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LEZIONE 11

La base ideologica

I teorici del neo – fondamentalismo:

Abu’I ‘Ala Mawdudi (1903 – 1979)

La jahilyya è l’età preislamica, dell’ignoranza e della miscredenza. Scrive “Il jihad


nell’Islam” alla fine degli anni ’20. Ogni nazionalismo è empietà (kufr). La sovranità
è solo di Dio e solo Lui va adorato (hakimiyya e ‘ubudiyya). Fonda la Jama’ at-e
islami nel 1941, movimento che sarà “emiro” fino al 1972. È il pioniere di quella rottura
culturale alla base del pensiero islamico radicale: tuttavia non incita alla rivoluzione
sociale, bensì alla partecipazione politica. È contrario ad uno Stato dei musulmani in
Pakistan, propone invece uno Stato islamico a tutta l’Italia.

Sayyid Qutb (1906 – 1966)

Scrittore molto noto in Egitto e nel 1951 entra nei Fratelli Musulmani. Scrive Ma‘alim
fi’l-tariq (“segnali lungo la via”) negli anni ’60. Riprende la Jahiliyya. Proclama gli
Stati della sua epoca jahili e kafir (ignoranti e miscredenti). La scomunica (takfir) si
sostanzia nella necessità di rovesciamento dei regimi al potere: “il loro sangue è lecito”.
Islamizzazione violenta attraverso l’azione santa di un’avanguardia della fede. Sarà
giustiziato da Nasser nel 1966, divenendo il più noto martire (shahid) dei Fratelli
Musulmani.

Muhammad Baqir al Sadr (1933 – 1980)

Dopo essersi formato alla scuola di Najaf, diventa mujtahid (interprete) a vent’anni. Il
suo pensiero mira a risvegliare, a mobilitare la gioventù sciita irachena, presentando un
modello politico simile al comunismo. Studia la filosofia occidentale, leggendo
soprattutto Hegel e Marx. Elabora un concetto di economia islamica e un concetto di
politica islamica che sarà alla base del concetto di velayet i faqih di Khomeini. Nel
1980 i componenti del neo – partito Ba‘ath ne fanno un bersaglio e viene arrestato e
assassinato insieme alla sorella Amina.
‘Ali Shari‘ati (1933 – 1977)

Non fa parte del clero sciita, ma è un filosofo che si forma a Parigi in pieno clima
esistenzialista. Il suo rifiuto dell’occidentalizzazione forzata si sposa con la riscoperta
dell’Islam come religione dei diseredati. A causa della sua particolare interpretazione
della storia e dello sciismo viene arrestato più volte e sospeso dall’insegnamento
universitario a Teheran. Morirà in circostanze misteriose a Southampton, in Gran
Bretagna.

Ruhollah Khomeini (1902 – 1989)

Pubblica nel 1970 Velayat-e faqih: hukumat-e islami (La guida del giurisperito: Il
governo islamico), in cui espone i principi cardine della futura repubblica islamica
iraniana. Riesce a far propri sia i fondamenti tradizionali dello sciismo meno quietista
che i codici utilizzati dai giovani socialisti e marxisti. Il mito fondante di Kerbela, ma
anche la dicotomia “oppressi e oppressori”, “diseredati e arroganti” (mostada ‘fin e
mostakbirin) del filosofo ‘Ali Shariati. Diviene il portavoce dei diseredati e come tale
rientra trionfalmente in Iran il 1° febbraio 1979 alla fine della rivoluzione che scaccerà
lo shah Reza Pahlavi.

I principi del neo – fondamentalismo

- cospirazione dell’occidente contro l’Islam


- ricaduta della “ignoranza” (jahilyya)
- scissione: contrapposizione bene/male
- creazione dell’avanguardia: élite di... come monaci medioevo; leader...
- obiettivo: lotta rivoluzionaria (jihad): non conversione, ma potere politico
- condanna al nazionalismo: unità va cercata nella fede in Dio
- condanna al secolarismo: separazione tra sfera religiosa e politica
- condanna di liberalismo e capitalismo: usura (interesse e profitto)
- condanna del socialismo e comunismo: proprietà comune dei mezzi di produzione

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