Sei sulla pagina 1di 2

Nome …………………

Cognome …………………
Classe …………………
Data …………………

Analisi del testo

Guido Cavalcanti
Tu m’hai sì piena di dolor la mente (Rime, VIII)

Tu1 m’hai sì piena2 di dolor la mente,


che l’anima si briga di partire3
e li sospir’ che manda4 ’l cor dolente5
4 mostrano agli occhi6 che non può soffrire7.

Amor, che lo tuo grande valor sente8,


dice: «E’ mi duol che ti convien morire9
per questa fiera10 donna, che niente11
8 par che pietate di te voglia udire12».

I’ vo come colui ch’è fuor di vita13,


che pare, a chi lo sguarda, ch’omo sia
11 fatto di rame o di pietra o di legno14,

che si conduca sol per maestria15


e porti ne lo core una ferita16
14 che sia, com’egli è morto, aperto segno17.

1. Tu: il poeta si rivolge alla donna amata.


2. piena: riempita.
3. si briga ... partire: si ingegna (si briga) di allontanarsi dalle facoltà vitali.
4. manda: mette, emette.
5. cor dolente: il cuore che prova dolore.
6. agli occhi: alla vista altrui, agli occhi degli osservatori.
7. non ... soffrire: [il cuore] non può sopportare.
8. tuo ... sente: percepisce con i sensi [dal latino sentio] la tua potenza (valor).
9. E’... morire: mi dispiace che tu debba (ti convien) morire.
10. per ... fiera: a causa di questa crudele.
11. niente: per niente.
12. par ... udire: è evidente (par) che non vuole ascoltare [parole] che chiedano pietà per te.
13. I’ vo ... vita: io vado come chi sia fuori dalla vita.
14. che pare ... legno: che, a guardarlo (a chi lo sguarda), si manifesta (pare) come un uomo fatto di metallo
(rame), di pietra o di legno.
15. si conduca ... maestria: si muova solo in virtù di un artificio meccanico (maestria).
16. porti ... una ferita: che si muova con una ferita nel cuore.
17. che ... segno: che indichi in modo evidente (aperto) il modo in cui egli (com’egli) è stato ucciso.

Comprensione del testo

1. Fai la parafrasi del sonetto in terza persona.

Analisi del testo


2. Analizza l’articolazione tematica del sonetto, che si divide in tre momenti, sottolineati dalla struttura
metrica e dalla punteggiatura: l’apostrofe alla donna, il dolore di Amore per il destino di morte del poeta, la
descrizione degli effetti della passione amorosa.
3. I personaggi del dramma amoroso rappresentato nel sonetto sono tre: il poeta, la donna e Amore. La
donna è connotata in modo fisico, sensibile o è una pura proiezione immaginaria presente solo nella mente
dell’uomo? Quali caratteristiche della figura femminile vengono sottolineate? Con quale figura retorica è resa
l’immagine dell’amore? In che modo Amore si rivolge all’amante? Chi è il vero protagonista del dramma
amoroso?
4. Presenta il meccanismo attraverso il quale si genera la sofferenza amorosa (con la personificazione
dell’anima, del cuore, dei sospiri e degli occhi), descritto nella prima quartina. Quali effetti produce l’amore
sull’amante?
5. Nella prima terzina, da quale particolare e straniante punto di vista il poeta osserva i sintomi della
sofferenza amorosa? Quali immagini metaforiche usa il poeta ai versi 10-12 per descrivere gli effetti dell’amore?
Che cosa significa che il poeta si muove «sol per maestria» (v. 12)?
6. Il ritmo del componimento subisce un forte rallentamento nelle terzine, in cui il poeta si descrive come
un automa: qual è la ragione espressiva di questo cambiamento di ritmo?
7. Rintraccia nel sonetto le parole e le espressioni tipiche del lessico stilnovista.
8. Rintraccia nel sonetto le parole e le espressioni tipiche del lessico cavalcantiano.

Interpretazione complessiva e approfondimenti

9. Confronta il testo di Cavalcanti con il sonetto di Guido Guinizzelli Lo vostro bel saluto e ’l gentil sguardo
riportato qui di seguito, mettendo in luce le analogie e le differenze nell’immagine dell’amante-automa.

Lo vostro bel saluto e ’l gentil sguardo


che fate quando v’encontro, m’ancide1:
Amor m’assale e già non ha reguardo2
4 s’elli face peccato ovver merzede3,

ché per mezzo lo cor me lanciò un dardo


ched oltre ’n parte4 lo taglia e divide;
parlar non posso, ché ’n pene io ardo
8 sì come quelli che sua morte vede.

Per li occhi passa come fa lo trono5,


che fer’ per6 la finestra de la torre
11 e ciò che dentro trova spezza e fende:

remagno como statüa d’ottono7


ove vita né spirto non ricorre8,
14 se non che la figura d’omo rende9.

1. m’ancide: mi uccide.
2. già non ha reguardo: non si cura affatto.
3. s’elli face peccato ovver mercede: se produce dolore o grazia.
4. ched oltre ’n parte: che da parte a parte.
5. come fa lo trono: come fa il fulmine.
6. che fer’ per: che colpisce attraverso.
7. remagno como statüa d’ottono: rimango come una statua d’ottone.
8. ove vita né spirto non ricorre: dove non vi è più una vita animata.
9. se non che la figura d’omo rende: a parte il fatto che, all’esterno, rimane la parvenza di un uomo.

Potrebbero piacerti anche