinità' tra i due processi
esempt: Felix (forse 3 esemplan), Hermeros, Indus, Innoce(n)s, Primus?, Septumius.
sono casuali o se rispondono a cri teri di legge e di amministrazione precisi e codificati, cosa che possiamo
intuire, ma non dimostrare al giorno d'oggi. 6. lettere isola te e sigle di grande formato, probabili 'firme' semplificate 0 segni personali di un
lavorante. Il gruppo è sufficientemente ben rappresentato già nella raccolta CIL (in fine)· il
Tipi e caratteristiche dei graffiti grande formato dei segni fa si che con frequenza vi si trovino solo frammenti illeggibili, che ;on
vanno raccolti; ma lo scavo sta ora dando la misura esatta della !oro frequenza.
Quando venne composto il CIL XV cio che si sapeva di questi graffiti su anfore Dr. 20 era ben poco.
Dresse! distingueva appena le lettere, sigle e numeri (frequenti) dai nomi isolati (per lui, rari).2B Dovette 7. signa (disegni o simboli) personali (stelle, cerchi, cerchi a uno o due diametri incrociati, etc.).
considerare capricciosi e quasi casuali i pochissimi frammenti con data calendariale (5, più una data Anch~ qui, il g_rand~ f?r?'ato q~asi mai ~rmette d_i ric~perare esemplari in teri. Tra questi signa
consolare non interpretata). 29 E fino al 1984 tutti i graffiti apparivano ridotti a tre categorie: (a) graffiti (segm convenzwnah dt nconosctmento det lavoran!I?) sptccano alcuni (palma, ancora, forse anche
'aneddotici' (nomi, accompagna ti da date o altro); (b) lettere isola te o sigle di grande formate; (c) cifre.30 monogramme chi-rho) di probabile ispirazione cristiana e databili per contesto (nel Testaccio) in
Il resto sembrava frutto del capriccio o dell'estro occasionale di qualche lavorante. epoca postseveriana.
Oggi siamo in condizione di distinguere molto più precisamente le diverse formule o tipi ben 8. numerali in ventre; si tratta, anche qui, di graffiti di grande formato e, pertanto, ridotti a
documenta ti da numerosi esemplari, tanto di Roma come di altre provenienze. Questi tipi sono i seguenti: frammenti non sempre leggibili; pare acccrtato, pero, che cifre di questo genere, benchè rare,
appaiano già in età antonina accanto al peduncolo inferiore dell'anfora. La casistica è, perora
1. graffiti dotati di datazione consolare e calendariale (in due righe), chiusi da un nome al scarsa e poco tipificata. '
secondo caso che sottointende il sostantivo opus (incerto se si debba riferire al prodotto anfora o
alla scrittura stessa). A parte un esempio CIL non letto da Dressel,31 oggi possediamo al meno 8 9. numerali in colla; incisione profonda, a stilus, sul collo delle anfore di età severiana e posteri-
esemplari trovati sul Testaccio, oltre a esempi molto simili o identici provenienti da Cavour ore.~ A~part<engono, d~nq~e, all'ultimo stadio di fabbricazione, a differenza dei tipi preccdenti,
(Torino), Augst, Nijmegen, Catterick, e Rottwei1. 32 Fig.3.1. tutti reahzza!I durante tl pnmo stadw, quello della fabbricazione della 'bolla' sferica del vente.
È possibile immaginare che indichino sezioni diverse della figlina, riservate all'operazione di
2. data calendariale, preceduta o seguita da un nome di persona in ! 0 o 2° caso. Dovrebbe trattarsi finitura, col montaggio di collo e manici (questi ultimi, che a volte avvolgono e volte semican-
di una variante semplificata del ti po precedente e avere le stesse funzioni, ma cio non è del tutto cellano il graffito, sono applicati dopo l'incisione della cifra).
sicuro. Il nominativo e il genitivo di persona sottointendono il verbo fecit e il sostantivo opus,
rispettivamente. Registriamo tre esempi CIL, 10 esemplari provenienti dai Testaccio di ritrova- 10. capricci e anomalie; qualche raro frammento sembra contenere clementi non strettamente
mento recente, e numerosi frammenti comparsi in scavi in Olanda, Scozia, Germania, e sud della letterari nè con scopi identificatori, frutto occasionale della fantasia.36 Per la frequenza di
Francia.33 Fig.3.2. apparizione dei diversi tipi, v. fig.4.
3. data calendariale chiusa fra due righe contenenti due diversi nomi di persona al nominativo. Il Per quanto riguarda la fabbricazione delle anfore, i graffiti dotati di data calendariale mettono in
gruppo più cospicuo appartiene alla cerchia di un Martin us che, con diversi partners, appare in al grande evidenza un fatto: l'industria era attiva lungo l'intero arco dell' anno, con, forse, due brevissime
meno 4 esemplari certi;34 al tri 4 simili, ma forse di altri autori, provengono dai Testaccio, mentre pause ad Aprile e Novembre,37 in coincidenza con l'acme delle operazioni stagionali della diffusio e del
al meno un esempio è noto a Carlisle. Fig.3.3. raccolto delle olive, che incidevano sulla disponibilità di manodopera. 1 recenti scavi sul Testaccio
mostrano anche che qualche anno, per eccesso di fabbricazione dei contenitori e/ o per scarso raccolto del
4. nomi isolati di persona al 2° caso. Perla verità, esiste la possibilità che nomi e data siano stati produtto, vennero usate con un ritardo di un paio di anni anfore di vecchie rimanenze.3B
scritti di seguito in linea unica e che, conservandosi solo uno degli estremi, appaiano come isola ti
nomi che in realtà non lo erano (qualche volta sembra succedere la stessa cosa alle date Alcuni tipi di graffiti (lettere e sigle di grande formato, nomi isolati) sembrano apparire su queste
calendariali). Per il momento, pero, bisogna intendere che si tratti di nomi semplici. Al contrario anfore già in epoca giulio-claudia. 39 Tuttavia, l'epoca antoniniana sembra segnare la grande espansione
di quanto pensava Dresse!, è questa la categoria più diffusa. Appaiono finora più o meno sicuri i dell'uso dei graffiti. Quanto cio dipenda da una maggiore e migliore conoscenza dei livelli antoniniani del
genitivi Antoni, Asini, Bari, Caesi?, Ca/lici, Clementini, Crescentis?, Elpidori, Fidenti, Fortunati Testaccio, è ancora da stabilire. Consta, comunque, il fatto che i graffiti con data calendariale appaiono
(molto frequente), Iuliani, Maria ni?, Musici, Nigrini (2 es.), Olympici (2), Palladi (3?), Patrici?,
Primi, Quinti (7, tra CIL e nuovi), Rufini, Secundi, Secuti, Tuccudae, Tigranis?, Trophimi
35 Esistono un paio di casi (di cui uno ottcnuto in scavo) che scmbrano indicare che la pratica di apporre il graffita
Atimeti?, Veturii?, Vitalis (5).
sul colla comincia ad apparire saltuariamente nell'età di M. Aurelio e Commodo.
36 Rarità di tipo letterario è CIL, 3612, dagli Orti Torlonia; ma, a giudicare dalla nota apposta da Dresse! ("in
fragmenta amphorae parvae"), non dovrebbe appartenerc ad un'anfora betica. Tuttavia, benchè non osservate
28 CIL introd. ai graffiti, p.556: "Figulorum notae sine dubio sunt littcrae singulares maximi plerumque moduli,
fi nora, non è da escluderc che rarità di questo c di al tri tipi compaiano su di esse in futuro.
item signa variae formae et numeri argillae ad huc molli ... stilo inscripti.. .. Nomina rarius occurrunt."
37 In effetti, non risulta finora un solo esempio sicuro di graffita con una data calendariale di questi due mesi,
29 CIL 3605-9,3614
mentre abbondano per tutti gli altri. 1 mesi in cui l'attività sembra maggiore sono quelli del periodo Maggio-
30 E. Rodrlguez-Almeida, Il monte Testaccio (supra n.21) 253ss.
Settembre.
31 CIL 3614, datazione del 154 ([Commodo et] Later{a]no cos).
3B Nella seconda _campagna di. scavo sul Testaccio, nell' anno 1990, sono apparsi due graffiti di questo ti po,
32 Tra i graffiti trovati fuori di Roma spicca un caso particolarmente curioso proveniente da Nijmegen, di data 158
entrambt datatl al 151 (Condzano et Maxzmo cos). Vero è che sui frammenti non si conserva resto alcuno dei
(Tertullo et Sa[cerdote cos)), scritto dalla mano dello stcsso Lucrio che firma il graffito CIL 3614, vid. Il monte
Testaccio (supra n.21) 257, fig.91.2. tituli pidi, ma è significativo che si tratti delle uniche datazioni di tale anno e che si trovasscro in uno strato con
soli tituli del 153 (Praesente et Rufino) c 154 (Commodo et Laterano).
33 Ancora in questo gruppo troviamo un altro caso singolare: un graffito trovato a Carlisle (llritannia 11 [1980) 409
39 S. Martin-Kilcher, Die romischen Amphoren aus Augst und Kaiseraugst <~ Forschungen in Augst 1, Augst 1987)
n.15, fig.25) risulta identico ad un altro (ancora incdito) raccolto nel Testaccio.
70ss.
34 E. Rodrlguez-Almeida, "Su alcuni curiosi graffiti dai Monte Testaccio," Bul/Com 93 (1991) 35ss.
106 Emilio Rodrfguez-Almeida

IREOUEHlAo•• TIPI.
sempre in tale contesto cronologico, per quanto linora ci risulta
(un solo caso incerto), cosl come cons ta che quelli con datazione Two studies of the provenience of Roman pottery
consolare (con una sola eccezione, di pubblicazione recente4°) si
concentrano in un arco termporale che va dall'anno 146 al 158.
through neutron activation analysis
Un sondaggio fatto sui primi 56 graffiti raccolti in superficie sul
Testaccio dava come risultato (e le aggiunte posteriori alla serie
J. Theodore Pefia
non hanno cambiato la proporzione in modo significativo) che il Introduction
75% degli esemplari era di età protoantonina (anni 146-161),
mentre il restante 25% appariva o in contesti certi postseveri- Most students of Roman history and archaeology no doubt possess sorne notion thal the analysis of
ani, o, al massimo (in qualche caso), in contesto dubbio commodo- pottery composition is a tool that can be employed to shed light on aspects of production and distribution
severiano. in the Roman economy. At the same time, they probably have little understanding of the practical
aspects of applying such analytical techniques to the investigation of substantive economie questions, and
Qualche nota in margine, per quel che riguarda la paleogra- no clear conception of the powers and limitations of this approach. This article explores sorne of these
fia. Pare prassi usuale quella di scrivere i graffiti (al meno issues through the discussion of research recently undertaken by the author involving the chemical
quelli più complessi, come i gruppi 1-3 della nostra lista) con un characterization of Roman pottery and clay specimens from severa! locations in west-central Ital y.
27
vero e proprio stilus; la consequenza è una scrittura estremamen-
te regolare, ben ordinata e distribuita. Qualche volta, pero, lo Chemical analysis - the determination of the elemental content of ceramics - is but one of two
strumento a punta troppo larga o sfangiata si dimostra improv- general approaches to the compositional characterization of pottery, the other being the analysis of
visato (legnetto, canna, etc.). In linee generali si puà dire che i ceramic mineralogy. 1 The specifie chemical technique employed in this research, neutron activation
graffiti betici mostrano un'impressionante omogeneità dai punto analysis, or NAA, permits the precise and accurate determination of as many as 40 elements, in sorne cases
di vista scrittorio-paleografico. Al momento di redigere un even when present in concentrations of one part per million or less. The aim of this contribution is to
alfabeto particolareggiato, le varianti di una qualsiasi lettera illustra te how NAA can be employed to classify ceramics by production group, and how such a group can
risultano minime; sono varianti 'di mano' rna non di costume o
1
then be associated with the source clay employed in its manufacture in order to determine the group's
'di scuola'. La sola apparente variante consiste nell'uso della e probable provenience. This issue will be examined through the discussion of two specifie case studies
a doppio tratto verticale o quella a tratto curvo-verticale con which have been selected to illustrate both the powers and limitations of NAA. In both cases, the
una o due traverse. Ma, in realtà, l'uso dell'una o dell'altra di- materials in question are fine-bodied ceramics; it should be noted thal determining the provenience of
pende solamente della maggiore assuefazione di chi scrive ali' coarse-bodied wares through the application of chemical techniques frequently involves a number of
uso del calamus o dello stilus. Con il calamus (come, per esem- complicating factors which tend to make this a more problematic undertaking.
pio, nei controlli 8 o recensiones) non si adopera mai il doppio
trattino verticale; con lo stilus, questo ti po di e è quello normale. CASE STUDY 1
Se chi scrive il graffito a stilo è abituato alla scrittura a cala- Differentia lion between terra sigillata italica produced at workshops located in the area of Arezzo/
mus, normalmente adopererà la e canonica; se è più abituato allo Ponte a Buriano/Cincelli and the centraV!ower Tiber valley
stilo, lo strumento stesso lo porterà a usare il doppio trattino.41 The first of the two cases to be discussed involves the differentiation between terra sigillata italica
Ci si potrebbe domandare, a questo punto, chi sono in realtà produced in the arca of Arezzo/Ponte a Buriano/Cincelli (henceforth referred to as "Arretine") and at two
gli autori di questi graffiti. I lavoranti? I loro controllori? Se si different locales in the central/lower Tiber Valley (fig.1). 2 The possibility of making such a distinction is
traitasse dei primi, bisognerebbe ammettere che il tasso di of more than passing archaeological interest. The past two decades have seen a steady increase in the
alfabetizzazione delle maestranze di infima qualifica (come i evidence for the manufacture of terra sigillata italica outside the Arezzo/Ponte a Buriano/Cincelli area
figuli) della Betica era piuttosto al disopra di quanto siamo - production evidence is now known from a number of locales, including Pisa, Torrita di Siena, Gubbio,
abituati a pensare, visto che si traita, in genere, di iscrizioni Vasanello, Prima Porta, Ostia, Cales, and Pozzuoli3 (just to mention those occurrences lying to the south
non solo corrette graficamente, ma corrette anche dai punto di
Fig.4. Frequenza relativa dei divcrsi tipi di vista dell'ortografia, dell'ordinatio epigrafica, e perfino ten-
graffiti. A, nome pcrsonalc al gcnitivo, denti alla vera e propria calligrafia. Pare, percià, più logico There is an extensive literature describing the various techniques available for the compositional charac-
solo; B, nome al nominativo, solo (nomi in pensare che queste iscrizioni, che non sono puri e semplici sfoghi terization of archaeological ceramics. For recent overviews and relevant bibliography, see P. Rice, Pottery
'-is', dubbi, inclusi); C, data calendariale, di grafomani, ma frutto di una prassi organizzativa della analysis: a sourcebook (Chicago 1987) 371-405; H. Neff (ed.), The chemical analysis of archaeological ceramics
più nomi, sia al nominativo che al genitivo; (Madison 1992).
produzione, siano opera del personale più qualilicato addetto al
D, date consolari e calcndariali con nome al 2 The author is currently preparing a fuller exposition of the analysis of thcse rnaterials in collaboration with M. J.
genitivo; E, sigle di più lcttere; F, lctterc controllo della produzione stessa, cioè, dei tabularii o scriptores Blackman.
isolate; G, testi dai contcnuto non definito; alle dipendenze delle figline, seconda lo schema che abbiamo 3 For Pisa, see Conspectus 7-8; see also T. Jefferson, G. Dannell, and D. Williams, 11 Thc production and
H, numerali; I, simboli. prospettato al principio (v. fig.1). distribution of terra sigillata in the area of Pisa, ltaly," in A. C. Anderson and A. S. Anderson (edd.), Roman
pottery research in Britain and north-west Europe (BAR 5123, Oxford 1981) 161-71. For Torrita di Siena, sec
Conspectus 10; G. Pucci, "A sigillata kiln in Valdichiana (central Etruria)," RCRF Acta 27/28 (1990) 15-23. For
40 Romische Amphoren aus Baden- Württemberg, in Fundberichte aus Baden· Württemberg 13 (1988) 396ss., Gubbio, sec M. Cipollone, "Gubbio (Perugia). - Officina ceramica di età imperiale in loc. Vittorina. Campagna
fig .S. di scavo 1983," NSc 38-39 (1988) 147-53. For Vasanello, sec C. Sforzini, "Vasai 'aretini' in arca lalisca: l'officina di
41 Rodrfguez-Almeida (supra n.34). Vasanello," in La civiltà dei Falisci. Alti del XV Convegno di Studi Etruschi ed Italici. Civita Castellana- Forte

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