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LANFRANCO ROSSI I GESUITI E LESICASMO Qualche anno fa alcuni turisti italiani che visitavano un mo- nastero della Romania rimasero ammirati dai monaci che si de- dicavano alla preghiera del cuore. Parlando con l’archimandrita dissero che, una volta tornati in Italia, avrebbero voluto prati- carla anche loro. Il monaco rispose che la preghiera del cuore non consiste solo nel ripetere in continuazione una giaculatoria. Bisogna arrivare a ripeterla nel silenzio di tutto se stesso, cosi che la mente possa scendere nel cuore. Per riuscirci é necessario adottare una disciplina ascetica adeguata, evitare la carne e gli alcolici, astenersi da tante altre cose superflue. Ma soprattutto bisogna trovare un padre spirituale sperimentato, che sappia guidare un discepolo attraverso tutte le difficolta e le insidie di questo cammino. Questo insieme di cose costituisce I’esicasmo, che é la tradizione spirituale tipica dell’Oriente cristiano. In Oc- cidente non c’é una tradizione di questo genere e non c’é nep- pure ambiente adatto perché vi fiorisca. In conclusione, soste- neva il monaco, in Italia non si pud dedicarsi alla preghiera del cuore. Proprio in quei mesi in Italia veniva pubblicato un piccolo volume, scritto da Toma’ Spidlik: Lo starets Ignazio. Starets in russo significa “anziano”, nel senso di padre spirituale; Ignazio é il fondatore dei gesuiti, sant’Ignazio di Loyola, Lautore spiega che gli Esercizi spirituali di sant’Ignazio distinguono tre gradi di preghiera: il primo & riconducibile all’esame di coscienza, il se- condo comprende le varie forme di preghiera orale, come la re- cita dei salmi. Il terzo modo di pregare é la preghiera semplice, 203 di intimita col Signore, senza sforzo mentale alcuno, ossia la pre- ghiera del cuore!. Quindi il metodo di sant’Ignazio culmina in una forma di preghiera analoga a quella degli orientali. Lo schema dei tre stadi della preghiera é tipico della tradi- zione orientale, e questo é uno degli elementi che fanno pensa- re che Ignazio, nell’elaborare il proprio metodo, si sia ispirato ad autori esicasti, come Giovanni Climaco*. Delle somiglianze tra metodo esicasta ed Esercizé spirituali di sant’Ignazio si era gii occupato lo studioso francese Irénée Hau- sherr, In un articolo del 1954 faceva notare che il punto comune agli Insegnamenti di sant’Ignazio e al metodo esicasta é idea della pattecipazione del corpo alla preghiera’. Di diverso c’é che Igna- zio non fornisce indicazioni precise e neppure attribuisce partico- lare significato a un metodo specifico; anche lui perd da conside- revole importanza al contesto, all’ambiente e al comportamento fisico dell’esercitante, cioé alla posizione del corpo pit adatta a fa- vorire la meditazione. Anche Ignazio suggerisce un metodo rit- mato d’orazione, che combina le parole con la respirazione, e que- sto é cid che pid ricorda il metodo respiratorio orientale. Spidlik e Hausherr sono entrambi gesuiti, entrambi specia- listi dell’Oriente cristiano e docenti al Pontificio istituto orien- tale di Roma. I loro studi hanno coinciso con il rinnovato inte- resse della Chiesa cattolica verso l’esicasmo, che é cresciuto spe- cialmente a partire dalla meta del secolo scorso. Hausherr ha inaugurato gli studi filologici sui testi esicasti; in pratica ha fatto nascere, come disciplina autonoma, gli studi sulla spiritualita esi- casta. Ha valorizzato autori finora discriminati, come Evagrio 'T. SPIDLIK, Lo starets Ignazio, Roma 2000, pp. 36-40, 61-63, 83-84. 2 V, Pocal, Saint Jean Climaque et saint Ignace de Lojola, in «Proche Orient Chrétien» XXXII (1982), pp. 51-85; Ib., El Oriente ex las fuentes de los Ejercicios, in Las Fuentes de los Ejercicios Espirituales de san Ignacio, J. Plazola, 1998. > 1, HausHERR, Les Exercises Spirituels de Saint Ignace et la méthode d'oraison bésycbastique, in «Orientalia Christiana Periodica» XX (1954), pp. 7-26. 204 Pontico, rilevandone l’importanza capitale per la formazione della spiritualita orientale, e ha creato una scuola di cultori della spiritualita dell’Oriente cristiano. Non era solo un teorico; si é sforzato di manifestare a tutti i cristiani che Papporto della spiritualita orientale & indispensa- bile per capire e penetrare qualunque spiritualita cristiana. Se- condo lui la preghiera continua, l’obbedienza a una guida, il di- scernimento degli spiriti devono riproporsi ai cristiani di oggi, Oriente e Occidente, come modelli tuttora validi. In un con- vegno del 1963 sull’impegno cristiano dei laici, propose per i cri- stiani di oggi ideale ascetico e apostolico degli antichi monaci orientali*, Hausherr ha passato la fiaccola al suo erede piii di- retto, Toma’ Spidlik, che ha ampliato il panorama facendo co- noscere |’esicasmo russo ¢ ha chiarito i concetti chiave relativi alla preghiera del cuore. E stato tra i primi a sviluppare una comparazione tra tecniche di preghiera cristiane d’Oriente e d’Occidente. Il lavoro di questi due studiosi ha fatto si che la compren- sione reciproca tra Chiese d’Oriente e d’Occidente proceda pid speditamente a livello mistico-ascetico che a quello dogmatico o diplomatico®. I libri di Spidlik, che & stato discepolo e successo- re di Hausherr al Pontificio istituto orientale, sono stati tradotti in numerose lingue e vengono anche usati come libri di testo in alcuni seminari orientali. Ma la sua opera ha una portata che va al di la della cultura e degli studi. Giovanni Paolo II lo consul- tava regolarmente sui temi relativi all’Oriente cristiano. Alcuni suoi discorsi, che hanno sancito un avvicinamento tra esicasmo e spiritualita occidentale, rivelano l'impronta del cardinale boemo. Lo stesso si pud dire per alcune parti della lettera apo- stolica Orientale lumen. 4V. Poca, Irénée Hausherr. Un Maestro, in Per la storia del Pontificio istitu- to orientale, OCA 263, Roma 2000, pp. 221-225 +E. Montanant, La fetica del cuore, Milano 2003, p. 208. 205 Probabilmente l’interesse dei due studiosi per le forme orientali di preghiera e di direzione spirituale é legato al fatto che loro stessi esercitavano la direzione spirituale. Spidlik & stato padre spirituale al collegio Nepomuceno, Hausherr faceva da cappellano a una piccola comunita di suore. Alexandra Celia, che sta studiando la sua opera, ha scoperto due quaderni del dia- rio spirituale di Hausherr’. Essi documentano che, in preghiera, raggiungeva l’esperienza di quiete di cui sempre parlano gli esi- casti: «(4 maggio 1944) Ho intravisto mentalmente, in maniera sperimentale, fisica e sensibile [...] la qualita della pace [...]. Si chiama onnipresenza e totale assenza. Era l’una e l’altra insieme e qualcosa di assolutamente uno; troneggiava e si espandeva, maest e sortiso, sollecitudine e solitudine [...] qualunque di- scorso la profanerebbe»’. I padri orientali dicono che una direzione spirituale vera e piena richiede il dono della veggenza, cioé la capacita di coglie- re intuitivamente la condizione di un’anima. Anche questo é te- stimoniato nel diario di Hausherr: «Jeri ho visto una piccola anima (si un’anima e l’ho vista) la quale vive divinamente [...] il silenzio della vita, la calma del divino, l’ignoranza infinita, per eccesso di scienza». Quindi non solo un grande studioso, ma un vero uomo di preghiera: «(5 maggio 1944) resta per me la formula migliore»’. Lopera di Spidlik e di Hausherr ha dunque avuto un im- patto su un pubblico vastissimo e diversificato. Si radica su un’e- sperienza personale, ed é a carattere prevalentemente culturale. Invece altri due gesuiti, seguendo lo stesso filone, hanno porta- to avanti un’azione pitt pratica, che prosegue e completa l’ope- ra dei due studiosi. Nel loro caso il fine é di diffondere la pre- © A. CELIA, Due diari di Irénée Hausherr, in Irénée Hausherr et la Spiritualité de Orient Chrétien, OCA 70, Roma 2004, pp. 57-74. 7 V. PocGt, Irénée Hausherr, cit., p. 224. 8 Ibid., p. 225. 206 ghiera del cuore, insegnando un metodo pratico. Si tratta di un lavoro che ha un impatto immediato meno ampio, ma spinge le persone a tradurre gli insegnamenti dell’esicasmo in una pratica di vita quotidiana che trasforma le abitudini e la mentalita. Da molti anni, a Roma, padre Mariano Ballester tiene dei corsi di meditazione seguiti da ogni tipo di persone. Vi si inse- gnano le tecniche base, di applicazione universale, per distoglie- re la mente da quel flusso di pensieri che normalmente la occu- pa. Raggiunto un certo grado di raccoglimento interiore, il me- ditante pud ripetere una invocazione che lo aiuti a percepire Yonnipresenza del Signore, e a mantenersi in un clima di silen- zio adorante. Dopo il corso, i partecipanti portano avanti auto- nomamente la pratica di meditazione nel proprio ambiente. I corsi non implicano un legame continuativo ma c’é la possibilita, essendo fedeli alla pratica, di seguire dei corsi successivi che ap- profondiscono i diversi aspetti del metodo. Moltissimi religiosi hanno frequentato questi corsi e hanno portato la meditazione nella vita quotidiana della propria comunita religiosa. Tl lavoro che p. Cappelletto ha svolto a Torino negli ultimi trent’anni @ invece rivolto soprattutto ai lontani dalla Chiesa e ha fatto nascere un movimento ecclesiale: i “Ricostruttori nella preghiera”. Il corso in cui si insegnano gli elementi base della preghiera del cuore & simile a quello di p. Ballester, ma & pid prolungato nel tempo, pit articolato, e normalmente é seguito dal formarsi di un gruppo di preghiera. Questo implica un in- contro settimanale e un ritiro mensile, come raccomandato dalla tradizione. Questa continuita permette, a chi lo desidera, di avere un accompagnamento spirituale che aiuta a superare le inevitabili difficolta che il principiante incontra, e a fornirgli gli incentivi necessari a ogni crescita spirituale. I gruppi di preghiera richiedono sedi proprie per incontri e ritiri, per questo il movimento, che si é esteso in tutta Italia, ha gid una sessantina tra centri per gli incontri settimanali, case re- ligiose e cascine per i ritiri. 207 Non si pud quindi affermare che la preghiera del cuore non puo attecchire in Occidente. C’é sempre stata da quando Cas- siano, agli inizi del V secolo, ha diffuso l’esicasmo nel mondo la- tino. E presente negli Esercizé di sant’Ignazio, fondatore di un ti- pico ordine di vita attiva, come i gesuiti. Anzi, proprio grazie ad alcuni gesuiti, la preghiera del cuore é oggi ampiamente diffusa in Italia e radicata negli ambiti pid diversi. 208

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