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NOVITA
Legge Interessi di mora per il primo semestre 2006 .... Contributo per operazioni di concentrazione ..... Principi fondamentali in materia di professioni .. Aree sottoutilizzate: accesso alle agevolazioni . Legge comunitaria ............................................. Prassi IRAP: deduzione incremento occupazionale ..... Ufficiali non adibiti alle funzioni tipiche .............. Rateazione dei premi INAIL: tasso di interesse .. Contributi 2006 per lavoratori domestici ............ Contributi previdenziali ed assistenziali ............. Mod. DM/10/2 e EMENS: nuovi codici .............. 5 5 5 5 6 7 7 7 8 8 8 Il nuovo patto di famiglia di Maurizio Villani ............................................... 23
GLI SPECIALI
La liquidazione di gruppo nella dichiarazione IVA annuale di Raffaele Artina e Valerio Artina...................... IVA 2006: il quadro VG di Paolo Parisi.................................................... Societ di persone: obblighi contabili di s.n.c. e s.a.s. di Enrico Zanetti e Giovanni Gasparoni............. Il nuovo concordato preventivo di Giovanni Gasparoni .......................................
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I QUESITI
IVA - Detrazione costi ........................................ 45 Finanziaria 2006 - Rivalutazione maggiori ammortamenti .................................................... 45
IN PRATICA
Deduzione IRAP per nuovi assunti di Luca Fornero.................................................. 17
LE SCADENZE
Dal 6 marzo al 20 marzo 2006 .......................... 46
e Professionale
Editrice Wolters Kluwer Italia S.r.l. Strada 1, Palazzo F6 - 20090 Milanofiori Assago (Mi) http://www.ipsoa.it Direttore responsabile Donatella Treu Realizzazione grafica Ipsoa Fotocomposizione ABCompos s.r.l. 20089 Rozzano (MI) Via Pavese 1/3 Tel. 02.57789422 Stampa Geca Spa via Magellano, 11 - 20090 Cesano Boscone (Mi) Redazione Monica Grugni, Rosa Ronsivalle Autorizzazione Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 632 del 5 dicembre 1994 Tariffa R.O.C.: Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Iscritta nel registro Nazionale della Stampa con il n. 3353 vol. 34 Foglio 417 in data 31 luglio 1991. Iscrizione al R.O.C. n. 1702
Contributi redazionali Per informazioni in merito a contributi, articoli ed argomenti trattati scrivere o telefonare a: Ipsoa Redazione Pratica Fiscale e Professionale Tel. 02 82476.338 - Fax 02 82476.883 e-mail: praticafiscale@ipsoa.it Casella postale 12055 - 20120 Milano Amministrazione Per informazione su gestione abbonamenti, numeri arretrati, cambi di indirizzo, ecc. scrivere o telefonare a: Ipsoa Servizio Clienti Tel. 02 82476.1 - Fax 02 82476.799 Servizio risposta automatica: Tel. 02 82476.999 Casella Postale 12055 - 20120 Milano Pubblicit
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via Leopoldo Gasparotto, 168 - 21100 Varese Tel. 0332/282160 - Fax 0332/282483 e-mail: info@dbcomm.it www.dbcomm.it Abbonamenti Gli abbonamenti hanno durata annuale, solare: gennaio-dicembre; rolling: 12 mesi dalla data di sottoscrizione, e si intendono rinnovati, in assenza di disdetta da comunicarsi entro 30 gg. dalla data di scadenza a mezzo raccomandata A.R. da inviare a Wolters Kluwer Italia s.r.l. strada 1 Pal. F6 Milanofiori 20090 Assago (MI). Servizio Clienti: tel. 02 824761 e-mail: servizio.clienti@ipsoa.it www.ipsoa.it/servizioclienti Compresa nel prezzo dellabbonamento lestensione on-line della Rivista, consultabile allindirizzo www.ipsoa.it/praticafiscale
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INDICE ANALITICO
Agevolazioni
Finanziamenti - Novit............................................ 5 9 5 9 9 34 5 45 9 23 7 8 8 Limite retribuzione giornaliera - Novit................... 8 17 7 45 28 9 6 9 41 5 9 9 7 37
IRAP
Base imponibile - In pratica.................................... Base imponibile - Novit ........................................
Agricoltura
IVA - Guida alle nuove leggi...................................
Antitrust
Operazioni di concentrazione - Novit ...................
IVA
Detrazioni - I quesiti ............................................... Liquidazione di gruppo - Gli speciali ...................... Solidariet nel pagamento dellimposta - Guida alle nuove leggi.................................................
Base imponibile
Imposta di registro - Guida alle nuove leggi ..........
Detrazioni dimposta
IRPEF - Guida alle nuove leggi..............................
Legge comunitaria
Approvazione - Novit ............................................
Dichiarazioni
Mod. IVA - Gli speciali ............................................
Plusvalenze
Plusvalenze patrimoniali - Guida alle nuove leggi ...
Dogane
Diritti doganali - Novit ...........................................
Procedure concorsuali
Concordato preventivo - Gli speciali ......................
Imposte sostitutive
Rivalutazione dei beni dimpresa - I quesiti............ Rivalutazione dei beni dimpresa - Guida alle nuove leggi.................................................
Professioni
Potest legislativa regionale - Novit .....................
Programmazione fiscale
Effetti della definizione - Guida alle nuove leggi ....
Imresa
Impresa familiare - In pratica..................................
Redditi dimpresa
Ammortamento - Guida alle nuove leggi................
INAIL
Autoliquidazione 2005/2006 - Novit .....................
Riscossione
Concessionari - Novit ...........................................
INPS
Contributi - Novit................................................... Lavoro intermittente - Novit ..................................
Scritture contabili
Imprese minori - Gli speciali...................................
Raccolta degli articoli Consulta tutti gli articoli pubblicati da PRATICA FISCALE e Professionale nel 2006 allindirizzo www.ipsoa.it/PraticaFiscale/indicealfabetico alla voce Tutti gli articoli - Indice Consolidato
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NOVITA
Il testo di tutti i documenti segnalati riportato on-line (www.ipsoa.it/praticafiscale).
LEGGE
Ministero economia e finanze D.M. 7 febbraio 2006 G.U. 13 febbraio 2006, n. 36 SOCIETA DOGANE - Diritti doganali
D.Lgs. 2 febbraio 2006, n. 30 G.U. 8 febbraio 2006, n. 32 SOCIETA PROFESSIONI - Potest legislativa regionale
Ministero attivit produttive - Ministero economia e finanze Decreto 1 febbraio 2006 SOCIETA AGEVOLAZIONI Finanziamenti
NOVITA
50 milioni di euro per i settori industria e turismo; 20 milioni di euro per il settore commercio. Il contributo in conto capitale concesso inferiore o uguale al finanziamento con capitale di credito, composto, per pari importo, da un finanziamento pubblico agevolato e da un finanziamento bancario ordinario a tasso di mercato.
Piano di ammortamento
Il rimborso del finanziamento avviene secondo un piano ammortamento a rate semestrali costanti posticipate scadenti il 30 giugno e il 31 dicembre di ogni anno. Gli interessi di preammortamento sono corrisposti alle stesse scadenze. Il tasso agevolato da applicare pari allo 0,5% annuo.
Legge 25 gennaio 2006, n. 29 G.U. 8 febbraio 2006, n. 32 SOCIETA LEGGE COMUNITARIA Approvazione
Operazioni straordinarie
La legge comunitaria contiene la delega ad attuare la direttiva 2005/19/CE relativa al regime fiscale comune da applicare alle fusioni, alle scissioni, ai conferimenti dattivo e agli scambi dazioni concernenti societ di Stati membri diversi.
NOVITA
in materia di prevenzione delluso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio di proventi da attivit illecite, si rende applicabile a ogni soggetto che rende i servizi forniti dai revisori contabili, dai periti, e da altri soggetti che svolgono attivit in materia di amministrazione, contabilit e tributi. Entro il 23 agosto 2008, il governo delegato a dare attuazione alla direttiva 2005/60/CE, relativa alla prevenzione delluso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio, e alla previsione di modalit operative per eseguire misure di congelamento di fondi e risorse economiche. Sul punto cfr. i prossimi numeri
PRASSI
Agenzia Entrate Circ. 13 febbraio 2006, n. 7/E FISCO IRAP - Base imponibile
INAIL Nota 13 febbraio 2006, n. prot. 452/2006 PREVIDENZA INAIL - Autoliquidazione 2005/2006
NOVITA
Per i nuovi iscritti che usufruiscono del pagamento rateale per lautoliquidazione 2006 in scadenza al 16 giugno 2006, fermo restando che a tale data deve essere stato effettuato il versamento del 50% di quanto dovuto a tale titolo, i coefficienti da moltiplicare per gli importi della terza e quarta rata scadenti il 16 agosto e 16 novembre del corrente anno, sono indicati nella seguente Tavola.
Scadenza rate 16 agosto 2006 16 novembre 2006 0,004127945 0,010353699 Coefficienti
LOTTA ALLEVASIONE
Solidariet passiva IVA del cessionario: vendite promozionali Chi acquista un bene ad una vendita promozionale, pagandolo quindi ad un prezzo inferiore a quello del suo effettivo valore di mercato, non pu essere considerato responsabile in caso di mancato versamento, da parte del cedente, dellIVA dovuta sullacquisto. La disposizione introdotta dallart. 60-bis del DPR n. 633/1972 (che si applica soltanto nei confronti dei soggetti passivi dimposta) incontra limiti, tra i quali la sussistenza di eventi o situazioni di fatto oggettivamente rilevabili, quali la presenza di campagne promozionali, peraltro disciplinate dalle norme vigenti in materia di commercio. Decorrenza della solidariet del cessionario ai fini IVA L art. 60-bis del D.P.R. n. 633/1972 trova applicazione solo dalle operazioni effettuate a decorrere dal 31 dicembre 2005, giorno di pubblicazione, nella Gazzetta Ufficiale, del D.M. 22 dicembre 2005.
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PARTICIPATION EXEMPTION
Tassazione rateizzata delle plusvalenze Nel caso in cui dalla cessione di una partecipazione in possesso dei requisiti per lesenzione ai sensi dellart. 87 del T.U.I.R. emerga una plusvalenza, la quota imponibile di tale componente straordinario di reddito non pu essere rateizzata in quote costanti, ma percepita alla formazione del reddito dellesercizio in cui avviene la cessione. Plusvalenze nellambito di cessione di azienda Il corrispettivo percepito per la cessione costituisce un valore riferito allazienda intesa come unitario complesso di beni da cui origina una plusvalenza che non si pu identificare con quella relativa alla cessione delle partecipazioni che ne fanno parte. Ne consegue che, cos come concorrono alla determinazione dellunica plusvalenza i beni merce (che, qualora fossero singolarmente ceduti, darebbero origine a ricavi), allo stesso modo anche leventuale plusvalenza relativa alle partecipazioni che si qualificano per lesenzione ai sensi dellart. 87 del T.U.I.R. non pu essere estrapolata, ma concorrer a determinare la componente straordinaria di reddito riferibile allintero complesso aziendale e sar assoggettata a tassazione secondo le ordinarie regole previste dallart. 86 del T.U.I.R. Costo fiscale delle partecipazioni in caso di scissione della partecipata Le operazioni di scissione comportano lesigenza di attribuire ai soci della societ che si scinde le azioni o le quote delle societ beneficiarie dellapporto. Ci posto, con specifico riferimento alla questione della suddivisione del costo fiscale della predetta partecipazione tra le partecipazioni detenute nelle societ interessate dalloperazione, stato in passato chiarito che il criterio da seguire quello di ripartizione del costo originario in proporzione al valore netto contabile del patrimonio trasferito alle beneficiarie e di quello eventualmente rimasto nella scissa (cfr. circ. 17 maggio 2000, n. 98/E, par. 7.2.3). Detta precisazione, che nel documento di prassi citato era stata specificamente riferita allipotesi di soci persone fisiche, presenta portata generale, nel senso che mantiene intatta la propria validit anche qualora il socio della societ che si scinde sia una societ di capitali.
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AGRICOLTURA
Detrazione per le spese sostenute per la tutela e salvaguardia dei boschi L art. 1, comma 117, della legge Finanziaria proroga per lanno 2006 lagevolazione (prevista dallart. 19, comma 3, della legge n. 289/2002) per la manutenzione e salvaguardia dei boschi, stabilito nellambito delle misure di tutela ambientale e di difesa del territorio e del suolo dai rischi di dissesto idrogeologico. La detrazione relativa alla manutenzione dei boschi e quelle concernenti gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, pur avendo una ma-
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IN PRATICA
IRAP
LA NOVITA
Chiarimenti sulla deduzione IRAP Con la circolare n. 7/E/2006, lAgenzia delle Entrate ha fornito importanti chiarimenti sulla deduzione IRAP per lincremento della base occupazionale introdotta dallart. 1, comma 347, lett. d), della Legge n. 311/2004 (Finanziaria 2005). A seguito dellintervenuta approvazione della misura da parte della Commissione europea lo scorso mese di dicembre, lincentivo si applica gi dal periodo dimposta 2005, con effetto quindi sul Mod. UNICO 2006. Prendendo le mosse dal richiamato documento di prassi, il presente intervento intende riepilogare i tratti salienti della disciplina in questione, rinviando ad un successivo approfondimento lanalisi delle regole particolari vigenti per le assunzioni operate nelle cd. aree depresse. Riferimenti normativi e di prassi Agenzia Entrate Circ. 13 febbraio 2006 n. 7 Agenzia Entrate Circ. 5 aprile 2005 n. 13 Art. 11, comma 4-quater e comma 4quinquies del DLgs. n. 446/1997
Decorrenza
Ai sensi dellart. 1, comma 348, della Legge n. 311/2004, la disposizione si applica a decorrere dal periodo dimposta in cui interviene lapprovazione della misura da parte della Commissione Europea, a seguito della valutazione di compatibilit della stessa con le disposizioni comunitarie in materia di aiuti di Stato (ex art. 88, paragrafo 3 del Trattato istitutivo della CE). Posto che tale approvazione intervenuta lo scorso 7 dicembre 2005 [decisione C(2005)4675 def], la stessa applicabile a partire dal periodo dimposta in corso a tale data, con riferimento alle assunzioni operate dal medesimo esercizio. Per i soggetti solari, dunque possibile fruire dellincentivo gi con riferimento alle assunzioni operate nel periodo dimposta 2005, con effetto sul Mod. UNICO 2006. Una parziale eccezione a tale regola prevista per lulteriore deduzione spettante per le assunzioni operate nelle c.d. aree svantaggiate: in tale caso, infatti, la maggiorazione applicabile soltanto per le assunzioni operate successivamente al 7 dicembre 2005 (ma su questo punto, come detto, si torner in un successivo intervento).
Ambito soggettivo
L art. 11 comma 4-quater e comma 4-quinquies del D.Lgs. n. 446/1997 ha introdotto unulteriore deduzione dalla base imponibile IRAP per i soggetti che incrementano la base occupazionale, tramite contratti di lavoro dipendente a tempo indeterminato. L incentivo in esame stato oggetto di una profonda revisione ad opera dellart. 11-ter del D.L. 14 marzo 2005 n. 35 (convertito dalla Legge 14 maggio 2005 n. 80), che ha introdotto: una limitazione temporale alla fruibilit del beneficio; alcune modifiche alle modalit di determinazione dellincremento occupazionale; una specifica condizione di decadenza; unulteriore maggiorazione dellimporto agevolabile per le assunzioni intervenute nelle c.d. aree svantaggiate. L Agenzia delle Entrate ha reso i primi chiarimenti in materia con la circolare 5 aprile 2005, n. 13 ( 1.3), anche se un primo commento organico della nuova disciplina intervenuto soltanto con la circolare 13 febbraio 2006, n. 7. Possono fruire della deduzione in parola tutti i soggetti passivi IRAP, ad eccezione delle Amministrazioni pubbliche e degli altri organismi di cui allart. 3, comma 1, lett. e-bis), del D.Lgs. n. 446/1997. Soggetti beneficiari In base a quanto test riportato, possono fruire della deduzione in parola: le societ di capitali, le cooperative e le mutue assicuratrici, nonch gli enti commerciali di cui allart. 73 comma 1 lett. a) e b) del T.U.I.R.; le societ in nome collettivo, le societ in accomandita semplice e le societ ad esse equiparate (es. societ di armamento e societ di fatto); le persone fisiche esercenti attivit dimpresa o di lavoro autonomo; le societ semplici e le associazioni senza personalit giuridica costituite tra persone fisiche
(*) Gruppo di Studio-Eutekne
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IN PRATICA
per lesercizio in forma associata di arti e professioni; i produttori agricoli titolari di reddito agrario con volume daffari: superiore a 2.582,28 euro od a 7.746,85 euro; ovvero inferiore a tali soglie, a condizione che abbiano rinunciato al regime speciale di esonero degli adempimenti IVA; gli enti privati non commerciali; le stabili organizzazioni di soggetti non residenti. Soggetti esclusi Restano, invece, escluse dalla possibilit di avvalersi del beneficio in commento: le Amministrazioni pubbliche di cui allart. 1, comma 2, del D.Lgs. n. 165/2001 e successive modifiche; le Amministrazioni della Camera dei Deputati, del Senato, della Corte Costituzionale, della Presidenza della Repubblica; gli organi legislativi delle Regioni a statuto speciale. le ore di lavoro previste dal contratto a tempo pieno.
Lavoratori a progetto
Si ritiene che non sia ammessa alcuna deduzione per i costi relativi a lavoratori a progetto. Infatti, la formulazione della norma richiama i costi classificati nel conto economico alle voci B.9 e B.14, e non quelli inclusi nella voce B.7. Incrementi occupazionali rilevanti Rilevano gli incrementi occupazionali registrati nei tre periodi dimposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2004 (vale a dire, nel 2005, nel 2006 e nel 2007 per i soggetti con esercizio coincidente con lanno solare). Verifica dellincremento occupazionale Al fine di verificare la sussistenza di un incremento occupazionale, occorre confrontare i due seguenti aggregati: la consistenza dei lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato in forza alla fine di ognuno dei periodi dimposta rilevanti (vale a dire, al 31 dicembre di ognuno degli anni dal 2005 al 2007 per i soggetti solari) (A); il corrispondente valore medio del precedente periodo dimposta (vale a dire, degli anni 2004, 2005 e 2006 per i soggetti solari) (B). L incremento occupazionale dato dalla differenza positiva tra (A) e (B). Pertanto, condizione necessaria per la fruizione dellagevolazione che (A) > (B), indipendentemente dallammontare di tale differenza. La deduzione pu essere fruita per i lavoratori neo assunti con contratto a tempo indeterminato, semprech al termine del periodo dimposta il numero di tali lavoratori neoassunti risulti in eccedenza rispetto al numero dei lavoratori assunti con il medesimo contratto, per i quali a diverso titolo sia cessato il rapporto di lavoro nel corso del periodo dimposta (circolare n. 7/2006/E, 1.2). Al fine di agevolare la comprensione di quanto test riportato, si propongono due esemplificazioni (cfr. esempi nn. 1 e 2, pag. 19 mutuati dalla circ. n. 7/E/2006). Mantenimento del livello occupazionale Come accennato in premessa, lart. 11-ter del DL n. 35/2005 ha introdotto due specifiche cause di decadenza dal diritto alla deduzione, qualora, in alternativa: si risolva il rapporto di lavoro, anche per un motivo non dipendente dalla volont del datore di lavoro; il numero complessivo dei lavoratori dipenden-
Si ritiene che possano beneficiare della deduzione anche le assunzioni a tempo parziale. Infatti, per quanto tale assunto non sia espressamente contenuto nella circolare n. 7/2006/E, che considera i lavoratori part-time esclusivamente con riferimento al calcolo delle medie (si veda oltre), si tratta di unimpostazione ormai consolidata con riferimento ad altri analoghi incentivi. In ogni caso, i lavoratori a tempo parziale dovranno essere considerati in misura corrispondente al rapporto esistente tra: le ore di lavoro previste dal contratto parttime;
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IN PRATICA
ti nellesercizio in cui si intende fruire della deduzione non sia aumentato rispetto al periodo di riferimento.
Risoluzione del rapporto di lavoro
La circolare n. 7/2006/E ( 1.5) precisa che tale causa di decadenza opera limitatamente al singolo rapporto di lavoro che viene meno: verificatosi tale evento, il soggetto beneficiario perde, a decorrere dal periodo dimposta in cui risolto il contratto (anche se linterruzione del rapporto si verifica lultimo giorno dellesercizio), il diritto a fruire della deduzione con esclusivo riferimento al lavoratore il cui rapporto cessato, ma continuer a beneficiare della deduzione con riferimento alle altre nuove assunzioni per le quali il diritto sorto.
Mancato incremento del numero dei lavoratori dipendenti
diamente occupati nel periodo dimposta in corso al 31 dicembre 2004 (Y). Se (X) < (Y), il datore di lavoro perde il diritto di = usufruire dellagevolazione con riferimento a tutti i lavoratori che, nei precedenti periodi dimposta, avevano attribuito il diritto alla stessa. Tale verifica va dunque compiuta alla fine di ogni periodo dimposta agevolato. Tale decadenza opera per tutti i lavoratori agevolati, ma non pregiudica il diritto a fruire, in futuro, della deduzione per i successivi neoassunti, se ne sussistono i requisiti. Esempio n. 3
Si supponga che nellesercizio 2006 (soggetti solari) si verifichi la seconda causa di decadenza. A decorrere dallo stesso esercizio 2006, non sar pi fruibile la deduzione concessa con riferimento ai lavoratori neoassunti nei periodi dimposta precedenti. Resta salva, come gi sottolineato, la possibilit di fruire della deduzione per le nuove assunzioni effettuate: nellesercizio 2007; nello stesso esercizio 2006: potrebbe accadere, infatti, che, in tale periodo dimposta maturi, nel contempo, il diritto alla deduzione con riferimento alle assunzioni di dipendenti effettuate nel medesimo esercizio 2006.
Per accertare la seconda causa di decadenza, occorre considerare: il numero complessivo dei lavoratori dipendenti, sia a tempo indeterminato che a tempo determinato, alla fine del periodo dimposta per il quale si fruito della deduzione (X); il numero dei lavoratori dipendenti, sia a tempo indeterminato che a tempo determinato, me-
Esempio n. 1
Lavoratori a tempo indeterminato al 31 dicembre 2004 Neo assunti nel corso del 2005 (A) Lavoratori a tempo indeterminato al 31 dicembre 2005 Media relativa al 2004 (B) Incremento occupazionale relativo al 2005 [(A) - (B)] Neo assunti nel 2005 agevolabili 22 5 27 26,3 0,7 5
Per quanto sopra riportato, la sussistenza dellincremento occupazionale consente di fruire della deduzione con riferimento a tutti i dipendenti assunti nel 2005, indipendentemente dalla sua misura.
Esempio n. 2
Lavoratori a tempo indeterminato al 31 dicembre 2005 Dipendenti cessati nel corso del 2006 Neo assunti nel corso del 2006 (A) Lavoratori a tempo indeterminato al 31 dicembre 2006 Media relativa al 2005 (B) Incremento occupazionale relativo al 2006 [(A) - (B)] Neo assunti nel 2006 agevolabili 27 5 3 25 26,5 1,5 0
Per quanto sopra riportato, nessuno dei dipendenti assunti nel 2006 attribuisce il diritto a fruire della deduzione.
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IN PRATICA
Enti privati non commerciali Per gli enti privati non commerciali, la base occupazionale rilevante ai fini dellagevolazione costituita dai soli lavoratori impiegati nellattivit commerciale esercitata. Per i lavoratori impiegati sia nellattivit istituzionale dellente che nelle attivit commerciali, si considera (sia ai fini dellindividuazione della base di riferimento e del suo incremento che della deducibilit dei costi) il solo personale riferibile allattivit commerciale. Se i lavoratori sono impiegati sia nellattivit istituzionale sia nellattivit commerciale, la deduzione, determinata secondo quanto verr di seguito precisato, sar portata in diminuzione della base imponibile in misura corrispondente al rapporto (contenuto nellart. 10, comma 2, del D.Lgs. n. 446/1997) tra: lammontare dei ricavi e degli altri proventi derivanti dallattivit commerciale; lammontare complessivo di tutti i ricavi e proventi. Non rilevano, ai fini degli incrementi occupazionali, i trasferimenti di dipendenti dallattivit istituzionale allattivit commerciale. Gruppi di imprese Lincremento della base occupazionale deve essere assunto al netto delle diminuzioni occupazionali verificatesi in societ controllate o collegate, ai sensi dellart. 2359 c.c., o facenti capo, anche per interposta persona, allo stesso soggetto. Imprese di nuova costituzione Al fine di impedire un utilizzo indebito dellagevolazione, stato previsto che, per le imprese di nuova costituzione, non rilevano gli incrementi occupazionali che assorbono??anche solo in parte??attivit di imprese preesistenti a esclusione delle attivit sottoposte a limite numerico o di superficie. Impresa subentrante ad altra nella gestione di un servizio pubblico Nellipotesi di unimpresa subentrante ad altra nella gestione di un servizio pubblico, anche gestito da privati, comunque assegnata, la deducibilit spetta limitatamente al numero di lavoratori assunti in pi rispetto a quello dellimpresa sostituita. Infatti, lart. 11 comma 4-quater del D.Lgs. n. 446/1997 stabilisce ora che la deduzione spetta fino al periodo dimposta in corso al 31 dicembre 2008 (si tratta del 2008, per i soggetti con esercizio coincidente con lanno solare). Riprendendo i dati dellesempio n. 1, quanto appena riportato implica che, con riferimento ai 5 dipendenti assunti nel 2005 che risultano agevolabili, la deduzione competer, con riferimento agli stessi dipendenti, nel 2005, nel 2006, nel 2007 e nel 2008, negli importi che verranno pi avanti precisati. Questo, anche se, per effetto di successive diminuzioni occupazionali, lincremento realizzato nel 2005 non fosse mantenuto nei successivi periodi dimposta (2006, 2007 e 2008), salvo il verificarsi della seconda causa di decadenza, secondo quanto sopra precisato. In ogni caso, occorre che le cessazioni dei rapporti di lavoro eventualmente intervenute in tali esercizi abbiano riguardato rapporti di lavoro diversi da quelli che hanno generato nel 2005 il diritto alla deduzione (circolare n. 7/E/2006, 1.2). Fruibilit dellagevolazione nel 2008 Posto che, ai fini della deduzione, rilevano esclusivamente le assunzioni operate nel 2005, nel 2006 e nel 2007 (soggetti solari), nellesercizio 2008 sar possibile soltanto usufruire di uneventuale deduzione maturata con riferimento a rapporti di lavoro instaurati nei precedenti esercizi.
Ambito temporale
Come anticipato in premessa, per effetto delle modifiche apportate dal D.L. n. 35/2005 stata introdotta una limitazione temporale alla fruibilit del beneficio.
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IN PRATICA
La deduzione effettivamente spettante sar data dal minore tra (W) e (Z). Al riguardo, occorre rilevare che, mentre i primi due parametri devono essere verificati singolarmente per ogni nuova assunzione a tempo indeterminato, il terzo parametro (Z) costituisce, invece, il limite massimo complessivo che pu essere portato in deduzione nel periodo dimposta in considerazione di tutte le nuove assunzioni effettuate. Pertanto, per ogni nuova assunzione, il datore di lavoro che intende beneficiare della deduzione deve confrontare: innanzitutto, il costo sostenuto per il nuovo assunto con limporto di 20.000 euro (ipotizzando che lassunzione sia stata effettuata allinizio del periodo dimposta); successivamente, il minore importo risultante da tale confronto con lincremento complessivo del costo del lavoro (cfr. esempio n. 4). Rapporti di lavoro inferiori allanno L importo annuale massimo della deduzione, pari a 20.000 euro, deve essere ragguagliato alleffettivo periodo di lavoro prestato nellanno, nellipotesi in cui sia riferito a dipendenti per i quali il rapporto di lavoro si sia instaurato nel corso del periodo dimposta (circolare n. 7/2006/E, 1.3). Tipologie di costi deducibili Il riferimento alle voci B.9 e B.14 del conto economico consente di includere nel costo del personale di nuova assunzione i seguenti oneri: retribuzione lorda; contributi previdenziali e assistenziali; accantonamento al TFR; altri costi del personale.
Soggetti non tenuti alla predisposizione del bilancio
La circolare n. 7/2006/E ( 1.3) precisa che, per i titolari di reddito dimpresa non obbligati alla presentazione del bilancio e per gli esercenti arti e professioni, devono essere utilizzati criteri di determinazione del costo analoghi a quelli indicati nelle disposizioni del codice civile. Soggetti localizzati nel Mezzogiorno Come in precedenza accennato, ai sensi dellart. 11 comma 4-quinquies del DLgs. n. 446/1997, per i soggetti localizzati nelle aree ammesse alle deroghe previste dallart. 87 paragrafo 3 lett. a) e c) del Trattato CEE sono previste maggiorazioni allammontare massimo deducibile. Sul punto, come anticipato, si torner in un prossimo intervento.
Esempio n. 4
Al fine di agevolare la comprensione di quanto sopra esposto, si propone il seguente esempio numerico (mutuato dalla circ. n. 7/E/2006). Si ipotizzi di assumere, in data 1 gennaio 2006, due nuovi dipendenti (Tizio e Caio) per i quali stato sostenuto nel corso del periodo dimposta un costo rispettivamente di 10.000 euro e di 25.000 euro. Lincremento complessivo del costo del lavoro nel periodo dimposta considerato (Z) stato di euro 25.000 euro.
Dipendente Tizio Caio Totale Costo complessivo 10.000 25.000 35.000 Limite max deduzione 20.000 20.000 40.000 Deduzione teorica (W) 10.000 20.000 30.000
Per quanto sopra, la deduzione spettante pari al minore tra (Z) e (W), vale a dire a 25.000 euro. L importo di deduzione spettante per ciascuno dei due lavoratori deve essere quindi proporzionalmente ridotto al fine di rientrare nel limite complessivo di euro 25.000, sulla base della seguente proporzione: Deduzione teorica complessiva:deduzione teorica lavoratore ... = incremento complessivo: X Pertanto, si avr: deduzione effettiva spettante per Tizio = (25.000*10.000)/30.000 = 8.333 deduzione effettiva spettante per Caio = (25.000*20.000)/30.000 = 16.666 Gli importi cos determinati possono essere dedotti dalla base imponibile IRAP relativa ai periodi dimposta 2006, 2007 e 2008, semprech non si verifichino le cause di decadenza dallagevolazione, secondo quanto in precedenza precisato. Se, ad esempio, il 31 dicembre 2007 si interrompe il rapporto di impiego con il lavoratore A, anche per cause non dipendenti dal datore di lavoro, non sar possibile fruire n per il periodo dimposta 2007, n per il periodo dimposta 2008 della deduzione riferibile a tale lavoratore, pari - come detto - ad euro 8.333.
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IN PRATICA
Calcolo delle medie Qualora sia richiesto il calcolo di un valore medio (vuoi per verificare lincremento occupazionale, vuoi per accertare leventuale decadenza), occorre utilizzare una media aritmetica. Si ricorda, peraltro, che, mentre nel calcolo della media da utilizzare per riscontrare lesistenza di un incremento occupazionale si computano esclusivamente i dipendenti a tempo indeterminato, nel valore medio da considerare per appurare leventuale decadenza dallagevolazione occorre includere anche i dipendenti a tempo determinato, oltre a quelli a tempo indeterminato.
Lavoratori part-time Lavoratori stagionali
Eventuali lavoratori stagionali concorrono alla formazione della media in misura proporzionale al periodo di lavoro prestato nellesercizio.
I lavoratori a tempo parziale devono essere considerati esclusivamente nel calcolo della media in misura corrispondente al rapporto esistente tra: le ore di lavoro previste dal contratto part-time; le ore previste dal contratto a tempo pieno. Ad esempio, se un lavoratore ha un contratto di lavoro part-time al 50%, deve essere considerato come mezza unit lavorativa (0,5).
LIBRI
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IN PRATICA
Successioni dimpresa
LA NOVITA
Patto di famiglia stato approvato in via definitiva dalla Commissione II Giustizia del Senato il 31 gennaio 2006, il disegno di Legge n. 3567, recante modifiche al Codice Civile, in materia di patto di famiglia, la cui ratio legis quella di consentire agli imprenditori di garantire una successione certa nellinteresse dellazienda. Deve essere redatto, a pena di nullit, mediante atto pubblico e al contratto devono partecipare anche il coniuge e tutti coloro che sarebbero legittimari, nel caso in cui si aprisse la successione nel patrimonio dellimprenditore. Riferimenti normativi Al libro II, titolo IV, del Codice Civile, dopo lart. 768 stato aggiunto il capo V bis, rubricato del Patto di Famiglia. Gli articoli introdotti nel citato Capo sono: artt. 768-bis, 768-ter, 768-quater, 768quinquies, 768-sexies, 768-septies e 768octies; Codice civile: artt. 458, 467, 563 e ss., 1325, 1372, primo comma, 1373, 1425 e ss., 2699; Relazione alla proposta di legge n. 3870 presentata l8 aprile 2003; D.Lgs. 17 gennaio 2003, n. 5: art. 38; Legge 3 ottobre 2001, n. 366: art. 12, comma 4; D.Lgs. 23 luglio 2004, n. 222.
prenditore o di chi titolare di partecipazioni societarie. A tal proposito, rilevante il nuovo art. 458 c.c., rubricato Divieto dei patti successori, allinterno del quale viene aggiunta una deroga che richiama, appunto, i patti di famiglia. Il nuovo testo dellart. 458 c.c., infatti, il seguente: Fatto salvo quanto disposto dagli artt. 768 bis e seguenti nulla ogni convenzione con cui taluno dispone della propria successione. del pari nullo ogni atto col quale taluno dispone dei diritti che gli possono spettare su una successione non ancora aperta, o rinunzia ai medesimi.
Definizione
L art. 768-bis c.c. definisce il patto di famiglia come il contratto con cui limprenditore trasferisce, in tutto o in parte, le proprie quote, ad uno o pi discendenti. Il tutto compatibilmente con le disposizioni in materia di impresa familiare e nel rispetto delle differenti tipologie societarie.
Finalit
Il fine preponderante di tale istituto di: preservare lunit del bene produttivo; favorire lunivocit del controllo, evitando la frammentazione che si determina con la successione ereditaria; permettere di anticipare in vita il trasferimento dellimpresa e, dunque, linvestitura della leadership nel complesso produttivo. Ne consegue che il patto di famiglia non altro che una convenzione inter vivos traslativa ad efficacia reale, a differenza del testamento, che un negozio mortis causa, la cui peculiarit quella di andare ad incidere sulla successione del disponente. Analogo impulso proviene dalla stessa Commissione Europea, come risulta dalla comunicazione n. 98/C 93/02 relativa alla trasmissione delle piccole e medie imprese, in cui si rileva che, specialmente nel caso delle imprese familiari, gli accordi (interfamiliari) possono essere utilizzati per tramandare determinati criteri gestionali da una generazione allaltra.
(*) Avvocato Tributarista in Lecce
Il patto di famiglia una forma di autoregolamentazione della compagine proprietaria. Rappresenta la decisione delle famiglie proprietarie di condividere principi, valori e regole di funzionamento da tramandare e documentare con la presenza delle persone della famiglia pi qualificate e competenti. In altri termini: fare un patto di famiglia significa prendere delle decisioni; scegliere di fare un patto significa individuare il tipo di patto pi consono alla propria situazione tra i vari tipi possibili. Tale istituto ha introdotto nel nostro ordinamento una deroga al generale divieto dei patti successori di cui allart. 458 c.c., prevedendo la liceit di accordi diretti a regolamentare la successione dellim-
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IN PRATICA
Forma
Il patto di famiglia, a norma dellart. 768 ter c.c., rubricato Forma, deve rivestire una forma solenne quale evidente misura di garanzia per gli interessi coinvolti. Infatti, deve essere concluso per atto pubblico a pena di nullit (forma ad substantiam, art. 1325, n. 4 c.c.). L atto pubblico si identifica nel documento redatto, con le richieste formalit, da un notaio o da altro pubblico ufficiale autorizzato ad attribuire pubblica fede nel luogo dove latto formato (art. 2699 c.c.). Affinch un atto possa essere considerato pubblico necessaria la sua verifica con riferimento allautore della documentazione ed allattivit di documentazione. Sotto laspetto soggettivo, latto deve promanare da un soggetto autorizzato ad attribuirgli fede pubblica nellambito della sua competenza, per materia o per territorio. tore (ad esempio, gli ascendenti in caso di scomparsa o rinuncia alleredit da parte di tutti i discendenti, ovvero i discendenti di secondo grado in caso di premorienza o incapacit a succedere o rinuncia dei figli), con il risultato di rendere il contratto opponibile anche a costoro. Categorie dei legittimari Ai sensi dellart. 536 c.c., legittimari o eredi necessari o riservatari sono quei soggetti, legati al de cuius da un vincolo di parentela o coniugio, ai quali la legge riserva una quota del patrimonio ereditario anche contro la volont dello stesso testatore. In tal caso, infatti, la successione viene definita necessaria. Allorch vi siano dei legittimari, si distinguono nel patrimonio ereditario due parti: la quota disponibile, della quale il testatore libero di disporre come vuole, e la quota legittima o riserva, della quale, invece, il testatore non pu disporre perch spettante per legge ai legittimari. Essi sono: il coniuge; i figli legittimi; i figli naturali; gli ascendenti legittimi. Ai figli legittimi sono equiparati i legittimati e gli adottivi. Inoltre, la legge riserva gli stessi diritti anche ai discendenti dei figli legittimi o naturali, che siano a questi ultimi subentrati nella successione per rappresentazione, ai sensi dellart. 467 c.c (cfr. Tavola n. 1). Criteri compensativi dellunicit del successore Il secondo comma dellart. 748 quater c.c. stabilisce che gli assegnatari dellazienda o delle partecipazioni societarie devono liquidare gli altri partecipanti al contratto, ove questi non vi rinunzino in tutto o in parte, con il pagamento di una somma corrispondente al valore delle quote previste dagli artt. 536 c.c. e seguenti; i contraenti possono conve-
CONIUGE
FIGLI LEGITTIMI
FIGLI NATURALI
ASCENDENTI LEGITTIMI
DISCENDENTI DISCENDENTI DEI FIGLI LEGITTIMI DEI FIGLI NATURALI NEI CASI DI CUI NEI CASI DI CUI ALLART. 467 C.C. ALLART. 467 C.C.
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nire che la liquidazione, in tutto o in parte, avvenga in natura. Esempio
Si ipotizzi che, in presenza di un solo figlio legittimo maggiorenne, limprenditore elegga il coniuge come suo unico successore nella propriet dellazienda Y, del valore complessivo di 900.000. Secondo il disposto dellart. 542, comma 1, c.c., in tema di concorso di coniuge e figli, se chi muore lascia, oltre al coniuge, un solo figlio, legittimo o naturale, a questultimo riservato un terzo del patrimonio ed un altro terzo spetta al coniuge. Pertanto, applicando il valore delle quote previsto dalla sopraccitata norma al caso concreto, il coniuge potr succedere nella titolarit dellazienda, pagando al figlio una somma pari ad un terzo del valore dellazienda, ovvero ad 300.000. Quanto detto, ovviamente, non trova applicazione nellipotesi in cui il figlio abbia rinunziato, in tutto o in parte, alla quota a lui spettante.
care in che termini la disciplina dei vizi del consenso (di cui agli artt. 1427 e ss. c.c.) incide sullistituto del patto di famiglia. In secondo luogo, si pone il problema di confrontare la disciplina generale dellannullabilit del contratto con quella prevista specificamente in relazione ai patti di famiglia: sotto questo aspetto, vengono in rilievo il tema della prescrizione dellazione e quello del dies a quo ai fini della proponibilit della domanda di annullamento. Nel richiamare espressamente gli artt. 1427 e ss. c.c., lart. 768-quinquies c.c. impone allinterprete di considerare che i partecipanti al patto di famiglia possono chiedere lannullamento del patto medesimo nel caso in cui il consenso (prestato ai fini di siffatta stipulazione negoziale) sia stato dato per errore, estorto con violenza o carpito con dolo. In questa sede, giova prendere velocemente in considerazione le caratteristiche peculiari dei tre vizi del consenso previsti dalla disciplina civilistica. Errore In merito alla nozione di errore, occorre subito evidenziare che questa deve essere intesa in una duplice accezione: da una parte, rientra nel concetto di errore la falsa conoscenza della realt, che ha inciso negativamente sul processo di formazione della volont di uno dei contraenti (errore-vizio); da unaltra parte, lart. 1433 c.c. induce ad estendere la disciplina prevista dagli artt. 1428 e ss. c.c. anche allerrore che cade sulla dichiarazione o che si verifica nel momento in cui la dichiarazione stata inesattamente trasmessa dalla persona o dallufficio che ne era stato incaricato (errore-ostativo). Pi in particolare, in tema di rilevanza dellerrore, lart. 1428 c.c. prevede che lerrore causa di annullamento del contratto quando essenziale ed riconoscibile dallaltro contraente; i successivi artt. 1429 e 1431 c.c. si preoccupano di chiarire la portata del concetto di errore essenziale e di errore riconoscibile. In ultima analisi, lart. 1432 c.c. detta la disciplina relativa al mantenimento del contratto rettificato, prevedendo che la parte in errore non pu domandare lannullamento del contratto se, prima che ad essa possa derivarne pregiudizio, laltra offre di eseguirlo in modo conforme al contenuto e alle modalit del contratto che quella intendeva concludere. Violenza Come lerrore, anche la violenza causa di annullamento del contratto, anche se esercitata da un terzo (art. 1434 c.c.). In merito ai caratteri della violenza, lart. 1435 c.c. chiarisce che la violenza deve essere di tal na-
Conseguenze dellaccettazione del patto I beni assegnati con lo stesso contratto agli altri partecipanti non assegnatari dellazienda, secondo il valore attribuito in contratto, sono imputati alle quote di legittima loro spettanti. Quanto ricevuto dai contraenti non soggetto a collazione o a riduzione. Ci significa che, per legge, ciascun assegnatario perde la possibilit di esercitare, nei confronti degli altri, lazione di riduzione, ovvero di ottenere giudizialmente la reintegrazione della legittima, mediante la riduzione delle disposizioni testamentarie e delle donazioni eccedenti la quota di cui il testatore poteva disporre (cd. disponibile). N tantomeno alcuno degli assegnatari resta assoggettato allobbligo di conferire alla massa attiva del patrimonio ereditario accettato le liberalit ricevute in vita dal defunto, in modo da dividerle con gli altri coeredi, in proporzione delle rispettive quote. Possibilit di pattuizione separata in tema di assegnazione L assegnazione pu essere disposta anche con successivo contratto, che sia espressamente dichiarato collegato al primo e purch vi intervengano i medesimi soggetti che hanno partecipato al primo contratto o coloro che li abbiano sostituiti.
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tura da far impressione sopra una persona sensata e da farle temere di esporre s o i suoi beni a un male ingiusto e notevole. Si ha riguardo, in questa materia, allet, al sesso e alla condizione delle persone. Dolo Il terzo vizio del consenso, che pu determinare lannullamento del patto di famiglia, il dolo: come gli altri negozi giuridici, infatti, anche il patto di famiglia annullabile ove sia stato posto in essere in conseguenza di raggiri perpetrati ai danni di uno dei partecipanti. Il dolo, come vizio del consenso (definito anche dolo-inganno per differenziarlo dal dolo quale elemento soggettivo dellillecito), disciplinato dagli artt. 1439 e 1440 c.c. In particolare, lart. 1439 c.c. prevede che il dolo causa di annullamento del contratto quando i raggiri usati da uno dei contraenti sono stati tali che, senza di essi, laltra parte non avrebbe contratto. Quando i raggiri sono stati usati da un terzo, il contratto annullabile se essi erano noti al contraente che ne ha tratto vantaggio. Infine, lart 1440 c.c. dispone che se i raggiri non sono stati tali da determinare il consenso, il contratto valido, bench senza di essi sarebbe stato concluso a condizioni diverse; ma il contraente in mala fede risponde dei danni. Caratteri dellazione di annullamento del patto di famiglia Lart. 768-quinquies c.c. attribuisce alla disciplina dellannullamento del patto di famiglia dei caratteri del tutto eccezionali rispetto alla disciplina generale dellannullabilit del contratto. In particolare, occorre focalizzare lattenzione sul regime speciale della prescrizione dellazione e della determinazione del dies a quo. Prioritariamente, tuttavia, occorre subito mettere in rilievo che lart. 768-quinquies c.c., nel richiamare unicamente gli artt. 1427 e ss. c.c., esclude che lannullamento del patto di famiglia sia legato allincapacit delle parti (art. 1425 c.c.) ovvero ai raggiri usati dal minore (art. 1426 c.c.). Questa scelta legislativa si giustifica, probabilmente, in considerazione del fatto che, ex art. 768-ter c.c., a pena di nullit il contratto deve essere concluso per atto pubblico: alla luce di questa norma, si deve dedurre che, nellintento del Legislatore, la forma richiesta, ai fini della validit del patto di famiglia (oltre a svolgere il ruolo di prova documentale normalmente attribuito dal Legislatore agli atti pubblici - artt. 2699 e ss. c.c. - ), sia sufficiente a scongiurare il pericolo che, al momento della stipulazione del patto di famiglia, una delle parti versi nello stato di incapacit ovvero sussistano i raggiri usati dal minore. Prescrizione In merito alla prescrizione dellazione di annullamento del patto di famiglia, il Legislatore ha previsto espressamente una deroga al regime generale. Il primo comma dellart. 1442 c.c., infatti, prevede che lazione di annullamento si prescrive in cinque anni. In deroga alla disciplina generale, invece, il secondo comma dellart. 768-quinquies c.c. dispone che lazione si prescrive nel termine di un anno. Dies a quo L art. 768-quinquies c.c. non offre allinterprete alcuna indicazione utile per individuare il momento dal quale decorre il termine per la proponibilit dellazione di annullamento del patto di famiglia. Nel silenzio del Legislatore, in sede interpretativa, deve ritenersi applicabile la regola generale in base alla quale quando lannullabilit dipende da vizio del consenso [], il termine decorre dal giorno in cui cessata la violenza, stato scoperto lerrore o il dolo [] (art. 1442, secondo comma, c.c.). A tal riguardo, utile, da ultimo, considerare che il Legislatore, nella formulazione finale del secondo comma dellart 768-quinquies c.c., ha eliminato linciso (presente nella proposta di legge) in base al quale lazione si prescrive nel termine di un anno dalla conoscenza del vizio: cos operando, il Legislatore ha voluto, probabilmente, eliminare i dubbi derivanti dalla compatibilit tra questo tipo di formula e, in particolare, il vizio della violenza.
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legittimari sia requisito di validit del patto di famiglia o, comunque, di efficacia, allora la disposizione contenuta nellart. 768-sexies c.c. deve intendersi riferita agli eventuali aventi diritto sopravvenuti alla stipula del patto di famiglia (ad esempio, il coniuge dellimprenditore sposatosi dopo la stipula del contratto). Diversamente, risulterebbe abbastanza difficile trovare un coordinamento logico senza vanificare il ruolo della partecipazione. Naturalmente, come anche specificato nella proposta di legge presentata alla Camera dei Deputati l8 aprile 2003, il diritto di chiedere il pagamento della somma, pari alla quota di legittima, potr essere esercitato nei confronti del solo assegnatario dellazienda, nel caso in cui non vi sia stata liquidazione in favore degli altri legittimari partecipanti al contratto, ovvero nei confronti dei legittimari partecipanti che abbiano ricevuto la liquidazione.
Controversie
L art. 768-octies c.c. prevede che le controversie relative allapplicazione delle nuove norme siano preliminarmente devolute, per analogia, ad uno degli organismi di conciliazione stragiudiziale, previsti dallart. 38 del D.Lgs. 17 gennaio 2003, n. 5. Organismi di conciliazione In attuazione della delega contenuta nellart. 12, comma 4, Legge 3 ottobre 2001, n. 366, il D.Lgs. 17 gennaio 2003, n. 5 (Definizione dei procedimenti in materia di diritto societario e di intermediazione finanziaria, nonch in materia bancaria e creditizia, in attuazione dellart. 12 della legge 3 ottobre 2001, n. 366), pubblicato in G.U. 22 gennaio 2003, n. 17, prevede, allart. 38, rubricato Organismi di conciliazione, la costituzione da parte degli enti pubblici o privati, che diano garanzie di seriet ed efficienza, di organismi deputati, su istanza della parte interessata, a gestire un tentativo di conciliazione. Tali organismi devono essere iscritti in un apposito registro tenuto presso il Ministero della giustizia (comma primo). Il registro e le modalit di iscrizione sono disciplinate dal D.Lgs. n. 222 del 23 luglio 2004, pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 23 agosto 2004 e rubricato: Regolamento recante la determinazione dei criteri e delle modalit di iscrizione nonch di tenuta del registro degli organismi di conciliazione di cui allart. 38 del D.Lgs. 17 gennaio 2003, n. 5.
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Soggetti interessati
Lart. 2 del D.M. 13 dicembre 1979 stabilisce che si considerano controllate soltanto le societ per azioni, in accomandita per azioni e a responsabilit limitata le cui azioni o quote sono possedute per una percentuale superiore al cinquanta per cento del loro capitale . Dallesegesi della disposizione normativa citata si evince chiaramente che possono partecipare alla liquidazione IVA di gruppo in qualit di controllate solo le societ di capitali; risultano escluse, quindi, le
imprese individuali e le societ di persone. In senso conforme si pronunciata lAgenzia delle Entrate nella circolare 28 febbraio 1986, n. 16, nella quale si legge che sonoammesse alla particolare procedura in qualit di controllate soltanto le societ di capitali, con esclusione, quindi, delle societ di persone, le quali sono da ritenersi altres escluse dalla detta procedura anche quando assumono la qualit di controllanti. Lo stesso principio previsto per la societ controllante che, in linea generale, deve appartenere alla categoria delle societ di capitali, con alcune precisazioni in relazione ai soggetti non residenti, come sar evidenziato successivamente. La partecipazione alla liquidazione IVA di gruppo non obbligatoria per tutte le controllate che ne hanno i requisiti; si tratta, infatti, di una facolt esercitabile autonomamente da ciascuna societ, con la conseguenza che possono essere incluse alcune societ controllate ed escluse altre, nonostante siano tutte in possesso dei requisiti necessari per accedere alla procedura in commento. Per ci che attiene i soggetti non residenti, lAmministrazione finanziaria, nella risoluzione 6 novembre 2002, n. 347/E, in risposta ad una societ con sede sociale al di fuori del territorio dello Stato che chiedeva la possibilit di operare compensazioni infragruppo, ha evidenziato la carenza del presupposto soggettivo per lapplicazione della disciplina dellIVA di gruppo in conseguenza della residenza della controllante allestero. A nulla rilevava, secondo lAmministrazione finanziaria, il fatto che la controllante si fosse identificata in Italia o avesse costituito nel territorio dello Stato una stabile organizzazione. Tuttavia, nella risoluzione 21 febbraio 2005, n. 22/E, lAgenzia delle Entrate tornata sulla questione precisando che lapplicazione del regime relativo allIVA di gruppo deve potersi estendere a tutte le societ di capitali, ivi comprese quelle residenti in Paesi comunitari che, alla stregua delle statuizioni vigenti nello Stato di residenza, assumono forme giuridiche equipollenti alle societ di capitali di diritto italiano. A tal fine i soggetti esteri devono risiedere in Paesi appartenenti alla Comunit europea e devono necessariamente identificarsi in Italia, operare mediante una stabile or(*) Dottori commercialisti in Bergamo
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GLI SPECIALI
ganizzazione ovvero mediante un rappresentante fiscale. Si evidenzia, dunque, la diversa posizione assunta dallAmministrazione finanziaria volta ad ampliare la categoria dei soggetti ammessi alla liquidazione IVA di gruppo. Parte della dottrina (Cfr. Parisi, Estensione dellambito soggettivo nellIVA di gruppo, in Corriere Tributario n. 12/2005, pag. 975) a commento della risoluzione citata ha precisato che nascela consapevolezza che lestensione del regime relativo allIVA di gruppo a tutte le societ di capitali e, quindi, anche a quelle residenti in altri Paesi comunitari ancorch assumano forme giuridiche equipollenti alle societ di capitali di diritto italiano, non contrasta in alcun modo con quella che la ratio dellart. 2 del D.M. 13 dicembre 1979. periore al 50% del capitale al fine di poter operare la compensazione di gruppo. Tale disposizione normativa stata richiamata dallAgenzia delle Entrate nella circolare n. 22/E del 2005 nella quale viene precisato che le azioni o quote delle societ controllate aventi diritto di voto devono essere possedute dalla societ controllante o da altra societ da questultima controllata per una quota superiore al 50% del loro capitale fino dallinizio dellanno solare precedente. Nel calcolo del 50% suddetto rimangono escluse, quindi, le azioni senza diritto di voto. Inoltre, non si tiene conto delleffetto demoltiplicativo prodotto in seguito al controllo a catena indiretto, che si verifica nellipotesi in cui la controllante detenga partecipazioni di una societ attraverso unaltra societ che si interpone tra le prime due (cfr. Tavola n. 1). Il controllo, oltre che a catena, pu essere esercitato anche a raggiera; ci si verifica nellipotesi in cui la societ controllante controlli direttamente ed unitariamente, senza linterposizione di altro soggetto, le societ controllate (cfr. Tavola n. 2).
Area in cui possibile operare la compensazione di gruppo Controllante Alfa Spa 51%
Controllata Gamma Spa Tavola n. 2 - Controllo a raggiera Area in cui possibile operare la compensazione di gruppo Controllante Alfa Spa
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GLI SPECIALI
Come avviene la compensazione
Attraverso la compensazione di gruppo, la societ controllante effettua i versamenti periodici ed il conguaglio di fine anno determinando limposta da versare o il credito del gruppo attraverso la somma algebrica dei debiti e dei crediti risultanti dalle liquidazioni delle societ partecipanti alla procedura. Il meccanismo alla base della liquidazione IVA di gruppo consente di effettuare la compensazione tra la posizione creditoria e quella debitoria delle societ partecipanti alla procedura. La dichiarazione in parola ha efficacia per lanno in cui viene presentata. Qualora intervengano variazioni rispetto alle informazioni contenute nella comunicazione test indicata, la controllante deve trasmetterle allAgenzia delle Entrate attraverso il modello IVA 26-bis (approvato con il medesimo D.M. 8 gennaio 1990) che deve essere presentato entro il termine di 30 giorni dalla data in cui si verificata la variazione. Nellipotesi in cui, per esempio, vari la denominazione di una controllata (da Alfa Spa a Beta Spa), si procede come segue (cfr. Tavola n. 3): nella prima parte del quadro C del modello IVA 26-bis si riportano i dati della societ che ha subito la variazione cos come sono stati riportati nella comunicazione originaria (mod. IVA 26); nella seconda parte del quadro C del modello IVA 26-bis devono essere compilati solo gli spazi relativi ai dati variati.
Barrare la casella relativa al quadro in cui stata indicata la controllata nel mod. IVA 26
Indicare il codice fiscale della controllata che ha subito la variazione della denominazione (nellesempio Alfa Spa)
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GLI SPECIALI
lelenco di tutte le societ che hanno partecipato alla procedura di liquidazione dellIVA di gruppo (quadro VS); le liquidazioni periodiche di gruppo (quadro VV); la liquidazione dellimposta annuale di gruppo (quadro VW); la determinazione dellIVA da versare o del credito dimposta di gruppo (quadro VY); le eccedenze detraibili di gruppo relative agli anni precedenti (quadro VZ). Unitamente al prospetto in parola, la controllante deve presentare le garanzie prestate dalle singole societ per le eccedenze di credito compensate e le garanzie prestate dalla controllante stessa per leccedenza di gruppo compensata, ai sensi dellart. 6 del D.M. 13 dicembre 1979. La dichiarazione IVA della controllante deve, inoltre, includere i quadri VH (liquidazioni periodiche riepilogative per tutte le attivit esercitate) (cfr. Tavola n. 4) - e VK (societ controllanti e controllate) (cfr. Tavola n. 5). Nellipotesi in cui la liquidazione di gruppo sia stata applicata per lintero anno, il quadro VH deve essere compilato interamente, ad esclusione del rigo VH 13, indicando i debiti ed i crediti risultanti dalle liquidazioni periodiche di ciascuna societ e trasferiti alla capogruppo. La determinazione dellacconto del periodo deve, infatti, essere indicata nel rigo VV13. Ogni societ controllata deve, inoltre, compilare il quadro VK. Le societ controllate devono compilare anchesse il quadro VH in tutti i suoi righi per indicare i crediti ed i debiti trasferiti, ad esclusione del rigo VH 13 per le ragioni sopra esposte. Nellipotesi in cui in corso danno una societ sia uscita dalla procedura di liquidazione di gruppo, nel quadro VH devono essere compilati anche i righi del periodo successivo alluscita i cui crediti o debiti non sono stati trasferiti alla controllante. In tale ipotesi, deve essere compilato anche il quadro VK sezione 3. Nel quadro VL devono essere, inoltre, compilati i righi VL 21 e VL 30 per indicare i crediti ed i debiti trasferiti alla controllante. Si precisa che unesemplare del modello IVA 26PR sottoscritto in originale deve, comunque, essere presentato al concessionario della riscossione territorialmente competente, unitamente al modello IVA
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LP26 (prospetto delle liquidazioni periodiche). Nel modello IVA LP26 (cfr. Tavola n. 6) deve essere indicato il riepilogo delle liquidazioni periodiche effettuate dalle societ partecipanti alla procedura di liquidazione dellIVA di gruppo. perseguire sono dirette a semplificare e razionalizzare gli adempimenti a carico dei contribuenti nel rispetto degli obblighi comunitari. L obiettivo finale della comunicazione annuale dati IVA , infatti, quello di consentire una pi agevole individuazione, nei termini prescritti dalla normativa comunitaria, delle risorse proprie che ciascuno Stato membro deve versare al bilancio comunitario. Il modello della comunicazione annuale IVA stato approvato con provvedimento dellAgenzia delle Entrate 22 ottobre 2004, pubblicato sul Supplemento Ordinario n. 176 alla Gazzetta Ufficiale 4 dicembre 2004, n. 285. Il termine ultimo per la presentazione del modello relativo al periodo dimposta 2005 scaduto il 28 febbraio 2006. Le societ che hanno optato per la liquidazione IVA di gruppo devono presentare la comunicazione IVA distintamente, con riferimento ai propri dati. Quindi, ciascuna societ, compresa la controllante, deve predisporre autonomamente la propria comunicazione che riassume i dati IVA inerenti la propria attivit e non quella del gruppo.
Casi particolari
Nel seguito proponiamo la descrizione di alcuni casi particolari che si possono verificare nella procedura relativa alla liquidazione IVA di gruppo. Operazioni di fusione Con riferimento ad operazioni di fusione, lAgenzia delle Entrate, nella risoluzione 5 giugno 2003, n. 123/E, ha fornito una serie di chiarimenti sulla le-
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gittimit della procedura IVA di gruppo avente ad oggetto come controllante una societ risultante dalla fusione di due societ e come controllate le societ precedentemente partecipate dalle due societ fuse. In particolare, la risoluzione in commento risponde al quesito, relativo alla corretta applicazione dellIVA di gruppo, avanzato da una societ XY nata dalla fusione per incorporazione della societ X nella societ Y. Per la corretta applicazione della procedura, la societ XY deve, infatti, correttamente definire larea di consolidamento attraverso lidentificazione delle societ che rispondono ai requisiti necessari per accedere alla liquidazione IVA di gruppo. Si tratta di stabilire se le societ controllate della incorporata X, in possesso dei requisiti necessari per accedere alla procedura in commento, e successivamente controllate dallincorporate XY in conseguenza della fusione, possano accedere alla liquidazione IVA di gruppo, avente come controllante la societ XY, gi dallesercizio nel quale viene realizzata la fusione. Il dubbio sorto con riferimento alla disposizione normativa contenuta nel D.M. 13 dicembre 1979, art. 2, secondo la quale la controllante deve detenere pi del 50% del capitale della controllata fin dallinizio dellanno solare precedente lavvio della procedura perch si possa correttamente procedere alla liquidazione IVA di gruppo. Secondo lAmministrazione finanziaria non ci sarebbe alcun ostacolo alla corretta applicazione della procedura avente come controllante la societ XY e quali controllate le societ che godevano dei requisiti in capo alla X antecedentemente la fusione, sin dallesercizio di efficacia della fusione. Ci in quanto vale il principio generale secondo il quale nella fusione la controllante subentra nei rapporti giuridici relativi al precedente complesso aziendale incorporato. Conferimento Con riferimento alloperazione di conferimento, segnaliamo la risoluzione dellAgenzia delle Entrate 21 marzo 2003, n. 68/E, nella quale vengono forniti chiarimenti in merito allapplicazione della liquidazione IVA di gruppo con riferimento ad un progetto di riorganizzazione aziendale in cui la societ X ha conferito nel gennaio dellanno n la propria azienda nella neo costituita societ Z. La conferitaria di nuova costituzione controllata al 100% dalla societ X dalla data della sua costituzione. Poich la societ X intende inserire la societ Z nella liquidazione IVA di gruppo a decorrere dallanno n, si pone la necessit di verificare se, a seguito del conferimento, sussistano ancora i requisiti del controllo societario, sia da un punto di vista quantitativo che temporale, necessari per avviare la procedura. In particolare, la questione si posta con riferimento al limite temporale contenuto nellart. 2 del D.M. 13 dicembre 1979. LAmministrazione finanziaria risponde positivamente allinterpello presentato dalla societ X precisando che il possesso precedente del complesso aziendale da parte della societ conferente, che si trasforma da diretto ad indiretto con il conferimento ad una societ controllata e costituita al solo scopo di ricevere detto conferimento, non modifica sostanzialmente lassetto del gruppo nella sua entit ed esclude, quindi, quei caratteri di occasionalit e temporaneit cha la disposizione in commento [art. 2 del D.M. 13 dicembre 1979] vuole neutralizzare. Cessazione del gruppo Qualora il controllo sia cessato nel corso dellanno 2005, la societ ex-controllante deve comunque comprendere nel rigo VL 26 della dichiarazione IVA 2006, unitamente alleventuale suo credito riportato dallanno precedente, lintero importo delleccedenza del credito IVA del gruppo risultante dal prospetto riepilogativo IVA 26PR, rigo VY5, della dichiarazione IVA 2005. Richiesta di rimborso della minore eccedenza detraibile dellultimo triennio Sulla base della disposizione normativa contenuta nellart. 30, comma 4, D.P.R. n. 633/1972, la societ controllante, qualora abbia riportato nei due anni immediatamente precedenti (2003 e 2004) uneccedenza di credito di gruppo, pu chiedere il rimborso delle predette eccedenze detraibili per la parte che non sia gi stata chiesta a rimborso o compensata nel modello F24. In tale ipotesi, il raffronto va fatto tra gli ammontari dellIVA computati in detrazione con riferimento ai due anni precedenti da riportare rispettivamente ai righi VZ1 e VZ2 del quadro VZ (cfr. Tavola n. 7).
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633/1972 riserva un particolare metodo di determinazione dellimposta comunemente denominato base da base. In sostanza, il debito IVA delle agenzie di viaggio determinato scorporando limposta dal risultato che si ottiene confrontando il totale dei corrispettivi incassati e il totale dei costi sostenuti. Nei tre righi che compongono la sezione vanno riportati i dati che risultano dalla compilazione del prospetto contenuto in Appendice alle istruzioni: Rigo VG1: deve essere indicato il credito di costo relativo allanno dimposta 2004, desumibile dal rigo VG3 della dichiarazione IVA 2005; Rigo VG2: va indicata la base imponibile lorda che pu essere desunta dal rigo 13 del prospetto A; Rigo VG3: va riportato il credito di costo da riportare allanno successivo che pu essere ricavato dal rigo 14 del citato prospetto A. I righi VG2 e VG3 sono naturalmente alternativi.
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tuiscono la sezione 2 (Righi VG20, VG21, VG22), occorre compilare il prospetto C e il prospetto D, questultimo riservato alle agenzie di vendita allasta (cfr. Pratica fiscale e professionale on line). della loro attivit, effettuano sia operazioni imponibili che operazioni esenti e, pertanto, per determinare lIVA ammessa in detrazione, sono chiamati a calcolare la percentuale di detrazione da applicare al totale dellimposta assolta per gli acquisti e le importazioni effettuati. Lart. 19-bis del D.P.R. n. 633/1972 detta i criteri per la determinazione della predetta percentuale di detrazione e nel rigo VG35 sono previsti 7 campi per lesposizione dei dati necessari per il calcolo della stessa: campo 1, le cessioni esenti di oro da investimento effettuate dai soggetti di cui allart. 19, terzo comma, lett. d), del D.P.R. n. 633/1972 (produttori di oro da investimento o trasformatori di oro in oro da investimento), equiparate alle operazioni imponibili ai fini della detrazione; campo 2, le operazioni esenti individuate nei numeri da 1) a 9) dellart. 10, non rientranti nelloggetto dellimpresa ovvero accessorie alle operazioni imponibili, che non concorrono, a norma dellart. 19-bis, comma 2, del D.P.R. n. 633/1972, al calcolo del pro-rata di detrazione; campo 3, le operazioni esenti di cui al numero 27-quinquies dellart. 10, del D.P.R. n. 633/1972 (cessioni di beni importati o acquistati senza il diritto alla detrazione totale dellimposta), delle quali non si deve tenere conto, ai sensi dellart. 19-bis, comma 2, del D.P.R. n. 633/1972, nel calcolo del pro-rata di detrazione; campo 4, le cessioni di beni ammortizzabili e passaggi interni esenti; campi 5 e 6, rispettivamente, le operazioni fuori campo IVA di cui allart. 7 del D.P.R. n. 633/1972, e le operazioni non soggette di cui allart. 74, comma 1, entrambe equiparate alle operazioni imponibili ai fini della detrazione; campo 7, la percentuale di detrazione, ottenuta dal rapporto tra lammontare delle operazioni effettuate che danno diritto alla detrazione e lo stesso ammontare aumentato delle operazioni esenti. Rigo VG36 In questo rigo gli esportatori abituali, che effettuano sia operazioni esenti che operazioni imponibili, devono indicare lammontare dellimposta che non hanno assolto sugli acquisti e le importazioni effettuati con utilizzo del plafond. Rigo VG37 Detto rigo riservato ai commercianti di oro da investimento cui consentito, dallart. 19, comma 5-bis, la detrazione dellimposta assolta per gli acquisti e le importazioni di oro da trasformare in oro da investimento. Rigo VG38 I contribuenti che hanno compilato la sezione 3 de-
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vono indicare in questo rigo limporto dellimposta effettivamente detraibile. imprese agricole che hanno effettuato anche operazioni imponibili diverse da quelle per le quali si applica il regime speciale di cui al citato art. 34. Nel rigo, in particolare, deve essere indicato, nella colonna 1, lammontare imponibile delle predette operazioni e, nella colonna 2, la relativa imposta; nel rigo VG51, le cooperative agricole e soggetti assimilati devono indicare la percentuale di conferimenti ricevuti da soci agevolabili, calcolata in rapporto al totale degli acquisti effettuati nel corso dellanno dimposta. Per la compilazione del presente rigo pu essere utilizzato il prospetto B, riportato in Appendice; i righi da VG52 a VG58 sono previsti per il calcolo della detrazione spettante ai soggetti che applicano il regime di cui allart. 34, in relazione alle cessioni di prodotti agricoli effettuate; nei righi VG59 e VG60 devono essere indicati, relativamente alle operazioni evidenziate nei righi precedenti, le variazioni dimposta nonch i totali dellimponibile e della relativa imposta; il rigo VG61 riservato allindicazione dellimposta detraibile per gli acquisti e le importazioni afferenti le cessioni di prodotti diversi da quelli rientranti nel regime previsto dallart. 34; il rigo VG62, di nuova istituzione, previsto per lindicazione della cosiddetta IVA teorica, dato lo scorso anno richiesto nellambito del quadro VL (rigo VL6), cio limposta detraibile per gli agricoltori che effettuano cessioni non imponibili di prodotti agricoli; nel rigo VG63 deve essere indicato il totale dellIVA ammessa in detrazione per i contribuenti tenuti a compilare la sezione 5 del quadro VG.
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elativamente alle societ semplici, al di l degli obblighi di rendicontazione degli affari sociali ai soci non amministratori, non risultano previste norme espresse in materia di tenuta della contabilit, coerentemente con la natura tassativamente non commerciale che deve costituire loggetto sociale di una societ di questo tipo. Per quanto concerne, invece, le s.n.c., lart. 2302 del codice civile dispone, con norma identicamente applicabile anche alla s.a.s., che gli amministratori devono tenere i libri e le altre scritture contabili prescritte dallart. 2214 del codice civile. Il rinvio allart. 2214 implica anche il richiamo dei successivi articoli da 2215 a 2220 del codice civile, sempre in materia di modalit di tenuta delle scritture contabili. Ai fini fiscali, qualora ricorrano le condizioni dimensionali previste dallart. 18 del D.P.R. n. 600/1973, le s.n.c. e le s.a.s. possono optare per un regime di contabilit semplificato.
pi soggetti agli obblighi di bollatura e vidimazione iniziale, per effetto delle semplificazioni introdotte dallart. 8 della Legge 18 ottobre 2001, n. 383. Libro giornale Ai sensi dellart. 2216 del codice civile, nel libro giornale devono essere indicate giorno per giorno le operazioni relative allesercizio dellimpresa. Libro degli inventari Ai sensi dellart. 2217 del codice civile, nel libro degli inventari deve essere annotato, allinizio dellimpresa e successivamente alla fine di ciascun anno: linventario contenente lindicazione e la valutazione delle attivit e delle passivit relative allimpresa; il bilancio (da intendersi nel senso di stato patrimoniale); il conto dei profitti e delle perdite (da intendersi nel senso di conto economico). Linventario deve essere sottoscritto dagli amministratori entro tre mesi dal termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi dellimpresa. Dispensa dagli obblighi contabili per i piccoli imprenditori Sono esonerati dagli obblighi di cui allart. 2214 c.c. i c.d. piccoli imprenditori, la cui definizione rinvenibile dal disposto dellart. 2083 del codice civile, secondo il quale rientrano in tale novero: i coltivatori diretti del fondo; gli artigiani; i piccoli commercianti; nonch coloro che esercitano unattivit professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia.
Contabilit civilistica
Ai sensi dellart. 2214 del codice civile limprenditore che esercita unattivit commerciale: deve tenere: il libro giornale e, il libro degli inventari; deve altres tenere le altre scritture contabili che siano richieste dalla natura e dalle dimensioni dellimpresa; deve conservare ordinatamente per ciascun affare: gli originali delle lettere, dei telegrammi, e delle fatture ricevute, copia delle lettere dei telegrammi e delle fatture spedite. Ai sensi dellart. 2219 del codice civile, tutte le scritture contabili devono essere tenute secondo le norme di una ordinata contabilit, senza spazi in bianco, senza interlinee e senza trasporti in margine, operando eventuali cancellazioni che dovessero rendersi necessarie in modo tale che rimanga leggibile ci che viene cancellato. Ai sensi dellart. 2215 del codice civile, il libro giornale e il libro inventari devono essere numerati progressivamente in ogni pagina, ma non risultano
Contabilit fiscale
Gli obblighi di tenuta delle scritture contabili ai fini fiscali, ossia ai fini dellaccertamento delle imposte sui redditi, sono disciplinati dal titolo II del D.P.R. n. 600/1973 (articoli da 13 a 22). Per quanto concerne le s.n.c. e le s.a.s. (soggetti
(*) Dottori commercialisti in Venezia
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di cui allart. 13, comma 1, lett. c), del D.P.R. n. 600/1973), la normativa fiscale affianca, a latere del regime ordinario di contabilit, la possibilit di avvalersi di un regime contabile semplificato. Regime di contabilit ordinaria Il regime di contabilit ordinaria tratteggiato dalla normativa fiscale riprende nella sostanza gli adempimenti contabili previsti dalle norme del codice civile. Gli obblighi di contabilit fiscale posti a carico dellimpresa in regime di contabilit ordinaria sono infatti i seguenti: tenuta del libro giornale, ai sensi dellart. 14, lett. a), del D.P.R. n. 600/1973; tenuta del libro degli inventari, ai sensi dellart. 14, lett. a), del D.P.R. n. 600/1973; tenuta delle scritture ausiliarie di magazzino, ai sensi dellart. 14, lett. d), del D.P.R. n. 600/1973; tenuta del registro dei beni ammortizzabili, ai sensi dellart. 16 del D.P.R. n. 600/1973; conservazione delle scritture contabili e della documentazione di supporto, ai sensi dei commi 2 e 3 dellart. 22 del D.P.R. n. 600/1973. Ai predetti adempimenti si accompagnano poi gli ulteriori obblighi di tenuta dei registri prescritti dalla normativa IVA, come da rinvio operato dallart. 14, lett. b), del D.P.R. n. 600/1973. Regime di contabilit semplificata Per le imprese gestite nella forma di societ di persone (come pure per altri soggetti), il D.P.R. n. 600/1973 prevede la possibilit di beneficiare, seppure solo in presenza di determinati presupposti dimensionali, di un regime di contabilit fiscale semplificato. In presenza degli accennati presupposti (sui quali ci si soffermer nel prosieguo), il regime semplificato costituisce il regime di contabilit fiscale naturale per la societ di persone. Ci detto, viene comunque data la possibilit che, in presenza delle condizioni per lapplicazione del regime semplificato, la societ opti volontariamente per il regime di contabilit ordinaria.
Natura delle semplificazioni
stro IVA vendite), mediante le quali vengono rilevati i componenti negativi e positivi che, ancorch non rilevanti ai fini IVA, concorrono tuttavia alla determinazione del reddito di impresa. Per quanto concerne lobbligo di tenuta del registro dei beni ammortizzabili, va sottolineato che trattasi di adempimento anchesso omettibile se limpresa in contabilit semplificata si avvale di una delle seguenti norme di ulteriore semplificazione: art. 2 del D.P.R. n. 695/1996, ai sensi del quale le annotazioni da effettuare nel registro dei beni ammortizzabili possono essere eseguite direttamente nel registro IVA acquisti; art. 13 del D.P.R. n. 435/2001, ai sensi del quale possibile prescindere in toto dalleffettuazione delle annotazioni relative ai beni ammortizzabili, a condizione per che, su richiesta dellamministrazione finanziaria, limpresa sia in grado di fornire gli stessi dati previsti dallart. 16 del D.P.R. n. 600/1973, ordinati in forma sistematica (in questo caso, infatti, la fornitura di tali dati viene a tutti gli effetti equiparata allannotazione dei medesimi nel registro dei beni ammortizzabili).
Condizioni di accesso al regime semplificato
L accesso al regime di contabilit semplificata previsto dallart. 18 del D.P.R. n. 600/1973 consente allimpresa di ottemperare pienamente ai propri obblighi contabili verso lErario mediante la sola tenuta dei registri prescritti dalla normativa IVA, integrando i medesimi: con lannotazione del valore delle rimanenze finali (sul registro IVA acquisti); con le c.d. annotazioni di costo (sul registro IVA acquisti) e annotazioni di ricavo (sul regi-
Ai sensi dellart. 18 del D.P.R. n. 600/1973, fruiscono del regime di contabilit semplificata, previsto dal medesimo art. 18, le societ di persone che nel corso dellanno precedente hanno conseguito ricavi (di cui allart. 85 del T.U.I.R.) in misura non superiore a: 309.874 euro, se lattivit dellimpresa ha per oggetto la prestazione di servizi; 516.457 euro, se lattivit dellimpresa ha per oggetto altre attivit. Per i contribuenti che esercitano contemporaneamente prestazioni di servizi ed altre attivit, la soglia massima di ricavi da prendere a riferimento ai fini della verifica delle condizioni di applicazione del regime di contabilit semplificata quella connessa allattivit prevalente, intendendosi per tale quella da cui deriva il maggior ammontare di ricavi (qualora i ricavi da prestazione di servizi e da altre attivit risultino annotati indistintamente, si presumono prevalenti le attivit diverse dalla prestazione di servizi, con possibilit dunque di fare riferimento alla pi elevata soglia di 516.457 euro). Ai sensi del comma 5 dellart. 18, il regime di contabilit semplificata si protrae di anno in anno fino a quando non si verifica il superamento delle predette soglie di ricavi (nel qual caso limpresa passa per obbligo al regime di contabilit ordinaria a partire dallanno successivo a quello in cui il superamento della soglia si verificato).
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Ai sensi del comma 7 dellart. 18, il regime di contabilit semplificata risulta applicabile anche nel primo anno di vita della societ, purch si preveda di conseguire in detto primo periodo un ammontare di ricavi non superiore alle soglie massime fissate dal precedente comma 1 del medesimo art. 18, ragguagliando dette soglie massime (previste dalla norma su base annua) al periodo dellanno compreso tra la data di costituzione della societ e il 31 dicembre.
Opzione volontaria per il regime ordinario
rico degli amministratori della societ di persone, ragione per cui non possono ravvisarsi profili di responsabilit personale in capo agli eventuali soci non amministratori. Conseguenze sul piano fiscale Dal punto di vista fiscale, lirregolare tenuta della contabilit pu determinare, in caso di verifica da parte dei competenti Uffici dellAmministrazione finanziaria, la dichiarazione di inattendibilit delle medesima, cui consegue la possibilit per gli Uffici di procedere allaccertamento ai fini delle imposte sul reddito e ai fini IVA sulla base di metodologie induttive, ossia del tutto svincolate dalle risultanze contabili dellimpresa. I criteri in base ai quali viene valutata leventuale inattendibilit della contabilit tenuta dagli esercenti attivit di impresa sono stabiliti dallart. 1 del D.P.R. n. 570/1996. Giova ricordare che, qualora una societ di persone si avvalga legittimamente, ai fini fiscali, del regime di contabilit semplificata previsto dallart. 18 del D.P.R. n. 600/1973, leventuale mancanza del libro giornale e del libro inventari, pur costituendo violazione degli obblighi previsti dagli artt. 2214 e seguenti del codice civile, non espone limpresa ad alcuna censura nei rapporti con lErario, fermo restando ben inteso il rispetto delle disposizioni recate dal richiamato art. 18 in materia di contabilit semplificata ai fini fiscali. Conseguenze sul piano probatorio La tenuta di una contabilit non conforme ai precetti di cui agli artt. 2214 e seguenti del codice civile, comporta linidoneit della medesima: ad assumere efficacia probatoria a favore dellimpresa nei rapporti con altri imprenditori inerenti allesercizio dellimpresa medesima, ai sensi dellart. 2710 del codice civile; a costituire prova scritta per lemissione di un decreto ingiuntivo, ai sensi dellart. 634 del codice di procedura civile. Conseguenze sul piano concorsuale Nel caso in cui il dissesto dellimpresa determini lattivazione di una procedura concorsuale relativamente alla medesima, la tenuta di una contabilit non conforme ai precetti di cui agli artt. 2214 e seguenti del codice civile potrebbe determinare lintegrazione delle fattispecie di reato previste dalla Legge fallimentare in materia di bancarotta documentale semplice e bancarotta documentale fraudolenta. Come si accennato, i profili di responsabilit penale che si determinano nei casi in cui risultino integrate le fattispecie di bancarotta documentale,
Ai sensi del comma 6 del pi volte richiamato art. 18, allimpresa che rientra nellambito di applicazione del regime di contabilit semplificata viene comunque lasciata la possibilit di optare volontariamente per il regime ordinario, nel qual caso si parler di impresa in regime di contabilit ordinaria per opzione. Ove esercitata, lopzione ha effetto dallinizio del periodo di imposta e permane fino a revoca, con un vincolo di durata irrevocabile triennale (ossia il periodo stesso in cui esercitata e i due successivi).
Coordinamento con le norme civilistiche
Giova sottolineare che la possibilit di avvalersi ai fini fiscali di una contabilit semplificata non esime dallobbligo di tenuta delle scritture e dei libri previsti dagli artt. 2214 e seguenti del codice civile, ossia il libro giornale e il libro degli inventari. Le semplificazioni previste dallart. 18 del D.P.R. n. 600/1973 operano infatti ai soli fini fiscali, nel senso che lomessa tenuta del libro giornale e/o del libro inventari non pu essere contestata dallamministrazione finanziaria, per questioni connesse allaccertamento, nei casi in cui la societ si sia legittimamente avvalsa del regime di contabilit semplificata. Ci non dimeno, come si accennava, al di fuori dellambito fiscale la mancata tenuta da parte di una societ di persone delle scritture e dei libri, previsti dagli artt. 2214 e seguenti, si configura a tutti gli effetti come inadempimento di uno specifico obbligo gravante in capo agli amministratori.
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semplice o fraudolenta, investono esclusivamente gli amministratori, lasciando dunque indenni i soci non amministratori.
Bancarotta documentale semplice
con lErario), espone gli amministratori delle societ di persone in regime di contabilit semplificata alla contestazione del reato di bancarotta documentale semplice, laddove ben inteso sopraggiungesse il fallimento della societ.
Bancarotta documentale fraudolenta
Ai sensi del comma 2 dellart. 217 della Legge fallimentare, il reato di bancarotta documentale semplice viene integrato ogni qual volta il fallito non ha tenuto i libri e le altre scritture contabili prescritti dalla legge (o li ha tenuti in maniera irregolare o completa) durante i tre anni antecedenti alla dichiarazione di fallimento (o dallinizio dellimpresa, se questa ha avuto inizio da meno di tre anni). Richiamando sul punto quanto si cercato di evidenziare in precedenza, circa la necessit di non confondere le semplificazioni contabili riconosciute dal D.P.R. n. 600/1973 ai soli fini fiscali e gli obblighi contabili comunque previsti per la generalit delle imprese, si evince come la diffusa prassi di tenere soltanto le scritture contabili richieste dalla normativa fiscale (tralasciando quelle che, ancorch previste dal codice civile, esorbitano dal regime di semplificazione cui si accede nei rapporti
Ai sensi del num. 2) del comma 1 dellart. 216 della Legge fallimentare, il reato di bancarotta documentale fraudolenta viene integrato ogni qual volta il fallito ha sottratto, distrutto o falsificato, in tutto o in parte, con lo scopo di procurare a s o ad altri un ingiusto profitto o di recare pregiudizio ai creditori, i libri o le altre scritture contabili o li ha tenuti in guisa tale da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e degli affari. A differenza della precedente fattispecie, il reato di bancarotta documentale fraudolenta presuppone, oltre al mero dato oggettivo delle manchevolezze contabili dellimpresa (sufficiente di per s perch possa parlarsi di bancarotta semplice), anche la prova dellulteriore profilo soggettivo, ossia la volont di procurare a s o ad altri un ingiusto profitto o di recare pregiudizio ai creditori.
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l presente articolo prosegue lapprofondimento sullistituto del nuovo concordato preventivo, la cui prima parte stata pubblicata in Pratica Fiscale e Professionale n. 9/2006, pag. 37.
mento che va affermandosi pare essere quello secondo cui un mero atto di fede del professionista non sia sufficiente, cos pure una sua affermazione apodittica. Lobiettivo dellattestazione deve essere, infatti, quello di confermare la veridicit dei dati e la fattibilit del programma concordatario, consentendo ai creditori di esprimere il proprio consenso su un piano chiaro e comprensibile. In tal senso lattestazione del professionista diventa la chiave di lettura del piano medesimo.
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Pertanto, in presenza di un imprenditore senza i requisiti per laccesso (perch, ad esempio, artigiano) oppure in presenza di una proposta priva di un piano, in cui si faccia riferimento ad obiettivi di soddisfazione dei creditori senza indicare un progetto attraverso il quale raggiungerli, la soluzione dellinammissibilit della domanda ex art. 162 pare ancora percorribile. Inoltre, la dichiarazione dinammissibilit non comporterebbe pi la dichiarazione automatica di fallimento, ex art. 162, secondo comma, e ci poich il presupposto di accesso alla procedura potrebbe essere diverso dallinsolvenza (come visto in precedenza, a mente del nuovo secondo comma dellart. 160, lo stato di insolvenza implica lo stato di crisi, mentre non vero il contrario, potendo limprenditore versare in crisi aziendale senza essere insolvente). la riduzione della maggioranza per capitale ammesso al voto da qualificata (2/3) a semplice (> 1/2); il voto per classi di creditori; il meccanismo del cram down. Vecchie maggioranze La precedente formulazione dellarticolo in esame prevedeva che il concordato dovesse essere approvato dalla maggioranza dei creditori votanti, la quale rappresentasse i due terzi della totalit dei crediti ammessi al voto. Quindi, una volta ottenuto il voto favorevole della maggioranza dei creditori votanti, occorreva che i crediti da essi rappresentati fossero almeno pari ai due terzi della totalit dei crediti ammessi al voto (esclusi, pertanto, i crediti assistiti da privilegio). Laddove non fosse stata rispettata tale condizione nel corso delladunanza, soccorreva il disposto del successivo art. 178, il quale riconosceva validit (ai fini del raggiungimento dei due terzi dei crediti) alle adesioni pervenute entro i 20 giorni successivi dalla chiusura del verbale dudienza. Nuove maggioranze senza suddivisione in classi dei creditori Il nuovo art. 177 prevede invece la sola condizione del raggiungimento della maggioranza - semplice - dei crediti ammessi al voto. Tuttavia, il Legislatore pare aver scordato di coordinare con la nuova maggioranza richiesta per lapprovazione del concordato lart. 178, ultimo comma: questo, infatti, continua a far riferimento alla misura dei due terzi dei crediti totali. opinione condivisa che la norma in questione continui ad essere applicabile, in quanto compatibile con il nuovo art. 177. Pertanto, non sussistendo pi la maggioranza per teste dei creditori presenti e votanti, i 20 giorni successivi dovrebbero essere concessi per il raggiungimento della maggioranza semplice del capitale ammesso al voto, quando almeno uno dei creditori abbia votato positivamente. Nuove maggioranze con suddivisione in classi dei creditori Il novellato art. 160, prevedendo la possibilit di suddividere in classi omogenee i creditori, ha comportato la necessit di modificare anche lart. 177. La norma prevede ora che, qualora siano previste diverse classi di creditori, il concordato sia approvato se viene espresso il voto favorevole da parte della maggioranza dei crediti ammessi in ogni classe (cfr. Tavola n. 1, pag. 43). Meccanismo del cram down Pu, per, accadere che, nonostante sia stato otte-
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GLI SPECIALI
nuto il voto favorevole della maggioranza dei crediti globalmente ammessi al voto, una o pi classi di creditori si sia espressa contro il concordato (quindi non siano state raggiunte le maggioranze interne alle classi medesime). Ne conseguirebbe che, ai sensi del primo comma dellart. 177, il concordato non verrebbe approvato. Per attenuare tale rischio, il secondo comma impone il cosiddetto cram down, che si applica, fermo restando la raggiunta maggioranza generale per capitale, se quantomeno la maggioranza delle classi si sono espresse a favore del concordato. Tale meccanismo consente al Tribunale di approvare comunque il concordato laddove ritenga che i creditori appartenenti alle classi dissenzienti possano risultare soddisfatti dal concordato in misura non inferiore alle alternative concretamente praticabili (cfr. Tavola n. 2). Si sottolinea, infine, come la disposizione in oggetto rechi unevidente discrasia con lart. 180, in quanto duplica le disposizioni sul contenuto del giudizio di omologa. Secondo il precedente art. 181, il Tribunale accertava e valutava se: sussistevano ancora le condizioni di ammissibilit con riferimento alla situazione in atto al momento dellomologazione stessa e se il concordato era economicamente conveniente per i creditori; erano state raggiunte le maggioranze prescritte dalla legge, tenendo conto anche degli eventuali creditori esclusi ricorsi in opposizione; le garanzie offerte davano sicurezza delladempimento del concordato ed, eventualmente, se i beni offerti erano sufficienti per il pagamento; limprenditore era meritevole, in relazione alle cause che avevano provocato il dissesto e alla sua condotta. Il nuovo impianto normativo recato dai due articoli in esame, in ossequio alla finalit di fondo della riforma di spostare il baricentro della procedura dallaspetto giurisdizionale a quello contrattuale e pattizio, non reca pi alcun riferimento al sindacato di merito del Tribunale, limitando il controllo giudiziale sul solo accertamento delle maggioranze richieste. Il nuovo art. 180 esaurisce, infatti, la disciplina del giudizio di omologazione prima contemplata dettagliatamente dallart. 181, attribuendo al Tribunale la sola verifica delle maggioranze e leventuale valutazione del cram down (il cui meccanismo replicato nellart. 177). Si registrano, tuttavia, orientamenti diametralmente opposti in merito al peso dellautorit giudiziaria nel giudizio di omologazione. Due recenti pronunce rappresentano la mancanza di criteri guida sul punto. La prima (Trib. Cagliari, 23 giugno 2005) nega re-
Art. 177, comma 1, ante-riforma Pi del 50% dei votanti Almeno i 2/3 dei crediti ammessi al voto Assente Assente
Art. 177, comma 1, post-riforma Pi del 50% dei crediti ammessi al voto Pi del 50% dei crediti ammessi al voto in ciascuna classe
Tavola n. 2 - Meccanismo del cram down Presupposti Decisione del Tribunale voto favorevole dei creditori rappresentanti pi del 50% dei crediti ammessi al voto Voto favorevole di pi del 50% delle classi di creditori Approva il concordato se ritiene che i creditori delle classi dissenzienti non subiscano nella procedura un trattamento deteriore rispetto ad altra procedura concretamente praticabile
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GLI SPECIALI
cisamente qualsiasi sindacato della magistratura sulla proposta di concordato, disponendo che nessun controllo sullaccertamento della sussistenza delle condizioni di ammissibilit e nessuna valutazione sul merito della proposta sono stati demandati allautorit giudiziaria nella fase dellapprovazione del concordato e del giudizio di omologa. Una seconda pronuncia giurisprudenziale (Trib. Pescara, 13 ottobre 2005), invece, riconosce al Tribunale il potere di accertare le condizioni di ammissibilit (qualit dimprenditore del soggetto richiedente e suo stato di crisi) e il contenuto della proposta ai debitori (corretta ripartizione in classi, attendibilit e fattibilit del piano).
Lart. 166 stato modificato nel senso di prevedere la pubblicit del decreto anche mediante comunicazione telematica per liscrizione al registro delle imprese, introducendo altres la facolt del Tribunale di disporne la pubblicazione in uno o pi giornali.
Amministrazione dei beni durante la procedura
Vengono espunte dallart. 167 le parole e la direzione del giudice delegato sottolineando ulteriormente larretramento dellaspetto giurisdizionale nel nuovo concordato preventivo. Inoltre, ora previsto che per gli atti di straordinaria amministrazione il Tribunale possa stabilire un limite di valore al di sotto del quale non necessaria la preventiva autorizzazione del giudice delegato.
La prima parte dellarticolo relativo al Nuovo concordato preventivo pubblicata nel n. 9/2006, pag. 37
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I QUESITI
possibile consultare tutte le risposte ai quesiti ordinate per argomento e compilare la scheda per linvio dei quesiti in redazione on-line (www.ipsoa.it/praticafiscale)
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LE SCADENZE
a cura di Roberta Aiolfi e Valerio Artina (*)
possibile consultare le scadenze relative ai mesi di marzo e aprile 2006 nella loro completezza (soggetti obbligati, modalit operative, codici tributo, sanzioni, riferimenti normativi) on-line (www.ipsoa.it/praticafiscale)
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MARZO Mercoled
Trasmissione allUfficio tecnico di finanze competente per territorio della copia del registro di carico alcoli metilici. Soggetti obbligati: ditte che nellesercizio della propria attivit producono, commercializzano o utilizzano alcoli metilici.
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LE SCADENZE
Accise - Versamento imposta di produzione e consumo
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MARZO Gioved
Versamento dellimposta di produzione e consumo sui prodotti cui si applica il regime fiscale delle accise immessi in consumo nel territorio dello Stato nel mese di febbraio. Soggetti obbligati: titolari dei depositi fiscali dai quali avviene limmissione in consumo e, in solido, il soggetto garante di tale pagamento ovvero i soggetti nei confronti dei quali si verificano i presupposti per lesigibilit dellimposta per i prodotti immessi in consumo.
Codice tributo
1102 - Imposta sostitutiva su plusvalenze per cessione a titolo oneroso di partecipazioni da parte degli intermediari
Codice tributo
1103 - Imposta sostitutiva sui risultati da gestione patrimoniale
Soggetti obbligati
I contribuenti che hanno rideterminato il valore di titoli, quote o diritti non negoziati nei mercati regolamentati, indipendentemente dalla circostanza che essi siano rappresentativi di una partecipazione qualificata, cos come definita dallart. 67, comma 1, lett. c), del T.U.I.R., ovvero di una partecipazioni non qualificata ai sensi della successiva lett. c-bis) della medesima disposizione, posseduti alla data del 1 gennaio 2003 e che abbiano effettuato il versamento della prima rata entro il termine del 16 marzo 2004.
Modalit operative
Il versamento dellimposta sostitutiva del 4 o del 2% va effettuato dal contribuente mediante Mod. F24.
Codice tributo
8051 - Imposta sostitutiva delle imposte sui redditi per la rideterminazione dei valori di acquisto di partecipazioni non negoziate nei mercati regolamentati - Art. 2 D.L. 24/12/2002 n. 282.
Soggetti obbligati
I possessori dei seguenti beni, qualora non siano posseduti da imprese commerciali:
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LE SCADENZE
terreni lottizzati o sui quali sono state costruite opere per renderli edificabili, terreni suscettibili di utilizzazione edificatoria, terreni agricoli, che abbiano effettuato il versamento della prima rata entro il termine del 16 marzo 2004.
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MARZO Gioved
Modalit operative
Il valore determinato dalla perizia di stima giurata deve essere assoggettato ad imposta sostitutiva del 4% da versare utilizzando il modello F24.
Codice tributo
8052 - Imposta sostitutiva delle imposte sui redditi per la rideterminazione dei valori di acquisto dei terreni edificabili e con destinazione agricola - Art. 2 D.L. 24/12/2002 n. 282
Codice tributo
7085 - Tassa annuale vidimazione libri sociali
Codice tributo
6002 - Versamento IVA mensile febbraio
Codice tributo
1680 - Ritenute operate sui capitali corrisposti in dipendenza di assicurazione sulla vita.
Codici tributo
1705 - Ritenuta sui proventi derivanti dalla partecipazione ad Organismi di investimento collettivo in valori mobiliari di diritto estero 1706 - Ritenuta sui titoli atipici emessi da soggetti residenti 1707 - Ritenuta sui titoli atipici emessi da soggetti non residenti
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LE SCADENZE
Versamento - Imposta unica
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MARZO Gioved
Versamento dellimposta unica, per ogni giornata nella quale si sono svolti gli avvenimenti oggetto delle scommesse al totalizzatore ed a quota fissa ovvero per ogni concorso pronostico nel corso del mese di febbraio.
Codice tributo
6099 - Versamento IVA sulla base della dichiarazione annuale.
Codici tributo
5123 - Imposta sugli intrattenimenti connessa agli apparecchi da divertimento ed intrattenimento - Art. 22, comma 4, legge n. 289/2002 5125 - Imposta sugli intrattenimenti connessa agli apparecchi da divertimento ed intrattenimento - Interessi - Art. 22, comma 4, legge n. 289/2002
Codici tributo
3802 - Addizionale regionale allIRPEF - Sostituti dimposta 3816 - Addizionale allIRPEF enti locali - Sostituti dimposta
Codice contributo
DM10 (versamenti o compensazioni relativi al Mod. DM10/2)
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LE SCADENZE
INPS - Versamento contributi Gestione separata
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MARZO Gioved
Versamento alla Gestione separata dei contributi corrisposti su compensi erogati nel mese precedente a collaboratori coordinati e continuativi e venditori a domicilio, iscritti e non iscritti a forme di previdenza obbligatoria.
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MARZO Luned
Versamento delle ritenute alla fonte applicate sui redditi di lavoro dipendente ed assimilati, di lavoratori autonomi e su provvigioni corrisposti nel mese di gennaio, e dellimposta sul valore aggiunto relativa alle operazioni imponibili comportanti variazioni in aumento che andavano computate nella liquidazione periodica relativa al mese di gennaio o al quarto trimestre 2005 per i contribuenti rientranti in settori particolari (art. 74, D.P.R. n. 633/1972) da versare entro il 16 febbraio, per beneficiare della riduzione ad un ottavo del minimo (1/8 del 30% dellimporto non versato) della sanzione amministrativa, qualora la regolarizzazione avvenga entro 30 giorni dalla data della sua commissione.
Codici tributo
8906 - Sanzione pecuniaria sostituti dimposta 8904 - Sanzione pecuniaria IVA
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