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STAMPA LIBERA FUORI DAL DEBITO! FUORI DALLEURO! ...

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FUORI DAL DEBITO! FUORI DALLEURO!


Posted By luca martinelli On 1 ottobre 2011 @ 20:31 In Crisi Finanziaria | 1 Comment
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22-23 ottobre 2011 ASSEMBLEA NAZIONALE indetta da Rivoluzione Democratica. Qui sotto il testo che convoca lassemblea. Un incontro aperto a chiunque condivida le nostre proposte. Lassemblea sar divisa in due parti: la prima di analisi di quanto sta accadendo, nella seconda ci concentreremo su quanto si deve fare. Diversi saranno gli oratori. Quanto prima daremo il palinsesto e indicheremo dove questa assemblea si svolger. Per chi vorr pernottare e usufruire dei pasti la prenotazione obbligatoria. Scrivere a riv.dem@gmail.com Scriviamo questo testo agli inizi di agosto. Da tre settimane le borse euro-atlantiche registrano un tonfo dopo laltro. Vendite massicce su tutti i fronti. Non ci si sbarazza solo dei titoli di stato e delle obbligazioni bancarie dei paesi considerati gli anelli deboli della catena europea, ma pure delle azioni industriali. Altro che panico o mercati che non capiscono! Le grandi consorterie affaristiche e bancarie, quelle che maneggiano montagne di denaro, danno per certa una nuova recessione, con effetto domino sui debiti sovrani, sulleurozona, su tutta leconomia. Siamo davanti alla profezia che si auto avvera, al passaggio dalla recessione alla depressione. Le conseguenze sociali saranno devastanti, senza precedenti. LItalia risulta in queste settimane il paese tra i pi colpiti dal marasma finanziario. Crescono gli interessi che lo Stato deve pagare per poter finanziare il suo debito, cresce di converso il rischio di un crack delle banche italiane, visto che per far quadrare i loro traballanti bilanci hanno acquistato quantit crescenti di titoli del tesoro. Capitaclisma economico LAssemblea che stiamo preparando potrebbe dunque svolgersi dopo la tempesta perfetta, in un contesto drammatico, nel bel mezzo di un cataclisma. Se questo crollo a breve non certo, la tendenza invece lo , poich la crisi storico-sistemica, di portata epocale. E al tramonto il modello economico sociale e politico adottato dallOccidente imperialistico dopo gli anni 70 delloffensiva operaia e lavanzata delle resistenze antimperialiste. Deindustrializzazione e terziarizzazione, supremazia della rendita usuraria, consumismo compulsivo alimentato dalla crescita esponenziale dei debiti privato e pubblico, delocalizzazione di interi comparti industriali nei paesi a bassi salari e a controllo totalitario della forza lavoro, parassitismo generale, crescita delle economie criminali. Sbriciolando lordinamento sociale, ridislocando classi e ceti, il combinato composto di depressione e crisi del debito sovrano, detter la nuova agenda politica, decider il rango delle diverse problematiche sociali. Polarizzazione sociale Le questioni secondarie diventeranno primarie e quelle primarie diventeranno secondarie. Quelle marginali diverranno irrilevanti. I movimenti per i diritti democratici e i beni comuni, che in questi anni hanno occupato la ribalta, confluiranno nella pi generale sollevazione popolare per salvare il paese dalla catastrofe. I partiti politici, guidati da cricche corrotte e incompetenti, longa manus delle oligarchie parassitarie, potrebbero essere travolti, lasciando spazio a forze politiche e sociali nuove, a quelle appunto che sapranno indicare radicali vie duscita dalla crisi sistemica. Non difficile intuire su quali linee avverr questa polarizzazione. La posta in palio come uscire da questa crisi storica, chi dovr essere portato al macello, chi deterr il potere dello Stato. Le due classi dominanti, la rendita usuraria e il capitale monopolistico, arrivate al dunque, faranno causa comune, costituiranno lasse portante di un blocco sociale reazionario, pronto a qualsiasi avventura pur di restare al posto di comando e scaricare sul resto della societ i costi della crisi. Blocco popolare Ove i loro partiti-fantoccio fallissero nelladdomesticare le masse, nellobbligarle ad accettare

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draconiane politiche di sacrifici (questi sono i compiti loro assegnati), saranno messi da parte, per far posto ad un regime di nuova dittatura, magari anticipato da movimenti di massa reazionari di cui la piccola borghesia pauperizzata funger da testa dariete. Il nostro paese quindi destinato ad entrare in una fase di grandi turbolenze e conflitti, di polarizzazione sociale e politica. Lo sbocco non predeterminato, verr deciso nel corso della battaglia. Come sempre vincer il pi forte. Si deve dar vita, per tempo, ad un Blocco popolare, si deve impedire che milioni di cittadini finiscano tra le braccia del populismo reazionario. Un Blocco pronto dunque non solo alla resistenza, ma a scalzare dal potere le oligarchie parassitarie e i loro fantocci politici. Se non ci riusciremo tutto sar perduto, i diritti democratici, la dignit, le conquiste sociali, il futuro. Occorre agire per aprire un varco a questo Blocco nel muro ostile eretto dal sistema, e che separa le larghe masse dai compiti che la situazione impone loro, dalla consapevolezza della posta in palio. Questo varco si apre sapendo indicare sia le misure politiche e sociali fondamentali che i mezzi coi quali soltanto il paese pu evitare di precipitare nel baratro. Due sono le misure urgenti decisive: la cancellazione del debito pubblico e luscita dalleuro. Fuori dal debito! Per capire perch la vicenda debiti sovrani fondamentale occorre riconoscere la distanza che separa il capitalismo reale e post-industriale moderno da quello che fu. Siamo in un sistema ove predomina il capitalismo parassitario di Stato. Lo Stato, oltre al suo immenso patrimonio, incamera ogni anno una cifra che sorpassa quella di tutte le industrie manifatturiere messe assieme. Esso il perno a cui la ruota gira, la fonte a cui si abbeverano non solo la rendita parassitaria e il sistema bancario, ma gli stessi grandi gruppi monopolistici industriali con le loro appendici. I partiti politici, quelli di opposizione non meno di quelli al governo, agitano lo spauracchio della default, affermando che solo pagando i debiti ai creditori si eviter la catastrofe. E vero lesatto contrario! Onorare il debito causer la depressione economica, un nuovo pauperismo di massa, la fine dello stato sociale, il definitivo crollo del paese. Lalternativa quella di chiudere i condotti attraverso cui passa lingente flusso di ricchezza pubblica che alimenta i santuari milionari della rendita e dei monopoli. Cancellare il debito significa porre i sigilli alla bisca capitalistica, liberando cos ingenti risorse per la rinascita dellItalia, per rilanciare leconomia produttiva, pubblica e privata, per difendere i beni comuni, per rifondare il sistema scolastico e la ricerca, per debellare la disoccupazione, per gettare le fondamenta di un nuovo ordine sociale. Fuori dalleuro! Ognuno sa che i guai, per le masse lavoratrici e per il paese, sono aumentati con ladozione delleuro, una valuta ideata su misura del capitalismo industriale e finanziario tedesco, che ha infatti agevolato le sue fortune. Le banche germaniche hanno fatto profitti prestando soldi ai paesi meno virtuosi, affinch questi ultimi si ingozzassero di merci tedesche. Da quando lItalia ha adottato leuro il paese in recessione. La tempesta finanziaria ha poi spazzato il principale argomento con cui si convinsero i cittadini ad accettare come salvifici i sacrifici per entrare nelleurozona: che abbandonando la lira saremmo stati al riparo da una crisi del debito sovrano. Cancellazione del debito e uscita dalleuro sono due facce della stessa medaglia. Tornare alla lira, ponendo la Banca dItalia assieme a tutto il sistema bancario e assicurativo sotto controllo pubblico, non vuol dire essere antieuropeisti, vuol dire guardare in faccia la realt, anticipare la tendenza obiettiva, che quella della disgregazione dellUnione monetaria. Non c alcuna ragione plausibile per cui le masse popolari italiane debbano fare inauditi sacrifici per salvare unUnione oligarchica, fondata sulla moneta e su principi liberisti e destinata al fallimento. Sollevazione Non si cancella il debito e non si abbandona leuro senza mandare a casa, assieme al governo, lintero Parlamento, visto che tutti i partiti sono concordi nellonorare il primo e nel difendere il secondo. La strada del cambiamento passa per una sollevazione di massa, per lassedio ai santuari del potere, facendo fare a questo regime la stessa fine dei satrapi come Ben Al e Mubarak. Solo un governo popolare potr salvare il paese. Solo una rivoluzione democratica caccer la casta dei parassiti e consegner, attraverso una Assemblea costituente per una nuova Repubblica, la sovranit effettiva ai cittadini. Per questo occorre la pi larga unit. Per questo convochiamo lassemblea del 22 e 23 ottobre. Votato 5.0 da 20 persone [?]

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