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1.

Stato della tecnica per la costruzione di impianti di protezione contro i fulmini


1.1 Norme per l'installazione
Fino al 31.01.2007 erano valide in Italia le norme CEI 81-1 e 81-4, e la guida 81-8. Queste norme rispecchiavano come contenuto a quanto era stato pubblicato dall'IEC, Comitato Tecnico 81 nel 2001. Dopo tale anno i vari Comitati Nazionali hanno discusso, aggiunto e completato le suddette norme, presentando nuove bozze internazionali classificate IEC 62305. La norma stata suddivisa in parti a seconda dei contenuti degli argomenti trattati. CEI EN 62305-1 (CEI 81-10/1): Principi generali Questa parte contiene le informazioni relative al pericolo da fulmine, alle caratteristiche del fulmine e ai parametri significativi per la simulazione degli effetti prodotti dai fulmini. CEI EN 62305-2 (CEI 81-10/2): Valutazione del rischio La valutazione del rischio secondo CEI EN 62305-2 si basa su un'analisi dei rischi stessi al fine di stabilire per prima cosa la necessit di una protezione contro i fulmini. Dopodich viene stabilita la misura di protezione ottimale dal punto di vista tecnico ed economico. Infine viene determinato il rischio residuo rimanente. CEI EN 62305-3 (CEI 81-10/3): Danno materiale alle strutture e pericolo per le persone Tratta la protezione di edifici e persone dai danni materiali e dal pericolo di morte, che potrebbero essere causati dall'effetto della corrente da fulmine oppure da scariche pericolose. CEI EN 62305-4 (CEI 81-10/4): Impianti elettrici ed elettronici nelle strutture Tratta la protezione di edifici contenenti sistemi elettrici ed elettronici dagli effetti dei disturbi elettromagnetici (LEMP) prodotti dai fulmini.

1.2 Norme di prodotto


I materiali, i componenti ed elementi dei sistemi di protezione contro i fulmini devono essere progettati e testati per resistere alle probabili sollecitazioni elettriche, meccaniche e chimiche che potranno subire durante il loro utilizzo. Questo riguarda sia i componenti della protezione contro i fulmini esterna che i componenti della protezione contro i fulmini interna. CEI EN 50164-1 (CEI 81-5): Prescrizioni per i componenti di connessione EN 50164-2: Prescrizioni per i conduttori e i dispersori EN 50164-3: Prescrizioni per gli spinterometri CEI EN 61643-11 (CEI 37-8): Limitatori di sovratensione connessi a sistemi di bassa tensione Prescrizione e prove CEI EN 61643-21 (CEI 37-6): Dispositivi di protezione dagli impulsi collegati alle reti di telecomunicazione e di trasmissione dei segnali - Prescrizioni di prestazione e metodi di prova

2 Parametri della corrente da fulmine


2.1 Scariche atmosferiche e propagazione della corrente da fulmine
Ogni anno l'area della Repubblica Italiana mediamente colpita da oltre un milione di fulmini. L'effettiva densit dei fulmini dipende tuttavia in gran parte dalla conformazione geografica del terreno. Oggi in Italia possibile determinare il punto di impatto di un fulmine con una precisione dell'ordine di ca. 500 m grazie al sistema di rilevamento dei fulmini SIRF. Sul territorio italiano sono distribuite sedici stazioni di misurazione. Tali stazioni sono sincronizzate e registrano l'istante in cui l'onda elettromagnetica della scarica del fulmine giunge in corrispondenza del rispettivo ricevitore. Il punto di impatto del fulmine viene calcolato in base alla differenza dei diversi tempi di rilevamento dell'onda. Il moto ascensionale delle masse d'aria calda con un'umidit sufficientemente elevata causano la formazione dei fenomeni temporaleschi. Per via dei processi di separazione delle cariche elettrostatiche, come attrito e nebulizzazione, le gocce d'acqua e le

particelle di ghiaccio contenute nelle nubi si caricano elettricamente. Nella parte alta della nube temporalesca si accumulano le particelle con carica positiva, nella parte bassa quelle con carica negativa. Alla base della nube si forma inoltre una piccola sacca di cariche positive che deve la sua origine all'effetto corona. Per via della densit di carica spaziale si vengono a creare intensit di campo locali dell'ordine di numerose centinaia di kV/m, si producono delle scariche guida che precedono la scarica del fulmine vero e proprio. I fulmini nube-nube provocano un pericolo per i sistemi elettrici ed elettronici a causa dei campi elettromagnetici impulsivi (LEMP). I fulmini che colpiscono il terreno producono una compensazione della differenza di potenziale tra le cariche elettriche delle nubi e le cariche al suolo. In particolare, si possono creare due tipi di fulmini: fulmini discendenti (fulmini nube-terra)

fulmini ascendenti (fulmini terra nube)

Per quanto riguarda gli oggetti colpiti da un fulmine, i fulmini discendenti (nube-terra) comportano una sollecitazione maggiore rispetto ai fulmini ascendenti (terra-nube). Alla base dei calcoli delle misure di protezione contro i fulmini vengono pertanto considerati i parametri dei fulmini discendenti. A seconda del tipo, ogni fulmine composto da uno o pi fulmini parziali. Si distinguono correnti impulsive di durata inferiore a 2 ms e correnti di lunga durata superiori a 2 ms. Altre caratteristiche distintive dei fulmini parziali sono la polarit (negativa o positiva) e la posizione temporale nell'ambito della scarica del fulmine.

2.2 Ampiezza della corrente da fulmine


Una scarica del fulmine pu essere considerata come una fonte di corrente pressoch ideale. Se una corrente elettrica di questo tipo scorre attraverso parti conduttrici si avr una caduta di tensione descritta con la legge di Ohm. Se una corrente si forma in un unico punto su una superficie conduttrice omogenea, si crea il cosiddetto gradiente di potenziale. Se si trovano degli esseri viventi (persone o animali) all'interno del gradiente di potenziale, si forma una tensione di passo, che pu avere come conseguenza una scossa elettrica pericolosa. Pi la conduttivit del terreno alta, pi piatto risulter il gradiente di potenziale. Il rischio di pericolose tensioni di passo diminuisce conseguentemente. Se il fulmine colpisce un edificio, che gi provvisto di impianto di protezione contro i fulmini, la corrente da fulmine che si scarica attraverso l'impianto di messa a terra dell'edificio non esiste alcuna possibilit di pericolo per persone all'interno dell'edificio. Perci necessario eseguire l'equipotenzializzazione di tutte le parti conduttrici che si possono toccare, presenti all'interno dell'edificio. Se questo viene trascurato, esiste il rischio di pericolose tensioni di contatto in caso di fulminazione.

2.3 Pendenza della corrente da fulmine


La pendenza dell'aumento di corrente da fulmine i/t determina l'altezza delle tensioni indotte elettromagneticamente. Tali tensioni vengono indotte in tutti i circuiti di conduttori aperti o chiusi, che si trovano nelle vicinanze di conduttori attraversati dalla corrente da fulmine. Per la stima della massima tensione indotta in circuiti di conduttori viene perci utilizzata la pendenza di salita della corrente da fulmine del fulmine susseguente.

2.4 Carica della corrente da fulmine


La carica Qfulmine della corrente di fulminazione composta dalla carica prodotta dalla corrente impulsiva Qimp e dalla carica prodotta dalla corrente di lunga durata Qlungo.

Q = i dt

La carica della corrente da fulmine provoca delle fusioni sui componenti del sistema di protezione contro i fulmini che vengono colpiti direttamente dal fulmine. Recenti ricerche hanno dimostrato che soprattutto la carica prolungata Qlungo della corrente di lunga durata in grado di fondere o fare evaporare grossi volumi di materiale.

2.5 Energia specifica


L'energia specifica W/R di una corrente impulsiva l'energia che la corrente impulsiva produce su una resistenza di 1. Questa conversione di energia data da

W / R = i 2 dt
spesso chiamata impulso quadrato di corrente. Tale energia determinante per il riscaldamento dei conduttori attraversati dalla corrente impulsiva da fulmine, cos come per l'effetto della forza esercitata sui conduttori. Per il calcolo del riscaldamento di conduttori si parte dal presupposto che l'energia termica totale viene creata dalla resistenza ohmica dei componenti del sistema di protezione contro i fulmini. Inoltre si presuppone che, a causa della brevit del processo, non sar possibile alcuno scambio di calore con l'ambiente circostante. L'energia specifica della corrente

impulsiva determina cos la sollecitazione che causa una deformazione reversibile o irreversibile dei componenti e del sistema di protezione.

3 Progettazione di un impianto di protezione contro i fulmini


3.1 Necessit dell'impianto LPS - situazione normativa
L'impianto di protezione contro i fulmini LPS ha il compito di proteggere edifici dalle fulminazioni dirette e di conseguenza da un eventuale incendio o dalle conseguenze della corrente da fulmine impressa. Quando queste prescrizioni non contengono alcuna specificazione sui dettagli delle misure di protezione contro i fulmini, si consiglia di installare almeno un LPS di classe III secondo CEI EN 62305-3 (CEI 81-10 parte 3). Altrimenti la necessit della protezione e la scelta delle rispettive misure di protezione dovrebbero essere calcolate tramite una valutazione del rischio. Gli impianti LPS sono sempre necessari nei seguenti ambienti: luoghi di pubblico spettacolo, strutture commerciali, centri di esposizione, alberghi, grattacieli, ospedali, etc.

3.2 Valutazione del rischio e scelta dei componenti di protezione


3.2.1 Valutazione del rischio Una valutazione del rischio previdente implica il calcolo dei rischi per l'azienda. Fornisce degli elementi che permettono di prendere le decisioni opportune al fine di limitare tali rischi e rende trasparente quali rischi devono essere coperti da assicurazioni. Per le aziende che lavorano con grandi impianti elettronici oppure forniscono servizi, deve essere considerato in particolare anche il rischio derivante da fulminazione. Le analisi dei rischi hanno come obiettivo l'oggettivazione e la quantificazione del pericolo al quale sono esposti gli edifici e i loro contenuti in caso di una fulminazione diretta e indiretta. L'analisi del rischio definita nella CEI EN 62305-2 (CEI 81-10/2) garantisce un progetto di protezione contro i fulmini comprensibile per tutte le parti coinvolte che sia ottimale dal punto di vista tecnico ed economico. 3.2.2 Basi per la valutazione del rischio Il rischio R per un danno da fulminazione risulta in generale, secondo la norma CEI EN 62305-2 (CEI 81-10/2), dalla relazione:

R = N PL
dove N il numero di eventi pericolosi, P la probabilit di danno ed L la perdita in seguito al danno. Il compito della valutazione del rischio comprende la determinazione dei tre parametri N, P e L per tutte le componenti di rischio rilevanti. Tramite un confronto tra il rischio R individuato in questo modo e il rischio accettabile RT, possono in seguito essere espresse delle affermazioni sui requisiti e il dimensionamento delle misure di protezione contro i fulmini. 3.2.3 Frequenza delle fulminazione Vengono distinte le seguenti frequenze di fulminazione che possono interessare una struttura: ND numero di eventi pericolosi per fulminazione diretta della struttura; NM numero di eventi pericolosi per fulminazione in prossimit della struttura con effetto magnetico; NL numero di eventi pericolosi per fulminazione sul servizio entrante dall'esterno; NI numero di eventi pericolosi per fulminazione in prossimit del servizio.

Il calcolo del numero annuo di eventi pericolosi descritto nella CEI EN 62305-2. Per prima cosa si parte dalla densit di fulmini al suolo Ng della zona in cui ubicato l'oggetto da proteggere. Per la frequenza di fulmini diretti ND sulla struttura, viene utilizzata la seguente relazione:

N D = N g Ad C d 10 6
dove Ad l'area di raccolta di una struttura isolata in terreno pianeggiante (Figura 3.2.3.2), Cd il coefficiente di posizione dell'ambiente (Tabella 3.2.3.1).

E possibile calcolare la frequenza delle fulminazioni nelle vicinanze NM:

N M = N g Am 10 6
dove Am l'area di raccolta che si ottiene tracciando intorno alla struttura una linea ad una distanza di 250 m. La frequenza di fulminazioni dirette su un servizio di alimentazione entrante NL risulta da:

N L = N g Al C e C t 10 6
L'area di raccolta dei fulmini su un servizio Al (Figura 3.2.3.3) dipende dal tipo di linea e dalla lunghezza LC del conduttore, in caso di cavi interrati dalla resistivit del terreno , mentre per le linee aeree dipende dall'altezza da terra del conduttore HC (Tabella 3.2.3.2).

La frequenza NL non comprende quindi le sovratensioni pure con conseguenti disturbi o guasti sui sistemi elettrici ed elettronici, ma piuttosto effetti meccanici e termici in caso di fulminazione. Le sovratensioni sui servizi entranti vengono determinati dal numero di fulminazione in prossimit di un servizio entrante NI:

N l = N g Ai C e C t 10 6
L'area Ai (Figura 3.2.3.3) dipende anche in questo caso dal tipo di conduttore (linea aerea, cavo interrato), dalla lunghezza LC della linea. La frequenza Nl da verificare singolarmente per il servizio entrante nella struttura. 3.2.4 Probabilit di danno Il parametro "probabilit di danno" indica con quale probabilit una possibile fulminazione pu causare un determinato danno. Il valore della probabilit di danno potr in tal caso essere al massimo 1. Vengono distinti i seguenti 8 tipi di probabilit di danno: PA scossa elettrica su esseri viventi attraverso fulminazione diretta sulla struttura; PB incendio, esplosione, effetto meccanico e chimico attraverso fulminazione diretta sulla struttura; PC guasti a sistemi elettrici/elettronici per fulminazione diretta sulla struttura; PM guasti a sistemi elettrici/elettronici per fulminazione al suolo in prossimit della struttura; PU scossa elettrica su esseri viventi per fulminazione diretta su un servizio connesso; PV incendio, esplosione, effetto meccanico e chimico attraverso fulminazione diretta su un servizio connesso; PW guasti a sistemi elettrici/elettronici attraverso fulminazione diretta su un servizio entrante; PZ guasti a sistemi elettrici/elettronici per fulminazione in prossimit del servizio entrante.

3.2.5 Tipi di danno e perdita A seconda della costruzione, dell'utilizzo e del tipo di struttura, i tipi di danno rilevanti possono essere molto diversi. La norma CEI EN 62305-2 (CEI 81-10/2) distingue i quattro seguenti tipi di perdite: L1 perdita di vite umane (lesione oppure morte di persone); L2 perdita di servizio pubblico; L3 perdita di patrimonio culturale insostituibile; L4 perdita economica (struttura e suo contenuto, servizio e perdita attivit).

3.2.6 Fattore di perdita Se un determinato danno si verificato in una struttura, allora deve essere determinato il suo effetto. Per la valutazione degli effetti dei danni viene utilizzato il fattore di perdita L. Il fattore di perdita viene principalmente suddiviso in: Lt perdita per danni ad esseri viventi di seguito a tensioni di contatto e di passo; Lf perdita per danni materiali in una struttura; Lo perdita per guasto di impianti elettrici ed elettronici interni.

A seconda del tipo di perdita rilevante, verranno valutati l'entit del danno, l'importo del danno o le conseguenze. 3.2.7 Componenti di rischio rilevanti dovute a fulminazioni diverse Tra il tipo del danno, il tipo di perdita e le componenti di rischio rilevanti risultanti esiste una stretta relazione. Se il fulmine si abbatte direttamente su una struttura, si verificano le seguenti componenti di rischio (Tabella 3.2.7.1).

3.2.8 Rischio accettabile per danni da fulminazione Per la decisione sulla scelta delle misure di protezione contro i fulmini occorre verificare se il rischio R supera il valore di rischio ammissibile RT o no. Questo vale per soltanto per i tre tipi di perdita L1 - L3 dove per una struttura sufficientemente protetta contro i fulmini vale:

R RT
3.2.9 Scelta delle misure di protezione contro i fulmini Attraverso il calcolo dettagliato dei rischi rilevanti per un determinato tipo di struttura, la scelta delle misure di protezione contro i fulmini pu essere eseguita in modo estremamente preciso. Il diagramma di flusso indica la procedura secondo CEI EN 62305-2 (Figura 3.2.9.1).

3.2.10 Perdite economiche / redditivit delle misure di protezione Per alcune strutture rilevante il tipo di perdita L4: perdite economiche. In questi casi non si pu calcolare con il rischio tollerabile RT. invece da valutare se le misure di protezione sono giustificabili dal punto di vista economico. Valori assoluti come un definito rischio tollerabile RT, non sono dei criteri di paragone, bens valori relativi: diverse varianti di misure di protezione della struttura vengono paragonate fra di loro e la variante ottimale verr realizzata, cio quella con i pi bassi costi delle perdite per il pericolo da fulminazione rimanenti. 3.2.11 Supporti per la progettazione L'applicazione della procedura per la valutazione del rischio per le strutture non sempre risulta facile e pu essere migliorata significativamente attraverso una soluzione ottenuta con il supporto del computer. Sono disponibili i seguenti supporti per la progettazione: Valutazione del rischio secondo CEI EN 62305-2 Calcolo della distanza di sicurezza Calcolo della lunghezza dei dispersori Calcolo dell'altezza delle aste di captazione

3.3 Ispezione e manutenzione


3.3.1 Tipi di ispezioni e qualifiche degli ispettori Per assicurare una protezione duratura serve un programma di ispezione e di manutenzione del sistema di protezione contro i fulmini. Se durante l'ispezione di un sistema di protezione contro i fulmini vengono rilevati dei difetti, la responsabilit di eliminare immediatamente tali difetti compito del gestore/proprietario della struttura. La prova del sistema di protezione contro i fulmini deve essere eseguita da personale specializzato nella protezione contro i fulmini. Attraverso le ispezioni deve essere garantita la funzionalit del sistema di protezione contro i fulmini e deve essere messo a disposizione del verificatore la documentazione di progettazione del sistema di protezione contro i fulmini contenente i criteri della progettazione, la descrizione della progettazione e i disegni tecnici. 3.3.2 Documentazione Per ogni ispezione deve essere redatto un rapporto. Dovr essere conservato presso il committente della struttura/sistema oppure presso l'ufficio amministrativo competente. 3.3.3 Manutenzione La manutenzione e le verifiche dei sistemi di protezione contro i fulmini devono essere coordinate. Dovrebbero essere fissate oltre alle ispezioni, anche delle manutenzioni periodiche. La frequenza dei lavori di manutenzione dipende dai seguenti fattori: perdita di qualit causata da agenti atmosferici o ambientali; effetto di fulminazioni dirette e dei possibili danni causati da queste ultime; livello di protezione della struttura in esame.

4 Sistema di protezione contro i fulmini


I sistemi di protezione contro i fulmini hanno il compito di proteggere le strutture da incendi o da distruzione meccanica e anche le persone dentro agli edifici da danni o persino da morte. Un sistema di protezione contro i fulmini costituito da una protezione esterna e una interna. Le funzioni della protezione contro i fulmini esterna sono: intercettare le fulminazioni dirette con un sistema di captatori; condurre la corrente da fulmine in modo sicuro verso terra con un sistema di calate; distribuire la corrente di fulmine nella terra attraverso l'impianto di messa a terra.

La funzione della protezione contro i fulmini interna evitare la formazione di scariche pericolose all'interno della struttura. In base ad una serie di regole costruttive sono state fissate le quattro classi di LPS I, II, III e IV corrispondenti ai livelli di protezione LPL. Ciascuna classe di LPS comprende regole costruttive dipendenti e indipendenti dalla classe di LPS.

5 Protezione contro i fulmini esterna


5.1 Dispositivi di captazione
I dispositivi di captazione di un sistema di protezione dai fulmini hanno il compito di preservare il volume da proteggere dalle fulminazioni dirette. Attraverso un dispositivo di captazione ben dimensionato potranno essere ridotti gli effetti dei fulmini su una struttura. I dispositivi di captazione possono essere: aste fili e funi tese conduttori ammagliati I dispositivi di captazione devono essere disposti principalmente negli angoli e sui bordi. Per stabilire la disposizione e le posizioni dei dispositivi di captazione, possono essere utilizzati tre metodi: metodo della sfera rotolante; metodo della maglia; metodo dell'angolo di protezione. 5.1.1 Metodi di calcolo e tipi di dispositivi di captazione Metodo della sfera rotolante - "modello elettrico - geometrico" Nel caso di fulmini nube-terra, un canale discendente avanza con passi tortuosi verso terra. Quando il canale discendente e vicino alla terra, da alcune centinaia a poche decine di metri, viene superata la rigidit dielettrica dell'aria vicina alla terra. A questo punto parte dalla terra un'altra scarica "leader" simile al canale discendente in direzione della punta del canale discendente: essa una contro scarica verso lalto. Cosi viene stabilito il punto di abbattimento di un fulmine.

Tale metodo si basa sull'ipotesi che la punta del canale discendente si avvicina agli oggetti sulla terra in modo arbitrario e non viene influenzato fino alla distanza della scarica disruptiva finale. Il punto di abbattimento viene in seguito determinato dall'oggetto. Esiste quindi una proporzionalit tra il valore di cresta I della corrente di fulmine e la distanza della scarica disruptiva finale hB.

Sono definite quattro classi di LPS, basate sui corrispondenti LPL. La classe I offre la protezione pi alta, mentre la classe IV offre, nel confronto, la protezione pi bassa. Oltre alla classe di LPS definita anche l'efficacia di intercettazione dei dispositivi di captazione. Da qui si ricava il tratto della scarica disruptiva finale e quindi il raggio della sfera rotolante. E possibile dedurre un procedimento generale, che permette di controllare lo spazio da proteggere ma necessario un modello in scala dell'oggetto da proteggere dove necessario includere anche edifici e oggetti circostanti. La sfera rotolante viene quindi fatta rotolare attorno all'oggetto in esame, e tutti i punti di contatto - che corrispondono ai possibili punti di abbattimento del fulmine vengono segnati. Si rileveranno cosi sul modello tutti i punti di un eventuale abbattimento del fulmine. Si potranno individuare chiaramente anche le zone protette che derivano dalla geometria dell'oggetto da proteggere e dal suo ambiente circostante. In questi punti non e necessario installare un dispositivo di captazione (Figura 5.1.1.3).

r = 10 I 0 , 65
Metodo delle maglie L'impianto di captazione a maglie pu essere applicato universalmente e indipendentemente dall'altezza dell'edificio e dalla forma del tetto. Sulla copertura del tetto viene posta una rete di captazione con una larghezza delle maglie corrispondente al livello di protezione (Tabella 5.1.1.3). La posizione delle singole maglie pu essere scelta liberamente utilizzando il punto pi alto e gli spigoli esterni dell'edificio. I conduttori di captazione sugli spigoli perimetrali delle strutture devono essere installate il pi vicino possibile agli spigoli stessi.

Metodo dell'angolo di protezione Il metodo dell'angolo di protezione e dedotto dal modello di fulmine geometrico - elettrico. L'angolo di protezione viene determinato dal raggio della sfera rotolante. L'angolo di protezione paragonabile con il raggio della sfera rotolante si ottiene, quando una linea obliqua taglia la sfera rotolante in modo che le superfici cosi create siano di misura uguale (Figura 5.1.1.11). I conduttori di captazione, aste di captazione, pali e funi dovrebbero essere posizionati in modo da far rientrare tutte le parti della struttura da proteggere all'interno del volume protetto dall'impianto di captazione.

Sui tetti degli edifici possono essere presenti degli oggetti isolati e quando necessario proteggerli si possono installare dei dispositivi di captazione, i quali possono essere o meno isolati. Tra i dispositivi di captazione isolati possiamo trovare ad esempio aste, funi o conduttori tesi, etc. 5.1.2 Dispositivi di captazione sui tetti In relazione al tipo di tetto (ad esempio con tetto a doppio spiovente, piano, con coperture metalliche, tetti carrabili e calpestabili, etc.) vengono installati dei dispositivi di captazione con degli accorgimenti diversi. Sono presi in considerazione i punti pi esposti allabbattimento di un fulmine e vengono maggiormente protetti con degli accorgimenti particolari in relazione alla loro forma e posizione. Viene inoltre considerato se nel tetto sono presenti o meno materiali conduttivi.

5.2 Calate
Per calata si intende il collegamento elettrico tra il dispositivo di captazione e l'impianto di messa a terra. Le calate devono condurre la corrente da fulmine captata verso l'impianto di messa a terra, senza creare danni all'edificio. Le calate devono essere posate con le seguenti caratteristiche: dal punto d'impatto del fulmine verso terra esistano diversi percorsi paralleli della corrente, la lunghezza dei percorsi della corrente sia la pi corta possibile e i collegamenti verso i corpi metallici della struttura siano realizzati in tutti i punti necessari. 5.2.1 Determinazione del numero di calate Il numero di calate dipende dalla dimensione perimetrale del tetto. La disposizione delle calate deve essere il pi uniforme possibile. Il numero esatto di calate pu essere individuato solamente tramite il calcolo della distanza di sicurezza s. Attraverso percorsi di corrente paralleli viene migliorato il coefficiente di distribuzione della corrente kc. Con questo la corrente nelle due calate si riduce e quindi e possibile mantenere la distanza di sicurezza richiesta. 5.2.2 Calate di un sistema di protezione contro i fulmini non isolato In un primo luogo le calate vengono ancorate direttamente sulledificio. Se la parete composta da materiale difficilmente o moderatamente infiammabile le calate possono essere installate direttamente su di essa. Se la parete infiammabile bisogna verificare che laumento di temperatura dovuto al passaggio di corrente nel conduttore non provochi un incendio. Le calate devono essere posizionate in modo tale che i conduttori di captazione e i collegamenti siano i pi brevi possibili. Possono essere utilizzati degli elementi naturali per le calate quali: installazioni metalliche, struttura portante delledificio, elementi prefabbricati in calcestruzzo, etc. Deve essere per garantito che il collegamento sia continuo e duraturo.

5.2.3 Calate di un sistema di protezione contro i fulmini esterno isolato Se il dispositivo di captazione e costituito da aste di captazione montate su pali indipendenti (o un unico palo), quest'ultimo funge sia da dispositivo di captazione sia da calata. Per ognuno di questi pali necessaria almeno una calata. Se il dispositivo di captazione costituito da uno o pi corde o funi tese, per ogni ancoraggio delle estremit necessaria almeno una calata. Se l'impianto di captazione ammagliato allora necessario almeno una calata per ogni ancoraggio alle estremit dei conduttori. 5.2.4 Condutture isolate resistenti allalta tensione Conduttura HVI Negli impianti di telefonia mobile vengono utilizzati molti edifici ospitanti. Per i gestori di telefonia mobile esistono tipicamente tre situazioni: l'edificio non dotato di impianto di protezione contro i fulmini: limpianto di radiotrasmissione viene collegato a terra e verr installata una protezione da sovratensione supplementare. l'edificio dotato di impianto di protezione contro i fulmini non pi funzionante: limpianto di radiotrasmissione viene collegato alla protezione contro i fulmini esterna secondo il livello di protezione stabilito. l'edificio dotato di impianto di protezione contro i fulmini funzionante: limpianto deve rispettare le distanze di sicurezza calcolate in base al livello di protezione. Con la soluzione innovativa delle condutture isolate HVI resistenti all'alta tensione, per linstallatore di impianti di protezione contro i fulmini esiste oggi un nuovo metodo per rispettare in modo semplice la distanza di sicurezza. Il concetto di base della calata isolata consiste nellavvolgere con materiale isolante il conduttore che conduce le correnti da fulmine. Degli esempi di installazione possono essere: applicazioni per telefono mobile, costruzioni sul tetto, calata, etc.

5.3 Materiali e dimensioni minime per organi di captazione e di calata


Nella tabella seguente sono indicate le sezioni minime, la forma e il materiale impiegati per gli impianti di captazione.

5.4 Misure di montaggio per organi di captazione e di discesa


Tali misure vengono definite principalmente dalle forze meccaniche che agiscono sullimpianto di protezione contro i fulmini esterno. Queste forze si creano a causa delle forze di compressione e trazione dovute dalla dilatazione termica, dal vento, dal peso della neve, etc. Per le adduzioni nel terreno o i collegamenti al dispersore di fondazione deve essere osservata la protezione dalla corrosione. Nelle norme CEI EN 62305-3 vengono consigliate le misure di collegamento per la protezione contro i fulmini esterna.

5.5 Impianto di messa a terra


In relazione allimpianto di terra bisogna considerare le seguenti definizioni. Terra: il terreno come conduttore il cui potenziale elettrico in ogni punto convenzionalmente considerato uguale a zero. Terra di riferimento: parte superficiale della terra, fuori dallarea di influenza di un dispersore o di un impianto di terra, nel quale tra due punti qualsiasi non si hanno percettibili differenze di potenziale dovute alla corrente terra. Dispersore: conduttore in contatto elettrico con il terreno o conduttore annegato nel calcestruzzo a contatto con il terreno. Impianto di terra: sistema limitato localmente costituito da dispersori o parti metalliche in contatto con il terreno di efficacia uguale a quella dei dispersori. Conduttore di terra: un conduttore che collega una parte dellimpianto da mettere a terra con un dispersore o che collega tra loro pi dispersori. Messa a terra per la protezione contro i fulmini: la messa a terra di un impianto di protezione contro i fulmini per scaricare verso terra la corrente da fulmine. Viene effettuata una classificazione per i dispersori e possiamo trovare: Dispersore orizzontale: viene interrato ad 1m di profondit e pu essere disposto in modo radiale, ad anello o a maglia. Dispersore verticale: viene solitamente interrato ad una profondit maggiore di 1m. Dispersore di fondazione: uno o pi conduttori annegati in calcestruzzo a contatto con il terreno su un ampia superficie. Dispersore per il controllo del potenziale di terra: serve per ridurre il gradiente di potenziale sulla superficie del terreno. Dispersore ad anello: interrato o superficiale e forma un anello chiuso attorno a un edificio Dispersore di fatto: parte metallica a contatto con la terra o con lacqua direttamente o attraverso calcestruzzo, il cui scopo originale non la messa a terra ma soddisfa tutti i requisiti di un dispersore.

Vengono definiti i seguenti tipi di resistenza: Resistivit del terreno: E la resistenza specifica del terreno. Resistenza di terra: RA la resistenza tra il dispersore e la terra di riferimento. Resistenza di terra impulsiva: Rimp la resistenza che si ha durante il passaggio di correnti di fulmine tra un punto di terra dellimpianto e la terra di riferimento. In relazione al tipo di dispersore vengono utilizzate le seguenti formule empiriche:

Vengono definite inoltre diverse tensioni: Tensione di terra: UE la tensione che si verifica tra limpianto di terra e la terra di riferimento. Potenziale di superficie del terreno: la tensione tra un punto della superficie del terreno e la terra di riferimento. Tensione di contatto: UT la parte del potenziale di terra a cui pu essere sottoposta una persona. Tensione di passo: US la parte del potenziale di terra a cui pu essere sottoposta una persona con un passo di 1m. Collegamento equipotenziale: il collegamento delle masse metalliche e degli impianti elettrici con limpianto di protezione contro i fulmini attraverso conduttori, scaricatori di corrente da fulmine o spinterometri.

5.5.1 Impianti di messa a terra secondo CEI EN 62305 (CEI 81-10/3) L'impianto di messa a terra la continuazione dell'impianto di captazione e di calata per la scarica della corrente di fulmine a terra. Per i diversi sistemi elettrici preferibile un impianto di messa a terra comune. La norma CEI EN 62305-3 si basa su una equipotenzialit antifulmine sistematica, non viene richiesto un valore particolare per la resistenza di terra. Generalmente viene tuttavia consigliata una resistenza di terra bassa. La norma definisce dispersori di tipo A e di tipo B. Dispersori di tipo A Sono dispersori ad elementi radiali singoli oppure dispersori verticali. Il loro minimo numero 2. Essi hanno il vantaggio di trovarsi in strati di terreno pi profondi, la cui resistivit generalmente inferiore rispetto agli strati pi superficiali. I requisiti di equipotenzialit tra le calate e il controllo di potenziale non vengono soddisfatti dal dispersore di tipo A. Per ottenere una ripartizione uniforme della corrente, i singoli dispersori di tipo A devono essere connessi tra loro. Dispersori di tipo B Sono dispersori ad anello posti attorno alloggetto da proteggere oppure dispersori di fondazione. Se non possibile realizzare un anello chiuso allesterno delledificio, devono essere installati dei conduttori allinterno delledificio per chiudere lanello. 5.5.2 Impianti di messa a terra, dispersori di fondazione e dispersori per costruzioni particolari Il dispersore di fondazione deve essere posato come un anello chiuso nella fondazione (Figura 5.5.2.1) realizzando cos in primo luogo anche la funzione di equipotenzialit. In relazione a dove deve essere effettuata linstallazione dellimpianto di messa a terra abbiamo che per ogni tipo di struttura devono essere prese in considerazione differenti aspetti. Ad esempio la posa in calcestruzzo non armato o in calcestruzzo armato hanno diversi accorgimenti. Un altro esempio pu essere quello che i dispersori utilizzati per strutture con vasca bianca non sono gli stessi utilizzati per una struttura con vasca nera e cosi via. Con il termine vasca bianca si intende una struttura che non presenta alcun trattamento supplementare sul lato rivolto verso terra. Con il termine vasca nera si intende un edificio nel quale vengono utilizzati degli strati di bitume nelle parti esterne.

5.5.3 Dispersori ad anello dispersore di tipo B Su tutte le nuove costruzioni la CEI 64-12 consiglia un dispersore di fondazione. Questo dispersore deve essere utilizzato con L'80% dei conduttori del dispersore a contatto con il terreno ad una profondit di > 0,5 m e a una distanza di 1 m dall'edificio. Se il dispersore viene inserito come descritto in precedenza, riduce la tensione di passo. Il dispersore ad anello dovrebbe essere posato nel sottosuolo preesistente. L'inserimento in terreno di riporto oppure riempito di calcinacci peggiora la resistenza di terra.

5.5.4 Dispersore verticale dispersore di tipo A I dispersori componibili del sistema DEHN vengono prodotti con acciaio speciale e zincati a caldo in bagno oppure sono realizzati in acciaio inossidabile altolegato ASI 316. Tali dispersori di profondit hanno i seguenti principali vantaggi: Una giunzione speciale Si innesta automaticamente durante linfissione delle barre Vengono raggiunti valori di resistenza costanti Alta resistenza alla corrosione

5.5.5 Interconnessioni di impianti di messa a terra Un impianto di messa a terra pu avere diversi compiti. Il compito di una terra di protezione e quello di collegare in modo sicuro al potenziale di terra gli impianti elettrici e le apparecchiature e di proteggere persone e materiali in caso di guasto elettrico. Limpianto di terra per sistemi di protezione contro i fulmini provvede a condurre la corrente in modo sicuro dalle calate nel terreno. Limpianto di messa a terra ha il compito di garantire il funzionamento sicuro e privo di disturbi degli impianti elettrici ed elettronici. La sua struttura deve essere in grado di svolgere tutti questi compiti nell'insieme. Se una struttura relativamente grande composta da pi di un edificio e se esistono dei conduttori elettrici tra questi edifici, attraverso il collegamento dei singoli sistemi di terra, la resistenza di terra (totale) pu essere ridotta (Figura 5.5.6.1). Inoltre, le differenze di potenziale tra gli edifici vengono ridotte notevolmente.

5.5.6 Corrosione dei dispersori I metalli che si trovano in contatto diretto con il terreno o l'acqua (elettroliti), possono corrodersi a causa di correnti parassite, terreno aggressivo e formazione di elementi galvanici. Il pericolo di corrosione dipende dal materiale e da tipo e composizione del terreno. Sempre pi spesso si osservano dei danni da corrosione dovuti alla formazione di elementi galvanici. Negli impianti ad alta tensione, i dispersori della terra di protezione vengono sempre pi spesso collegati alla terra d'esercizio per l'impianto in bassa tensione. In relazione alla corrosione vengono definiti i seguenti termini: Corrosione: la reazione di un materiale metallico con il suo ambiente circostante. Corrosione elettrochimica: una corrosione durante la quale si verificano dei processi elettrochimici. Si verificano solo in presenza di un elettrolito. Elettrolito: una materia che conduce ioni. Elettrodo: un materiale in un elettrolito che conduce elettroni. Anodo: un elettrodo dal quale fluisce corrente continua dallelettrolito. Catodo: un elettrodo verso il quale fluisce corrente continua dallelettrolito. Elettrodo di riferimento: un elettrodo di misura che viene usato per determinare il potenziale di un metallo nellelettrolito. Elemento di corrosione: un elemento galvanico con densit di corrente parziale localmente diverse per lo scioglimento del materiale. Potenziale di riferimento: potenziale di un elettrodo di riferimento riferito allelettrodo di idrogeno standard. Potenziale elettrico: il potenziale elettrico di un metallo o di un corpo solido che conduce elettroni in un elettrolito. I processi di corrosione si possono spiegare chiaramente con l'aiuto di un elemento galvanico. Se ad esempio una barra metallica viene immersa in un elettrolito, gli ioni con carica positiva passano nell'elettrolito e al contrario vengono anche assorbiti dal composto metallico gli ioni positivi dall'elettrolito. Si parla in questo contesto di "pressione di soluzione" del metallo e di "pressione osmotica" della soluzione. Si crea quindi una tensione tra due barre metalliche nell'elettrolito. I potenziali dei metalli nel terreno vengono misurati con un elettrodo di solfato di rame. Se si collega, come indicato in questo esempio, l'elettrodo di rame e l'elettrodo di ferro attraverso un amperometro fuori dall'elettrolito, si constater il seguente fenomeno (Figura 5.5.7.2.1): nel circuito elettrico esterno la corrente I circola da + verso -. Nell'elettrolito invece la corrente I dovr fluire dall'elettrodo in ferro "pi negativo" verso l'elettrodo in rame. Questo significa che il polo negativo emette ioni positivi verso l'elettrolito e diventa cosi l'anodo dell'elemento galvanico. La dissoluzione del metallo si verifica nelle zone di passaggio della corrente nell'elettrolito. Una

corrente di corrosione pu crearsi anche attraverso un elemento di concentrazione (Figura 5.5.7.2.2).

Per la corrosione elettrochimica, vale la regola per cui quanto pi grandi sono gli ioni e quindi pi piccola la loro carica, tanto pi grande sar il trasporto di metallo collegato al flusso di corrente I. Le misure della corrente da corrosione rendono quindi possibile il calcolo anticipato della quantit di grammi che verr erosa in un determinato periodo. 5.5.6.1 Scelta dei materiali per i dispersori Nella tabella seguente sono riportati i materiali dei dispersori e le loro dimensioni minime utilizzati oggi.

5.5.6.2 Interconnessione di dispersori costituiti da materiali diversi La densit di corrente degli elementi, che si verifica durante l'interconnessione elettrica di due diversi metalli interrati, provoca la corrosione del metallo che funge da anodo. Questo dipende principalmente dal rapporto della grandezza della superficie catodica AK rispetto alla grandezza della superficie anodica AA. La corrosione maggiore si verifica solo se il rapporto tra le superfici :

AK > 100 AA
5.6 Isolamento elettrico della protezione contro i fulmini esterna distanza di sicurezza Esiste il pericolo di scariche incontrollate tra parti della protezione contro i fulmini esterna e impianti metallici ed elettrici all'interno dell'edificio. Questo accade quando insufficiente la distanza tra l'impianto di captazione o discesa da una parte e le installazioni metalliche ed elettriche all'interno di una struttura da proteggere dall'altra parte. Le installazioni metalliche producono delle spire induttive nell'edificio dove possono venire indotte delle tensioni impulsive. Deve quindi essere evitato che attraverso queste tensioni impulsive si verifichi una scarica incontrollata. La figura 5.6.1 illustra il principio della distanza di sicurezza. La formula per il calcolo della distanza di sicurezza difficile nellapplicazione a livello pratico. La formula :

s = ki
dove:

kc l (m) km
ki dipende dal livello di protezione scelto per l'impianto di protezione contro i fulmini, kc dipende dalla disposizione geometrica (coefficiente di distribuzione della corrente), km dipende dal materiale nel punto di prossimit l(m) la lunghezza, lungo l'organo di captazione o della calata, dal punto nel quale deve essere calcolato la distanza di sicurezza, fino al prossimo nodo equipotenziale.

Ogni struttura con unequipotenzialit antifulmine ha un livello equipotenziale del dispersore di fondazione o di terra. Tale livello rappresenta la quota di riferimento per la determinazione della distanza l. Il collegamento dequipotenzialit antifulmine deve essere realizzato con i dispositivi di protezione da sovratensioni di Tipo 1. In caso contrario come base per la lunghezza l deve essere considerato come riferimento il livello equipotenziale del dispersore di fondazione. Pi alti sono gli edifici, pi diventa difficile rispettare le distanze di sicurezza richiesta. La formula per determinare kc cambia a seconda della struttura delledificio.

5.7 Tensione di passo e di contatto In casi particolari all'esterno di un edificio in prossimit delle calate, la tensione di contatto o di passo pu essere mortale, anche se il sistema di protezione contro i fulmini stato progettato a norma. Casi particolari sono, ad esempio, le zone di ingresso, zone coperte di strutture con alta frequenza di visitatori come teatri, cinema, centri commerciali. Per strutture particolarmente esposte che sono liberamente accessibili al pubblico, possono pure essere necessarie delle misure contro le tensioni di passo e di contatto. La tensione di contatto quella tensione che agisce su una persona tra la sua posizione a terra e il punto di contatto con la calata. Il pericolo di una tensione di contatto troppo elevata non esiste per le costruzioni con struttura portante in acciaio o in cemento armato, a condizione che l'armatura sia collegata in modo permanente e continuativo e le calate siano posate nel calcestruzzo. Il pericolo che una persona subisca un danno a causa del contatto con la calata pu essere ridotto adottando le seguenti misure: la calata viene rivestita di materiale isolante la posizione delle calate pu essere modificata la probabilit di raggruppamento di persone pu essere ridotta utilizzando dei cartelli segnaletici o cartelli di divieto la resistivit dello strato superficiale del suolo,entro una distanza di 3 m dalla calata, non e inferiore a 5000m addensamento della rete di maglie dell'impianto di terra La tensione di passo una parte del potenziale di terra, che pu essere bypassata da una persona con un passo di 1 m. La tensione di passo dipende dalla forma del gradiente. Per ridurre la tensione di passo possono essere applicate le seguenti misure: l'accesso di persone alle zone a rischio pu essere impedito riduzione del lato di maglia nella rete di terra - regolazione del potenziale la resistivit dello strato superficiale del suolo entro 3 m dalla calata non deve risultare inferiore a 5000m. 5.7.1 Controllo delle tensioni di contato delle calate per impianti di protezione contro i fulmini L'area pericolosa per le tensioni di passo e di contatto, per le persone che si soffermano all'esterno di un edificio, si estende ad una distanza fino a 3 m dall'edificio e ad un'altezza di 3 m. Questa aria da proteggere in altezza corrisponde alla distanza di sicurezza s in aggiunta all'altezza massima raggiungibile di una persona con braccio teso verso l'alto. Il pericolo da tensioni di contatto pu essere ridotto con le seguenti misure: la calata viene ricoperta con materiale isolante la posizione delle calate viene modificata la resistivit dello strato superficiale del terreno a una distanza fino a 3 m dalla calata non inferiore a 5 km. la probabilit di affollamento di persone pu essere ridotta con cartelli indicatori o ammonitori, possono essere installate anche delle barriere. Le misure di protezione contro le tensioni di contato non sempre sono sufficienti per una efficace protezione delle persone. In una calata isolata, come anche in una calata nuda, in caso di fulminazione, si istaura una tensione molto elevata. Questa tensione viene pero separata dalla persona tramite l'isolante. Siccome il corpo umano, in riferimento all'isolante pu essere considerato un buon conduttore, lo strato isolante viene sollecitato con quasi la totale tensione di contatto.

6 Protezione contro i fulmini interna


6.1 Collegamento equipotenziale per installazioni metalliche
Il collegamento equipotenziale viene richiesto per tutti gli impianti elettrici utilizzatori di nuova costruzione. Il sistema equipotenziale elimina le differenze di potenziale, cio evita le tensioni di contatto pericolose. Il collegamento equipotenziale composto da: collegamento equipotenziale principale collegamento equipotenziale supplementare Nel collegamento equipotenziale principale le seguenti masse estranee devono essere integrate direttamente con il conduttore per il collegamento equipotenziale principale secondo CEI 64-8/4: dispersore di fondazione / dispersore per la protezione contro i fulmini impianto di riscaldamento tubo metallico dell'acqua parti conduttive dell'edificio (ad esempio guide dell'ascensore, struttura portante in acciaio, canali di aerazione e di condizionamento) tubo metallico di scarico acqua tubature del gas interne conduttore di messa a terra per antenne Definizione normativa nella CEI 64-8/2 di una massa estranea: parte conduttrice che non fa parte dell'impianto elettrico in grado di introdurre un potenziale elettrico, generalmente il potenziale di terra. I seguenti elementi devono essere integrati indirettamente attraverso spinterometri nel collegamento equipotenziale principale: impianti con protezione da corrosione catodica e di protezione contro correnti vaganti sistemi di messa a terra per impianti elettrici con tensione superiore a 1 kV secondo CEI 11-1, se possono essere trasferite tensioni di terra troppo elevate, non permesse terra della rete ferroviaria a corrente alternata e corrente continua (le rotaie delle ferrovie possono essere collegate solo con permesso scritto dell'ente competente) terra di misura per laboratori, se eseguite separatamente dai conduttori di protezione

Nella figura 6.1.1 sono rappresentati i collegamenti e i rispettivi componenti del collegamento equipotenziale principale.

Se non possono essere rispettate le condizioni di interruzione automatica previste dallo specifico sistema di alimentazione per un impianto o una parte dell'impianto, necessario un collegamento equipotenziale locale supplementare. Il concetto di base di collegare tutte le parti conduttori, con i quali possibile entrare contemporaneamente in contatto, e le utenze ad installazione fissa tra di loro, con lobiettivo di ridurre il pi possibile leventuale tensione di contatto.

6.2 Collegamento equipotenziale per impianti elettrici di bassa tensione


Il sistema equipotenziale per impianti utilizzatori a bassa tensione nell'ambito della protezione contro i fulmini interna, rappresenta un ampliamento del collegamento equipotenziale principale. In aggiunta vengono integrati, nel collegamento equipotenziale, oltre a tutti i corpi conduttori anche le linee di alimentazione dell'impianto utilizzatore in bassa tensione.

6.3 Collegamento equipotenziale per sistemi informatici


I conduttori vengono collegati con l'aiuto di elementi in grado di sopportare correnti da fulmine. Il luogo ideale per l'installazione il punto di ingresso dei conduttori nella struttura. Sia gli scaricatori che i componenti per il collegamento della schermatura devono essere scelti in base ai parametri delle correnti da fulmine previste. Per quanto riguarda ad esempio impianti di antenne, impianti in fibra ottica, linee di telecomunicazione, ecc., vengono utilizzati dei collegamenti equipotenziali differenti che tengono conto del tipo di installazione eseguita per tali impianti e della loro esposizione al rischio.

7 Protezione di sistemi elettrici ed elettronici contro gli effetti elettromagnetici del fulmine LEMP
7.1 Concetti di zone di protezione da fulmine LPZ
Con un sistema di protezione contri i fulmini secondo CEI EN 62305-3 le persone e i beni materiali negli edifici sono protetti, mentre non lo sono i sistemi elettrici ed elettronici. La protezione di sistemi elettrici ed elettronici negli edifici contro le sovratensioni, causate dai campi elettromagnetici impulsivi (LEMP), si basa sul principio delle zone di protezione (LPZ - Lightning Protection Zones). L'edificio da proteggere deve essere diviso in varie zone di protezione interne (Figura 7.1.1). Con rischi LEMP diversi possono essere adattati i locali di un edificio a seconda della tenuta allimpulso necessaria per il sistema elettronico.

Per zone esterne si ha: LPZ 0A a rischio di impatto diretto da correnti impulsive fino alla completa corrente da fulmine e per l'intero campo elettromagnetico del fulmine LPZ 0B protetta contro limpatto dirette da fulmine per l'intero campo elettromagnetico del fulmine. Sistemi interni possono essere soggetti a correnti parziali da fulmine. Per zone interne invece si ha: LPZ 1 correnti impulsive limitate dalla ripartizione di corrente e tramite dispositivi di protezione da sovratensioni (SPD) sui confini delle zone. Il campo elettromagnetico del fulmine pu essere attenuato attraverso la schermatura locale. LPZ 2 ... n correnti impulsive limitate ulteriormente dalla ripartizione di corrente e tramite dispositivi di protezione da sovratensioni (SPD) sui confini delle zone. Il campo elettromagnetico del fulmine quasi sempre attenuato attraverso la schermatura locale. Al confine di ogni zona interna deve essere eseguito il collegamento equipotenziale per tutte le parti metalliche e i servizi entranti.

7.2 Gestione di protezione contro i rischi LEMP


Per le nuove strutture pu essere ottenuta una protezione ottimale dei sistemi elettronici con un minimo di costi, solo se i sistemi elettronici vengono progettati insieme all'edificio e prima della costruzione di quest'ultimo. Per edifici esistenti i costi per la protezione LEMP sono solitamente maggiori.

7.3 Calcolo dellattenuazione del campo magnetico della schermatura per edifici/locali
La fonte di disturbo principale, per gli apparecchi e impianti da proteggere in un edificio, la corrente di fulmine e il relativo campo elettromagnetico. Nella figura 7.3.1 rappresentato il modo di azione delle schermature a maglia. Le basi per il calcolo si fondano su supposizioni e approssimazioni. Deve essere definita la complessa distribuzione del campo elettromagnetico all'interno delle schermature a maglia. Per il calcolo stato considerato l'accoppiamento del campo magnetico di ogni conduttore costituente la schermatura. Per poter osservare se l'effetto del campo elettromagnetico del primo colpo di fulmine o dei colpi seguenti rappresenta l'entit di disturbo pi critica per l'impianto elettrico da proteggere, devono essere effettuati dei calcoli con il valore massimo della corrente del primo colpo (if/max) e il valore massimo della corrente dei colpi susseguenti (is/max). L'effetto schermante degli schermi a maglia in caso di fulminazione diretta pu essere calcolato attraverso la formula raffigurata nella figura 7.3.2. I valori calcolati per il campo magnetico sono validi per il volume di sicurezza Vs all'interno degli schermi a maglia.

Il fattore di schermatura SF pu essere calcolato secondo la tabella 7.3.1.

Gli schermi di cavi vengono utilizzati per ridurre l'effetto dei disturbi sui fili attivi e l'invio di disturbi da parte dei fili attivi verso i sistemi vicini. Dal punto di vista della protezione antifulmini e da sovratensioni, devono essere considerati i seguenti casi di utilizzo per conduttori schermati: Nessuna messa a terra dello schermo. Alcuni sistemi di installazione raccomandano un cavo schermato, per vietano la messa a terra della schermatura Messa a terra dello schermo su entrambi i lati. Lo schermo dei conduttori deve essere elettricamente continuo, a bassa resistenza, lungo tutto il percorso e deve essere collegato a terra almeno alle due estremit. Solo uno schermo collegato a terra su entrambi i lati pu ridurre gli accoppiamenti induttivi e capacitivi. Messa a terra dello schermo da un lato e messa a terra indiretta. Per ragioni di funzionalit possibile che gli schermi per i conduttori vengono collegati a terra da un solo lato. La ragione per la messa a terra della schermatura su un solo lato il timore di correnti di compensazione a bassa frequenza. Messa a terra dello schermo a bassa impedenza. Le correnti impulsive da fulmine fluiscono attraverso la schermatura e il morsetto di messa a terra dello schermo verso terra. Attraverso l'impedenza della schermatura del conduttore e il morsetto di collegamento dello schermo si creano delle differenze di potenziale tra schermatura e terra. In questo caso possono istaurarsi delle tensioni fino ad alcuni kV che potrebbero distruggere l'isolamento dei conduttori a degli apparecchi collegati. Lunghezza massima dei conduttori schermati. Gli schermi dei conduttori possiedono una cosiddetta resistenza di accoppiamento, che corrisponde all'incirca alla resistenza in corrente continua, indicata dal costruttore. Estensione della zona LPZ con l'ausilio di conduttori schermati. Secondo CEI EN 62305-4 possibile evitare lutilizzo di scaricatori, se viene utilizzato un conduttore schermato tra due zone LPZ uguali. Questa affermazione vale per i disturbi prevedibili nell'ambiente circostante del conduttore schermato e con collegamenti equipotenziali a maglia secondo norma.

7.4 Reti equipotenziali


Il compito principale della rete equipotenziale quello di impedire delle differenze di potenziale tra apparecchi/impianti nelle zone LPZ interne e di ridurre il campo magnetico del fulmine. La rete equipotenziale a bassa induttanza necessaria pu essere ottenuta tramite l'interconnessione di tutte le componenti metalliche con l'ausilio di conduttori equipotenziali all'interno delle zone LPZ della struttura. In questo modo si crea una rete interconnessa tridimensionale (Figura 7.4.1).

I conduttori di protezione (PE) e gli schermi dei cavi di comunicazione di apparecchi e sistemi elettronici devono essere integrati nella rete equipotenziale secondo le istruzioni fornite dai costruttori di sistemi. Il collegamento pu avvenire sotto forma di maglia o a stella (Figura 7.4.4).

Una disposizione a stella limitata all'utilizzo in sistemi di piccole dimensioni e localmente limitati. La disposizione a stella S pu essere collegata al sistema equipotenziale solo tramite un unico punto di riferimento a terra (ERP). In questo modo si ottiene la disposizione Ss. L'utilizzo della disposizione a maglie M non presuppone che tutte le componenti metalliche del sistema elettronico debbano essere isolate rispetto alla rete equipotenziale. La disposizione Mm risultante viene utilizzata per sistemi ampi e aperti. In sistemi elettronici complessi possono essere realizzate anche delle combinazioni delle disposizioni a stella e a maglia.

7.5 Collegamento equipotenziale al confine delle zone LPZ 0A e LPZ 1


7.5.1 Collegamento equipotenziale per installazioni metalliche Nel punto di passaggio tra le zone di protezione antifulmini EMC necessario realizzare delle misure per la riduzione del campo elettromagnetico irradiato, integrando nel collegamento equipotenziale, tutti i conduttori/sistemi che attraversano i passaggi. Oltre al collegamento equipotenziale principale, deve essere realizzato il collegamento equipotenziale antifulmini anche per i conduttori elettrici ed elettronici. Per il collegamento equipotenziale devono essere osservate le seguenti sezioni minime. Il collegamento a terra pu essere effettuato in modo semplice ed esente da corrosione per mezzo di punti fissi di messa a terra. 7.5.2 Collegamento equipotenziale per impianti di alimentazione energetica Come per le installazioni metalliche, anche tutti i conduttori elettrici di energia e dati devono essere integrati nel sistema equipotenziale all'entrata nell'edificio. Per impianti con alimentazione dal sistema a bassa tensione il confine LPZ 0A/1 si identifica di solito con il confine dell'edificio. Per strutture che vengono alimentati direttamente dalla rete in media tensione, la zona di protezione LPZ 0A si estende fino al secondario del trasformatore. L'influenza dovuta alla circolazione di correnti parziali da fulmine nella zona LPZ 0 su parti di impianti/sistemi nella zona LPZ 1, deve essere evitata con ulteriori misure di schermatura della linea di media tensione entrante. Per evitare correnti di compensazione tra i diversi punti equipotenziali in un impianto elettrico, si suggerisce di realizzare il collegamento con gli scaricatori da fulmine. 7.5.3 Collegamenti equipotenziali per impianti informatici Le linee dei sistemi informatici devono essere connessi allo scaricatore di corrente da fulmine il pi vicino possibile al punto di entrata. Possono quindi essere utilizzati i seguenti dispositivi di protezione da sovratensione:

scaricatori, certificati per una corrente impulsiva di scarica (10/350 s) scaricatori, certificati con una corrente impulsiva di scarica (8/20 s)

7.6 Collegamento equipotenziale al confine da LPZ 0A a LPZ 2


7.6.1 Collegamento equipotenziale per impianti di alimentazione energetica In base all'esecuzione della struttura spesso inevitabile realizzare il passaggio da LPZ 0A a LPZ 2 su un confine di zona. La realizzazione richiede elevate prestazioni ai dispositivi di protezione da sovratensioni e l'installazione circostante. Deve essere raggiunto un livello di protezione che garantisca il funzionamento sicuro delle apparecchiature e dei sistemi della zona di protezione LPZ 2. Per il passaggio da LPZ 0 a LPZ 2 assolutamente necessario un elevato grado di schermatura al confine delle due zone. 7.6.2 Collegamenti equipotenziali per impianti informatici Uno scaricatore di corrente da fulmine spinterometrico dalla LPZ 0 alla LPZ 1 si comporta come una specie di frangionde. Spesso tuttavia il livello di disturbo residuo troppo alto per la protezione degli apparecchi terminali. Per questo, nel passaggio da LPZ 1 a LPZ 2, vengono installati , i dispositivi di protezione da sovratensioni supplementari. Quando viene eseguito il collegamento equipotenziale dalla zona LPZ 0 alla zona LPZ 2 cambia il requisito dell' SPD da impiegare nel punto di passaggio della LPZ e il requisito del cablaggio a valle di tale passaggio. Il dispositivo di protezione deve fungere da scaricatore combinato. L'utilizzo di scaricatori combinati viene suggerito: quando gli apparecchi terminali sono vicini all'entrata dei cavi nell'edificio quando possibile realizzare un collegamento equipotenziale a bassa impedenza dal dispositivo di protezione verso Il dispositivo terminale quando la linea dal dispositivo di protezione all'apparecchio terminale completamente schermata quando viene richiesta una soluzione particolarmente economica L'utilizzo separato di uno scaricatore di corrente da fulmine e di un limitatore di sovratensione viene consigliato: quando il cavo di collegamento tra il dispositivo di protezione e il dispositivo terminale particolarmente lungo quando i dispositivi di protezione delle linee di alimentazione e dei sistemi informatici sono collegati a terra attraverso barre equipotenziali diverse quando vengono utilizzati cavi non schermati quando possono verificarsi disturbi di elevata intensit all'interno della zona LPZ 1.

7.7 Collegamento equipotenziale tra LPZ 1 e LPZ 2 e oltre


7.7.1 Sistema equipotenziale per installazioni metalliche Questo sistema equipotenziale deve essere realizzato il pi vicino possibile al punto di entrata dei conduttori e installazioni metalliche nella zona. Il tracciato dei conduttori deve essere il pi corto possibile (a bassa impedenza). Le seguenti installazioni metalliche devono essere collegate al collegamento equipotenziale: passerelle, canali metallici cavi e conduttori schermati armatura dell'edificio tubazioni idriche metalliche tubi di protezione metallici per conduttori altri sistemi di tubazioni metallici o parti conduttive

7.7.2 Collegamento equipotenziale per impianti di alimentazione Per i passaggi da LPZ 1 a LPZ 2 e oltre si pu ottenere una limitazione della sovratensione ed una attenuazione di campo con l'integrazione sistematica. Attraverso la realizzazione di schermature di locali e apparecchi, si pu ottenere l'attenuazione dell'influenza elettromagnetica. I dispositivi di protezione da sovratensione hanno il compito di minimizzare ulteriormente le grandezze residue dei dispositivi di protezione da sovratensione a monte. 7.7.3 Collegamenti equipotenziali per impianti informatici Nella zona LPZ 2 o oltre generalmente sono installati degli apparecchi terminali, le misure di protezione devono garantire un livello di disturbo residuo che si trovi sotto ai valori sopportabili dagli apparecchi terminali. installazione dei dispositivi di protezione da sovratensione vicino agli apparecchi utilizzatori integrazione delle schermature dei conduttori nel sistema equipotenziale sistema equipotenziale a bassa impedenza dellSPD nel sistema informatico verso l'utilizzatore e all'SPD del sistema di alimentazione rispetto del coordinamento energetico dell'SPD verso l'apparecchio utilizzatore

7.8 Coordinamento delle misure di protezione sui diversi confini LPZ


7.8.1 Impianti di alimentazione La funzione di protezione da sovratensioni nelle installazioni circostanti allapparecchio divisa in due. Essa rappresenta, da un lato la protezione dell'installazione e dall'altro costituisce l'elemento di protezione tra i parametri di pericolosit del sistema intero e la tenuta delle apparecchiature e dei sistemi da proteggere. I parametri di pericolosit del sistema e l'immunit ai disturbi dell'apparecchio da proteggere sono quindi dei fattori di dimensionamento per la cascata dei dispositivi di protezione da installare. Affinch questa cascata di protezione possa funzionare, deve essere garantito, che i singoli dispositivi di protezione intervengono selettivamente. Questa sintonia tra i vari stadi di protezione viene generalmente definita coordinamento. Per la definizione del coordinamento occorre prestare attenzione affinch venga considerata la forma dell'onda impulsiva con la durata di impulso pi lunga. 7.8.2 Impianti informatici Nella realizzazione di misure di protezione contro disturbi causati da effetti di fulminazione ravvicinata, remota e diretta all'interno di un edificio raccomandabile eseguire, per i dispositivi di protezione, un concetto a cascata. In questo modo l'entit di disturbo ricca di energia viene ridotta a pi gradini. Il collegamento in cascata dei dispositivi di protezione deve essere effettuato considerando i criteri di coordinamento.

7.9 Verifica e manutenzione della protezione LEMP


Per quanto riguarda l'ispezione e la manutenzione della protezione LEMP valgono le stesse regole e condizioni descritte per l'ispezione e la manutenzione di sistemi di protezione antifulmini. Le ispezioni devono essere eseguite: durante l'installazione della protezione LEMP dopo l'installazione della protezione LEMP ad intervalli periodici dopo ogni modifica dei componenti, rilevanti per la protezione LEMP se necessario, dopo una fulminazione diretta della struttura.

8 Scelta, installazione e montaggio dei dispositivi di protezione dalle sovratensioni (SPD)


8.1 Impianti di alimentazione
Gli SPD, impiegati nellambito delle installazioni fisse degli edifici, vengono divisi in dispositivi di protezione da sovratensioni di Tipo 1, 2 e 3, secondo i requisiti e le sollecitazioni tipiche dei luoghi di installazione prescelti e provati secondo CEI EN 61643 (CEI 37-8). I requisiti pi elevati rispetto alla capacit di scarica vengono posti agli SPD di Tipo 1. Questi vengono impiegati nell'ambito dei sistemi di protezione da fulmine e protezione da sovratensioni ai passaggi dalla zona di protezione da fulminazione 0A alla zona 1 e oltre, secondo la figura 8.1.1.

Il compito di questi dispositivi di protezione, quello di evitare penetrazioni di correnti parziali da fulmine nell'impianto elettrico di una struttura. L'ultimo anello nel sistema di protezione da fulmini e protezione da sovratensioni per gli impianti di alimentazione elettrica rappresentato dalla protezione degli apparecchi utilizzatori. Il compito principale del dispositivo di protezione del Tipo 3 la protezione dalle sovratensioni, che si verificano tra fase e neutro del sistema elettrico. 8.1.1 Caratteristiche tecniche degli SPD Tra le sue principali caratteristiche troviamo: Tensione massima continuativa UC: La tensione massima continuativa (prima: tensione nominale) il massimo valore della tensione efficace che pu essere applicata secondo la pratica industriale al morsetto di collegamento del dispositivi di protezione da sovratensioni. Il valore di UC deve essere scelto in base alla tensione nominale del sistema da proteggere. Corrente impulsiva da fulmine Iimp: E la curva della corrente impulsiva standardizzata con forma d'onda 10/350 s che viene anche denominata corrente impulsiva. Corrente impulsiva di scarica nominale In: La corrente di scarica nominale In il valore di cresta della corrente che scorre attraverso il dispositivo di protezione da sovratensione (SPD). Livello di protezione Up: Con il livello di protezione di un SPD viene definito il massimo valore istantaneo della tensione ai terminali di un SPD, e allo stesso tempo viene caratterizzata la loro capacit di limitare le sovratensioni ad un livello residuo. Tenuta alla corrente di corto circuito: E' il valore presunto della corrente di corto circuito a frequenza industriale, sopportata dal dispositivo di protezione da sovratensioni con il suo fusibile di protezione installato a monte. Capacit di estinzione della corrente susseguente con Uc(If): Questa capacit, anche chiamata potere di interruzione, il valore efficace non influenzato (valore presunto) della

corrente susseguente di rete, che pu essere estinto automaticamente dal dispositivo di protezione da sovratensioni, quando applicatala tensione UC. Coordinamento: Per garantire un'azione selettiva dei diversi SPD, indispensabile un coordinamento energetico tra i singoli SPD. Il principio di base del coordinamento energetico caratterizzato dal fatto che ogni stadio di protezione scarica solo lenergia di disturbo, per la quale l'SPD predisposto. Tensione TOV: Con il termine TOV (TOV = Temporary Over Voltage) si intendono le sovratensioni temporanee, che possono verificarsi a causa di guasti nella rete in bassa o media tensione.

8.1.2 utilizzo di SPD in diversi sistemi Misure di protezione atti a garantire la sicurezza delle persone hanno sempre la priorit sulle misure di protezione da sovratensioni. Le correnti elettriche che scorrono attraverso il corpo umano possono avere effetti pericolosi. Perci sono necessarie, in ogni impianto elettrico, delle misure di protezione adeguate per evitare questo rischio. I componenti che si trovano in tensione durante il normale funzionamento devono essere isolati, rivestiti, schermati o sistemati in modo da impedire il contatto diretto con parti del corpo umano. Queste misure di protezione vengono denominate "protezione contro i contatti diretti". Inoltre, naturalmente, non deve esistere pericolo per le persone, quando a seguito di un guasto, ad esempio un isolamento difettoso, la tensione viene trasferita sull'involucro metallico (corpo dellapparecchio elettrico). Questa protezione contro i pericoli, che potrebbero derivare dal contatto con corpi metallici o masse estranee in caso di guasto, viene denominata "protezione contro i contatti indiretti". Le tensioni di contatto pi elevate che possono verificarsi in caso di guasto, devono essere interrotti in automatico entro 0,4 s. Nella distribuzione sono ammessi dei tempi di interruzione convenzionali fino a 5 s. Vengono quindi definiti come sistemi di distribuzione tre tipi base: sistema TN, sistema TT e sistema IT La PRIMA LETTERA descrive le condizioni di messa a terra della sorgente di alimentazione elettrica: T: messa a terra diretta di un punto del generatore elettrico (di solito il centro stella dell'avvolgimento del trasformatore) I: isolamento di tutte le parti attive da terra oppure collegamento a terra di un punto della sorgente elettrica attraverso un'impedenza. La SECONDA LETTERA descrive le condizioni di messa a terra degli corpi delle apparecchiature dell'impianto elettrico: T: corpo dell'apparecchiatura messo a terra direttamente, indipendentemente da qualsiasi messa a terra eventualmente gi esistente di un punto dell'alimentazione elettrica. N: corpo dell'apparecchiatura direttamente collegato alla terra del sistema di alimentazione. LETTERE SUCCESSIVE descrivono la disposizione del conduttore neutro e del conduttore di protezione: S: conduttore neutro e conduttore di protezione separati uno dall'altro C: conduttore neutro e conduttore di protezione combinati (in un solo conduttore)

8.1.3 Utilizzo di SPD nel sistema TN Per il sistema TN sono ammessi come dispositivi per la "protezione in caso di contatto indiretto" i dispositivi di sovracorrente e i dispositivi a corrente differenziale. Questo significa, per l'utilizzo di un SPD, che questi possono essere installati solo a valle dei dispositivi per la "protezione contro i contatti indiretti". Per SPD di Tipo 1 e 2, come misura per la "protezione contro i contatti indiretti" possibile solo l'utilizzo di dispositivi di protezione da sovracorrente. L'utilizzo di SPD perci sempre da analizzare nell'interazione con un fusibile come dispositivo di protezione da sovracorrente.

8.1.4 Utilizzo di SPD nel sistema TT Per il sistema TT, i dispositivi di "protezione contro i contatti indiretti" ammessi sono i dispositivi di protezione da sovracorrente, dispositivi di protezione a corrente differenziale (RCD) e, in casi particolari, i dispositivi di protezione da tensione di guasto. Questo significa, per l'utilizzo di scaricatori di corrente da fulmine o di sovratensioni nel sistema TT, che possono essere installati solo a valle dei dispositivi di protezione sopra descritti, per garantire in caso di guasto di un dispositivo di protezione da sovratensioni (SPD), la "protezione contro i contatti indiretti". Nel sistema TT la disposizione degli SPD di tipo 1 e tipo 2 deve avvenire a monte delinterruttore differenziale. Con questa disposizione si vuole garantire che, in caso di un dispositivo di protezione difettoso nel sistema TT, circola una corrente di cortocircuito che provochi lintervento del dispositivo di protezione contro la sovracorrente a monte. 8.1.5. Utilizzo di SPD nel sistema IT Per il sistema IT si considerano dispositivi di "protezione contro contatti indiretti" i dispositivi di sovracorrente, i dispositivi di protezione a corrente differenziale (RCD) e i dispositivi di controllo dell'isolamento. Nel sistema IT, dopo il primo guasto avviene soltanto una segnalazione. Una tensione di contatto troppo elevata non pu verificarsi, dal momento che al primo guasto nel sistema IT viene solo creato un riferimento verso terra del sistema. Il sistema IT diventa quindi un sistema TN o TT. Perci, un sistema IT dopo il primo guasto pu continuare ad operare senza rischio, in modo che i lavori o i processi di produzione gi iniziati possano essere conclusi. Per sistemi IT senza conduttore neutro gli SPD vengono installati nel cosiddetto circuito "3+0" tra ogni fase e il conduttore PE. Per sistemi IT con conduttore neutro pu essere utilizzato il circuito "4+0" o "3+1". Con un secondo guasto in un sistema IT deve quindi avvenire lintervento del dispositivo di protezione. 8.1.6 Calcolo della lunghezza dei conduttori di collegamento per SPD Il calcolo delle lunghezze dei collegamenti per dispositivi di protezione da sovratensione costituisce una parte importante delle norme di installazione IEC 60364-5-534. Vediamo di seguito diversi tipi di collegamento. Collegamento passante a V secondo IEC 60364-5-534 Decisivo per la protezione di impianti, apparecchiature e utenze, il valore effettivo della tensione impulsiva presente sugli impianti da proteggere. Un effetto di protezione ottimale si ottiene quando il livello della tensione impulsiva sull'impianto da proteggere corrisponde al livello di protezione del dispositivo di protezione da sovratensioni. Viene proposto per il collegamento dei dispositivi di protezione da sovratensioni una tecnica di collegamento a V, come illustrato nella figura 8.1.6.1.

Collegamento parallelo secondo IEC 60364-5-534 La tecnica di collegamento a V non utilizzabile in tutte le condizioni dell'impianto. Le correnti nominali che nell'ambito di un cablaggio a V vengono condotte attraverso morsetti doppi al limitatore di sovratensione, sono limitate dalla capacit di carico termico dei suddetti morsetti

doppi. Per questa ragione il costruttore prescrive un determinato valore di fusibile di protezione massimo ammissibile del dispositivo di protezione da sovratensioni, il che a sua volta, per sistemi con carichi nominali maggiori rende talvolta inutilizzabile il cablaggio a V. Attualmente sono disponibili sul mercato dei cosiddetti "morsetti doppi per il collegamento di due conduttori", con i quali questa "problematica" pu essere risolta. Se il cablaggio a V del tutto escluso, necessaria l'installazione dei dispositivi di protezione dalle sovratensione in una diramazione separata del circuito. All'innesco del dispositivo di protezione da sovratensioni nella diramazione, altri elementi (conduttori, fusibile) vengono attraversati dalla corrente impulsiva, che provoca sulle relative impedenze delle cadute di tensione dinamiche. Si pu notare che la componente ohmica rispetto alla componente induttiva trascurabile. Per mantenere ridotta questa caduta di tensione, l'induttanza del collegamento e quindi la sua lunghezza devono essere tenuti al minimo possibile. Disposizione del collegamento verso terra Il PEN stato collegato con la barra equipotenziale e attraverso un conduttore equipotenziale separato stato eseguito il collegamento a terra degli scaricatori. La lunghezza di collegamento effettiva (Ia) per i dispositivi di protezione da sovratensioni perci la distanza tra il punto di installazione dei dispositivi di protezione da sovratensioni (ad esempio quadro di allacciamento rete, distribuzione principale) fino alla barra equipotenziale. Con un collegamento di questo tipo si ottiene raramente una protezione efficace. Senza grandi sforzi possibile, diminuire la lunghezza di collegamento effettiva degli scaricatori (Ib < 0,5 m).

Disposizione del collegamento sul lato fase Anche la lunghezza del collegamento sul lato fase deve essere considerata. Negli impianti di distribuzione estesi deve essere prevista una protezione da sovratensioni per il sistema di distribuzione a sbarre e per i relativi circuiti (da A a D) (Figura 8.1.6.9).

Per l'utilizzo dei dispositivi di protezione dalle sovratensioni in questo caso vengono considerati in alternativa i luoghi di installazione 1 e 2. Il luogo di installazione 1 si trova direttamente sull'alimentazione del sistema a barre. Quindi, per tutte le utenze garantita nella stessa misura, la protezione da sovratensione. La scelta dei collegamenti ha un'influenza determinante sull'efficacia dei dispositivi di protezione da sovratensioni e deve perci essere considerata gi in fase di progettazione dell'impianto!

8.1.7 Dimensionamento delle sezioni di collegamento e della protezione di back-up per dispositivi di protezione da sovratensioni I collegamenti degli scaricatori possono essere soggetti a correnti impulsive, di servizio e di cortocircuito. Se i dispositivi di protezione dalle sovratensioni vengono installati come indicato in figura 8.1.7.1, i collegamenti S2 e S3 devono essere dimensionati solo in base ai criteri della protezione contro il corto circuito secondo CEI 64-8/4 e in base alla capacit di tenuta alle correnti da fulmine. Durante l'installazione dei dispositivi, occorre accertarsi, che la corrente di corto circuito che scorre effettivamente determini l'intervento della protezione di back-up. Il dimensionamento della sezione del conduttore dato dalla seguente equazione:

k2 S 2 = I 2 t
t tempo di interruzione ammissibile in caso di cortocircuito, in s S sezione del conduttore in mm2 I corrente di corto circuito totale in A k valore del coefficiente k in A s/mm2

Se la corrente di corto circuito nel luogo d'installazione maggiore della corrente di cortocircuito indicata per il dispositivo di protezione, deve essere scelto un fusibile di protezione. Per i dispositivi di protezione dalle sovratensioni, installati come indicato in figura 8.1.7.2, la corrente di servizio massima non deve superare la corrente di carico nominale indicata per il dispositivo di protezione. Per i dispositivi di protezione con possibilit di cablaggio a V, vale la corrente massima indicata per il collegamento passante (Figura 8.1.7.3).

8.2 Sistemi informatici


Gli scaricatori servono in primo luogo a proteggere gli apparecchi collegati a valle, inoltre riducono il rischio di danneggiamento dei conduttori. I dispositivi di protezione per i cavi di antenne si distinguono secondo la loro idoneit per sistemi coassiali, simmetrici o a guida donda, a seconda dell'esecuzione fisica del cavo dantenna. Procedura per la scelta e limpiego di scaricatori: esempio BLITZDUCTOR CT Per i sistemi di automazione esistono diversi tipi di segnali da trasmettere per quanto riguarda tensione (ad es. 0-10 V), corrente (ad es. 0 - 20 mA, 4 - 20 mA), riferimento del segnale (simmetrico, asimmetrico), frequenza (DC, NF, HF), tipo di segnale (analogico, digitale). Ognuna di queste grandezze elettriche del segnale pu contenere l'informazione effettiva da trasmettere. Il segnale non deve essere influenzato negativamente attraverso l'utilizzo di scaricatori di corrente da fulmine o di sovratensione negli impianti CMR (controllo, misura e regolazione). Devono essere osservati alcuni punti per la scelta dei dispositivi di protezione per impianti CMR. Livello di protezione Up Il livello di protezione un parametro del dispositivo di protezione da sovratensioni, che caratterizza l'efficienza a limitare la tensione ai suoi terminali di connessione. Il valore del livello di protezione deve essere superiore al valore massimo delle tensioni residue misurate.

Tensione residua con una rapidit di 1kV/s della tensione di inpulso di prova Questa prova serve per individuare le caratteristiche di innesco degli scaricatori a gas. Maggiore il rapporto du/dt maggiore sar la tensione di innesco dello scaricatore a gas. Tensione residua con corrente di scarica nominale Questa prova serve per l'individuazione del comportamento degli elementi di protezione con caratteristica a limitazione costante. Corrente di carico nominale IL La corrente di carico nominale del BLITZDUCTOR CT caratterizza la corrente di esercizio permessa nel circuito di misura da proteggere. Frequenza limite fG La frequenza limite descrive il comportamento di uno scaricatore in base alla frequenza. La frequenza limite la frequenza, che provoca in determinate condizioni di prova un'attenuazione di inserzione di 3 dB. Vediamo ora dei criteri di scelta: 1. Quale capacit di scarica necessaria? Il dimensionamento della capacit di scarica del BLITZDUCTOR CT dipende dal tipo di protezione che lo scaricatore deve eseguire. Per semplificare la scelta vengono esaminati i casi da a fino a d. Caso a: l'apparecchio finale da proteggere si trova in un edificio con impianto di protezione contro i fulmini esterno oppure l'edificio possiede delle costruzioni metalliche sul tetto, a rischio da fulminazione. Sar necessario utilizzare uno scaricatore di corrente da fulminazione.

Caso b: Il caso b simile al caso a, tuttavia, in questo caso l'edificio nel quale si trova l'apparecchio finale da proteggere, non possiede un impianto di protezione contro i fulmini esterno. L'utilizzo di uno scaricatore di corrente da fulmine, Tipo 1, necessario solo, se la linea CMR pu essere influenzata da un fulmine che si abbatte su una struttura vicina.

Caso c: non ci sono linee che si estendono oltre l'edificio. L'edificio disponga di un LPS esterno, nel sistema di telecomunicazione non pu essere accoppiata alcuna corrente da fulmine diretta. Vengono utilizzati dei limitatori da sovratensione.

Caso d: ledificio non possiede un LPS esterno e non possiede alcuna linea di CMR / telecomunicazione. Sono solo necessari dei limitatori di sovratensione.

2. Contro quali fenomeni di disturbo necessario prevedere una protezione? I fenomeni di disturbo si possono classificare principalmente in disturbi di modo longitudinale e disturbi trasversali. I disturbi di modo longitudinale si verificano sempre tra il conduttore di segnale e il conduttore di terra, mentre i disturbi trasversali si

verificano esclusivamente tra due conduttori di segnale. Devono essere scelti dei dispositivi di protezione che effettuano una limitazione fine della sovratensione tra filo di segnale e terra. 3. Quanto alta la frequenza del segnale da trasmettere / velocit di trasmissione dati? Il circuito di protezione del BLITZDUCTOR CT presenta una caratteristica di tipo passa basso. Per mantenere la retroattivit sul sistema di trasmissione del BLITZDUCTOR CT entro limiti ammissibili, la frequenza di segnale del circuito deve essere inferiore alla frequenza limite del BLITZDUCTOR CT. 4. Quanto grande la corrente di esercizio del sistema da proteggere? La corrente di esercizio del sistema deve essere inferiore o uguale alla corrente di carico nominale del dispositivo di protezione. 5. Quale tensione di esercizio massima si pu verificare nel sistema da proteggere? La tensione di esercizio massima che si verifica nel circuito di segnale deve essere inferiore o uguale alla tensione continuativa del BLITZDUCTOR CT, affinch il dispositivo di protezione in condizioni di servizio normale non presenti alcun effetto di limitazione. 6. Quale riferimento ha la tensione di esercizio massima? Circuiti di segnale diversi hanno riferimenti di segnali diversi (simmetrico/asimmetrico) 7. Gli elementi di disaccoppiamento integrati nel BLITZDUCTOR CT influenzano in modo persistente la trasmissione del segnale? Nel BLITZDUCTOR CT sono integrate delle impedenze di disaccoppiamento per il coordinamento degli elementi di protezione. Queste impedenze sono inserite direttamente nel circuito di segnale e, in determinate occasioni, lo possono quindi influenzare. 8. Quale effetto protettivo necessario? Fondamentalmente, esiste la possibilit di stabilire il livello di protezione, per un dispositivo di protezione da sovratensioni, in modo che questo si trovi al di sotto dei livelli di immunit dellapparecchio di automazione/telecomunicazione da proteggere. 9. La protezione degli impianti deve essere eseguita a uno o due gradini? In base all'infrastruttura dell'edificio ed ai requisiti di protezione definiti attraverso il concetto di protezione da fulminazione a zone, pu essere necessario installare degli scaricatori di corrente da fulmine o di sovratensione in locali separati oppure in un unico punto dell'impianto.

8.2.1 Impianti di controllo, misurazione e regolazione I sistemi di controllo, misura, e regolazione (CMR) sono soggetti al possibile accoppiamento di sovratensioni. La conseguente distruzione di componenti e i possibili guasti sull'unit di regolazione possono compromettere notevolmente il controllo del processo. Un danno del genere, pu avere conseguenze gravi per l'operatore in quanto tutte le componenti intelligenti del bus di campo incluse nello stesso segmento possono guastarsi contemporaneamente. Questo pu essere rimediato con l'utilizzo dei dispositivi di protezione da fulmini e da sovratensioni (SPD), che devono essere scelti in base alla specifica dell'interfaccia. Spesso, per isolare galvanicamente il lato campo dal lato processo, vengono utilizzati degli elementi optoelettronici per la trasmissione dei segnali sui sistemi di controllo processo. 8.2.2 Tecnologia di gestione di un edificio A ricercare delle soluzioni per ridurre il costo della gestione dell'edificio. Uno dei metodi con cui i costi possono essere ridotti in modo duraturo, la gestione tecnica dell'edificio (supervisione). Si tratta di uno strumento completo, che permette di predisporre, mantenere operative e adattare alle necessit organizzative le attrezzatura tecniche di un edificio, in modo continuativo. In questo modo possibile un utilizzo ottimale che aumenta la redditivit di un immobile.

8.2.3 Sistema di cablaggio generico La norma europea EN 50173 definisce un sistema di cablaggio universale. Esso composto dai seguenti elementi funzionali: Armadio di distribuzione a livello campus (CD) Dorsale di comprensorio, Armadio di distribuzione a livello edificio (BD), Dorsale di edificio, Armadio di distribuzione a livello piano (FD), Cablaggio orizzontale, Cassetta di distribuzione per cavi (a scelta) (CP), Terminale utente (TO). 8.2.4 Circuiti di misura a sicurezza intrinseca In tutti i settori dell'industria, nei quali durante la lavorazione o il trasporto di sostanze infiammabili si possono formare un'atmosfera esplosiva in quantit pericolosa, devono essere prese delle misure particolari per la protezione contro il rischio di esplosione. I settori dell'impianto vengono suddivisi in zone cosiddette zone Ex. Zone Ex le aree, nelle quali si creano delle miscele esplosive attraverso, ad esempio, gas, vapori o nebbie, vengono suddivise in zone Ex da 0 fino a 2, e nelle zone Ex dove si possono creare delle miscele esplosive causate da polveri, denominate zone 20 fino a 22. A seconda della capacit di innesco delle sostanze infiammabili presenti nel relativo settore di utilizzo, vengono distinti i gruppi di esplosione I, IIA, IIB e IIC, per i quali sono state fissate diverse curve di limite di innesco. La curva di limite di innesco, dipendente dal comportamento di innesco della sostanza infiammabile in esame, fornisce il valore massimo per la tensione e la corrente di esercizio. Protezione da innesco a sicurezza intrinseca Il modo di protezione da innesco a sicurezza intrinseca si basa sul principio della limitazione di corrente e tensione nel circuito elettrico. L'energia del circuito o di una parte del circuito, che in grado di fare innescare un'atmosfera esplosiva, viene mantenuta cos bassa, che n attraverso una scintilla n attraverso un riscaldamento di superficie degli elementi elettrici, si possa verificare l'innesco dell'atmosfera esplosiva circostante. Il vantaggio economico per l'utilizzo di circuiti a sicurezza intrinseca basato sul fatto che anche nella zona Ex possono essere utilizzate apparecchiature passive non certificate Ex solitamente richieste nelle zone Ex. Sovratensioni transienti nella zona Ex Durante una fulminazione diretta la caduta di tensione provoca sull'impianto di messa a terra un aumento di potenziale in una misura compresa da 10 fino a 100 kV. Queste differenze di potenziale sono nettamente maggiori della tenuta all' isolamento delle singole apparecchiature e possono facilmente provocare una scarica pericolosa. Classificazione dei mezzi di servizio nella categoria ia o ib Si possono distinguere due categorie per quanto riguarda l'affidabilit. La categoria ib specifica che al verificarsi di un guasto in un circuito a sicurezza intrinseca, la sicurezza intrinseca deve essere mantenuta. La categoria ia richiede, che al verificarsi di due guasti indipendenti tra loro, la sicurezza intrinseca venga mantenuta. Valori massimi della corrente I0, tensione U0, induttanza L0 e capacit C0 Nel passaggio tra una zona Ex e zona non-Ex/zona sicura, per la separazione di queste due zone distinte vengono utilizzate delle barriere di sicurezza o delle interfacce con circuito di uscita Ex(i). I valori di sicurezza massimi di una barriera di sicurezza o di una interfaccia con un circuito di uscita Ex(i) sono stabiliti da un certificato di prova rilasciato da un ente autorizzato: tensione di uscita massima U0 corrente di uscita massima I0

induttanza esterna massima L0 capacit esterna massima C0

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