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DCM 2021 002 0102
DCM 2021 002 0102
LE ULTIME NOTIZIE
SU PAPA FRANCESCO
LA SANTA SEDE
E LA CHIESA NEL MONDO
LE IDEE
L’
emergenza educativa di Benedetto XVI e il patto educati-
vo globale di Papa Francesco: che ci sia un problema
enorme è fuori discussione. Che si possa affrontarlo sen-
za mettere in questione la cornice entro cui ci si muove è
forse una delle ragioni che ci hanno condotto qui. La crisi
educativa è una forma di povertà che può farci vedere le cose diversamente,
abbandonare le inerzie, il ‘si è fatto sempre così’, una male intesa idea di tra-
dizione come ceneri da venerare anziché come fonte di ispirazione vitale.
Ascoltare i segni dei tempi, anziché maledirli e incolparli di fallimenti che
sono in gran parte nostri.
Formare non è plasmare secondo un modello ideale che formatta le
individualità, così come educare non è il broadcasting, l’erogazione mo-
nodirezionale di contenuti da parte di un ‘emittente’ qualificato. Per
D ONNE CHIESA MOND O educare non ci si può attestare su un sapere consolidato che si ritiene di
possedere. Il primo movimento dell’educazione, ce lo ricorda Papa
Mensile de L’Osservatore Romano Francesco, è l’uscita: ex-ducere, condurre fuori. Non solo gli altri, ma se
stessi. Uscire dalle formule rassicuranti, dal linguaggio autoreferenziale,
Sito Web da un consenso edulcorato che diventa rifugio consolatorio anziché im-
WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/IT/
D ONNE-CHIESA-MOND O.HTML pegno radicale a farsi lievito. Uscire dalla “egolatria”, individuale e
identitaria e da un sapere messo in sicurezza, lasciandosi provocare dalle
Edizioni nuove domande. Non si esce con un atto di volontà, ma con l’incon-
Inglese tro/scontro con altri. Soprattutto con chi sta ai margini, con chi ci provo-
WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/EN/ ca e ci convoca altrove rispetto ai nostri saperi installati. L’incontro è
WOMEN-CHURCH-WORLD.HTML sempre un “inizio vivo”, scriveva Romano Guardini. Sergio de Giacinto
Spagnolo definiva l’educazione una “procreazione continua”, mentre Hannah
WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/ES/ Arendt sosteneva che «l’essenza dell’educazione è la natalità, il fatto che
MUJERS-IGLESIA-MUND O.HTML gli esseri umani sono messi al mondo. Per questo non può esserci educa-
Francese zione senza relazione né senza reciprocità, e la prima è quella tra maschi-
WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/FR/ le e femminile. Non una complementarietà, basata su una divisione dei
D ONNE-CHIESA-MOND O.HTML compiti. Non è questione di quote rosa. La reciprocità è un reciproco fe-
Portoghese condarsi, nella imprescindibilità della tensione tra i due termini, che non
WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/PT/ esistono fuori dalla loro relazione: l’indifferenziato Adam diventa Ish,
MULHER-IGREJA-MUND O.HTML uomo, nel momento in cui vede ishà, la donna. Il riconoscimento di una
Tedesco coessenzialità non può non avere conseguenze sulla formazione nella
WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/DE/ chiesa: quella dei sacerdoti in primis, ma non solo. Se Dio è Padre, Maria
FRAUEN-KIRCHE-WELT.HTML è madre e maestra. Come questa ricchezza può tradursi nell’avventura
Polacco della formazione è ancora in gran parte da immaginare e rendere vita.
WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/PL/
SOMMARIO
E il seminario La diseguaglianza
aprì a una giovane laica spiegata dai ragazzi
MARIAPIA VELADIANO A PAG. 9 SILVIA ZANCONATO A PAG. 22
D ONNE
CHIESA
MOND O
COMITATO DI DIREZIONE
Ritanna Armeni
Francesca Bugliani Knox
Elene Buia Rutt
Yvonne Dohna Schlobitten
MODA E TEOLO GIA Chiara Giaccardi
Shahrzad Houshmand Zadeh
L’abito fa la monaca Amy-Jill Levine
Marta Rodríguez Díaz
(ma non sempre) Giorgia Salatiello
YVONNE D OHNA SCHLOBITTEN A PAG. 34 Carola Susani
Rita Pinci (coordinatrice)
LA FORESTA SILENZIOSA
IN REDAZIONE
La ginecologa che cura Giulia Galeotti
le yazide schiave dell’Isis Silvia Guidi
Valeria Pendenza
LAURA EDUATI A PAG. 37
REALIZZATO INSIEME A
rare esperienze
ORGANIZZAZIONE
negli atenei pontifici Piero Di Domenicantonio
MARTA RODRIGUEZ A PAG. 32
CONTATTI
La madre priora Redazione
che sprona redazione.donnechiesamondo.or@spc.va
le donne a reagire Abbonamenti
osservatoreromano.it/pages/abbonamenti.html
ROMILDA FERRAUTO A PAG. 40 abbonamenti.donnechiesamondo.or@spc.va
La nuova
di FEDERICA RE DAVID collana
S
teologica
ono oltre 700, donne in gran parte, Exousia
ma anche uomini, gli iscritti al del CTI
Corso di teologia delle donne pro- Sopra, Giusto
posto online dal Coordinamento de' Menabuoi
delle Teologhe Italiane. «Una ri- Creazione (tra
sposta che ha superato di gran lunga le nostre 1376 e 1378),
aspettative e ha rischiato di superare anche i Battistero
nostri mezzi tecnici — racconta Cristina Simo- del Duomo
nelli, presidente del CTI — Abbiamo dovuto di Padova.
metterci della fantasia in più». Particolare
Lucia Vantini è la direttrice del corso, che monache di clausura, clarisse, benedettine, che
definisce «un punto di vista diverso sul modo si mettono in gruppo per ascoltarci. Accade lo
di dire Dio». È sorpresa, confessa, ma ammet- stesso nella Sororità di Mantova, mentre le
te che «in fondo, quelle di noi maggiormente donne della Federazione delle Chiese Evange-
in ascolto del presente, non si sono lasciate liche Italiane hanno distribuito borse a cinque
meravigliare troppo: se lo aspettavano». Per- denominazioni di chiese protestanti, due per
ché esplode, questo bisogno di conoscenza ciascuna. Sono conferme, ma anche sfide per
teologica? E perché fra le donne? La pande- migliorare in una seconda edizione, che fare-
mia è uno dei fattori, anche se non l’unico. «Il mo e chiameremo 20/21».
particolare momento che stiamo vivendo cer- Già, perché si preannunciano ancora tempi
tamente ha portato, assieme a molte fatiche, duri. Dice Lucia Vantini: «La teologia ha sem-
anche una certa confidenza con l’apprendi- pre a che fare con la speranza, e questo è un
mento a distanza. Allo stesso tempo, forse, tempo segnato da molte rassegnazioni. C’è bi-
una certa stanchezza spirituale mette le perso- sogno di parole e di pratiche condivise in cui
ne nella condizione di cercare altro, rispetto sperimentare la resistenza alle narrazioni stan-
alle narrazioni principali». che e nello stesso tempo la forza di saper leg-
«Forse dipende da un fiume sotterraneo gere la realtà in un altro modo, alla ricerca di
che trova una maturità di uscita, come quei ciò che ancora e nonostante tutto nasce. Non
fiumi carsici che ogni tanto diventano un la- ci si può limitare a soffrire o a preoccuparsi
go», parte da più lontano Cristina Simonelli.
«Certo, adesso siamo in un momento di crisi,
e la crisi è sempre un luogo di epifania, di ma-
nifestazione di desideri e di esigenze, di voglia Crisi e stanchezza spirituale richiedono
di riforme dal punto di vista della Chiesa e “modi diversi di dire Dio”. L’interesse
dal punto di vista della società. E questo porta
un po’ a dire “Vediamo se qua troviamo qual- è trasversale. Ci sono iscrizioni individuali,
cosa”. Ma l’interesse è trasversale: abbiamo tra non solo cattoliche, di comunità, gruppi
le nostre associate, e tra gli iscritti al corso,
persone nate fra gli anni Trenta e Quaranta e familiari e monasteri
ragazze degli anni Novanta, senza buchi gene-
razionali. La nostra associazione ha 160 socie,
questo indica una struttura di attenzione più
ampia: per ogni teologa ci sono tante persone per ciò che va morendo, ma occorre quella sa-
che studiano. E a seguire il corso sono spesso pienza di rinascita con cui le donne sembrano
comunità, anche non cattoliche, o gruppi fa- avere particolare confidenza». Sono diverse le
miliari. Spesso con iscrizioni individuali: ad domande e le osservazioni che arrivano dalle
esempio, nella congregazione delle Coopera- partecipanti al corso. Molte evidenziano un
trici pastorali di Treviso, abbiamo avuto 26 certo stupore per letture bibliche che dissot-
iscrizioni. Ci sono monasteri che si riuniscono terrano personaggi e storie femminili: le lezio-
nella sala capitolare per vedere i video delle le- ni delle bibliste Marinella Perroni e Silvia
zioni (che non sono in sincrono, ma on de- Zanconato hanno suscitato sorpresa, entusia-
mand). È una cosa molto bella, commovente: smo e desideri di approfondimento. Alcune
STORIA DI COPERTINA
E il seminario aprì
a una giovane laica
Donne e Chiesa: serve una alleanza educativa
L’analisi e l’esperienza personale di una scrittrice teologa
D
di MARIAPIA VELADIANO*
I
Le donne rappresentavano l’11,90% mentre gli
n Italia la presenza delle donne nelle uomini l’88,10%.
facoltà teologiche è in crescita, sia pur In undici anni, a fronte di una diminuzio-
leggermente. Un dato incoraggiante ne del corpo docente totale (150 in meno), si
se si pensa a quando alle donne non denota un aumento del 4,05% della compo-
era consentita l’iscrizione ad una fa- nente femminile: in termini assoluti più 78
coltà teologica ed era impensabile, quasi un’e- donne.
resia, che potessero insegnare. Esse hanno cer- Da una parte è sicuramente un dato posi-
cato di abbattere l’alto muro del clericalismo tivo, se si pensa agli anni in cui la teologia
che riteneva la teologia un appannaggio esclu- per le donne era solo un sogno; dall’altra, sot-
sivamente maschile, retaggio di una cultura di tolinea che bisogna ancora lavorare per decle-
tomismo assoluto che considerava la donna ricalizzare la teologia e farla diventare un
mas occasionatus, un maschio mancato, e quindi grande banchetto di comunione e sinodalità,
incapace di pensare. dove c’è convivialità delle differenze, dialogo
Da uno studio fatto consultando gli annua- e accoglienza, dove si sperimenta il modello
ri e i vari ordo accademici, emerge che nell’an- del poliedro “che riflette la confluenza di tutte
no accademico 2019-2020 ci sono 2363 docenti le parzialità che in esso mantengono la loro
che esercitano il ministero dell’insegnamento originalità”, per dirla con Papa Francesco
nelle tredici facoltà teologiche romane e nelle (Evangelii gaudium, n. 236) Le donne con stu-
otto facoltà teologiche d’Italia. Di questi 1986 dio, formazione, competenza, determinazione
sono uomini e 377 donne; percentuale bassa e sacrifici, sono riuscite a squarciare, in questi
per le donne, appena il 15,95%, ma dato signi- anni, quel velo di invisibilità. Sono riuscite a
ficativo se si guarda al cammino fortemente dare un contributo significativo al mondo del-
travagliato delle docenti nelle facoltà teologi- la teologia con la propria visione profetica che
che. Un itinerario fatto di esclusioni e soffe- permette loro di vedere la vita anche nelle pie-
renze, di discriminazioni. tre e di “pensare senza ringhiera”, usando
Secondo la ricerca a cura di Anna Carfora un’espressione di Hannah Arendt.
e Sergio Tanzarella Teologhe in Italia. Indagine su
una tenace minoranza (ed. Il Pozzo di Giacobbe), * Laureata in Scienze Religiose, laureanda in Sacra
nell’anno accademico 2008-2009 si contavano Teologia presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia
nelle stesse facoltà teologiche 2513 docenti: di Meridionale, sezione San Luigi.
L
zareth, è alla base della scuola mariana, dove
a cultura del mondo biblico distin- Lui progrediva “in sapienza, in statura e in gra-
gue il compito formativo di padri e zia”, garantendo la sua identità. Quando Santa
madri verso figli e figlie. Proverbi 1,8 Teresa di Calcutta predicò a sacerdoti in Vati-
assegna il termine ebraico mûsar al- cano, iniziò supplicando a Nostra Signora “il
la funzione paterna di disciplinare, suo cuore”, per potere, da esso, accogliere Ge-
correggere e ammonire, mentre per la madre sù, amarlo e servirlo nelle dolorose sembianze
utilizza il termine torah, nel senso di istruire, in- dei poveri. Maria offre alle donne di tutti i tem-
dirizzare. La saggezza israelitica consiglia she- pi “lo specchio …. di disposizioni, atteggia-
mà, ossia ascoltare, obbedire il mûsar, e non na- menti e gesti che Dio si aspetta da loro”, impe-
tash, abbandonare, disprezzare, rinunciare alla gnate nell’ambito presbiteriale dell’insegna-
torah. mento-apprendimento (cfr. Lettera ai vescovi della
Come concetto, torah ebbe origine in ambiti Chiesa cattolica sulla collaborazione dell'uomo e della
pedagogico-femminili e, a partire da tali scena- donna nella chiesa e nel mondo, 31 maggio 2004, n.
ri, le madri influivano, attraverso la formazione 15). Sintetizzo questi contributi femminili orga-
dei propri figli, sulla società dell’epoca. In se- nizzandoli e ponendo l’enfasi sulle quattro di-
guito, questo termine distintivo, che si riferiva mensioni riprese dalla nuova Ratio fundamentalis
all’insegnamento mater- institutionis sacedotalis.
no, fu riservato a designa- Dimensione umana
re le istruzioni di Dio al Nell’ottica dell’alteri-
suo popolo. La Chiesa tà, reca beneficio all’iden-
vede in Maria la massima tità personale favorendo
espressione del “genio la maturità affettiva. Le
femminile”, che, partendo relazioni interpersonali
dai pilastri “amore”, “ob- tra i due sessi collabora-
bedienza”, “umiltà” e no con processi pastorali
“servizio”, partecipa alla sinodali in contesti mag-
formazione integrale di gioritariamente femmini-
Cristo, Sommo ed Eterno li. La formazione umana
Sacerdote. Anche Lui, co- si diffonde dalle aule ac-
me dice Papa Francesco, cademico-cattedratiche,
non venne al mondo dove la scienza è suppor-
adulto, ma piccolo e fra- tata da uno sguardo inte-
gile, “nato da donna”, se- gratore e personalizzato,
condo la prudenza sa- identificando ogni volto
pienziale del Regno. L’in- con il suo nome, la sua
Il futuro si gioca
sui ministeri laicali
La “servidora” di 8 milioni di cattoliche: la Chiesa che sogno
di MARÍA LÍA ZERVINO*
Q
ualche anno fa mi sono recata a
Roma dal mio paese, l’Argentina,
per un incontro a livello interna-
zionale tra donne. Durante un di-
battito sulla formazione perma-
nente, ha preso la parola la rappresentante dello
Zambia e ha detto che nel suo paese solo i sacer-
doti possono studiare teologia, non essendo tale
formazione ritenuta adeguata alle donne laiche.
Ne è scaturita un’interessante discussione in cui
rappresentanti di paesi europei e di paesi del
nord e sud America hanno esposto la loro convin-
zione opposta. Di fatto, alcune di loro avevano
già concluso gli studi teologici o biblici e stavano
insegnando.
Era la mia prima partecipazione al Consiglio
dell’Unione Mondiale delle Organizzazioni
Femminili Cattoliche (UMOFC), insieme a una
trentina di responsabili di organizzazioni cattoli-
che, molto impegnate dal punto di vista ecclesia-
le. Negli anni successivi ho capito chiaramente
come la formazione sia intimamente connessa al-
la storia della Chiesa, alla cultura e al livello so-
cio-economico di ogni regione.
Attualmente servo come presidente della sud-
detta organizzazione internazionale, che riuni-
sce un centinaio di organizzazioni cattoliche, di
tutti i continenti, alle quali appartengono circa
otto milioni di donne. Le organizzazioni aderen- sotto delle altre caste, sono oppresse per il loro
ti possono essere rappresentate solo da una loro genere, la loro casta e la loro situazione economi-
responsabile, dato che la UMOFC ricerca la corre- ca. Passano la maggior parte del tempo in casa e
sponsabilità delle donne nell’evangelizzazione e non possono contribuire in alcun modo all’eco-
nello sviluppo umano integrale. Lavorando ogni nomia familiare. La nascita di un bambino viene
giorno a contatto con tale diversità e ricchezza festeggiata, quella di una bambina è vista come
delle donne, mi sono fatta piacevolmente coin- una maledizione. L’educazione delle donne è
volgere dalla vita delle loro organizzazioni e dei procrastinata o negata. Una situazione analoga
loro paesi, e dalla cultura e dalla formazione cri- si riscontra in otto paesi africani, dove il divario
stiane che le caratterizza. Mi verrebbe da dire che di analfabetismo tra uomini e donne è superiore
la formazione laicale è in piena evoluzione e che al 20% ed è causato principalmente da motivi
si potrebbe rappresentare su un globo terrestre culturali.
con i colori dell’arcobaleno, ognuno con tonalità
e sfumature diverse. America Latina, tenute fuori
da posti di responsabilità
760 milioni di analfabeti, due terzi donne Quello che io ho potuto constatare, è che la
Nell’attuale emergenza globale si sono accen- formazione delle laiche all’interno della Chiesa
tuate le tendenze negative a livello socioecono- cattolica è diversa nelle varie regioni.
mico, come pure la loro incidenza a lungo termi- Il mio continente, l’America Latina, che è la
ne sul sistema educativo. “La pandemia di Co- regione con maggiori disuguaglianze al mondo,
vid-19 ha creato la più grande perturbazione dei ha però offerto un nuovo impulso, non solo do-
sistemi educativi della storia (…). La crisi sta esa- nando alla Chiesa Papa Francesco, ma anche at-
cerbando le disparità preesistenti in materia di traverso i documenti redatti dall’episcopato lati-
educazione riducendo le opportunità per i bam- noamericano e caraibico, come quelli di Medel-
bini più vulnerabili, i giovani e gli adulti (…). Le lín, Puebla e Aparecida, quest’ultimo anteceden-
perdite di apprendimento minacciano anche di te immediato della Evangelii gaudium. In tutti que-
estendersi al di là di questa generazione” (cfr. sti contributi magisteriali, a occupare un posto
Rapporto Onu, agosto 2020). Per valutare la for- privilegiato è la religiosità popolare e dunque la
mazione permanente occorre partire dall’educa- necessaria formazione del Popolo di Dio. Nono-
zione generale della popolazione. Si stima che stante la loro preparazione, sono poche le donne
dei 760 milioni di analfabeti del mondo (Unesco che stanno a capo di strutture organiche nazio-
2020) circa due terzi siano donne. A tale iniquità nali e diocesane. Sarà forse a causa del clericali-
di genere in materia educativa si aggiunge la di- smo e del maschilismo culturale imperanti?
suguaglianza che caratterizza i vari continenti. Ovviamente la situazione cambia a seconda
Mentre nella maggior parte dei paesi europei e del paese e della Chiesa locale. Ogni diocesi è so-
del Nord America, e in diversi paesi dell’America lita avere un suo centro o più centri di formazio-
Latina e dell’Oceania, l’intera popolazione è al- ne per catechisti e agenti di pastorale, con corsi
fabetizzata, l’analfabetismo è uno dei problemi che, partendo da una formazione cristiana inizia-
più grandi dell’Africa e dell’Asia. le, arrivano fino a quella universitaria. Ci sono
donne formate come responsabili di comunità di
India, l’educazione negata alle Dalit
base, sostenitrici dei diritti umani, catechiste e
In India le donne Dalit, la “non-gente” al di teologhe. Un esempio: il gruppo di teologhe ar-
di LUCIA CAPUZZI
«N
on possiamo restare
ancorati al “si è sem-
pre fatto così». Parla
della formazione del-
le suore con il solito
tono dolce e suadente. Gloria Liliana Franco
Echeverri non teme, però, di prendere posizio-
ni nette. Suora della Compagnia di Maria e
presidente della Conferenza latinoamericana
delle religiose e dei religiosi (Clar) nonché teo-
La Bibbia non bas
loga, disciplina in cui sta terminando il dotto-
rato, afferma senza scomporsi: «Serve auda-
cia».
Liliana Franco, presidente Clar: l
Che cosa intende? ghe di quest’ultima si nasconde la narrazione
“Dobbiamo avere l’audacia di rendere le di un Dio che non smette di parlarci. Conosce-
strutture più flessibili, più adattabili alle esi- re meglio noi stessi e gli altri, ci avvicina a Lui.
genze dei giovani che entrano nelle nostre co- Questo è ancora più importante per la vita re-
munità. Lasciamo loro il diritto di sognare la ligiosa femminile che ha una forte connotazio-
vita religiosa che desiderano. Come? Educan- ne comunitaria. Sempre più spesso, in seguito
do al “senso” più che “al dover essere”. E al calo delle vocazioni, le congregazioni man-
aprendoci alle loro sensibilità, differenti dalle tengono un solo noviziato o juniorato per tutte
nostre, con un sano dialogo inter-generaziona- le aspiranti o le dividono per Continente. Di-
le. A volte, ad esempio, le novizie chiedono di verse culture convivono gomito a gomito. Non
pregare con il Vangelo, invece che seguire ora- è semplice. A meno che la formazione non sia
zioni più tradizionali. Perché non provare?” capace di incorporarle, di farle dialogare.
Ma che tipo di formazione è necessaria ai tempi si oggi? Dialogo è una parola che lei utilizza spesso, legata alla
Il volto di Dio ha i tratti di Gesù di Naza- formazione.
reth. Attraverso le sue parole e i suoi gesti, noi
“conosciamo” il Padre. Il Vangelo, la Scrittura
sono il centro della formazione delle consacrate
e dei consacrati. Gli studi biblici, però, non so- Dobbiamo avere l’audacia di rendere
no sufficienti, soprattutto per le religiose. Sono le strutture adattabili alle esigenze delle
imprescindibili e come tali costituiscono parte
importante dei percorsi formativi. Devono, pe- novizie. A volte chiedono di pregare
rò, essere integrati dalle discipline antropologi- il Vangelo invece di seguire le orazioni
che, ancora poco presenti. La dimensione uma-
na dell’educazione ha uno spazio troppo esi- tradizionali. Perché no?
guo. Il Signore, però, s’è fatto carne. Nelle pie-
sta per capire Dio Dialogo e audacia. C’è un’altra parola che potrebbe
orientare la formazione delle religiose in America Lati-
na?
Qualità. Nel passato recente, l’America Lati-
le suore devono studiare l’umanità na ha fatto enormi passi avanti nel contrasto al-
l’analfabetismo. Ormai le ragazze che bussano
alle nostre porte sono almeno diplomate. Spes-
Il dialogo fra le generazioni e quello fra i ge- so, però, le congregazioni non danno la giusta
neri sono l’orizzonte a cui deve tendere una importanza alla necessità di offrire loro una
formazione religiosa integrale. Il motore per formazione professionale adeguata e di qualità,
camminare in quella direzione è l’audacia. al contrario di quanto accade nella vita religio-
sa maschile. Ai consacrati impegnati in carriere
In che senso dialogo fra i generi? universitarie o post-laurea, viene concesso di
È un nodo cruciale… Donne e uomini con- impegnarsi a tempo pieno negli studi. A noi
sacrati sono chiamati a collaborare nella mis- no. Dobbiamo farlo mentre prestiamo servizio.
sione. È necessario, dunque, che imparino a re- Il vecchio pregiudizio della suora come “mano-
lazionarsi in modo sano. Al momento, molti valanza”, purtroppo, è duro a morire…
uomini incidono nella formazione delle religio- Suor Liliana ha “incontrato” Dio quando
se. Il contrario, però, purtroppo, resta un’ecce- era ancora molto piccola. «Avrò avuto circa
zione. Poche donne svolgono un ruolo impor- quattro anni…» racconta. La nonna, che abita-
tante nella formazione dei sacerdoti o dei con- va a fianco del convento delle carmelitane mis-
sacrati. È un grave limite che dobbiamo avere sionarie di Medellín, un giorno, le fece appog-
giare l’orecchio alla parete. Dall’altra parte del
muro, c’era la cappella del Santissimo. “Ascolta
come Lui ti ama e digli che anche tu lo ami”,
Al momento molti uomini incidono disse l’anziana alla nipotina. «In quel momen-
nella formazione delle religiose. Il contrario, to ho avuto la mia prima immagine nitida di
Dio, un Padre-Madre pieno d’amore. Questa è
però, resta purtroppo una eccezione la grande sfida della formazione religiosa: tra-
Poche donne svolgono un ruolo importante smettere l’autentica immagine del Signore. Il
resto è conseguenza».
nella formazione dei sacerdoti Oggi la colombiana Suor Liliana preferisce
definirsi semplicemente “donna e discepola”.
L’ORA DI RELIGIONE
di SILVIA ZANCONATO*
S
ono una professoressa di Religione
Cattolica. Istituto Tecnico e Liceo
scientifico le mie scuole di Ferrara.
Ho, tra le molte, una classe di tutte
ragazze tranne un maschio e succe-
de che io usi il femminile collettivo. E sempre
segue la specificazione dell’unico che – ormai
ridendo – non manca di farci notare che c’è an-
La diseguaglianza
che lui. «È l’uso della grammatica italiana, non
è che può darmi della femmina», diceva le pri-
me volte. Adesso lo nota, ma sorride appunto,
“Se siamo tutti figli, perch
e credo abbia capito. Anche perché le sue com-
pagne non ci stanno proprio più a farsi dare dei scono il motivo per cui le donne non possano
“ragazzi” in quella situazione: «Perché noi fare il prete. Maschi e femmine concordi. «Di-
dobbiamo sempre sentirci dentro e tu no?». cono che siamo tutti figli e figlie di Dio e poi si
Nei gruppi misti le chiamo, li chiamo: sempre contraddicono». Essere uguali non significa fa-
declinando. re le stesse cose, azzardo. «Sì prof., ha ragione,
Oggi – dico – confrontiamoci su “donne e ma il prete lo può fare anche una donna» — ta-
Chiesa”. E arriva anche dagli schermi della di- gliano corto. «Anzi, forse sarebbe meglio pu-
dattica a distanza, il gelo di un tema che non re!». Fare le cose bene o male non è questione
prende. Semplice: è una faccenda lontanissima
per loro. Il punto non è il ruolo degli uomini e
delle donne. Il punto è la Chiesa. Non ci vanno
più e non li riguarda. Nessuna rottura, nessun Dibattito durante le lezioni in due istituti
conflitto. Finito il catechismo, ciao. «Non mi superiori di Ferrara. Confondono nomi
interessava», la risposta abituale e senza pro-
blema. Uno, massimo due per classe frequenta- e situazioni, ma su una cosa non hanno
no la parrocchia e qualche volta la Messa. Si dubbi: uomini e donne sono uguali
infiammano, invece, se dalla Chiesa si va in
piazza. I più grandicelli conoscono bene la Co-
stituzione ed elencano precisi gli “ostacoli” che
ancora limitano di fatto la libertà e l’uguaglian-
za. Puntuali e circoscritti: stipendi differenti, di sesso... «Quel che intendevo è che le donne
paura per la maternità… Parlano le ragazze, so- sono più abituate ad ascoltare». Me lo segno,
prattutto, ma non solo. Sono informati, ma “più abituate”: sottile.
percepisco che riportano anche esperienze Ecco che il dibattito parte, spontaneo. «E le
prossime. Che ne discutono in casa e, forse, tra suore? Io credevo che le suore fossero uguali ai
loro. preti». «Ma dove vivi? Le suore ci sono, ma
È dai valori di cittadinanza che ritornano al- non fanno grandi cose». «È ovvio che non ci
la faccenda delle donne “in” Chiesa. Non capi- siano le donne: siamo in chiesa!». Allora io?
Domando. Sono una teologa, laureata e pure ro era moglie di qualcuno, ma adesso mi sfugge
specializzata in Bibbia. «È diverso per lei», di- il nome». Le matriarche spiccano tra i rari no-
ce uno che fa da portavoce, «a scuola è norma- mi ricorrenti. Interessante che il poco rimasto
le vedere le donne dietro la cattedra, ma in appartenga alle storie “originarie” e rifletto su
chiesa — quando c’andavo — non mi è mai ca- quanto siano proprio queste storie fondative a
pitato di vedere una donna dietro l’altare». lasciare segni profondi.
«Perché Dio era uomo». Risposta definitiva. Io «Sa che c’è in fondo prof? Che alla gente
comunque mi annoto mentalmente il verbo al- che segue la Chiesa va bene così: perciò non
l’imperfetto. E un altro: «Gesù era maschio, gli cambiano». E una ragazza conclude: «La cosa
apostoli pure». «No, è perché nell’antichità si supererà solo insieme alla questione degli
c’era la convinzione che la donna fosse inferio- omosessuali. Sì perché quelli han dei problemi
re; ma se ancora lo pensano, sbagliano: lo san- ad accettare le persone diverse da loro». Quelli
no tutti che certi testi risentono di idee antiche chi? «I preti prof., i preti».
e vanno interpretati». Detto così, liscio liscio. C’è voluto un po’, ma l’ora si è riscaldata.
Le donne della Bibbia? «Io, c’ho pensato Non masticano “teologia” — non so se sia un
su: sono sempre gli uomini protagonisti. Maria bene o un male — e non sottilizzano sulle que-
soltanto a Natale. Una donna semplice, umi- stioni ecclesiologiche. Ma sono limpidi e limpi-
le». «Eva! Mi ricordo adesso! Era nuda, ha de, senza mediazioni. Lo dice il Papa: è una
mangiato la mela. Una tentatrice superficiale». priorità ascoltare le loro voci. Lo faccio spesso,
Una ragazza poi, ripesca da chissà dove un ri- di sentire questo polso. Classi diverse, stesse
cordo che la illumina: «C’erano anche le donne parole. Maschi e femmine all’unisono, sempre
al sepolcro, ma a quelle non ha creduto nessu- più spesso. E nessun dubbio per loro: uomini e
no». «Vero. E pure quelle che confortavano donne sono uguali. Uguali.
(sic!) con le loro cose Gesù e gli uomini, o mi
sbaglio?». «Maddalena: ha aiutato Maria in- * Silvia Zanconato, biblista e professoressa di Religione
cinta». Ah no, quella era Elisabetta. «Maddale- nella scuola secondaria di secondo grado. Insegnante
na l’ho sentita, ma so solo che era pentita». presso la scuola di Teologia per Laici “Laura Vincenzi”
Nominano anche Rachele. E Sara «che di sicu- di Ferrara e impegnata nella pastorale biblica.
E
di ADRIANA VALERIO *
Michela Murgia In primo luogo, va riconsiderato come Maria non sia un modello
Ave Mary da additare alle sole donne e, soprattutto, non sia icona di silenziosa
Einaudi, 2011 e passiva accettazione; al contrario, lei è testimone di fede attiva e lo
è per tutti i credenti. Lo stesso Lutero, che aveva combattuto le de-
viazioni del culto mariano degenerato spesso in superstizione, aveva
scritto il Commento al Magnificat considerando la madre di Gesù model-
lo di vita cristiana, oggetto della pura grazia di Dio, discepola alla se-
quela di Cristo, simbolo della Chiesa, madre ed educatrice. Anche il
Corano ne esalta le virtù additandola come la vera credente a cui si
deve onore e rispetto, punto di riferimento spirituale per tutti i mu-
sulmani … e non solo per le donne.
Cettina Militello
In secondo luogo, si deve recuperare il ruolo formativo che ha
Maria
svolto nella vita di Gesù. L'avvicinarsi oggi all'ebraicità della fami-
con occhi
glia di Nazaret aiuta infatti a riscoprire positivamente la figura di
di donna
“Maria educatrice” determinante nello sviluppo della personalità di
San Paolo, 2019
Gesù. Nella cultura ebraica il delicato compito dell’educazione reli-
giosa era affidato anche alla madre: era lei ad avere un posto domi-
nante nella casa, considerata un piccolo tempio; a lei il compito di
santificare la famiglia attraverso la pratica di precetti legati alla litur-
gia domestica e la ritualistica del sabato con l’accensione di luci, se-
gno del dono della vita e, dunque, della pace e della gioia. Se Gesù è
Claudia Grieco quell'uomo armonico, integrato e inclusivo che conosciamo lo dob-
Maria insegna biamo alla madre.
ai dottori del Inoltre, se ci affidiamo alla narrazione del vangelo di Luca dob-
tempio biamo registrare come Maria appaia una ragazza autonoma e decisa-
Effatà, 2019 mente coraggiosa, una donna tutt’altro che subalterna: non interpel-
la il padre, non si consulta con il marito, come sarebbe apparso natu-
rale per quei tempi. Il suo sì non è accettazione passiva e sottomessa,
ma risposta al progetto di Dio così come era stato per Abramo (Gen
22, 1), padre nella fede, e per Mosè (Es 3, 4), liberatore del popolo. È
lei la protagonista, il prototipo del credente che si affida all’iniziativa
salvifica di Dio. Non è una serva umilmente sottomessa, ma è la ser-
Papa Francesco
va del Signore, cioè colei che rappresenta il popolo di Israele rimasto
Ave Maria
fedele a Dio (Is 48, 10.20; 49,3; Ger 46, 27-28) e che aspetta con impa-
Rizzoli - Lev,
zienza il compimento della promessa. In lei si riconoscono quelli che
2018
nel testo sacro vengono definiti i poveri d’Israele (anawim), coloro
che non solo si affidano a Dio e alle sue braccia misericordiose, ma
che annunciano il sovvertimento delle logiche del mondo. Ed è pro-
prio quest'immagine di donna forte che ha avuto presa nell'esperien-
za spirituale di tante donne che sono state formate alla “scuola di
Maria”, come quelle religiose del monastero di Sant'Anna a Foligno
che hanno voluto rappresentare Maria in cattedra, ritratta nel Tem-
LA BIBBIA
Donna Sapienza
fin dal principio
di MARINELLA PERRONI* va con cui Michelangelo ha saputo rendere con-
S
to del rapporto di vicinanza e al contempo di
alomone lo conoscono più o meno tut- distanza tra il creatore e la creatura fatta a sua
ti. Se non altro per quello stratagem- immagine e somiglianza. Eppure, il restauro ha
ma di voler far tagliare in due un bam- fatto riemergere un particolare per troppi secoli
bino conteso tra due madri: una storia rimasto del tutto oscurato: tra i putti che circon-
raccontata nel primo libro dei Re (3, dano e sostengono Dio nel suo atto creativo do-
16-28). Forse, alcuni sanno anche che la saggezza mina una figura femminile che Dio vincola a sé
del figlio di Davide e di Betsabea, l’adultera, è di- in un abbraccio. Eva? Inevitabile che in molti lo
venuta proverbiale perché il regno di Salomone ha sostengano, anche se, in realtà, alla creazione di
assicurato a Israele non soltanto pace e stabilità, Eva il pittore dedica un riquadro specifico nelle
ma anche il contatto con le altre grandi culture del storie della Genesi che corredano la volta.
Vicino Oriente e, quindi, un tempo di grande vi- Se gli storici dell’arte propendono per l’identi-
vacità culturale e di progresso civile. Per questo ficazione con Eva, i biblisti azzardano invece
Israele ha attribuito al re Salomone tutta la rifles- un’altra ipotesi, tutt’altro che fantasiosa perché
sione sapienziale che sta alla base di alcuni libri molto ben accreditata dagli scritti sapienziali del-
della Bibbia, scritti in realtà in epoche diverse (dal la Bibbia. Leggiamo nel libro dei Proverbi: «Il
secolo V al II prima di Cristo), che contengono Signore mi ha creato come inizio della sua attivi-
sentenze, orientamenti e norme che hanno di mira tà, prima di ogni sua opera, all’origine. Dall’eter-
una vita proficua e felice. Quasi nessuno però sa nità sono stata formata, fin dal principio, dagli
che quella sapienza che ha reso famoso Salomone inizi della terra. […] Quando egli fissava i cieli, io
è una raffigurazione che, accanto ad altre due fi- ero là; quando tracciava un cerchio sull’abisso,
gure, la Legge e il Messia, consente di capire per- […] io ero con lui come artefice ed ero la sua de-
ché, ma soprattutto come, Dio si fa presente nella lizia ogni giorno: giocavo davanti a lui in ogni
storia del suo popolo. Ed è figura femminile. istante, giocavo sul globo terrestre, ponendo le
mie delizie tra i figli dell’uomo» (Proverbi 8, 22-
D onna-Sapienza 31). È la Sapienza stessa che si presenta come co-
Tra le tante cose degne di stupore emerse lei che presiede alla creazione, come la forza crea-
grazie al restauro della Cappella Sistina (1980- tiva che fa della creazione un’opera che — ce lo di-
1994) una è, a mio avviso, tutt’altro che margi- ce il racconto che apre il libro della Genesi — D io
nale. Nell’affresco della creazione, che occupa considera una «cosa molto buona» (Genesi 1, 31).
la volta, l’attenzione viene catturata dal vigore La reciprocità che Dio stabilisce con l’opera delle
dell’Adamo e dalla grandiosa potenza espressi- sue mani riflette, insomma, il rapporto ludico che
I VANGELI
I
mente nella luce, funge da sposa simbolica che
teologi interpretano la parola di Dio, e unisce lo sposo con la sua famiglia, i Samarita-
nel Vangelo di Giovanni le donne agi- ni a Sicar.
scono costantemente da teologi. La In Matteo 16, 16, Pietro proclama Gesù “il
prima donna menzionata da Giovanni Cristo, il Figlio del Dio vivente” . Nel Vangelo
è “la madre di Gesù” (2, 1). Alle nozze di Giovanni tale onore spetta a Marta, che sen-
di Cana dice a Gesù che il vino è finito. Sebbe- te dire a Gesù “Io sono la risurrezione e la vi-
ne la sua risposta — “Che ho da fare con te, o ta”, e correttamente interpreta “tu sei il Cristo,
donna? Non è ancora giunta la mia ora” (2, 4) il Figlio di Dio che deve venire nel mondo” (II,
— non riguardi direttamente il problema, lei la 25-27).
interpreta correttamente. Sapendo che lui Marta dice a sua sorella Maria che Gesù la
provvederà al vino, la madre ordina ai servi chiama (II, 28), anche se lui non l’ha fatto.
“Fate quello che vi dirà” (2, 5). Marta ha compreso che è questo il suo ruolo,
Anche la donna di Samaria interpreta corret-
tamente le parole di Gesù, sebbene alcuni com-
mentatori abbiano frainteso il suo ruolo. Alcu-
ni la giudicano negativamente a causa dei suoi
cinque mariti e della sua situazione attuale.
Non conosciamo i fatti della sua storia familia-
re. Sappiamo invece che l’ambientazione
preannuncia un matrimonio, poiché è vicino a
un pozzo che il servitore di Abramo incontrò
Rebecca e che Mosè incontrò Zippora. Non so-
lo Giovanni Battista ha identificato Gesù come
sposo (3, 29), ma l’ambientazione è il pozzo di
Giacobbe e fu “in pieno giorno” (Genesi 29, 7)
che Giacobbe incontrò Rachele. Gesù si dimo-
strerà uno sposo molto poco convenzionale e la
Samaritana una sposa piuttosto insolita.
Altri affermano che lei si reca al pozzo a
mezzogiorno perché gli abitanti del villaggio la
disprezzano, ma se avessero provato sdegno
verso di lei non l’avrebbero ascoltata. Piuttosto,
è l’opposto di Nicodemo, che ha incontrato
Gesù di notte (3, 2). Poiché Gesù, la “luce del
mondo” (9, 5), afferma che “Se uno cammina
di giorno, non inciampa, perché vede la luce di
D
della comunità da parte di Giuda. E il suo ge-
sto anticipa la lavanda dei piedi dei discepoli onne e formazione sono due paro-
da parte di Gesù. le che descrivono la mia traiettoria
Sulla croce Gesù dice a sua madre “D onna, di vita e professionale dal 2009,
ecco il tuo figlio!”; dice al discepolo che egli quando ho iniziato il mio impe-
amava “Ecco la tua madre!” (19, 26-27). La ma- gno presso l’Istituto di Studi Su-
dre d Gesù, che Giovanni non chiama mai periori sulla Donna dell’Ateneo Pontificio Regi-
“Maria”, diventa così la madre simbolica di tut- na Apostolorum. La relazione tra formazione e
ti i discepoli. Mentre i commentatori spesso os- donne ci fa riflettere almeno in tre direzioni: l’ac-
servano che il discepolo amato, che accoglie la cesso, l’oggetto e la prospettiva della formazione.
madre di Gesù nella propria casa, si prenderà Per quanto riguarda l’accesso alla formazione
cura di lei, in realtà questa cura è reciproca, da parte delle donne, ricordiamo che si tratta di
poiché lei continuerà a ricordargli l’insegna- una conquista recente e ancora non compiuta. Il
mento Gesù. primo college femminile ebbe inizio nel 1837 nel
Infine, se Maria di Magdala giunge al sepol- Massachusetts, Stati Uniti, mentre in Europa le
cro di Gesù “quand'era ancora buio” (20, I), prime porte delle università si spalancarono in
sappiamo che presto vedrà la luce. Chiama Pie- Inghilterra nel 1848, Francia nel 1880 e Germania
tro e il discepolo che Gesù amava e loro credo- nel 1894. Ma si è dovuto aspettare il Concilio Va-
no alle sue parole. Anche se inizialmente scam- ticano II perché le donne cominciassero a studia-
bia Gesù per il custode del giardino, lo ricono- re teologia nelle università pontificie. La strada è
sce quando lui la chiama per nome. Gesù allora ancora lunga (soprattutto fuori dall’ O ccidente)
le assegna il compito di diventare apostolo de- e continua ad essere un obiettivo da raggiungere
gli apostoli; sappiamo che loro le crederanno nella Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo
nuovamente. Sviluppo sostenibile. Che le bambine e le donne
Ascoltando, domandando, interpretando e abbiano accesso alla formazione è una questione
chiamando altri, le donne nel Vangelo di Gio- non solo di diritti individuali, ma una esigenza
vanni non sono solo teologhe. Sono anche di- del bene comune e dello sviluppo integrale. Nel
scepole, apostoli, maestre, evangeliste e model- contesto odierno in cui tutti pensiamo alla rina-
li. scita dopo la pandemia, credo che la formazione
MODA E LITURGIA
L’abito fa la monaca
(ma non sempre)
di YVONNE D OHNA SCHLOBITTEN po di creare un “terreno dove antropologia,
I
teologia e liturgia si intrecciano per dare spes-
l 9 febbraio 2017 Papa Francesco ha sore e sapore al nostro stare al mondo”. A mon-
esposto ai partecipanti alla plenaria te di questo progetto educativo c’è una doman-
della Congregazione per l'Educazione da di tipo esistenziale: la moda ha una qualche
Cattolica i principi della nuova educa- influenza sulla religiosità delle persone?
zione: “Gli istituti educativi cattolici La foggia dell’abito dei religiosi è una que-
sono chiamati in prima linea a praticare la stione da sempre molto dibattuta ed è entrata
grammatica del dialogo che forma all’incontro nel confronto accademico della Pontificia Uni-
e alla valorizzazione delle diversità culturali e versità Gregoriana con temi come Il sarto della
religiose. Il dialogo, infatti, educa quando la luce. Le casule di Matisse per la cappella di Vence. Ne-
persona si relaziona con rispetto, stima, sinceri- gli ultimi anni i dibattiti, le pubblicazioni e le
tà d’ascolto e si esprime con autenticità, senza mostre sulla moda, sugli abiti delle suore e sul-
offuscare o mitigare la propria identità nutrita le vesti liturgiche hanno suscitato nuove oppor-
dall’ispirazione evangelica”. tunità di confronto tra artisti, stilisti, produttori
Il Papa parla di una esperienza viva del dia- tessili e esperti nella Sacra Liturgia. Questo
logo con l’altro e per l’altro nel mondo contem- confronto ha trovato il suo culmine nella mo-
poraneo in una visione nuova e radicale, che stra Heavenly Bodies: Fashion and the Catholic Imagi-
mette in luce una finalità molto più ampia del- nation del Metropolitan di New York (2018), vo-
l’educazione. Le parole del Papa, inoltre, fanno luta dal cardinale Gianfranco Ravasi, ispirato
germogliare nuovi ambiti di ricerca e confron- dal saggio intitolato Hai coperto la mia vergogna di
to, nuovi temi e nuove domande. Anne Lécu, religiosa domenicana francese che
Nella linea della proposta educativa di Papa è anche medico, “… un vagabondaggio nel
Francesco la domanda non è più “che cosa”, paese delle tuniche di pelle e di lino”, alla ricer-
ma “come” sia possibile prendersi cura dell’al- ca dei simboli connessi, la nudità, la vergogna,
tro. Come è possibile educare la persona uma- l’innocenza, la malizia, il manto di gloria, de-
na e personalizzare l’azione educativa, come scritto anche all’inizio della Bibbia e della sto-
quando un sarto confeziona un “abito su misu- ria (Gen 3, 21). Nel libro Dio tre volte sarto. Moda,
ra”? Chiesa e Teologia, appena pubblicato, il padre do-
Al tema del “vestirsi” è dedicato un libro menicano Alberto F. Ambrosio, professore alla
della nuova collana Riti del vivere di Barbara Luxemburg School of Religion and Society
Marchica e don Giulio Osto, scritto con lo sco- non si limita ad affrontare il legame tra moda,
P
tre milleduecento sopravvissute narrare atroci-
er le ex prigioniere sopravvissute tà impensabili. Usa sempre una stessa parola,
all’Isis le sue parole sono la prima Nagham, per definire lo stato psicologico delle
voce calda e famigliare che le acco- donne che ascolta: destroyed, distrutte. Distrutte
glie dopo mesi di schiavitù sessua- come una città bombardata, come una casa do-
le. Una voce che somiglia al primo po il terremoto. Sono donne che nelle mani
passo verso la luce. Nagham Hawzat Hasam, spietate dei loro carcerieri hanno dovuto vivere
ginecologa quarantaduenne, appartiene alla ciò che per molte è quasi impossibile narrare,
minoranza yazida, etnìa di lingua curda dalle tanto è l’orrore fisico ed emotivo. Hanno visto
origini antichissime divisa in tribù presenti in morire figli, nipoti, mariti. Sono state usate co-
maggioranza nel nord dell’Iraq, invaso dai me schiave sessuali, spesso passando di mano
guerriglieri Daesh nell’estate del 2014. in mano. «Una di loro mi venne incontro chie-
La conquista di Mosul è stato l’inizio dello dendomi: sono ancora un essere umano?» ri-
sterminio degli yazidi, considerati spregiativa- corda con emozione Nagham, che da allora
mente “adoratori del diavolo” in quanto fedeli non ha mai abbandonato la sua nuova missio-
a un culto di origini zoroastriane dove un an- ne, raccogliendo lungo la strada anche storie di
gelo ribelle ottiene il perdono di Dio. I mili- rinascita come quella di Nadia Murad, la ra-
tanti dell’Isis minacciarono di morte gli yazidi gazza yazida premio Nobel per la pace del
che non volessero convertirsi alla religione mu- 2018, la prima ad avere il coraggio di narrare
sulmana e usarono quella giustificazione per pubblicamente lo stupro subìto per mano dei
uccidere tremila persone e catturare settemila militanti dello Stato islamico. «Nadia è arriva-
donne come bottino di guerra, costringendo ta nel campo di Dohuk dopo essere scappata
mezzo milione di yazidi a fuggire lontano. Na- dalla prigionìa a Mosul. I soldati dell’Isis l’a-
gham viveva a Bashaaqa, una quindicina di veva torturata con mozziconi di sigarette e stu-
chilometri da Mosul: «Quando arrivò l’Isis a prata», ricorda Nagham. Mostrando una forza
sterminarci mi trovavo all’ospedale a lavorare. rivoluzionaria, Nadia Murad è riuscita a supe-
La mia famiglia venne a informarmi che dove- rare il trauma grazie anche a un programma
vamo scappare immediatamente». che consente alle sopravvissute yazide di tra-
Insieme a migliaia di yazidi camminò per sferirsi in Germania per ricostruire la propria
giorni verso Dohuk e durante quel viaggio è vita. «Murad a Stoccarda è diventata una atti-
cambiata la sua vita per sempre. «Nei primi vista per i diritti umani ormai famosa in tutto il
tempi andavo in visita alle famiglie nel campo mondo, nel suo libro mi ha scritto una dedica.
profughi per sapere se avessero bisogno di pri- E’ una delle cose migliori della mia nuova vi-
me cure mediche, molti necessitavano di anda- ta» racconta Nagham, che ha fondato l’ong
re al pronto soccorso. Ricordo che rimasi Hope Makers for Women e da tempo collabora con
scioccata per il dolore, tutto insieme. Dopo l’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite per i ri-
venti giorni seppi che due ragazze prigioniere fugiati.
erano riuscite a sfuggire ai guerriglieri ed erano Pur non essendo specializzata in psicologia,
arrivate al campo». Traumatizzate, non si fida- la dottoressa Hasam sembra avere individuato
vano di nessuno. «Si sono fidate di me perché il cammino segreto per raggiungere il cuore
sono donna, sono un medico e sono yazida» martoriato delle vittime dell’Isis. «Non posso
L
simanti... o uomini semplicemente violenti, spes-
e donne devono essere libere, “mai più so per motivi futili. La lotta contro questa piaga è
schiave di paura e violenza”. Sono pa- un’emergenza mondiale. Lo è a maggior ragione
role scritte da una donna, religiosa oggi, ai tempi del coronavirus, in cui le misure re-
agostiniana, priora di un monastero di strittive spesso intrappolano, in casa appunto, le
clausura, in occasione della Giornata donne vittime di soprusi, fisici o psicologici.
Internazionale per l’eliminazione della violenza E’ confortante che le parole di incoraggiamen-
contro le donne, che ogni anno si celebra il 25 no- to arrivino da una donna, consacrata, una donna
vembre. che si esprime dall’interno della comunità eccle-
Queste parole meritano di essere ricordate e ri- siale, dove la parola delle donne, piano piano, si fa
dette non solo perché la violenza contro le donne
è una strage giornaliera che non conosce tregua,
ma soprattutto perché chiamano le donne, esse
stesse, ad alzare la testa, a prendere in mano il pro- L’appello di Suor Maria Rosa Bernardinis
prio destino e a denunciare. di Cascia contro la violenza di genere
L’autrice, suor Maria Rosa Bernardinis è, da
quasi quattro anni, la Madre priora del Monaste- interpella anche le vittime, chiamate
ro Santa Rita a Cascia. Il suo messaggio è chiaro: a reagire e a denunciare subito
non si può restare in silenzio davanti alla violenza
e a parlarne devono essere soprattutto le donne
stesse. Certo non è facile per chi subisce sevizie e
prepotenza, non è facile soprattutto negli am-
bienti ancora culturalmente segnati da una lunga strada, esce allo scoperto, interpella. Suor Maria
storia fatta per le donne di subordinazione e di so- Rosa spiega con fermezza che «è necessario edu-
praffazione. Una storia in cui le donne hanno non care al rispetto, all’amore e non all’odio, partendo
solo conosciuto la paura, ma l’hanno anche in- dai giovani». Le istituzioni devono «essere deter-
spiegabilmente suscitata, ogni qualvolta hanno minate, irremovibili … sensibili ed efficaci». Gli
provato ad emanciparsi dai ruoli subalterni in cui uomini devono imparare che «l’amore non si pos-
erano state relegate. Una paura che non è eviden- siede, non si ottiene con la forza ... è ricevere e do-
temente scomparsa, se ci sono ancora così tanti nare». Ma soprattutto la Madre priora sprona il
uomini che uccidono le donne. Oggi molte donne mondo femminile a reagire. «Alle donne, dico che
sono libere, in diversi paesi le leggi condannano la non sono sole e che non devono restare in silenzio
discriminazione di genere. La caccia alle streghe è davanti alla violenza, bensì parlarne già alle prime
ormai solo un ricordo dei tempi bui, di un passato avvisaglie: chiedere aiuto è il primo passo per tor-
in via di elaborazione. Ma sono sempre tante le nare a vivere davvero».
donne vittime di molestie e di stupro. I maltratta- Le donne «sono concrete e sanno tessere con
menti hanno luogo quasi sempre all’interno delle pazienza i fili della vita» ha detto recentemente
mura domestiche e gli aggressori più probabili so- Papa Francesco.