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Lezione 1 – 29/09

Il Rinascimento francese

Introduzione al XVI e XVII secolo


Il XVI secolo, secondo la storia letteraria, inizia con la scoperta dell’America e con l’invenzione della stampa (che arriva a
Parigi nel 1470). Entrambi gli eventi, collocati alla fine del XV secolo, segnano un’importante innovazione per l’Europa di
quegli anni.
I critici propongono una periodizzazione approssimativa del Cinquecento letterario francese:
1. 1470-1530 - Dalla stampa a Francesco I di Valois: è l’epoca della nuova filologia (il cui interesse proviene
principalmente dall’Italia) e del clima di rinascita (Renaissance) culturale a partire dallo studio dei classici greci
e latini.
2. 1530-1550: epoca di Francesco I di Valois
3. 1550 in poi: epoca della Pléiade
4. 1580 in poi: guerre di religione

Contesto storico-politico
Il periodo tra il regno di Francesco I e quello di Enrico II di Francia (1515-1547) è stato definito il periodo di gloria del
Rinascimento francese (si ricordino Rabelais o la scuola lionese di Ronsard e du Bellay, per esempio), periodo che,
dall’altra parte, inizia ad essere scosso da persecuzioni religiose e intolleranza.
Infatti, se il regno di Francesco I costituisce un periodo di slancio produttivo, quello di Enrico II sarà un regno più
incerto. Dal 1580 la situazione si complica ulteriormente, poiché inizieranno a succedersi le varie guerre di religione.
Con il nuovo secolo vanno via via sparendo l’ordine e l’equilibrio che caratterizzavano la Renaissance, e si apre un
periodo di nuovi gusti e nuove tendenze, di irrequietezza, fermento artistico e letterario, segnato dall’esoterismo e dal
misticismo.
È centrale in tutto il secolo il problema del rapporto popolo-potere, sudditi-sovrano: molte sono le critiche al potere
dispotico, che si alimenta della complice passività dei sudditi e dell’ignoranza, arrivando al limite della tirannia, come si
legge nei “Discours” di La Boëtie – inno alla libertà e rivendicazione dei diritti politici. Con questo, La Boëtie non
intendeva ridurre ogni forma di governo alla volontà di rendere il popolo schiavo, anzi era convinto (come lo sarà
Rousseau) che le leggi dessero dignità all’individuo. Il suo obiettivo era condannare la tirannia.
A tal proposito, addirittura, alcuni scritti anonimi incitavano al regicidio invocando l’intervento di Elisabetta I
d’Inghilterra, in difesa dei protestanti francesi oppressi dal potere dispotico di Caterina de’ Medici, responsabile inoltre
della strage di San Bartolomeo.

FOCUS – Strage di San Bartolomeo


Tra il 23 e il 24 agosto 1572, si è compiuta la strage di San Bartolomeo, per mano dei cattolici ai danni
degli ugonotti a Parigi.
Il contesto erano le nozze fra la sorella del re di Francia Carlo IX, Margherita di Valois e il protestante Enrico IV di
Borbone, re di Navarra e futuro re di Francia, considerate un atto di riconciliazione tra cattolici e protestanti, in
occasione delle quali erano arrivati a Parigi migliaia di ugonotti.
Gli organizzatori persero però il controllo della situazione e l'eccidio divenne indiscriminato. A nulla valse l'ordine,
giunto dal re il 24 agosto, di cessare immediatamente gli omicidi: la strage proseguì per settimane e si diffuse in altri
centri urbani, diventando “il peggiore dei massacri religiosi del secolo”.
A lungo si è ritenuto che la strage fosse stata organizzata da Caterina de' Medici e da Enrico, fratello minore del re. Non
si dimentichino le questioni nazionalistiche, poiché Caterina era pur sempre considerata una straniera.
Ad ogni modo la strage segnò una svolta nelle guerre di religione francesi, contribuendo a «imprimere, nelle menti dei
protestanti, l'indelebile convinzione che il cattolicesimo fosse una religione sanguinaria e traditrice».
Il Cinquecento: tra innovazione e desiderio di rinascita

Il Nazionalismo e la stampa
Il Cinquecento, apertosi con la scoperta dell’America e l’invenzione della stampa (prima a Strasburgo, poi a Parigi e
Lione), è il periodo in cui lo Stato francese si delinea geograficamente per come lo si vede oggi. La Francia, infatti, viene
anche definita “L’Hexagone”, facendo intuire che entro quei confini vigono una certa cultura, una certa lingua e una
certa politica: i re di Francia, attraverso le loro scelte politiche, iniziano a trasmettere al popolo un senso di unità
nazionale. Oltre il confine, l’elemento che unifica il popolo francese è proprio la lingua, il moyen français. Grazie a
questa lingua la Francia è consapevole della propria forza (si ricordi che la Francia ha sempre avuto mire
espansionistiche).
La stampa del Cinquecento aveva due obiettivi paralleli: da una parte, rendeva il sapere accessibile a più classi
(volgarizzazione), dall’altra lo elevava, grazie alla filologia e alla critica, riproponendo i grandi classici greci e latini.

Il rapporto con l’altro


Con la scoperta dell’America, gli europei non solo entrano in contatto con popoli mai incontrati prima, ma si affacciano
soprattutto a modi di vivere totalmente diversi, più a contatto con la natura, per esempio. Un'altra scoperta che ha
sorpreso i viaggiatori europei è stata la serenità con cui i nuovi popoli vivevano nonostante la loro non conoscenza di
una religione rivelata.
Ci si trova, quindi, a mettere in dubbio una realtà che, dal Medioevo, era sempre più progredita e sviluppata, nonché
un’Europa consapevole, fino a quel momento, della sua apparente forza e in cui dominava una fede religiosa molto
sentita.

Renaissance come terreno di scambio


Nel XVI secolo, le idee iniziavano a circolare più velocemente. Non a caso, il Rinascimento europeo era nato sulla base
dello scambio intellettuale e culturale.
Oltre a Erasmo, considerato più europeo piuttosto che strettamente olandese, altri influssi vengono da vare aree
europee: Calvino e Bèze da Ginevra; l’anonima opera Vida de Lazarillo de Tormes y de sus fortunas y adversidades e La
Celestina (de Rojas) dalla Spagna;
Come già detto, è in questo secolo che la Francia si consolida dal punto di vista politico, economico e geografico.
Nascono, per esempio, le prime università importanti (la Sorbonne a Parigi).
NB: l’idea di unità è stata garantita dalla dinastia del tempo, i Valois, nonostante le grandi difficoltà e le guerre di
religione che stavano dilaniando (ravager) il paese.
Il primo sovrano dei Valois è stato Francesco I, l’ultimo Enrico III. La dinastia copre l’intero secolo.

Il secolo quindi apparentemente comincia con eventi positivi (per questo verrà definito Renaissance) seppure sia, al
tempo stessso, dilaniato da eventi catastrofici.

Il pensiero religioso
1547 – muore Francesco I di Valois. Da questo anno in poi, più che mai, si manifesta la duplice visione per cui la Francia,
da una parte, desidera di dimostrare la propria grandezza e, dall’altra, vi è il dramma della guerra che spinge a volersi
rialzare. Da un punto di vista religioso, ci si inizia ad interrogare sul destino dell’uomo e sulla miseria della condizione
umana, a cui si affianca un’assidua e angosciosa riflessione sulla morte.
Già dal Medioevo erano presenti casi di crisi della fede, e si condannava chi non credeva la divinità del Cristo. Anche
nella Renaissance sono numerose le opere che vogliono combattere l’ateismo.
Alla fine del secolo nasce il movimento dei libertins spirituels, che intende laicizzare la cultura e portare l’analisi dei
problemi religiosi dal piano dogmatico a quello critico-storico. Allo stesso modo, voleva dissolvere la magia e
l’astrologia, e criticava tutte le superstizioni e il fanatismo (basi di quello che sarà, nel Settecento, il pensiero
illuminista).
Il gruppo dei libertins spirituels è stato aspramente criticato da Calvino, che li ha definiti “una setta fanatica e furiosa”
per ciò che predicavano.

Il secolo si conclude con la fine della dinastia dei Valois, poiché non lasciano eredi. Per questo, sale al trono un nuovo
Re, Enrico IV di Borbone che, con l’emanazione dell’editto di Nantes (1598), porta una nuova pace al Paese, mettendo
fine alle guerre di religione.
Il nuovo sovrano aveva intuito quanto fosse importante ridare unità alla Francia, e per farlo bisognava andare oltre le
divisioni religiose che lui stesso aveva vissuto. Si farà riconoscere come la grande potenza dello stato, parallelamente
alla potenza religiosa rappresentata dal Papa.
Il Seicento – periodo Barocco
I primi anni del Seicento sono gli anni che preparano alla monarchia assoluta, manifestata per eccellenza dal Regno di
Luigi XIV (le Roi soleil).
La prima metà del secolo si caratterizza dal Barocco, un periodo travagliato e contraddittorio sotto molti punti di vista.
Il Barocco letterario e artistico era stato definito dalla critica come negativo, poiché non rispettava le grandi regole
classiche.
Il termine Barocco, non a caso, è entrato nella critica lo scorso secolo, quando prima era presente soltanto in ambito
artistico (per indicare il cambiamento tra la rigorosa arte classica e un’arte più movimentata).
è Il Barocco non è più Rinascimento, ma non è ancora Classicismo.

Il XVII secolo segna un passaggio importante anche per quanto riguarda la lingua: tramite le istituzioni volute dal potere
politico per garantire l’unità nazionale, nasce il francese moderno.
1630 – Académie Française, istituita dal cardinale Richelieu (che stava preparando l’avvento di Luigi XIV). Lo scopo
dell’Accademia è ben preciso: è necessario creare un dizionario e una grammatica. Questo perché anche la lingua ha un
ruolo fondamentale nella vita statale e dunque, come lo Stato, deve essere organizzata secondo certe regole (il discorso
era già stato presentato da Francesco I di Valois).
L’Académie Française, per tutti questi motivi, doveva rispecchiare una lingua in movimento.

Lezione 2 – 30/09
La lingua come simbolo di unità nazionale

L’emergere di una lingua volgare è simbolo, per la società francese del XVI secolo, di unità nazionale. A fianco del latino,
che continua ad essere la lingua prevalente nell’ambiente letterario, e ai dialetti locali negli ambienti quotidiani, si
inividua una lingua che debba valere per tutti.
Vi è uno stretto legame tra politica e lingua: la necessità di trovare una lingua comune al popolo francese è oggetto di
dibattito politico, ed è una consuetudine che risale al Medioevo. I Serments de Strasbourg (IX secolo), non a caso, sono
accordi politici tra sovrani che vengono scritti in lingua romanza, cosicché potessero essere capiti da tutti.
La prima manifestazione dell’importanza di una lingua comune, in Francia, arriva con Francesco I di Valois che, nel 1539,
emana i Villers-Cotterêts*, accordi che sanciscono la traduzione in francese di due articoli importanti.
è La lingua garantisce che tutti capiscano il testo = elemento unificatore.

La lingua francese volgare inizia a prendere piede anche in campo politico e religioso, con la traduzione di testi sacri
(prima per la religione riformata, poi per la Chiesa cattolica).
*Anche in Francia, dal 1523, viene tradotto in Nuovo Testamento. Nel 1535 Olivetano (cugino di Calvino) traduce la
Bibbia partendo dal testo greco/ebraico, quindi il testo originale, e non da quello latino, conosciuto come Bibbia
Vulgata (tradotta da San Girolamo) perché considerata un’interpretazione dell’originale.

Inoltre, Francesco I di Valois viene chiamato Père des Lettres per vari motivi:
- Intraprende guerre di conquista;
- Si impegna a unificare lo Stato francese;
- Si dedica alla letteratura (Da Vinci morirà in Francia perché il sovrano lo aveva chiamato a corte). La sua
dedizione riflette il bisogno di ripristinare una cultura francese in lingua volgare. Per questo, Francesco I
fonderà anche il Collège des trois langues, un’istituzione culturale a metà tra liceo e università, e in cui si
studiavano il latino, il greco e l’ebraico. L’istituzione sarà il nucleo generatore dell’attuale Collège de France.
è Le istituzioni culturali sono volute e controllate dallo Stato.

FOCUS - Étienne Dolet : La manière de bien traduire d’une langue en aultre


Secondo Dolet, i criteri di una buona traduzione sono 5, di cui i principali sono:
1. Il traduttore deve capire bene il senso dell’opera;
2. Il traduttore deve conoscere la lingua di partenza e di destinazione: traduttore come indispensabile catena di
trasmissione del sapere;
3. Il traduttore non deve essere un mero servitore della lingua, cioè non deve sistematicamente tradurre parola
per parola, ma deve adattare le sue scelte al contesto e renderle appropriate;
4. Il traduttore deve considerare le regole dell’oratoria, ovvero deve soddisfare il suono con parole adeguate —>
importanza dell’armonia e della musicalità della lingua.
Lezione 3 – 01/10
La Renaissance: la filologia; il pensiero filosofico e politico; italianismo e anti-italianismo

Italia —> Rinascimento (XV secolo)


Francia —> Renaissance (XVI secolo)

Il termine Renaissance, nel mondo letterario, indica anche altri momenti di rinnovamento-rinascita, come si è visto
recentemente con il Medioevo, durato più di 10 secoli e precedente alla Renaissance.
Per i secoli successivi la periodizzazione è stata più breve: il Seicento è il Siècle Classique e il Settecento è il Siècle des
Lumières.

Poiché la critica ha smentito l’infertilità e la staticità letteraria del Medioevo, spesso ci si pone la domanda se tra il
Cinquecento e i secoli precedenti ci sia una continuità o una rottura. Quanti e quali elementi del Medioevo si ritrovano
nella Renaissance?

La scoperta della filologia

Quella francese è una Renaissance della cultura antica, cioè greca e latina. Gli autori del Medioevo non hanno ignorato
un Ovidio o un Aristotele, ma oltre al patrimonio già esistente vengono studiati e apprezzati quegli autori latini che
hanno portato una mise en question, cioè hanno messo in dubbio credenze che, fino a quel momento, si ritenevano
valide.
È il punto su cui insistono gli autori del XVI sec. Come Joachim Du Bellay e Ronsard. Secondo loro, per rinnovare la
cultura bisognava abbandonare il Medioevo e trovare le fonti del rinnovamento nell’antichità greca e latina. Questo
processo era già avvenuto in Italia; di conseguenza, si abbandona progressivamente la produzione degli autori francesi
medievali per ritornare sui grandi classici, come se il Medioevo li avesse dimenticati.
Tuttavia, il Rinascimento non abbandona le credenze tradizionali né le premesse religiose del tempo, ma sostituisce la
fonte biblica ed evangelica ad altri modelli, come Platone. I miti continuano ad essere assunti come allegorie di verità
morali, ma il loro fine di comprensione viene allargato da religioso a universale.
Per questi motivi, non vi è una brusca rottura tra Medioevo e Rinascimento, ma un continuo mutamento nei gusti e
nelle idee.

In cosa differisce il contatto Renaissance-antichità dal contatto Medioevo-antichità?

v Modo con cui si torna all’antichità: un Ronsard, un Du Bellay, vogliono un ritorno al testo originale;
Si prendi come esempio “L’arte di amare” del poeta latino Ovidio. Per questi versi, segnati da un forte erotismo, era
stato esiliato nell’attuale Romania.
Il Medioevo ha conosciuto Ovidio così bene da rendersi conto che bisognava addolcire certe sue posizioni. Non a caso, è
arrivata la versione medievale “L’Ovide moralisé”. Sotto questo punto di vista, i letterati medievali hanno apportato un
cambiamento a ciò che si era creduto vero fino a quel momento.
Nel Cinquecento non si vuole più leggere “L’Ovide moralisé”, ma si vuole tornare all’opera originale di Ovidio.
Questo non vale solo per la poesia profana greca e latina, ma anche per il testo sacro: Olivetano non vuole più la
traduzione di San Gerolamo, ma la Bibbia scritta in lingua originale.
è Il rapporto tra Renaissance e Medioevo è molto complicato. Non vi è soltanto un rifiuto, ma una conoscenza
che porta a un rifiuto e che spinge ad un’altra direzione, come si vedrà per esempio con l’anti-italianismo.

v Durante questa Renaissance, la curiosità e la voglia di entrare in contatto con gli autori dell’antichità fa sì che si
scoprano autori che il Medioevo aveva obiettivamente trascurato (Lucrezio, Luciano ecc…).

Il pensiero filosofico
Il neoplatonismo non escludeva, come si è accennato, il pensiero aristotelico. Vi è, più che un rifiuto, un culto che si
arricchisce di voci nuove, o fino a quel momento ignorate (Lucrezio, Ficino, per esempio).
1543: Pierre de la Ramée, calvinista morto durante la notte di San Bartolomeo, nella sua opera “Dialecticae
institutiones” propone una dialettica più naturale rispetto a quella che si era diffusa con Aristotele, ovvero una dialettica
basata su un oggettivo empirismo (e non sul principio d’autorità dell’ipse dixit).
Le idee di de la Ramée, tuttavia, sono state molto contrastate. Oltre alla dialettica, il pensatore francese ha anche
analizzato a fondo la morfologia e la sintassi del francese, oltre che del greco e del latino, proponendo un approccio più
letterario e umanista che sostituisse le formule scolastiche in vigore in quel momento.
Con Pierre de la Ramée si è affermata la prima nozione moderna di progresso, un progresso possibile solo se il
pensatore opera in libertà.
Un'altra figura di rilievo è Louis Le Caron, umanista che nei “Dialogues” (1556) parla dell’uomo di corte, della poesia e
della bellezza e, soprattutto, del principe che deve philosopher.

Italianismo e anti-italianismo
Seppure la Francia della Renaissance era caratterizzata da una pluralità di voci, da una veloce circolazione delle idee
provenienti da tutti i paesi europei, era l’Italia la massima fonte di ispirazione e di proposte. I motivi di questo stretto
legame tra i due Paesi è da ricercarsi nella storia, cioè nelle guerre di conquista e di religione che si susseguivano tra
Quattrocento e Cinquecento.

Il contatto con la cultura e l’architettura italiana ha dato ai francesi nuovi modelli da seguire, permettendo alla loro
cultura di rinnovarsi. Per esempio, l’italiano Benedetto Tagliacarne era l’insegnante dei figli di Francesco I di Valois, così
come alla corte del Re si trovavano personaggi di rilievo come il duca di Mantova Federico Gonzaga e Leonardo Da
Vinci. Sempre in Francia, a Lione, era rilevante l’attività tipografica svolta da italiani. L’editore italiano più famoso in
Francia è il veneziano Aldo Manuzio. Non a caso, il corsivo francese è ereditato dall’Italia ed è chiamato italique, che è
obbligatorio nei titoli dei libri.
Va ricordata la scuola di Fontainebleau con artisti come Rosso Fiorentino.

Nella poesia, il genere che maggiormente risente dell’influsso italiano, due dei modelli da seguire sono Ariosto e Tasso
(l’Orlando Furioso avrà un enorme successo), anche se la fortuna più grande sarà attribuita ai grandi autori medievali
italiani: Dante, Petrarca e Boccaccio.
Mentre Dante nel Cinquecento non era ancora molto noto, Boccaccio avrà già un gran seguito, soprattutto dopo la
pubblicazione del Decameron tradotto. Ugualmente famosissimo diventa il Canzoniere di Petrarca, anche se con lui
iniziano ad emergere voci discordanti: Du Bellay critica, infatti, un petrarchismo in cui dominano la maniera e la scuola
(antipetrarchismo o anti-italianismo: presenza italiana che genera un rifiuto e un’insofferenza dovuti all’influenza di
modelli culturali – e linguistici – italiani nella cultura e lingua francese).
Lezione 4 – 6/10
La poesia: la Pléiade; Ronsard; i manifesti; Rabelais poeta; Orphée: le poète musicien

La Pléiade
Gli autori poetici più importanti del Cinquecento sono i poeti della Pléiade. Non tutti i membri di questo gruppo poetico
vengono da Parigi (era forte, al tempo, la divisione della Francia in Île-de-France e il resto del paese, detto province).
L’obiettivo della Pléiade è il rinnovamento della cultura francese: credevano, infatti, che un rinnovamento culturale
avrebbe portato anche ad un miglioramento della società, cioè un ritorno all’armonia attraverso la poesia e la sua
musicalità.
Il nome Pléiade rimanda alla costellazione di 7 stelle delle Pleiadi: rappresenta un gruppo molto limitato ma dinamico,
cioè i membri non rimanevano sempre gli stessi. Proprio questa dinamicità, seppur contenuta, serviva alla rivoluzione
poetica.

Legame Poeta-Trascendente: il Poeta era considerato un essere dotato di una sensibilità particolare e unica. Per questo
motivo occupa il punto più alto della gerarchia sociale (Ronsard afferma che “il Poeta sta al di sopra del sovrano (…)
perché le gesta del sovrano e il suo ruolo importante saranno ricordati grazie al suo lavoro”).
Poète des princes: i poeti sono legati alla vita della corte, poiché nel Cinquecento non vigeva ancora il diritto d’autore. Di
conseguenza, erano mantenuti e protetti da una persona potente.
Vivere alle spese della Corte, e dunque del sovrano, significava anche essere sotto il suo controllo e perdere una parte
della propria libertà.
Ronsard, per esempio, era protetto e mantenuto dal principe Carlo IX, nipote di Francesco I.

Obiettivo linguistico e culturale della Pléiade


Si intende esaltare, con giovanile entusiasmo, l’originalità della produzione volgare contro il diffuso privilegio associato
al latino, pur mantenendo una concezione aristocratica della poesia, ovvero una poesia accessibile solo ai dotti.
I poeti della Pléiade sostengono la necessità e la possibilità di emulare i modelli greci e latini attraverso un
arricchimento della lingua, dei procedimenti retorici e metrici, dei temi, e attraverso la sperimentazione di tutte le
forme poetiche coltivate nell'antichità (ode, epigramma, tragedia, elegia ecc…).
La cultura greca era, però, una cultura pagana, i cui elementi vengono sostituiti con gli elementi cristiani (ad esempio, il
Fato viene sostituito con la Provvidenza). Non mancano, tuttavia, delle sovrapposizioni

Non a caso, l’intenzione letteraria di Ronsard sarà quella di un ritorno alla lirica amoroso-petrarchesca, che riscuoteva
ancora molto successo a corte grazie alla perfetta armonia del ritmo e alla malinconica intimità che esprime (“Quand
vous serez bien vieille…” – Ronsard).
Oltre a Petrarca, altri modelli guideranno le collezioni poetiche del tempo: Orazio, fra i più importanti, è parte di un
patrimonio erudito che Ronsard e gli altri poeti della Pléiade assimileranno e faranno proprio.

Pierre de Ronsard
Pierre de Ronsard (1524-1585) è stato il maggior esponente della Pléiade. Aveva, infatti, un ruolo chiave: era lui a
decidere chi poteva entrare e chi no. Bisognava scegliere i migliori proprio per il ruolo prestigioso che il Poeta ricopriva
nella società, dunque i posti nella Pléiade erano riservati a pochi.
Amante della letteratura sin da piccolo, Ronsard è entrato alla Corte di Francia e qui ha imparato la lettura e la
traduzione dei classici. Alla Corte vivrà a lungo, e continuamente a contatto con letterati e funzionari di governo.
Jean Peletier du Mans, autore ancora più eclettico di Ronsard e creatore, a sua volta, di un’Art poétique, aveva letto le
prime composizioni poetiche di Ronsard e lo aveva incitato a continuare.
Dal 1544 al 1549 frequenta il Collège de Coqueret, diretto da Dorat, dove completerà la sua formazione letteraria e,
soprattutto, dove incontrerà i futuri membri della Pléiade: du Bellay e Baïf sono tra i primi. Con loro, Ronsard
contribuirà al rinnovamento poetico della Francia cinquecentesca, oltre ad essere conosciuto come l’autore più dotto e
versatile (avrà successo come poeta letterario, poeta filosofo e poeta cortigiano – il suo sapere è enciclopedico).
Durante le guerre di religione, Ronsard passerà da un tono benevolo che esorta alla riappacificazione, ad un tono
sempre più polemico in difesa del Cattolicesimo.
Le sue ultime opere si distinguono per la vena più malinconica e sofferta che viene da un Ronsard ormai anziano, che si
scaglia contro la caducità del tempo, la vecchiaia che fa svanire la bellezza, l’angoscia della morte imminente. Sono,
questi, i temi che ha trattato durante gran parte della sua produzione, e che l’hanno resa famosa e apprezzata ancora
oggi.
A questi si accompagnano i grandi temi culturali del tempo: costante mutevolezza della condizione umana
(miseria/eccellenza), senso e importanza della storia.
I manifesti: dimostrazione di una cultura in trasformazione

1548 - “Art poéique françois” di Thomas Sébillet. L’art poétique è un genere di trattati che contengono indicazioni per i
giovani poeti, che volevano rompere con il passato e con i quali Sébillet si trova d’accordo. L’autore, però, indica strade
più tranquille per realizzare il cambiamento, per esempio l’attenzione all’antichità andava dimostrata in modo più
graduale che radicale (al contrario di ciò che penseranno du Bellay e Ronsard).

1549 – “Deffence et illustration de la langue françoise” è il manifesto di Du Bellay, pubblicato in 12 capitoli e in tutta
fretta in risposta a quello di Sébillet, considerato troppo conservatore e tradizionale.
La Deffence è stata a lungo studiata, a tal punto che la critica ne ha dimostrato l’influenza anche in opere di autori
italiani allora contemporanei, come Pietro Bembo.
Con questo manifesto il gruppo della Pléiade dimostra che il francese è una lingua povera, ma che se aiutata, potrà
crescere come una pianta che viene coltivata. Si sarebbe occupata, poi, di quei domains che per il momento erano
riservati al latino.
Tuttavia, anche la Deffence è un’art poétique, specialmente nella seconda parte (dedicata all’Illustration).

Illustration: rendere la lingua francese una lingua illustre, cioè esplicitarne la chiarezza, l’esattezza e la grazia attraverso
le nuove forme di poesia. Non a caso, questa seconda parte è dedicata al giovane aspirante poeta, che deve dimostrare
di saper usare certi generi e non altri.
Con il tempo, le regole diventeranno più rigide, come si vede nell’ “Art poétique” di Boileau (1674), che riassume le
regole della poesia classica e che condanna della poesia del Cinquecento.

La formazione della lingua, che stava procedendo con grande confusione e con la partecipazione di tanti elementi, fa sì
che tanti poeti emergenti nel nuovo secolo, come Malherbe, considerino estremamente disordinata la poesia di un
Ronsard e di un du Bellay, e invochino un ritorno all’ordine e alla disciplina (—> conseguente nascita dell’Académie
Française). L’Art poétique di Boileau è addirittura scritta in versi alessandrini con rima baciata.

Nel Cinquecento e Seicento anche il teatro viene riscoperto sotto l’influenza greca e latina.
Mystères: forma più complessa e più lunga
Moralités: Sébillet dice che è più corta e vicina alla tragedia.
Farses et sotties: teatro comico e pièces molto brevi, e a tratti satiriche, che intercalavano i mystères per alleggerirli.

La Renaissance, dunque, riporta a galla tragedia e commedia, i due generi teatrali basati sulla “poetica” di Aristotele.
Il Seicento, come si vedrò, inizia a imporre le proprie regole. Il Settecento, a maggior ragione, non mostrerà interesse
per questi poeti.
Nell’Ottocento, con il ritorno dell’attenzione ai sentimenti e alle contraddizioni, si riscopre in tutti i sensi la poesia
rinascimentale: Baudelaire è tra i primi che rileggono e ripropongono la poesia del Cinquecento (Agrippa d’Aubigné
verrà citato nei Fleurs du mal), facendola conoscere alla critica.
Rabelais – poeta
Rabelais (1483-1553) è una figura ricca di sfaccettature, così come è stata ricca la sua vita: è un frate, curato, ma anche
letterato amico di Marot e Dolet, e medico esperto. Da un punto di vista letterario è uno dei massimi esponenti
dell’effervescenza culturale tra Cinquecento e Seicento. Nonostante sia conosciuto come autore di prosa, inserisce nelle
sue opere anche testi poetici.
La sua produzione è difficile da leggere e comprendere, proprio perché ridondante (inventa parole, modi di dire ecc…).

Nei suoi testi, in particolare nel Cinquième Livre, rivoluziona il modo di fare poesia: al centro della sua produzione, sia
poetica che narrativa, vi è la festosa danza delle parole, la loro armonia e musicalità, che però riflettono una scrittura
consapevole, cioè critica-satirica.

Dive Bouteille

- Riferimenti al vino/divino
- Riferimenti all’arca di noè = acqua rigeneratrice della vita.

La bottiglia contiene il mistero della vita, dunque la poesia è


da intendere come un invito a ricercare assiduamente quella
Quintessenza della vita, intesa come la saggezza suprema.

Ø Novità della poesia: l’opera è stata definita da Apollinaire


come il primo esempio di calligramma.
FOCUS - Orphée, le premier poète musicien

Orfeo è, secondo la mitologia greca, il figlio di Apollo. La critica colloca la sua esistenza addirittura prima di Omero.
Diventa una sorta di simbolo del poeta : in lui si trovano tutti i valori positivi dell’arte, anche per quanto riguarda
l’iconografia (spesso rappresentato con l’arpa).

Musica e arte – Amore e arte : vi è uno stretto rapporto tra musica e arte. La sua musica viene definita capace di
incantare le bestie, spostare i sassi, e gli permette di compiere un viaggio degli Inferi per raggiungere Euridice, la donna
amata, e riportarla sulla terra. Oltrepassa, quindi, i limiti del comune mortale. La poesia, e l’arte in generale, abbatte,
metaforicamente, le barriere che comunemente non sono date agli umani di superare.
La poesia, però, vince temporaneamente la morte, che poi avrà la meglio.

Forza della poesia : la poesia può dominare anche la natura più selvaggia e, per un momento, anche la morte. È
considerata la possibile artefice di un rinnovamento, perché i poeti del Cinquecento ritrovano nella cultura greca e
latina quegli esempi di forza rinnovatrice del verso poetico.

I.

Nous serions bien ébahis (stupiti) si c’étaient les têtes et lyre de Orpheus [Orphée]. Car, après que les femmes Threisses
[de Trace, contrée au nord de l’ancienne Grèce] eurent Orpheus mis en pieces, elles jetèrent sa tête et sa lyre dans le
fleuve Hebrus [l’Hèbre, fleuve de Trace]. Icelles [icelui, iceux : celle-ci, celui-ci, ceux-ci] par ce fleuve descendirent en la
mer Pontique jusques en l’île de Lesbos, toujours ensemble sur mer nageantes. Et de la tête continuellement sortait un
chant lugubre, comme lamentant la mort d’Orpheus ; la lyre, à l’impulsion des vents mouvant les cordes, accordait
[s’accordait] harmonieusement avec le chant. (Rabelais, Quart Livre (ch. 55, p. 669, Les paroles gelées).

Rabelais si rifà a cosa succede a Orfeo dopo essere uscito dagli inferi : si isola per cantare il suo dolore, ma le Baccanti lo
vogliono con loro e lo uccidono e lo fanno a pezzi.

Poesia = lamento che continua anche dopo la morte.

II.

Que mon Orphée hautement anobli,


Malgré la Mort, tire son Eurydice
Hors des Enfers de l’éternel oubli
(Maurice Scève, Délie, Dizain n. 445)

Si sottolinea la forza di Orfeo, simbolo della poesia, vince temporaneamente la morte.

III.

Je te supplierai seulement d’une chose, lecteur, de vouloir bien prononcer mes vers et accommoder ta voix à leur passion
(Ronsard, O.C., Première Préface à La Franciade, p. 1185-1186)

IV.

Et te supplie encore derechef où tu verras cette marque ! vouloir un peu élever ta voix pour donner grâce à ce que tu
liras (ibid, p. 1186)

Ronsard, massimo esponente della Pléiade, nella Préface di questa opera (paratesto, dunque in prosa), sottolinea la
musicalità della poesia ed esorta il lettore a leggere i versi adattandoli alla passione che emanano.

Il punto esclamativo e la punteggiatura in generale, al tempo avevano significati diversi da quelli moderni. Il poeta rivolge
un’attenzione molto più intensa alla punteggiatura rispetto a quanto non si farebbe oggi, proprio perché l’importante è
la lettura della poesia in modo armonioso, nel suo insieme.
V.

Ceux que je veux faire Poètes


Par la grace de ma bonté,
Seront nommés les interprètes
Des Dieux et de leur volonté (C’est Jupiter qui parle)
(Ronsard, O.C., I, p. 640, strophe 15, v.1-4)

Ruolo straordinario del poeta: il poeta ha la capacità innata (che deve unirsi allo studio), di dominare la natura. Sono
interpreti direttamente di Dio e della sua volontà, cioè assicurano la comprensione del messaggio poetico poiché il poeta
è il solo ad essere direttamente in contatto con Dio.

VI.

La Poésie sans ses instruments, ou sans la grâce d’une seule ou plusieurs voix, n’est nullement agréable, non plus que les
instruments sans être animés de la mélodie d’une plaisante voix (Ronsard, O.C., Abrégé de l’art poétique (1565) II, p.
1176)

Art Poétique abbreviata : la poesia si deve abbinare a qualcos’altro, cioè se non la si recita è come uno strumento
inanimato.

VII.

Sur [par-dessus] toutes choses tu auras les Muses en révérence, voire [vraiment] en singulière [unique] vénération, et ne
les feras jamais servir à choses déshonnêtes, à risées, à libelles injurieux, mais les tiendras chères et sacrées, comme les
filles de Jupiter, c’est-à-dire de Dieu (Ronsard, O.C, II, p. 1174)

Ronsard si sta rivolgendo al giovane che vuole diventare Poeta. La poesia deve essere impiegata solo per fini elevati. Per
farlo, il Poeta potrà fare riferimento alle muse, che sono le figlie di Dio.

VIII.

À mon imitation, tu feras tes vers masculins et féminins tant qu’il te seras possible, pour etre plus propres à la Musique
et accord des instruments, en faveur desquels il semble que la poésie soit née (Ronsard, O.C., II, p. 1176)

Attenzione alla tecnica poetica, che garantisce la musicalità della poesia. Ronsard, per esempio, critica l’uso del verso
alessandrino (12 sillabe, tipo di verso più lungo della poesia francese). Il nome alessandrino deriva dal Roman d’Alexandre,
testo medievale che andava contro la tradizione della poesia, che usava l’ottosillabo.

I poeti del Cinquecento usavano originariamente il decasillabo, e poi l’alessandrino. Viene criticato da Ronsard perché
troppo simile alla prosa.

Bibliographie
Ovide, Les Métamorphoses, éd. G. Lafaye, Paris, Les Belles Lettres, 1928 ;
Rabelais, François, Œuvres Complètes, éd. M. Huchon, Paris, Gallimard, 1994 ;
Ronsard, Œuvres Complètes, éd. J. Céard, D. Ménager et M. Simonin, Paris, Gallimard, 1993, 2 tomes
Lezione 5 – 07/10
Anthologie de la poésie française du XVIe siècle

Come già detto, nei poeti del Cinquecento vi è il bisogno di rinnovare completamente la poesia del tempo: si parla di du
Bellay come colui che voleva “enrichir notre vulgaire d’une nouvelle ou plutôt ancienne renouvelée poésie”.

Rinnovamento significava negazione della poesia recentemente passata (medievale) e, soprattutto, della poesia
nazionale del recente passato (si prende a modello Petrarca, che è medievale ma non francese).
Il cambiamento implicava il ritrovamento delle forme poetiche greche e latine —> poesia pre-cristiana, che dunque non
escludeva il Sacro, ma lo collegava alle divinità pagane (riprendendo Orfeo si parla di Giove, dunque una divinità
pagana).
Non mancavano i disagi, quindi, in una Francia che era stata da sempre cristiana: numerosi sono i giovani poeti che
accolgono l’idea di rivoluzionare la poesia risalendo all’antichità, a patto di mantenere il credo religioso che già avevano,
e non adorando le antiche divinità pagane —> queste contraddizioni si ritrovano nei vari autori: Ronsard è cristiano,
quindi allo scoppio delle guerre di religione appoggerà il partito cattolico, eppure vive il momento di rinnovamento
culturale prendendo spunto dalla poesia pagana.
è La complessità del cambiamento e la contraddizione data dallo scontro tra mondi molto diversi sono i punti di
partenza per la nascita dell’Europa moderna.
Si ragiona molto sui tempi che si stavano vivendo: alcuni giovani poeti accusano Ronsard e suoi amici di
“avvelenare l’animo” proponendo divinità pagane.

Poesia-musicalità-armonia
I poeti trovavano le regole per comporre i loro versi nei cosiddetti arts de rhétorique. Attraverso queste regole si vuole
che il poeta riproponga nelle sue poesie (microcosmo), l’armonia del mondo (macrocosmo). Di conseguenza, spesso si
trovano delle riflessioni sulla musica: si distinguono musica artificiale, che per il poeta è il suono prodotto dagli
strumenti musicali, e musica naturale, che è la musica della voce che raggiunge il suo culmine quando è accompagnata
dagli strumenti (Ronsard dà indicazioni su come pronunciare bene le parole della sua opera).

La poesia, quindi, segue l’ideale filosofico promosso dal neoplatonismo, che ha come obiettivo quello di ritrovare i
rapporti armonici che uniscono l’animo umano al mondo circostante. L’amore è uno di questi strumenti per elevare
l’animo e raggiungere l’armonia.
Tutti si danno da fare per costruire quello che Scève descrive come Célestes accords. Tuttavia, questo non significa che
la realtà si debba necessariamente considerare armoniosa e la società piena di gioia di vivere, poiché tutti sono
consapevoli delle contraddizioni del secolo.

La musica è importante perché fondata sui numeri, sulla proporzionalità, dunque è il mezzo che permette di ritrovare,
insieme alla parola, il contenuto che anima i corpi celesti.
Tutto questo va ad aggiungersi all’importanza della figura del poeta nella società: non è un caso se sono questi gli anni
in cui poeti e musicisti collaborano intensamente, sostenuti da sovrani e mecenati.

Concezione aristocratica della poesia: du Bellay condanna la chanson come una poesia volgare, dunque da sostituire
con una poesia molto più elevata che prenda come modello la classicità. Ronsard vede una soluzione alla questione
della forma con le Odes.
Il fatto che gli autori della Pléiade difendano il francese come lingua comune non significa che la poesia debba essere
comprensibile tutti. Bisogna elevare la lingua francese con e nella poesia, che dunque diventa una poesia per pochi.

Il sonetto, pur essendo risalente al Medioevo, non viene condannato per le sue caratteristiche strutturali e
organizzative: è una forma poetica rigida e breve, che però permette molte soluzioni poetiche al suo interno.
17110J

Anthologie de la poésie française du XVIe siècle, édition de Jean Céard et de Louis-Georges Tin,
Paris, Gallimard, 2005

Ronsard
struttura dell'ode
µ greca
Le Cinquième livre des Odes (1552) (Anthologie…, pp.275-278)
In difesa del potere sovrano si alzano molte voci, tra cui quella di
Ode à Michel de l’Hospital →
Ronsard.
Antistrophe 16 Michel de l’Hospital sosteneva la sua attività poetica, oltre ad essere
cancelliere alla Corte di Caterina de’ Medici, con cui ha
Le
Museu Elles, tranchant les ondes bleues
Vinrent du creux des flots chenus, collaborato con lo scopo di mantenere la pace in Francia
Ainsi que neuf petites nues navi

Parmi les peuples inconnus,


lanciano
Où dardant leurs flammes subtiles,
0 L'ode
della
propone
nascita
la
della
leggenda
poesia .

Du premier coup ont agité µ Vengono colpite


Le cœur prophète des Sibylles dalle frecce di ① Ronsard dice che la poesia
Epoint de leur divinité, fuoco che le viene dall' alto Le Muse sono
riempita
.

Si bien que leur langue comblée Muse lanciano scaraventate da Giove sulla Terra
D’un son horriblement obscur,
Chantait aux hommes le futur, →
Profetizzano
D’une bouche toute troublée.

Epode
Après par tout l’univers ② PASSAGGIO ALLA SCRITURA
Les réponses prophétiques
De tant d’oracles antiques
con i versi ,
si incitano
azioni
glivirtuose
uomini
a
imprese e

Furent écrites en vers ;


En vers se firent les lois,
Et les amitiés des Rois → ACCORDI REALI
Par les vers furent acquises ;
Par les vers on fit armer
Les cœurs, pour les animer
Aux vertueuses emprises.

Strophe 17
Au cri de leurs saintes paroles ( Poeti
"

③ Richiamo alla poesia erudita


Se réveillèrent les Devins, "

della ) Deve
Et disciples de leurs écoles
divini
tragedia greca
.

dal
Vinrent les Poètes divins,
essere elevata
volgare
POESIA PER POCHI
Divins, d’autant que la nature →

Sans art librement exprimaient, Dopo le Sibille e le scritture


Sans art leur naïve écriture la vita
Par la fureur ils animaient.
che
regolavano politica
Eumolpe vint, Musée, Orphée,
e la vita quotidiana ,
arrivano

i Poeti Divini
L’Ascréan, Line, et celui-là Omero

Qui si divinement parla,


Dressant pour les Grecs un trophée. evoluzione poetica nel mondo
greco

1
④ Le li
Muse tormentano i
poetidellee

rivelare
Antistrophe ossimoro spingono
divinita
a
'
i
segreti
Eux, piqués de la douce rage
\
Dont ces Femmes les tourmentaient, da dolce
D’un démoniacle courage
,
poeti sono
colpiti una

rabbia
Les secrets des Dieux racontaient ;
VISIONE DELLE PASTORALI
Si que paissant par les campagnes
Les troupeaux dans les champs herbeux,
Les Démons et les Sœurs compagnes
] Unione
dal
natura
mistero
-
divinità
e dal
: i
divino
poeti sono
legati
La nuit s’apparaissent à eux,
Et loin sur les eaux solitaires,
DANZANDO
Carolant en rond par les prés,
Les promouvaient Prêtres sacrés
Et leur apprenaient les mystères.

CAMPO SEMANTICO DEL DIVINO / MISTERIOSO
Epode t
Après ces Poètes saints, Ritorno dalla Allontanamento dal mistero e dalla
Avec une suite grande, \ sacralità alla →

sacralità dei primi poeti


Arriva la jeune bande / realtà
Des vieux Poètes humains ;
Dégénérant des premiers,
Comme venus les derniers,
Par un art mélancolique -

Trahissaient avec grand soin


Leurs vers, éloignés bien loin
De la sainte ardeur antique.

Strophe 18
L’un sonna l’horreur de la guerre
Qu’à Thèbes Adraste conduit,
ESCHILO
→ → MONDO GRECO :
risalire ai citati
bisogna
L’autre comme on tranche la terre, →ESIODO personaggi
attraverso ciò che hanno fatto
L’autre les flambeaux de la nuit ;
L’un sur la flûte départie TEOCRITO

En sept tuyaux siciliens


Chanta les bœufs, l’autre en Scythie
il dramma di Cassandra uccisa
Fit voguer les Thessaliens ; SOFOCLE che racconta
→ ,

Agamennone
,

con
L’un fit Cassandre furieuse,
che racconta la miseria dei Re TRAGEDIA →

L’un au ciel poussa les débats → EURIPIDE ,


elevata aulica
Des Rois chétifs, l’autre plus bas ,

Traîna la chose plus joyeuse.


↳ ARISTOFANE → COMMEDIA

Antistrophe MONDO GRECO AL


⑦ PASSAGGIO DAL
Par le fil d’une longue espace, ROMANO → Società più rozza
MONDO
Après ces Poètes humains
Les Muses soufflèrent leur grâce TRAGEDIA → Seneca
Dessus les Prophètes Romains, COMMEDIA → Plauto ,
Terenzio
Non pas comme fut la première
2
Ou comme la seconde était,
Mais comme toute la dernière
Plus lentement les agitait.
Eux toutefois pinçant la lyre
Si bien s’assouplirent les doigts
Qu’encor les fredons de leur voix
Jusqu’aujourd’hui l’on entend bruire.
le Muse andarono
Epode I
principi colpendo

,
,

Tandis l’Ignorance arma contro la


poesia .

L’aveugle fureur des princes, t


Et leurs aveugles provinces Ronsard e polemico e si propone
'

Contre les Sœurs anima. il rinnovamento


Jà déjà les enserrait, per
Mais plutôt les enferrait,
Quand les Muses détournées
Voyant du fer la rayeur, METONIMIA
→ ferro spada →

Haletantes de frayeur
RITORNO DELLE MUSE IN CIELO impaurite
Dans le ciel sont retournées.
,

Visione pessimista dei che la


giorni
=

Francia stava vivendo

Ronsard, (Anthologie…, pp.281-282)


181101
Ode à Cassandre Metafora della
→ bellezza della
Mignonne, allons voir si la rose donna che svanisce Ronsard costruisce la
Qui ce matin avait déclose Mattina vs intorno
Sa robe de pourpre au soleil, →
sua
poesia a

pomeriggio tre femminili


A point perdu, cette vêprée, figure
Les plis de sa robe pourprée La rosa bella come 1) CASSANDRA
'

e →
amore non

Et son teint au vôtre pareil. la donna amata corrisposto


2)

ELENA Iv
( rovesciamento dei
AHIMÈ
) Depressione del
Las, voyez comme ma ne peu d’espace,
termini di
paragone 3) MARIA
poeta
Mignonne, elle a dessus la place, t
CADERE Invito alla donna
Las, las, ses beautés laissé choir !
O vraiment marâtre Nature,
di
cogliere il
momento
Puisqu’une telle fleur ne dure
Que du matin jusques au soir.
c' è una lezione da
imparare
rd CONCLUSIONE
:

Donc, si vous me croyez, mignonne,


Tandis que votre âge fleuronne
En sa plus verte nouveauté,
Cueillez, cueillez votre jeunesse : →
CARPE DIEM

Comme à cette fleur, la vieillesse


Fera ternir votre beauté.

Ronsard, (Anthologie…, p.297)

3

SONNET POUR HÉLÈNE
Hélène descritta nella vecchiaia ,

Quand vous serez bien vieille, au soir à la chandelle, alle


Assise aupres du feu, devidant et filant, quando
avrebbe pensato
dediche di Ronsard
Direz, chantant mes vers, en vous esmerveillant,
Ronsard me celebroit du temps que j’estois belle.

Ronsard
Lors vous n’aurez servante oyant telle nouvelle,
Desja sous le labeur à demy sommeillant,
Ambizione e
orgoglio di

Qui au bruit de mon nom ne s’aille resveillant,


Benissant vostre nom de louange immortelle.

Je seray sous la terre et fantôme sans os


Par les ombres myrtheux je prendray mon repos:
Vous serez au fouyer une vieille accroupie,
Hélène avrebbe rimpianto
Regrettant mon amour et vostre fier desdain. l' amore di Ronsard
Vivez, si m’en croyez, n’attendez à demain:
Cueillez dés aujourd’huy les roses de la vie.
t
Richiamo all' Ode a Cassandra

Rosa della vita e bellezza


gioie
=

CARPE DIEM
÷::: ::*: : !! !
" "
"

et sede di riunioni dove si tentava di contrastare

""" " " " ""


" le
guerre
di
religione .

dedicati Anne de
Sonnet preghiere coglie la sua importanza sia dal
a
Ronsard
Marquets , punto
Quelle nouvelle fleur apparaît à nos yeux ?
D’où vient cette couleur, si plaisante et si belle ?
Et d’où vient cette odeur passant la naturelle, FIORE Anne
portatrice di un messaggio
=

Qui parfume la terre et va jusques aux cieux ? nuovo

La rose, ni l’œillet, ni le lis gracieux, PROFUMO DEL FIORE CHE ARRIVA AL CIELO =

D’odeur ni de couleur ne sont rien auprès d’elle : donna la cui bellezza sorpassa il
Aux jardins de Poissy croît cette fleur nouvelle,
Laquelle ne se peut trouver en autres lieux.
profumo e la bellezza di tutti gli
altri fiori .

Le printemps et le fleurs ont peur de la froidure, La sua fede e la sua forza non
Cette divine fleur est toujours en verdure, µ spariscono neanche nei momenti
Ne craignant point l’hiver qui les herbes détruit : più difficili ( inverno )
guerre
=

Aussi Dieu pour miracle en ce monde l’a mise, Rivoluzione della Pléiade : Ronsard e Du
poetica
le ballate medievali e le opere in
condannavano
Son printemps est le ciel, sa racine est l’Eglise, Bellay
Sa foi et œuvres sont ses feuilles et son fruit. volgare per proporre generi più elevati .

Qui invece Usa DISCOURS un genere più modesto che


"
"

,
, ,

La concezione aristocratica della


si rivolge a più gente →

alla volontà di
rimane tratti si
poesia ma , a ,
accompagna i temi
Continuation du Discours des misères de ce temps (Anthologie, pp. 297-298) ALLARGARE PUBBLICO perché IL ,

diventano più concreti


n Amico di Ronsard poeta e successore di Calvino dopo
divisioni in Francia
,
,

causa → a
[…] De Bèze, je te prie, écoute ma parole, che si sarà spostato
delle
Que tu estimeras d’une personne folle ; a Ginevra
per soste
guerre
di
nel 1562
religione
e che
,

scoppiate
=

nere il Protestantesimo
S’il te plaît toutefois de juger sainement, obbligavano poeti
i prendere a

Après m’avoir ouï tu diras autrement. una


posizione .

Ronsard si schiera con la Chiesa


cattolica
La terre qu’aujourd’hui tu remplis toute d’armes
.

Y faisant fourmiller grand nombre de gendarmes, Richiamo alla erudita


poesia giganti
→ :

Et d’avares soudards, qui du pillage ardents, nati dai denti del


drago che si
Naissent dessous ta voix, tout ainsi que des dents uccidono tra di loro
Du grand serpent thébain les hommes, qui muèrent =
Soldati che de Bèze manda in Francia
Le limon en couteaux, dont ils s’entretuèrent,
Et nés et demi-nés se firent tous périr,
Si qu’un même soleil les vit naître et mourir.

De Bèze, ce n’est pas une terre gothique, la Francia e


'

il
paese
dove
Ni une région tartare ni scythique, de Bèze è nato e cresciuto ,

C’est celle où tu naquis, qui douce te reçut, e cui dovrebbe


a
prestare
Alors qu’à Vézelay ta mère te conçut, servizio
Celle qui t’a nourri, et qui t’a fait apprendre ↳ carità
La science et les arts dès ta jeunesse tendre romana : i
figlicherendono
tornano
il bene
bambini
"
"

genitori
ai anziani
Pour lui faire service et pour en bien user,
Et non, comme tu fais, afin d’en abuser.
due termini
→ CUORE .

Spesso ,
i
significati dei
scambiati
Si tu es envers elle enfant de bon courage, vengono
Ores que tu le peux, rends-lui son nourrissage,
4
→ Invito a ritirare i soldati

Retire tes soldats et au lac genevois


(Comme chose exécrable) enfonce leur harnois.
Ne prêche plus en France une Evangile armée,
Ossimoro delle teorie
t

degli ugonotti
Un Christ empistolé tout noirci de fumée,
Portant un morion en tête, et dans la main
Condanna della protestante religione
Un large coutelas rouge du sang humain.
Il Principe è il rappresentante Ribellarsi al
Cela déplaît à Dieu, cela déplaît au Prince ;
Cela n’est qu’un appât qui tire la province\, di Dio sulla terra a cui i
sovrano

ribellarsi
significa
Dio
,

sujets devono sottomettersi


a

A la sédition, laquelle dessous toi


Pour avoir liberté ne voudra plus de Roi. […]
la al Re cattolico alla
↳ Fate una
guerra
in nome della libertà ,
ma
negate portando
dissoluzione dello stato

Weber è stato uno studioso ct-a-a-fpoeti.ca


*********** cinquecentesca .

Il Poeta imita ma si nutre di


poesia frequentando gli altri poeti
.


non ,

fiori belli si nutre del nettare


( metafora dell' ape che corre nei più e

che lavorato diventa miele )


, ,
.

H. WEBER, La création poétique au XVIe siècle en France, t. I, Paris, Nizet, 1955, pp. 238-242.
Ronsard aveva conosciuto Bembo e
L’Image du chevreuil blessé.
si era lasciato influenzare dalla
ORIGINALE ITALIA
poesia
:
sua
P. BEMBO, Gli Asolani e le Rime, son. III
↳ sonetto d' che alla sua
grazie
amore ,

Si come suol, poiche’l verno aspro e rio struttura permette molteplici soluzioni
,

Parte a dà loco a le stagion migliori, " " . .is


.se
: ÷; ÷:
.
Gioven cervo uscir col giorno fuori l' inverno
Del solingo suo bosco almo natio, ↳ del paesaggio dopo

E or su per un colle, or lungo un rio


Gir lontano da case e da pastori
i.
Erbe pascendo rugiadose e fiori,
idilliaco
Ovunque più nel porta il suo desio; Arriva l' uomo che nel quadretto ,

Né teme di saetta o d’altro inganno µ costituisce un pericolo perché


da ,

Se non quand’egli è colto in mezzo’l fianco nascosto ferisce il cervo ( che


,
,

animale
giovane )
non è un che
Da buon arcier, che di nascosto scocchi; seppur ,

freschezza
rappresenta leggerezza
o

Tal io senza temer vicino affanno


idilliaco
Moss’il piede, quel dì, che i be’ vostr’occhi
nel
quadretto
Me’mpiagar, Donna, tutto’l lato manco.

J. A.BAÏF, Amours de Francine, II, son. IXfegsazgj.gg


donna amata
àaimùeÈÉeEEnàààà⇐à
con
,

sguaiato colpito (éd. Marty-Laveaux,


il suo

i
poeta'
t.I, p. 146)
,
il cacciatore
ha
il
il cuore del come ferisce
cervo

FFF.EE?EtFE:EYE:-:T
Comme quand le Printemps de sa robe plus belle
in particolare nel
perche la donna amata
'

e
cerio ,

5
,
l' importanza
→ Baif è ricordato per
J.A. BAÏF, Amours de Francine, II, son. IX nella
che dà alla musica creazione

Comme quand le Printemps de sa robe plus belle poetica


ABBINDARSI
La terre parera, lors que l’hyver départ, DESCRIZIONE DELLA PRIMAVERA
La bische toute gaye à la lune s’en part →
ANIMALE cerbiatta
Hors de son bois aimé qui son repos recele.
:

MANGIARE
→ DESCRIZIONE MOVIMENTATA
De là va viander la verdure nouvelle,
SICURA
Seure loin des bergers, dans les champs à l’écart,
Ou dessus la montagne ou dans le val : la part
Que son libre desir la conduit et l’apelle.
la cerbiatta non teme le intemperie
→ Ad
Ny n’a crainte du trait, ny d’autre tromperie, e cammina spensierata .

un

Quand à coup elle sent èsans son flanc le boulet, tratto la colpisce una bala
Qu’un bon harquebouzier caché d’aguét lui tire : di un
archibugiere .

Tel, comme un qui sans peur, de rien ne se defie →


Poeta che non teme nulla ma una
,

Dame, j’aloy le soir que vos yeux d’un beau trait ha


Firent en tout mon cœur une playe bien pire.
sera la donna amata colpito
il suo cuore

RONSARD, Les Amours, XLIX (Laum. STFM, t.IV, p. 52)

Comme un Chevreuil, quand le printemps destruit → Descrizione del capriolo animale ,

L’oyseux crystal de la morne gelée, sicuramente più fresco e


al cervo di Bembo
leggero
Pour mieulx brouster l’herbette emmielée rispetto
Hors de son boys avec l’Aube s’en fuit, ↳
Primavera che non sostituisce
Et seul, et seur, loing de chiens et de bruit, l' inverno ma lo distrugge ,


Or sur un mont, or dans une vallée, PERICOLI
Or pres d’une onde à l’escart recelée,
di liberta
Immagine gioiosa
'

e
Libre follastre où son pied le conduit :
la rete l' arco
De retz ne d’arc sa liberté n’a crainte,
Il capriolo non teme né né
,

ma viene colpito da una freccia mortale


Sinon alors que sa vie est attainte,
D’un trait meurtrier empourpré de son sang :

GIOVINEZZA =

periodo di spensieratezza
Ainsi j’alloy sans aaaaa
espyr de dommage, sulla prima
quartina
il
poeta
Analogia

: esce

Le jour qu’un œil sur l’avril de mon age dall' infanzia


CUORE
Tira d’un coup mille traitz dans mon flanc.
Rispetto alle poesie precedenti qui pericolo
'

il e

mille frecce ferita del
,

legato

esterno cioè all' uomo


poeta molto più ampia ,
non

Continuation des Amours, 1555


del che vola
Rossignol, mon mignon, qui par cette saulaie
D Descrizione pettirosso ,

\
Vas seul de branche en branche à ton gré voletant, SAULAIE =

bosco di salici
dove più gli
Et chantes à l’envie de moi qui vais chantant piace
POETA uccellino che canta per
Celle qu’il faut toujours que dans la bouche j’aie,
=

la sua femmina
6
!!!!!! !!!!
"

¥:* ¥:* :*: %


!

-

a
scissa


Nous soupirons tous deux : ta douce voix s’essaie
De sonner les amours d’une qui t’aime tant,
Et moi, triste, je vais la beauté regrettant
Qui m’a fait dans le cœur une si aigre plaie.

Toutefois, rossignol, nous différons d’un point :


C’est que tu es aimé et je ne le suis point,
Bien que tous deux ayons des musiques pareilles ;

Car tu fléchis ta mie au doux bruit de tes sons,


Mais la mienne, qui prend à dépit mes chansons,
Pour ne les écouter se bouche les oreilles.

VII.
J. Du Bellay

Les Regrets

I.

aaaaaaaoo•maaaaaa
Je ne veux point fouiller au sein de la nature
Je ne veux point chercher l’esprit de l’univers,
Je ne veux point sonder les abîmes couverts,
Ni dessiner du ciel la belle architecture.

aawmmmamamma.mn
Je ne peins mes tableaux de si riche peinture,
Et si hauts arguments ne recherche à mes vers :
Mais suivant de ce lieu les accidents divers,
Soit de bien, soit de mal, j’écris à l’aventure.

Je me plains à mes vers, si j’ai quelque regret,


Je me ris avec eux, je leur dis mon secret,
Comme étant de mon cœur les plus sûrs secrétaires.

ammoniamo
Aussi ne veux-je tant les peigner et friser,
Et de plus braves nom ne les veux déguiser,
Que de papiers journaux, ou bien de commentaires.

MMMMMMmMMMMMMmmaa
II
Un plus savant que moi (Paschal) ira songer
Avecques l’Ascréan dessus la double cime :
Et pour être de ceux dont on fait plus d’estime,
Dedans l’onde au cheval tout nu s’ira plonger.

Quant à moi, je ne veux pour un vers allonger,


M’accourcir le cerveau : ni pour polir ma rime,

7
Lezione 8 – 13.10
Joachim du Bellay (1522 – 1560)

Nato ad Anjou, du Bellay è l’esponente maggiore della Pléiade, insieme a Ronsard.


La sua infanzia è stata solitaria e tormentata dai problemi di salute, a cui farà riferimento in alcune composizioni
poetiche, così come riporterà spesso i suoi luoghi d’origine.
A Poitiers studia legge, entrando in contatto, per la prima volta, con i letterati e gli umanisti del suo tempo.
Intorno al 1546-47 si consolida l’amicizia di du Bellay con Ronsard e Jacques Peletier du Mans. Se du Mans aveva spinto
il giovane du Bellay a coltivare la sua passione per la poesia, con Ronsard frequenta il Collège de Coqueret, luogo che
darà vita al gruppo della rivoluzione poetica, e sempre con Ronsard pubblicherà la famosa Deffence.

Lo studio dei classici lo porterà a conoscere e apprezzare Petrarca e i petrarchisti italiani, soprattutto Bembo: nel 1549,
stesso anno della Deffence, il poeta pubblica il suo primo canzoniere, “L’Olive” e i “Vers Lyriques”, una raccolta di 13 odi
di ispirazione oraziana in cui vengono sottolineate delle angosce come il potere distruttore del tempo, la vanità delle
cose, la miseria umana… ma, allo stesso tempo, viene messo in luce il potere della poesia come strumento di
immortalità del sentimento, e la sua vittoria sul tempo.
Più tardi, intorno al 1553, esprimerà il suo distacco dall’artificioso petrarchismo con l’ode “Contre les pétrarquistes”, per
dare inizio ad un periodo poetico più autentico e personale.

Sempre nel 1553, quando la sua produzione inizia a farsi più polemica, du Bellay arriva a Roma per raggiungere suo
cugino cardinale, Jean du Bellay (si ricordi che l’intera famiglia del poeta ricopriva ruoli di prestigio e aveva contatti con
la monarchia francese.
Il poeta diventa segretario del cardinale. Quello del segretario era un lavoro importantissimo all’epoca, ma le ambizioni
diplomatiche di du Bellay erano fortemente limitate dalla sua sordità.
Il soggiorno a Roma si rivelerà un’amarissima delusione: oltre alla sordità (che aveva colpito anche Ronsard), du Bellay
deve fare i conti con una città che si immaginava gloriosa, ma che era in realtà rovinata dalla corruzione (anche
all’interno dello Stato pontificio), dalla prostituzione, del malcostume ecc…
è Rimpianto per la patria abbandonata: tornerà in Francia dopo 4 anni. Tra il 1558 e il 1559 pubblica la raccolta
de “Les Antiquités de Rome” e dei “Regrets” (in riferimento ai “Rimpianti” di Ovidio) —> idea del poeta esiliato
o che si sente tale, seppure du Bellay non sia stato costretto dalle autorità a lasciare la Francia.
Ovidio sottolinea il potere terapeutico della poesia, che quindi lenisce, se non guarisce del tutto, il male del
poeta.
Al centro della riflessione de “Les antiquités de Rome”, vi è il tempo distruttore. Du Bellay rimane amaramente
deluso dalla gloria perduta di Roma. I resti della città che iniziavano ad emergere, e che dovevano
rappresentare un passato glorioso, erano in realtà semplici sassi.

Il tema dell’esilio è strettamente legato al tema del viaggio (“Heureux qui comme Ulysse…”). In realtà, l’esilio in du Bellay
non è da intendersi soltanto come “perdita della propria patria”, bensì anche come conquista della propria identità:
l’esilio genera la nostalgia (altro fil rouge nella sua produzione poetica), e la nostalgia gli consente di esplorare la propria
interiorità e arrivare, così, ad esprimere la versione più autentica di sé.
( 1550)
"

raccolta di
"

L' Olive
Bellay pubblica
"

Dopo la Defferre du
"

,
una
,

dei
sonetti dedicati ad una figura femminile
)
e ,
per questo ,
considerata uno

canzonieri francesi (
petrarchismo
primi
Du Bellay crea sonetti ispirandosi Joachim du Bellay
italiani poco noti Tristia di Ovidio
poeti
"
"

a Les Regrets riferimento a →

Œuvres complètes de Joachim Du Bellay, tome 3, Texte établi par Léon Séché, Revue de la
Renaissance, 1903, 3 (p. 26-116).
f A SON LIVRE raccolta
Regrets
" "

Les sono una

l'
dedica al libro che autore sta
congedando di 191 sonetti divisi in 3 torni
dolore del
Mon livre (et je ne suis sur ton aise envieux), 1) TONO ELEGIACO →
poeta
Tu t’en iras sans moy voir la Court de mon Prince. i costumi
2) TONO SATIRICO → verso

Hé chétif que je suis, combien en gré je prinsse, di Roma ( es .

Papa )
Qu’un heur pareil au tien fust permis à mes yeux ! la
3) RITORNO IN FRANCIA →
cerca

motivazione per la
Là si quelqu’un vers toy se monstre gracieux,
sua
poesia
REGIONE
Souhaitte luy qu’il vive heureux en sa province :
Mais si quelque malin obliquement te pince,
La
figura di
Margherita Valois di

fa da ispiratrice
Souhaitte luy tes pleurs, et mon mal ennuyeux. gli musa

del
Necessita poeta di
'

↳ il libro contiene i dolori del poeta
Souhaitte luy encor’ qu’il face un long voyage, che
venga

individuare
qualcuno che
gli
la
Et bien qu’il ait de veuë eslongné son mesnage, pubblicato ispiri poesia per ,

" ☐a

Que son cœur, où qu’il voise, y soit tousjours present. riflettere sulla realta
'

e sulla
stessa
Souhaitte qu’il vieillisse en longue servitude,
poesia
Qu’il n’esprouve à la fin que toute ingratitude,
Et qu’on mange son bien pendant qu’il est absent. La metafora del libro come

diffonde
Durante il
soggiorno romano , un
figlio si in

alla
questo periodo insieme
dumÉfMpMwp
di
la
famiglia LES REGRETS diffusione della stampa
,

vive forti con#aÉEYEà⑦È0


torqauanooni lvrpaetahrnamahoaopi .li
il poeta ↳ Quando un libro viene
niente aaaayaspyyyz.mx dato alle stampe si spezza ,
" "

lo teneva
MM il cordone che
DE

legato al
poeta

iets MM
dµwhdMmAagaia la
"

de Joachim JOACHIM DU BELLAY → indicare provenienza


rendere alle radici
del poeta significa omaggio
sue
.

"

ANGEVIN
mmNFG-

I
SCAVARE
① SONETTO PROGRAMMATICO → contiene
Anafora Je ne veux point fouiller au sein de la nature, il dell' autore
t Je ne veux point cercher l’esprit de l’univers, programma
.

personale )
"

( Je
"

Poesie Je ne veux point sonder les abysmes couvers, Inizia in modo


che N’y dessigner du ciel la belle architecture. la ricerca dell' armonia
vogliono Non c' è più
differenziarsi del mondo al centro la
'

ma c' e
da
Je ne peins mes tableaux de si riche peinture, , , ,

qualcosa
Et si hauts argumens ne recerche à mes vers :
figura del du Bellay poeta
Mais suivant de ce lieu les accidens divers, t
Riferimento all'
t
che amico rivale Ronsard
Fatti di
-

cronaca

Roma
avvengono
a
② Alla
negazione ciò aggiungono
si
proposte
che
( ) per negato
"
"
aveva
mais

il
Soit de bien, soit de mal, j’escris à l’adventure.
→ Il poeta scrive senza

fosse
pensare
lui innato
,
come se

dono della scrittura in

ha sensibilità che però


maggiore
→ una
Je me plains à mes vers, si j’ay quelque regret,
,

basta ad essere un
Je me ris avec eux, je leur di mon secret, non
grande poeta
Comme estans de mon cœur les plus seurs secretaires. ↳ GRANDE LAVORO dare al lettore
per
l' impressione di una poesia naturale
Aussi ne veux-je tant les peigner et friser,
Et de plus braves noms ne les veux desguiser, ③ Con i propri versi il poeta piange ,

Que de papiers journaux, ou bien de commentaires.


I
e ride come capita per questo ,

\
140) non vuole mascherarle con nomi
.

bassi e
Generi più .

vicini alla vita di tutti i Giorni


IX elevati
V

France, mère des arts, des armes et des loix,

}
" " "" " " ° " ""^ "" " " ^
Tu m’as nourri long temps du laict de ta mammelle,
Ores, comme un aigneau qui sa nourrice appelle,
Je remplis de ton nom les antres et les bois. Agnello che
perde sua madre -

poeta
Bosco Roma
Si tu m’as pour enfant advoué quelquefois,
=

Que ne me respons-tu maintenant, ô cruelle ?


Richiamo
France, France, respons à ma triste querelle : ② SOLITUDINE

Mais nul, sinon Écho, ne respond à ma voix. Lupi crudeli


'
=

violenta
nemici
di Roma
agnello
dell' =

societa
Entre les loups cruels j’erre parmi la plaine,
altri
Je sens venir l’hyver, de qui la froide haleine
D’une tremblante horreur fait herisser ma peau. Agli agnelli non manca il

pascolo = amici in Francia che stanno

Las, tes autres aigneaux n’ont faute de pasture, bene


Ils ne craignent le loup, le vent, ni la froidure :
GREGGE
Si ne suis-je pourtant le pire du troppeau.

XXXI

Heureux qui, comme Ulysse, a fait un beau voyage, Ritorno di Ulisse


Ou comme cestui là qui conquit la toison,
VS
Et puis est retourné, plein d’usage et raison,
Vivre entre ses parents le reste de son aage ! Ritorno incerto del
poeta
Quand reverray-je, helas, de mon petit village
Fumer la cheminee, et en quelle saison
Reverray-je le clos de ma pauvre maison,
Qui m’est une province, et beaucoup d’avantage ?

Plus me plaist le sejour qu’ont basty mes ayeux,


Que des palais Romains le front audacieux ;
Plus que le marbre dur me plaist l’ardoise fine,

Plus mon Loyre Gaulois, que le Tibre Latin,


Plus mon petit Lyré, que le mont Palatin,
Francia vs Roma
Et plus que l’air marin la douceur Angevine.
XXXIV

Comme le marinier, que le cruel orage →


METAFORA del
poeta come un

A long temps agité dessus la haute mer, marinaio che sta affrontando
Ayant finablement à force de ramer la mentre altri
Garanty son vaisseau du danger du naufrage, tempesta ,

marinai in salvo lo
gia
'

,
,

Regarde sur le port, sans plus craindre la rage


Des vagues ny des vents, les ondes escumer :
vedono in
pericolo
Et quelqu’autre bien loin, au danger d’abysmer,
En vain tendre les mains vers le front du rivage :

Ainsi (mon cher Morel) sur le port arresté, → MARINAIO IN salvo →


poeta Morel ,

Tu regardes la mer, et vois en seureté amico di du Bellay rimasto in

De mille tourbillons son onde renversee : Francia



NOSTALGIA 1- SATIRA
Tu la vois jusqu’au ciel s’eslever bien souvent,
Et vois ton Dubellay à la mercy du vent,
Assis au gouvernail dans une nef percee. ROMA
=

XXXV

La nef qui longuement a voyagé (Dillier) → Metafora della nave limitata al 1. verso

al porto
Dedans le sein du port à la fin on la serre :
Et le bœuf qui long temps a renversé la terre,
Dopo un
lungo viaggio arriva ,

così come il bue che


dopo aver
Le bouvier à la fin lui oste le collier :
,

osato i campi ,
viene liberato
Le vieux cheval se voit à la fin deslier LAVORI FATICOSI
Pour ne perdre l’haleine, ou quelque honte acquerre :
☐ che
vengono
ricompensati con il riposo
Et pour se reposer du travail de la guerre,
Se retire à la fin le vieillard chevalier :
µ
sul
Mais moi, qui jusqu’ici n’ay prouvé que la peine,
→ Attenzione riportata poeta ,

che Roma aveva trovato solo


La peine et le malheur d’une esperance vaine, a
fatiche
La douleur, le soucy, les regrets, les ennuis,
Anticipazione della TORMENTO

'

noia Qui e un

Je vieillis peu à peu sur l’onde Ausonienne, decadentista DOLOROSO


Et si n’espere point, quelque bien qui m’advienne,
De sortir jamais hors des travaux où je suis.

LXXXVI → SATIRA

Marcher d’un grave pas et d’un grave souci,


Et d’un grave souris à chacun faire feste,
Balancer tous ses mots, respondre de la teste,
Avec un Messer non, ou bien un Messer si :

Entremêler souvent un petit Et cosi,


Et d’un Son Servitor contrefaire l’honneste,
Et comme si lon eust sa part en la conqueste,
Discourir sur Florence, et sur Naples aussi : → città entrate sotto il controllo
romano
randagismo
Seigneuriser chacun d’un baisement de main,
Et, suivant la façon du courtisan Romain,
Cacher sa pauvreté d’une brave apparence : → IPOCRISIA ,
IRONIA

Voilà de ceste Court la plus grande vertu,


Dont souvent mal monté, mal sain, et mal vestu,
Sans barbe et sans argent on s’en retourne en France.

CXXX
pensavo ① Il poeta si di
paragona
nuovo
Et je pensois aussi ce que pensoit Ulysse,
Qu’il n’estoit rien plus doux que voir encor' un jour a Ulisse ( son 31)
.

Fumer sa cheminee, et apres long sejour


Se retrouver au sein de sa terre nourrice. →
Riposo dopo le fatiche del
ritorno ( Itaca )
giorno
= a casa

%
Je me resjouyssois d’estre eschappé au vice,
Aux Circes d’Italie, aux Sirenes d’amour,
Et d’avoir rapporté en France à mon retour Roma città di vizi

L’honneur que l’on s’acquiert d’un fidele service.


dello
Las, mais après l’ennuy de si longue saison,

segretario zio vescovo

Mille soucis mordans je trouve en ma maison,


③ Il
poeta torna e si ritrova
diseredato
Qui me rongent le cœur sans espoir d’allegeance.

Francia
'

Adieu donques, Dorat, je suis encor Romain, → Il desiderio di tornare in e

Si l’arc que les neuf sœurs te mirent en la main


Tu ne me preste ici, pour faire ma vengeance. negato
di
Nella sua
famiglia ,
dove

sente
sperava
lontano
trovare la si
pace ,

rottura
perché trova e disordine

Roma )
"

( come a
-

Je suis encore

Romain estraneo dove


"

→ romano =
a

si trova

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