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Il Fu Mattia Pascal
Il Fu Mattia Pascal
Di LUIGI PIRANDELLO
RIASSUNTO
“Il fu Mattia Pascal” è un’opera di Pirandello scritta nel 1903, mentre stava vicino alla
moglie affetta da disturbi psichici, a causa di una crisi economica familiare dovuta ad
una valanga, che aveva colpito la miniera sulla quale il padre di Pirandello aveva
investito tutto, compresa la dote della moglie dello scrittore. La prima pubblicazione
del romanzo risale al 1904, anno in cui uscì “per puntate” sulla rivista “Nuova
Il romanzo si apre con una prefazione, nella quale Mattia Pascal cita la sua
trasformazione in “Il fu Mattia Pascal”, come spunto iniziale per raccontare la sua
storia; inizia così dal capitolo terzo un flashback, che andrà a concludersi con la stessa
modo i due fratelli soli con la madre e con un patrimonio che ella non sa gestire. Il
In questo modo però il denaro della famiglia Pascal cadde in cattive mani. Inoltre, col
all’economia. Lo stesso Mattia Pascal considererà, col senno di poi, sé stesso come un
inetto per la sua mancanza di volontà dimostrata in tale ambito. Il fratello di Mattia
Mattia, gravato dai debiti, trova lavoro come bibliotecario, nello stesso paesino di
Miragno. Alla morte della madre, il fratello di Mattia dà 500 lire a quest’ultimo al fine
di organizzare il funerale, ma questo era già stato pagato. Con questi soldi, di cui
nessuno era a conoscenza, Mattia parte allora per Montecarlo e si reca al casinò. Lui
stesso è consapevole che una volta entrato nel giro del gioco d’azzardo è difficile
Qui, prima di giocare alla roulette, fa conoscenza con svariate persone, tra cui una che
ama il numero dodici, e che grazie a questo numero portafortuna non era ancora
rimasto senza soldi. Dopo aver assistito ad alcune puntate, lo stesso Mattia punta sul
costretto dunque a cambiare tavolo, ma la fortuna lo assiste di nuovo per ben nove
giorni. Il culmine è raggiunto da due puntate, una dopo l’altra, di tutti i suoi denari sul
numero 35.
rifarsi sarà così forte da attrarlo ancora al tavolo. Solo durante il dodicesimo Mattia
noterà le pessime condizioni del suo amico, tradito dal numero dodici e rimasto senza
un denaro e riuscirà a fermarsi. Con le ottantaduemila lire rimaste Mattia può tuttavia
ricostruirsi una buona vita, e progetta già il suo futuro, ma nel viaggio di ritorno a
Miragno scopre sul giornale di essere morto: era stato trovato un corpo privo di vita
ed era stato identificato come lui stesso. Mattia inizialmente incredulo e scioccato per
il riconoscimento approfitta di questa situazione per non fare ritorno a Miragno. Inizia
così una nuova vita nella quale sarà conosciuto col nome di Adriano Meis. Inizierà a
viaggiare sia in Italia sia all’estero, ma poi a causa di una sensazione di vuoto data da
una vita senza radici sociali decide di stabilirsi a Roma. Qui Mattia affitta una camera
Stabilitosi a Roma si innamora di Adriana, figlia del padrone di casa, voluta anche dal
cognato Terenzio che vorrebbe sposarla, per non ridare indietro i soldi della dote,
Mattia, in quanto senza una vera identità, è impossibilitato sia dallo sposare
Adriana, riavendo così indietro i soldi come dote, sia dal denunciare l’accaduto.
Si accorge dunque che la libertà apparente che pensava di avere ottenuto dopo la
sua presunta morte, in realtà lo imprigionava in un mondo nel quale lui non aveva
più potere.
Inscena così il suicidio di Adriano Meis e si precipita a Miragno, per essere riconosciuto
come Mattia Pascal. Al suo arrivo nessuno più ormai lo riconosce, sua moglie si è
risposata con Pomino, da cui ha già avuto un figlio, e il suo posto di bibliotecario è
andato ad un’altra persona. A Mattia non resta altro che chiudersi nella biblioteca e
scrivere della sua vita e delle sue due “morti”, in attesa della terza e definitiva MORTE
IL FU MATTIA PASCAL: ANALISI DELL’OPERA
Pirandello nella sua esperienza familiare soffrirà spesso della sensazione di essere
oppresso dalla figura paterna. Questo causerà una visione negativa della famiglia. E
così avviene per il fulcro familiare dello stesso Mattia Pascal che ha una doppia
togliendosi la sua maschera, alla ricerca di una nuova, rimane privo di ogni identità.
tema dell’uomo decadente del primo Novecento, Mattia si presenta come un anti-
eroe, emarginato dalla vita, incapace di capire chi sia realmente e di trovare sé
stesso. Mattia, inoltre, vede sé stesso come un inetto, in quanto durante la sua
Solo con la fuga di casa sembra superare questa sua inettitudine, ma è solo un breve
passaggio: infatti, col nome di Adriano Meis tornerà alla sua passività e sottomissione.
La società europea all’epoca del romanzo era particolarmente incline alla moda
dell’occulto. Possiamo trovare una presenza di tali pratiche esoteriche nel capitolo
XIV, utilizzate da Papiano a proprio vantaggio, al fine di compiere un furto ai danni di
Mattia Pascal.
che non son utilizzate da Pirandello solo come espediente per giustificare la fuga di
Mattia Pascal, ma alludono anche alla casualità della vita, di fronte alla quale la