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Gli anni Trenta

Evento storico importante: nel 1928 si conclude la “pace civile” proclamata nel
quadro della Nep (Nep - nuova politica economica). Il 1928 è inoltre rilevante anche
perché ci fu il processo di “Sachty”, che segna l’inizio dell’o ensiva contro
l’intelligenzja tecnica. Nel 1928 inoltre, la risoluzione del comitato centrale esige ch
era letteratura deve diventare uno strumento per le masse, per mobilitarle intorno ai
principali obiettivi politici ed economici, uno strumento di educazione per la classe
operaia e per il resto delle classi lavoratrici. Diviene, in sostanza, uno strumento di
propaganda (assume anche signi icato politico quindi)

Alla ine degli anni Venti prende il via, sotto la direzione di Stalin, una “rivoluzione
dall’alto”, al ine di trasformare il paese. Cambia tutto: vi è collettivizzazione,
industrializzazione, vengono sconvolte la abitudini quotidiane della popolazione che
si accompagnano anche a una trasformazione radicale della mentalità.

Nel 1929 viene organizzata una violenta campagna contro Boris Pil’nkak e Evgenij
Zamjatin, accusati di aver fatto pubblicare all’estero due opere: "Mogano” e “Noi”.
Queste accuse erano in realtà un pretesto: erano stati scelti come bersagli perché
erano igure letterarie importanti degli anni Venti, ed erano alla testa delle sezioni
moscovita e leningradese dell’Unione degli Scrittori (organizzazione professionale
senza partito). Le accuse contro questi due autori erano quindi politiche. Con questa
campagna si inaugura un modello che sarà usato per i 50 anni successivi: quello del
pentimento degli accusati. Pil’njak si pentì, riconobbe gli errori della sua novella e la
rinnegò, Zamjatin al contrario inviò a Stalin una lettera in cui a ermava che per lui era
impossibile essere scrittore in Urss, chiedeva quindi di poter andare all’estero (cosa
che gli fu concessa grazie alla protezione di Gor’kij. Ovviamente da questo periodo si
delinea una nuova concezione di scrittore, quella di “scrittore sovietico”. Lo scrittore
diventava un artigiano che eseguiva gli ordini della classe operaia (che diventavano i
creatori). Non era necessario che gli scrittori avessero talento, l’obiettivo era quello di
creare una cultura di massa, che non abbia uno stile troppo letterario, contorto,
oscuro, ma scritto da scrittori medi.

1931: Stalin pubblica una lettera sulla rivista “la rivoluzione proletaria”, e segna l’inizio
di una nuova tappa nella storia della società. Fin dalla rivoluzione d’ottobre istaurare
un nuovo sistema di valori era di competenza del partito comunista, tramite le
direttive del governo centrale. Ma dal 1931 Stalin instaura la propria autocrazia.
Inoltre, già nella seconda metà degli anni Venti Stalin aveva iniziato ad interessarsi
alla letteratura, esprimendo i propri gusti e mandando lettere personali ai diversi
autori. Per questo nel 1932 il Comitato centrale del partito adotta la risoluzione “Sul
riassetto delle organizzazioni letterarie e artistiche”. Con quest risoluzione si
decretava la liquidazione di tutti i gruppi di scrittori, e inoltre anche la Rapp
(associazione degli scrittori proletari) venne sciolta. Il terrore imposto dalla Rapp nel
mondo letterario, le persecuzioni erano così terribili che lo scioglimento fu accolto
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come una liberazione. Stalin a questo punt assume la direzione della vita intellettuale
del paese. Lo scioglimento della Rapp signi icava che non ci sarebbero più stati
intermediari tra Stalin e la letteratura, che da ora era sotto le sue dirette dipendenze.
Stalin diventa giudice, usa gli scrittori per educare il popolo, al ine di forgiare l’uomo
sovietico.

Il processo a cui gli scrittori devono andare in contro per diventare scrittori “adatti”
all’Urss si traduce con lo sdoppiamento della personalità, il tema del doppio, stati
d’animo tipici dello scrittore sovietico. I dolori della creazione dell’uomo nuovo si
traducono in con litti fra igli e genitori, tra fratelli. Gli scrittori sovietici capiscono che
la loro seconda nascita può avvenire solo sei sacri ica il proprio doppio. Questo tema
lo ritroviamo in diverse opere, una delle più rilevanti è “I doppi” di Pil’njak. I
protagonisti sono due gemelli identici, attraverso i quali l’autore mostra lo
sdoppiamento dell’intellettuale a cui solo il partito sovietico può dare una nuova
integrità. Il con litto dei due fratelli nell’opera diviene una lotta fra istinti e ragione.
Uno dei due fratelli alla ine muore (era un attore di talento, utile alla società ma
nocivo, per questo viene eliminato, perché d’intralcio alla costruzione di un mondo
nuovo)

Dopo aver liberato gli scrittori dalla Rapp, si passa alla statalizzazione della
letteratura. Si veniva a creare quindi l’idea di scrittori sovietici e anti-sovietici. Oltre al
Primo congresso degli scrittori, il partito stabilì come si doveva scrivere e su cosa.
Zdanov nel suo discorso-programma enumera i compiti degli scrittori, indica gli eroi
che devono essere rappresentati, vengono inoltre riscritti vecchi libri in nuove
edizioni, modi icando le azioni degli eroi, eliminando personaggi storici divenuti
nemici del popolo. Lo scrittore diventa un impiegato. Lo scrittore deve scrivere la
realtà in modo veritiero, vista nel suo sviluppo rivoluzionario. Nasce quello che viene
de inito “realismo socialista”. Ogni scrittore doveva quindi abbandonare i propri istinti
e far capo solo alla ragione.
Vi fu (ovviamente) anche una cerimonia di giuramento, vi parteciparono. Fecero il loro
giuramento circa 1500 scrittori, tra cui Gor’kij. Gli scrittoi non invitati erano
pochissimi tra cui Bulgakov, Platonov.

Conseguenza della rivoluzione dall’alto di Stalin: infantilizzazione della società.


Questo viene ben spiegato da Platonov ne “Nel grande cantiere” dove i personaggi,
senza individualità, infantilizzati, aspettano che qualcuno gli spieghi il mondo,
raccontando favole rassicuranti sul futuro. Ovviamente questo ruolo spetta agli
scrittori.

Nel 1934, con il giorno dell’assassinio di Kirov (politico, assassinato da un militante


comunista legato ai gruppi d’opposizione) iniziò il periodo del “grande terrore”, fu
presa di mira tutta la popolazione: nessuno era innocente. Anche gli scrittori sono
costretti ad approvare il terrore, ma ne sono vittime anche loro. Fu arrestato circa un
terzo dei membri dell’Unione degli scrittori, la maggior parte venne fucilata o morì nei
campi. A questo periodo corrisponde nella letteratura la completa riabilitazione di
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Puskin. In occasione del centenario della sua morte vi furono grandi festeggiamenti
(questa festa si trasforma in una grande festa dello stato sovietico, Puskin viene
proclamato massimo poeta nazionale). L’opera di Puskin viene recuperata, usata per
trasmettere le parole d’ordine di attualità.

Il genere letterario più idoneo per la produzione del periodo è il romanzo di


produzione. Qui la narrazione è incentrata sulla produzione (in diversi settori) e
sull’atteggiamento degli uomini nei suoi confronti. Lo svolgimento della costruzione
diventa il soggetto, gli uomini diventano invece oggetti. Il piano (quinquennale,
annuale, mensile, giornaliero) doveva essere adempito dagli individui, il compimento
del piano faceva dell’individuo un eroe positivo (contribuiva all’avanzata del
paese),incarnazione del bene. Il romanzo di produzione può essere diviso in:
• Romanzo industriale — ra igura l’industralizzazione del paese, la costruzione di
centrali, o icine, fabbriche
• Romanzo kolchoziano (da Kolchoz, azienda agraria collettiva sovietica)— descrive la
collettivizzazione dell’agricoltura
• Romanzo di formazione — incentrato sull’educazione degli uomini

Nel romanzo di produzione, uno degli elementi fondamentali della trama è la riunione
del collettivo, in questo tipo di riunione, il collettivo viene informato che il piano è
stato realizzato e che sono stati smascherati nemici in iltrati.

L’azione del romanzi si situa nel Caucaso o nell’Asia Centrale, in Siberia, può avere
come tema la costruzione di qualsiasi cosa: il denominatore comune è l’eroe positivo,
questo perché la letteratura doveva educare.non mancano episodi di eroi che is
sacri icano per il bene comune (si sdraiano su binari per salvare treni che trasportano
merci indispensabili al cantiere ad esempio). Questa abnegazione totale
dell’individuo comporta che egli rinunci a qualsiasi forma di vita privata. La letteratura
sovietica infatti diventa asessuata, sono assenti il sesso e l’amore: surclassati dal
lavoro. Interessante notare che negli anni Trenta ricompare una parola che la
rivoluzione sembrava aver abolito, quella di Padrone. Questo è un eroe positivo-
dirigente, che sa far lavorare gli altri. La letteratura risalta quindi un modello
gerarchico rigido che culmina con il Padrone supremo, Stalin.

Sono tre ore che scrivo sempre la stessa cosa: nella letteratura sovietica si elimina la
fantasia, l’immaginazione. Anche la satira viene esclusa perché questo genere attenta
al regime sovietico.

Anche la lingua cambia : da principio, per parlare della rivoluzione gli scrittori
avevano usato lo skaz, che consentiva di porre distanza fra l’autore e i suoi
personaggi. Lo skaz metteva in risalto l’uomo del popolo, che pertecipa alla
rivoluzione senza capirne il signi icato (lol non sto capendo manco io).
Nel corso degli anni Venti si usano forme dialettali, provincialismi e regionalismo.
Negli anni Trenta inizia la lotta per l’epurazione della lingua letteraria. Gor’kij
contribuisce alla normalizzazione della lingua letteraria. La lingua dell’eroe positivo
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era un modello per tutti i cittadini sovietici, non poteva essere dialettale, piena di
regionalismi, “scorretta”. La nuova lingua viene integrata con stereotipi giornalistici,
slogano, citazioni dai discorsi dei dirigenti. La letteratura sovietica diventa un
serbatoio di parole che il popolo deve ripetere.

Anche i manuali di storia vengono rivisitati alla luce dell’insegnamento di Marx, Lenin
e Stalin. Alekseij Tolstoj getta le basi per il nuovo romanzo storico russo. Eroi adesso
non sono più i rivoluzionari, bensì i costruttori dello Stato russo, gran principi o zar
(come Pietro il Grande). La valorizzazione di uno stato forte e centralizzato porta a
rivalutare il punto di vista sulle insurrezioni e rivoluzioni (compagno Stalin molto
coerente). Infatti cambia il punto di vista sulla rivoluzione d’Ottobre, si fa spazio la
igura del vecchio bolscevico traditore. Il tema dominante del romanzo storico russo
è il patriottismo militare del popolo russo che trionfa sui suoi aggressori.
La parola di Stalin viene sacralizzata.

Perla letteratura sovietica gli anno Trena si concludono nel 194, il giorno
dell’invasione dell’Urss da parte della Germania. In seguito a quest’evento vi è una
rivalutazione degli anni ’30: le persecuzioni subite dagli scrittori vengono
condannate, libri proibiti vengono pubblicati.
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