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Alda Merini

Alda Giuseppina Angela Merini nasce a Milano il 21 marzo


1931. II padre è dipendente di un’agenzia di assicurazioni,
la madre casalinga.
Dopo le elementari frequenta la scuola media di
avviamento al lavoro e poi tenta l’ammissione al Liceo
Manzoni di Milano ma non viene ammessa perché non
supera la prova di italiano.
Esordisce come autrice a soli 15 anni, sotto la guida
dell’ editore Giacinto Spagnoletti iI quale intuisce il suo
talento e pubblica alcune sue poesie.
Dopo una difficile relazione con lo scrittore Giorgio
Manganelli sposa Ettore Carniti, proprietario di alcune
panetterie di Milano da cui avrà quattro figlie.
A Pietro De Pascale, medico curante di Emanuela, la prima
figlia, dedica la raccolta di versi “Tu sei Pietro”, pubblicata
nel 1962.
Alda Merini, affetta dal disturbo bipolare, alterna periodi
di salute e malattia con ricoveri in cliniche e ospedali
psichiatrici. Nel suo capolavoro, ”La terra Santa” ( col
quale vincerà nel 1993 il Premio Librex Montale), racconta
la drammatica e sconvolgente esperienza dell’ ospedale
psichiatrico.
Dopa la morte del marito, nel 1983, cerca inutilmente di
affermarsi nel mondo letterario. Conosce l’anziano poeta
Michele Pierri, lo sposa e si trasferisce a Taranto.
Ella viene curata e protetta da lui, che prima di andare in
pensione era medico, primario di Cardiologia all’ospedale
SS. Annunziata. Scrive venti poesie e alcuni testi dedicati al
marito.
A Taranto porta a termine il suo primo libro in prosa
“L’altra verità. Diario di una diversa” che viene recensito da
Giorgio Manganelli, il quale dirà di esso: “ Non è un
documento, è uno spazio in cui attraverso deliri, canzoni,
disvelamenti, irrompe il naturale inferno dell’essere
umano”.
Seguiranno poi “ Fogli bianchi”(1987) , “ La volpe e il
sipario”(1997) e “Testamento” (1988).
Nel 1989 pubblicherà “Delirio amoroso”, nel 1989 “Il
tormento delle figure”e successivamente “ Le parole di
Alda Merini”, “Il vuoto”, “ipotenusa d’amore”, “Aforismi”.
Nel 1994 vede la luce il volume “Sogno e poesia” con venti
incisioni di artisti contemporanei, mentre nel 1995
vengono pubblicati “La pazza della porta accanto” e
“Ballate non pagate”. Nel 1994 esce “Reato di vita,
autobiografia e poesia”.
Nel 1996 pubblica il diario – confessione “ in prosa e in
versi “Un’anima indocile” e nel 2002 “Folle, folle d’amore
per te”.
Nel documentario “ Alda Merini, una donna sul
palcoscenico” del regista Cosimo Damiano vengono
inserite tante poesie inedite della poetessa.
Gli ultimi tempi della sua vita e della sua produzione sono
caratterizzati da una forte componente di misticismo che
rievoca gli anni in cui la giovanissima Alda chiese di entrare
in convento e prendere i voti. Ricordiamo: “L’anima
innamorata” a cui seguono i testi di carattere religioso:
“Corpo d’amore”, “Poema della croce”, “Francesco, canto
di una creatura”, “ Magnificat, un incontro con Maria”.
I versi degli ultimi anni “ Clinica dell’abbandono” con la
lirica “Più bella della vita è stata la mia vita”(2004) sono il
suo canto del cigno. Viene ricoverata in ospedale per
problemi di salute e versa in condizioni economiche tali
che su vari blog telematici viene richiesto l’intervento del
sindaco di Milano Albertini per assicurarle cure e
assistenza. Muore il 1° novembre 2009, all’età di 78 anni
per un tumore osseo all’ospedale San Paolo di Milano.

O labbra, labbra disunite e bianche


O labbra, labbra disunite e bianche
nel valore del pianto penitente,
labbra disunite dentro il bacio
in tenera protesta di follia,
o labbra senza tempo
che avete amato un uomo,
labbra senza perdono
ponete la protesta fuori da una finestra.
O labbra della Vergine divina
che cantan l’Angelo che ormai si avvicina,
è pronto il gran segreto,
vengo meno a un divieto.
In questa poesia le labbra sono viste sotto diversi aspetti,
rappresentano momenti della vita. Labbra che hanno sofferto,
bianche dai pianti del dolore. Labbra schiuse che dentro un
bacio esprimono le follie che comporta l’amare. Labbra di
persone anziane, che hanno amato, ma hanno visto morire la
persona amata.
Labbra che non sono capaci di perdonare, bensì solo di urlare la
propria rabbia all’esterno di sé. Labbra che invocano la Vergine
Maria nella preghiera dell’Angelus. Labbra che svelano segreti,
violandone i divieti.

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