Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
LATINO-2 Interrogazione
LATINO-2 Interrogazione
9 LIBRO Cesare
giunge in Egitto e gli viene mostrato ilcorpo
di Pompeo mo zato
10 LIBROCleopatra seduceCesare troviamo
poi una lungadigressione
sullesorgenti delNilo a cui segue il raccontodellacongiuraardita
da cortigianiegizicontro Cesare
PETRONIO
Non sappiamo realmente chi sia costui. Petronio arbiter (ovvero di buon gusto). Fu chiamato
così da Nerone poiché probabilmente visse presso la sua corte dopo il 1 secolo D.C,di cui
parla Tacito nel 16 libro degli annali. Arbiter significa di buon gusto, infatti Petronio conduceva
una vita dedita ai piaceri della vita così come Nerone. Veniva considerato un gaudente
raffinato, perciò Nerone non stimava nulla bello o raffinato se non avesse avuto
l’approvazione di Petronio arbiter, che dava a Nerone dei veri consigli di buon gusto. Si pensa
che Petronio arbiter fosse lo scrittore del satyricon. Anche se vi fu una vera questione
sull’autore. Era quindi una sorta di consigliere in ogni campo(a tavola, con le donne, nel modo
di vestire ). Aveva una raffinatezza inarrivabile.
LA QUESTIONE DELL’AUTORE
Vi è una questione su chi sia il vero autore del Satyricon. Oggi la stragrande
maggioranza degli studiosi concorda nel collocare il satyricon nel 1 secolo d.C mentre
altri nel 2 (infatti nel Satyricon vi sono molti dati che riportano all’età e alla società di
Nerone ovvero il 1 secolo ed anche i temi culturali sono tipici di quel periodo) e nel
riconoscere il Petronio(di cui parla Tacito) come suo autore. Petronio però non visse a
lungo poiché venne accusato dal prefetto del pretorio ovvero Tigellino di esser amico di
uno dei promotori della congiura Pisoniana, pertanto Petronio si uccise.
fra
IL CONTENUTO DELL’OPERA
Tema è l'amore i giovani
Ciò che abbiamo del Satyricon è una rappresentazione della realtà e della società del suo
tempo , è presente dunque un forte realismo. Petronio non vuole quindi opporsi al potere. Non
vi è nessun fine moralistico cosa che invece abbiamo in Persio. È vicino a Persio però poiché
illustra degli aspetti della società tipo la cultura del tempo. La storia racconta di un viaggio che
compiono 2 giovani che si amano, durante questo viaggio si fermano a casa di un ricco liberto
da cui vengono invitati e attraverso gli occhi dei protagonisti Petronio descrive il loro
comportamento e la ricchezza che cadeva nella volgarità, poiché se ne fa sfoggio esagerato
ma non solo di ricchezza ma anche di cultura(anche se non vi è). Lo schiavo era Trimalchione
che divenne grazie al suo saper fare un uomo ricchissimo. Nella sua cultura e nel modo di
esprimersi ,su cui Petronio si sofferma, vi sono grandi errori, troviamo costrutti irregolari,
figure di ripetizione che rispecchiano la ripetitività del discorso vivo e popolare. Riflette ciò che
accade dunque non solo durante la cena in quella casa ma anche degli oggetti mai visti
presenti in quella casa. Durante questo viaggio si crea anche un trio poiché vi è un altro
giovane ovvero Ascilto che si innamora di uno dei 2, dunque vi sono scene di gelosia.
Visitano varie città con una serie di incontri con persone di ceto diverso ed ecco che
possiamo parlare di plurilinguismo. Arrivano nella casa di Trimalchione e dopo vanno via.
Ecco che è un romanzo molto povero per ciò che abbiamo. Infatti l’interpretazione che
possiamo fare deriva proprio da questa parte in cui vediamo questo forte realismo(ovvero il
momento della cena) . Dunque vediamo un amore tipico del mondo antico, proprio di quel
periodo storico. Petronio analizza la società ed i suoi particolari in modo comico. Il satyricon è
un capolavoro di comicità trattata con distacco. Non si lascia coinvolgere, vi è distacco, ed
ecco che non vi è un fine moralistico. È un mondo lontanissimo dal suo modo di essere e di
vivere, ecco perché se ne distacca.
Questo è un vero romanzo. Il romanzo è un genere che viene dal mondo greco che aveva
delle precise caratteristiche. In Grecia si chiamavano narrazioni non romanzi. Come
definizione il romanzo è piuttosto moderno. Nel mondo latino abbiamo come esempio
Petronio ed Apuleio con le metamorfosi. Petronio si distacca dalla forma di romanzo greco. Il
romanzo che come genere si sviluppa già dal 600 ma massimamente nell’800.
È difficile riassumere questo romanzo ma possiamo dire che è una storia di amori fra questi
giovani, è narrata in 1 persona da un giovane di nome Encolpio che rievoca le peripezie
compiute in compagnia di un giovinetto ovvero Gitone di cui è innamorato. Incontrano poi il
rettore di nome Agamennone che disserta sulla decadenza dell’eloquenza (tema tipico del 1
secolo).
Dopo la cena riprendono i litigi fra Encolpio ed Ascilto a causa di Gitone. Poco dopo
incontrano anche un letterato e avventuriero ovvero Eumolpo che gli offre una descrizione in
versi sulla presa di Troia, motivo che stesso Nerone recita (punto di collegamento). Encolpio
ed Eumolpo diventano poi amici di viaggio e sono coinvolti con Gitone in una serie di
avventure ed ecco che nasce anche fra i giovani una forte gelosia per Eumolpo. I 3 giungono
a Crotone scampati ad un naufragio in cui Eumolpo si finge un vecchio
danaroso(stratagemma). In questo modo i 3 scroccano pranzi e regali ai cacciatori di eredità (
tipici dell’età neroniana). Dunque vediamo atteggiamenti poco consoni alla morale (mos
maiorum ormai sepolto)
Loro per scroccare dei pranzi si fingono ricchi e senza figli. Eumolpo intento a illustrare i
requisiti che deve avere la poesia elevata e vi è un brano epico molto vasto di 295 esametri
sul bellum civile fra Cesare e Pompeo, scritto da Lucano (siamo quindi nel 1 secolo).
Nell’ultima parte Encolpio divenuto impotente per la collera del re Priapo, è vittima dell’ira di
una ricca amante che si crede disprezzata da lui. Egli tenta di ritornare come prima e di
recuperare la virilità perduta ricorrendo anche alla magia. Infine è impossibile dire se
l’episodio di Crotone fosse l’ultimo o se seguissero nuove avventure di cui non rimane traccia.
LA QUESTIONE DEL GENERE LETTERARIO
Il satyricon viene abitualmente chiamato romanzo poiché racconta vicende di viaggio, vicende
avventurose tipiche di questo genere antico ma è scritto in prosa e versi come le satire
menippee
Il titolo satyricon dovrebbe essere un genitivo plurale greco di un termine ovvero satirikà con
omega. Quindi sottinteso libri di cose satiriche. Potrebbe essere un romanzo però con la
differenza rispetto a quello greco che è un tipo di amore eterastico. I partner si vengono ad
unire anche ad altre persone (altra novità rispetto al modello greco in cui gli innamorati erano
fedeli). Potrebbe ricalcare dunque il romanzo greco con queste differenze e queste differenze
potrebbero fungere da parodia. Potrebbe essere una scelta mirata di Petronio, dunque una
parodia del romanzo greco.
STILE
È multiforme, con pulirilinguismo, è duttile poiché cambia a secondo della situazione, dunque
è un dato di caratterizzazione dei personaggi. Adatta il linguaggio al personaggio e per
esempio nel caso di Trimalchione ne viene fuori una lingua irregolare deformata. Abbiamo
infatti sia un sermo quotidiano che un sermo basso che é proprio quello volgare. Si sofferma
sul tema del banchetto che rinvia alla satira, alla commedia e al mimo. Mette assieme più
generi: la satira, la commedia ed il mimo. Ha scelto gli strati più bassi della popolazione
perché era quello che suscitava il riso. La presenza di novelle di argomento erotico e
licenzioso potrebbe anche richiamare la novella Milesia, già vista con Fedro (così chiamata
da Aristide di Mileto, scrittore greco). La più lunga è “La Matrona di Efeso”
Non vi sono finalità moralistiche ma solo di intrattenimento, è destinato al pubblico colto che
deride queste classi basse presentate da Petronio nell’opera.
IL REALISMO PETRONIANO
Il mondo che descrive Petronio è sicuramente pacchiano, lontano dai modi di fare e di
pensare del suo scrittore. Da parte sua vediamo solo divertimento nel ritrarre questo mondo.
Petronio è un uomo di cultura e vediamo un po’ di controsenso nel fatto che abbia voluto
parlare di cose diverse dal suo essere fra cui un mondo di intellettuali falliti, nuovi ricchi, lusso
pacchiano, avventurieri senza scrupoli. Petronio parla di questo mondo ma con distacco, non
lasciandosi coinvolgere mettendo in evidenza la società del tempo in modo ironico e comico.
Petronio addirittura per suscitare il riso deforma ancor di più la storia, accentua e deforma. Ha
anche un aspetto grottesco. Petronio tuttavia ha voluto fare della sua opera un’opera
realistica, di franchezza come dice lui poiché analizza anche i fatti più scabrosi. Lo stesso
Petronio si chiede perché non si dovrebbe parlare di cose vere? Per lui sono cose normali,
non mi sono tabù ma sono cose vere. Con Petronio ecco che si parla di realismo (poetica del
realismo). Petronio rivendica in un’opera il diritto di poter dire parlare degli aspetti sessuali
che potrebbero scandalizzare uomini moralisti come Catone(addetto alla moralità e ai
costumi).
L’ORIGINE DEL ROMANZO
Il termine romanzo e d’origine francese (Roman). Il genere che noi chiamiamo romanzo ha le
sue origini in Grecia, nasce probabilmente in età ellenistica. I cinque romanzi greci conservati
per intero sono tutti gli età ellenistica e romana.Questi romanzi conservati per intero sono
romanzi d’amore e presentano tutti uno schema fisso: due giovani si incontrano e si
innamorano ma la coppia viene separata ed è soggetta a una serie di peripezie e di ostacoli,
voluti dagli dei o da una fortuna quasi divina, alla fine i due innamorati si ricongiungono
felicemente. Come possiamo capire il romanzo era un tipico genere di intrattenimento. Alcuni
romanzi tuttavia hanno anche un intento religioso mentre altri invece sono molto più laici e più
caratterizzati da un’ambientazione storica delle vicende. Dunque esistevano vari tipi di
romanzo fra cui romanzi d’amore, romanzi di argomento storico, storie di viaggi meravigliosi,
racconti fantastico-utopisti.
Il romanzo nasce nel seicento per poi svilupparsi a pieno nell’ottocento con il romanzo
moderno.
TRIMALCHIONE FA SFOGGIO DI CULTURA
Trimalchione come abbiamo visto è un liberto che grazie al suo saper fare si arricchisce
fortemente facendo sfoggio della sua ricchezza e voleva fare anche un sfoggio di cultura.
La volgarità di quest’ultimo non è presente solo nei gesti e negli oggetti pacchiani di cui si
circonda ma anche soprattutto nel suo sermo. In questo brano infatti egli dà una spiegazione
assai fantasiosa di pregiati vasi Corinzi, dimostrando tutta la sua ignoranza in materia di
storia. Dalla sua spiegazione vengono fuori costrutti fortemente irregolari e anomalie tipiche
del sermo volgare. Sono abbondanti le figure di ripetizione che non servono a strutturare
simmetricamente e armonicamente il discorso. Queste rispecchiano la ripetitività del discorso
vivo e popolare. Troviamo inoltre nei suoi discorsi una forte vivacità fonica tipica del sermo
popolare. Ed ecco che vediamo come Petronio si serve della lingua come strumento di
rappresentazione della realtà e del personaggio
L’INGRESSO DI TRIMALCHIONE
I tre protagonisti del romanzo (Encolpio, Gitano e Ascilto) sono invitati dal retore Agamennone
a partecipare alla cena di Trimalchione. Trimalchione è un rozzo liberto arricchitosi con i
commerci. Si dà goffamente le arie di gran signore; ama circondarsi di parassiti ignoranti e di
intellettuali spiantati; conserva però tutta la volgarità derivatagli dalla sua origine e dalla sua
educazione. Trimalchione fa il suo ingresso teatrale a cena iniziata quando i banchettanti
hanno già avuto modo di apprezzare le portate e la sontuosità del banchetto. Vi è una grande
descrizione il suo abbigliamento fortemente caricaturale. Vengono descritti gli anelli che egli
porta alla mano sinistra oppure lo stuzzicadenti d’argento che usa prima di rivolgere parola ai
commensali. Questa descrizione della cena prosegue poi nel lessico sboccato dell’uomo.
Le portate offerte ai convitati sono incredibili e stravaganti e suscitano in Encolpio un senso di
fastidio e di disgusto.
Durante la cena, sono affrontati discorsi di ogni genere, mentre Trimalchione si lascia spesso
sorprendere e immalinconire dal pensiero della morte. Alla fine della cena, Trimalchione,
dopo aver esaltato i notevoli successi economici conseguiti, è di nuovo assalito dal pensiero
della morte. Decide allora di imitare il proprio funerale. Indossa così un abito funebre e si
distende a guisa di morto, mentre i trombettieri intonano una marcia.
I PASTI DEI ROMANI
I romani erano soliti consumare tre pasti al giorno: una colazione, il pranzo e la cena(nostro
pranzo). La colazione si teneva poco dopo l’ora del risveglio e consisteva in pane bagnato nel
vino oppure frutta, olive, latte. Verso mezzogiorno si consumava rapidamente il pranzo. Il
pasto principale era però la cena che aveva inizio verso l’ora nona e comprendeva più
portate. Questa cominciava con l’antipasto e il tutto veniva accompagnato a vino mescolato al
miele. Per quanto riguarda il menù venivano consumati sia carne ma anche pesci o bolliti o
arrosto. Durante il banchetto si beveva vino allungato con acqua. Per quanto concerne le
regole del banchetto, sia gli uomini che le donne dovevano posizionarsi nel triclinium ovvero
la sala da pranzo. Non si usavano posate e le persone mangiavano stese su letti tricliniari. Il
momento della cena era un momento fondamentale e talvolta diveniva un vero e proprio
spettacolo in cui vi erano anche schiavi addetti al servizio.