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Che cosa si intende per studio prospettico osservazionale e studio

interventistico e quali sono le considerazioni che dovrebbero guidare i


ricercatori nel prediligere l’uno rispetto all’altro?

In questo articolo della serie dedicata al mondo della ricerca clinica, parleremo di studi prospettici
osservazionali e studi interventistici, passeremo brevemente in rassegna le loro principali varianti e
vedremo quali siano le più adatte a generare evidenze per un dato quesito di ricerca.

Come visto in precedenza, quando i partecipanti a degli studi clinici sono reclutati secondo precisi
criteri di inclusione ed esclusione e la raccolta dei dati è effettuata nel corso del tempo, si parla
comunemente di studi a disegno prospettico.

Gli studi prospettici possono essere suddivisi, sulla base dell’assenza o presenza di intervento attivo
da parte dei ricercatori, in due macrocategorie: gli studi prospettici osservazionali e gli
studi interventistici.

Studi prospettici osservazionali

Gli studi prospettici osservazionali, come suggerisce il nome, si limitano a registrare, descrivere e
analizzare cosa accade ai pazienti trattati durante il periodo di osservazione.

I ricercatori non assegnano i partecipanti a una specifica strategia di trattamento, che deriva invece
da motivazioni indipendenti da quelle dello studio.

Questa tipologia di studi è essenzialmente rappresentata dagli studi di coorte.

Lo studio di coorte segue uno o più gruppi di individui omogenei per caratteristiche (ad es. età,
fattori di rischio, esposizione a determinati agenti), noti come coorti, per un periodo definito di
tempo e valuta l’incidenza di un fenomeno o di un determinato evento. Negli studi prospettici di
coorte l’esito di interesse deve ancora verificarsi al momento in cui lo studio ha inizio.

Gli studi prospettici di coorte sono considerati la seconda migliore opzione laddove i trial
randomizzati controllati siano stati esclusi per motivi etici, operativi o di risorse. Essi possono
fornire informazioni preziose in termini di efficacia/prestazioni dell’intervento oggetto di studio.

Studi interventistici

Gli studi interventistici (o sperimentali) sono caratterizzati dall’intervento attivo da parte dei
ricercatori, che assegnano i partecipanti a gruppi che ricevono uno o più interventi, al fine di
valutare gli effetti dell’intervento oggetto di studio sulla salute.
L’assegnazione dei partecipanti a una determinata strategia terapeutica è stabilita in anticipo sulla
base del protocollo dello studio e avviene in concomitanza con la decisione di includere i soggetti
nella sperimentazione.

Le principali varianti di studi interventistici sono i trial non controllati (ing. Non-Controlled


Clinical Trials; abbrev. NCCTs) e i trial controllati (ing. Controlled Clinical Trials;
abbrev. CCTs).

Negli NCCTs non c’è alcun gruppo di confronto e l’intervento oggetto di studio è assegnato a tutti i
pazienti elegibili consecutivamente osservati. I trial non controllati sono comunemente utilizzati, ad
esempio, in caso di:

 fasi iniziali di sviluppo di un farmaco (fase 1 e fase 2) per valutare la sicurezza, la


tollerabilità e l’attività terapeutica del farmaco su soggetti volontari;
 fase di sviluppo di un dispositivo medico (studi pre-market);
 conferma del beneficio clinico e del rapporto tra rischio e beneficio di un dispositivo medico
(studi post-market);
 valutazione della sicurezza ed efficacia di un farmaco, dispositivo medico o intervento in
soggetti affetti da malattie rare;
 valutazione dell’efficacia di terapie di salvataggio o di trattamenti sperimentali quando non
esistono alternative terapeutiche efficaci;
 garanzia dell’accesso a farmaci ad uso compassionevole per pazienti affetti da malattie
gravi o in fase avanzata, in assenza di altre opzioni terapeutiche.

Nella sperimentazione dei CCTs è previsto un gruppo di confronto (controllo) e i partecipanti


assegnati al gruppo di confronto possono ricevere l’attuale standard di trattamento, un placebo, o
nessun trattamento.

Se l’assegnazione al braccio di intervento oggetto di studio o a quello di confronto avviene in modo


casuale, si parla di trial clinici randomizzati (ing. Randomized Clinical Trials; abbrev. RCTs).
L’assegnazione casuale dei pazienti al trattamento mira a ridurre le distorsioni osservate e non
osservate e le differenze tra i gruppi di trattamento all’interno di una popolazione di studio, allo
scopo di bilanciarne le caratteristiche.

Per prevenire l’introduzione di bias nei risultati dello studio, può essere utile ricorrere anche al
mascheramento (singolo cieco, doppio cieco o triplo cieco).

Gli RCTs in doppio cieco sono universalmente riconosciuti come il gold standard per la
generazione di evidenze cliniche di efficacia/prestazioni poiché sono progettati in modo da
dimostrare una relazione causale tra intervento ed esito, riducendo al minimo il rischio di bias e
massimizzando la validità interna dei risultati.

Essi trovano ampio impiego in diversi contesti, tra cui:

 durante la fase 3 dello sviluppo di un farmaco, per stabilirne l’efficacia, valutare eventuali
benefici aggiuntivi rispetto ad altri farmaci simili già disponibili sul mercato e il rapporto tra
rischio e beneficio;
 valutazione della sicurezza, efficacia e rapporto rischio-beneficio di un dispositivo medico o
altro intervento.
Alcune considerazioni utili per la scelta

In linea generale, la scelta tra uno studio prospettico osservazionale e uno studio interventistico
dipende innanzitutto dalla natura del quesito di ricerca, dalle evidenze disponibili, dalla fattibilità
etica e delle risorse.

Il primo punto da tenere in conto nella definizione della tipologia di studio da intraprendere è, senza
dubbio, il quesito clinico a cui si desidera fornire risposta.

Se quest’ultimo riguarda un utilizzo di un farmaco, dispositivo medico o intervento oggetto di


studio che può in qualche modo considerarsi innovativo, è opportuno ricorrere a uno studio
prospettico interventistico.

Viceversa, se le valutazioni riguardano un farmaco, dispositivo medico o intervento oggetto di


studio già impiegato nella normale pratica clinica, è razionale ipotizzare uno studio
prospettico osservazionale.

Inoltre, quanto più sono scarse le evidenze cliniche già a disposizione, tanto più è cruciale
concepire uno studio con un’elevata validità metodologica, generalizzabilità e rilevanza clinica.

Da ultimo, considerazioni pratiche quali la fattibilità etica, operativa e le risorse


disponibili vanno sempre determinate caso per caso e adeguatamente valutate.

In conclusione, i fattori da ponderare sono numerosi ed è preferibile consultare professionisti esperti


nel campo della ricerca clinica per scegliere in modo consapevole e proficuo il disegno di studio più
appropriato.

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