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PROIEZIONI IV TRIMESTRE 2011 BORSADOCCHIAPERTI

Ci eravamo lasciati tre mesi fa focalizzando due problemi che sarebbero stati al centro dei mercati:

Doule dip Default di Stato


In questo periodo stata fatta senza ombra di dubbio molta chiarezza, sulla vera entit della crescita e soprattutto sulla solvibilit di alcuni stati. Il Pil Usa nel primo e secondo trimestre cresciuto ad un ritmo di 0,4 e 1% su base annua, troppo basso per non trascurare i rischi di una nuova recessione e ben sotto quelle che erano le attese degli analisti fino a quattro o cinque mesi fa. Il forte rallentamento della crescita americana sembra dovuto principalmente al calo della spesa pubblica, alle prese con esigenze di bilancio, inevitabili, dopo le spese folli, necessarie al salvataggio del sistema bancario e al rilancio dei consumi dopo la crisi subprime.
2009 I II III IV 3,8 0,4 0,5 -4,8 3,1 0,4 36,8 -3,8 -3,7 -30,8 11,7 -3,8 ----23,5 28,4 13,7 17,4 21,8 0,4 -0,9 2,2 -1,3 9,9 -2,9 4,9 7,2 12,1 -2,7 12,5 14,4 4,6 -1,2 2,8 0,5 7,8 -3,9 5,5 I 3,9 2,7 6,4 9,9 4,8 1 31,5 1,2 6 -24,7 21,7 -15,3 ----10 11,8 6,1 21,6 26 3,3 3,7 8,8 6 14,7 0,4 5,4 II 3,8 2,9 3,8 7,8 1,9 2,5 26,4 19,5 18,6 7,5 23,2 22,8 ----10 8,9 12,6 12,3 12,4 11,6 1 3,2 5,7 -1,8 -0,5 3,9 Gross domestic product -6,7 -0,7 1,7 Personal consumption expenditures -1,5 -1,9 2,3 Goods 0,1 -2,3 7,6 Durable goods 2,4 -4 20,3 Nondurable goods -1 -1,5 2 Services -2,3 -1,7 -0,1 Gross private domestic investment -46,7 -22,8 2,9 Fixed investment -32,2 -17 0,7 Nonresidential -31,3 -15,8 -3,3 Structures -32,1 -33,3 -20,1 Equipment and software -30,8 -4,2 6,4 Residential -35,4 -21,3 17,8 Change in private inventories --------Net exports of goods and services --------Exports -29 -0,5 13,9 Goods -34,9 -2,9 21,3 Services -14,7 4,7 0,1 Imports -34 -15 16,3 Goods -37,1 -17,9 19,6 Services -19,3 -2,5 4,2 Government consumption expenditures and gross investment -1,7 5,9 1,3 Federal -3,3 14,4 5,9 National defense -7,5 16,3 8,2 Nondefense 6,5 10,4 1 State and local -0,8 0,9 -1,5 Addendum: Gross domestic product, current dollars5,2 -1,1 1,9 2010 III 2,5 2,6 4,8 8,8 3 1,6 9,2 2,3 11,3 4,2 14,1 -27,7 ----7,8 9,2 4,7 -2,3 -0,5 -10,4 -2,8 -3 -5,9 3,1 -2,7 4,2 IV 2,3 3,6 8,3 17,2 4,3 1,3 -7,1 7,5 8,7 10,5 8,1 2,5 ----7,9 10,6 1,7 8,3 9,5 2,2 -5,9 -9,4 -12,6 -2,7 -3,4 3,1 I 0,4 2,1 4,7 11,7 1,6 0,8 3,8 1,2 2,1 -14,3 8,7 -2,4 ----3,1 2,7 3,9 1,9 1,9 1,6 -0,9 2 7,1 -7,5 -2,8 3,5 2011 II 1 0,4 -1,4 -5,1 0,4 1,4 6,4 8,7 9,9 15,7 7,9 3,4

Come potete vedere nella tabella qui sopra le spese governative hanno registrato negli ultimi tre trimestri un dato negativo, mentre (seconda riga) le spese personali hanno vistosamente rallentato la crescita, attestandosi ad un modesto 0,4. Questo mix, pertanto sta incidendo negativamente sopra ogni altra cosa. Lassenza di una politica violentemente espansiva della Fed, avrebbe aggravato senza ombra di dubbio le cose. Al contrario, un abbassamento dei tassi sul debito pubblico, grazie al QE1-2, ha permesso al Governo americano di controllare al meglio la diminuzione di investimenti senza far ricadere in recessione leconomia stessa. Non deve quindi stupire il piano varato dal Presidente Obama da ben 447 miliardi, secondo il quale sono previsti sgravi fiscali sui lavoratori dipendenti e piccole imprese. Attualmente il Presidente sta cercando di trovare i fondi necessari alla copertura, attraverso un aumento delle aliquote che

riguardano i redditi sopra 1 milione di euro, (Buffet Tax) che paradossalmente (grazie alle politiche scellerate di Regan e Bush) sono pi basse di quelle pagate da un lavoratore medio. E chiaro che questa proposta trover la palese opposizione dei repubblicani i quali si sono sempre dichiarati contrari ad un aumento delle tasse. Essi si appelleranno alla cosiddetta curva di Laffer, secondo la quale unaliquota pi bassa porta ad ottenere un gettito pi alto. Tale teoria non ha mai avuto la concretezza di funzionare, mentre il Nobel per leconomia Joseph Stiglitz lha definita, nel suo libro I ruggenti anni Novanta, una teoria scarabocchiata su un foglio di carta. Repubblicani o curva di Laffer che sia, comunque, il sistema fiscale americano andr riformato, in favore di una pi equa redistribuzione dei redditi se si vorr evitare una nuova recessione. Le misure varate da Obama, infatti, anche se inflattive, dovrebbero consentire di mantenere un livello dei consumi accettabile (aumento dei redditi disponibili della classe media) e parallelamente poter intraprendere quella politica di risanamento soft, ma strutturale, dei conti pubblici come augurato da Bernanke, senza quindi incidere negativamente sulla crescita. Si parla di una manovra da 4000 mld in dieci anni VARIAZIONI PERCENTUALI PIL USA

VENDITA AL DETTAGLIO

Questi due grafici danno lidea di quanto i consumi privati incidano sul rallentamento della crescita Usa. Negli ultimi mesi le vendite al dettaglio hanno subto un appiattimento della curva, che sembra destinato a proseguire o addirittura a peggiorare in assenza di interventi decisi dellamministrazione Obama. Una maggiore redistribuzione del reddito dovrebbe incidere positivamente. La perdita di potere del salario medio, negli ultimi 30 anni stata una delle principali cause della decadenza delleconomia Usa. Il cittadino medio infatti, per mantenere lo stesso tenore di vita ha dovuto ricorrere sempre pi al credito, fino a raggiungere un livello insostenibile, come abbiamo visto con lo scoppio della bolla subprime. Negli ultimi 30 anni, invece, la crescita ha interessato esclusivamente le classi pi ricche.

Personalmente non so quali numeri possano avere sotto mano, i repubblicani, per ostacolare le misure di Obama. In caso di guerra politica, su questo fronte, saranno guai seri per tutti quanti. Se guardiamo infatti la ricchezza dei consumatori americani, ci dovremo preoccupare, in assenza di una redistribuzione delle risorse.

La ricchezza totale delle famiglie, al netto dei debiti infatti scesa di 6000 mld di dollari attestandosi a 58000 mld . Il grafico esprime la ricchezza in percentuale del Pil americano. Un calo della stessa rappresenta una minor propensione al consumo. E chiaro che agire su una maggior redistribuzione della stessa, attraverso una politica fiscale pi equa, aumenter il potenziale del consumatore medio. Quando si parla di ricchezza nazionale viene escluso anche lammontare dei bond posseduti dai risparmiatori, in quanto una partita di giro tra Stato e investitori. E alquanto esplicita quindi la volont espressa dalla Fed di spingere questultimi verso due voci ben precise: 1) Consumi 2) Investimenti di rischio Con loperazione Twist la Fed schiaccer sempre pi i rendimenti di lungo, fino ad arrivare (ci siamo gi) a rendimenti reali negativi. E chiaro che questo un forte stimolo ad investimenti di rischio da parte di aziende e risparmiatori. Lequity sulla carta dovrebbe essere maggiormente competitivo, mentre sul fronte dei mutui i tassi dovrebbero convergere verso il basso a beneficio dei debitori. Grazie alla Fed, che ha dichiarato amore eterno ai bond Usa diventandone il maggior sottoscrittore, lamministrazione americana potr operare in piena tranquillit, al fine di ridurre il proprio debito pubblico. Come possiamo vedere, questo lesatto contrario di quanto sta accadendo in Europa, dove i paesi alle prese con il risanamento devono convivere con uno stress da tassi alti, dovuto principalmente dalla scarsa fiducia del mercato. Questo spiega le lacune evidenti della zona Euro.

LA CRESCITA IN EUROPA E COME USCIRE DALLA CRISI


CRESCITA REALE EUROPA Sweden Poland Finland Norway Germany United States Belgium Austria Czech Republic Netherlands Switzerland European Union (27 countries) European Union (25 countries) France European Union (15 countries) Denmark United Kingdom Euro area (17 countries) Euro area (16 countries) Italy Spain Japan Portugal Greece 2009 -5,3 1,6 -8,2 -1,7 -5,1 -3,5 -2,8 -3,8 -4,1 -3,9 -1,9 -4,3 -4,3 -2,7 -4,4 -5,2 -4,9 -4,3 -4,2 -5,2 -3,7 -6,3 -2,5 -2 2010 5,7 3,8 3,6 0,3 3,7 3 2,2 2,3 2,3 1,8 2,7 1,8 1,9 1,5 1,8 1,7 1,4 1,8 1,8 1,3 -0,1 4 1,3 -4,5 2011 4,2 4 3,7 2,7 2,6 2,6 2,4 2,4 2 1,9 1,9 1,8 1,8 1,8 1,7 1,7 1,7 1,6 1,6 1 0,8 0,5 -2,2 -3,5 2012 2,5 3,7 2,6 2,5 1,9 2,7 2,2 2 2,9 1,7 1,7 1,9 1,9 2 1,8 1,5 2,1 1,8 1,8 1,3 1,5 1,6 -1,8 1,1

La tabella appena riportata classifica i paesi dellUnione in base al tasso di crescita previsto per il 2011. Come possiamo vedere i famosi Piigs sono nella casella rossa, mentre quelli nordici si trovano in quella verde. Solo un miracolo potr posizionare lItalia nella casella verde nei prossimi 5 anni. Il nostro paese cresce ad un ritmo dimezzato rispetto alla media europea, quando invece occorrerebbe ben altro per ristabilire un rapporto Debito/Pil accettabile. E evidente che la manovra stata solo un tampone. Cosa diversa sarebbe stata quella di agire sui patrimoni ingenti al fine di abbassare drasticamente il debito e parallelamente intervenire sulle voci che fino ad oggi hanno penalizzato la produttivit, come il costo del lavoro. Sempre unaltra anomalia, nella tabella data dalle previsioni di crescita del 2012. Ad esempio Italia e Spagna dovrebbero vedere un tasso maggiore rispetto al 2011, mentre la Germania scenderebbe da un +2,6 ad un +1,9. In sostanza le previsioni per il 2012 vedrebbero una crescita pi omogenea tra i paesi dellUnione, che si concilia poco bene con le diversit dellesigenze di rientro del debito. In ogni caso i miracoli sono sempre possibili. La realt invece sembra essere unaltra, a tal punto che il FMI ha rivisto la crescita per lItalia a +0,6 nel 2011 e +0,3 nel 2012. E evidente che i problemi sono strutturali e non passeggeri, in quanto la storia ce lo insegna. Inoltre, paesi come lItalia, alle prese con politiche di austerit al di sopra della media europea, saranno destinate a sottoperformare le aspettative di crescita, con conseguenze poco rassicuranti sui conti stessi. Il tutto supportato da un differenziale dei tassi, rispetto ai paesi pi virtuosi, di oltre 3 punti percentuali, che pesa come un macigno considerato il nostro debito pubblico. Un primo passo concreto pertanto potrebbe arrivare dallemissione degli Eurobond che allieverebbe e non poco gli sforzi che lItalia sar destinata a sopportare, ma su questo la Merkel sembra avere gli orecchi (e soprattutto gli occhi) tappati. La struttura attuale dellUE pertanto inconciliabile con un miglioramento della situazione economica a lungo termine, in termini omogenei. Le soluzioni quali potrebbero essere?

Innanzitutto la Bce, come ho predicato instancabilmente sul blog, dovrebbe essere nella condizione di operare in piena autonomia, allo scopo di ridurre gli spread sui bond, che allo stato attuale sono insostenibili e deleteri per i paesi come il nostro. E chiaro che una riforma del genere dovrebbe essere supportata da unomogeneit politico-fiscale, volta a rassicurare quei paesi pi parsimoniosi come la Germania o la Finlandia, tanto per fare due esempi lampanti. Il passaggio agli Eurobond pertanto sarebbe a quel punto un atto scontato. Basti pensare che la politica monetaria della Fed ha portato i tassi decennali sotto il 2%. Immaginatevi che cosa ne sarebbe dei nostri conti pubblici con un livello dei tassi simile (mettiamo ad esempio al 3 e non il 5,60 attuale) e quali risorse in pi potrebbero essere utilizzate per la crescita. E chiaro che gli investitori istituzionali non hanno scritto in fronte Giocondo, e sono consapevoli delle crepe presenti sul sistema europeo. Solo un cambiamento come descritto fin qui, ridarebbe la fiducia necessaria per impiegare in modo pi variegato la liquidit, che ad oggi sbilanciata tutta a favore di Dollaro, Bund e mercati emergenti (giustamente). Fermo cos restando le cose, lEuro sar destinato a svalutarsi costantemente al fine di riequilibrare le falle. Difficile stabilire quale potrebbe essere il livello di cambio ideale. Alcuni parlano di un Euro a 1,20 contro Dollaro, anche se le proiezioni corrette andrebbero fatte con le valute emergenti, in considerazione della forbice salariale e degli interscambi commerciali. Sempre secondo gli esperti le valute asiatiche risultano ancora molto sottovalutate rispetto agli altri cambi come Dollaro ed Euro. Tutto ci assume ancor pi valore nel momento in cui linflazione sembra raffreddarsi nelle aree emergenti. MERCATI EMERGENTI

Parlando di mercati emergenti necessario prima di tutto far vedere alcune tabelle per avere unidea di quale sia lequilibrio della crescita mondiale. Nella tabella in alto i paesi vengono colorati in base a fasce di Pil in termini nominali di dollari. Come possiamo osservare solo la Cina, fra gli emergenti, rientra nella fascia che supera i 2 mila mld di dollari di Pil, sempre in termini nominali. India, Russia e Brasile invece si trovano nella fascia compresa tra i mille i 2 mila mld, pur avendo una situazione demorafica ben superiore ai singoli paesi europei.

Se guardiamo invece la situazione in termini di Pil espresso secondo il potere dacquisto la situazione cambia radicalmente. Cina e Usa rappresentano le locomotive delleconomia globale, mentre Russia, India e Brasile si trovano in una posizione ben pi forte rispetto allEuropa vista nel suo insieme. La cosa ancora pi grave se confrontata solo con Italia e Spagna. Da qui si intuisce come i cosiddetti BRIC presentino ancora una situazione valutaria estremamente sottovalutata. Questo scenario dovrebbe favorire un raffreddamento dellinflazione nei paesi emergenti che fino ad oggi hanno subto il rialzo delle materie prime in presenza di un aumento salariale a due cifre. Lassenza di politiche monetarie pi espansive, rischierebbe infatti di far cadere in modo grave i tassi di crescita. Alcuni paesi come Cile, Messico e Brasile hanno gi iniziato un allentamento della politica monetaria. Presto questo dovrebbe accadere in Cina e India. Il tutto ovviamente favorito da un chiaro rallentamento della crescita sui paesi avanzati. Paesi come Cina e Russia ad esempio presentano un rapporto debito/Pil estremamente basso, anche se consideriamo quello privato. E molto probabile che in questi paesi verr stimolata la domanda interna, visto il raffreddamento dellinflazione e la crescita anemica dei paesi avanzati. Inoltre, onde evitare una repentina rivalutazione del cambio, le autorit monetarie dei BRIC tenderanno ad iniettare liquidit a favore dei paesi a valuta debole come per il caso dellEuro. In questo contesto le societ esportatrici verso le aree emergenti dovrebbero essere le pi favorite. Detto questo i paesi emergenti contribuiranno per circa il 70% alla crescita complessiva della crescita mondiale. Sulla base di quanto fino a qui detto lasset ideale secondo il sottoscritto su un benchmark 100% azionario il seguente:

35% MERCATI EMERGENTI 40% EUROPA 25% USA


La cosa comunque che mi fa pi tristezza vedere come il continente pi ricco di risorse al Mondo, lAfrica, sia in realt il pi bisognoso. Guardate nelle mappe quanti colori al limite della sopravvivenza. Vergognoso lo sfruttamente dei paesi avanzati, solo per questo.......lasciamo stare!

Vista la situazione della crescita mondiale, le cui prospettive sono peggiorate drasticamente rispetto a tre mesi fa, cosa che avevo messo in cantiere, doveroso affrontare il nodo cruciale dello sconforto che ci accompagna da molte settimane e che non ho affatto trascurato: DEFAULT DI STATO. Prima di affrontare il tutto vorrei descrivere brevemente il potere di una banca centrale, in merito allemissione di nuova moneta: BCE Il diritto esclusivo di autorizzare l'emissione di banconote all'interno dell'area dell'euro. FED Stabilire la politica monetaria nazionale influenzando la quantit di moneta in circolazione e le condizioni creditizie dell'economia al fine di perseguire il massimo impiego, la stabilit dei prezzi e moderati tassi di interesse a lungo termine Avete capito bene, la nostra banca centrale pu solo autorizzare una decisione proveniente dallalto in tema di emissione monetaria. La Fed al contrario pu decidere. Insomma una bella differenza, con la quale si pu spiegare a grandi linee le difficolt dellUnione Europea, nel ristabilire quel grado di serenit necessario al corretto funzionamento dei mercati. In queste ultime settimane abbiamo potuto constatare come le misure prese dai paesi dellUnione, non siano servite a riportare il sereno fra i paesi meno solvibili. La Grecia prima di tutto ha visto un forte peggioramento dei propri conti, nonostante le cure da cavallo che hanno portato leconomia in forte recessione. Inoltre la forte pressione fiscale ha peggiorato ulteriormente la capacit di riscossione da parte dello Stato. Insomma, il paese ellenico sembra avere proprio le ore contate per dichiarare default. Una soluzione che molti ormai danno per scontata, mentre il dibattito si sposta sul come pilotare il tutto, al fine di isolare leffetto contagio. A proposito di contagio adesso voglio mettere allattenzione alcune tabelle non trascurabili. LA STORIA DEI DEFAULT DAL 1800

Sullasse delle ordinate troviamo il numero dei paesi che in un determinato anno hanno dichiarato default.

Come possiamo vedere quindi i default di stato non sono mai stati isolati fra di loro. Il periodo che vide il minor numero di default furono gli anni del boom post bellico che termin alla fine degli anni 60. Quelli invece pi numerosi risalgono alla crisi del 29, ma soprattutto agli anni 80. Nel 29 le cause furono ovviamente imputabili al ciclo economico mondiale, mentre negli anni 80 come vedremo, le dittature politiche di molti stati portarono al fallimento del sistema stesso, in un contesto economico globale debole. Ecco in quei periodi chi furono i paesi che dichiararono insolvenza. DEFAULT 1920/1980

DEFAULT DAL 1980

Come possiamo vedere pertanto il default di uno Stato non di per s un tab. Anzi in molti casi nella lista di cui sopra troviamo paesi che sono ad oggi fra i principali pionieri della crescita, come ad esempio la Russia, il cui default passato alla storia come il meno oneroso per il sistema internazionale. Il paese infatti pag l82% circa del proprio debito attraverso una ristrutturazione light. Default infatti non significa perdere tutti i soldi investiti in un determinato paese, ma solo una parte che in passato ha variato dal 18% al 95%. La media storica del costo sostenuto dai creditori per un default si aggira inoltre al 50% del totale. Queste statistiche dal mio punto di vista sono molto importanti al fine di comprendere quanto i mercati, nella loro efficienza abbiano scontato un default e quanto invece siano impreparati. Secondo i Cds che ad oggi sono gli strumenti pi veritieri che abbiamo sul mercato, per poter leggere le probabilit di default di un paese possiamo estrapolare la seguente classifica: PAESE PROBABILITA DI DEFAULT GRECIA 93% PORTOGALLO 63% VENEZUELA 56% IRLANDA 52% PAKISTAN 48% ARGENTINA 44% Ad oggi il default della Grecia dato per certo, ma il problema non sar tanto se ci sar, ma piuttosto di quanto e come sar. Il mercato, se guardiamo a come vengono prezzati i bond in circolazione sta scontando un default con un costo del 50%. Personalmente, credo, che con la buona volont da parte di tutti, si possa far meglio, di quanto scontato dal mercato, con conseguenze addirittura benefiche sul sistema finanziario. Immaginiamoci per esempio a chi possiede titoli greci che ad oggi non riesce nemmeno a vendere a 50 sul mercato, per lassenza di controparti. Un default compreso tra il 30 e il 40 percento di costo darebbe luogo addirittura ad un aumento della liquidit sul mercato. E chiaro tuttavia che tale evento creerebbe il precedente da tutti temuto, con il pericolo delleffetto contagio. In questo caso le armi a disposizione della Bce non sono molte, visto quanto detto allinizio di questo capitolo, ma sono convinto che il processo verso un cambiamento costituzionale della stessa, stia accelerando. Per il momento il potenziamento del fondo salva stati (EFSF) sembra la soluzione pi immediata da mettere in pratica, nellattesa che si dia avvio ad: una Bce pi autonoma e soprattutto allemissione di Eurobond. Immaginatevi se la California si affacciasse sul mercato senza garanzie federali, quali sarebbero i tassi richiesti dagli investitori. Il default, quasi certo, della Grecia purtroppo stato gestito con i piedi (per non dire altro) a causa soprattutto del sistema bancario che si era esposto oltre misura e della Bce, che allinizio della crisi ha schiacciato i rendimenti dei paesi Ue, senza avere le carte in regola per farlo. Ormai comunque la storia nota a tutti. In sostanza non dovevamo arrivare a questo punto. Adesso che ci siamo doveroso fare un p di conti. Considerato che i default non presentano mai un costo totale, ma parziale, potremmo quantificare che dopo un default della Grecia, pari ad un costo totale di circa 150 mld, un potenziale innalzamento dellEfsf a circa 1000 mld potrebbe essere una cifra sufficiente a rassicurare i mercati, nella consapevolezza che si lavori al fine di annullare le falle dellUE. Lemissione di Eurobond uno degli obiettivi da perseguire, ma ci incompatibile con politiche fiscali eterogenee. Immaginatevi se la Germania si trovasse di fronte al quesito di garantire un Eurobond emesso dal governo greco o dallo stato italiano, viste le nostre credenziali politiche?

La lista dei titoli selezionati


Tanto per gradire ho selezionato qui di seguito una rosa di titoli, in base al grado di forza che gli stessi hanno sui rispettivi indici di riferimento. Ovviamente selezionare non significa sistematicamente operare su tutti quanti, bens elminare il resto, restringendo cos il raggio dazione.

TITOLO
A2A AUTOGRILL BEIERSDORF AG O.N. BOUYGUES CARL-ZEISS MEDITEC AG CIR ORD. CISCO SYSTEMS INC. DANONE DT.TELEKOM AG NA E.ON AG NA EDISON ETF ANX AMND ETF INDI LYX ETF RUS LYX FRANCE TELECOM GDF SUEZ GENERALI GOOGLE INC. CLASS A INFINEON TECH.AG NA O.N. INTESA SANPAOLO LOREAL LOTTOMATICA LUXOTTICA GROUP MEDIOBANCA MERCK KGAA O.N. MICROSOFT CORP. MONOTYPE IMAGING HOLDINGS NOKIA CORPORATION PIRELLI & C. SANOFI SAP AG O.N. SNAM RETE GAS TERNA TODS TOTAL UBI BANCA UNIBAIL-RODAMCO VINCI VOLKSWAGEN AG VZO O.N. YAHOO! INC.

Ultimo
0,8675 7,31 39,545 24,900 (c) 13,06 1,332 15,61 (c) 43,670 (c) 8,3 14,645 0,8915 17,035 9,43 26,3 11,500 (c) 20,185 (c) 11,3 525,51 (c) 5,834 1,071 71,220 (c) 11,34 19,65 5,715 57,5 25,06 (c) 11,97 (c) 3,92 5,15 46,995 (c) 36,48 3,358 2,594 68,95 30,850 (c) 2,616 126,900 (c) 30,780 (c) 102,55 14,71 (c)

Mercato
Azioni Italia Azioni Italia Azioni Germania Euronext Parigi Azioni Germania Azioni Italia Azioni NASDAQ Euronext Parigi Azioni Germania Azioni Germania Azioni Italia Azioni Italia Azioni Italia Azioni Italia Euronext Parigi Euronext Parigi Azioni Italia Azioni NASDAQ Azioni Germania Azioni Italia Euronext Parigi Azioni Italia Azioni Italia Azioni Italia Azioni Germania Azioni NASDAQ Azioni NASDAQ Azioni Italia Azioni Italia Euronext Parigi Azioni Germania Azioni Italia Azioni Italia Azioni Italia Euronext Parigi Azioni Italia Euronext Parigi Euronext Parigi Azioni Germania Azioni NASDAQ

Codice
A2A AGL BEI EN AFX CIR CSCO BN DTE EOAN EDN ANX INDI RUS FTE GSZ G GOOG IFX ISP OR LTO LUX MB MRK MSFT TYPE NOK1V PC SAN SAP SRG TRN TOD FP UBI UL DG VOW3 YHOO

ISIN
IT0001233417 IT0001137345 DE0005200000 FR0000120503 DE0005313704 IT0000080447 US17275R1023 FR0000120644 DE0005557508 DE000ENAG999 IT0003152417 FR0010892216 FR0010361683 FR0010326140 FR0000133308 FR0010208488 IT0000062072 US38259P5089 DE0006231004 IT0000072618 FR0000120321 IT0003990402 IT0001479374 IT0000062957 DE0006599905 US5949181045 US61022P1003 FI0009000681 IT0004623051 FR0000120578 DE0007164600 IT0003153415 IT0003242622 IT0003007728 FR0000120271 IT0003487029 FR0000124711 FR0000125486 DE0007664039 US9843321061

PARLIAMO DI INDICI AZIONARI


Volutamente a questo giro non tratter le materie prime, sulle quali la speculazione ha reso altamente volatile e pericoloso landamento. Basti pensare alle oscillazione subite dallargento per non parlare del rame e dello zucchero. Allinizio di questanno in merito alle commodities scrivevo: Materie prime: mi sembra che ci sia un attimino di speculazione su questo settore. Personalmente sono per scansarle. Un rialzo dell'inflazione oltre i termini indicati dalle banche centrali finirebbe per drenare la liquidit necessaria al proseguimento di un trend rialzista che sembra interminabile. Consumi in frenata, tassi di mercato in aumento potrebbero essere variabili molto pericolose per chi punta su questo settore. In ogni caso: ci vedo pi rischi che opportunit. Ogni altro commento superfluo. Chi sar stato attendo alle previsioni del precedente trimestre si sar accorto della correlazione che feci tra la double dip di fine anni 70 e quella eventuale dei giorni nostri. Chi non le avesse lette pregato di guardarle sul blog allinizio del sito. Oppure a questo indirizzo http://www.scribd.com/doc/63934136/Proiezioni-3o-Trim-2011

Ebbene i pi attenti si saranno accorti come alla presenza di una double dip non abbia corrisposto un nuovo minimo degli indici azionari, il quale risaliva al 1975. Questo dovrebbe essere un buon motivo per pensare che i minimi si siano visti davvero nel 2009 e che ad oggi non ci stiamo apprestando per aggiornarli nuovamente. Il tutto per dire che forse, se andiamo a guardare il rapporto rischio/rendimento, per non parlare della solidit di un investimento rispetto al resto che ci circonda, il tutto non proprio come lo si vuole dipingere. Per esempio: ammettiamo che salti tutto? Caso ESTREMO Chi continuer a procurarci il cibo, la possibilit di spostarsi con mezzi di locomozione, o comunicare con il Mondo? Forse loro, forse i titoli di Stato? Loro come merce di scambio oppure la forza lavoro? Io credo piuttosto la forza lavoro e chi in grado di fornire un bene o un servizio essenziale. Il bisogno di avere oro, oppure di mangiare, di muoversi, di lavorare o di comunicare? Se una moneta ha corso legale in un deterimato paese ai voglia a dire che non vale niente. Da quando luomo ha inventato la moneta con tutte le sue regole, non pi tornato indietro. Che poi questa possa fluttuare in base a determinati parametri unaltra questione.

Adesso classificher la situazione degli indici in base alla forza, facendo anche una descrizione spero esauriente. NASDAQ 100 (2206)

Questo indice veramente fra i pochi ad aver superato i massimi di fine 2007, per poi cedere. Attualmente le quotazioni si muovono proprio in prossimit della linea rosa che rappresenta appunto il massimo segnato nel 2007 a 2240. Il quadro delle medie conferma comunque limportanza della fascia di resistenza posta tra 2240 e 2300, mentre il canale rialzista di lungo periodo stato perforato al ribasso a sottolineare la decelerazione in corso. Come ho accennato nel blog, il bene rifugio per eccellenza, a mio modesto parere, la conoscienza. Chi meglio di questo indice pu incorporare questo fattore? Bench ci troviamo in presenza di un indice avente un beta molto elevato e quindi non immune alla volatilit, credo che nel lungo periodo, possa rappresentare un indice sul quale fare affidamento, mercati permettendo. I titoli pi rappresentativi oltre ad Apple sono Microsoft e Google. Su queste ultime due il mercato sembra esprimere valutazioni pi attraenti. In ogni caso lindice Nasdaq, comprende anche il settore Biotech che spesso ha un andamento scorrelato con i mercato, almeno nel medio termine. Su questo campo la scelta si fa molto pi difficile e pericolosa. Un titolo che sembra correlato a questo settore senza grande volatilit Sanofi, dopo lacquisto di Genzyme completata a inizio 2011. In ogni caso sul Nasdaq, la guerra degli smartphone e dei tablet sembra essere la protagonista del momento. Per quanto riguarda gli smartphone c molta attesa per i nuovi telefonini Nokia Windows Phone, mentre Google si sta rivelando la dominatrice incontrastata del software. Ovviamente il tutto contornato dalliPhone 5 di Apple. Sul fronte dei Tablet invece Apple rimane incontrastata e lultima vittima stata HP, che ha dovuto liquidare a prezzi stralciati il magazzino

abbandonando il settore. Rimangono sul campo Dell e Amazon, la quale a detta degli esperti sembra lunica in grado di contrastare Apple. ETF IEEM (24,91)

Nonostante le piroette sui cambi degli ultimi giorni, che hanno scosso il valore dei mercati emergenti, letf di riferimento sembra rimanere in un contesto piuttosto interessante. Il grafico parla da solo nel descrivere come sia stato toccato alla perfezione il massimo del 2007. Ad oggi sembra che sia stato raggiunto un livello di supporto molto importante, mentre il quadro delle medie ha girato al ribasso in modo evidente, costituendo a 31,20 euro la resistenza pi importante. Cina, Europa dellEst, Russia, Brasile e Korea sembrano i mercati pi deboli allinterno del paniere, mentre segnali pi forti arrivano da India, Turchia e Sudafrica. LIndia in particolare, infatti sta beneficiando del calo delle materie prime, che nel passato recente aveva fatto schizzare linflazione. In ogni caso, quando sta accadendo sul fronte delle materie prime sta aiutando in particolare tutti quei paesi che erano stati costretti a politiche monetarie restrittive. Basti pensare che la Cina nelle ultime settimane aveva alzato decisamente i margini per detenere loro, proprio in funzione di calmierare i prezzi. Sembra che questa mossa per il momento abbia pagato. Per gli amanti dei mercati emergenti sul mio blog ho messo tra i preferiti il blog di Mark Mobius, il famoso gestore di Templeton. Ovviamente le sue visioni sono molto a lungo termine e comunque possono rivelarsi spesso in conflitto, dato che il suo lavoro quello di gestire la parte emergente del fondo. In ogni caso credo che qualche spunto lo possiate prendere, fatte le dovute esclusioni che suggerisco sempre di fare.

DAX (5374)

Al momento lindice Dax, bench siano consentite ancora le vendite in short-selling, rimane quello con la forza superiore agli altri, fatta eccezione per la Spagna che sembra davvero voler rinascere. In ottica di lungo periodo possiamo osservare come lindice abbia chiaramente mancato lavvicinamento ai massimi del 2007, situati poco sopra gli 8000 punti. Ben evidente come la violenta correzione si sia arrestata per il momento sul 61,8% di ampiezza rispetto al rialzo iniziato nel 2009. Pertanto larea dei 5000 si sta rivelando per adesso un valido supporto dal quale potrebbe nascere una reazione degna di nota, con target probabile sui 6000 punti. La resistenza intermedia posta a 5610. Come avrete potuto vedere, nella tabella dei titoli, sono stati indicati quelli che al momento presentano una forza superiore allindice in questione. Guardando la situazione tecnica di lungo periodo, osserviamo ancora una pesantezza sugli indicatori simile a quella vista durante l11 settembre, che nel post fallimento Lehman. Esistono quindi buoni motivi per pensare ad una buy opportunity in ottica lungo periodo. Una fase di accumulo graduale potrebbe pertanto rivelarsi fra le pi intelligenti soluzioni. Lindice pi rappresentativo europeo rimane comunque lEurostoxx, mentre come accennato precedentemente quello che presenta la forza pi interessante sembra al momento lIbex spagnolo. Andando oltre la zona UE, pi forti del Dax risultano lindice FT100 di Londra e il Nikkei, In questo caso tuttavia troviamo un rischio cambio, che verrebbe gi assunto attraverso Nasdaq e mercati emergenti. Adesso parliamo di Bond.

BOND

Insomma dai dai siamo arrivati al livello dei tassi islamici. Sui decennali Usa siamo all1,85 su quelli tedeschi poco sotto 1,80. Questa curva non sconta solo recessione, ma soprattutto crisi sistemica, alla quale spero non si arriver, se prevarr il buon senso da parte delle autorit monetarie e soprattutto politiche. In presenza di ununione monetaria, supportata da una convergenza politica e fiscale, i tassi al suo interno fra i vari paesi dovrebbero tendere a livellarsi (Eurobond ad esempio), cosa che ad oggi ancora non accade in Europa. Il grafico qui sopra del Bund descrive meglio pi di qualsiasi altro discorso, quale sia stato lafflusso di liquidit che lo ha caratterizzato. Il tutto ovviamente a spese delle aree pi vulnerabili e meno virtuose, come lItalia i cui tassi presentano uno spread di oltre 370 punti rispetto a quelli tedeschi. Vista la situazione del momento se mi chiedessero quali fra equity e bond escluderei per primo, non esiterei a optare per il secondo. Ma il confronto ha senso fino ad un certo punto farlo. Sarebbe pi corretto invece porre il seguente questito: tra liquidit e titoli di stato chi escludereste per primo? In questo caso lesclusione ricadrebbe sulla prima. Per tale ragione in un contesto di diversificazione il bond potrebbe comunque rappresentare un salvagente interessante se utlizzato con criterio (premessa che non deve mancare per nessuna delle variabili). Nelle precedenti proiezioni il lettore si sar annoiato nel sentire ancora una volta la necessit di privilegiare i titoli a tripla A piuttosto che andare a cercare il rendimento. Come del resto la necessit di titoli che ci tutelassero dalla perdita di potere dacquisto della moneta come gli inflation linked. Credo che in questi tre mesi i miei timori si siano consumati per quasi tutta la loro totalit. A questo punto il quadro inizia a delinearsi un p meglio. Anche in questo caso far delle esclusioni prima di scegliereche sono: Tra Francia e Germania: escludo Francia. Tra Spagna e Italia: escludo Italia. Tra altri Piigs e Italia: escludo altri Piigs. Pertanto: l dove vorr tutelarmi da qualsiasi crisi sistemica (anche se dubito che si salvi qualcuno in caso della stessa), opter sul Bund o magari Bei. A differenza di tre mesi fa tuttavia i rapporti rischio/rendimento si stanno facendo pi interessanti sui bond periferici, ragione per la quale vedo lopportunit di una maggiore diversificazione, senza stravolgere limpostazione iniziale ovviamente. Con questo io avrei concluso. Spero di non avervi annoiato e di riavervi fra i sostenitori attivi.

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