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Nel 1972 viene pubblicata la carta del restauro.

Parte dalla teoria del restauro di brandi con delle aggiunte. Nella prima parte si elencano gli oggetti
interessati dai progetti di salvaguardia, si parla di interventi proibiti.

Giovanni urbani

Era stato allievo di Brandi e dopo la sua morte viene pubblicato un altro volume che si intitola?

Era stato funzionario della soprintendenza, era stato mandato in. Grecia a dirigere un istituto di formazione,
aveva il ruolo anche di soprintendente editoriale.

Elaborare un sistema di tutela a livello territoriale, aveva fatto un piano in Umbria che partiva dalla
conoscenza, in seguito a un censimento delle opere ne aveva classificato lo stato di conservazione.

Porta avanti il sistema dell’organizzare dei piani di conservazione, con lui si passa da considerare come
obbiettivo unico del ICR il restauro ad avere due obbiettivi, da una parte il restauro ma si inizia dall’altro a
parlare di conservazione preventiva.

Nasce una nuova disciplina, la conservazione preventiva che deve essere programmata, deve essere
ripetuta ciclicamente nel tempo. E bisogna fare una schedatura per comprendere il grado di urgenza
dell’intervento. Una prima schedatura delle opere nasce in seguito all’unita di italia.

Importanza di creare delle basi scientifiche, l’analisi dello stato di conservazione dovrebbe essere fatto su
base scientifica. Rendere lo stato di conservazione misurabile, possibile solo se si inseriscono degli
strumenti scientifici per la misurazione.

Urbani considera il concetto di COPIA, se l’opera si danneggia eccessivamente al’aperto è giusto portarla
all’interno e sostituirla con una copia.

Seal delle cariatidi: deciso di non ricostruire anche per commemorare il dramma della seconda guerra
mondiale. A 100 anni dal suo restauro forse merita capire se non sia il caso di fare ad oggi un intervento
diverso.

Uno deli restore dell’ICR è quello della scultura equestre di Marco Aurelio che si trovava in campidoglio,
l’originale è stato trasferito in un’ala progettata per questa opera. Il restauro di questo’opera ha richiesto
quasi 10 anni. Nei primi anni sono state effettuate tantissime indagini.

Altri restauri dell’ICR: la camera degli sposi di Mantegna.

4 novembre 1966—> alluvione di Firenze.

Learn straripa perché oltre alle forti piogge non si erano fatti sufficienti lavori di pulizia del letto del fiume.

L’ente di riferimento è l’ICR che si appoggia sul soprintendente Ugo Procacci che si appoggia a sua volta a
Umberto Baldini, direttore del laboratorio di restauro.

Nel corso di una notte succede il danno contemporaneamente a un numero molto ampio di opere. È
un’emergenza che nel giro di poco smuove il mondo.

Intervengono gli Angeli del fango, tantissimi volontari. Arrivano restauratori in appoggio di quelli fiorentini e
si offrono centri di restauro per cercare di salvare le opere, le opere di metallo vengono invece portate a
Dresda, in italia non si aveva la cultura del restauro del metallo.

Si cercano di salvare le opere, hanno creato laboratori temporanei di emergenza nei diversi palazzi di
Firenze, al giardino di Buboli hanno creato una camera grande di asciugatura lenta, hanno fatto in modo di
tenere una situazione molto umida in modo che le opere perdessero lentamente l’acqua assorbita,
cercando di non perdere le preparazioni e gli strati di gesso e colla.

Grazie all’ICR si veicola un’invenzione, pareva che l’idrossido di bario steso sugli affreschi riattivasse il
processo di carbonatazione della calce e facesse nuovamente fissare i colori sullo strato murario, riescono
a salvare dal trasporto numerosi affreschi.

Contemporaneamenet un restauratore bolognese di legni stava sperimentando una resina vinilica che
arrivava dagli stati uniti (paraloid), anche grazie a cio si riuscirono a salvare numerose opere.

Opera simbolo dell’alluvione è la crocifissione di Cimabue: restauro interessante perché la situazione era
drammatica. Su questo dipinto hanno realizzato una serie di interventi sperimentali. Il dipinto era a tempera,
realizzato con le tecniche descritte da cennino cennini, la tavola era stata rivestita dalla tela (incamottata) e
costituiva l’elemento di passaggio tra tavola e strati preparatori, sono riusciti a staccare tutto quello che era
rimasto della pittura staccando la tela. Hanno fatto una sorta di trasporto ch hanno posizionato su un
materiale inerte, hanno disinfestato e restaurato tutto l’apparato ligneo e poi hanno unito le due parti con
delle calamite.

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L’alluvione crea talmente tanti danni che è necessario netrevnire anche sugli oggetti che non erano inetti
come opere d’arte in senso aulico.

Si struttura in 12 settori strutturati sui vari materiali.

Baldini ha teorizzato il respiro integrativo sulla scientifica del colore. Aveva un metodo applicativo.

L’oggetto opera d’arte che è stato prodotto in un certo secolo/bottega non è quello che arriva a noi (già
visto con brandi). Non b bisogna modificare l’originale e soprattutto i messaggi che rilascia.

Parte piu importante di Maldini è quella legata alla reintegrazione.

Distingue due lacune…

Si trova una soluzione, se si hanno delle lacuna perdita in cui si vuole integrare, si puo fare intanto usando
dei materiali reversibili e in modo che avvicinandosi si notasse la parte aggiuntiva.

Ricerca sul colore, immagina di dare intonazione alla lacuna attraverso un’attività a tratteggio basandosi
sulla sintesi additiva e sottrattiva del colore usando solo i colori primari e il bianco e nero. Una delle prime
cose che si fanno nell’intervento fiorentino è quello di usare colori puri.

2 tipi di tratteggio a seconda delle zone:

Astrazione: astrarre i colori che ci sono in tutta l’opera… stesura di giallo (colore piu chiaro) che deve
coprire quasi totalmente la stuccatura, successivamente si passa al rosso e infine il nero, incrociando i
tratti.

Selezione cromatica: quella fiorentina non è verticale come quella romana ed è intonata (dello stesso colore,
si intona). Si seleziona il colore della zona circostante e si reintegra la lacuna.

Ornella casazza: ha scritto anche lei un volume parlando della selezione effetto oro. Spiega molto bene il
concetto…

Restauro dell’Ultima Cena

Uno dei grandi restauri avvenuti nel secolo scorso.

Il resturoi riesce a proseguire grazie all’aiuto economico di Olivetti (computer) è il primo caso di restauro
mediatico molto importante.

Ceramica

Primo fattore di degrado è la frattura, prima operazione da fare quando l’oggetto arriva a pezzi è il
preassemblaggio. Sequenza di montaggio dei frammenti è utile per capire anche la velocità necessaria di
movimento, gli oggetti sono tridimensionali, i frammenti man mano che vengono incollati potrebbero non
combaciare piu perfettamente.

Si usano solitamente collage reversibili monocomponenti, non vanno bene per oggetti che devono essere
spostati o che sono molto pesanti. Si possono usare quindi anche le colle bicomponenti basta rivestire i
frammenti di paraloid.

In preassemblaggio si cerca la posizione migliore in cui i frammenti riescono a sorreggersi.

Durante la prima cottura, devono essere comparse delle filature (fratture incomplete).

Deformazioni di cottura—> lasciano delle voragini nonostante il corretto assemblaggio.

Seconde cotture: riguardano i rivestimenti.

Sono necessari materiali che tengano la temperatura alta. Prima cottura piu alta e poi sulle successive si
cala, in questo modo si possono usare tutti i colori nel modo migliore (alcuni colori si volatilizzano a
determinate temperature)

Due tipi di integranti:

- milliput white: abbastanza solido e compatto, utile per fare integrazioni di dettaglio.

Le produzioni ceramiche sono molto territoriali, ogni zona ha la propria argilla. In Europa compare tata
argilla rossa. Ogni argilla ha le sue caratteristiche e difficilmente si hanno tutte le qualità migliori in una, per
questo si usano gli impasti ceramici.

Foggiatura a palla: da una palla si lavora il materiale per fargli ottenere la forma desiderata

Foggiatura a colombino: cilindro di argilla che si avvolge su se stesso

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